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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da epico Visualizza Messaggio
    Ci sono nel gruppo iscritte varie persone note del calcio. Oltre a Bacconi ci sono Fulvio Collovati, Francesco Graziani, Marino Bartoletti, Alessandro Renica e altri, tra cui pure Tavana, ex dirigente del Milan.
    Si ma quelli non valgono nulla, c'è Carletto aka Conad?
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    intanto suso titolare, questo perché secondo gli esperti di calcioinside honda è forte
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    honda è molto forte, sottovalutato dai più

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      Secondo la Repubblica, la Juventus, ha deciso di non rinnovare Federico Bernardeschi.


      Si festeggia.

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        Originariamente Scritto da Nasser95 Visualizza Messaggio
        Secondo la Repubblica, la Juventus, ha deciso di non rinnovare Federico Bernardeschi.


        Si festeggia.

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        Che ingiustizia
        Originariamente Scritto da Marco pl
        i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
        Originariamente Scritto da master wallace
        IO? Mai masturbato.
        Originariamente Scritto da master wallace
        Io sono drogato..

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          Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
          Che ingiustizia
          Bernardeschi è l unico giocatore al mondo, che quando entra, fa più danni ,che altro.

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            Chi ha comprato bernardeschi?

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              Originariamente Scritto da Merdablu Visualizza Messaggio
              Chi ha comprato bernardeschi?
              Nessuno, la Juventus non gli propone nulla, anche lui silurato.

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                Originariamente Scritto da Nasser95 Visualizza Messaggio
                Nessuno, la Juventus non gli propone nulla, anche lui silurato.

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                40 milioni chi lo ha trattati?

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                  Abbiamo pure il 10% sulla futura vendita per dio

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                    Originariamente Scritto da Merdablu Visualizza Messaggio
                    40 milioni chi lo ha trattati?
                    Si è rivelato un bidone, inutile pensare al passato, bisogna vedere quello che è adesso,un bidone, quindi.

                    Inviato dal mio M2101K7BNY utilizzando Tapatalk
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                      Ma che problemi ha.. [emoji23] [emoji23]




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                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                        Ma che problemi ha.. [emoji23] [emoji23]




                        Inviato dal mio SM-G998B utilizzando Tapatalk
                        Ahahahah Gazza m'ha fatto sempre ammazzà.

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                          Se rivogliamo la Nazionale, togliamo il potere ai club e ai padroni del calcio

                          LO SMALTIMENTO DEL RIFIUTO AZZURRO

                          La crisi azzurra, il risultato più negativo della Nazionale nella sua storia più che centenaria (prima partita Italia-Francia 6-2, a Milano il 15 maggio 1910), è già in fase di digestione. Direi addirittura di smaltimento del rifiuto. La sconfitta con la Macedonia del Nord e la seconda mancata qualificazione ai Mondiali finiscono nell’umido (fresco), tutte le polemiche annesse e connesse e anche la speranza di una svolta nella gestione della Nazionale nell’indifferenziata (materiale indeperibile).

                          ARIA DI CONDONO E ASSENZA DI DIMISSIONI

                          Si sente in giro già aria di condono generale, di giustificazione, di sì dai teniamoci stretti. A una macchina col motore sfondato riverniceremo la carrozzeria. Ancora qualche giorno e di questi avanzi della crisi azzurra non ne avremo più traccia. Di tutti questi rimorsi di coscienza e impeti riformatori (Gli stranieri! La Serie A! I ritiri! Gli spazi azzurri! I campioni! I giovani!) che sentiamo infuriare adesso – ma già meno rispetto alle prime ore dello sprofondo palermitano – non ne sapremo più nulla, per tornare sordidamente e tranquillamente alla status quo ante.

                          E veder poi riapparire il fumo delle solite beghe alle prossime qualificazioni europee o mondiali, alla prima controversia sulle convocazioni, al primo possibile conflitto tra Nazionale e calendari, Nazionale e club.
                          E scoprire così che alla base di questa crisi ormai endemica – interrotta solo dall’inattesa vittoria di Wembley agli Europei nel luglio 2021 – c’è di fondo tutta la nostra ipocrisia, tutto il nostro opportunismo, e il nostro stupido modo di sollevare polveroni senza mai risolvere i problemi alla radice.

                          MANCINI, GRAVINA, MALAGO’ E LA CRISI DI GOVERNO

                          Siamo in presenza della classica bufera mediatica che brucia e soffia via le scorie lasciate nell’aria dal fallimento azzurro. Ma nessuno sta andando a spegnere davvero l’incendio che sta bruciando alla base il nostro calcio.
                          La mancanza di dimissioni di chiunque sia stato coinvolto in questo sprofondo nell’abisso azzurro è una grave mancata assunzione di responsabilità. Possiamo qui discutere della posizione di Roberto Mancini ct – secondo me, andando un po’ controcorrente, ha comunque delle responsabilità – che effettivamente è oggi la parte migliore e più salvabile dell’inatteso disfacimento azzurro, ma il gesto sarebbe comunque doveroso e non unicamente formale.

                          Servirebbe ad aprire ufficialmente la crisi di governo, chiamare i partiti ad esporsi, obbligare il capo del governo (Gabriele Gravina, Federcalcio) a trarne a sua volta le conseguenze e obbligare il presidente della Repubblica (Giovanni Malagò, Coni) a intervenire. Senza lavarsene le mani ed evitare così di andare a toccare una materia incandescente che rischia di bruciare pure lui.

                          LA JUVE, IL MILAN, L’INTER, IL NAPOLI E I CLUB DAVANTI A TUTTO

                          Se davanti al più conclamato disastro della storia azzurra nessuno si dimette, o almeno fa il gesto e mette a disposizione il proprio mandato, vuol dire che è stato solo un incidente, un fatto poi non così grave, un evento negativo ma non sistemico e comunque rimediabile nel breve. No, lo scontro serve, e a questo punto, è anche necessario, inevitabile.

                          Non c’è nessun dramma in questa crisi, perché i drammi sono altri, certo, ma soprattutto perché ormai ci siamo abituati, assuefatti. Non c’è un nuovo dramma, è sempre la stessa storia. Per essere un’eliminazione perfetta sarebbe bastato battere la Macedonia del Nord e al limite, se proprio si doveva mancare il secondo mondiale consecutivo, cedere solo al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Lì davvero avremmo tutti allargato le braccia: beh, che avremmo potuto farci? Rassegnazione.
                          Il problema di fondo è che ragioniamo tutti ancora con gli stessi schemi, vediamo tutti il calcio più o meno nella stessa maniera. La Juve, l’Inter, il Milan su tutto, poi viene il resto. Il fallimento della Nazionale non è nemmeno la peggiore delle sciagure possibili, sportivamente parlando certo.

                          L’ACCUMULO DI POTERE DELLE SOCIETA’ E UN MARIO DRAGHI PER RICOMINCIARE

                          Purtroppo non c’è niente di aggiustabile con l’ordinarietà o peggio ancora l’indifferenza, per risolvere questa crisi serve un governo almeno di ampia maggioranza. Servono decisioni forti, andare a espropriare poteri che i club hanno accaparrato negli anni con la loro arroganza, smontare monopòli illegittimi e dittatoriali.
                          Tutto abbastanza utopistico e risolvibile solo andando a cercare un Mario Draghi, o chi per lui, che possa mettere una toppa a questa gigantesca falla che sta facendo affondare l’intero calcio italiano. E non solo la Nazionale.

                          Non si può rifondare la Nazionale con tutti i bei progetti che abbiamo sentito – ripeto, siamo alla quarta grande crisi azzurra dal 2008 in poi (Sud Africa 2008, Brasile 2014, Svezia 2017, Macedonia del Nord 2022) e sentiamo più o meno sempre le stesse cose, senza che una sola sia stata realizzata – se di fatto lasciamo che siano sempre i club l’unico centro di gravità permanente del calcio italiano. E li lasciamo anche stare lì dopo che quella posizione vitale hanno occupato.

                          LA CONFINDURSTRIA DI AGNELLI, ZHANG, ELLIOT ETC SENZA OPPOSIZIONE

                          I club controllano l’economia del calcio – con pessimi risultati tra l’altro visto che la maggior parte di loro hanno bilanci in rosso e indebitamenti paurosi – controllano l’organizzazione, i calendari, il management delle strutture comuni, i format dei campionati, il patrimonio dei giocatori è considerato loro “proprietà” al 100% quindi di fatto danno i giocatori in “concessione” quasi a farti un favore, controllano e gestiscono tutte le poltrone del potere politico sportivo. Non hanno nel concreto, rimanendo al paragone politico governativo, alcuna opposizione.

                          L’interesse degli Agnelli, degli Zhang, degli Scaroni, dei Marotta e dei Nedved, dei De Laurentiis, dei Friedkin, dei Lotito e via così va più verso la Superlega che verso la Nazionale. E’ un indirizzo confindustriale, egoistico, accentratore, monopolistico e separatista, del tutto opposto a quello della Nazionale, che invece presuppone un’unità di tipo ideale. E comporta più sacrifici che soldi, vittorie rare. Ma ormai lo sono anche quelle dei club, se è per questo…

                          GRAVINA E I POTERI AZZERATI DEI PRESIDENTI DELLA FEDERCALCIO

                          Non è sempre stato così, è il calcio degli ultimi 10-15 anni che ha preso questa strada sbagliata. La Lega di Serie A, e particolarmente alcuni club più di altri, ha preso il sopravvento, di fatto espropriando la Federcalcio di alcune sue prerogative, lasciandole solo una parziale, ridotta e parziale gestione degli arbitri e della Nazionale appunto.
                          E tenendo alla guida della Federcalcio stessa presidenti dai poteri ridottissimi, che non hanno nessuno voglia di fare la guerra ai club. Anche perché su quelle poltrone sono stati messi dalle società di calcio. E dunque pagano pegno.

                          Faccio giusto un banalissimo esempio per essere chiaro. Prima della famigerata partita con la Macedonia del Nord si è chiesto di introdurre una sosta per consentire alla Nazionale un ritiro e una preparazione migliore al play off mondiale. Penso che ormai non sarebbe probabilmente servito a nulla, ma se ne è parlato. E comunque i club non lo hanno concesso e amen. Il presidente Gravina se ne è lamentato un po’ giusto dopo, a frittata ormai fatta. Ma non ha fatto assolutamente nulla prima.
                          Al presidente della Federcalcio non è mai nemmeno saltata in testa l’idea di “prendersela” quella domenica, di imporre la sosta ai club. Perché non ne aveva più i poteri, perché gli erano stati tolti, e soprattutto perché non ne aveva alcuna voglia o alcun coraggio di andare al braccio di ferro con chi ha molti più muscoli di lui.

                          CON FRANCHI, SORDILLO, MATARRESE, GUIDO ROSSI ERA UN’ALTRA STORIA

                          Ecco, penso che ai tempi dei Franchi, Sordillo, Matarrese o del commissario Guido Rossi non sarebbe successo. Quella domenica di sosta se la sarebbero presa d’imperio, per il superiore interesse della Nazionale, e le società avrebbero dovuto provvedere di conseguenza. Nel rispetto di rapporti di forza e scale gerarchiche molto differenti.
                          I club hanno invece manomesso le fondamenta del calcio, perché personaggi del genere – pure alcuni di loro abbastanza discutibili e affascinati dal potere a loro volta – non potessero controllare e guidare una Federcalcio troppo forte e contrapposta alle società di calcio.
                          Una riforma della Nazionale e del calcio è possibile solo con il riequilibro di questi poteri, andando a riprendersi tutto quello che i club hanno preso al calcio con la loro prepotenza, l’arroganza dei soldi, il controllo delle fonti di finanziamento.

                          FORMAT DEI CAMPIONATI E CALENDARI SOTTO LA GESTIONE DELLA FEDERCALCIO

                          La Federcalcio deve tornare a controllare i format dei campionati, gestire i calendari compatibilmente con le esigenze di tutti non solo dell’ Uefa, deve poter imporre regole e strutture sui settori giovanili, avere libertà di gestione dei calciatori azzurri. La Lega di Serie A deve essere pesantemente estromessa da tutto quello che non sia la gestione dei diritti economico finanziari del calcio.
                          La Lega di Serie A deve essere un organismo subordinato alla Federcalcio, che è l’organo politico principale attraverso il quale si organizza e si gestisce il gioco del calcio in Italia. Così come le altre Federazioni per tutti gli altri sport.

                          LA NAZIONALE AL VERTICE DELLA PIRAMIDE DEL CALCIO

                          Serve tornare a un Presidente vero del calcio, con un potere concreto, il calcio di tutti, che ha la Nazionale al vertice della piramide, i calciatori e gli interessi degli appassionati, non un burocrate anonimo che non deve pestare i piedi ad Agnelli, Singer, Zhang, De Laurentiis e così via.
                          O si ha il coraggio di una rivoluzione di principio, di ribaltamento dei poteri, o si commissaria pesantemente il calcio con questo obiettivo per arrivare a eleggere un presidente indipendentemente da quello che vogliono Juve, Milan, Inter, Lazio etc oppure i club penseranno sempre e unicamente a loro interessi.
                          La Nazionale, come dicono gli esperti, non sarà mai il “core business” delle società di calcio, anzi si muoveranno sempre, più o meno alla luce del sole, in opposizione alla Nazionale.

                          INDIETRO I PADRONI DEL CALCIO, UNA RIVOLUZIONE DI TIPO MARXISTA LENINISTA

                          Per farla breve. Ci vogliono le dimissioni di tutti i protagonisti di questo sprofondo azzurro, il commissariamento della Federcalcio e della Lega ma con l’intento di rifondare profondamente il calcio e di riequilibrarlo nelle strutture e nei poteri, la definizione di un nuovo governo forte della Federcalcio stessa e della Nazionale assolutamente indipendente dai club.
                          Più calciatori, più allenatori, meno dirigenti che devono rispondere prima di tutto dei tassi di interesse dei fondi d’investimento che controllano le società.
                          Dopodiché possiamo pure rimetterci Mancini su quella panchina, se è vero che tutto sommato della Nazionale è la faccia migliore. Ma ci vuole il coraggio di una rivoluzione marxista-leninista, con una fondamentale riduzione dello strapotere economico e politico dei padroni del calcio.

                          LA MINACCIA DELLE SUPERLEGA NON DEVE FAR PAURA

                          Se poi per ripicca volessero fare la Superlega, vediamo se riusciranno a costruire un circo che stia in piedi da solo unicamente con le loro forze e le loro strutture. Non certo con gli stadi costruiti con i soldi e i contributi pubblici, e l’organizzazione del calcio inteso come tale sotto l’egida della Federcalcio.
                          Questo significa fare qualcosa di serio e definitivo per una crisi azzurra ma anche generale che ci trasciniamo dietro da almeno 10-12 anni.
                          Altrimenti la prossima partita è Juve-Inter e abbiamo tutta la maniera per scordarcela, la Nazionale.

                          Crisi Nazionale, no dimissioni, avanti Mancini e Gravina. Serve rivoluzione marxista leninista: commissariare Figc, stop al potere dei club, un Draghi salvatore
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Stasera partitone!

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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              Italia, come sarà il Mancini due: da Scamacca a Zaniolo e Tonali

                              «Questa squadra ha un futuro», assicura il c.t.: più spazio a Raspadori (che prenderà il posto di Insigne, a fine corso) e Zaniolo, ma la difesa senza Chiellini è un problema


                              Il futuro è adesso, nel nuovo stadio di Konya sull’altopiano dell’Anatolia centrale, dove l’Italia cercherà di trasformare l’inutile partita della vergogna in una ripartenza. Non aspettatevi rivoluzioni nei prossimi mesi. Mancini coltiva il sogno americano, il Mondiale del 2026 tra Stati Uniti, Canada e Messico, cercando di rinnovare senza tradire la Nazionale che ci ha portato sul tetto d’Europa. Stasera in Turchia occhi puntati su Tonali che crescerà nella considerazione, su Zaniolo che il c.t. ha chiamato quando ancora non aveva giocato un minuto in serie A ma adesso sembra più marginale, sul talentino Raspadori, soprattutto su Gianluca Scamacca. Ieri Mancini, spiegando i motivi della mancata qualificazione al Mondiale in Qatar, ha parlato di partite che l’Italia poteva stravincere e invece ha pareggiato o, come contro la Macedonia, ha perso. Ci manca forza d’urto. Ciro Immobile è il miglior attaccante italiano, ma in Nazionale manda il fratello. Non è una questione di volontà, forse semplicemente di schemi. Il problema c’è sempre stato, dal primo giorno, o meglio da quando, quasi subito, Mancini ha capito di non poter fare affidamento su Balotelli.

                              L’alternanza tra Immobile e Belotti non è stata una soluzione. Adesso si riparte da Scamacca, che in estate sarà protagonista del mercato e non costerà meno di 40 milioni. Si è fatto le ossa in Olanda, la gavetta in serie B e sta completando l’apprendistato al Sassuolo. 13 gol in 28 presenze il suo biglietto da visita, tanto che Raspadori ha dovuto cercarsi fortuna da trequartista o seconda punta. Mancini stima Scamacca e stasera lo proverà nel cuore dell’attacco. La maglia azzurra pesa e quella in Turchia sarà solo la terza presenza, la prima da titolare, con 38 minuti giocati. Serve pazienza, ma l’Europeo è solo tra più di due anni. Anche Raspadori avrà spazio all’inizio al posto di Insigne, che dovrebbe aver chiuso il suo ciclo azzurro così come rischia di fare Immobile. L’occasione è ghiotta per Zaniolo, 8 presenze e 2 reti e l’obiettivo di rialzarsi definitivamente dopo la rottura di due crociati nello stesso anno. Tonali dovrà confermare in Nazionale quanto sta facendo nel Milan.

                              La difesa è un problema serio. Capitan Chiellini chiuderà il primo giugno contro Messi e l’Argentina. Dietro c’è solo Bastoni: Rugani e Romagnoli si sono fermati, Gianluca Mancini non convince l’allenatore. C’è bisogno di Bonucci, che sarà il capitano e ha già dato la sua disponibilità: «Voglio restare per ricostruire. Ci sono le basi per una grande risalita». Gatti del Frosinone ma già acquistato dalla Juventus è nei radar azzurri, come Scalvini dell’Atalanta. La speranza è di recuperare Spinazzola sulla corsia sinistra, senza di lui non è stata più la stessa Italia.

                              A centrocampo è difficile immaginare che Mancini si privi di Jorginho, il più utilizzato in questi anni. Di sicuro il c.t., oltre che in Tonali, spera nella consacrazione di Locatelli, nel recupero di Barella e confida in Verratti, il migliore contro la Macedonia. Ma seguirà anche i giovani Frattesi, Ricci e Mandragora. Lorenzo Pellegrini, come Zaniolo, è un prezioso jolly: oggi entrerà nel secondo tempo come esterno alto, ma potrebbe giocare nei tre di centrocampo. Davanti c’è bisogno di recuperare Chiesa. «Questa squadra ha un futuro», assicura Mancio. Ecco perché non dobbiamo aspettarci stravolgimenti.

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Ripescaggi in Champions e nuove regole finanziarie

                                IL TEMPO (E. ZOTTI) - I top club d'Europa studiano una strategia per vedersi «garantiti» i bonus legati alla Champions League. L'intenzione dell'Eca - Associazione dei Club Europei - è fare pressione sui vertici Uefa per ottenere «un'ancora di salvezza» per le società più importanti del calcio europeo che ogni anno rimangono escluse dalla prima competizione continentale. La richiesta è quella di garantire due slot in base al ranking anche nel caso di mancata qualificazione alle coppe europee. In questo modo due delle prime squadre della graduatoria Uefa potrebbero comunque partecipare alla Champions grazie al coefficiente determinato dai risultati ottenuti in Europa nelle precedenti cinque stagioni.

                                Il tutto sarà favorito dall’allargamento della Champions da 32 a 36 squadre già stabilito a partire dal 2024/25, con due posti assegnati ai club con i coefficienti più alti che non si sono qualificati direttamente per la fase finale di Champions League. Un cambiamento - secondo un'indiscrezione del The Guardian - richiesto in primis dai club di Premier League e discusso nell'assemblea dell'Eca di ieri a Vienna. Durante l'incontro si è parlato anche del rinnovamento dei criteri che regolano il Fair Play Finanziario. Presente anche il presidente Uefa Ceferin che ha illustrato le basi della nuova sostenibilità finanziaria, fondata su due concetti cardine: divieto di debiti tra società di calcio - con sanzioni certe stabilite tramite una tabella - e la ricerca di maggior equilibrio tra fatturato e costi della rosa. Il nuovo sistema entrerà pienamente in vigore dalla stagione 2024/25. Da quel momento i club non potranno spendere più del 70% dei loro ricavi. Il prossimo anno il limite sarà il 90%, per poi scendere all’80% nel 2023/24.

                                IL TEMPO (E. ZOTTI) - I top club d'Europa studiano una strategia per vedersi «garantiti» i bonus legati alla Champions League . L'intenzione dell' Eca - Associazione dei Club Europei - è fare pressione sui vertici Uefa per ottenere «un'ancora di salvezza» per le società più importanti del ...
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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