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Cronaca e politica estera [Guerra Ucraina-Russia] Thread unico.

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    Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
    Può capitare quando si crede ciecamente a un cocainomane
    Dite che abbia quella passione? Se non ricordo male, l'anno scorso era circolato un video che poi si era rivelato un fake. Non che questo sia significativo in un senso o nell'altro.

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      Originariamente Scritto da The_Shadow Visualizza Messaggio
      Dite che abbia quella passione? Se non ricordo male, l'anno scorso era circolato un video che poi si era rivelato un fake. Non che questo sia significativo in un senso o nell'altro.
      A parte quel video e le voci su questa sua passione, ricordo di aver notato in una intervista delle pupille particolarmente dilatate

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        Putin sta vincendo la guerra in Ucraina?

        L’ex consigliere Markov: «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci, non l’avete sfruttata perché non ci avete creduto. Nei toni dello zar fiducia sincera»

        «Guardate che ve lo ha detto Lui in persona…». Sono giorni di buon umore, per Sergey Markov. L’ex consigliere speciale di Vladimir Putin, falco a ventiquattro carati, sostiene che ci siamo persi qualcosa. A suo parere, hanno sbagliato i media occidentali nel prestare poca attenzione al discorso del presidente tenuto 4 giorni fa al Consiglio mondiale dei popoli russi, organismo guidato dal patriarca ortodosso Kirill e ampiamente finanziato da Kostantin Malofeev, il miliardario sovranista, nostalgico dell’Impero zarista, fondatore del canale televisivo ultranazionalista Tsargrad.

        Anche a rileggerlo oggi con il senno di poi, non sembrava ci fosse nulla di nuovo, o di politicamente rilevante. Errore, secondo l’ineffabile Markov, che fino al 2019 è stato l’uomo che Putin spediva in Polonia o in Ucraina a trattare con i vicini di casa più ostili. «La vera novità di quel discorso era l’intonazione, carica di una fiducia sincera. Un modo per dire che il tempo del pessimismo è finito, ormai è chiaro che la Russia non è un perdente, ma un leader mondiale nella lotta contro il male globale. Per questo è stato un discorso importante: ha reso ufficiale la cristallizzazione della nostra ideologia in questo conflitto con l’Occidente. Indietro non si torna, i fatti ci stanno dando ragione». Una settimana fa, durante la sua abituale striscia televisiva della domenica, Dmitry Kiseliov, il padre putativo di tutti propagandisti, amico personale di Putin, si è lasciato andare. «Guardate i risultati elettorali in Olanda — ha detto —. L’Europa sta cambiando velocemente, e sta andando in una direzione sempre più favorevole a noi». Il concetto di vittoria si presta a molte interpretazioni. Ma non è solo l’Economist a chiedersi se infine, quasi due anni dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale, Putin stia vincendo. Lo stanno facendo in molti, a cominciare dai diretti interessati.

        «Non ci sarà nessun accordo tra Russia e Ucraina». Con un articolo sul sito Actual comment, torna a farsi sentire Vladislav Surkov, il presunto mago del Cremlino, vice primo ministro dal 2011 al 2013, tra i principali ispiratori della recente politica russa nei confronti di Kiev. Un articolo sprezzante, a cominciare dal titolo, «Crepuscolo nella fattoria», laddove il podere rurale sarebbe l’Ucraina, che avrebbe lanciato la propria controffensiva affidandosi a una chiromante, intesa come Volodymyr Zelensky. «Non ci sarà nessun miracolo per loro. Non ci sarà nemmeno una Minsk-3. La Russia non è più da tempo un mediatore che risolve pazientemente le dispute con i suoi vicini. La Russia otterrà quel che le spetta. L’anno prossimo sarà quello della completa disfatta e della disorganizzazione dello “Stato” fantoccio ucraino».

        Lasciamo perdere i toni. Ma appare indubbio che in Russia qualcosa è cambiato. Il pessimismo che dopo il tentato putsch di Evgenij Prigozhin si intuiva anche nelle analisi dei principali quotidiani è evaporato. Adesso i commenti oscillano tra «l’indubbia posizione di vantaggio» nella quale si trova il Cremlino, e l’elogio della stabilità, in vista delle prossime elezioni presidenziali. Tutto nasce, come per primo ha fatto notare il Wall Street Journal, dal mancato successo della controffensiva ucraina, che a Mosca viene imputato alla cronica debolezza dell’Occidente. «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci sul campo» dice beffardo Markov. «Non l’avete sfruttata perché in fondo non ci avete mai creduto. Ora, si è chiusa».

        Almeno in Russia, il resto non conta. L’impatto delle sanzioni, spesso usato come contro-argomento a questa tesi, è sovrastimato dalle nostre parti. L’inflazione galoppante colpisce soprattutto il ceto medio delle grandi città, ininfluente ai fini del consenso. Come scrive su Le Monde lo storico Sergey Chernyshev, «almeno due terzi del popolo russo non ha avuto danni da questa guerra, perché le cose andate perdute non le aveva mai avute neanche prima».

        Per la Russia l’unica unità di misura di un conflitto ormai d’attrito, è il campo di battaglia. Grazie all’aiuto dei Paesi dell’Asia centrale, i provvedimenti presi da Usa e Ue sono stati aggirati quanto basta per alimentare una industria bellica che sta marciando a pieno regime con la riconversione di molte fabbriche di Stato. Nel suo discorso al vertice del G20, Putin ha parlato apertamente di pace. Ma i suoi diplomatici precisano che non potrà mai essere una pace «in ginocchio», e che comunque ci vorrà ancora molto tempo prima che tacciano le armi. Con il pragmatismo che lo contraddistingue, Markov riassume la situazione, con vista sul Cremlino, che proprio mercoledì scorso fa ha aumentato di altre 170.000 unità il proprio esercito. «Una volta le avevo detto che in termini di potenziale umano, eravamo in vantaggio cinque a uno nei confronti dell’Ucraina. Adesso, dopo due anni di guerra, è ancora aumentato. Possiamo permetterci di aspettare».

        CorSera

















        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Zelensky è , finalmente, finito.
          Originariamente Scritto da Pesca
          lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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            Sono in confusione totale, innegabile.
            Pure Stoltenberg cambia versione, quando 2 settimane fa diceva cose un attimo diverse.

            Stoltenberg, 'prepararsi anche a cattive notizie dall'Ucraina'
            'Esito guerra imprevedibile, dobbiamo restare al fianco di Kiev'
            "Dobbiamo essere preparati anche alle cattive notizie: le guerre si sviluppano per fasi, ma dobbiamo stare al fianco dell'Ucraina nella buona e nella cattiva sorte". (ANSA)
            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Putin sta vincendo la guerra in Ucraina?

              L’ex consigliere Markov: «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci, non l’avete sfruttata perché non ci avete creduto. Nei toni dello zar fiducia sincera»

              «Guardate che ve lo ha detto Lui in persona…». Sono giorni di buon umore, per Sergey Markov. L’ex consigliere speciale di Vladimir Putin, falco a ventiquattro carati, sostiene che ci siamo persi qualcosa. A suo parere, hanno sbagliato i media occidentali nel prestare poca attenzione al discorso del presidente tenuto 4 giorni fa al Consiglio mondiale dei popoli russi, organismo guidato dal patriarca ortodosso Kirill e ampiamente finanziato da Kostantin Malofeev, il miliardario sovranista, nostalgico dell’Impero zarista, fondatore del canale televisivo ultranazionalista Tsargrad.

              Anche a rileggerlo oggi con il senno di poi, non sembrava ci fosse nulla di nuovo, o di politicamente rilevante. Errore, secondo l’ineffabile Markov, che fino al 2019 è stato l’uomo che Putin spediva in Polonia o in Ucraina a trattare con i vicini di casa più ostili. «La vera novità di quel discorso era l’intonazione, carica di una fiducia sincera. Un modo per dire che il tempo del pessimismo è finito, ormai è chiaro che la Russia non è un perdente, ma un leader mondiale nella lotta contro il male globale. Per questo è stato un discorso importante: ha reso ufficiale la cristallizzazione della nostra ideologia in questo conflitto con l’Occidente. Indietro non si torna, i fatti ci stanno dando ragione». Una settimana fa, durante la sua abituale striscia televisiva della domenica, Dmitry Kiseliov, il padre putativo di tutti propagandisti, amico personale di Putin, si è lasciato andare. «Guardate i risultati elettorali in Olanda — ha detto —. L’Europa sta cambiando velocemente, e sta andando in una direzione sempre più favorevole a noi». Il concetto di vittoria si presta a molte interpretazioni. Ma non è solo l’Economist a chiedersi se infine, quasi due anni dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale, Putin stia vincendo. Lo stanno facendo in molti, a cominciare dai diretti interessati.

              «Non ci sarà nessun accordo tra Russia e Ucraina». Con un articolo sul sito Actual comment, torna a farsi sentire Vladislav Surkov, il presunto mago del Cremlino, vice primo ministro dal 2011 al 2013, tra i principali ispiratori della recente politica russa nei confronti di Kiev. Un articolo sprezzante, a cominciare dal titolo, «Crepuscolo nella fattoria», laddove il podere rurale sarebbe l’Ucraina, che avrebbe lanciato la propria controffensiva affidandosi a una chiromante, intesa come Volodymyr Zelensky. «Non ci sarà nessun miracolo per loro. Non ci sarà nemmeno una Minsk-3. La Russia non è più da tempo un mediatore che risolve pazientemente le dispute con i suoi vicini. La Russia otterrà quel che le spetta. L’anno prossimo sarà quello della completa disfatta e della disorganizzazione dello “Stato” fantoccio ucraino».

              Lasciamo perdere i toni. Ma appare indubbio che in Russia qualcosa è cambiato. Il pessimismo che dopo il tentato putsch di Evgenij Prigozhin si intuiva anche nelle analisi dei principali quotidiani è evaporato. Adesso i commenti oscillano tra «l’indubbia posizione di vantaggio» nella quale si trova il Cremlino, e l’elogio della stabilità, in vista delle prossime elezioni presidenziali. Tutto nasce, come per primo ha fatto notare il Wall Street Journal, dal mancato successo della controffensiva ucraina, che a Mosca viene imputato alla cronica debolezza dell’Occidente. «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci sul campo» dice beffardo Markov. «Non l’avete sfruttata perché in fondo non ci avete mai creduto. Ora, si è chiusa».

              Almeno in Russia, il resto non conta. L’impatto delle sanzioni, spesso usato come contro-argomento a questa tesi, è sovrastimato dalle nostre parti. L’inflazione galoppante colpisce soprattutto il ceto medio delle grandi città, ininfluente ai fini del consenso. Come scrive su Le Monde lo storico Sergey Chernyshev, «almeno due terzi del popolo russo non ha avuto danni da questa guerra, perché le cose andate perdute non le aveva mai avute neanche prima».

              Per la Russia l’unica unità di misura di un conflitto ormai d’attrito, è il campo di battaglia. Grazie all’aiuto dei Paesi dell’Asia centrale, i provvedimenti presi da Usa e Ue sono stati aggirati quanto basta per alimentare una industria bellica che sta marciando a pieno regime con la riconversione di molte fabbriche di Stato. Nel suo discorso al vertice del G20, Putin ha parlato apertamente di pace. Ma i suoi diplomatici precisano che non potrà mai essere una pace «in ginocchio», e che comunque ci vorrà ancora molto tempo prima che tacciano le armi. Con il pragmatismo che lo contraddistingue, Markov riassume la situazione, con vista sul Cremlino, che proprio mercoledì scorso fa ha aumentato di altre 170.000 unità il proprio esercito. «Una volta le avevo detto che in termini di potenziale umano, eravamo in vantaggio cinque a uno nei confronti dell’Ucraina. Adesso, dopo due anni di guerra, è ancora aumentato. Possiamo permetterci di aspettare».

              CorSera


















              c'è del vero in quello che dice....ma anche i toni trionfalistici lasciano il tempo che trovano
              i russi stanno arruolando scappati di casa nei quartieri poveri offendo due lire al mese
              lo so da persone che stanno là
              è così che aumentano i loro ranghi

              quanto invece alla loro vita cittadina, non è cambiato moltissimo.
              hanno un alta inflazione e un'assenza di prodotti di alcun brand stranieri
              per il resto continuano a campare più o meno come prima

              non so invece come vanno le cose nelle periferie e nei villaggi

              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
              Originariamente Scritto da GoodBoy!
              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


              grazie.




              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                la russia raccappa poveri con un pò di soldi, i prodi ucraini invece picchiano e catturano uomini per le città per poi mandarli forzatamente al fronte.
                Originariamente Scritto da Pesca
                lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                  Per avere un'idea della situazione ucraina basta leggere le dichiarazioni di Klitshko.
                  Sostanzialmente ha detto che ciò che declama non corrispondente affatto al contesto reale.
                  Se prima era un fronte abbastanza coeso, adesso qualche scricchiolio interno dovuto alla figura di Zelensky è palese.
                  Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                    Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                    Zelensky è , finalmente, finito.
                    Può comunque ritenersi soddisfatto. è diventato, dopo Krusty il Clown, il pagliaccio più di successo del secolo.


                    Originariamente Scritto da Sean
                    mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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                      BW lo aveva detto mesi fa di chiudere la questione quando la Russia aveva fatto la figura da Mimmolina, dargli la Crimea, Donbass cuscinetto e via andare. Ma no, Machine ci insegnava che la Russia era ormai prossima al capitombolo e invece...
                      soprattutto perché grazie agli amici Ucraini e al loro scoppiare NS hanno generato ancora più povertà per gli europei che si sono presto rotti il cazz0 della guerra e di quello che comporta e i governi, con la loro grande "democrazia" hanno da pensare alle poltrone di domani e dopodomani, problema che i sistemi autarchici non hanno
                      Originariamente Scritto da claudio96

                      sigpic
                      più o meno il triplo

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                        Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
                        Sono in confusione totale, innegabile.
                        Pure Stoltenberg cambia versione, quando 2 settimane fa diceva cose un attimo diverse.

                        Stoltenberg, 'prepararsi anche a cattive notizie dall'Ucraina'
                        'Esito guerra imprevedibile, dobbiamo restare al fianco di Kiev']
                        Le "cattive notizie" (poi dipende per chi "cattive"...ovvero se saranno cattive per gli Stoltenberg, i Biden, i Sunak, le von der Leyen allora vuol dire che saranno buone notizie per il mondo) potranno al più essere una stasi della guerra entro i confini trincerati stabilitisi con la guerra stessa, dunque tanto cattive non sono.

                        Sappiamo che la Russia non ha la forza per lanciare offensive in profondità, e l'Ucraina quella di lanciare controffensive...per cui lo stallo sarà lo sbocco...ebbene lo stallo è una ottima notizia, vuol dire iniziare ad entrare in una fase successiva della guerra, quella del suo naturale esaurimento.
                        Last edited by Sean; 04-12-2023, 12:40:49.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Venezuela: il referendum di Maduro per annettersi il 70% della Guyana

                          Il presidente celebra la vittoria nella consultazione sull’area contesa dell’Esequibo, ricca di minerali e petrolio. Risultati contestati dall’opposizione. Il Brasile muove le sue truppe verso il confine. Il monito della Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu

                          È grande quanto metà dell’Italia ed è ricca di minerali preziosi e di petrolio. Per questo la regione selvaggia dell’Esequibo potrebbe finire per scatenare una guerra in America Latina. È quello che temono in molti dopo il referendum, dall’esito scontato, che si è tenuto ieri in Venezuela per l’annessione di quest’area contesa di 160 mila chilometri quadrati, da tempo amministrata dalla Guyana (di cui rappresenta il 70% della superficie).

                          Risultati contestati: quanti votanti?

                          Il presidente Nicolás Maduro nella notte ha celebrato il risultato del referendum con un comizio a Caracas. La commissione elettorale ha comunicato che «hanno votato sì 10.554.320 di votanti, circa la metà degli aventi diritto». Il presidente ha sottolineato che il consenso è stato superiore al 95% per tutti i cinque quesiti posti, compreso quello più controverso, il quinto, che chiedeva un appoggio alla proposta di creare uno Stato denominato Guyana Esequiba da integrare alla Federazione venezuelana. L’opposizione contesta questi risultati. Henrique Capriles, due volte candidato alle presidenziali, fa notare su X (ex Twitter) che «i cittadini andati alle urne sono stati soltanto 2.110.864», ciascuno dei quali aveva a disposizione cinque voti (uno per ogni quesito elettorale): da qui il numero ufficiale di oltre dieci milioni di votanti (in realtà, secondo l’opposizione, si tratta di voti) gonfiato dalle autorità.

                          Truppe brasiliane al confine

                          Nel XIX secolo, le forze coloniali britanniche privarono il Venezuela di una vasta porzione di terre, processo che culminò nel Lodo Arbitrale del 1899, che Caracas considera «viziato di nullità». Da allora, denuncia con forza «l’espropriazione», e nel secolo scorso ha presentato un reclamo all’Onu. Nel 1966, è stato firmato l’Accordo di Ginevra fra Venezuela, Gran Bretagna e Guyana Britannica, oggi Guyana, che riconosce «una disputa territoriale» da risolvere per vie negoziali. Le tensioni sono riesplose con prepotenza quando nel 2015 è stato scoperto un ricco giacimento di petrolio al largo delle coste dell’Esequibo, nell’Oceano Atlantico, e la Guyana ha firmato accordi di esplorazione con la Exxon. Venerdì scorso, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato al Venezuela di non intraprendere alcuna azione «che possa alterare il controllo della Guyana su Esequibo». Nel dubbio, vista la situazione anche il Brasile, con cui l’Esequibo confina, ha potenziato la presenza militare nell’area.

                          CorSera






















                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            Se ne sentiva proprio il bisogno di instaurare altra tensione
                            Spesso vado più d'accordo con persone che la pensano in maniera diametralmente opposta alla mia.

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                              Tassello chiave in ottica ww3 , ricordando che la Russia ha fortissimi interessi in sud america e almeno prima della guerra ucraina aveva il maggior continente della Wagner in Venezuela.
                              io infatti avrei scommesso sull ipotetico conflitto in sud america e non in ucraina
                              Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                              Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                              Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                                Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                                la russia raccappa poveri con un pò di soldi, i prodi ucraini invece picchiano e catturano uomini per le città per poi mandarli forzatamente al fronte.

                                beh grazie al kazzo Nat
                                gli ucraini combattono per difendere la loro patria i russi per invadere un altro paese.
                                è normale che nel primo caso devi raccattare di tutto
                                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                                grazie.




                                PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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