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Conte respinge le Regioni: c’è chi gioca allo scaricabarile
Il presidente del Consiglio si sfoga: «Non si può che adottare una strategia diversificata sul territorio a seconda dei dati scientifici»
«Non mi piace il termine coprifuoco, discutiamo, approfondiamo, ma forse è possibile una mediazione» ovvero chiudere i negozi alle 18 solo nelle aree del Paese più a rischio e lasciare che restino aperti sino alle 20 dove indice e Rt e compatibilità con gli altri 21 fattori di tenuta del sistema sanitario riflettono un quadro meno grave. Giuseppe Conte è costretto per tutta la giornata ad esercitare molta pazienza, cercare di dirimere i conflitti latenti nella sua maggioranza, tenere il punto con le Regioni, non sino allo scontro aperto, ma certamente sino ad una divergenza molto marcata, perché «non si può giocare allo scaricabarile politico fra istituzioni», si è quasi sfogato ad un certo punto.
E questo perché al termine dell’ennesima riunione fiume con maggioranza, capigruppo dei partiti che la sostengono, dopo il confronto mattutino con i governatori, il capo del governo ha deciso in qualche modo di resistere: «Non possiamo che adottare una strategia diversificata a seconda dei dati scientifici che abbiamo chiesto al Cts, un meccanismo unico di restrizioni nazionali rischia di non essere sostenuto da alcun dato scientifico e non sarebbe perseguibile nè positivo». E dunque resta un solco molto ampio ed non è detto che oggi arriverà una sintesi, né che il quarto Dpcm nel corso di appena due settimane possa essere approvato già in serata, potrebbe piuttosto slittare a domani sera.
Lo «scaricabarile» delle Regioni è in sostanza racchiuso, a detta del premier, nell’insistenza con cui i governatori chiedono una misura di chiusura unica, una sorta di coprifuoco su tutto il territorio nazionale dopo le 18 e nella convinzione diversa del capo del governo, secondo il quale solo alcune misure, come la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica, o la chiusura dei corner per i giochi nei tabaccai, le cosiddette macchinette, possono essere ragionevoli a livello nazionali, insieme al divieto di spostamento fra Regioni se non per alcune eccezioni. Per il resto occorre «una strategia diversificata», e tradotto significa lockdown solo dove ce n’è realmente bisogno, riduzione degli orari dei negozi dove l’indice del contagio è realmente fuori controllo, idem per chiudere i musei.
È almeno questa la tesi che ha sostenuto il presidente del Consiglio in un lunghissimo pomeriggio di incontri di maggioranza, in cui ha anche esternato la delusione per aver ricevuto un rifiuto, dal centrodestra, sull’offerta di un tavolo istituzionale di raccordo con il governo, «mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, ma pazienza». Con i capigruppo della maggioranza e ancora prima con i capidelegazione dei partiti, Conte dunque ha tenuto il punto, ha cercato una sintesi dentro il governo, smussato la posizione di Italia Viva che non voleva saperne di negozi chiusi alle 18, rimarcato che oggi si farà un nuovo tentativo di compromesso con le Regioni, poi si è assunto lui la responsabilità di fare una sintesi politica, con il supporto dei dati del Cts, ma in piena autonomia politica, vista i tanti temi che sono rimasti aperti. Nelle zone dove si finirà con l’avere un lockdown mirato chiuderanno anche i musei,e per la ristorazione anche a pranzo sarà consentito solo l’asporto.
Oggi Conte si recherà prima alla Camera, alle 12, poi al Senato, alle 17, e riferirà del lavoro in corso dentro il governo, degli strumenti che potrebbero essere adottati per ridurre l’impennata dei contagi, chiederà eventuali consigli, ascolterà le risposte alle comunicazioni. Poi prenderà corpo la versione definitiva del Dpcm e si capirà se ha tenuto sulla linea, quella di restrizioni solo mirate, che dovranno essere decise dalle Regioni, che dovranno assumersene anche la responsabilità, o se alla fine verrà fuori un compromesso che lascerà tutti soddisfatti. Ieri sera sembrava improbabile, con un capo del governo deciso a non chiudere tutto il Paese.
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Dato che in quell'articolo si parla delle misure sul covid, l'ho postato qui e non sul 3d di politica....ma di noi
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«L'app Immuni mi ha avvisato a quarantena finita. Ora ho capito perché si tarda: segnalarsi positivi è un’impresa»
L’esperienza di un giornalista dopo il tampone: «Schermate con tempi di attesa sempre più lunghi. Ats mi dice di chiamare Immuni, mi risponde un’informatica che mi dice di chiamare Ats. E i dubbi che persistono»
La buona volontà non è bastata, neppure sorretta dalla testardaggine e dal senso civico. Alla fine ha vinto la complessità del sistema di tracciamento intorno all’app Immuni. Scaricata subito, prima dell’estate, è sempre stata attiva sul cellulare e fortunatamente sempre silente, tanto da far sorgere il dubbio: funzionerà? L’app risponde nella pagina Home: «Servizio attivo». Benissimo, si può stare tranquilli: da giugno a ottobre mai una segnalazione. Nessun contatto con positivo. Strano, ma poi non sono in tanti ad averla scaricata. Fino al 30 ottobre. Apro Immuni, c’è una segnalazione evidenziata in rosso fuoco con tanto di triangolo d’allerta. «Il 16 ottobre lei è venuto a contatto con un positivo». Allora funziona. Peccato che la segnalazione sia arrivata 14 giorni dopo il mio incontro involontario con un positivo, giusto giusto il tempo di un isolamento. Immuni intima: restare a casa in isolamento, chiamare il medico. Ma nei 14 giorni trascorsi dall’esposizione alla notifica sono stato ovunque. A che serve mettersi ora in isolamento? Di più, in questi 14 giorni ho fatto in tempo ad avere la febbre, fare un tampone, scoprirmi positivo al Covid.
Tampone positivo
Martedì 27 ottobre: un po’ di raffreddore e qualche linea di febbre, tampone. Due giorni dopo (giovedì 29 ottobre verso sera) la risposta: positivo. Sintomi lievi, per ora, solo naso tappato e perdita dell’olfatto. Avvisato subito il medico, tra l’altre cose da fare c’è da segnalare la positività a Immuni. Sarà semplice? No. E così ho capito anche perché le notifiche possono arrivare a 14 giorni.
«Autodenunciarsi»
Nella schermata Home della app non c’è nulla per «autodenunciarsi», però lì sotto salvifica appare la rotella delle Impostazioni. Prima voce: «Segnala positività». Facile e veloce, che bravi. Si entra nella pagina: «Segnala la positività». Il viaggio si complica. «Questa funzione richiede l’assistenza dell’operatore sanitario che ti comunica telefonicamente l’esito positivo del tampone», dice Immuni e aggiunge la scritta in viola «Scopri di più». Clicco e scopro di più. La spiegazione: se sono positivo posso caricare i miei codici casuali, continua a parlare di un operatore che non si capisce bene chi sia, ma non c’è un numero di telefono da chiamare. Clicco sul pulsante «Prosegui». Appare la scritta «Attendi 4 secondi, dati non caricati». Nulla accade. Riprovo. Riecco la scritta: «Attendi 20 secondi». Scadono, riprovo. «Attendi 2 minuti». Scadono, riprovo. «Attendi 6 minuti». Scadono, riprovo. «Attendi 20 minuti». Nulla accade. Smetto. Chiudo l’app. Riproverò domani.
La minaccia dell’app
Domani è già venerdì 30 ottobre. Riapro Immuni, c’è la segnalazione sul contatto con positivo del 16 ottobre. Ma tanto non mi muovo di casa, positivo e tappato dentro già da giorni prima di Immuni.
Come una volta: ecco l’sms
La mattina di sabato 31 ottobre riprovo a segnalare la mia positività all’app. Nulla accade, se non la scritta «Attendi 4 secondi». Il cronometro scade e ogni volta riprovo e riprovo: clicco e aumenta a dismisura come la febbre, fino alla quota record di 40 minuti. Smetto.
Nel frattempo arriva un sms sul mio cellulare di Ats. «Lei è positivo, lo dice un tampone associato al suo numero di cellulare. Clicchi sul link di seguito». Obbedisco. Compilo il questionario: che sintomi ha, quanta febbre e via dicendo. Me l’ha mandata Immuni? O è il laboratorio dove ho fatto il tampone ad aver comunicato ad Ats? Resto nel dubbio.
L’operatore e la sviluppatrice
Domenica 1 novembre, decido di chiamare Ats. Va trovato il numero da chiamare. Ricerca Google da cavernicolo tecnologico: «Numero Ats per segnalare positività». Trovato. «Pronto, sono positivo, vorrei segnalarlo all’app Immuni». «Chiami Immuni e lo dica a loro, ecco il numero, arrivederci». «Pronto Immuni? Sono positivo al Covid, vorrei segnalarlo così lo mettete sull’app». «Scusi ma perché chiama me? Io sono una sviluppatrice informatica deve chiamare Ats». Gelo. Chiamata Ats dice di chiamare Immuni, Immuni risponde di chiamare Ats. Richiamata Ats, spiegata la situazione, ecco la soluzione: chiami Asl Milano, ecco il numero. La voce registrata di Asl mi chiede se voglio cambiare medico, fare una visita al ginocchio, al cuore, alla testa. Se voglio parlare con un operatore: «Prema zero». Premo. L’operatore risponde da lunedì a sabato. È domenica.
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Nuovo Dpcm Covid: parrucchieri, bar e ristoranti chiusi nelle aree a rischio
Le Regioni dovranno intervenire oltre una certa soglia di Rt. Si discute sull’orario del divieto di circolazione: potrebbe scattare alle 21
Chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo e serrata dei negozi dove l’indice di trasmissione Rt supera l’1,5.
Sono le misure che il governo potrebbe inserire nel Dpcm che sarà firmato tra oggi — lunedì — e domani — martedì — per limitare il contagio da Covid 19 e soprattutto per provare a impedire di arrivare a un lockdown totale su tutto il territorio nazionale.
Dovranno essere i governatori a firmare le ordinanze, d’intesa con il governo, che potrà indicare le aree di rischio e sollecitare gli interventi. Si procederà dunque con un «regime differenziato basato su tre livelli costruiti in base agli scenari e ai livelli di rischio del sistema elaborato dall’Istituto superiore di sanità».
Sono i tre livelli di pericolosità: «Il terzo livello è quello nazionale, il secondo livello è con misure più severe riservate a Regioni più critiche e il primo livello è quello con misure ancora più severe riservato a regioni che sono in scenario 4 e rischio alto».
È qui che si prevederà un vero e proprio lockdown.
Oltre ai locali pubblici, saranno chiusi negozi al dettaglio — tranne alimentari, farmacie, parafarmacie e tabaccai — e i musei. Nella pubblica amministrazione lo smart working sarà applicato per intero ad eccezione dei servizi pubblici essenziali. A scuola sarà invece obbligatoria la mascherina anche al banco. Le lezioni per le scuole superiori saranno solo in didattica a distanza, così come le seconde medie e terze medie. Resteranno aperte soltanto le scuole elementari e la prima media.
L’iniziale programma che prevedeva di attendere due settimane dall’entrata in vigore del provvedimento firmato il 24 ottobre, è stato stravolto dall’andamento della curva epidemiologica che continua a salire e soprattutto dalla situazione delle strutture sanitarie che sono in affanno e secondo gli scienziati potrebbero collassare entro metà novembre.
Autocertificazioni per le uscite serali
Divieto di circolazione e chiusura di tutti i negozi a un orario uguale per tutto il territorio nazionale. È il coprifuoco che potrebbe essere inserito nel nuovo Dpcm. La discussione tra governo e Regioni, ma anche all’interno dell’esecutivo, riguarda l’orario. Sembra tramontata l’ipotesi di fermare tutto alle 18, più probabile che si slitti alle 20 o alle 21. Dopo quest’orario sarà possibile uscire dalla propria abitazione soltanto per «comprovate esigenze» e dunque motivi di lavoro, salute oppure urgenza. Gli spostamenti dovranno essere giustificati con il modulo di autocertificazione. In caso di visita a persone non dovranno essere indicate le loro generalità per tutelarne la privacy. Non rientrano nelle chiusure anticipate le farmacie e i negozi di alimentari.
Viaggi fuori regione solo per lavoro o altre urgenze
Divieto di spostamento tra le regioni a meno che non ci siano «comprovate esigenze» e dunque motivi di lavoro, salute e urgenza. Tra le urgenze ci sono anche i danni gravi alle seconde case che però devono essere dimostrati. Soltanto in questi casi si potrà uscire dai propri confini. E avere con sé il modulo di autocertificazione. Ogni altro viaggio dovrà essere rinviato a data da destinarsi, vale a dire a quando scadrà la regola appena introdotta. Chi si trova fuori dalla propria regione al momento dell’entrata in vigore del Dpcm potrà però fare ritorno nel proprio domicilio anche nei giorni successivi. La misura è stata decisa per limitare i passaggi dalle aree a più alto contagioa quelle dove invece la circolazione del Covid-19 è controllata e dunque per evitare nuovi focolai.
Centri commerciali, stop nei weekend e festivi
I centri commerciali rimarranno chiusi nel fine settimana e nei giorni festivi. La limitazione finora imposta a bar e ristoranti dopo le 18 si estende a tutti i negozi inseriti nelle grandi strutture che secondo gli scienziati possono causare assembramenti, ma solo nei giorni di maggior affollamento. Nel resto della settimana rimangono invece le regole già in vigore a meno che non siano i governatori ad imporre divieti più stringenti. Gli altri negozi al dettaglio, non inseriti nei centri commerciali, non dovrebbero subire limitazioni. Rimangono escluse dai divieti le farmacie e gli esercizi che vendono generi alimentari. Nei centri commerciali rimane obbligatorio l’uso della mascherina, il distanziamento di un metro e la misurazione della temperatura agli ingressi.
Vietate le slot machine in tabaccherie e bar
Divieto di utilizzare le slot machine e le altre macchine per il gioco d’azzardo che si trovano nei tabaccai e nei bar. È la misura del governo che mira ad impedire alle persone di stazionare nei locali pubblici. Le sale giochi e le sale bingo sono state già chiuse in base al Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 24 ottobre. Ma in alcuni locali pubblici ci sono le slot machine e i cittadini si fermavano a giocare spesso in salette chiuse dove non è possibile garantire le regole di distanziamento e soprattutto l’areazione degli ambienti. Per questo si è deciso di impedire che possano essere utilizzate e dunque nel nuovo provvedimento del governo sarà imposto il divieto anche nelle ore in cui i negozi possono rimanere aperti, vale a dire fino alle 18 e più tardi per i tabaccai.
CorSera...ma di noi
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Anche la Sarzanini sottolinea come l'intento del governo sia quello di evitare il lockdown nazionale. In questo quadro, perseguendo questa strategia, perdere il tempo che è stato perso ("il quarto dpcm in appena due settimane", sottolinea il CorSera) è un remare contro se stessi.
In questa fase di elaborazione delle prossime misure è inutile (almeno per me) commentare quanto si andrà a decidere. Meglio farlo a decreto pubblicato. Non c'è però traccia di lockdown territoriali o regionali o di aree metropolitane. Il coprifuoco alle 20 o alle 21 assomiglia ad una barzelletta, che per il contrasto al covid si traduce in una carezza...però appunto occorre vedere tutto l'insieme delle misure e non pezzo a pezzo come da anticipazioni giornalistiche....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioAnche la Sarzanini sottolinea come l'intento del governo sia quello di evitare il lockdown nazionale. In questo quadro, perseguendo questa strategia, perdere il tempo che è stato perso ("il quarto dpcm in appena due settimane", sottolinea il CorSera) è un remare contro se stessi.
In questa fase di elaborazione delle prossime misure è inutile (almeno per me) commentare quanto si andrà a decidere. Meglio farlo a decreto pubblicato. Non c'è però traccia di lockdown territoriali o regionali o di aree metropolitane. Il coprifuoco alle 20 o alle 21 assomiglia ad una barzelletta, che per il contrasto al covid si traduce in una carezza...però appunto occorre vedere tutto l'insieme delle misure e non pezzo a pezzo come da anticipazioni giornalistiche.B & B with a little weed
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io, parlo ovviamente solo per esperienza diretta, ma vedo il 99% delle persone seguire i protocolli, mi riferisco a mascherina sanificazione e quasi sempre anche distanziamento, ma i contagi sono Cmq fuori controllo, a questo punto mi chiedo quanto facciano la differenza questi protocolli
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Quindi stavolta Conte vuole un lockdown solo nelle zone rosse ed i governatori lockdown nazionale per non prendersi responsabilità e brighe varie
Giusto?
Giustissimo chiudere il Molise che ha 1000 positivi in totaleOriginariamente Scritto da huntermastertu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.Originariamente Scritto da luna80Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?
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Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza MessaggioQuindi stavolta Conte vuole un lockdown solo nelle zone rosse ed i governatori lockdown nazionale per non prendersi responsabilità e brighe varie
Giusto?
Giustissimo chiudere il Molise che ha 1000 positivi in totale
Se lasci i ristoranti , per esempio, aperti in Molise poi il fine settimana si trovano invasi di campani che hanno voglia di fare un buon pranzo fuori e a passare da mille casi a 10k si fa presto.
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Si può imporsi. Però poi le regioni dicono che non va bene quello che si decide e fanno ricorsi improbabili, l’opposizione dice che c’è la dittatura e che non gli hanno mandato manco un messaggino, la gente dice che non c’è più libertà. Allora bisogna trovare un compromesso. Suppongo.
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Originariamente Scritto da topscorer Visualizza MessaggioLuke, in Molise potresti anche lasciare le attività aperte, però lo dovresti chiudere in entrata perché comunque confina con regioni , tipo la Campania, che sono zone rosse.
Se lasci i ristoranti , per esempio, aperti in Molise poi il fine settimana si trovano invasi di campani che hanno voglia di fare un buon pranzo fuori e a passare da mille casi a 10k si fa presto.
Ed avrebbero dovuto farlo quasi subito, sigillare le regioni e trattare ognuna a dovere...
Per esempio il governo potrebbe dedicare più tempo a Lombardia e Campania visto che hanno bisogno di più supporto in questo momento
Se i governatori non riescono a gestirla e scaricano sul governo allora eliminiamo questa istituzione e bon, soldi risparmiati
PS: ho visto conoscenti che si allenano da me, andare nella famosa palestra di San Marino dove si allenano i pro durante le gare IFBB, evidentemente è aperta, e fanno il giochino che hai detto tuOriginariamente Scritto da huntermastertu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.Originariamente Scritto da luna80Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?
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