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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    C’è sempre un Ronaldo nel nostro destino. Divorziato dalla Juventus ora potrebbe trovarsi sulla strada della Nazionale in cerca di entrare ai Mondiali in Qatar dalla porta di servizio. Mancini è stato molto chiaro: “Lo eviterei volentieri”. Dopo la separazione per nessuno è andata come sperava, la Juventus ha sì risparmiato la montagna di milioni del suo ingaggio, ma è precipitata nel pozzo della classifica e non riesce più a colmare la grande perdita di gol. Ronaldo ha trovato ancora i soldi al Manchester United, ma non la felicità passata, i gol non sono molti e le sofferenze sono ancora parecchie. Soprattutto quella di vedersi battere dalla Serbia e costringere il Portogallo ai play off. In compenso l’Atalanta ha già provato quanto sia duro ritrovarsi Ronaldo sulla strada, visto che è stato decisivo nelle due partite di Champions League. Insomma ci si eviterebbe ancora molto volentieri…

    “Evitare Ronaldo” non è solo una raccomandazione di prudenza mondiale, è un’esplicita richiesta del ct Mancini. Che è fiduciosissimo e sicurissimo della qualificazione ai Mondiali in Qatar, però Ronaldo se lo eviterebbe volentieri. L’Italia ai play off ha una possibilità su sei di incontrare Ronaldo e altrettanto di Ibrahimovic. Quindi una su tre di trovare uno dei due. Per non dire che puoi ritrovarti Ronaldo o Ibrahimovic, ma anche Lewandowski che con la Polonia non è testa di serie.

    L’avventura italiana di Ronaldo si è conclusa senza particolari sofferenze, una consunzione né lenta né veloce, ma inesorabile. Alla fine tutti si sentivano più sollevati, Ronaldo col suo ritorno in Premier League dove sperava di essere apprezzato incondizionatamente come superstar, la Juve perché sgravata da un conto che ha scoperto tardi di non poter essere ripagato con gol e adeguate vittorie.

    Detto questo l’apparenza è sempre poi ingannevole. La Juventus di Allegri è precipitata nel pozzo della classifica, accorgendosi che i gol di Ronaldo costavano troppo, ma almeno erano gol che nessuno ora è in grado di compensare. Ronaldo ha trovato ancora la solita montagna di milioni di sterline, ma non la felicità di una grande squadra vincente come quando la lasciò dodici anni fa. Gol ne segna abbastanza a fatica, le amarezze non mancano, il Manchester United annaspa in Premier League, perfino il Portogallo lo ha fatto piagnucolare facendosi battere dalla Serbia all’ultimo minuto e costringendolo, come noi, a cercare di entrare al Mondiale dalla porta di servizio.

    L’Italia invece ritrova Ronaldo con l’Atalanta in Champions League e quello prima gli fa il gol del sorpasso e della vittoria a Manchester, più i due gol con cui rimonta e pareggia a Bergamo. E adesso si raccomanda per evitarlo ai play off di qualificazione mondiale. Come dire, ancora tu ma non dovevamo vederci più?

    "Evitare Ronaldo" non è solo una raccomandazione di prudenza mondiale, è un'esplicita richiesta del ct Mancini. Che è fiduciosissimo e sicurissimo della qualificazione ai Mondiali in Qatar, però Ronaldo se lo eviterebbe volentieri. L'Italia ai play off ha una possibilità su sei di incontrare Ronaldo e altrettanto di Ibrahimovic. Quindi una su tre di trovare uno dei due. Per non dire che puoi ritrovarti Ronaldo o Ibrahimovic, ma anche Lewandowski che con la Polonia non è testa di serie. L'avventura italiana di Ronaldo si è conclusa senza particolari sofferenze, una consunzione né lenta né veloce, ma inesorabile. Alla fine tutti si sentivano più sollevati, Ronaldo col suo ritorno in Premier League dove sperava di essere apprezzato incondizionatamente come superstar, la Juve perché sgravata da un conto che ha scoperto tardi di non poter essere ripagato con gol e adeguate vittorie. Detto questo l'apparenza è sempre poi ingannevole. La Juventus di Allegri è precipitata nel pozzo della
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    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Immobile e la Nazionale: cosa c’è dietro alla crisi (antica) dei centravanti italiani

      Buco generazionale, ma non solo. «Colpa anche della moda del falso nove nei vivai» secondo Boninsegna. Ma c’è anche una ragione fiscale: il decreto crescita favorisce chi arriva dall’estero

      Non fosse che non fa ridere per niente, sembrerebbe una di quelle vecchie barzellette che iniziavano col «c’è un inglese, un francese» e via così fino all’italiano, che infatti c’è pure qui e si chiama Immobile. Ma appunto non è una barzelletta, soprattutto perché se rischiamo di restare a casa un’altra volta dal Mondiale è anche, o meglio soprattutto, perché Ciro da Torre Annunziata è l’unico centravanti italiano che gioca titolare in una grande del nostro campionato. L’unico. Sembra assurdo ma è davvero così: quella zona di campo è per noi una terra straniera. E da un pezzo, anche. L’Europeo vinto a giugno ha solo mascherato per qualche mese quello che resta un enorme problema generazionale: sono sparite le punte. Dietro Immobile, che peraltro in azzurro stenta, il nulla. Ha ragione Fabio Capello: «Se abbiamo solo lui, facciamoci qualche domanda». Già: perché questo vuoto?

      Scorrendo la classifica del campionato che riprende sabato con la volata di fine anno, 7 partite da qui al 22 dicembre, lo scenario è sconfortante: il Napoli ha il nigeriano Oshimen, il Milan lo svedese Ibrahimovic e il francese Giroud, l’Inter l’argentino Martinez e il bosniaco Dzeko, l’Atalanta i colombiani Zapata e Muriel, la Roma l’inglese Abraham, la Fiorentina il serbo Vlahovic, la Juve l’argentino Dybala e lo spagnolo Morata. Scendiamo ancora? Il Bologna dell’austriaco Arnautovic, il Verona dell’argentino Simeone, l’Udinese del portoghese-guineense Beto. Perfino le cosiddette piccole puntano sui forestieri: il Venezia ha il nigeriano Okereke, connazionale di Simy della Salernitana, il Cagliari il brasiliano Joao Pedro, lo Spezia l’angolano Nzola. Tre squadre su quattro in A hanno un centravanti straniero. Tant’è vero che in Nazionale c’è l’attacco del Sassuolo, con Scamacca e Raspadori, di fatto due ragazzi

      Ma non è solo questione di chi gioca, occorre guardare anche i gol: nei primi sei della classifica cannonieri compare solo un italiano, il solito Immobile. Andando indietro, il trend non cambia: nella stagione scorsa, fra i primi cinque della graduatoria finale dei goleador vinta da Ronaldo con 29 centri c’era solo Ciro. Per trovare un italiano giovane di buone speranze si deve scendere in serie B, col ventunenne Lucca del Pisa che infatti da quando è finito sotto i riflettori non segna più, com’è normale succeda a un ragazzo della sua età, che per crescere deve giocare, giocare e giocare. «Non può essere lui la soluzione» assicura Alessandro Altobelli, secondo il quale «occorre invece dare la massima fiducia a Immobile per marzo e poi lavorare su Kean, che dei nuovi attaccanti è quello con maggior talento».

      Se Pierluigi Casiraghi ha detto di sperare «nell’esplosione di Scamacca nei prossimi tre mesi», un altro grande ex attaccante azzurro come Roberto Boninsegna prima boccia l’ipotesi Balotelli («ha già perso le sue occasioni») e poi prova ad approfondire le ragioni che hanno portato all’estinzione del ruolo: «Ai miei tempi c’era molta concorrenza, tant’è che io a Messico ’70 andai solo perché s’infortunò Anastasi, ma qui non è solo una questione generazionale, bensì di cultura calcistica — sostiene Bonimba —. Questi ragazzi sono cresciuti nell’epoca del falso nove e per loro, anzi per tutti noi, è stato un male. Il Barcellona di Guardiola di dieci-dodici anni fa, con Messi che si muoveva da punta senza esserlo, è stato purtroppo imitato da troppi allenatori nei settori giovanili».

      Crisi generazionale e modelli formativi sbagliati, ma non solo: il denaro c’entra sempre e a pesare qui è anche la questione fiscale, col decreto crescita che spinge i club — anche quelli piccoli, come si è visto — a privilegiare a parità di qualità un attaccante che arriva dall’estero rispetto a un italiano, semplicemente perché il primo costa meno di tasse, addirittura la metà. Una scelta legittima dei club che però danneggia il sistema. Il problema è che se il sistema perde, perdiamo tutti. Quindi? Come per andare al Mondiale, siamo ancora in tempo. Ma bisogna crederci. E cambiare.


      CorSera
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        Mondiali a rischio: Italia, processo ai leader. Donnarumma incerto, Barella a vuoto, Chiesa e Insigne a secco

        Mancini: «A marzo confido di recuperare tutti e con la squadra al completo non temo nessuno»

        Saranno mesi lunghi e carichi di tensione. Il Mondiale dell’Italia è ancora appeso alla maledizione dei playoff e in un istante siamo tornati a quattro anni fa con la Svezia. Il colpo è duro da digerire. Il lungo inverno azzurro sarà buio e popolato da fantasmi impossibili da scacciare. Neppure la serenità apparente di Mancini è sufficiente a tranquillizzare il popolo della Nazionale. «Al Mondiale ci andremo», ha detto il c.t. dopo la magra figura di Belfast e lo ha twittato prima di salire sul charter che ha riportato gli azzurri a casa e ribadito dopo averci dormito (male) sopra: «A marzo confido di recuperare tutti e con la squadra al completo non temo nessuno. Se proprio devo togliere un avversario, preferirei non incontrare il Portogallo»

        Tocca a Mancini, il protagonista del rinascimento azzurro, capire i mali della sua involuta creatura che in quattro mesi si è dissolta. Jorginho, tra i peggiori anche al Windsor Park, è il simbolo della discesa verticale: spento, vuoto, scarico. I leader hanno tradito: le incertezze di Donnarumma, i passaggi a vuoto di Barella che nell’Inter è sempre tra i migliori, le deludenti risposte di Chiesa e Insigne. La riconoscenza verso gli eroi di Wembley può avere condizionato gli ultimi mesi del c.t., ma l’allenatore azzurro non ha intenzione di cambiare strada. «Continueremo a lavorare su questo gruppo. Credo ancora che siamo una grande squadra, non abbiamo vinto l’Europeo per caso». Subito dopo lo squallido 0-0 contro i modesti irlandesi, ha riunito i giocatori negli spogliatoi e ha provato a spargere serenità: non dimentichiamo chi siamo e cosa abbiamo fatto, il senso del discorso del re. Ma per uscire indenne dalla doppia trappola dei playoff Mancio dovrà capire i motivi del crollo. L’Italia, nel momento della verità, è mancata sul piano della personalità. All’Europeo, senza nulla da perdere e sulle ali dell’entusiasmo, volava. Quando è ripartita, con gli occhi puntati addosso, si è sbriciolata e di fronte al rischio di perdere il Mondiale è andata nel panico. La frase carpita a Immobile è la perfetta fotografia del momento e di cosa ci aspetta: «Ora è complicata anche perché abbiamo l’ansia del 2017...». Inoltre, Mancini dovrà lavorare sull’unità del gruppo che era la nostra forza e adesso è diventato la nostra debolezza. Non sono sfuggiti certi battibecchi tra i giocatori e qualche comprensibile ma inopportuno scatto di nervosismo.

        Siamo con le spalle al muro. Ma drammatizzare non serve. «Se doveva capitare un momento negativo meglio adesso che a marzo o al Mondiale», l’analisi del tecnico. È il momento della compattezza. Mancini punterà a recuperare gli infortunati, da Spinazzola a capitan Chiellini, da Verratti a Immobile, da Pellegrini a Zaniolo. E terrà le porte aperte a chi saprà mettersi in luce attraverso il campionato, ma senza farsi illusioni: ormai ha scandagliato in lungo e in largo la serie A in cui gli eleggibili per la maglia azzurra sono meno del 40 per cento.

        In Federcalcio c’è la volontà di dare un senso a questo momento sbilenco e di aiutare Mancini a rimettere le cose al proprio posto. Sul volo di ritorno in Italia il presidente Gravina e il segretario generale Brunelli hanno affrontato con l’allenatore una serie di questioni logistiche. Mancio vuole giocare la semifinale dei playoff a Roma e eventualmente anche la finale. Inoltre, la Figc chiederà alla Lega la possibilità di uno stage il 30 gennaio, quando il campionato si fermerà per le qualificazioni sudamericane. Quasi impossibile invece spostare la giornata di campionato del 20 marzo che anticipa gli spareggi. «Se restiamo normali la vedo complicata. Dobbiamo tornare speciali recuperando la spensieratezza», il monito di Gravina. Se non andiamo in Qatar si spalanca un baratro di (almeno) 12 anni senza Mondiali: sarebbe una catastrofe.

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          Lazio, Immobile salta la Juventus. E Lotito attacca la Nazionale per la gestione dell'infortunio

          No, Ciro non ce la fa. Immobile salterà la sfida di sabato (ore 18) contro la Juventus: la decisione è stata presa questa mattina, dopo la risonanza che il centravanti azzurro ha svolto in Paideia. Eppure gli esami avevano evidenziato il miglioramento del muscolo, con l'edema al soleo del polpaccio sinistro che si sta riassorbendo, ma non basta: è troppo grande la paura di una possibile ricaduta.

          Sorridendo, ieri Immobile aveva confessato di volerci provare a rientrare per il big match dell'Olimpico: "Sono in via di guarigione". Ma la sua volontà si è scontrata con la realtà dei fatti e soprattutto con la decisione comune presa a Formello di non rischiare il capocannoniere del campionato, che rientrerà in gruppo nella settimana con la doppia trasferta: giovedì 25 con la Lokomotiv, domenica 28 contro il Napoli.

          Si rammarica Maurizio Sarri, fino all'ultimo aveva sperato di recuperarlo per la sfida-vendetta contro la sua ex Juventus. Si arrabbia, invece, il presidente Claudio Lotito, che torna a tuonare contro la Nazionale: "Se lo staff medico avesse gestito Ciro come accade alla Lazio, probabilmente avremmo avuto una situazione completamente diversa". Lotito non è nuovo ad attacchi contro la Figc del suo rivale Gravina. Proprio una settimana fa, aveva criticato la loro ricostruzione dell'infortunio di Immobile fatta dalla Nazionale. "Dicono si sia infortunato in Lazio-Salernitana? Non è così, se avesse accusato dei problemi con noi non sarebbe partito per Coverciano".

          A rendere ancora più amaro il pomeriggio per la Lazio, la brutta botta presa da Pedro in allenamento. Dolorante, lo spagnolo ha abbandonato anzitempo la seduta: le sue condizioni verranno valutate ma non sembrerebbe essere in dubbio per sabato. Quando sarà lui a sostituire Immobile al centro dell'attacco, con Sarri che, dopo aver bocciato Muriqi, è pronto a varare la formula del 'falso nueve' nel tridente leggero: Felipe Anderson, Pedro e Zaccagni.

          Sarà in campo Lazzari, che ha smaltito la lesione al polpaccio e prenderà il posto di Marusic (positivo al Covid) come terzino destro. "Mi aspetto che la Lazio faccia una partita combattuta contro la Juventus", ha aggiunto Lotito, intervento all'Olimpico nella conferenza di presentazione del progetto Scuola di Formazione post carriera. "Spero che la squadra dimostri le proprie potenzialità. Il rinnovo di Sarri? Parliamo tutti i giorni, abbiamo un bel rapporto e quello che maturerà sarà una cosa naturale".

          Repubblica
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            Pinto-Mou: futuro incerto. Dalot dice sì

            LEGGO (F. BALZANI) - Un mercato estivo con tante ombre, uno invernale con troppe incertezze e quel rapporto ambiguo con Mourinho. L'intervista di Pinto a Sky rischia di incrinare ulteriormente le già indebolite sicurezze della piazza romanista nei confronti del general manager scelto dai Friedkin che a giugno aveva promesso: "Costruiremo una Roma all'altezza di Mourinho".

            Oggi la realtà è ben diversa. A preoccupare non sono tanto le parole inflazionate come "tempo", "progetto" e "sostenibilità" obbligate anche dalla situazione debitoria del club, ma il fatto che Tiago abbia avuto l'esigenza di ribadirle durante la sosta chiamando spesso in causa Mourinho. Il presunto allineamento con José descritto da Pinto cozza con la realtà.

            Lo Special One ha ripetuto fino allo sfinimento quanto la rosa della Roma non sia all'altezza e quanto avrebbe bisogno di rinforzi d'esperienza tirando in ballo pure le cessioni di Jesus e Peres e le alternative che le concorrenti italiane (non i top club europei) possono vantare in alcuni ruoli. Pinto non ha accontentato il tecnico su Xhaka, e non è riuscito nemmeno a prendere Anguissa. L'ultimo centrocampista acquistato è datato gennaio 2019 (Villar). Altro buco clamoroso sulla fascia destra dove non esiste un vice Karsdorp. Errori rimediabili sul mercato invernale.

            Prende piede la pista Dalot che ha detto sì a Mou, ma lo United chiede l'obbligo di riscatto a 12 milioni e non il diritto a 15 per il terzino. A centrocampo rispunta Herrera in scadenza. Intanto proseguono le manovre dirigenziali. Come nuovo direttore commerciale in pole Serena Salvione del Napoli.

            https://laroma24.it/rubriche/la-penna-degli-altri/2021/11/pinto-mou-futuro-incerto-dalot-dice-s
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              E' dagli anni '80, in concomitanza con la riapertura delle frontiere agli stranieri, che leggo del pericolo di impoverimento dei calciatori italiani "soffocati" dall'invasione straniera: un discorso ciclico e che riciccia adesso.

              Non mi pare che l'apertura agli stranieri (prima uno poi due e poi tre fino alla libera circolazione degli anni '90) abbia nelle decadi scorse inaridito la vena degli attaccanti italiani, visto che le nazionali di allora avevano fior fiore di attaccanti, con le seconde linee che oggi sarebbero salutate come bomber salvifici, quindi figuriamoci i titolari.

              Questa critica dovrebbe chiedersi a chi ruba il posto Osimeh...a quale Vialli o Vieri (ma anche solo Schillaci) sta chiudendo la porta e il futuro Osimeh? Osimeh o Morata o Abraham o Giroud o Lautaro o Vlahovic ecc...a chi stanno fregando il posto, quale talento stanno soffocando? Dove sono questi Gigi Riva in erba che non possono accedere alla A perchè il posto glielo fregano gli stranieri? Facciano dei nomi che Mancini sarebbe solo che contento.

              No non è quella la causa. Ha dunque a che vedere con un inaridimento del ricambio generazionale, forse in un disamoramento di molti giovani per il calcio a favore di altri sport/attività, forse una gestione a livello scolastico e di base tutta da rivedere e questioni simili.

              Possiamo pure cacciarli tutti questi stranieri, ma poi chi ci mettiamo al loro posto? Gli Scamacca? I Lucca?
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                E' dagli anni '80, in concomitanza con la riapertura delle frontiere agli stranieri, che leggo del pericolo di impoverimento dei calciatori italiani "soffocati" dall'invasione straniera: un discorso ciclico e che riciccia adesso.

                Non mi pare che l'apertura agli stranieri (prima uno poi due e poi tre fino alla libera circolazione degli anni '90) abbia nelle decadi scorse inaridito la vena degli attaccanti italiani, visto che le nazionali di allora avevano fior fiore di attaccanti, con le seconde linee che oggi sarebbero salutate come bomber salvifici, quindi figuriamoci i titolari.

                Questa critica dovrebbe chiedersi a chi ruba il posto Osimeh...a quale Vialli o Vieri (ma anche solo Schillaci) sta chiudendo la porta e il futuro Osimeh? Osimeh o Morata o Abraham o Giroud o Lautaro o Vlahovic ecc...a chi stanno fregando il posto, quale talento stanno soffocando? Dove sono questi Gigi Riva in erba che non possono accedere alla A perchè il posto glielo fregano gli stranieri? Facciano dei nomi che Mancini sarebbe solo che contento.

                No non è quella la causa. Ha dunque a che vedere con un inaridimento del ricambio generazionale, forse in un disamoramento di molti giovani per il calcio a favore di altri sport/attività, forse una gestione a livello scolastico e di base tutta da rivedere e questioni simili.

                Possiamo pure cacciarli tutti questi stranieri, ma poi chi ci mettiamo al loro posto? Gli Scamacca? I Lucca?
                Sean, ho postato credo martedì i numeri. I giovani che giocano ci sono. Si intende come scuole calcio e giovanili. Addirittura in aumento da 10 anni a questa parte. C'è qualcosa che si perde dopo.

                Inviato dal mio SM-G991B utilizzando Tapatalk

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                  Originariamente Scritto da SimoneBW Visualizza Messaggio
                  Sean, ho postato credo martedì i numeri. I giovani che giocano ci sono. Si intende come scuole calcio e giovanili. Addirittura in aumento da 10 anni a questa parte. C'è qualcosa che si perde dopo.

                  Inviato dal mio SM-G991B utilizzando Tapatalk

                  Sì avevo letto quella statistica. Se bisogna chiamare in causa gli stranieri allora forse non è tanto per il vertice quanto per la base, dove c'è una invasione di ragazzini e ragazzi stranieri che poi spariscono col crescere dell'età ma che comunque chiudono ogni spazio ai ragazzini italiani.

                  Nell'aumento che hai riportato c'è da disgiungere per l'appunto quanti stranieri si iscrivono alle scuole calcio e nelle varie giovanili, perchè i figli degli immigrati giocano a calcio e spesso a pari età sono fisicamente più sviluppati dei nostri.

                  Se su 100 iscrizioni 60 sono stranieri, ecco che la platea italiana si riduce fin dalla base. Quanti sono gli italiani e quanti gli immigrati che vanno a giocare a pallone, questo interessa.
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                    oh potrebbe anche essere mera sfortuna, nel senso in questa epoca non sono nati fuoriclasse e stop, magari tra qualche anno saltano fuori di nuovo
                    Originariamente Scritto da Marco pl
                    i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    IO? Mai masturbato.
                    Originariamente Scritto da master wallace
                    Io sono drogato..

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                      Prima:

                      Lunedì si è intrufolato a Trigoria, con una mazza: motivi ignoti. Vetri rotti e macchine danneggiate, paura per i ragazzi del vivaio. Poi è intervenuta la Polizia


                      Ora:



                      Su wikipedia dicono che abbia una sorella. Speriamo bene.
                      Originariamente Scritto da Sean
                      mò sono cazzi questo è sicuro.
                      Originariamente Scritto da bertinho7
                      ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                      Originariamente Scritto da Giampo93
                      A me fai venire in mente il compianto bertigno
                      Originariamente Scritto da huntermaster
                      Bignèw

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                        Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                        E B sia.

                        Fabio Maresca paga la direzione di Roma-Milan, giudicata deficitaria dai vertici arbitrali [emoji837]
                        Arriva l’"ufficialità" della retrocessione del 40enne fischietto [emoji845]
                        #SportMediaset


                        Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                        Si...ma...e' passato il fatto che abbia favorito il Milan.
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
                        -Nazionale: 19
                        TOTALE: 270

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                          Più si legge di quello che succede a sinistra, più Sean mi diventa anticomuprogressista-reazionario-turbopiodecimista.
                          Originariamente Scritto da Sean
                          mò sono cazzi questo è sicuro.
                          Originariamente Scritto da bertinho7
                          ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                          Originariamente Scritto da Giampo93
                          A me fai venire in mente il compianto bertigno
                          Originariamente Scritto da huntermaster
                          Bignèw

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                            Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio

                            Più si legge di quello che succede a sinistra, più Sean mi diventa anticomuprogressista-reazionario-turbopiodecimista.


                            Sono un fan di Pio XII...ma tutti i Pio furono grandi Pio VI e Pio VII che tennero testa a Napoleone. Pio IX ultimo Papa re. L'ortodossissimo e antimodernista Pio X. Pio XI che fece lo stato del Vaticano ed ebbe a che fare coi totalitarismi. Pio XII nella tempesta della II guerra mondiale...mica pizza e fichi come oggi con sto Francesco che si preoccupa del clima nel mentre la fede arretra e la Chiesa rovina.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Originariamente Scritto da Giampo93
                              Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                                Non scherziamo.
                                Pio X aveva faccia.
                                La faccia del prete di uccelli di rovo se dopo essere divenuto cardinale fosse salito al soglio:



                                Originariamente Scritto da Sean
                                mò sono cazzi questo è sicuro.
                                Originariamente Scritto da bertinho7
                                ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                                Originariamente Scritto da Giampo93
                                A me fai venire in mente il compianto bertigno
                                Originariamente Scritto da huntermaster
                                Bignèw

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