Aldo Cazzullo sul Corriere risponde ad un lettore circa la scelta di fare Roma capitale al posto di un'altra illustre candidata, cioè Napoli.
Sono tutte cose generalmente note...e non è su questo che vorrei principalmente soffermarmi ma sulla affermazione abbastanza forte e perentoria che Cazzullo fa all'inizio dell'articolo:
perchè rappresenta una (delle tante) fake news che i cosiddetti media mainstream propagano, quando invece si puntano di essere l'unica e sola bocca della verità da seguire.
Intanto la prima inesattezza. Non fu il Fascismo ad "inventarsi" che i romani si salutavano col braccio teso. Era quella una conoscenza o nozione diffusa e antica. E' noto il famoso quadro del David (Il giuramento degli Orazi, 1784) dove il grande pittore francese ritrae i tre fratelli col braccio teso nell'atto del giuramento:
Quindi già qui Cazzullo scivola: la credenza comune che i Romani salutassero col braccio teso precede il Fascismo, che in questo caso non ha "inventato" niente, al più riattualizzato una nozione tradizionale.
Perchè dunque presso i moderni c'era la convinzione che i Romani salutassero col braccio teso? Perchè era vero, in specie presso i militari e le cerimonie ufficiali. Sono i testi e le immagini che lo dimostrano, smentendo clamorosamente Cazzullo e rivelando il suo pressapochismo al riguardo.
Marco Aurelio e la sua famosa statua equestre. Che sta facendo l'imperatore? Saluta i suoi soldati durante una parata. Come li saluta? Col braccio allungato ed il palmo aperto:
Si trovano raffigurazioni simili anche nella Colonna Traiana, in altre statue degli imperatori, nella numismatica. Ottaviano:
Germanico:
Adriano:
Probo
In queste i soldati rispondo col braccio alzato al loro imperatore:
Direi che può bastare per smentire la perentoria e falsa affermazione di Cazzullo che il Fascismo "inventò il saluto romano".
L'unica apprezzabile differenza rispetto al saluto romano di epoca fascista è che in questa (come nel dipinto del David) il saluto è a braccio e palmo completamente tesi; presso i Romani il braccio è leggermente piegato, così come il palmo è più mostrato che teso.
Aldo Cazzullo forse è bene che si occupi di quel niente etereo che è il giornalismo odierno, senza per forza inventarsi tuttologo.
Roma doveva essere la capitale d’Italia? Lei si pone una domanda che i piemontesi, o meglio gli italiani (il 20 settembre 1870 entra a Porta Pia l’esercito italiano), non si posero. Consideravano scontato che così dovesse essere. Tutti sappiamo che il fascismo si impossessò di alcuni simboli dell’antica Roma, dal fascio all’aquila, e altri ne inventò, tipo il saluto romano (non abbiamo alcuna prova che i romani si salutassero a braccio teso). Ma in realtà il mito di Roma comincia molto prima. Animava Dante e Giotto, Raffaello e Michelangelo. Infuocava i grandi del Risorgimento, da Mazzini a Garibaldi, che ne era ossessionato. I moderni Stati europei sono stati unificati da una monarchia, che non ha pensato neppure per un secondo di spostare la capitale, anche quando non corrispondeva al centro geografico del Paese: Parigi non è al centro della Francia, Londra non è al centro della Gran Bretagna, Berlino non è al centro della Germania; al Kaiser dei bavaresi o dei renani non importava nulla. Vittorio Emanuele II non ragionò così. Pur con il cuore spezzato — era nato e cresciuto a Torino e non era mai stato a Roma in vita sua — considerava necessario abbandonare l’antica capitale. Non potendo andare a Roma, ancora presidiata dai francesi, si pensò a Napoli, che era di gran lunga la città più popolosa d’Italia, più di Roma e Milano messe assieme. Ma il re disse: «Da Napoli non potremo più venire via. Andiamo piuttosto a Firenze», che era considerata sacrificabile; non a caso i fiorentini non hanno un bel ricordo del breve periodo in cui la loro città fu capitale. Firenze è la città che ha dato all’Italia una lingua, una letteratura, un’arte, un’idea di se stessa. In un’ottica nazionale, sarebbe stata la capitale ideale, lasciando Roma al Papa. Ma in un’ottica internazionale, Roma era il nome che più suonava all’orecchio del mondo. Per questo i piemontesi insistettero per trasferirvi la capitale il prima possibile. Nel 1870 Roma aveva 220 mila abitanti; ora ne ha 15 volte di più. È stata un’idrovora di uomini, energie, denaro. I neoborbonici maledicono il Nord; ma la vera sfortuna di Napoli è stata avere a duecento chilometri di distanza una città su cui il resto del Paese aveva puntato tutto. E se dal profondo Sud nel dopoguerra si andò a lavorare nelle fabbriche di Torino e Milano, è a Roma che la borghesia napoletana e delle altre città del Mezzogiorno ha guardato, fin da quel fatidico 1870.
Tutti sappiamo che il fascismo si impossessò di alcuni simboli dell’antica Roma, dal fascio all’aquila, e altri ne inventò, tipo il saluto romano (non abbiamo alcuna prova che i romani si salutassero a braccio teso)
Intanto la prima inesattezza. Non fu il Fascismo ad "inventarsi" che i romani si salutavano col braccio teso. Era quella una conoscenza o nozione diffusa e antica. E' noto il famoso quadro del David (Il giuramento degli Orazi, 1784) dove il grande pittore francese ritrae i tre fratelli col braccio teso nell'atto del giuramento:
Quindi già qui Cazzullo scivola: la credenza comune che i Romani salutassero col braccio teso precede il Fascismo, che in questo caso non ha "inventato" niente, al più riattualizzato una nozione tradizionale.
Perchè dunque presso i moderni c'era la convinzione che i Romani salutassero col braccio teso? Perchè era vero, in specie presso i militari e le cerimonie ufficiali. Sono i testi e le immagini che lo dimostrano, smentendo clamorosamente Cazzullo e rivelando il suo pressapochismo al riguardo.
Marco Aurelio e la sua famosa statua equestre. Che sta facendo l'imperatore? Saluta i suoi soldati durante una parata. Come li saluta? Col braccio allungato ed il palmo aperto:
Si trovano raffigurazioni simili anche nella Colonna Traiana, in altre statue degli imperatori, nella numismatica. Ottaviano:
Germanico:
Adriano:
Probo
In queste i soldati rispondo col braccio alzato al loro imperatore:
Direi che può bastare per smentire la perentoria e falsa affermazione di Cazzullo che il Fascismo "inventò il saluto romano".
L'unica apprezzabile differenza rispetto al saluto romano di epoca fascista è che in questa (come nel dipinto del David) il saluto è a braccio e palmo completamente tesi; presso i Romani il braccio è leggermente piegato, così come il palmo è più mostrato che teso.
Aldo Cazzullo forse è bene che si occupi di quel niente etereo che è il giornalismo odierno, senza per forza inventarsi tuttologo.
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