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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Tutto ciò è fantastico. [emoji23][emoji23][emoji23]



    Niente scivolate né contrasti. Ecco come e quando potrebbe riprendere il calcetto.

    Ci sono però degli spiragli, e gli amanti delle partitelle potrebbero cominciare a cercare le scarpette.
    Qualche giorno fa il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha detto che probabilmente*si potrà riprendere l'attività sportiva amatoriale dal 22*giugno, spostando di una settimana la ripresa inizialmente preventivata al 15 giugno.*
    “Ribadisco l’impegno già preso – ha dichiarato il ministro. Nel prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri inseriremo la data per la ripartenza dello sport amatoriale. Non vi so dire oggi se si potrà riprendere dal 15 giugno, ma io spero che almeno dalla settimana successiva, dal 22 giugno, si possa riprendere l’attività amatoriale degli sport di squadra e degli sport di contatto”.
    Ma in che modo?


    Difficilmente si potranno utilizzare gli spogliatoi, e i gestori dei centri sportivi dovranno assicurare il distanziamento.*E in campo? Bene, se dovesse passare la linea della Regione Abruzzo le regole del calcetto sarebbero praticamente riscritte, e ci troveremo a giocare quasi un altro sport.
    In questi giorni infatti la Regione Abruzzo ha emesso un'ordinanza a firma del presidente della Giunta Marco Marsilio che dà il via libera alle partite di calcio, calcetto, pallacanestro, beach volley.*Quella abruzzese è una delle prime ordinanze sul tema, e potrebbe anche fare scuola. Cosa prevede?


    Come scrive “Il Centro”*oltre al distanziamento e all'utilizzo di mascherine prima e dopo l'attività fisica, gli operatori devono farsi consegnare un modulo di autocertificazione attestante lo stato di buona salute e le notizie su eventuale esposizione al Covid-19 di ciascun sportivo e devono controllare la temperatura corporea (accesso consentito solo se la temperatura risulta inferiore a 37.5°C); devono inoltre favorire orari di ingresso/uscita scaglionati. L’utilizzo degli impianti è consentito solo su prenotazione del giorno prima. L’accesso all’impianto sportivo dev'essere scaglionato di 10 minuti tra una partita e l’altra. Gli atleti devono arrivare già vestiti con gli indumenti da allenamento e possono cambiarsi solo le scarpe per evitare eventuali contaminazioni dei campi.

    In campo cambia tutto.*La Regione Abruzzo ha previsto che in tutte le partite è vietato: sputare o starnutire a terra (possibile farlo in un fazzoletto); restare da seduti o sdraiati nell’area di gioco. Nel calcio così come nella pallacanestro è consentito il tocco del pallone con le mani solo ed esclusivamente se muniti di guanti (comunque igienizzati prima e dopo la partita).
    Non finisce qui, perchè cambierebbero totalmente le regole del calcio. Infatti nell'ordinanza abruzzese sono vietati i contrasti e quindi gli scontri di gioco, il pallone può essere recuperato solo se viene intercettato. Così come sono vietate le “scivolate” e la “marcatura ad uomo”. Guanti obbligatori anche nelle partite di pallavolo e nel beach volley durante le quali oltre ad essere vietato sputare o starnutire a terra e sdraiarsi a terra, è proibito “invadere” il campo opposto.


    Sarà uno sport diverso, quello del calcetto al tempo del Coronavirus. Gli amanti del pallone amatoriale sono rimasti fermi tre mesi e non vedono l'ora di tornare a lisciare tiri a porta sguarnita e segnare eurogol. C'è da dire in questo periodo non sono mancate le partitelle di calcetto abusive. Anche a Marsala c'è chi si è organizzato nei campetti di periferie, non resistendo alla tentazione e rischiando multe salatissime. Fino a 400 euro per ogni partecipante. Un gol, in questo periodo, può costare davvero caro.
    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      Ma basta con le pagliacciate
      bastaaa



      Originariamente Scritto da Giampo93
      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        Originariamente Scritto da marco83 Visualizza Messaggio
        Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus in Italia sono state accertate 235.763 persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (+202 persone in più rispetto a ieri con una crescita dello 0,1%) . Di queste 34.114 sono decedute (+71, +0,2%, di cui 32 solo in Lombardia) e 169.939 sono state guarite o dimesse (+1.293 +0,8%). Attualmente i soggetti sicuramente positivi sono 31.710 (-1.162 rispetto a ieri ) (il conto sale a 235.763 se nel conteggio vengono giustamente inclusi anche i morti e considerando così tutte le persone che sono state trovate positive al virus dall’inizio dell’epidemia). I dati sono stati forniti dalla Protezione civile.
        Il DATO più IMPORTANTE: i pazienti ricoverati con sintomi sono 4.320 (-261 rispetto a ieri) e di questi 263 sono in TERAPIA INTENSIVA (-14, -5,3% rispetto a ieri ; ieri il calo era stato -20) mentre 28.028 sono in isolamento domiciliare fiduciario.



        Lombardia 90.680 (+99, +0,1%; ieri +192)
        Emilia-Romagna 27.970 (+24, +0,1%; ieri +18)

        Veneto 19.194 (+3; ieri +4)
        Piemonte 30.916 (+26, +0,1%; ieri +21)
        Marche 6.750 (+3; ieri nessun nuovo caso)
        Liguria 9.854 (+20, +0,2%; ieri +8)
        Campania 4.834 (+1; ieri +5)
        Toscana 10.148 (+3; ieri +1)
        Sicilia 3.455 (+1; ieri +2)
        Lazio 7.869 (+18, +0,2%; ieri +23)
        Friuli-Venezia Giulia 3.286 (+2, +0,1%; ieri nessun nuovo caso)
        Abruzzo 3.266 (nessun nuovo caso; ieri +1)
        Puglia 4.512 (nessun nuovo caso, come ieri)
        Umbria 1.436 (+1, +0,1%; ieri +3)
        Bolzano 2.604 (nessun nuovo caso, come ieri)
        Calabria 1.159 (nessun nuovo caso per il quinto giorno consecutivo)
        Sardegna 1.361 (nessun nuovo caso per il quarto giorno consecutivo; ieri -1 per un ricalcolo)
        Valle d’Aosta 1.191 (nessun nuovo caso per il terzo giorno consecutivo)
        Trento 4.439 (nessun nuovo caso; ieri +3)
        Molise 439 (+1, +0,2%; ieri +2)
        Basilicata 400 (nessun nuovo caso; ieri +1)
        Ma Sean è in ferie?

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          Originariamente Scritto da Gary Visualizza Messaggio
          Per me l'epidemia è finita nel momento in cui Sean non da più i dati giornalieri. In questi mesi è stato tipo il capo della protezione civile di BW.


          hahahahahaha
          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


          grazie.




          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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            Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
            Tutto ciò è fantastico. [emoji23][emoji23][emoji23]



            Niente scivolate né contrasti. Ecco come e quando potrebbe riprendere il calcetto.

            Ci sono però degli spiragli, e gli amanti delle partitelle potrebbero cominciare a cercare le scarpette.
            Qualche giorno fa il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha detto che probabilmente*si potrà riprendere l'attività sportiva amatoriale dal 22*giugno, spostando di una settimana la ripresa inizialmente preventivata al 15 giugno.*
            “Ribadisco l’impegno già preso – ha dichiarato il ministro. Nel prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri inseriremo la data per la ripartenza dello sport amatoriale. Non vi so dire oggi se si potrà riprendere dal 15 giugno, ma io spero che almeno dalla settimana successiva, dal 22 giugno, si possa riprendere l’attività amatoriale degli sport di squadra e degli sport di contatto”.
            Ma in che modo?


            Difficilmente si potranno utilizzare gli spogliatoi, e i gestori dei centri sportivi dovranno assicurare il distanziamento.*E in campo? Bene, se dovesse passare la linea della Regione Abruzzo le regole del calcetto sarebbero praticamente riscritte, e ci troveremo a giocare quasi un altro sport.
            In questi giorni infatti la Regione Abruzzo ha emesso un'ordinanza a firma del presidente della Giunta Marco Marsilio che dà il via libera alle partite di calcio, calcetto, pallacanestro, beach volley.*Quella abruzzese è una delle prime ordinanze sul tema, e potrebbe anche fare scuola. Cosa prevede?


            Come scrive “Il Centro”*oltre al distanziamento e all'utilizzo di mascherine prima e dopo l'attività fisica, gli operatori devono farsi consegnare un modulo di autocertificazione attestante lo stato di buona salute e le notizie su eventuale esposizione al Covid-19 di ciascun sportivo e devono controllare la temperatura corporea (accesso consentito solo se la temperatura risulta inferiore a 37.5°C); devono inoltre favorire orari di ingresso/uscita scaglionati. L’utilizzo degli impianti è consentito solo su prenotazione del giorno prima. L’accesso all’impianto sportivo dev'essere scaglionato di 10 minuti tra una partita e l’altra. Gli atleti devono arrivare già vestiti con gli indumenti da allenamento e possono cambiarsi solo le scarpe per evitare eventuali contaminazioni dei campi.

            In campo cambia tutto.*La Regione Abruzzo ha previsto che in tutte le partite è vietato: sputare o starnutire a terra (possibile farlo in un fazzoletto); restare da seduti o sdraiati nell’area di gioco. Nel calcio così come nella pallacanestro è consentito il tocco del pallone con le mani solo ed esclusivamente se muniti di guanti (comunque igienizzati prima e dopo la partita).
            Non finisce qui, perchè cambierebbero totalmente le regole del calcio. Infatti nell'ordinanza abruzzese sono vietati i contrasti e quindi gli scontri di gioco, il pallone può essere recuperato solo se viene intercettato. Così come sono vietate le “scivolate” e la “marcatura ad uomo”. Guanti obbligatori anche nelle partite di pallavolo e nel beach volley durante le quali oltre ad essere vietato sputare o starnutire a terra e sdraiarsi a terra, è proibito “invadere” il campo opposto.


            Sarà uno sport diverso, quello del calcetto al tempo del Coronavirus. Gli amanti del pallone amatoriale sono rimasti fermi tre mesi e non vedono l'ora di tornare a lisciare tiri a porta sguarnita e segnare eurogol. C'è da dire in questo periodo non sono mancate le partitelle di calcetto abusive. Anche a Marsala c'è chi si è organizzato nei campetti di periferie, non resistendo alla tentazione e rischiando multe salatissime. Fino a 400 euro per ogni partecipante. Un gol, in questo periodo, può costare davvero caro.



            a calcetto le scivolate sono già vietate
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              Nel frattempo ad esattamente 10 giorni dalla riapertura dalla mia palestra diventa sempre più problematico far rispettare la distanza interpersonale.

              Se infatti per quanto riguarda l'igienizzazione delle attrezzature non ci sono problemi e tutti la eseguono fin troppo bene (consumo in pochi giorni l'equivalente di alcol e rotoli di carta che prima consumavo in un mese o due...), la distanza interpersonale è ampiamente defunta.

              Ad esempio in reception, che è in una zona separata dalla sala attrezzi, mentre sei già con un'altra persona ti arriva uno dalla sala che si piazza a 30 cm da entrambi a chiederti una fesseria che poteva tranquillamente chiedere anche ad uno qualsiasi degli altri due istruttori che ho in sala.

              In sala ancora peggio. Ho delimitato con il nastro aree comprensibili anche ad un bambino di 5 anni, in modo da garantire i due metri tra le postazioni, ho spiegato a tutti singolarmente che in ogni area ci va solo una persona. I primi giorni ok, ma dalla seconda settimana hanno iniziato a fare quello che volgiono. Cose del tipo che c'è uno che si allena ad una macchina e a 50 cm altri due che gli chiacchierano affianco. O in 3 ad una spalliera che è a sole due ante. Cioè cose che, a priori delle normative attuali, non avrebbero rispettato il buon senso neanche prima...

              Ovviamente di tutto ciò il responsabile legale di un'orda di gente che, ad oggi, sta "semplicemente recuperando", sono sempre io. Cioè, non ci sto guadagnando niente, anzi ci sto rimettendo, e in più rischio pure di sopra... Poi arrivo in sala e mi domandano "Ma per caso sei nervoso...?" ... No guarda, quando ho avuto l'idea di aprire una palestra me la immaginavo esattamente così.......

              E poi si inventano normative, tipo due metri in discoteca o nessun contrasto a calcetto.......... Avete fatto il libera tutti?! E libera tutti sia... Se il rischio fosse concreto ad oggi i numeri sarebbero altri...

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                Originariamente Scritto da -El Diablo- Visualizza Messaggio
                Nel frattempo ad esattamente 10 giorni dalla riapertura dalla mia palestra diventa sempre più problematico far rispettare la distanza interpersonale.

                Se infatti per quanto riguarda l'igienizzazione delle attrezzature non ci sono problemi e tutti la eseguono fin troppo bene (consumo in pochi giorni l'equivalente di alcol e rotoli di carta che prima consumavo in un mese o due...), la distanza interpersonale è ampiamente defunta.

                Ad esempio in reception, che è in una zona separata dalla sala attrezzi, mentre sei già con un'altra persona ti arriva uno dalla sala che si piazza a 30 cm da entrambi a chiederti una fesseria che poteva tranquillamente chiedere anche ad uno qualsiasi degli altri due istruttori che ho in sala.

                In sala ancora peggio. Ho delimitato con il nastro aree comprensibili anche ad un bambino di 5 anni, in modo da garantire i due metri tra le postazioni, ho spiegato a tutti singolarmente che in ogni area ci va solo una persona. I primi giorni ok, ma dalla seconda settimana hanno iniziato a fare quello che volgiono. Cose del tipo che c'è uno che si allena ad una macchina e a 50 cm altri due che gli chiacchierano affianco. O in 3 ad una spalliera che è a sole due ante. Cioè cose che, a priori delle normative attuali, non avrebbero rispettato il buon senso neanche prima...

                Ovviamente di tutto ciò il responsabile legale di un'orda di gente che, ad oggi, sta "semplicemente recuperando", sono sempre io. Cioè, non ci sto guadagnando niente, anzi ci sto rimettendo, e in più rischio pure di sopra... Poi arrivo in sala e mi domandano "Ma per caso sei nervoso...?" ... No guarda, quando ho avuto l'idea di aprire una palestra me la immaginavo esattamente così.......

                E poi si inventano normative, tipo due metri in discoteca o nessun contrasto a calcetto.......... Avete fatto il libera tutti?! E libera tutti sia... Se il rischio fosse concreto ad oggi i numeri sarebbero altri...
                Capisco tu voglia far rispettare le regole e fai bene...ma secondo me senti troppo la pressione di un possibile controllo che ... probabilmente non arriverà mai , e comunque non credo che ti facciano il cul0 perché due persone stanno troppo vicine...

                Poi non conosco la situazione al tuo paese ... Da me è tutto assolutamente tranquillo ed il padrone gira sereno senza mascherina... Controlla che tutti puliscano ma non l'ho mai visto fare l'ispettore e distanziare qualcuno. Se mai arrivasse un controllo ci si stacca e bon

                Ormai puoi rilassarti...non serve tutto questo rigore e ti stressi per niente

                Complice il virus ormai svanito...la pagliacciata delle palestre iper controllate e sanificare è durata giusto le prime due settimane
                Originariamente Scritto da huntermaster
                tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                Originariamente Scritto da luna80
                Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                  Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
                  Capisco tu voglia far rispettare le regole e fai bene...ma secondo me senti troppo la pressione di un possibile controllo che ... probabilmente non arriverà mai , e comunque non credo che ti facciano il cul0 perché due persone stanno troppo vicine...

                  Poi non conosco la situazione al tuo paese ... Da me è tutto assolutamente tranquillo ed il padrone gira sereno senza mascherina... Controlla che tutti puliscano ma non l'ho mai visto fare l'ispettore e distanziare qualcuno. Se mai arrivasse un controllo ci si stacca e bon

                  Ormai puoi rilassarti...non serve tutto questo rigore e ti stressi per niente

                  Complice il virus ormai svanito...la pagliacciata delle palestre iper controllate e sanificare è durata giusto le prime due settimane
                  quoto
                  Originariamente Scritto da gaetano90
                  gareggiare per esibizionismo natural


                  Originariamente Scritto da Magro97
                  Odio i tanti pasti perché è un cagare in continuazione.

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                    Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
                    Capisco tu voglia far rispettare le regole e fai bene...ma secondo me senti troppo la pressione di un possibile controllo che ... probabilmente non arriverà mai , e comunque non credo che ti facciano il cul0 perché due persone stanno troppo vicine...

                    Poi non conosco la situazione al tuo paese ... Da me è tutto assolutamente tranquillo ed il padrone gira sereno senza mascherina... Controlla che tutti puliscano ma non l'ho mai visto fare l'ispettore e distanziare qualcuno. Se mai arrivasse un controllo ci si stacca e bon

                    Ormai puoi rilassarti...non serve tutto questo rigore e ti stressi per niente

                    Complice il virus ormai svanito...la pagliacciata delle palestre iper controllate e sanificare è durata giusto le prime due settimane
                    concordo, forse ho fatto meglio a tornare due sett dopo la riapertura, atmosfera più rilassata e nessuna "guardia" in giro per la sala

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                      Alzano e Nembro: i soldati pronti a chiudere, ma l’ordine non arrivò mai

                      Dalla scoperta del focolaio all’ospedale riaperto subito I 16 giorni in cui il virus è dilagato nella Bergamasca. La Procura di Bergamo ha fatto sequestrare ai carabinieri del Nas tutte le cartelle cliniche di quel periodo, fino al 7 marzo

                      Per necessità di sintesi, useremo i numeri e non le persone. Quelli che arrivano da Alzano Lombardo e da Nembro nel periodo compreso tra domenica 23 febbraio e il 7 marzo dimostrano una progressione quasi esponenziale dei decessi. Il giorno prima della data di inizio ufficiale del focolaio nella provincia di Bergamo, che ben presto diventerà il più letale d’Europa, sono bastate poche ore per istituire la zona rossa nel Lodigiano, intorno a Codogno, dove era stato appena scoperto il cosiddetto paziente uno. Nell’Italia ormai lontana di quell’ultima settimana di febbraio, sembra quasi che il più sia stato fatto. Per quanto possa apparire incredibile oggi, all’uscita da un tunnel lungo tre mesi, all’inizio della tragedia italiana del coronavirus c’è stato un tempo nel quale la Confindustria di Bergamo pubblicava un video, rilanciato dal sindaco Giorgio Gori, nel quale la città orobica era «running», correva a dispetto delle paure. E lo stesso avveniva a Milano «che non si ferma», e altrove. Le imprese e la politica lombarda non volevano alcuna forma di interruzione delle attività e della vita sociale. Proprio durante la breve fase dell’ottimismo ad ogni costo e contro l’evidenza dei fatti, comincia il contagio.

                      Il nuovo focolaio il 27 febbraio

                      Nel «report coronavirus», inviato quotidianamente da Regione Lombardia alla Protezione civile, già il 27 febbraio emerge in modo chiaro l’esistenza di un nuovo focolaio di Covid-19. In provincia di Bergamo infatti si registrano 72 nuovi casi di positività al coronavirus. Nembro è il quarto Comune più colpito di Lombardia, al pari di Casalpusterlengo che rientra però nella zona rossa, mentre Alzano è il settimo, con 8 contagi. Il 28 febbraio Marco Rizzi, primario del reparto di Malattie infettive del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è il primo ad andare contro la corrente. «La crescita dell’epidemia è rapidissima, a partire da un focolaio che si è sviluppato dall’ospedale di Alzano. La terapia intensiva e ogni altro reparto sono già saturi. Servono misure di contenimento».

                      I contagi il primo marzo

                      La sua denuncia cade nel vuoto. Il primo marzo, i contagi toccano quota 43 a Nembro, 19 ad Alzano. Ancora il giorno dopo, l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera si dice contrario all’istituzione di una eventuale zona rossa, esprimendo «forti dubbi» sulla sua utilità. È come se per una lunga settimana fossero esistite due realtà parallele. Mentre imprenditoria e politica, compresi molti amministratori locali della zona, frenavano sull’ipotesi di provvedimenti urgenti, gli ospedali della provincia di Bergamo vivevano un dramma difficile persino da raccontare. In quei giorni il pronto soccorso del Papa Giovanni XXIII sembra un ospedale da campo. Decine di pazienti con polmoniti gravi, che rantolano, sulle barelle, nei corridoi. Viene aperta la sala maxi-afflusso, destinata a terremoti e calamità naturali, ma non basta.



                      Il caso Alzano

                      Alla fine, prevalgono i fatti, come sempre. Nella provincia di Bergamo è in corso una strage. Ma da dove è partito il contagio? Lo ha già detto Rizzi, è ormai cosa nota. Al Pesenti-Fenaroli di Alzano succedono cose strane. A partire dalla seconda metà di febbraio vengono denunciati dai familiari delle vittime almeno cinque casi di decessi dovuti a polmonite interstiziale. Si tratta di pazienti ricoverati in corsia, nel reparto di medicina generale, aperto a tutti. Il 23 febbraio, dopo le prime due morti «ufficiali» per coronavirus, il direttore sanitario, pressato dai suoi medici, decide di chiudere l’ospedale. Poche ore dopo, la Regione ordina l’immediata riapertura. Da quel momento saranno i suoi funzionari a gestire direttamente l’ospedale. La Procura di Bergamo ha fatto sequestrare ai carabinieri del Nas tutte le cartelle cliniche di quel periodo, fino al 7 marzo. L’ipotesi è che in quel lasso di tempo ci siano stati ricoveri promiscui tra pazienti Covid e malati di altre patologie in almeno tre reparti. Anche dopo la chiusura temporanea del nosocomio, quando sono stati creati percorsi differenziati, la separazione non si sarebbe dimostrata impermeabile come avrebbe dovuto essere.


                      La definizione delle zone rosse

                      La prima interlocuzione della Lombardia con il governo, avente per oggetto la provincia di Bergamo, risale al due marzo. Seguono alcuni giorni di discussioni durante i quali il presidente Fontana e i suoi assessori non arriveranno mai a chiedere l’istituzione di una vera e propria zona rossa. Come se il primo passo dovesse essere fatto da altri. Ci pensa il Comitato tecnico scientifico che segue l’emergenza per l’esecutivo. Gli esperti propongono «di adottare le opportune misure restrittive già in uso nei Comuni della “Zona Rossa” al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue» per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, paesi «che hanno fatto registrare casi ascrivibili a un’unica catena di trasmissione». È il 3 marzo, non c’è ancora una decisione ufficiale. Ma la zona rossa sembra cosa fatta. La sera del 5 marzo al Palace Hotel di Verdellino arrivano cento carabinieri del Reggimento di Milano. Davanti all’albergo sono parcheggiate camionette e blindati. «Noi siamo pronti» dicono. A due chilometri di distanza, al Continental di Osio Sotto, ci sono altri cento poliziotti. Poi ottanta soldati dell’Esercito, e altri cinquanta finanzieri. Tutto è pronto per la zona rossa. L’ordine non arriverà mai. Alzano Lombardo e Nembro diventeranno zona rossa solo il 9 marzo. Insieme al resto della Lombardia e dell’Italia.

                      Dalla scoperta del focolaio all’ospedale riaperto subito I 16 giorni in cui il virus è dilagato nella Bergamasca. La Procura di Bergamo ha fatto sequestrare ai carabinieri del Nas tutte le cartelle cliniche di quel periodo, fino al 7 marzo
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Remuzzi: «Coronavirus, potremmo parlare di 3 epidemie diverse a Nord, Centro e Sud: ecco perché»

                        Il parere del direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario ***** di Bergamo: nonostante l’esodo di persone verso Sud prima della chiusura della Lombardia, nelle regioni meridionali i casi sono stati estremamente limitati. Come si può spiegare?

                        Professor Remuzzi, siamo in presenza di tre epidemie diverse, al nord, centro e sud Italia?
                        «È più corretto parlare di tre diverse manifestazioni dell’epidemia. Non solo il solo ad avere questa opinione: la condivido per esempio con Donato Greco, grandissimo esperto di epidemie. Quando è stata annunciata la chiusura della Lombardia, moltissime persone sono partite per il Sud, oltre 800 solo da Milano — sottolinea Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario ***** di Bergamo —. Ma nelle regioni meridionali i casi di Covid sono stati estremamente limitati. Come si spiega? Non solo: in Abruzzo, Umbria, Sardegna, Molise, Basilicata ci sono oggi zero contagi. Il motivo non può essere ricondotto solo alle buone pratiche di distanziamento o alla fortuna, anche se certamente il dramma avvenuto in Lombardia è stato di insegnamento per tutti. Credo che l’80% delle persone, in tutte le regioni italiane, rispetti le tre regole anti-Covid, le uniche realmente efficaci: lavaggio frequente delle mani, distanziamento interpersonale di almeno un metro e uso della mascherina. Non può essere solo questo l’elemento che ha fatto la differenza: bisognerebbe riuscire a tenere insieme sorveglianza delle malattie, esperienza delle precedenti epidemie e raccolta sistematica dei dati. E c’è anche il rapporto, tra uomo, virus e ambiente che potrebbe essere diverso tra Nord e Sud. Riuscire a capire tutto questo ci aiuterà di fronte ai rischi di nuovi focolai o di una recrudescenza dell’epidemia nei mesi invernali».

                        Che cosa sappiamo oggi del virus e della sua capacità di trasmissione?
                        «L’epidemia attacca i cosiddetti cluster, gruppi di persone che vivono in luoghi chiusi e hanno contatti ravvicinati: penso alle famiglie, alle Rsa, agli ospedali. Lì c’è stata l’esplosione dei contagi, grazie anche ai cosiddetti “superdiffusori”, persone in grado di trasmettere il virus a molti altri soggetti. In Lombardia ci sono stati pochi cluster e da lì è nato il disastro a cui abbiamo assistito. Lo stesso è accaduto in Cina, dove sono stati individuati 318 gruppi di forte trasmissione: uno solo si è sviluppato nell’ambiente esterno, tutti gli altri in luoghi chiusi. Il Giappone si è salvato dalla furia del virus impedendo alle persone di stare a stretto contatto in spazi ristretti. Qui c’è un paradosso. Se ci rifacciamo a questi modelli forse si riesce a capire anche perché in quelle località dove c’è stata più attenzione agli anziani — luoghi di aggregazione come università per gli anziani, teatro, attività ricreative (come a Nembro, per esempio) — la diffusione dell’epidemia sia stata così violenta. Insomma una tragedia che nasce paradossalmente dall’aver saputo dare agli anziani momenti di attività culturale e svago».


                        È possibile che oggi Sars-CoV-2 si sia “indebolito” rispetto a marzo e aprile?
                        «Negli ospedali non abbiamo più pazienti Covid da più di un mese, nonostante ci siano persone positive. Come si può spiegare? Un’ipotesi è che, come sta emergendo da studi recenti, la concentrazione del virus nelle alte vie respiratorie (la cosiddetta “carica virale”) sia diversa, molto meno significativa, rispetto a quella che potevamo trovare nei pazienti due-tre mesi fa. È l’oggetto di uno studio che stiamo conducendo all’Ospedale di Bergamo e al Mario *****, analizzando i tamponi di chi arriva al Pronto Soccorso senza nessun sintomo e per le solite patologie. Un’altra riflessione è legata al fatto che quasi tutte le epidemie a un certo punto si attenuano naturalmente, anche se non sempre: non è successo, per esempio, per il vaiolo e la poliomielite, malattie per le quali è stato necessario ricorrere alla vaccinazione di massa».

                        Che caratteristiche hanno oggi i soggetti positivi al coronavirus?
                        «In Ospedale viene effettuato il tampone su tutti i pazienti, qualunque sia il motivo per cui si presentano in Pronto soccorso o nei reparti. Ci sono molti positivi, che non sanno di esserlo, persone che stanno bene, senza febbre e tosse: si ricoverano o fanno visitare per tutt’altri motivi. Sono i famosi asintomatici, di cui si sta discutendo da giorni. Da quanto stiamo vedendo è possibile che il positivo asintomatico di oggi non sia lo stesso positivo di sei settimane fa. Per quanto riguarda la polemica scatenata dalle parole di Maria Van Kerkhove (Oms), una revisione pubblicata sulla rivista Annals of internal medicine ha mostrato come tutti gli studi fatti finora sui soggetti asintomatici siano imperfetti, con risultati non conclusivi. Abbiamo evidenze che gli asintomatici possono essere contagiosi, ma anche che la trasmissione da parte di persone senza sintomi, che non abbiano appena avuto la malattia o che non stiano per svilupparla, sembra essere più rara. E allora? Gli asintomatici sono contagiosi o no? Come scrive oggi saggiamente il Washington Post, a volte sarebbe meglio dire semplicemente: non lo sappiamo».

                        È giusto far ripartire tutte le attività sociali, economiche, culturali? E come valuta la riapertura delle scuole a settembre?
                        «È necessario far ripartire l’economia, perché altrimenti le conseguenze saranno persino peggiori di quelle provocate dal virus. Non solo: se l’economia va male, anche la salute pubblica non può che peggiorare drasticamente. Aumentano la povertà, i conflitti sociali, i morti. Quindi sì alle riaperture, con le giuste precauzioni: distanziamento, mascherina, igiene delle mani. L’uso collettivo della mascherina è fondamentale e ne stiamo apprezzando gli effetti. Per quanto riguarda le scuole, ho sostenuto più volte che potevano essere riaperte già a giugno, anche per evitare che i bambini vivano una situazione psicologica troppo pesante. Uno studio molto recente di ricercatori francesi dimostra che i piccoli da 0 a 6 anni sono poco colpiti dal virus, perché in loro il recettore ACE-2 è presente in quantità modeste. Dai 6 ai 15 anni possono sviluppare forme lievi, mentre dai 15 anni in su i ragazzi si infettano esattamente come gli adulti. Ancora non abbiamo certezze assolute sul livello di contagiosità dei bambini piccoli, ma di certo tenere i bambini a casa significa — oltre a quanto detto prima sull’aspetto psicologico — non permettere a uno dei due genitori di rientrare al lavoro. E questo è un grosso freno per l’economia. Infine voglio ricordare un ultimo punto molto rilevante: quello della “pandemia non-Covid”, le cui vittime sono tutti i malati che non sono stati curati e i pazienti ex-Covid in cui l’infezione ha causato un danno permanente, per esempio al cuore o ai reni. Non solo: allargando lo sguardo, in quattro Paesi dell’Africa 80 milioni di bambini non hanno ricevuto le vaccinazioni dell’infanzia a causa della crisi della sanità dovuta al coronavirus. Molti di questi bambini moriranno per malattie che sarebbe stato facilissimo prevenire».



                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Fondazione Gimbe: «In 9 regioni meno tamponi»
                          La strategia di testing per la fase 2 continua a non essere adeguata. Lo sostiene la Fondazione Gimbe secondo cui sul fronte dei tamponi diagnostici, che condizionano il numero di nuovi casi, 9 Regioni hanno arretrato ulteriormente. Esaminando il periodo 23 aprile-10 giugno, il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). Il trend dei tamponi diagnostici è crollato del 20,7% in prossimità delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno. Nell’ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%). L’incremento complessivo del 4,6% (+9.431) nella settimana 4-10 giugno, rispetto a quella precedente, non è il risultato di comportamenti omogenei su tutto il territorio nazionale: infatti, mentre 12 Regioni e Province Autonome fanno registrare un incremento assoluto dei tamponi diagnostici, nelle rimanenti 9 si attesta una ulteriore riduzione

                          Speranza: «Il vaccino un diritto di tutti. Italia in prima linea nella Ue»
                          «Non dobbiamo chiudere gli occhi su cosa non ha funzionato». Così il ministro della Salute Roberto Speranza in audizione alla Camera sulle misure prese per combattere il coronavirus. Misure - ha aggiunto che «sono state sempre accompagnate da scelte difficilissime. Insieme ai sacrifici straordinari di milioni di italiane e di italiani, ci hanno permesso di piegare la curva del contagio». Quanto al virus il ministro ha affermato che «Una seconda ondata o una recrudescenza non è certa, ma è possibile. E quindi bisogna essere pronti». I dati «oggettivamente incoraggianti», secondo il ministro «continuano a rappresentare solo una parte della realtà». L’epidemia non si è conclusa, non è finita: ci sono ancora focolai di trasmissione attivi. E il virus, anche se in forma ridotta e con una prevalenza di casi asintomatici, continua a circolare». (Così si muove l’epidemia in Italia. Il grafico). Il ministro ha poi affermato: «Dobbiamo chiudere definitivamente la stagione dei tagli. Ogni euro speso per la salute è un investimento per il futuro del nostro Paese. In 5 mesi abbiamo investito più risorse degli ultimi 5 anni». «Ma - aggiunto - serviranno molte altre risorse, provenienti da tutti i livelli». E ha invitato a un confronto a tutto campo «a partire dalle forze politiche presenti in Parlamento, con le tantissime preziose energie delle professioni sanitarie, del mondo scientifico, delle università, del volontariato e dell’associazionismo». Sulla sanità e il diritto alla salute bisogna «far prevalere l’interesse generale e abbassare le bandierine di fazione».

                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Meno male che ci sono i Remuzzi



                            Originariamente Scritto da Giampo93
                            Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                              Io ragazzi la penso come voi. Però poi ti arriva la notizia che dopo un controllo dei NAS una palestra è stata multata perché nello spogliatoio era baganto per terra a seguito delle docce. Fonte il proprietario stesso della palestra...

                              Il punto è un po' quello... Non viene nessuno... Però...

                              Commenta


                                Originariamente Scritto da -El Diablo- Visualizza Messaggio

                                E poi si inventano normative, tipo due metri in discoteca o nessun contrasto a calcetto.......... Avete fatto il libera tutti?! E libera tutti sia... Se il rischio fosse concreto ad oggi i numeri sarebbero altri...
                                .
                                Originariamente Scritto da LeoMerlo
                                Fagioli di soia no ne trovo. Conosci qualche sito online che li vende?
                                Originariamente Scritto da Manx
                                tu non hai assolutamente nulla da bodyrecomporre...semmai devi fare una bodyscomposizione...

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                                Working...
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