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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Casco talmente male che hai risposto a 0 punti di quelli elencati sopra *slow clap*

    Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
    Originariamente Scritto da claudio96

    sigpic
    più o meno il triplo

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      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
      Ma perche' uno non dovrebbe installarla?
      perché sarebbe completamente inutile visto che lascio il telefono a casa un buon 70% delle volte che esco a farmi un giro.
      e non penso che sono l'unico.

      se fossimo tutti smartphone-dipendenti da portarcelo anche al cess0 allora l'applicazione avrebbe senso.
      Originariamente Scritto da gaetano90
      gareggiare per esibizionismo natural


      Originariamente Scritto da Magro97
      Odio i tanti pasti perché è un cagare in continuazione.

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        Originariamente Scritto da claudio96 Visualizza Messaggio
        perché sarebbe completamente inutile visto che lascio il telefono a casa un buon 70% delle volte che esco a farmi un giro.
        e non penso che sono l'unico.

        se fossimo tutti smartphone-dipendenti da portarcelo anche al cess0 allora l'applicazione avrebbe senso.
        Non vorrei sbagliarmi ma credo che tu e Bandini siate l'eccezione


        Tessera N° 7

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          Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
          Non vorrei sbagliarmi ma credo che tu e Bandini siate l'eccezione
          Credo di sì. Di persone che girano senza avere lo schermo appiccicato al naso di continuo ne conosco si e no 1,e comunque essendo donna lo ha sempre e comunque in borsa è quindi con se
          Originariamente Scritto da modgallagher
          gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
          " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


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            Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
            Non vorrei sbagliarmi ma credo che tu e Bandini siate l'eccezione
            io di persone che fanno come Arturo e io (che non portano il telefono sempre con se) ne conosco diverse, i miei genitori in primis.

            ma se è come dici tu allora l'app può' essere utile, senza dubbio.
            Originariamente Scritto da gaetano90
            gareggiare per esibizionismo natural


            Originariamente Scritto da Magro97
            Odio i tanti pasti perché è un cagare in continuazione.

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              Originariamente Scritto da lucamex Visualizza Messaggio
              Montagnier si è rincoglionito con gli anni, hai centrato in pieno. Negli ultimi anni pubblica solo su riviste anonime con zero impact factor. Però almeno lui a differenza di Tarro è stato un gran ricercatore. A dimostrarlo, un H-index di 71.
              Si, si sarebbero tutti rincoglioniti con gli anni. Lui, Pauling... Ogni volta che qualcuno fa ricerca fuori dagli schemi si rincoglionisce con gli anni. Intanto questi i nobel ce li hanno.

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                Beh se la merkel inizia ad accusare la cina e se si parla di sequenze di hiv nel nuovo coronavirus, direi che l'ipotesi artificiale di questo nuovo virus inizia a farsi strada grandemente. Se fosse così, cioè se ci fossero davvero all'interno sequenze di hiv, si dimostrerà in breve tempo oltre ogni ragionevole dubbio l'origine artificiale del virus. Parti di hiv non possono entrare in un coronavirus da sole.

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                  Originariamente Scritto da jinx Visualizza Messaggio
                  Beh se la merkel inizia ad accusare la cina e se si parla di sequenze di hiv nel nuovo coronavirus, direi che l'ipotesi artificiale di questo nuovo virus inizia a farsi strada grandemente. Se fosse così, cioè se ci fossero davvero all'interno sequenze di hiv, si dimostrerà in breve tempo oltre ogni ragionevole dubbio l'origine artificiale del virus. Parti di hiv non possono entrare in un coronavirus da sole.
                  Se veramente è andata così... questi sono doppiamente incompetenti perché sapevano cosa stava per succedere e hanno perso un mese buono di tempo per circoscrivere il problema

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                    Sileri cambia idea: "Stadi chiusi, rischi troppo alti anche a porte chiuse"


                    Pierpaolo Sileri, viceministro per la Salute, dopo aver aperto al ritorno in campo in un'intervista radiofonica di questa mattina, sembra avere cambiato idea in serata: «Da medico e da viceministro della Salute sostengo che le regole per l'attività all'aperto dovranno essere ancora le stesse per alcune settimane e poi con l'avvio della fase 2 mi auguro possano essere modificate, ma solo se i dati ci consentiranno di farlo. Pertanto gli stadi non potranno riaprire, il rischio tra i giocatori anche per partite a porte chiuse resterebbe troppo alto".

                    Nell'intervista del mattino aveva invece detto: "Il numero dei contagi scende, come quello in terapia intensiva. L'opera di contenimento sta avendo l'effetto desiderato. Pensiamo alla fase 2. Bisognerà sempre tenere la distanza sociale e l'uso della mascherine. Il problema sono gli sport di gruppo perché tornare alla normalità dipenderà soprattutto dai focolai che si osserveranno nelle prossime settimane. Serve una posizione scientifica sul calcio, gli stadi non possono riaprire al pubblico. È verosimile far ripartire il calcio a porte chiuse, ma da medico dico che potrebbe esserci comunque qualche problema". Così Pierpaolo Sileri, viceministro per la Salute, a Radio Kiss Kiss sulla possibile ripartenza del calcio.

                    "Niente spettatori, ovvio, ma i calciatori entrerebbero in contatto tra loro. Il protocollo è stato stilato in maniera appropriata, ma aspetterei ancora un po' di tempo per valutare l'andamento dell'epidemia. Il numero di tamponi necessario potrebbe essere più alto di 1.400. Per quanto riguarda gli stadi, invece, è un problema relativo perché se non ci sono i tifosi non ci sarebbero rischi da questo punto di vista. Dove giochi giochi, va bene uguale". Chiusura anche sullo sport individuale: "Il 4 maggio è la data di apertura prevista, ma avremo bisogno di adottare delle misure di sicurezza come la distanza sociale e le mascherine. Lo sport individuale si potrà praticare anche a livello amatoriale, ma non più di 40 minuti".

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                      non so se avevate già commentato la notizia sopra circa la possibilità di fare di nuovo sport individuale dal 4 maggio.
                      Per quanto mi sforzi non so capire il senso del limite di 40 minuti. Cosa dovrebbe cambiare se uno corre 1 h o quanto caspita gli pare, se comunque fa questo da solo e evitando assembramenti?
                      Ma vogliamo davvero esasperare la gente con norme insensate?

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                        Coronavirus, Conte sulla Fase 2: «Un piano differenziato tra le Regioni per le riaperture»

                        Il premier: «Terremo conto delle differenze tra i territori, ma nessuna divisione»

                        «Dal 4 maggio partiremo con un programma nazionale di riaperture che tenga però conto delle peculiarità territoriali». Farlo prima «sarebbe irresponsabile». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia l’avvio della «fase 2» e aggiunge: «Fornirò i dettagli entro la settimana».


                        «Evitiamo di far risalire la curva»

                        Spiega Conte: «Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme. In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere».


                        I flussi di lavoratori

                        «Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti? Abbiamo conseguito risultati importanti, che in altri Paesi stanno studiando. Dobbiamo consolidare questi risultati anche in questa nuova fase. Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali».


                        Le Regioni

                        Conte conferma che ci saranno differenze territoriali: «Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19. E’ per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie). C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. C’è il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici. E’ fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo».


                        «Il piano entro domenica»

                        «Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese. Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. E’ la cosa di cui più mi vanto con gli altri leader europei ed extraeuropei. E’ questa la nostra forza. E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova. Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio».

                        https://www.corriere.it/politica/20_...0c7cf936.shtml
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Coronavirus, polemiche sulla app Salta la «quasi» obbligatorietà

                          Non ci sarà nessuna limitazione per chi non scarica l’applicazione che traccia i contatti. Incentivi per spingere gli italiani a partecipare, come il filo diretto con il medico. Ma se non si raggiunge il 60% di adesioni servirà a poco.

                          Contrordine. Il governo scarta la proposta — allo studio del comitato scientifico — di una app «quasi obbligatoria» per tracciare i contatti delle persone, con l’obiettivo di arginare una eventuale seconda ondata di contagio. L’ipotesi era quella di limitare la libertà di movimento delle persone che non scaricheranno sul proprio telefonino l’app. «Immuni», questo il nome dell’applicazione con tecnologia bluetooth, consentirebbe di avvertire nel minor tempo possibile chi è stato vicino a un positivo, in modo che si possa sottoporre ai controlli del caso con il risultato di individuare i nuovi focolai.

                          Condivisibile il fine. Molto criticato il mezzo, cioè la limitazione della libertà di movimento. Ma cosa voleva dire in concreto? Si era pensato al divieto di uscire dalla propria regione. In realtà non è del tutto chiaro, perché la proposta era ancora in fase di studio. Ma prima ancora che venisse formalizzata, il governo l’ha scartata in via preventiva. «Non abbiamo alcuna intenzione di limitare la libertà di movimento di nessuno. Semmai si tratta di individuare un sistema in grado di incentivare gli italiani a partecipare al progetto», dice il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa.


                          Anche perché da tutti i partiti si erano levate critiche non solo per il sistema «quasi obbligatorio», ma anche per la tutela della privacy. Dalla Lega Matteo Salvini parla di «libertà non in vendita». E perplessità ci sono anche nella maggioranza con il Pd Filippo Sensi: «Il sistema a punti lasciamolo ai paesi autoritari». Mentre Forza Italia con Enrico Costa sottolinea come «il governo stia operando senza minimamente coinvolgere il Parlamento». Su questo punto sembra esserci una schiarita. Nel senso che la regole della app non saranno definite con un altro decreto del premier o con un’ordinanza di Protezione civile. Ma se ne occuperà anche il Parlamento, perché una norma sarà inserita nel decreto legge economico in arrivo nei prossimi giorni.

                          Niente obbligo di scaricare l’app, come già si sapeva. Niente «quasi obbligo», con le limitazioni per chi si rifiuta. Per spingere gli italiani a partecipare al progetto il governo pensa quindi a una serie di attività aggiuntive per rendere l’app più appetibile. In particolare la possibilità di avere un filo diretto con il medico di famiglia e, previo consenso, di avere ricette e prescrizioni senza più la necessità di andare fisicamente fino al suo studio. In futuro la app potrebbe aprirsi anche alle prestazioni mediche vere e proprie, come la diagnosi a distanza. Ma resta un problema.

                          Con una partecipazione al di sotto del 60%, «Immuni» servirebbe a poco perché i contatti mappati sarebbero troppo pochi. E il 60% è un obiettivo molto ambizioso per un Paese che ha un rapporto difficile con la tecnologia (siamo i più anziani del mondo), e anche una diffidenza di fondo verso ogni forma di controllo pubblico. «Più alta è la partecipazione, più efficace è il sistema» dice Gianni Rezza, dell’Istituto superiore di sanità. Che non condivide i timori di chi parla di app spia: «La nostra privacy è finita da tempo. Quando apro il mio telefono vedo che lui sa già qual è il mio ristorante preferito, poi mi chiede se voglio comprare di nuovo le cose che ho comprato qualche giorno prima. E adesso siamo tutti gelosi davanti un problema serio, come la nostra salute? Io parteciperò senza problemi».

                          È chiaro che «Immuni» non è la bacchetta magica ma solo uno degli strumenti a disposizione per limitare i rischi di una seconda ondata. Ma nel governo c’è la consapevolezza che quel 60% è un obiettivo non facile da raggiungere. Ci sarà una campagna informativa con testimonial capaci di convincere. E un hashtag, già allo studio, in grado di fare centro. Basterà?




                          Non ci sarà nessuna limitazione per chi non scarica l’applicazione che traccia i contatti. Incentivi per spingere gli italiani a partecipare, come il filo diretto con il medico. Ma se non si raggiunge il 60% di adesioni servirà a poco.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Spagna sfonda quota 200mila contagi: oltre 20.850 morti
                            La Spagna è il secondo Paese al mondo per casi confermati di coronavirus ed è terza a livello globale per il numero di morti dietro l’Italia e gli Stati Uniti. Per quanto riguarda i contagi, sono 200.210 contro i 776.513 degli Usa. Il numero di vittime nel Paese iberico, secondo i calcoli della Johns Hopkins University, ammonta a 20.852, poco più della Francia (20.265).

                            Sileri: «4 maggio? I nonni rivedranno nipoti»
                            «Immagino un 4 maggio in cui le persone possano riprendere, lentamente, con sicurezza e responsabilità, parte della loro vita». Lo ha detto, a Quarta Repubblica il viceministro della Salute Sileri sull’emergenza. Secondo Sileri è immaginabile che il 4 maggio si possa riprendere a correre, a fare «sport in forma individuale» e «immagino che gli anziani possano iniziare a uscire e andare a trovare i nipoti». Ma, ha detto, «serve senso responsabilità e un progressivo ritorno alla normalità».

                            Sileri: «Regole per attività all’aria aperta ancora le stesse»
                            «Da medico e vice ministro della Salute, e non dello sport come leggo in alcuni lanci delle agenzie di stampa, sostengo che le regole per l’attività all’aperto dovranno essere ancora le stesse per alcune settimane e poi, con l’avvio della fase 2 mi auguro possano essere modificate ma solo se i dati ci consentiranno di farlo. Pertanto gli stadi non potranno riaprire, il rischio tra i giocatori anche per partite a porte chiuse resterebbe troppo alto. E altrettanto cautela dovrà esserci anche per l’attività sportiva all’aperto: da soli, per il perimetro consentito dalle regole imposte dal governo (200 metri da casa) e per un allenamento che non duri ore». Così in una nota il vice ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri.

                            Francia, superati i 20.000 morti
                            La Francia ha superato nelle ultime 24 ore quota 20.000 morti, raggiungendo il numero di 20.265 decessi tra ospedali, case di riposo e istituti per disabili. Lo ha annunciato il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon.

                            https://www.corriere.it/cronache/20_...0c7cf936.shtml
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Conte su Facebook

                              In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus.


                              Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme.


                              In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere.


                              Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?

                              Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19.


                              È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie). C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici.

                              È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo.


                              Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese. Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza.


                              E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova.

                              Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio.


                              Tessera N° 7

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                                Originariamente Scritto da Gary Visualizza Messaggio
                                Ah beh, ah beh, dare i dati ad Apple e Google, le due aziende al mondo con il più alto livello di tracciamento e violazione della privacy al mondo ( decentralizzata poi ). Ideona proprio, poi vi fate le fisime sulla privacy .
                                Ahhahaha ma serio
                                Originariamente Scritto da Marco pl
                                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                IO? Mai masturbato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                Io sono drogato..

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