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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Ecco. Manca gente con i Cojones e l'esperienza ad altissimi livelli. In quell'Italia sta gente c'era. E' possibile che la cosa abbia sopperito alla scarsa caratura tecnica della squadra. Ora la caratura tecnica e' superiore, ma mancano "i senatori". Quindi direi che il livello generale non e' cosi' superiore.
    Credo che fosse un discorso sul talento calcistico in generale, niente di più.
    È vero che la nazionale di Conte aveva Buffon e la BBC (avercene), però a centrocampo giocavi con Giaccherini, Candreva e Parolo, e davanti con Zaza e Pelle.
    Adesso mi sembra che il livello lì si sia alzato.

    Poi che servano anche l'esperienza e i maroni e che ora come ora in questa nazionale queste cose scarseggino, è verissimo.
    B & B with a little weed










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        Inter, Conte: «Scudetto? Possiamo cambiare il corso del destino»

        Il tecnico nerazzurro intervenuto al Festival dello Sport di Trento: «Lo scudetto? Credere non costa niente, ma bisogna essere obiettivi nel vedere la realtà che ci aspetta»

        Non molla, Antonio Conte. La sconfitta contro la Juve ha fatto male, ma lui e la sua Inter non si arrendono. E lo dice forte e chiaro anche dal palco del Festival dello Sport di Trento: «Dobbiamo essere realisti ma consapevoli che possiamo cambiare il corso del destino». Tradotto: andare a scucire dalle maglie bianconere quello scudetto che ai nerazzurri manca da tanto, troppo tempo. «Io penso che credere non costi niente. Bisogna essere obiettivi e guardare la realtà. Mi sono espresso fin dall’inizio, rispetto a noi ci sono due squadre, Juventus al top e poi anche Napoli, che hanno costruito di più negli anni. Questo gap c’è, ma noi abbiamo iniziato un tipo di percorso attraverso il lavoro e la serietà. Da questo punto di vista bisogna essere coraggiosi avendo una visione chiara del presente. Dobbiamo lavorare, ma senza porci dei limiti». Per poter poi provare a superarli, quei limiti. Come fece con la sua splendida Nazionale, condotta fra il 2014 e il 2016. Che aveva diversi giocatori modesti, capaci però di arrivare fino ai quarti all’Europeo. Potere del lavoro, della mente. E dell’azzurro.

        Un colore che dà una forza speciale a chi lo indossa. Di questo è parlato ieri all’auditorium Santa Chiara, in uno degli appuntamento clou dell’ultima giornata del Festival organizzato dalla Gazzetta dello Sport con Trentino Marketing. Sul palco due ex c.t., appunto Antonio Conte e Arrigo Sacchi. Con loro, due campioni del mondo: Paolo Rossi per il 1982 e Luca Toni per il 2006. A condurre l’incontro Andrea Di Caro, vicedirettore della Gazzetta, e il giornalista Fabio Licari. Presenti anche il presidente di Rcs Urbano Cairo, il direttore della Gazzetta Andrea Monti e Gianni Valenti, vicedirettore vicario della rosea e direttore scientifico del Festival. In platea, neanche un posto libero. «Forza azzurri» il titolo dell’appuntamento. Che è stato un tuffo nelle emozioni del passato, ma durante il quale si è percepito forte l’orgoglio per il presente, con la qualificazione al prossimo Europeo appena conquistata.


        In collegamento da Roma tre protagonisti di oggi: il presidente federale Gabriele Gravina, l’attuale c.t. Roberto Mancini e il capitano Leonardo Bonucci. «Siamo stati in grado di mettere insieme tutte le energie — spiega il presidente della Figc —. L’equilibrio di Mancini, l’entusiasmo dei ragazzi e la struttura che c’è dietro. Per arrivare a tutto questo siamo passati per momenti di grande depressione dopo l’eliminazione». Gravina ha poi voluto tornare sul caso della maglia: «La maglia azzurra è unione, anche se mi sono accorto che quella verde lo è un po’ meno. Abbiamo avuto un sold out in sole 48 ore delle maglie prodotte. La maglia azzurra rimane la prima, quella bianca la seconda, quella verde è stata ideata come terza per tracciare un percorso nuovo. Dobbiamo reperire risorse con le attività commerciali». L’azzurro resta sempre al centro, insomma.

        «Quando lo vesti dai tutto, Mancini ha ridato identità all’Italia», le parole di Sacchi. «Sono ottimista: abbiamo iniziato un ottimo percorso» quelle di Conte. Alle fine, ovazione per tutti. L’ennesima di un Festival che ha fatto registrare il pienone. E già si pensa all’anno prossimo.



        CorSera
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Inter, infortunio a Sanchez: si teme un lungo stop.

          Intanto però in casa Inter tiene banco l'infortunio occorso ad Alexis Sanchez che ha lasciato il ritiro della Nazionale cilena. "Lussazione dei tendini peroneali della caviglia sinistra", è l'esito degli esami ai quali è stato sottoposto l'attaccante di Antonio Conte. L'interista, impegnato con la nazionale cilena, si è infortunato nel corso dell'amichevole tra Colombia e Cile giocata allo stadio Josò Rico Perez di Alicante in Spagna e terminata 0-0. La nazionale cilena ha informato con una nota che il calciatore rientrerà a Milano dove sarà sottoposto ad una risonanza magnetica. Il timore è che l'ex calciatore del Manchester United sarà costretto a stare fermo per un periodo medio lungo, sottraendo così ad Antonio Conte risorse fondamentali da impiegare in campionato (nerazzurri secondi, in lotta per lo scudetto) e nel girone di Champions (situazione difficile ma non compromessa dopo 2 turni).

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            Fonseca cerca lo sconto


            IL TEMPO (F. BIAFORA) - Giovedì è il giorno del giudizio. Ma già 48 ore prima si capirà l’aria che tira. C'è un filo (legale) che unisce le squalifiche di Mazzarri e Fonseca e, per ora, divide la giustizia sportiva all’interno della stessa Figc.

            Secondo la Corte di Appello un allenatore espulso - i regolamenti hanno introdotto i cartellini anche per le panchina da quest'anno - non necessariamente deve essere squalificato per la partita successiva. Il Giudice Sportivo la pensa diversamente, aveva infatti fermato Mazzarri dopo il «rosso» preso col Parma, salvo poi vedere ribaltata la decisione dalla Corte. E ora la presidenza della Figc ha deciso di presentare ricorso contro lo sconto concesso al coach granata, appellandosi al nuovo codice disciplinare della Fifa, secondo il quale la squalifica è automatica anche per gli allenatori cacciati dagli arbitri. A detta di Gravina, che ha chiesto la revoca della sentenza, il mancato stop automatico rischia di creare un pericoloso precedente a cui potranno appigliarsi tutte le società.

            Domani verrà discusso il caso in Via Campania e due giorni dopo, nel primo pomeriggio, toccherà invece a Fonseca presentarsi dinanzi a alla Corte Figc, accompagnato dall'avvocato Antonio Conte e forse dal vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni, per dare forza all'appello della Roma contro lo stop di due turni imposto al portoghese dopo l'espulsione col Cagliari. Scottato dal caso Mazzarri, non a caso il Giudice nel dispositivo della sentenza sul tecnico romanista ha motivato una delle due giornate di squalifica richiamando «l’articolo 62 punto 3, letto in combinato disposto con L'art. 71 punto 1, del Codice Disciplinare FIFA».

            Ancor prima di Mazzarri la Corte d'Appello aveva tolto la squalifica a Ventura, adesso alla guida della Salernitana di Lotito ed espulso a Trapani, trasformando la sanzione in una semplice ammonizione. Alla luce di questo scontro, pare quasi impossibile che Fonseca possa sedere in panchina domenica a Genova, ma i legali del club si augurano che i casi vengano giudicati separatamente e stanno preparando un ricorso basato su cinque punti - ad esempio alcune contraddizioni nel referto e le scuse immediate di Fonseca all’arbitro Massa - per provare a ottenere quantomeno lo sconto di un turno: a quel punto l’allenatore tornerebbe in panchina domenica 27 in casa con il Milan.

            A cavallo delle due partite dovrebbe invece toccare a Petrachi l'audizione in Procura Federale per l’inchiesta aperta dopo le sue dichiarazioni sulla trattativa per Dzeko con l'Inter «iniziata a maggio». Non dovrebbero essere ascoltati altri dirigenti, il diesse romanista rischia una squalifica per non aver rispettato il regolamento che vieta ai direttori sportivi di lavorare per un club mentre sono ancora sotto contratto con un altro (il Torino). La possibile via di fuga è il patteggiamento.

            https://laroma24.it/rubriche/la-penn...erca-lo-sconto
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                          Così Sarri rilancerà Rabiot.Nel prossimo miniciclo di gare il francese avrà più spazio. Deve recuperare il ritmo partita e la condizione mentale

                          Sarri è convinto che Adrien Rabiot potrà essere un giocatore molto importante in questa stagione. Lo pensava all’inizio del ritiro e niente gli ha fatto cambiare idea fino ad ora, perché ha sempre avuto tutto chiaro davanti a sé. «In estate Rabiot ha iniziato molto forte, mettendo tutto l’entusiasmo di chi, praticamente, è stato un anno fermo. E’ partito con l’acceleratore al massimo e questo si paga. Infatti proprio quando stava per iniziare il campionato ha avuto un brusco calo atletico, un calo assolutamene fisiologico, quasi scontato, ma che lui ha preso male sotto il profilo psicologico, abbattendosi un po’. A questo punto bisogna solo aspettare: è un campione e avrà modo di dimostrarlo». Così il tecnico juventino spiegava la situazione del francese, giusto un paio di settimane fa, parlando con la calma di chi sa perfettamente cosa sta succedendo e non ne è minimamente preoccupato.

                          D’altra parte, è piuttosto azzardato argomentare qualsiasi opinione su Rabiot senza partire dal presupposto che il giocatore, nella scorsa stagione, è stato ai margini del Paris Saint Germain fino a gennaio e da lì in poi proprio fuori rosa. Zero partite, solo allenamenti a parte. Si perde più di qualcosa a livello di ritmo e si impiega sempre un po’ a recuperarlo. Sarri lo sa e non ha fretta. Ha tenuto spesso in panca Rabiot perché buttarlo in quelle condizioni poteva solo peggiorare la situazione, come le sporadiche apparizioni del talento hanno confermato. Lento e un po’ impacciato, Rabiot ha mostrato il lato peggiore di sé, forse anche quello meno reale. Sono piovute critiche e l’aspetto psicologico non è certamente migliorato. Ma adesso Sarri sta per far scattare l’operazione Rabiot. Davanti a sé, il tecnico ha sette partite nelle quali dosare l’inserimento del centrocampista che in queste due settimane è rimasto alla Continassa, dove ha lavorato con il tecnico che ha avuto modo di incoraggiarlo e spingerlo verso il rilancio.

                          Attualmente Rabiot è il vice Matuidi nella schematica organizzazione della rosa da parte dell’allenatore. Ma, in teoria, a Rabiot non mancano le qualità per giocare anche alla Khedira, ovvero esaltando più la tecnica e la sua capacità di inserimento, oltre che il tiro, una caratteristica che forse lo distingue da tutti gli altri centrocampisti bianconeri (Pjanic a parte), perché il francese ha potenza e precisione, soprattutto dalla distanza, che potrebbero diventare un’arma importante nel corso della stagione. Già contro il Bologna, Rabiot potrebbe avere spazio, visto che Matuidi è reduce dagli impegni in nazionale. E in ogni caso Sarri cercherà di dargli sempre più minuti, attendendo miglioramenti progressivi, ma conservando la pazienza di aspettare un giocatore da rigenerare senza fretta.

                          Tuttosport
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            queste nazionali del ***** ci hanno azzoppato mezza squadra
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                              Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
                              queste nazionali del ***** ci hanno azzoppato mezza squadra
                              E rotto tre quarti di minchia... Odio le soste.
                              « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                              PRESENTI




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                                Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                                E rotto tre quarti di minchia... Odio le soste.
                                ci abituano al calcio spezzatino ogni giorno e poi se ne vanno in vacanza due settimane....
                                Originariamente Scritto da Pesca
                                lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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