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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    L'Inter e il 19° scudetto vinto nell'anno più difficile

    di Enrico Currò


    L'Inter ha vinto il suo diciannovesimo scudetto. Adesso è la seconda squadra per numero di titoli di campione d'Italia alle spalle della sua rivale per definizione, la Juventus in pausa dopo vorace sequenza, e ha staccato il Milan cugino sempre più consanguineo, dati i comuni interessi politici ed economici. Scade a puro sofisma per integralisti il fatto che l'artefice del successo sia stato Antonio Conte, etichettato dagli intransigenti come juventino per peccato originale: alla maggioranza dei tifosi il morso alla mela lascia un sapore dolce dopo l'astinenza di 11 anni, iniziata al tramonto dell'epopea di Mourinho. Unisce semmai tutte e tre le grandi squadre del nord il rilievo statistico sulla loro egemonia storica, rimpinguata quest'anno: insieme, si sono annesse quasi due terzi degli scudetti complessivi. Nel computo generale le squadre del centro-sud rimangono a 10 campionati vinti, sui 119 complessivi: percentuale mortificante.

    Paradosso alla Pinetina

    Il monopolio Torino-Milano dura da 20 anni esatti, da quando nel 2001 vinse la Roma. La recente alleanza del terzetto nordista nella fallita rivoluzione della Superlega europea certifica il solco geopolitico, che è questione anzitutto finanziaria, essendo Juventus, Inter e Milan accomunate da analoghi problemi di gestione dei costi macroscopici e degli introiti insufficienti rispetto alle spese. Della sproporzione l'Inter rappresenta suo malgrado il picco, per via delle note vicissitudini della proprietà cinese, che hanno reso lo scudetto uno di quei paradossi di cui lo sport si nutre: asserragliati alla Pinetina, Conte e i suoi discepoli hanno cominciato a staccarsi in testa alla classifica proprio via via che aumentavano i dubbi sul futuro economico della società (e sugli stipendi).

    L'equilibrio tattico

    La retorica dell'italiano che si fortifica nelle difficoltà, vedi Mondiali 1982 e 2006, appare stantia per due ragioni. La prima è che l'Fc Internazionale resta appunto molto internazionale, anche se l'allenatore ha creato un nucleo italiano consistente e influente sia in campo sia nello spogliatoio: Barella, Bastoni e Darmian, efficacissimo nel momento decisivo, non sono stati certo comprimari. La seconda ragione è che l'esito del campionato riflette senza discussioni il valore tecnico del gruppo: le due sole sconfitte finora al passivo nel derby d'andata e con la Sampdoria, evitabili entrambe, fotografano con la folgorante differenza reti l'equilibrio tattico raggiunto in fretta attorno al 3-5-2 contiano, in cui gli interpreti hanno piegato le proprie eventuali inclinazioni all'anarchia (vedi Eriksen) all'interesse collettivo, l'atletismo superiore alla media è stato incanalato nel binario più utile allo sviluppo di un'azione scarna e verticale (vedi Hakimi e Lukaku) e la compattezza d'azione ha trovato sintesi nei sincronismi tra reparti (vedi Skriniar-De Vrij-Bastoni, Barella-Brozovic-Eriksen e naturalmente Lukaku-Lautaro). Tra le più riuscite sperimentazioni tattiche spicca il ruolo di Bastoni marcatore in anticipo a tutto campo, con annessa riconquista del pallone in zona avanzata: l'attacco in sovrannumero, caposaldo del sistema di Conte, si giova del resto di un pressing feroce.

    All'allenatore è stata imputata dagli esteti la colpa delle non poche vittorie di misura, in base alla teoria che il livello tecnico medio superiore avrebbe dovuto sprigionare un gioco più spettacolare. La soggettività del concetto di spettacolo riduce il dibattito a guerra di opinioni, mentre il vero limite della squadra campione d'Italia è consistito nella sua scarsa resa in Champions, dove è uscita già nella fase a gironi, classificandosi ultima, anche se poi le altre tre italiane, eliminate agli ottavi di finale, non sono andate molto più avanti.


    Il gap in Europa

    Il precario cammino in Europa lascia rammarico, perché contro Real Madrid e Shakhtar è mancata un po' della classica ferocia agonistica. È inoltre probabile che la squadra abbia pagato difetti di tenuta, nella stagione in cui il calendario intasato ha imposto troppe partite ravvicinate: appena si sono rarefatte, dopo la precoce estromissione dalla Champions, l'Inter ha spiccato il volo in Serie A. Non può però essere nascosta la differenza tecnica che la separa ancora, nonostante tutto, da squadre come Manchester City, Psg, Bayern, Real Madrid, Chelsea e Liverpool. Per colmarla, servirebbe probabilmente qualche costoso campione in più. La questione introduce il tema più scabroso, che il demiurgo della rosa, l'ad Marotta, si ritrova adesso ad affrontare: crescita tecnica o ridimensionamento? Se il prestito in arrivo permetterà agli Zhang di onorare le spese e di gestire il club senza patemi fino a giugno, che cosa succederà poi?


    Le incognite sul mercato

    Nuovo stadio a San Siro, in gestione congiunta col Milan, incassi per 350 milioni di euro l'anno dalla Superlega, vendita della società: i tre affari ipotetici, per Suning, erano questi. Per ora il verbo essere si deve coniugare all'imperfetto e rimane l'incognita sul futuro immediato: una squadra costretta a vendere uno tra Lukaku, Lautaro e Hakimi, senza rimpiazzarlo, uscirebbe indebolita dal mercato e farebbe storcere il naso all'ambizioso Conte, forse a Marotta stesso. La navigazione a vista è stata possibile per qualche mese, ma una società di alto livello in Europa non se la può permettere, anche perché la vigilanza sui conti è il presupposto che Uefa e Figc hanno dichiarato come imprescindibile per la campagna acquisti, non soltanto nel palazzo di via della Liberazione. Intanto gli interisti si godono comunque il diciannovesimo scudetto.

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    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Zhang e lo scudetto dedicato a Moratti. La sfida ora è ridurre il monte ingaggi e chiudere con i fondi

      È il più giovane presidente nerazzurro di sempre a vincere, la situazione economica non permette in questo momento follie di mercato

      «È un giorno speciale, a qualche giocatore ho detto che fatico a credere che sia successo veramente». Steven Zhang, presidente della prima proprietà straniera a vincere lo scudetto in Italia, guarda con occhi sgranati una Milano in festa ai suoi piedi. Dalla terrazza che sovrasta il palazzo di Porta Nuova sventola la bandiera nerazzurra e canta con le migliaia di tifosi in estasi che hanno invaso Viale della Liberazione.

      Dopo undici anni il campionato si tinge di nuovo di nerazzurro e per Steven, 30 anni da compiere il 21 dicembre, è un traguardo storico: divenuto presidente il 26 ottobre del 2018, ha impiegato poco meno di tre anni per centrare l’obiettivo. Una tale rapidità nel conquistare il traguardo l’aveva sfoderata solo Ivanoe Fraizzoli. Steven però ha completato la missione risultando il più giovane presidente nerazzurro di sempre.


      Dopo aver sofferto davanti alla tv, assistendo alla sfida fra Sassuolo e Atalanta, in compagnia dell’ad Antonello ed essere stato raggiunto a metà pomeriggio da Marotta e Ausilio, il giovane Zhang rende omaggio a tutti. «È un momento emozionante, speciale per tutte le persone coinvolte nel progetto. Grazie ai tifosi di tutto il mondo, a chi lavora con noi e ovviamente ad Antonio Conte e ai giocatori che hanno lavorato per raggiungere questo risultato». La lista è lunga. «Voglio poi ringraziare i due amministratori delegati che mi hanno sostenuto, chi ha creduto in me e ha messo nelle mie mani l’onore di gestire questo club. Soprattutto grazie a mio padre».


      Una dedica speciale va a Massimo Moratti. «In questi anni mi ha guidato dal punto di vista emotivo e mi ha aiutato a capire cos’è l’Inter. Spero che questa gioia nel periodo difficile della pandemia porti energia positiva a tutti».

      Javier Zanetti spunta in sede per i festeggiamenti, prima di raggiungere il cuore delle celebrazioni in Piazza Duomo. La squadra invece tornerà in campo a San Siro con la Sampdoria sabato, poi per i dirigenti e l’allenatore arriverà l’atteso momento di pianificare il futuro.

      Questa stagione si è conclusa in maniera trionfale nonostante le difficoltà finanziarie. Ora la necessità primaria è garantire ossigeno alle casse del club con la definizione della trattativa con il fondo Bain Capital per ottenere un prestito ponte da 250 milioni. Di certo la finalità di Suning nell’immediato è abbattere il monte ingaggi, impresa non semplice considerando che nella prossima stagione aumenteranno i compensi di Lukaku, Vidal ed Eriksen e sul tavolo giacciono le trattative per i rinnovi di Lautaro e Bastoni.

      Ecco perché, nonostante l’esigenza di una punta e almeno di un esterno, voli pindarici sul mercato a ora non sono ammessi. Resta da capire se alle pubbliche dichiarazioni di Conte e Marotta, concordi nel voler restare, seguiranno i fatti. Accetteranno di rimanere con la consapevolezza di affrontare un mercato di contenimento? «Il futuro e il mondo dell’Inter sono gli stessi da 100 anni e sarà sempre così. L’obiettivo è diffondere inclusività e idee innovative alle persone che la circondano», chiude Zhang, fradicio di felicità.

      CorSera
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        Antonio Conte definisce lo scudetto dell'Inter "uno dei successi più importanti della mia carriera". Il tricolore numero 19 dei nerazzurri porta sicuramente la firma del tecnico pugliese, campione d'Italia per la quarta volta nella sua carriera da allenatore dopo i tre successi alla Juve: "Andiamo a dormire molto contenti e molto felici, abbiamo fatto tanto per far tornare l'Inter a questi livelli - ha detto Conte intervenendo a 90' minuto su Rai2 dopo la matematica conquista del titolo -. Non era una scelta facile venire all'Inter dove comunque la squadra non era competitiva per vincere qualcosa di importante. Ho accettato la sfida con grande voglia e penso che con il lavoro siamo stati ripagati di tutti i grandi sacrifici che abbiamo fatto".

        "Futuro? Godiamoci il momento"

        "Andavo in una squadra che era avversaria della Juventus, dove ho giocato per tantissimo tempo. Ha dominato per nove anni in Italia, c'erano tutte le situazioni più negative che si potessero trovare" ha spiegato ancora l'allenatore dell'Inter che ha rimandato ogni discorso sul futuro: "Ora godiamoci questo successo. Da qui a fine stagione, per un mese, voglio solo godermela. Ci sentiamo finalmente rilassati e felici, per la squadra e per i tifosi".


        "Ha vinto la squadra, si sono fidati di me"

        "In questi due anni abbiano lavorato tanto, siamo cresciuti molto e tra un po' cominceremo a pensare al prossimo step. A vincere è stata la squadra, la disponibilità che mi ha dato è stata totale. Si sono fidati del sottoscritto e del percorso che io ho indicato. Voglio ringraziare anche Lele Oriali perché mi ha aiutato tantissimo, dal punto di vista calcistico è stata la persona che ha influito più di tutti in questi due anni. Con tanto lavoro e impegno finalmente la barca siamo riusciti a ricondurla in porto".


        "Eliminazione Champions il momento chiave"

        Conte individua nell'uscita dalla Champions il momento in cui la stagione dell'Inter è svoltata: "Ci sono arrivate addosso un mare di critiche, fin troppo eccessive. Siamo stati bravi a usare quelle critiche, anche perché questo gruppo non era abituato a vincere. Il miglioramento? Non si può sempre attaccare, bisogna capire quando aggredire o aspettare. Quando bisognava attaccare si è fatto, quando si doveva attendere i ragazzi lo hanno fatto, le soluzioni sono state trovate sempre. Qui c'è stato il miglioramento. Adesso niente e nessuno può rubarci questa gioia che abbiamo conquistato e che vogliamo condividere con i tifosi".

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          Marotta: "Puntiamo alla seconda stella"

          "Il gap che c'era con la Juve era veramente consistente e notevole. L'anno scorso hanno vinto lo scudetto a pochi turni dal termine e noi siamo arrivati ad un punto. Aver vinto il titolo con quattro giornate di anticipo è merito nostro, non demerito altrui". L'ad dell'Inter Beppe Marotta, intervenuto in una trasmissione di Sky Sport, commenta così il 19/o tricolore dei nerazzurri aggiungendo di avere "una mia teoria. Meglio un allenatore bravo, che costa tanto, che prendere un giocatore in più con un allenatore scarso. La retribuzione di Conte è in sintonia con il suo palmares. Noi il problema dell'allenatore l'abbiamo risolto con l'arrivo di Antonio Conte".

          "Abbiamo preso una decisione impegnativa perché avevamo un ottimo allenatore, che è Spalletti - dice ancora il dirigente dei nerazzurri -. Ma ho proposto alla società Antonio Conte perché credevo fosse l'allenatore giusto nel posto giusto al momento giusto". E infatti ora lo scudetto "è grandissimo merito di Conte - sottolinea Marotta -. Ha portato quei valori importanti nello sport, li ha trasmessi a questi ragazzi.

          Nessuno di loro aveva vinto il titolo tranne Vidal. Anche Lukaku era emozionato in aereo ieri, è un traguardo straordinario per tutti. C'è un sogno per l'anno prossimo. Sarebbe veramente straordinario vincere lo scudettoanche l'anno prossimo perché vorrebbe dire portare all'Inter la seconda stella".

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            Ronaldo salva la Juve con due gol, per la Champions in 5 in due punti
            La Juventus è passata nell’arco di dieci minuti dal quinto al secondo posto, i due gol di Ronaldo (rigore e colpo di testa) all’ Udinese hanno risolto un problema grave. La sconfitta avrebbe avuto conseguenze pesanti più dal punto di vista psicologico che sulla classifica stessa. Vittoria del Milan contro il Benevento, vittoria rocambolesca della Lazio contro il Genoa, vittoria della Juve, pareggi dell’ Atalanta col Sassuolo (con Muriel che si fa parare il rigore della vittoria) e del Napoli col Cagliari che soffia la vittoria alla squadra di Gattuso a partita ormai finita. La classifica, se mai fosse stato possibile si è fatta ancora più compatta. Posto che la Lazio vinca il recupero della partita col Torino abbiamo addirittura 5 squadre in due punti: Atalanta, Juventus e Milan 69, Napoli e Lazio 67. A quattro giornate dal termine diventa così tutto possibile, prossima tappa Juve-Milan di domenica prossima. Dalla prospettiva dello scudetto a giocarsi un posto in Champions.

            SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 34 Sabato 1 maggio 2021 Crotone - Inter 0-2 (69' Eriksen I, 90'+2' Hakimi I) Milan-Benevento 2-0 (6' Calhanoglu M, 60' T. Hernandez M) Domenica 2 maggio 2021 Lazio-Genoa 4-3 (30' Correa L, 43' Immobile rig. L, 47' Marusic aut. G, 48' Luis Alberto L, 56' Correa L, 80' Scamacca rig. G, 81' Shomurodov G) Bologna-Fiorentina 3-3 (31' Palacio B, 21' Vlahovic F, 64' Bonaventura F, 71' Palacio B, 74' Vlahovic F, 84' Palacio B) Napoli - Cagliari 1-1 (13' Osimhen N, 90'+4' Nandez C) Sassuolo - Atalanta 1-1 (32' Gosens A, 52' Berardi rig. S, ) Udinese - Juventus 1-2 (10' Molina U, 83' Ronaldo rig. J, 89' Ronaldo J) Sampdoria - Roma 2-0 (45' Silva S, 65' Jankto S) Lunedì 3 maggio 2021 Torino - Parma 1-0 (63' Vojvoda T) *** Lo scudetto dell'Inter: storico, non rivoluzionario Quello dell' Inter, il 19° della sua storia, il primo dell'era cinese Suning, e anche il primo scudetto "straniero" del campionato italiano, è sicuramente uno scudetto storico. Perché viene dopo i
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              Fa piacere verificare che coloro i quali in questi anni, messi ai margini del tavolo da festa, erano arrivati a definire "scudettino" il titolo di Campione d'Italia, si siano riversati per le vie e le piazze dandosi a sfrenatissimi baccanali, in una sorta di collettiva esaltazione - d'altro canto il digiuno è stato lungo: 11 anni di niente.

              Fa piacere perchè vuol dire che quel triangolino tricolore, che in Italia ha ormai oltre un secolo, e che verrà cucito sulle maglie interiste dalla prossima stagione, è un pezzo di stoffa ancora capace di suscitare vibranti emozioni interiori ed esteriori, in specie quando tocca alla propria parte, meno quando tocca agli altri visto che provoca gli effetti contrari: bruciore di stomaco, milza in frantumi, stitichezza, mal di testa e obnubilamento mentale, dato che fino a ieri il triangolino tricolore che decora chi arriva a fregiarsi del titolo di Campione d'Italia è stato esorcizzato con la definizione sprezzante di "scudettino".

              Occorrerebbe un Le Bon che invece di descrivere la "psicologia delle folle" si desse a raccontare della psicologia del tifoso, quello strano animale per cui se il fatto X capita agli altri viene sminuzzato e svilito, mentre quando il medesimo, identico fatto X accade a se stessi viene celebrato e innalzato su ogni pinnacolo. E' per questa semplice e a tutti verificabile esperienza che nel calcio non occorre mai curarsi dei giudizi altrui: conta solo la vittoria - chi resta a mani vuote è costretto, per bagnare un pò le labbra secche, a dire qualunque cosa, aprire bocca e dare fiato al nulla.

              A me invece lo scudetto già manca. D'altro canto se gli Antichi, nella loro inarrivabile sapienza, avevano raffigurato, tra gli attrributi della vittoria, anche le ali, è perchè erano consapevoli che la vittoria è una divinità che resta presso di te non troppo a lungo da mettere le radici, anzi prima o poi prende il volo a nidificare altrove.

              Speriamo la dea alata ritorni presto. Per intanto chi vince ha ragione e a questo giro hanno avuto ragione i cinesi, Conte e Marotta.
              Last edited by Sean; 03-05-2021, 07:55:27.
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                Roma, che disastro. E Fonseca oggi rischia l'esonero

                LEGGO (F. BALZANI) - La Roma cola a picco e vede a rischio pure la Conference League della prossima stagione. Figuraccia con la Sampdoria (2-0, gol di Silva e Jankto) e Fonseca oggi rischia l'esonero in anticipo di 4 turni. "Questa rosa è da settimo posto", le parole del tecnico che sanno di addio.

                LEGGO (F. BALZANI) - La Roma cola a picco e vede a rischio pure la Conference League della prossima stagione. Figuraccia con la Sampdoria (2-0, gol di Silva e Jankto) e Fonseca oggi rischia l'esonero in anticipo di 4 turni. " Questa rosa è da settimo posto ", le parole del tecnico che sanno ...
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                  Mettendo a fuoco il titolo interista si legge un pò ovunque che questo è il primo scudetto vinto da una proprietà straniera: ci troviamo di fronte dunque ad una assoluta novità.

                  Le proprietà straniere sono quindi capaci di vincere nel complicato universo del calcio italiano.

                  Come hanno fatto a vincere però? Di che cosa si sono dotati? Non di altri stranieri ma di facenti funzioni, dirigenti operativi, allenatori italianissimi e anzi provenienti dalla più schietta scuola italiana. Questo dato deve essere preso e tenuto bene a mente.

                  Stranieri sono dunque i capitali e i tenutari della borsa, mentre tutto il resto (chi si occupa della gestione calcistica, del mercato, il duce in panchina) sono italiani.

                  I cinesi non si sono dati all'esotismo, non hanno puntato all'esterofilia (tranne il disastroso anno di De Boer, evidentemente una lezione sufficiente a non più replicarla) ma per interpretare e navigare nel calcio italiano hanno scelto capitani di ventura italiani: una constatazione logica ma che non tutti arrivano ad afferrare, quasi che il giardino al di là delle Alpi fosse sempre più verde, quando invece, se devi vincere, è qui che devi farlo, qui su questo terreno, tra questi panorami, in questa aria, e quindi occorrono maestranze, ingegneri, architetti del luogo.

                  I denari non hanno colore o, si dice, odore, sono un mezzo. Lo scopo, il fine ha invece una forma sua propria, e per raggiungerlo occorre muoversi su terreni per i quali servono guide esperte e del luogo: è partendo da questa considerazione che i cinesi hanno colto il frutto.
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Daje che con Pinto e 2 lire vinciamo tutto Sean
                    Originariamente Scritto da Sean
                    faccini, kazzi, fike, kuli
                    cesko92 [at] live.it

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                      Della Super League non se ne parla già più?

                      Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        A sto punto del campionato Juve Milan si fa interessante.
                        Originariamente Scritto da BLOOD black
                        per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

                        Commenta


                          Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
                          Daje che con Pinto e 2 lire vinciamo tutto Sean
                          Per vincere bisogna prendere i più bravi o quelli bravi. Sarri (se, come sembra, toccherà a lui) è bravo, Pinto non lo so perchè non lo conosco.

                          Inoltre occorre dotare la squadra di giocatori bravi anch'essi, perchè i dirigenti non giocano...per cui, se i Friedkin mirano a diventare la seconda proprietà straniera a vincere in Italia dopo i cinesi, hanno da fare un gran lavoro.

                          Bisogna a monte di tutto avere l'ambizione di vincere. I cinesi ce l'hanno avuta e hanno operato di conseguenza, facendo gestire i capitali a due bravi o bravissimi personaggi (Conte e Marotta) che hanno seguito in tutto e per tutto. Io la vedo come una strada, altre vie sono molto più strette.

                          C'è quella di vincere come la Juve del '12 cioè quella con pochi soldi, ma lì l'incidenza dei bravi diventa ancora più forte, visto che non hai larghezza di mezzi e dunque il margine di errore si riduce.

                          In buona sostanza vincere non è affatto semplice. Pare facile, a risultato ottenuto, ma non è così facile...c'è tutto un grosso lavoro dietro e scelte da fare e soprattutto da azzeccare.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
                            A sto punto del campionato Juve Milan si fa interessante.
                            Alla fine il Milan ha il destino nelle sue mani dovendosi scontrare contro Juve ed Atalanta.
                            Non dovesse farcela (cosa molto probabile) evidentemente non si meritava la Champions.

                            Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              Ancora fatico a credere, che abbiamo stoppato il dominio Juve
                              Originariamente Scritto da huntermaster
                              tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                              Originariamente Scritto da luna80
                              Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                                Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
                                Ancora fatico a credere, che abbiamo stoppato il dominio Juve
                                Ma cosa avete stoppato? La Juve s'e' stoppata da sola!
                                I SUOI goals:
                                -Serie A: 189
                                -Serie B: 6
                                -Super League: 5
                                -Coppa Italia: 13
                                -Chinese FA Cup: 1
                                -Coppa UEFA: 5
                                -Champions League: 13
                                -Nazionale Under 21: 19
                                -Nazionale: 19
                                TOTALE: 270

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