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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Altra panchina dell'infame...chissà che sotto sotto il Coach non gli preferisca davvero Navas...


    stai godendo....
    Originariamente Scritto da Marco pl
    i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
    Originariamente Scritto da master wallace
    IO? Mai masturbato.
    Originariamente Scritto da master wallace
    Io sono drogato..

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      Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
      stai godendo....

      Abbastanza, spero che calcisticamente nei club non vinca mai la Champions!!
      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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        Inter, Thuram sorpassa Correa e Zapata. Vlahovic è un caso. Milan, idea Pellegri

        Per Thuram resta il nodo del costo: 35 milioni di euro. I rossoneri in pressing per Bakayoko, la Lazio riporta in equilibrio l’indice di liquidità e tessera cinque giocatori

        Thuram scalda l’Inter, Vlahovic infiamma Firenze. Messi assieme hanno 45 anni, tanti muscoli e moltissimi centimetri: il mercato degli attaccanti ruota (anche) attorno a loro. Il figlio d’arte e il predestinato: per loro sono giorni decisivi. Dove giocheranno dopo il 31 agosto? Tutt’e due in serie A, forse. Marcus Thuram è balzato in testa alle preferenze dell’Inter, alla ricerca meditata di un altro attaccante il quale – assieme a Dzeko – non faccia rimpiangere troppo Lukaku. Il budget è stabilito: tra i 25 e i 30 milioni, con un extra solo per casi speciali. Le caratteristiche del giocatore in arrivo non sono rigorose: può essere una prima punta, come l’atalantino Zapata, oppure una seconda, come il laziale Correa (o magari Insigne). O un gigante predisposto a coprire tutte le posizioni dell’attacco: occupare l’area con i centimetri, partire da fuori con l’agilità. È l’identikit di Thuram, appunto, anche se lui ha giocato soprattutto esterno.


        Frenata Zapata

        L’Inter si è convinta che possa essere la scelta giusta. Pure Inzaghi ha dato il suo assenso, benché preferisca Correa. Adesso serve l’accordo con il Borussia Moenchengladbach, che chiede 30 milioni più bonus; l’Inter ne offre 5 di meno. L’accordo non è affatto impossibile, Raiola – che è l’agente di Thuram – sta lavorando per smussare gli angoli. Si cerca di stringere, anche perché la questione Zapata, che sarebbe la prima scelta dell’Inter, si sta inasprendo. Il colombiano vuole cambiare aria, l’Atalanta non ha intenzione di privarsene se non dopo avere trovato un sostituto adeguato e per almeno 35 milioni. È in atto un braccio di ferro, l’Inter non può aspettare: di tempo ce n’è, però non troppo.


        Il caso Vlahovic

        Il caso Vlahovic regala ogni giorno nuovi capitoli, soprattutto grazie a Commisso. Un giorno quasi lo mette sul mercato, il successivo ribalta tutto. Dice stavolta: «Non l’ho mai messo in vendita, non ho fissato prezzi, l’offerta giusta non è arrivata e anche se giungerà non credo che lui se ne andrà. Gli vogliamo fare un nuovo contratto, il più ricco nella storia della Fiorentina». Il club viola sta trattando con gli agenti di Vlahovic: accordo lungo (5 anni) e ricco (3 milioni netti a stagione), clausola rescissoria elevata (70 milioni, forse 80). C’è ottimismo. «Se il prossimo anno vorrà andarsene, ne parleremo». Basterà tutto questo per respingere l’assalto dell’Atletico e, se cederà Kane al City, del Tottenham? Ma le frasi più pesanti di Commisso riguardano altro. Quando parla del campionato che sta cominciando, attacca: «Vedo la Juve favorita, ha 200 milioni di stipendi, noi appena 70. Come hanno comprato Chiesa? Ce lo hanno rubato perché gli hanno dato tanti soldi. Questa è la differenza tra noi e loro: più ricavi hai e più puoi spendere. Ci sono club, come Juve o il Barcellona e l’Inter, che sono indebitati per un lavoro sporco».

        Milan, pressing per Bakayoko e idea Pellegri

        Il Milan mette il turbo. Ieri, dopo il semaforo verde della proprietà, la dirigenza ha definito il passaggio in prestito oneroso (1 milione) con diritto di riscatto a 4,5 di Alessandro Florenzi dalla Roma. L’esterno, che oggi sarà a Milano per le visite mediche e la firma, ha rinunciato a 400 mila euro che ancora gli spettavano dai giallorossi: lunedì sarà in panchina a Marassi. Nel frattempo Maldini e Massara accelerano per il prestito con diritto di riscatto di Bakayoko dal Chelsea. L’ultima idea riguarda l’attacco: spunta infatti la pista che porta al prestito di Pietro Pellegri, ex enfant prodige del Genoa con cui aveva esordito in serie A a 15 anni e 280 giorni. Nel 2018 si trasferisce al Monaco, dove i problemi fisici si moltiplicano.


        Lazio, tesserati cinque giocatori

        Il famigerato indice di liquidità è stato riportato in equilibrio a tempo quasi scaduto. Lotito è intervenuto impegnandosi di persona, unica soluzione possibile per permettere alla Lazio di fare mercato. E così ieri sono stati tesserati 5 calciatori: Pedro dalla Roma; Felipe Anderson, Hysaj e Luka Romero, ingaggiati nelle scorse settimane; Radu, che ha rinnovato il contratto scaduto a giugno. Sarri li avrà già domani a Empoli. Adesso dal Bordeaux arriverà il croato Basic, pure lui bloccato dall’indice di liquidità. Rimane invece in attesa Kamenovic, che occuperebbe il secondo posto da extracomunitario: si vuole aspettare la fine del mercato perché, se partirà Correa, potrebbe sostituirlo il serbo Kostic dell’Eintracht.

        CorSera
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          A Firenze il tormentone Vlahovic non si placa. Commisso prima ha fissato il prezzo per Atletico Madrid e Tottenham in 100 milioni, poi a gran voce ha ribadito la necessità di trovare un accordo per il prolungamento del contratto, mostrandosi piuttosto propenso a privarsi dell’attaccante nel 2022. Da lunedì ogni giorno sarà poi buono per comprendere se sarà addio o un matrimonio rinnovato. Curiosamente oggi non debutterà in campionato Berardi, per una botta al piede, come ha spiegato Dionisi. Stanco di essere la bandiera del Sassuolo, ha chiesto la cessione all’a.d. Carnevali che esige 40 milioni. Ilicic, dopo i rapporti tumultuosi con Gasperini, è stato proposto dai suoi agenti al Milan. I rossoneri sono ancora alla ricerca di un’ala destra che faccia anche il trequartista. Solo se non si svilupperanno altre soluzioni last minute e senza esborsi ingenti sarà un’opzione.


          Qui Milan

          E intanto il Milan accelera. Sbarcato Florenzi a Milano, ieri Maldini e Massara hanno incontrato Giuseppe Riso, procuratore di Pellegri. L’idea è il prestito di un anno della punta del Monaco che prima dovrà prolungare l’accordo con i francesi. Oltre a Bakayoko in prestito con diritto di riscatto, resta vivo l’interesse per Adli del Bordeaux a cui è stata proposta la cifra di 12 milioni e il 10% del ricavato da futura rivendita. In compenso, ancora fumata grigia per il rinnovo del contratto di Franck Kessie. Resta la distanza fra le parti: il centrocampista chiede un ingaggio da 6,5 milioni.


          Qui Juve

          Ronald Koeman ha lasciato ancora una volta fuori dalla lista dei convocati Miralem Pjanic. «È difficile per lui trovare spazio qui» ha dichiarato ieri alla vigilia della sfida con l’Atletico Bilbao. Il bosniaco, per il quale il Barcellona non chiede corrispettivi, sogna di tornare alla Juventus. Il problema è che senza cessioni non si potranno creare spazi in rosa. Con Ramsey che rifiuta l’addio a Torino (e non concede sconti sul suo ingaggio da 7 milioni), salgono le percentuali di una vendita di Weston McKennie. I bianconeri fissano il prezzo del texano in 30 milioni. Da approfondire l’interesse di club della Premier.


          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Inter, licenziato Oriali: «Sollevato dall’incarico». Zhang irritato per la solidarietà espressa da Zanetti

            Una secca nota della società nerazzurra annuncia la fine della collaborazione con l’ex calciatore. L'argentino, a sua volta manager del club: «La parola grazie non è abbastanza»

            Lele Oriali non fa più parte dell’Inter. Una scarna nota ufficiale del club nerazzurro pone fine ad una storia decennale. «Il club — si legge — comunica che, con decorrenza dalla data odierna, Oriali è stato sollevato dall’incarico di First Team Technical Manager. La società ringrazia il Dirigente per il lavoro svolto e augura il meglio per il prosieguo della sua attività professionale.

            Il licenziamento del manager e un comunicato di solidarietà espresso a caldo dall'ex capitano dell'Inter del Triplete, Javier Zanetti, oggi vicepresidente, apre un altro fronte di polemica: «La parola "grazie" non è abbastanza per chi da anni e per anni ha condiviso il mondo Inter sempre al massimo. Oggi perdiamo con grande dispiacere un vincente, un uomo vero e soprattutto un grande interista. Un enorme abbraccio a Lele Oriali. L'Inter è e sarà sempre casa tua». Parole che non sono piaciute alla proprietà della società nerazzurra, impegnata in una difficile operazione di ristrutturazione finanziaria.

            CorSera
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            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Ma Oriali non se n'era già andato quando Conte ha dato le dimissioni, scegliendo di dedicarsi solo alla nazionale?

              Beh, comunque avrà detto ai cinesi che sono dei pezzenti e quelli se la saranno presa. Si consideri anzi fortunato: fosse stato in Cina invece di licenziarlo lo avrebbero fatto sparire, come accade ai dissidenti.
              ...ma di noi
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                Borja Valero giocherà in Promozione con il Lebowski, club gestito dai tifosi: il ritorno a una dimensione fanciullesca del calcio


                Il "Sindaco" di Firenze ha dovuto dire addio alla Viola e ha firmato un contratto con Dazn. Il richiamo del campo però è stato troppo forte: la voglia di diventare megafono di un concetto, di grattare via quella superficie patinata che ha avvolto il pallone. È una regressione a una dimensione più povera ma allo stesso tempo più genuina. Il Centro Sportivo Lebowski è la società giusta per riuscirci: la sua storia sembra uscita da un romanzo




                La scena va avanti per un paio di minuti. Un uomo si arrampica su un palchetto rialzato al centro della gradinata. Ha un cappello da pescatore nero appoggiato sulla testa e un paio di occhiali da sole spessi che gli coprono gli occhi. Per un attimo resta fermo. Immobile. Guarda quelle centinaia di persone che se ne stanno fianco a fianco su quella tribunetta scheletrica. Sono tutti lì per lo stesso motivo. E non vedono l’ora di farlo sapere al mondo intero. “Ci sta che vi venga da piangere”, dice l’uomo, “mi raccomando, ripetete quello che dico io”. È un momento di comunione assoluta. Centinaia di voci che si fondono insieme. Centinaia di cuori che martellano alla stesso ritmo. L’uomo prende fiato e fa partire un coro. Lui dice “Cotton fioc“. E gli altri ripetono “Cotton fioc”. Lui dice “Rocchettone“. E gli altri ripetono “Rocchettone”. Lui dice “Profiteroles“. E gli altri ripetono “Profiteroles”. Lui dice “Oshadogan“. E gli altri ripetono “Oshadogan”.
                Con i decibel che diventano sempre più alti. Con le vene che iniziano a sporgere sempre di più dal collo. Poi, all’improvviso, attaccano a cantare tutti insieme. “Non sappiamo cosa diciamo“. E ancora: “Non capiamo cosa diciamo”. È goliardia, voglia di stare insieme, di non prendersi troppo sul serio. Ma è anche un annuncio ufficiale. Perché durante il video le telecamere si soffermano sui volti dei presenti. Ma c’è n’è uno che viene inquadrato spesso. I pochi capelli rimasti sono rasati, la barba è lunga appena qualche millimetro. È una faccia che riconoscerebbero tutti. Soprattutto a Firenze. Perché appartiene a Borja Valero, il calciatore diventato simbolo di una squadra, l’uomo diventato parte integrante di una città lontana quasi duemila chilometri da quella in cui è nato. In una Firenze introflessa, sempre impegnata a rimarcare la propria specificità, a sottolineare il proprio primato, lo spagnolo si è trasformato in vessillo, è stato insignito del soprannome di “Sindaco”. Un idillio che è durato sei anni. E che è andato in frantumi a giugno.

                Borja aspetta una telefonata dalla società. Solo che il telefono non squilla mai. È la fine. Improvvisa. Inaspettata. Dolorosa. Il sindaco è costretto a sfilarsi la sua fascia tricolore. “Ero convinto di giocare un’altra stagione nella Fiorentina, non certo per soldi o per chissà cosa. Avrei potuto dare una mano“. Ma d’altra parte lo diceva anche Ennio Flaiano: “La ricchezza è una cosa degli altri. L’eroe ha bisogno solo di denaro”. Serve un piano b. Borja lo trova piuttosto facilmente. Firma con Dazn. Sarà uno commentatori. Ma non basta. Il richiamo del pallone è troppo forte. Anche se i suoi muscoli iniziano a sferragliare per il campo. Anche se nessuno si è fatto avanti per offrigli un contratto. Con un po’ di anticipo lo spagnolo sperimenta quella frase di Pablo Picasso che recita: “I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi“. È la fine. O forse no.
                Il contratto più particolare della sua vita Borja Valero lo firma seduto al tavolino di una pasticceria di Firenze. Sul piatto non ci sono soldi, ma idee. Tante. Lo spagnolo fa marcia indietro. Si sente ancora un calciatore. Non ha senso smettere. Così questa mattina quel video inizia a rimbalzare sui social. E poi su tutti i giornali nazionali. Quel centrocampista con i piedi di velluto continuerà a giocare. In Promozione. Con la maglia del Centro Storico Lebowski, una società che fa dell’impegno sul territorio il suo tratto peculiare. È un inno alla gioia, uno spot per un movimento intero. Perché non è il tentativo di procrastinare la propria fine sportiva, di eternare il proprio ruolo di Peter Pan. È la voglia di diventare megafono per diffondere un concetto, un ideale, di grattare via quella superficie patinata che ha avvolto il calcio e ora rischia di stritolarlo. È una regressione a una dimensione più povera ma allo stesso tempo più genuina.
                Un concetto che Borja Valero aveva spiegato otto anni fa alla rivista So Foot. Aveva parlato dei suoi inizi nelle giovanili del Real Madrid. E lo aveva fatto più con paura che con nostalgia. “Ho smesso di vivere il calcio come un divertimento nel giorno in cui ho varcato la soglia del centro di formazione del Real Madrid a 11 anni. Durante la mia formazione ho convissuto con oltre 300 ragazzi e l’85% di loro non ha sfondato. E’ tutta gente che ha sacrificato l’adolescenza per niente”. E ancora: “Quelli scartati li vedevi partire con lo zaino, dall’oggi al domani. E mi dicevo che avrei potuto fare anch’io quella fine. Era stressante perché non dipendeva solo dal campo ma dall’opinione dei formatori, assomigliava a X-Factor solo che non c’era il pubblico per salvarti. Al Real vivi su un altro pianeta, sei al vertice, ma non è calcio vero“. Una frase che fa discutere. Perché è vera.
                In questa estate Borja Valero è tornato indietro a quando era un ragazzino di 11 anni. E ha scelto di recuperare quel divertimento che era evaporato a Madrid. Il Centro Sportivo Lebowski è la società giusta per riuscirci. La storia del club sembra uscita da un romanzo. In una mattinata anonima del 2004 cinque amici sfogliano un giornale locale. L’occhio cade sulle vicende di una squadra. Si chiama A.C. Lebowski ed è all’ultimo posto nell’ultima serie del calcio tricolore. Nell’ultima partita ha perso per 8-2. Contro la penultima in classifica. È la versione calcistica di Calimero. Eppure continua ad andare avanti, in direzione ostinata e contraria. I cinque amici non hanno dubbi. Si presentano al campo dell’A.C. Lebowski e iniziano a fare il tifo. In un primo momento c’è tensione. Perché quella squadra ultima fra gli ultimi pensa a una presa in giro. Poi le cose iniziano a cambiare. Il tifo cresce domenica dopo domenica. I risultati sono sempre deludenti. Eppure l’importante è essere presenti.
                Prima nasce la Curva Moana Pozzi (dedicata a quella che i fondatori definiscono la “Più grande artista italiana”), poi nel 2010 arriva la svolta. La vecchia società viene rilevata dal Centro Storico Lebowski. E diventa uno dei primi club interamente di proprietà dei tifosi. È un concetto rivoluzionario. Almeno per l’Italia. La partita diventa solo la conclusione di un percorso che dura tutta la settimana. E i risultati si fanno meno disastrosi. Dalla Terza Categoria il club si inerpica fino alla Promozione. Una dimensione comunque piccola, ma appagante. “Eravamo in 15, oggi a Tavarnuzze in casa siamo mezzo migliaio – hanno detto un anno fa a QuattroTreTre.it – Prima il centro di tutto era la domenica, e solo quella, adesso C.S. Lebowski vuol dire una Scuola Calcio in San Frediano, 2 squadre dilettanti, 2 amatoriali, la juniores, decine di eventi l’anno tra sagre e concerti”.
                È il calcio che pesca dal territorio e che al territorio poi restituisce. In termini di socialità e socializzazione. In termini di aiuto ai più piccoli, a chi è fuori dal luccichio del centro cittadino. “Per come la vediamo noi, l’impianto sportivo dovrebbe rappresentare una delle risorse imprescindibili di ogni territorio, 18 ore su 24, 7 giorni su 7, prendendo da esso le risorse per costruire non un servizio, ma un contenitore di emozioni – hanno aggiunto – Al campo si possono organizzare cene, eventi, momenti di socialità che vadano oltre il calcio, si possono insegnare i valori dello sport a giovani e adulti. La domenica poi, diventa per forza di cose il massimo momento di aggregazione”.
                L’ingaggio di Borja Valero apre una nuova fase per la società. L’impegno sul territorio è destinato a crescere. Almeno quanto le pressioni. “Non ci servono marchette acchiappalike, né ci servono merci di scambio per trovare nuovi soci e nuove socie – ha scritto il C.S. Lebowski nel comunicato ufficiale – Ci servono spiriti affini, con la voglia di mettersi in gioco. Ci servono fuoriclasse che mettano a disposizione le capacità eccellenti di cui dispongono, in ogni ambito, per aiutarci a far meglio quello che già facciamo. Ci servono messaggi prorompenti da spedire ai grandi padroni del calcio, e alla massa di appassionati e addetti ai lavori che dal basso, nel fango e nel silenzio, tentano ogni giorno di dare materia ai propri sogni. A chi sente nel profondo le ingiustizie e vuole ribaltare il tavolo”. Un obiettivo ambizioso che da oggi sembra uscire un po’ dalla dimensione dell’utopia per rientrare in quello della realtà. Il sindaco guiderà i grigioneri in questa nuova impresa. Quando gli impegni di Dazn lo permetteranno. Un centrocampista di livello mondiale non è ancora diventato ex. D’altra parte lo diceva Cesare Pavese: “Ho trovato compagni trovando me stesso”.

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                  Meglio così per Oriali, questo doppio incarico non mi è mai piaciuto non puoi stare in nazionale ed in un club allo stesso tempo...
                  Piuttosto, questo Thuram come vi sembra?
                  Originariamente Scritto da Marco pl
                  i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  IO? Mai masturbato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  Io sono drogato..

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                    Ne ho le palle pieno di un altro che farà propaganda BLM

                    Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                    Originariamente Scritto da Pesca
                    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                      Juventus, Allegri su Ronaldo: «A me ha detto che resta a Torino»

                      «A me Ronaldo ha detto che resta alla Juve». Massimiliano Allegri allontana dubbi e incertezze sul futuro del fenomeno, reduce da un’estate in bilico. «La sua volontà di andare via non c’è mai stata - assicura il tecnico —. I rumors li ho letti soltanto sui giornali. Cristiano si è sempre allenato bene, ha saltato l’amichevole di giovedì solo perché ha avuto mezza giornata di recupero, quindi è a disposizione. Lui è un valore aggiunto, garantisce un numero importante di gol e noi dobbiamo lavorare di squadra per esaltarne le qualità».

                      CorSera
                      ...ma di noi
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                      forse, tra mille inverni
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                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        SERIE A 2021/22, GRIGLIA EUROSPORT: JUVENTUS DA SCUDETTO. INTER, ATALANTA, NAPOLI IN CHAMPIONS. MILAN-ROMA QUINTE

                        La stagione è al via e come sempre non può mancare la nostra griglia di partenza. Abbiamo pronosticato il piazzamento finale di ognuna delle venti squadre della Serie A che quest'oggi prenderà ufficialmente il via, incrociando le stime di tutta la redazione di Eurosport. E, questo, è il verdetto. La griglia del campionato 2021-22. Ci avremo visto giusto? Citando una frase cara a Dan Peterson, solo chi i pronostici non li fa non li sbaglia mai...

                        SCUDETTO: LA JUVENTUS FAVORITA SULL'INTER

                        Per la nostra redazione il ritorno di Max Allegri sulla panchina della Juventus e la contemporanea smobilitazione in seno all’Inter (orfana di Conte, Hakimi e Lukaku) sconvolgerà gli equilibri al vertice della Serie A, riportando lo Scudetto a Torino. Già perché secondo 12 dei 17 giornalisti interpellati la squadra campione d’Italia sarà la compagine bianconera guidata dal tecnico livornese. Poca fiducia invece nel bis dei nerazzurri di Simone Inzaghi, che resta però la principale antagonista di Chiellini e compagni sulla strada verso il tricolore. Outsider di lusso, l’Atalanta di Gasperini che secondo tre 3 dei giornalisti intervenuti ‘al nostro sondaggio’ potrebbe a sorpresa sbaragliare la concorrenza e firmare un impresa che manca da oltre 30 anni, da quando cioè la Samp dei gemelli del gol Vialli e Mancini vinse lo scudetto nel 1990-91.

                        CHAMPIONS LEAGUE: IL NAPOLI DAVANTI AL MILAN E ALLA ROMA DI MOU

                        Il discorso si fa più complicato se si guarda al quarto posto, ovvero gli ultimi due piazzamenti che garantiscono l’Europa che conta. Secondo le nostre stime, più che sicuro di un posto in Champions League è l’Atalanta, solamente 6 dei 17 giornalisti interpellati hanno piazzato la band di Gasp fuori dal top 4. Il quarto posto invece se lo porta a casa il Napoli di Spalletti che supera di pochissimi decimi di punto il tandem formato dal Milan e dalla nuova ambiziosa Roma di Mourinho.

                        EUROPA E CONFERENCE LEAGUE: MILAN, ROMA E LAZIO FAVORITE

                        Destinate a lottare per l’Europa che conta fino alla fine ma, secondo la nostra redazione, costrette alla fine ad “accontentarsi” della qualificazione all’Europa League il Milan di Pioli e la Roma di Mourinho mentre settima forza del campionato appare essere la Lazio di Maurizio Sarri, che probabilmente anche per un mercato che stenta a decollare non scalda eccessivamente le fantasie dei nostri colleghi.

                        METÀ CLASSIFICA

                        Secondo la redazione di Eurosport la zona tranquillità della Serie A 2020-21 riguarderà Fiorentina, Sassuolo, Torino, Cagliari e Sampdoria. Ovvero quelle formazioni che non vediamo nella prossima Europa League ma nemmeno ci sentiamo di includere nel novero delle potenziali retrocesse. Le outsider destianate a stupire? La Fiorentina di Vincenzo Italiano e il Sassuolo, che seppur orfano di De Zerbi e Locatelli, si fa preferire al Torino di Ivan Juric.

                        RETROCESSIONE: EMPOLI SALVO, POCA FIDUCIA NELLO SPEZIA

                        Due neopromosse su tre, ovvero Salernitana e Venezia, sono destinate a tornare subito in Serie B: secondo i nostri giornalisti la rosa dei granata di Castori e dei lagunari di Zanetti non pare di livello tecnico sufficiente a evitare la retrocessione. Ma la vera sorpresa in negativo del campionato che sta per iniziare potrebbe essere lo Spezia di Thiago Motta, che avrà l’arduo compito di non far rimpiangere il bravo Vincenzo Italiano, partito per Firenze per prendere il posto di Rino Gattuso. I liguri occupano, addirittura la penultima posizione della nostra griglia, appena sotto il già citato Venezia, il Verona di Di Francesco e l’Empoli di Andreazzoli e Cutrone che non è affatto dato per spacciato, anzi. Campionato di sofferenza ma con salvezza alla portata per Bologna, Genoa e Udinese.


                        (Eurosport)
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
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                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                          Altra panchina dell'infame...chissà che sotto sotto il Coach non gli preferisca davvero Navas...



                          A me non frega un catso perche' ormai e' roba del psg (e gia' non mi stava simpatico prima)...cmq ieri Navas ha fatto una partita ridicola. Mi sa che gia' dalla prossima il titolare diventa Donnarumma.
                          I SUOI goals:
                          -Serie A: 189
                          -Serie B: 6
                          -Super League: 5
                          -Coppa Italia: 13
                          -Chinese FA Cup: 1
                          -Coppa UEFA: 5
                          -Champions League: 13
                          -Nazionale Under 21: 19
                          -Nazionale: 19
                          TOTALE: 270

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                            Chala! Sukate milanisti.

                            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                              Traversa dzeko!

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                              Originariamente Scritto da Pesca
                              lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                                Dzeko non è certo l'ultimo arrivato. Resta un profilo internazionale.
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                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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