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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Repubblica
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Per Ancelotti splende sempre il sole...beato lui.

        Nella giornata in cui poteva accorciare recuperando su Juve e Inter, si fa invece recuperare dalla Roma e distanziare dall'Atalanta. Ha comunque assicurato che: "i risultati ci daranno ragione"...allora tutto a posto.
        Siamo ancora in una fase in cui con un risultato capovolgi 4 posizioni....il problema è che tra 3 giorni c'è lo scontro diretto. Se gli va bene potrà dire che il sole splende, ma se la Dea dovesse fare il colpaccio.....
        « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

        PRESENTI




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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Ma è quel genio di Montella che, mentre la squadra andava bene, sceglie ad un quarto dalla fine di togliere Ribery...perchè? Lo sa solo lui...tanto dopo c'è la scusa della polemica sul var per nascondere, sofisticare le proprie responsabilità o mediocrità (questo è un altro miracolato che dove va fa danni).

          Ribery s'è innervosito con Montella, solo che poi si sfoga col guardalinee.
          Montella è un incapace, ha fallito o quasi ovunque, nessuno riesce a capire cosa ci fa su quella panchina..
          Originariamente Scritto da Marco pl
          i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          IO? Mai masturbato.
          Originariamente Scritto da master wallace
          Io sono drogato..

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            Speriamo lo sostituiscano con giampaolo

            Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
            Cura il tuo corpo come un tempio
            Originariamente Scritto da M K K
            Desade grazie di esistere
            Originariamente Scritto da AK_47
            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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              E l'indiscrezione sul sesto pallone d'oro a Ronaldo?









              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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                C'è l'articolo nella pagina precedente. In pratica è basata sull'invio di alcuni giornalisti di France Football a Torino per intervistare Ronaldo...ma anche l'anno scorso era accaduta la stessa cosa, quindi non si puo' desumere niente da quel semplice fatto.

                Non credo che andrà a lui solo perchè è arrivato a 700 goal in carriera. Forse arriva secondo.
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                  Con tutto che darlo a Modric l'anno scorso, quando Ronaldo era stato il capocannoniere della champions vinta col Real, sa di decisione stralunata...tant'è che quest'anno Modric (ed è la prima volta che accade da quando c'è il premio) da pallone d'oro in carica non appare nemmeno nella lista dei 30 candidati...Ronaldo sì.
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                    Capello su Zaniolo: "A Roma mi hanno capito male"

                    "Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo. A Roma è facile che interpretino con tutte le radio e i giornali". Il tecnico della Roma dello scudetto Fabio Capello ospite al Club di Sky Sport torna a parlare di Nicolò Zaniolo dopo il botta e risposta degli ultimi giorni. ''Non era un giudizio, era un suggerimento a un giocatore (l'interista Esposito, ndr) di non sbagliare. Come successo a Zaniolo e Kean quando Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 per dargli un segnale perchè avevano sbagliato. Ho voluto parlare a Esposito, un giocatore giovane, di diciassette anni, che gioca in Champions con l'Inter e - aggiunge Capello - che ha intorno persone che possono caricarlo di responsabilità. Quando ti adulano in questo modo può succedere di perdere un po' la testa. Per questo ho fatto l'esempio di Zaniolo e Kean in Nazionale. Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21 perché avevano sbagliato e voleva mandar loro un segnale''.

                    " Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo. A Roma è facile che interpretino con tutte le radio e i giornali ". Il tecnico della Roma dello scudetto Fabio Capello ospite al Club di Sky Sport torna a parlare di Nicolò Zaniolo dopo il botta e risposta degli ultimi giorni. '' Non...
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                      Sarà un turno infrasettimanale importante, perchè nessuno poteva immaginarsi, fino a qualche tempo fa, che Napoli-Atalanta, ad esempio, sarebbe diventata partita di cartello per i primi posti.

                      L'Atalanta non ha tanto sfruttato la qualificazione in champions per fare una squadra da champions (sarebbe stato impossibile in una volta sola) ma piuttosto per attrezzare una squadra per dare continuità alla stagione precedente.

                      I soldi della champions hanno permesso di non smobilitare (come di solito accade alle provinciali dopo una grossa stagione), di tenere praticamente tutta l'ossatura del terzo posto precedente e quindi di giocare adesso senza troppi pensieri, senza nemmo l'ansia del risultato.

                      Dati quegli aspetti sono dunque un cliente pericoloso. Tra l'altro la champions la prendono come una scampagnata di lusso quindi possono concentrarsi solo sul campionato.
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                        Comunque per il pallone d'oro molti dicono Van Dijk.
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                          Ronaldo guadagna più per le foto che pubblica su Instagram che per lo stipendio che prende giocando a calcio. Da Instagram lo scorso anno, pubblicando 49 immagini "sponsorizzate", ha incassato 43 milioni. La Juve gliene riconosce 31.

                          Nel suo caso d'oro non è il pallone ma il conto corrente.
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                            Enrico Albertosi compie 80 anni:«Il no di Riva alla Juve fregò soprattutto me»

                            Il portiere più grande? « Direi Buffon, ma se fossi andato a Torino forse sarei stato io
                            il migliore di tutti i tempi»



                            Enrico Albertosi, detto Ricky, sabato compie 80 anni e quando ti racconta la sua vita, ricca, piena, meglio di un romanzo d’avventura, non smetteresti più di ascoltarlo. Ha regalato alla Fiorentina la Coppa delle Coppe, al Cagliari il suo unico scudetto, al Milan quello della stella e in Nazionale ha preso le uova in faccia dopo la Corea, è stato il portiere dell’iconica Italia-Germania 4-3 durante il Mondiale in Messico nel '70 e campione d’Europa nel '68: «Quella volta sono rimasto in panchina dietro Zoff solo perché mi ero rotto un dito», tiene a precisare con la voce squillante dal buen ritiro di Forte dei Marmi, dove si gode la pensione e la famiglia e ripensa a quello che è stato. Una vita controvento. Sempre fuori dai pali e a volte qualche uscita l’ha sbagliata: «Ma rifarei tutto», dicono con puntiglio il portiere e l’uomo che non si sono negati niente: donne, cavalli, partite (532 in serie A), rivalità accese. Estroverso e spregiudicato, ha vissuto a mille all’ora. Solo un infarto, parecchi anni fa, ha rischiato di metterlo fuorigioco. Da quel giorno ha cambiato stile: meno stress e meno eccessi. «E mica è stato facile».

                            L’esordio in serie A alla Fiorentina, la squadra del suo cuore, dove è rimasto dieci anni.

                            «E i primi cinque li ho trascorsi alle spalle di Sarti. All’epoca andava così: se eri giovane, dovevi fare la gavetta. Stavo in panchina e da panchinaro sono andato al Mondiale del ’62 con la Nazionale. Oggi sarebbe impensabile. I ragazzi hanno fretta e forse hanno ragione di averla. E poi è cambiata la mentalità, sia delle società che degli allenatori. Donnarumma, quando è entrato nel Milan, non è più uscito. Io ho esordito contro la Roma, ma quando Sarti si è ripreso dall’infortunio mi sono rimesso a sedere».


                            Quando se ne va, la Fiorentina vince lo scudetto…
                            «Una beffa. Però mi sono rifatto a Cagliari. Ho lasciato i viola perché avevo qualche problema personale e non andavo d’accordo con Bassi, l’allenatore. Mi aveva chiamato Italo Allodi per portarmi all’Inter ma a giugno, con mia grande sorpresa, mi sono trovato ceduto al Cagliari».

                            Non deve averla presa benissimo.
                            «Non ci volevo andare. All’epoca la Sardegna era una terra di banditi, mi faceva persino paura. E invece mi sono innamorato di quell’isola e di quella gente meravigliosa».

                            E ha vinto lo scudetto.
                            «Eravamo un gruppo formidabile. Ancora oggi ci vediamo con quei ragazzi: Tomasini, Greatti, Brugnera».

                            Il simbolo era Gigi Riva.
                            «Gigi sembrava scontroso, in realtà era solo timido. Nell’estate del '74 mi ha combinato un brutto scherzo: insieme a lui dovevo andare alla Juventus e il suo rifiuto ha fatto saltare anche il mio trasferimento».

                            Ma non le è andata male...
                            «Perché sono finito al Milan dove ho vinto lo scudetto della stella con Liedholm, un grande allenatore. Lui Scopigno e Valcareggi sono quelli a cui mi sento più legato, uomini che hanno capito il mio carattere. Però mi lasci dire una cosa...».

                            Prego…
                            «Se fossi andato alla Juventus avrei vinto molto di più e la mia carriera sarebbe stata diversa. E invece a Torino c’è andato Zoff…».

                            Con il quale ha litigato…
                            «Dino mi soffriva. Nel '78, ero alla fine della carriera, mi chiama Bearzot e mi chiede: Ricky vuoi fare il terzo portiere in Argentina? Io rispondo sicuro: pur di venire porto anche le valigie. Sarebbe stato il mio quinto Mondiale come nessun altro calciatore italiano a quei tempi. Dopo dieci giorni mi richiama il c.t. e mi dice che Zoff soffre la mia presenza e che è costretto a lasciarmi a casa».

                            Come ci è rimasto?
                            «Malissimo. E ho criticato pesantemente Dino per i due gol presi fuori dall’area con l’Olanda, uno quasi da centrocampo (ride…). Solo tanti anni dopo, incontrandoci in un albergo, abbiamo fatto pace».

                            Ma chi è stato il portiere più forte di tutti i tempi: Zoff o Buffon, o magari proprio lei Albertosi.
                            «Gigi è un grande, forse il migliore. Ma se fossi andato a Torino magari lo sarei diventato io…».

                            Ha sentito più la rivalità con Sarti o quella con Zoff?
                            «Sono state diverse. A Sarti portavo le valigie. Con Zoff me la sono giocata. Eravamo diversi: lui taciturno, io estroverso. Lui maniacale negli allenamenti, io pronto la domenica».

                            Anche in Nazionale ha pagine molto belle e al tempo stesso molto brutte da raccontare.
                            «L’azzurro, per quelli della mia generazione, era un traguardo perché solo i migliori ci arrivavano. Ne ho viste tante in quindici anni. Non posso dimenticare il lancio di uova quando siamo tornati dall’Inghilterra dopo la sconfitta con la Corea e neppure Italia-Germania 4-3, la partita di una generazione, la migliore del secolo».

                            Prima di finire la carriera poteva andare ai Cosmos con Chinaglia e Pelè.
                            «Ma sono stato squalificato per il calcioscommesse e tutto è svanito. Cosa è successo? Sono stato un ingenuo. Quando sono stato contattato dai laziali ho riferito cosa era successo a Felice Colombo, il presidente del Milan, anziché denunciare tutto alla Federazione. E ho pagato».

                            Così ha finito a Porto Sant’Elpidio.
                            «Sentivo di poter dare ancora qualcosa. Non era il momento di smettere. Il secondo anno ero portiere e allenatore allo stesso tempo ma durante una partitella di allenamento in famiglia in cui giocavo da attaccante mi sono rotto il crociato. In quel momento è finita».

                            Ora si gode la famiglia.
                            «Sono felice con Elisabetta, la mia seconda moglie da oltre quarant’anni. Festeggerò 80 anni con lei e i miei figli. Sereno. Non ho rimpianti. E ho la coscienza a posto. Forse sono stato un po’ matto, come tutti i portieri, però me la sono goduta».

                            E il calcio di oggi?
                            «È diverso, lo guardo con una certa distrazione. Guardo soprattutto i portieri. Penso che ai miei tempi c’era più concorrenza: Anzolin, Ghezzi, Lido Vieri, Castellini e sicuramente dimentico qualcuno. Adesso quelli bravi italiani sono pochi».

                            Mancini punta su Donnarumma anche se Sirigu lo incalza. Lei chi farebbe giocare?
                            «Intanto proverei Meret: è giovane, è bravo e ha un gran futuro».



                            CorSera
                            Last edited by Sean; 28-10-2019, 12:56:03.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Che personaggi, che calciatori, che carriere....

                              Pensate un Albertosi cosa puo' raccontare: lo scudetto col Cagliari, quello della stella col Milan, l'aver difeso la porta in Italia-Germania 4-3...Poi mi parlano di "rinascimento italiano"...tra quaranta anni questi presunti "campioni" nostrani che avranno da raccontare? Le foto sui social? L'aver indossato la maglietta verde e vinto un girone di qualificazione europeo con la Grecia o il Liechtenstein?
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Dai Sean non essere cosi severo, ovvio che i tempi son cambiati e gli uomini non son piu' gli stessi, questo è dovuto, secondo me, anche ai troppi soldi che prendono, una volta era gente con le palle che si, faceva una vita agiata una volta raggiunto il il successo, ma erano dei semplici benestanti, ora a 18/19 anni prendono e pretendono 6/8 milioni all'anno e fanno le bizze per il rinnovo chiedendo ritocchi verso l'alto pure se non hanno vinto nulla, sono dei fighetti ricchi sfondati che vivono su una dimensione parallela.

                                Pero' il rinascimento, rispetto all'epoca buia, al medio evo del periodo Ventura, ora c'è.
                                Originariamente Scritto da BLOOD black
                                per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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