Il Napoli frena (ma con l'Udinese ha pochi rimpianti): in stagione mancano 15-20 gol. Ora l'Inter con la Fiorentina senza angoscia
Il pari del Napoli regala all'Inter una serata con la Fiorentina da affrontare senza angoscia: l'abisso dei sei punti di distanza è durato solo tre minuti
di Paolo Condò
L’Inter ha ricevuto in dono dall’Udinese un lunedì da attraversare con calma, senza condire di angoscia l’avvicinamento al match con la Fiorentina. L’abisso dei sei punti di svantaggio dal Napoli le si è spalancato sotto i piedi per tre minuti soltanto, il tempo perché le giocate tanto dissennate quanto sfortunate di Juan Jesus e Mazzocchi innescassero il gran tiro col quale Ekkelenkamp pareggiava il fresco 1-0 di McTominay.
Napoli, l'Udinese ha spaventato più della Roma
Il calcio funziona su frequenze tutte da interpretare, motivo per cui si è avuta subito la sensazione che quel pari fosse definitivo: molto più pericolosa fin lì, l’Udinese possiede una fisicità dinamica che nelle serate di vena è in grado di cancellare dal campo Lukaku, cui Solet non ha mai permesso di girarsi, e l’altro colosso Anguissa.
Conte ha fatto ciò che doveva fare, inserendo la cavalleria leggera al posto dei carrarmati impantanati, ma la deriva del pari era ormai inarrestabile, e dopo i due punti lasciati a Roma all’ultimo respiro eccone altri due da rimpiangere meno. Lucca e Thauvin hanno spaventato assai più di Lukaku e Neres.
Napoli, mancano 15-20 gol
L’Inter stasera non ha un compito facile, ma una vittoria del Napoli gliel’avrebbe complicata mentalmente: è la differenza tra il trapezista che volteggia con la rete sotto, e quello cui viene tolta. La squadra di Conte resta candidata forte al titolo, ma quel 39 alla voce gol realizzati è appena il sesto in graduatoria, e non basta la miglior difesa per sentirsi tranquilli. Un confronto con le ultime dieci stagioni dice che il dato dei gol subiti è all’altezza degli anni migliori (i due Spalletti, l’ultimo Sarri e il primo Ancelotti) mentre quello dei gol segnati vale la rovinosa stagione scorsa (38) e quella del cambio Ancelotti/Gattuso (37). Mancano 15-20 reti, se Okafor non ne porterà un po’ i rimpianti per gennaio si accentueranno.
Juve e Milan, il mercato ha cambiato tutto
La prima giornata dopo la chiusura del mercato ha confermato infatti che altre squadre, Juve e Milan per esempio, davanti hanno aggiunto tanto. Kolo Muani ha coperto una prestazione insufficiente dei bianconeri a Como. Gimenez ha invece suggellato l’uscita alla distanza del Milan, cui va il merito di non aver contemplato a Empoli un risultato diverso dalla vittoria nemmeno quando si è trovato in inferiorità numerica. Conceicao sa cosa significa guidare un grande club. Milan e Juve, assieme all’Atalanta che ha punito il Verona con l’implacabile Retegui, giocano in settimana l’andata del playoff di Champions per allinearsi all’Inter agli ottavi. Riuscissero a passare in blocco, la serie A avvicinerebbe la conferma della quinta squadra, più che mai auspicabile vista la mischia che arriva fino alla Roma, e nella quale soltanto il Bologna ieri ha lasciato lì due punti.
CorSera
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Non è tanto il pareggio di Roma, che nella logica di un campionato ci sta...ma questo interno con l'Udinese, nel mentre la sconfitta dell'Inter a Firenze nel recupero di campionato avrebbe dovuto darti convinzione, slancio...e invece hai mancato la chance.
E' grave? No, se si pensa che un attimo di flessione nell'arco di una stagione c'è per tutti...sì se si considera che in una lotta testa a testa contro un avversario più esperto, più abituato, che lo scudetto ce l'ha sulla maglia, se si considera che in questa corsa di occasioni per mettere del vantaggio tra te e quell'avversario non ce ne saranno molte...perchè l'unica chance che ha il Napoli per poter vincere lo scudetto è incamerare qualche punto di vantaggio sull'Inter da poter gestire in primavera...e quindi il pari con l'Udinese è un brutto pari - che tra l'altro dà convinzione psicologica all'Inter.
Che succede? La condizione favorevole del non avere le coppe non incide più? C'è una stanchezza mentale dovuta dal cercare di restare in testa o in corsa con le unghie e coi denti?
Il punto è che non credo potrai concederti tante altre pause per rifiatare. Una te l'hai giocata ieri.
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Il Napoli è in flessione, vedremo se l’Inter saprà approfittarne. Chi tra le due sente di più la pressione di questo duello? Ormai anche Conte si è intenerito, si sta adeguando ai tempi e la sua ferocia non è più la stessa
La partita del Napoli è solo un rumore di fondo. All’improvviso si sente un velo di stanchezza e del Napoli più del furore di Lukaku & C (ma quando mai…) restano i malumori del mercato e soprattutto i contorcimenti di Antonio Conte in tema. Che finiscono col sopravanzare i due 1-1 napoletani uno appresso all’altro. Soprattutto il pareggio con l’Udinese lascia tutti un po’ perplessi. Nel momento in cui il Napoli avrebbe potuto “ammazzare” il campionato, concede respiro e soprattutto una chance importante all’ Inter.
Il pareggio al Maradona con l’Udinese segue quello con la Roma. Il Napoli giocando prima può mettere pressione all’ Inter che gioca dopo, ma potrebbe anche essere l’esatto opposto. La realtà è che di tutte queste teorie non abbiamo mai la controprova. Il gran gol di McTominay che è volato in cielo ad agganciare il pallone è stato annullato da un altro gran gol di Ekkelenkamp. E da quel momento si è capito che così sarebbe finita. Forse il Napoli non ha oggi la forza di “ammazzarlo” questo campionato e così si gestisce, si adatta, si adegua da un Lukaku a un Okafor.
Posso pensare quanto ribolla dentro il nostro quando vede Milan e Juventus fare shopping di grandi calciatori con disinvoltura, ma Antonio Conte non dà la colpa di questa flessione al mercato anche se si ritrova in corsa per lo scudetto senza i due protagonisti del precedente (Osimhen e Kvaratskhelia). Anche se è una situazione molto anomala per lui. Che di solito ottiene dai presidenti che si compri e non che si venda.
A caval donato ovviamente non si guarda in bocca, il primato parla da solo e il nostro uomo lo sottolinea. “La richiesta era quella di tornare in Europa, poi è chiaro quando sei in vetta il vento tira forte e tutti ti vogliono buttare giù”. Mah, può esser vero che De Laurentiis gli abbia detto che pure una Conference League gli sarebbe stata bene? Vai a prendere Conte per un’ Europa o una Conference League?
Il Conte che dice “Non è vero che sono deluso dal mercato e basta con questa storia del ristorante da 100 euro, non voglio essere etichettato con quella che fu solo una battuta” fa parte dell’evoluzione del professionista. E del resto lui stesso sente di non poter recitare ancora la stessa parte del duro che comanda, chiede con uno schiocco di dita e tutti obbediscono. Non so, sarà l’età che avanza…
I tempi cambiano e anche i Conte si adeguano. Si fa con quel che c’è. Se scudetto sarà, sarà il più sudato e sofferto di tutti.
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Napoli-Udinese 1-1: Ekkelenkamp replica a McTominay, gli azzurri frenano
Secondo pareggio consecutivo della squadra di Conte, bloccata al Maradona dai friulani. Inter dietro 4 punti in attesa della gara di stasera con la Fiorentina
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Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
Basterebbe che Rocchi e la sua "cricca" catalogassero ogni episodio, senza stare a decifrare le intenzioni, il movimento, congruo/non congruo; invece ogni 6 mesi cambiano l'interpretazione, quello che ad Agosto era rigore, a Gennaio viene negato, quello che era cartellino rosso, diventa giallo (falsificando anche la classifica a questo punto).
Cosa su cui si discute da anni ancora prima dell'avvento tecnologico
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioVenti gol parlano da soli. Nessuno ci credeva, eppure Retegui è l’attaccante che l’Italia stava aspettando da anni. Merito di Gasperini che è andato controcorrente e ne ha fatto il nuovo uomo gol dell’Atalanta. E della Nazionale, che già lo aveva scoperto ben prima… – Il mercato ha fatto talmente ricco il Milan che Conceição lascia Leao e Gimenez in panchina e poi li butta dentro per risolvere la partita di Empoli. Proprio vero, chi ha niente e chi ha pure troppo, con un Milan così ora non si può non entrare almeno in Champions League
Da Retegui a Gimenez è tutta una questione di bomber. Non so perché ma ogni tanto dimentichiamo che le partite le risolve quello che la butta dentro. E dunque o là davanti ci metti uno che sa farlo oppure cominci a inventarti delle alternative che complicano tutto e rendono il gioco meno animalesco e primordiale. Tra la prima e la seconda ipotesi c’è tutto il nostro sbatterci cercando di capirci qualcosa e dare un senso al tutto.
Nessuno di noi, e ci metto dentro anche quelli del calcio, avrebbe scommesso su Mateo Retegui, considerato un attaccante di seconda se non addirittura di terza fascia. E invece il brutto anatroccolo si è fatto cigno e adesso ci guarda dall’alto dei suoi venti gol in classifica marcatori.
Gasperini ha creduto in lui e l’Atalanta ci ha scommesso sopra 25 milioni: lui dà all’ Atalanta e l’ Atalanta dà a lui. I quattro gol tutti insieme di Verona sono l’apoteosi e la celebrazione del bomber che viene dal Sudamerica. Buon per la Nazionale che del resto ci aveva puntato fin dall’inizio, sia pure in un momento di grande crisi degli attaccanti italiani.
Gli uomini gol invece il Milan a Empoli li teneva in panchina, Il mercato ha talmente dato e speso per il Milan che Conceição gioca e quasi scherza con tale abbondanza tenendosi il meglio in panchina. Adesso bisogna capire se ha azzeccato la mossa visto che Leao e Gimenez quando sono entrati hanno subito fatto i gol necessari alla vittoria, oppure ha sbagliato perché avrebbe potuto arrivarci prima.
Ha talmente dato il mercato al Milan e a Conceição che adesso le cose si complicano non poco, perché con tanti attaccanti così conquistarsi un posto in Champions League è quasi il minimo.
https://www.bloooog.it/2025/02/08/re...-e-gimenez-ok/
mah
con Gasp sembrano tutti straordinari
retrgui in nazionale è tutto da vedere
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
Il fallimento della ratio (per la quale è stata varata) del var è nei fatti e sotto agli occhi di tutti.
Le polemiche invece di diminuire sono aumentate; l'incertezza interpretativa pure; la chiarezza regolamentare è diventata per tutti un oggetto alieno; l'aleatorietà degli interventi (video spento/acceso, chiamate al video un mistero, episodi simili attuazioni opposte ecc...) ha trascinato calcio e tifosi nella confusione più totale; gli "errori", che avrebbero dovuto essere eliminati, si sono moltiplicati...senza nemmeno più la scusa dello sbaglio "umano", dato che adesso ci sono telecamere e video.
Un disastro su tutta la linea...e, in ultimo, il degrado arbitrale, perchè gli arbitri, incastrati tra video e non video, chiamate o non chiamate dalla sala var, regolamenti astrusi, si sono come rimbecilliti e non sanno più tenere un fischietto in mano e soprattutto non sanno più quando portarselo sulla bocca.
A cosa sarebbe servita fin qui questa var, per decidere sui fuorigioco? Ma per quello basta un video dedicato e arrivederci...che poi anche lì ci sarebbe tutta la questione del frame da scegliere dove fermare (basta stoppare mezzo fotogramma in avanti o dietro e il fuorigioco esiste o non esiste) per tracciare la linea...ma lasciamo perdere questo aspetto.
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Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza MessaggioLa VAR sta pian piano erodendo quel poco di fascino rimasto al calcio odierno
Le polemiche invece di diminuire sono aumentate; l'incertezza interpretativa pure; la chiarezza regolamentare è diventata per tutti un oggetto alieno; l'aleatorietà degli interventi (video spento/acceso, chiamate al video un mistero, episodi simili attuazioni opposte ecc...) ha trascinato calcio e tifosi nella confusione più totale; gli "errori", che avrebbero dovuto essere eliminati, si sono moltiplicati...senza nemmeno più la scusa dello sbaglio "umano", dato che adesso ci sono telecamere e video.
Un disastro su tutta la linea...e, in ultimo, il degrado arbitrale, perchè gli arbitri, incastrati tra video e non video, chiamate o non chiamate dalla sala var, regolamenti astrusi, si sono come rimbecilliti e non sanno più tenere un fischietto in mano e soprattutto non sanno più quando portarselo sulla bocca.
A cosa sarebbe servita fin qui questa var, per decidere sui fuorigioco? Ma per quello basta un video dedicato e arrivederci...che poi anche lì ci sarebbe tutta la questione del frame da scegliere dove fermare (basta stoppare mezzo fotogramma in avanti o dietro e il fuorigioco esiste o non esiste) per tracciare la linea...ma lasciamo perdere questo aspetto.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioUna intervista quella a Ghisolfi dove il giornalista (il bravo Luca Valdiserri) pone delle domande "scomode", cosa che usualmente non tutti fanno...sulle risposte di Ghisolfi c'è da fare però una analisi critica perchè non tutte quadrano.
Intanto la questione del famoso/famigerato FPF...che a Roma è un eterno ritorno: le stesse identiche parole le si usavano ai tempi di Pallotta quando la dirigenza imputava "alla gestione passata" questi legacci dei parametri da rispettare...ma allora dal FPF a Roma non se ne esce più? E a quando risale questa colpa delle "gestioni passate", a Viola o ancora più indietro? E, soprattutto, i 5 anni di gestioni Friedkin sono stati inappuntabili da quel punto di vista oppure hanno aggravato qualcosa finanziariamente?
Ghisolfi poi dice che "bisogna usare la logica" per costruire il domani (anche se poi più oltre si contraddice da solo quando sostiene che "nel calcio il tempo non esiste e non chiediamo tempo")...ma quale logica c'è dunque in progetti stracciati una stagione dopo l'altra; in mercati fatti a rovescio; in rinnovare un allenatore per 3 anni, sulla scorta di qualche partita vinta, ed esonerarlo dopo un mese? In colpi estemporanei, mediatici senza una logica di costruzione razionale di una squadra, che resta sempre con buchi qua e là?
E che logica nel fare tabula rasa dei quadri societari (l'organigramma è ancora vuoto e Ranieri è il factotum)? Di logica nella gestione dei Friedkin fin qui se n'è vista poca, anzi nulla, tant'è che si sta sempre al punto zero. Vedremo se inizieranno a mettere un mattone dopo l'altro partendo dal verso giusto.
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Una intervista quella a Ghisolfi dove il giornalista (il bravo Luca Valdiserri) pone delle domande "scomode", cosa che usualmente non tutti fanno...sulle risposte di Ghisolfi c'è da fare però una analisi critica perchè non tutte quadrano.
Intanto la questione del famoso/famigerato FPF...che a Roma è un eterno ritorno: le stesse identiche parole le si usavano ai tempi di Pallotta quando la dirigenza imputava "alla gestione passata" questi legacci dei parametri da rispettare...ma allora dal FPF a Roma non se ne esce più? E a quando risale questa colpa delle "gestioni passate", a Viola o ancora più indietro? E, soprattutto, i 5 anni di gestioni Friedkin sono stati inappuntabili da quel punto di vista oppure hanno aggravato qualcosa finanziariamente?
Ghisolfi poi dice che "bisogna usare la logica" per costruire il domani (anche se poi più oltre si contraddice da solo quando sostiene che "nel calcio il tempo non esiste e non chiediamo tempo")...ma quale logica c'è dunque in progetti stracciati una stagione dopo l'altra; in mercati fatti a rovescio; in rinnovare un allenatore per 3 anni, sulla scorta di qualche partita vinta, ed esonerarlo dopo un mese? In colpi estemporanei, mediatici senza una logica di costruzione razionale di una squadra, che resta sempre con buchi qua e là?
E che logica nel fare tabula rasa dei quadri societari (l'organigramma è ancora vuoto e Ranieri è il factotum)? Di logica nella gestione dei Friedkin fin qui se n'è vista poca, anzi nulla, tant'è che si sta sempre al punto zero. Vedremo se inizieranno a mettere un mattone dopo l'altro partendo dal verso giusto.
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La VAR sta pian piano erodendo quel poco di fascino rimasto al calcio odierno
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Ghisolfi, ds Roma: «Frattesi? Siamo stati vicini, in estate si può fare. Il nostro mercato bloccato dai debiti del passato»
Il direttore sportivo della Roma: «Ranieri è stato sincero con i tifosi, siamo fermi per il fair play finanziario. L'allenatore del futuro? Abbiamo delle idee, il prescelto dovrà considerare la Roma una prima scelta»
Florent Ghisolfi, da otto mesi d.s. della Roma, è vero quello che ha detto Claudio Ranieri e che ha terrorizzato i tifosi, cioè che il mercato della Roma è stato bloccato dal Fair play finanziario e che lo sarà anche per le prossime due sessioni?
«Ranieri ha voluto essere trasparente perché i tifosi meritano sincerità. La società ha firmato un settlement agreement con la Uefa nel 2022, a fronte di un deficit importante. Dura per quattro stagioni e questa è la terza, quella più restrittiva. Abbiamo lavorato sul monte ingaggi, facendolo calare di oltre il 20%, anche se alcuni stipendi nella rosa sono aumentati come prevedevano i contratti. Dobbiamo usare la logica per mantenere fede a un programma ambizioso che prevede il centenario del 2027 e il nuovo stadio».
I tifosi dicono che si vince comprando campioni e non con la logica. Avete perso in Coppa Italia con il Milan che aveva appena acquistato Santi Gimenez e Joao Felix, assist e gol contro di voi…
«Ci siamo mossi dentro un aspetto finanziario obbligato, che ha portato a 5 cessioni e 5 acquisti. Li abbiamo fatti alla fine perché dovevamo aspettare le strategie degli altri club. Bisognava cedere prima di comprare».
I tifosi si chiedono: ma il Fair play finanziario esiste solo per la Roma?
«Parliamo di un settlement agreement, cioè un accordo privato, tra Roma e Uefa. Per capirci: c’è un limite di velocità a 30 km/h ma noi dobbiamo andare a 20 perché in passato si è andati a 50».
Perché illudere i tifosi coi nomi di Lucca e Frattesi e poi presentarsi con Nelsson?
«Lucca non è mai stato un’ipotesi. Cercavamo un vice-Dovbyk e non un titolare. Su Frattesi abbiamo lavorato: con lui, con il procuratore e con l’Inter. Ci siamo andati vicino, tra 4 mesi vedremo se il suo arrivo è realizzabile. Il suo o quello di un centrocampista con le sue qualità».
Bisogna liberare spazio salariale. A giugno ci dobbiamo aspettare partenze «pesanti», tipo Pellegrini, Cristante, forse Dybala?
«L’obiettivo è trovare certezze sostenibili da aggiungere a quelle che abbiamo già: Koné, Dybala, Mancini, Ndicka, Svilar, Paredes che è importante in campo e nello spogliatoio. Con lui stiamo lavorando al rinnovo per un altro anno».
I Friedkin sono proprietari da agosto 2020. Come si fa a chiedere ancora ai tifosi di credere in un progetto?
«Noi non chiediamo tempo, perché nel calcio il tempo non esiste. La Roma deve portare gioia e orgoglio ai tifosi. E di gioie in questa stagione — penso al derby — ne abbiamo date poche. Chi dirige questo club dà tutto. Il che non significa che non commettono errori. Ranieri darebbe un braccio per arrivare agli obiettivi che la Roma deve avere. Non parlo di transizione: vogliamo vincere oggi e nello stesso tempo lavorare per il futuro. I Friedkin amano la Roma e il progetto stadio ne è l’esempio più lampante».
Mourinho, De Rossi, Juric, Ranieri sono molto diversi tra loro. Per il futuro c’è un nome coerente?
«Non vogliamo una squadra soltanto giovane ma un mix che preveda anche esperienza. Cerchiamo soprattutto una cosa: voglia di allenare la Roma, considerarla una prima scelta. Alcuni allenatori sono liberi, altri sotto contratto, alcuni più o meno interessati a venire qui. Per rispetto di Ranieri non mi piace parlare di allenatore futuro. Lui ci ha fatto uscire dalla tempesta. Dopo il Milan gli ho detto che non poteva risolvere tutti i problemi in due mesi e che deve girare a testa alta».
Dalla Primavera possono partire a parametro zero alcuni dei giovani più interessanti. Come si spiega questo con la volontà di programmazione?
«In un contesto normale si cerca di negoziare due anni prima perché farlo all’ultimo alza i costi. Dobbiamo far sì che non si ripeta. Dobbiamo anticipare. Con alcuni giocatori le discussioni sono lunghe e complesse, con molti ragazzi siamo più avanti, se il calciatore non vede la Roma come parte del suo progetto, per noi non c’è problema. La Roma va meritata. Abbiamo ricreato praticamente da zero il settore dello scouting. Potete anche non crederci, ma lavoriamo per costruire il futuro».
CorSera
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Venezia-Roma
(ore 12.30 su Dazn)
A Eusebio Di Francesco, che ritrova il suo passato, servono punti salvezza. In attacco, ceduto Pohjanpalo al Palermo, si affiderà a Gytkjaer, che giocherà in coppia con Oristanio. Invece, la Roma si deve rialzare dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia (k.o. contro il Milan): «Non potevamo fare di più sul mercato perché c’è un tetto stipendi che non possiamo superare. In Coppa Italia abbiamo dato tutto, a Venezia vedremo qualcuno dei nuovi: ho dato vacanza a Hummels e Paredes», le parole di Claudio Ranieri.
Lazio-Monza
(ore 15 su Dazn)
La Lazio non vuole mollare la lotta Champions. Marco Baroni si affida al solito Castellanos in attacco con Isaksen, Dia e Zaccagni a supporto. In mediana confermati Guendouzi e Rovella. Il Monza, invece, cerca punti per inseguire una disperata salvezza: «Loro sono una squadra con giocatori di altissimo livello. Servirà una grande prova. Noi non abbiamo smantellato, crediamo nella salvezza», ha spiegato Salvatore Bocchetti.
Lecce-Bologna
(ore 18 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Calcio e in streaming su Sky Go e Now)
Il Lecce punta a dare continuità al successo ottenuto contro il Parma, ma con il Bologna non sarà facile. Marco Giampaolo ha recuperato Gaspar, Banda e Berisha. Vincenzo Italiano punta tutto su Dominguez («Una bellissima sorpresa, non ha paura di niente», lo ha elogiato l'allenatore del Bologna) e Castro («Pronto per una big? Non dimentichiamoci che ha appena compiuto 20 anni»)
Napoli-Udinese
(ore 20.45 su Dazn)
Il Napoli sogna in grande e ha un solo obiettivo: volare a +6 dall’Inter in attesa del posticipo dei nerazzurri contro la Fiorentina. Antonio Conte potrebbe schierare ancora Juan Jesus in difesa con Rrhamani con il tridente Politano, Lukaku e David Neres. Okafor inizia dalla panchina. Invece, Kosta Runjaic recupera Karlstrom a centrocampo dopo la squalifica con Davis ancora out. In avanti ci saranno Lucca e Thauvin.
CorSera
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