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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Napoli col Salisburgo, ma la frattura De Laurentiis-Ancelotti è scomposta (non solo per il ritiro)

    Il n. 1 ha imputato ai giocatori «cali di concentrazione e di tensione»; il tecnico ha ascoltato alcuni, ignorando i mal di pancia di altri, e qualche screzio (Insigne) c’è stato

    La coerenza, prima di ogni cosa. Quella di Aurelio De Laurentiis, presidente turbato e infastidito dal rendimento del suo Napoli, che decide per il ritiro fino a domenica. Ma anche quella di Carlo Ancelotti, tradizionalmente contrario a questo provvedimento, e che non può smentirsi all’improvviso. Fin qui, due strade parallele che non si incrociano. Se, però, il proprietario del club fa l’annuncio pubblico e l’allenatore, mezzora dopo, a favore di taccuini e microfoni, ammette: «Non sono d’accordo», la lettura della divergenza va molto oltre il pro e il contro.


    La crepa si è aperta nel bel mezzo di una crisi di risultati, davanti a una squadra che ieri neanche sapeva di dover restare «reclusa» per sette giorni (oltre la sfida di martedì sera con il Salisburgo in Champions, oltre quella di campionato di sabato contro il Genoa) e che non ha gradito il provvedimento, provando (inutilmente) a far sentire forte il proprio dissenso. Squadra che però fa anche fatica a stabilire da che parte stare. De Laurentiis ha imputato ai giocatori «cali di concentrazione e di tensione»; Ancelotti in questi mesi ha ascoltato le ragioni di qualcuno, ignorando i mal di pancia di qualche altro, e qualche screzio (vedi Insigne) c’è stato. Ha schierato ruoli e posizioni secondo il suo piano tattico, deludendo qualche aspettativa. I risultati non sono arrivati, almeno non quelli previsti a inizio stagione, il gruppo si è diviso. La scelta di campo di De Laurentiis pone ora squadra e staff tecnico uno di fronte all’altro, una sorta di resa dei conti nel momento forse più importante della stagione.


    Il presidente va oltre la sfida contro il Salisburgo che in caso di vittoria vale la qualificazione agli ottavi (« nelle gare di Champions facile mettersi in vetrina e fare bene») e punta l’indice contro il rendimento a intermittenza generale che il Napoli ha avuto fin qui: «I giocatori dimostrino di valere il prezzo che abbiamo pagato per loro. Probabilmente in estate questo gruppo non si è amalgamato, il ritiro servirà anche a conoscersi meglio. Non mi inquietano i 18 punti in classifica, possiamo recuperare, ma bisogna avere continuità. I due rigori presi all’Olimpico mi lasciano stupefatto: manca concentrazione». Ad Ancelotti riserva parole al miele ( «È un signore perbene, non posso imputargli nulla») ma se i toni restano pacati, i fatti dicono che la dolcezza dei primi tempi va affievolendosi. Intervento perentorio, il suo. Con l’avvertimento: «Se l’altalena dei risultati dovesse continuare, dovrei portarli tutti in ritiro fino a Natale».

    Non c’è margine di discussione. Ad Ancelotti non resta che fare buon viso. Precisa il dissenso ma va avanti: «Il ritiro è un dettaglio, la cosa più importante è che contro il Salisburgo è in palio la qualificazione agli ottavi di Champions. Non esistono se e ma, bisogna ripartire dai venti minuti buoni giocati contro la Roma e dalle prove ottime che abbiamo fatto finora in Champions». Stasera notte d’Europa al San Paolo, la più importante. Vietato sbagliare: è l’unico imperativo che mette d’accordo tutti.

    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Inter a Dortmund, Conte: «Col Borussia è importante, servirà personalità in un ambiente elettrico»

      «Il Barcellona ha già ipotecato un posto, noi dovremo essere bravi nei momenti di sofferenza e non snaturarci. Ma dovremmo anche imparare a fare un po’ di melina»

      Il primo spareggio della stagione. L’Inter si gioca a Dortmund contro il Borussia di Lucien Favre un bel pezzo di qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Non perdere metterebbe la strada in discesa per gli uomini di Antonio Conte (foto Epa), una vittoria chiuderebbe di fatto ogni discorso, una sconfitta nerazzurra sarebbe di fatto un lasciapassare per i tedeschi. In campionato l’Inter in trasferta quest’anno ha sempre vinto, in Champions è caduta soltanto a Barcellona. La buona notizia per Conte è il recupero di giocatori importanti come Sensi e D’Ambrosio. Più scelta per l’allenatore, deciso a conquistare un pezzo di qualificazione.

      «È una partita importante, il Barcellona ha già ipotecato un posto. Incontriamo una squadra forte e collaudata come il Borussia, dovremo fare grande attenzione, è uno step importante. Giochiamo in un ambiente elettrico: sarà fondamentale giocare una gara di personalità. Gli step di crescita per noi passano attraverso la mentalità se sarà partita difensiva è perché il Borussia ci ha mette lì. Le sei vittorie in trasferta testimoniano che per noi non esiste né casa né trasferta: chi si aspetta una partita difensiva sbaglia. Non è quello che vogliamo proporre. Dovremo essere bravi nei momenti di sofferenza, ma nella fase di possesso sappiamo cosa fare: non ci snatureremo».


      Conte vuole un’Inter da battaglia. «La nostra idea in fase di possesso è fare assolutamente gol, non siamo una squadra brava a difendere anche perché non abbiamo giocatori di ripartenza. Siamo una squadra con delle qualità, creiamo molte opportunità per fare gol, dobbiamo sempre fare male all’avversario. Andiamo fin troppo in verticale, dovremmo imparare anche a fare un po’ di melina altrimenti ci sfianchiamo».

      L’Inter viene da quattro vittorie nelle ultime cinque partite. «Stiamo arrivando alla fine di un altro miniciclo di sette partite, quello precedente lo chiudemmo con due sconfitte con Barcellona e Juventus. La Champions dà comunque stimoli, è adrenalina, fa trovare anche energie anche se qualcuno ha il serbatoio un po’ vuoto».

      Conte è tornato anche sul caso Balotelli. «Il razzismo va combattuto in qualsiasi forma, bisogna essere inflessibili. Il presidente del Verona ha fatto ammenda dicendo che negli anni precedenti c’era stato qualche forma di razzismo. Bisogna punire le persone ignoranti, poi io non ero allo stadio e in tanti hanno detto che non è stata una cosa unanime, ma di qualche deficiente: quello va punito».

      Candreva sposa la linea di Conte e della nuova Inter: «Quest’anno con il mister è un’altra storia. Ci ha fatto fare il salto di qualità negli allenamenti che nelle partite, è stato fondamentale. Bisogna seguirlo, perché è importante e ci può portare lontano».

      CorSera
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        Su Balotelli partita politica: dai cori razzisti all'Ilva e al dossier Fifa

        Inizia un capo ultrà veronese: «Non sarai mai italiano». Mario: «Siete dei piccoli esseri». Salvini: «Un operaio di Taranto vale 10 Balotelli». La procura Figc: «Pochi i buu»

        La pallonata di Balotelli ha fatto il giro del mondo, finendo fuori dal campo di calcio, ammaccando un altro po’ l’immagine già guasta del nostro pallone, sempre più ostaggio dei razzisti. E trasformandosi in un incandescente caso politico nel quale ognuno gioca la sua partita. A gettare benzina sul fuoco sono state le parole choc di Luca Castellini, capo ultrà del Verona ed esponente di Forza Nuova, che intervistato sulla vicenda dei buu all’indirizzo del giocatore del Brescia durante la partita del Bentegodi ha detto che «Balotelli ha fatto una pagliacciata» per insulti «sentiti solo nella sua testa» e, peggio che peggio, che «non potrà mai essere del tutto italiano».

        La replica di Mario, arrivata via Instagram, è stata durissima: «Qua amici miei non c’entra più il calcio. State insinuando situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo, svegliatevi ignoranti, siete la rovina. Però quando Mario faceva e vi garantisco farà ancora gol per l’Italia, vi sta bene, vero? Le persone così vanno radiate dalla società, non solo dal calcio. Basta mandar giù ora. Basta lasciar stare. Basta. Basta».

        Chi gli sta vicino racconta di un Mario distrutto ma combattivo. Il razzismo è per lui una ferita sempre aperta, che lo riporta a quando era bambino, a quegli anni difficili che lo hanno segnato per sempre. Quei fischi sono stati per lui un dolore immenso. Tanto che per qualche istante, quando è rientrato negli spogliatoi, ha pensato a un futuro lontano dall’Italia. Un pensiero che ha cancellato però subito, quando i compagni lo hanno stretto in un abbraccio. Ieri ha cercato di recuperare la serenità trascorrendo la giornata con mamma Silvia. Un pranzo in casa, a Brescia, per poi portare la figlia Pia e il fratello Enock al centro commerciale per una partita a bowling. Dopo ore difficili, è tornato a sorridere.

        La bufera però resta. Da tempo la Fifa ha aperto un dossier sul razzismo negli stadi italiani. Uva, vicepresidente Uefa, ha criticato i club: «Possono revocare la tessera a un tifoso, non farlo più entrare. Ma pochissimi lo fanno». Numerose (e varie) le reazioni della politica. Salvini: «Vale più un operaio dell’Ilva che 10 Balotelli, non abbiamo bisogno di fenomeni». La Meloni: «Se gli insulti razzisti ci sono stati bisogna prendere provvedimenti». Si schierano con l’attaccante Liliana Segre («ancora guardano i colori delle persone?») e il presidente della Camera, Fico: «Non sarà mai del tutto italiano chi è razzista». Il ministro dello Sport, Spadafora, si è rivolto al club chiedendo di «condannare quanto avvenuto» e al sindaco di Verona, Sboarina, che aveva negato l’episodio, invitandolo «a prendere le distanze da quei cori».

        Il primo cittadino non ha però fatto marcia indietro: «Non può essere che da un presupposto che non esiste, perché allo stadio non ci sono stati cori razzisti, venga messa alla gogna una città». Una città che, come assicura il vescovo Giuseppe Zenti, «non è quella che si vede allo stadio». Uno stadio che con Balo è in guerra dal 2010, dopo i fischi di un Chievo-Inter. «Il pubblico di Verona mi fa sempre più schifo» disse allora Mario.

        Che domenica i responsabili degli ululati fossero un’esigua minoranza lo confermano fonti della procura della Federcalcio: «Erano venti a fare ululati razzisti, il resto della curva applaudiva invece Balotelli». O forse lo derideva? Fatto sta che oggi tocca al giudice sportivo, che potrebbe sanzionare il club oppure, più facilmente, richiedere alla procura federale un supplemento di indagine. Per verificare, come da novità del Codice, che il Verona collabori concretamente all’individuazione dei responsabili, cosa che il club ha già annunciato che farà: sembrerebbe intenzionata a bandire dallo stadio il capo ultrà Castellini.

        Occorre però altro, occorre di più. «Stiamo lavorando con la Polizia, queste persone non devono più entrare in uno stadio» ha detto l’ad della Lega di A, De Siervo. Un aiuto concreto può arrivare però solo dalla tecnologia: allo studio ci sono riconoscimento facciale e radar sonoro, per il quale però resta al momento l’ostacolo della privacy. Sarebbe un doppio passo fondamentale. Ma sarà abbastanza, senza una svolta culturale?

        CorSera
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                  Qualcuno riesce a trovare un collegamento tra i (pochi) fischi razzisti cui è stato fatto oggetto Balotelli a Verona e l'idea di convocarlo in nazionale, mai prima passata per la testa a Mancini?

                  Ormai siamo alla più sfacciata ipocrisia, al più stomachevole populismo. Se non lo consideravi adatto ad una convocazione prima di Verona, perchè adesso improvvisamente dovrebbe esserlo? Che mettiamo dentro le pippe solo perchè mediatiche o per convenienza politica? Facciamo come ad Hollywood le quote nere? Dove magari sei un cane a recitare ma sei nero e ti scritturo lo stesso altrimenti le lobby si agitano?

                  Vorrei ricordare che Balotelli è indagato per istigazione a delinquere e gioco d'azzardo, per aver convinto un coglione come lui a buttare in mare uno scooter, in cambio di 2000 euro. Kean e Zaniolo non sono stati convocati per molto meno...ma sono bastati 20 "buuhh", un pallone in faccia al pubblico e l'idiozia del Paese, dove ogni starnuto diventa caso politico-mediatico, per sanare tutto.

                  Non abbiamo problemi più importanti (o giocatori più meritevoli di convocazione)?
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Qualcuno riesce a trovare un collegamento tra i (pochi) fischi razzisti cui è stato fatto oggetto Balotelli a Verona e l'idea di convocarlo in nazionale, mai prima passata per la testa a Mancini?

                    Ormai siamo alla più sfacciata ipocrisia, al più stomachevole populismo. Se non lo consideravi adatto ad una convocazione prima di Verona, perchè adesso improvvisamente dovrebbe esserlo? Che mettiamo dentro le pippe solo perchè mediatiche o per convenienza politica? Facciamo come ad Hollywood le quote nere? Dove magari sei un cane a recitare ma sei nero e ti scritturo lo stesso altrimenti le lobby si agitano?

                    Vorrei ricordare che Balotelli è indagato per istigazione a delinquere e gioco d'azzardo, per aver convinto un coglione come lui a buttare in mare uno scooter, in cambio di 2000 euro. Kean e Zaniolo non sono stati convocati per molto meno...ma sono bastati 20 "buuhh", un pallone in faccia al pubblico e l'idiozia del Paese, dove ogni starnuto diventa caso politico-mediatico, per sanare tutto.

                    Non abbiamo problemi più importanti (o giocatori più meritevoli di convocazione)?
                    una fotografia dello schifo del mondo ipocrita attuale
                    Originariamente Scritto da Pesca
                    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                      Gli ispettori federali sono in un evidente imbarazzo, lo si capisce tra le righe. Fosse stato per loro, quegli assolutamente impercettibili versi provenienti da uno sparutissimo gruppo di ultrà del Verona non sarebbero stati nemmeno segnalati. Nessuno in tutto lo stadio (e nemmeno in campo) li ha difatti sentiti.

                      E' solo il solito salto di nervi di Balotelli ad aver prodotto il solito caos. A causa sua c'è finita di mezzo pure tutta Verona, città nobilissima.
                      ...ma di noi
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                        Quantomeno Sgarbi è uno dei pochi a dire in TV che lo insultano perché sta sui coglioni e
                        Non in quanto nero

                        Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
                        Cura il tuo corpo come un tempio
                        Originariamente Scritto da M K K
                        Desade grazie di esistere
                        Originariamente Scritto da AK_47
                        si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                          Io so solo che per Kean a Cagliari nessuno ha fatto niente...eppure lì si erano sentiti pure in televisione (io stesso via streaming avevo percepito gli ululati).

                          Si vede che nemmeno i neri so' tutti uguali. Basta infatti piantare un po' di casino e in Italia ricevi la massima attenzione, in specie se sei utile per il mediocre agone politico (e mediatico) di questi tempi.
                          ...ma di noi
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                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Lo stesso Kean l'unica risposta che aveva dato era stata segnare e restare fermo in campo guardando in direzione della curva: un mare di critiche...a chi fischiava? No, a Kean per il suo atteggiamento "supponente" e "provocatorio".

                            Ora arriva Balotelli, per dei cori che praticamente ha sentito solo lui, risponde tirando una pallonata indiscriminata al pubblico e che succede? Critiche? No, premi. Forse pure convocazioni in nazionale.

                            Pero' se mandi tutto questo circo a cagare ti danno del fascista.
                            Last edited by Sean; 05-11-2019, 09:13:46.
                            ...ma di noi
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Lo stesso Kean l'unica risposta che aveva dato era stata segnare e restare fermo in campo guardando in direzione della curva: un mare di critiche...a chi fischiava? No, a Kean per il suo atteggiamento "supponente" e "provocatorio".

                              Ora arriva Balotelli, per dei cori che praticamente ha sentito solo lui, risponde tirando una pallonata indiscriminata al pubblico e che succede? Critiche? No, premi. Forse pure convocazioni in nazionale.

                              Pero' se mandi tutto questo circo a cagare ti danno del fascista.
                              C'è un modo semplicissimo per risolvere il problema, balotelli alla juve

                              Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk

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                                Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
                                C'è un modo semplicissimo per risolvere il problema, balotelli alla juve

                                Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
                                Aaaargh.... Non lo fare più Cris.
                                « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                                PRESENTI




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