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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Champions League, un grande Real Madrid batte nettamente un Liverpool irriconoscibile rispetto alla squadra campione d’Inghilterra e d’Europa che abbiamo conosciuto. Protagonista il giovanissimo brasiliano Vinicius su cui il Real ha investito tantissimo, forse Zidane ha ritrovato il Real delle tre Champions consecutive. Qualificazione alla semifinale a buon punto, ma ancora non chiusa. Il Borussia Dortmund segna con Reus un gol prezioso che tiene ancora aperta la qualificazione contro il Manchester City di Guardiola

    E’ ancora tutto possibile, anche se la notte del Real Madrid è stata particolarmente impressionante, anche se minimalista non un martellamento continuo, ma l’essenzialità e la pesantezza di poche grandi azioni d’attacco. Insomma un lampo del grande Real delle tre Champions League consecutive. Tre gol al Liverpool di Klopp oggi solo una parvenza del Liverpool rullo compressore di due tre anni fa. Protagonista del Real quel Vinicius jr. appena ventenne che il Real ingaggiò appena il suo trasferimento dal Brasile alla Spagna era possibile. Puntandoci circa 50 milioni sopra. Il primo gol su lancio lunghissimo a tutto campo di Kroos è di una spettacolarità unica, una passaggio per arrivare in porta, altro che tiki taka. Il miglior Liverpool che conosciamo (oggi è settimo in Premier League) avrebbe chances di fare il ribaltone, Klopp dovrà tirar fuori un coniglio dal cilindro per non essere eliminato.

    E’ più aperta la partita di ritorno tra Manchester City e Borussia Dortmund. Reus ha segnato il gol che rende ancora possibile la qualificazione dei tedeschi nonostante la sconfitta per via dei gol di De Bruyne e Foden a Manchester. E con Haaland in serata non bisogna dar nulla per escluso.


    CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021
    QUARTI DI FINALE ANDATA
    Martedì 6 aprile 2021

    Real Madrid – Liverpool 3-1

    (27? Vinicius Jr. RM, 36? Asensio RM, 51? Salah L, 65? Vinicius Jr. RM)

    Manchester City – Borussia Dortmund 2-1
    (19? De Bruyne MC, 84? Reus BD, 90? Foden MC)

    Mercoledì 7 aprile 2021
    Bayern Monaco – Paris Saint Germain 21.00
    Porto – Chelsea 21-00

    CHAMPIONS LEAGUE 2020-2021 QUARTI DI FINALE ANDATA Mercoledì 7 aprile 2021 Bayern Monaco - Paris Saint Germain 2-3 (3' Mbappé Psg, 28' Marquinhos Psg, 37' Choupo Moting BM, 60' Muller BM, 68' Mbappé Psg) Porto - Chelsea 0-2 (32' Mount C, 85' Chilwell C) *** Martedì 6 aprile 2021 Real Madrid - Liverpool 3-1 (27' Vinicius Jr. RM, 36' Asensio RM, 51' Salah L, 65' Vinicius Jr. RM) Manchester City - Borussia Dortmund 2-1 (19' De Bruyne MC, 84' Reus BD, 90' Foden MC) *** Mercoledì 7 aprile 2021 Bayern Monaco - Paris Saint Germain 2-3 Porto - Chelsea 0-2 Alla fine di tutte le emozioni di Bayern Monaco - Paris Saint Germain 2-3, partita bellissima veramente degna di una grande Champions League, restano soprattutto le immagini di Kylian Mbappé, oggi probabilmente il miglior giocatore al mondo. Ha già segnato 8 gol in Champions League, ma soprattutto ha una personalità debordante e qualità tecniche che ormai lo fanno paragonare ai grandissimi giocatori dell'epoca moderna. La differenza di età lo
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    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Juventus-Napoli, formazioni e dove vederla: Dybala pronto al rientro, riecco Koulibaly

      Sfida Champions tra Pirlo e Gattuso, nemici-amici. Bianconeri alle prese con il Covid, Insigne, Di Lorenzo e Meret sono sotto osservazione

      Qui Juventus

      Se è vero che nel calcio le cose cambiano in fretta, questo Juve-Napoli che dal 4 ottobre vaga per il calendario come un fantasma può rilanciare Andrea Pirlo e la sua Juventus verso un finale di campionato meno burrascoso e una qualificazione Champions in discesa. Oppure, in caso di sconfitta-bis dopo quella al San Paolo a febbraio può complicare ulteriormente la stagione bianconera, caratterizzata da così tante svolte mancate da essere diventata una specie di labirinto.

      Anche sul fronte Covid c’è allerta, ma la partita vietata al Napoli all’andata dalla Asl per due positività e un possibile focolaio, diventata 3-0 a tavolino per il Giudice sportivo e poi rimessa in calendario grazie alla sentenza ribaltata del Collegio di Garanzia del Coni, al momento non è a rischio. Anche se martedì è stata ufficializzata la positività di Bernardeschi, dopo quella dell’altro azzurro Bonucci.

      Solo altri positivi nell’ultimo giro di tamponi i cui esiti saranno noti mercoledì mattina potrebbero far valutare la presenza di un focolaio. Nel frattempo Demiral si è negativizzato ed è a disposizione: «Noi rispettiamo sempre il protocollo e siamo in sintonia con quello che decide l’Asl. Quindi faremo come sempre: ci presenteremo per giocare» chiosa Pirlo, che alle Nazionali ha sacrificato tante assenze, ma oggi ha altri pensieri. Per la prima volta, dopo una sconfitta (la peggiore, contro il Benevento allo Stadium) Madama non ha risposto con una vittoria, bensì con un pareggio strappato nel finale del derby grazie a Ronaldo. «Non ci sono più scuse — ammette il tecnico —. Non stiamo onorando la maglia della Juve e il primo ad aver sbagliato in certe occasioni sono io. Ma dobbiamo voltare pagina».


      È la prima volta che Pirlo fa autocritica, ma non è certo la prima in cui richiama la squadra alle sue responsabilità, con alterne fortune. Magari adesso che il ritorno di Allegri è una minaccia più concreta anche per qualche giocatore, le cose andranno meglio. Nel frattempo la toppa sembra peggiore del buco: «L’incontro Agnelli-Allegri? Sono stato avvertito dal presidente, è stato un incontro tra amici — spiega Pirlo — . Il calcio è una cosa, ma l’amicizia resta. È come se andassi a cena con Maldini e poi venisse fuori che potrei diventare l’allenatore del Milan». L’unica differenza è che Allegri ha vinto cinque scudetti con la Juve ed è libero. E Pirlo sa bene che nonostante la lista degli alibi non sia affatto corta, quella dei bonus è terminata: «È normale, i risultati cambiano il lavoro: starà a me far sì che io possa essere ancora l’allenatore della Juve l’anno prossimo».

      Come? Provando a scavare tra le macerie lasciate dall’eliminazione in Champions, per vedere se c’è traccia della squadra che tra gennaio e febbraio aveva vinto 10 partite su 11, tra cui la Supercoppa con il Napoli. Dybala, k.o. dal 10 gennaio, è pronto al rientro («Nel caso anche da titolare» dice Pirlo) dopo tre mesi nei quali il dolore al legamento del collaterale del ginocchio lo ha tenuto fuori dal campo, ma non dalle polemiche: l’argentino, come McKennie e Arthur, torna a disposizione dopo la cena in zona rossa di una settimana fa e l’esclusione nel derby. Le parole di Pirlo («Poi vedremo quando rientrano») sembravano annunciare un’assenza più lunga. Ma non è questo il momento di sottilizzare.


      Qui Napoli

      Non si è mai fidato del «maestro». Nonostante, da giocatore, cascasse sempre in pieno nei suoi scherzi. E quando Pirlo a gennaio gli sfilò la Supercoppa, Gattuso fu costretto ancora una volta a soccombere. Giurandogliela.


      La rivincita in campionato, a febbraio, fu un toccasana. Per Rino e la sua panchina, all’epoca assai traballante. Siamo giunti all’ultimo atto, che poi doveva essere il primo: la potenziale sfida-scudetto di ottobre si è trasformata in sfida-Champions. Bivio cruciale di una stagione altalenante a cui Gattuso, paradossalmente, arriva con una posizione di maggiore forza. La prospettiva è capovolta: il Napoli è reduce da quattro vittorie di fila, ha ritrovato condizione e fiducia. Ma soprattutto ha cancellato i cinque punti di distanza da Madama. Tutto in due partite: mentre la Juve perdeva col Benevento e pareggiava il derby col Toro, i partenopei vincevano a Roma e con il Crotone.

      Una rimonta che significa quasi sorpasso: Rino ha la possibilità di sfruttare il vantaggio della vittoria in casa di due mesi fa e puntare anche a un risultato di parità. Ma non può fidarsi neanche stavolta, così come Pirlo non lo aveva fatto a febbraio, quando era Rino a essere in disgrazia: eliminato in Coppa Italia dall’Atalanta e con la ferita fresca della sconfitta col Genoa. Juve e Napoli sono lo specchio della stagione a corrente alternata, ma il pensiero qui è unico: la madre di tutte le partite (così è definita da sempre) va giocata al massimo delle forze e senza paura.

      In sintesi, è il concetto che Rino espresse quando la gara fu rinviata la prima volta causa Covid, per la positività di due giocatori azzurri. «Un peccato — disse — fosse dipeso da me l’avrei giocata comunque». I tormenti dovuti al virus sono una costante di questa gara, e stavolta tengono in ansia la Juventus. Nel Napoli non ci sono casi di infezione, tuttavia Gattuso e lo staff medico non sono tranquillissimi. Insigne, Di Lorenzo e Meret, reduci dal focolaio della Nazionale, sono sotto stretta sorveglianza. Tamponi di controllo fino a poco prima del fischio di inizio. Poi andrà in scena lo spareggio per la Champions.

      Gattuso ha il privilegio anomalo di avere quasi tutta la rosa a disposizione e, senza dire una parola (il Napoli è in silenzio stampa da due mesi), ha studiato il piano tattico per colpire le paure della Juventus. Rivoluzionando la difesa, il reparto che nonostante le ultime vittorie lo ha tenuto in allarme. Rientra Koulibaly, ed è una certezza. In coppia con lui non i pluridecorati Maksimovic e Manolas ma Rrahmani, ex Verona, rientrato da un infortunio, ma evidentemente ritenuto più affidabile dei colleghi.

      Sul fronte d’attacco, saranno i piccoletti a puntare la difesa bianconera, a non dare riferimenti. L’ultimo atto tra Juventus e Napoli è la personale «bella» di Lorenzo Insigne, il capitano che fallì il rigore decisivo in Supercoppa e poi centrò quello in campionato. Ed è anche il punto massimo dell’orgoglio di Ringhio. Che di Pirlo non si fida, ma della Juve non ha paura: nell’ultimo anno l’ha battuta tre volte su quattro.

      Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; McKennie, Asthur, Bentancur, Chiesa; Morata, Ronaldo. All. Pirlo.
      Napoli (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Hysaj; Fabian Ruiz, Demme; Lozano, Zielinski, Insigne; Mertens. All. Gattuso.
      Arbitro: Mariani
      Tv: ore 18.45, Sky


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      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Inter-Sassuolo, formazioni e dove vederla in tv: c’è Gagliardini. Conte: «Finiamo il lavoro»

        Si gioca il recupero della partita saltata il 21 marzo, con una vittoria i nerazzurri possono andare a +11 sul Milan. Conte: «Il percorso deve essere completato»

        Lo scatto c’è stato a Bologna, l’allungo scudetto è atteso per stasera. L’Inter insegue la decima vittoria consecutiva per mettere tutti in fila e distribuire distacchi siderali a inseguitrici senza continuità. Il Conte alla rovescia è partito, vincere contro il Sassuolo significa spingere il Milan a -11 e mettere le mani sul titolo. «Stiamo facendo cose importanti però il percorso deve essere completato», concede l’allenatore.


        Non ha sbagliato un colpo nel girone di ritorno, le ha vinte tutte, disintegrando le speranze di rimonta delle avversarie. Il Sassuolo però non è il più accomodante dei clienti, a San Siro nelle ultime cinque visite non ha mai perso, anzi si è portato via tre vittorie e due pareggi. L’allenatore De Zerbi però si presenta senza 7 possibili titolari, perché la società ha confermato di voler tenere fuori in via precauzionale i rientranti dalle Nazionali in cui ci sono stati casi di Covid, come Locatelli, Ferrari e Muldur, cui si aggiungono Ayhan (positivo) e gli infortunati Caputo, Berardi, Defrel e Bourabia. «Abbiamo fatto una scelta per la partita di sabato scorso contro la Roma, è giusto portarla avanti anche per la gara con l’Inter». Il Sassuolo ha deciso di non prendere inutili rischi per il recupero di questo match di campionato saltato il 21 marzo scorso, quando l’Ats di Milano vietò di giocare per un focolaio in casa Inter.

        Un successo può aprire il countdown per il 19° scudetto della storia nerazzurra. Sarebbe il quarto di Conte che, dopo aver aperto un ciclo sulla panchina della Juventus, è deciso a far cadere la dittatura bianconera. Il cerchio si chiuderebbe così nel migliore dei modi per l’Inter e il tecnico, ripudiato e insultato dal presidente Andrea Agnelli nell’ultimo scontro di Coppa Italia.

        Il conto alla rovescia è piuttosto un Conte alla rovescia, una metamorfosi totale per l’allenatore, arrivato da ex nemico bianconero si è guadagnato sul campo l’ammirazione e la stima dell’ambiente nerazzurro, tornato a rialzare la testa dopo un decennio di batoste e insuccessi. Una situazione simile la vive pure l’altro ex juventino, Beppe Marotta, anche lui ampiamente rimpianto. Dopo aver sconfitto il virus, l’ad nerazzurro è rientrato a pieno ritmo nel mondo Inter.

        Se l’Inter potrà aprire un ciclo lo si capirà presto, quando il presidente Steven Zhang tornerà dalla Cina. Il numero uno nerazzurro è atteso a giorni, entro fine mese dovrebbe schiarirsi la situazione societaria: si aspetta un’iniezione di 250 milioni e con lo scudetto in tasca si potranno disegnare i piani futuri. La dirigenza e l’allenatore andranno in scadenza nel 2022, prematuro pensare ora ai rinnovi e alla stagione che verrà.

        L’Inter vive nel presente e Conte contro il Sassuolo deve rimpiazzare gli squalificati Bastoni e Brozovic. In difesa spazio a Darmian, a centrocampo riecco Gagliardini, con Barella abbassato davanti alla difesa. In attacco la solita coppia Lukaku-Lautaro, perché vincere stasera è vitale per far partire il conto alla rovescia.

        Milano ore 18.45
        Inter (3-5-2): Handanovic; Darmian, De Vrij, Skriniar; Hakimi, Gagliardini, Barella, Eriksen, Young; Lukaku, Lautaro. All.:Conte
        Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Marlon, Chiriches, Kyriakoupolos; Obiang, Magnanelli; Traorè, Djuricic, Boga; Raspadori.
        Arbitro: Irrati
        Tv: ore 18.45 Dazn

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          Roma, per Fonseca un bivio senza scampo: uscita di scena tra gli applausi o esonero anticipato

          Il destino in giallorosso del tecnico è segnato, comunque vada il resto della stagione. Ma passare con l'Ajax e magari andare fino in fondo in Europa League cambierebbe comunque il senso della sua avventura nella Capitale

          Il tempio delle contraddizioni è un campo di calcio alla periferia sud di Roma. Trigoria è il polo in cui vive un allenatore virtualmente esonerato ma unico sopravvissuto tra gli italiani in Europa. In cui una squadra precipitata al settimo posto, ultima tra le grandi e spaccata da tensioni interne che si riverberano da mesi, può ambire a una semifinale europea senza dover pensare che si tratti di un'illusione. Anzi. Il destino di Fonseca è segnato: Ryan Friedkin e il padre Dan hanno deciso che servirà cambiare a fine stagione: troppo nervoso, troppo insofferente, troppo "stanco" l'allenatore portoghese per affidargli il futuro. Allegri non è più una possibilità (almeno oggi), Sarri più di una tentazione, Juric un piano B. Ma se superasse l'Ajax, Fonseca coltiverebbe ancora la possibilità di un'uscita da vincente. Altrimenti, non è escluso che la catena di inciampi in campo e di malumori fuori possa costargli cara già prima del fischio finale sul campionato.

          Fonseca cerca l'uscita di scena tra applausi

          C'è una pistola invisibile puntata alla tempia di Fonseca, che lo ha spesso costretto a scegliere: campionato o Europa? Anche sabato, aveva di fronte due possibilità. E ha scelto di pensare all'Ajax. Il motivo? L'organico si è smaterializzato, devastato da una raffica di infortuni e cancellando le possibilità di scelta dell'allenatore. Che sabato ha deciso di preservare i nomi a rischio in vista della partita che ha battezzato vitale: quella di giovedì ad Amsterdam. Ad esempio Veretout, giocatore indispensabile nell'assetto romanista e al rientro da un infortunio, ma anche l'irrequieto Dzeko e l'acciaccato Pedro, nonostante un rendimento non esattamente esaltante nel girone di ritorno. Ma sono rinunce lussuose, per una squadra che già deve fare a meno di Mkhitaryan, Smalling, Kumbulla. Alla Johan Cruyff Arena, giovedì sera, Fonseca punterà sui tre tenuti a riposo a cui potrà aggiungere Villar e Ibanez, squalificati sabato. Cinque novità, augurandosi che siano sufficienti a far sì che l'Europa resti l'isola felice della stagione romanista, quella in cui i problemi evaporano. L'ultima strada possibile per garantirsi un'uscita di scena tra gli applausi.

          Il destino in giallorosso del tecnico è segnato, comunque vada il resto della stagione. Ma passare con l'Ajax e magari andare fino in fondo in Europ…
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            Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
            sciabolata morbida. Un pò esagerata però dopo il primo vero anno di fallimento. Se gli anni a seguire saranno simili allora avrà avuto ragione, ma ad oggi...

            Sì, direi di non esagerare adesso. Moggi ama spararle grosse, ma da un anno andato male non possono discendere giudizi ontologici, di una costituzione dell'essere, come se la Juventus si fosse imbarbarita, come se fosse il luogo degli incapaci o dei perdenti cronici: parliamo comunque della prima società italiana, di quella che ha vinto l'ultimo dei 9 campionati solo l'anno scorso: non si viene, a differenza del restante del calcio, da 9 o 10 o anche 11 anni di niente: è semmai uno scudetto che casca altrove a non poter far orientare o cambiare chissà quali giudizi, perchè non è una rondine che fa primavera: uno stormo direi invece di sì, e qui di campionati ne sono stati messi in fila in numero tale da coprire un decennio, roba che normalmente, nel resto del circondario, si vince in 50, 60 o più anni.

            E' un anno particolare, dove tutto quello che poteva andare storto è andato storto, oltre ad una naturale consunzione, perchè pure in Francia il PSG ha dato spazio ad un Lione; in Germania il Bayern ad un Borussia; in Spagna Barcellona e Real ad un Atletico, semplicemente perchè è impossibile vincere tutti gli anni per tutta l'esistenza.
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              pazzesco ieri sera il Borussia che schiera titolari contro il City Morey (2000) Bellingham (2003) Halaand (2000) un tale Knauff (2002) poi nella ripresa è subentrato Reyna (2002). Assente invece l'altro titolare Sancho (2000). Tutto ciò senza citare Reinier (2002) e Moukoko (2004)
              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
              Originariamente Scritto da GoodBoy!
              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


              grazie.




              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                Originariamente Scritto da Marco pl
                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                IO? Mai masturbato.
                Originariamente Scritto da master wallace
                Io sono drogato..

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                  Occhio che qua Zizou butta fuori Klopp

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                    Alla fine i dubbi su Zidane come allenatore possiamo anche darli per dissolti, perchè in una stagione difficile ha dimostrato di saper condurre una squadra che è una squadra in via di transizione. Si evidenzia che, al di là della stella o della "predestinazione" di cui si è favoleggiato, Zidane ha delle qualità come allenatore, cioè conosce il mestiere.

                    Mi verrebbe il paragone con Pirlo, ma forse sarebbe ingeneroso e fuori fuoco, visto che è al debutto assoluto...ma in Pirlo non colgo nessun aspetto (caratteriale o tecnico) promettente, però siamo nell'ambito delle sensazioni personali.
                    Last edited by Sean; 07-04-2021, 10:58:37.
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                      C'è Belotti nel mirino di Tiago Pinto

                      IL TEMPO (F. BIAFORA) - La Roma scandaglia il mercato alla ricerca del centravanti del futuro. In attesa di capire chi siederà sulla panchina del prossimo anno e quella che sarà la decisione su Dzeko - attaccante di 35 anni da 7,5 milioni netti a stagione - gli intermediari di mezza Europa sono stati allertati sul fatto che al momento la priorità è quella di ingaggiare un nuovo numero 9 da affiancare a Borja Mayoral.

                      Tra i nomi ventilati a Tiago Pinto negli scorsi giorni c’è quello di Andrea Belotti, capitano del Torino e autore di 11 gol i 2211 minuti disputati in campionato. Il «Gallo» è stato proposto da un intermediario di fiducia del club, ma la sua situazione non è affatto semplice: nonostante un contratto in scadenza nel 2022 Cairo (se non si dovesse arrivare al rinnovo) è comunque intenzionato a chiedere una cifra importante e soprattutto non ci sarà alcuna cessione prima della fine dell’Europeo che Belotti disputerà con l’Italia. Il classe 1993 ha raggiunto la piena maturità calcistica e il suo obiettivo è portare il Toro alla salvezza, ma poi la voglia è quella di provare a fare il salto di qualità e di mettersi alla prova su un palcoscenico più importante e stimolante: un identikit che corrisponde a quello della Roma, ma la lista di Pinto per l’attacco è lunga.


                      IL TEMPO (F. BIAFORA) - La Roma scandaglia il mercato alla ricerca del centravanti del futuro. In attesa di capire chi siederà sulla panchina del prossimo anno e quella che sarà la decisione su Dzeko - attaccante di 35 anni da 7,5 milioni netti a stagione - gli intermediari di mezza Europa...
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                        E' lunghetto ma è un interessante spaccato di che ambientino sia il calcio e di cosa accade dietro alle quinte:

                        Sms, stipendi e bugie: così Petrachi ha vinto

                        IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un antipasto della verità processuale. Nelle pieghe della causa vinta dall’ex direttore sportivo Gianluca Petrachi, che ha visto accogliere dal Tribunale Ordinario di Roma-Sezione Controversie di Lavoro il suo ricorso contro il licenziamento per giusta causa subìto dal club giallorosso nell’estate 2020, emergono retroscena su quanto accaduto a Trigoria e dintorni in quei mesi complicati.

                        SMS INCRIMINATO - In attesa di scoprire le motivazioni della sentenza di primo grado letta in aula lo scorso 12 febbraio, che ha condannato la Roma a pagare un risarcimento danni di 5 milioni di euro a Petrachi, emergono alcune fonti di prova ammesse dal giudice Paolo Mormile nell’ordinanza istruttoria da lui stesso firmata, tra cui alcuni sms. Da ricordare che la Roma - aggiungendo un’altra serie di accuse - ha deciso di licenziare il dirigente dopo che lo stesso inviò all’allora presidente James Pallotta due messaggi. Nel primo scrisse testualmente: «Buonasera Presidente, mi dispiace constatare che lei è un piccolo uomo... Ho sperato tanto di poterla rappresentare qui a Roma per poterle far fare bella figura e non farle rubare i soldi che hanno fatto in tanti. Evidentemente non mi sono fatto capire ed apprezzare abbastanza. Ora le conviene mandarmi via perché dopo quello che ha voluto fare in maniera vile non potrò più esserle d’aiuto».

                        Dall’ordinanza emergono particolari interessanti. Il giudice ricorda innanzitutto che la reazione di Petrachi fu scatenata da un’intervista di Pallotta al sito ufficiale del club. Non sentendosi nominato tra coloro che avevano meriti per il lavoro che stava svolgendo la Roma, il diesse perse le staffe. «Nella primavera del 2020 - scrive Mormile descrivendo il contesto di quei fatti - si rincorrevano le voci di una mancata conferma del ricorrente (Petrachi, ndr) nel ruolo di Direttore Sportivo di AS Roma, nonostante il contratto di lavoro terminasse nel 2022. La società non si è mai preoccupata di metterle a tacere, anzi, alla prima occasione utile il Presidente lo ha ignorato apertamente. (...) Né può avere valore alcuno il tentativo – contenuto nella lettera di licenziamento - di sminuire la portata lesiva dell’intervista di Pallotta (...) giacché è del tutto evidente che l’intenzionale omissione del Presidente ha avuto l’effetto - immediatamente recepito dai media - di isolare e danneggiare il ricorrente».

                        Letta quell’intervista, secondo la ricostruzione fatta dal giudice, Petrachi ha espresso il suo malcontento all’amministratore delegato Guido Fienga, «il quale - si legge ancora nell’atto - gli ha manifestato dispiacere per l’accaduto mostrando piena consapevolezza della portata lesiva della condotta del presidente Pallotta. Inoltre il ricorrente ha anticipato al dr. Fienga il testo del messaggio che avrebbe inviato al Presidente, senza ricevere alcun appunto nel merito. È, quindi, del tutto contraddittorio che lo stesso AD ritenga a posteriori il messaggio offensivo». Poi Pallotta «ha capito immediatamente il motivo del rammarico mostrato dal ricorrente nel suo messaggio, come dimostra la sua risposta. Dopo il secondo messaggio del sig. Petrachi, con cui ha chiesto al Presidente un incontro per programmare l’attività, lo stesso James Pallotta ha chiuso la vicenda con un messaggio» inviato a Petrachi, «con cui ha negato vi fossero attriti, trattandosi di “fakenews”».

                        IL CASO STIPENDI - Il giudice ricorda che «la Società lamenta il fatto che durante il cd. Lockdown il ricorrente sia rimasto presso la propria residenza in Puglia con la famiglia, disinteressandosi dei calciatori e dei collaboratori del settore tecnico». Ma a questa accusa Petrachi si oppone ricordando un suo intervento nella spinosa vicenda degli stipendi che la Roma, come altre società, ha chiesto di posticipare e in parte decurtare ai calciatori durante la sospensione del campionato per la pandemia. Detto che lo stesso diesse ha accettato di rinunciare a 100mila euro netti, il dirigente è «intervenuto sui giocatori per persuaderli ad accettare la riduzione di stipendio richiesta (...). Il ricorrente, infatti, è stato contattato dall’AD Guido Fienga il quale oltre a chiedergli di rinunciare alla retribuzione del mese di marzo 2020 gli ha chiesto anche di occuparsi dei cinque calciatori sudamericani restii ad acconsentire alla richiesta del club intervenendo sul giocatore Fazio che aveva influenza sugli altri quattro. Il ricorrente, pur non essendo affatto tenuto a svolgere tale compito, è intervenuto convincendo Federico Fazio, tramite il suo agente Salvador Sanchez, ad accettare la riduzione richiesta e a persuadere i compagni che, infine, hanno acconsentito».

                        I SALUTI DEI GIOCATORI
                        - La difesa di Petrachi ha inoltre allegato i testi di una serie di sms di calciatori e dipendenti che hanno salutato con parole affettuose il direttore sportivo dopo il suo licenziamento. «Caro direttore - gli scrisse Veretout secondo l’ordinanza - sono molto dispiaciuto della situazione che si è venuta a creare. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me e ti sarò sempre riconoscente. Spero che al più presto esci da questa brutta situazione che non meriti e possa ritornare a fare al meglio il tuo lavoro e magari ci rincontriamo, perché come ho sempre detto a Mario (il suo agente Giuffredi, ndr) ti reputo una persona vera».

                        E tra i saluti di Mkhitaryan, Diawara, l’autista Fabrizio spuntano anche quelli dell’attuale team manager Valerio CardiniMi hai dato modo di crescere e confrontarmi con un professionista come te») e dell’allora head of production Juma Qaddourah: «Caro direttore mi è dispiaciuto davvero tanto per come è andata a finire…hai comunque messo le basi per cambiare la mentalità che c’è qui!! Sei una gran bella persona e sono sicuro che farai bene ovunque tu andrai».

                        INTERVISTE - A Petrachi vengono inoltre contestate alcune dichiarazioni pubbliche. La società si è ad esempio lamentata di quando Petrachi, al termini di Roma-Cagliari, dichiarò a proposito di un fallo fischiato dall’arbitro a Kalinic: «È un gioco di calcio, non è un gioco di signorine». Ma il giudice sottolinea che il diesse «non ha inventato nulla, poiché “Il calcio non è uno sport per signorine” è un famoso modo di dire detto coniato nel 1909». C’è poi il caso dell’intervista concessa a Sky a giugno 2020, ma andata in onda dopo quattro giorni utilizzati, a detta di Petrachi, dall’ufficio comunicazione della Roma e dai giornalisti di Sky «per valutare quali parti mandare in onda. La società, ad esempio, ha deciso di tagliare le parole con cui il ricorrente ha manifestamente sostenuto il Presidente Pallotta».

                        Da ricordare che in quell’intervista l’ex diesse accusava la squadra di scarso impegno negli allenamenti post-lockdown. Nell’ordinanza si parla inoltre delle due inchieste della procura federale poi archiviate riguardo al passaggio di Petrachi alla Roma quando era ancora un tesserato del Torino. «Non si comprende quindi come il club - sostiene il giudice - possa contestare tale fatto al ricorrente, tanto più che, nel caso in cui i fatti fossero stati accertati, AS Roma sarebbe stata responsabile al pari del ricorrente per aver usufruito dell’attività di un dipendente del Torino». Ma non finisce qui.

                        IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un antipasto della verità processuale. Nelle pieghe della causa vinta dall’ex direttore sportivo Gianluca Petrachi , che ha visto accogliere dal Tribunale Ordinario di Roma-Se z ione Controversie di Lavoro il suo ricorso contro il licenziamento per giusta causa subìto ...
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Quindi finalmente stasera si conclude sta Via Crucis ?
                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Alla fine i dubbi su Zidane come allenatore possiamo anche darli per dissolti, perchè in una stagione difficile ha dimostrato di saper condurre una squadra che è una squadra in via di transizione. Si evidenzia che, al di là della stella o della "predestinazione" di cui si è favoleggiato, Zidane ha delle qualità come allenatore, cioè conosce il mestiere.

                            Mi verrebbe il paragone con Pirlo, ma forse sarebbe ingeneroso e fuori fuoco, visto che è al debutto assoluto...ma in Pirlo non colgo nessun aspetto (caratteriale o tecnico) promettente, però siamo nell'ambito delle sensazioni personali.
                            devo riconoscere che sta facendo bene con un real che ha una rosa che lascia MOLTO a desiderare e sarà un caso, ma in champions dagli ottavi in poi sembra avere proprio una marcia in più...
                            la rosa è la stessa dei 2 anni precedenti che è uscita agli ottavi eh.
                            è vero nei gironi ha faticato ma gioca con diversi rottami rispetto a quando ha vinto 3 volte
                            a mio avviso sarebbe proprio l'uomo giusto per rilanciare la juve in champions
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                              Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                              devo riconoscere che sta facendo bene con un real che ha una rosa che lascia MOLTO a desiderare e sarà un caso, ma in champions dagli ottavi in poi sembra avere proprio una marcia in più...
                              la rosa è la stessa dei 2 anni precedenti che è uscita agli ottavi eh.
                              è vero nei gironi ha faticato ma gioca con diversi rottami rispetto a quando ha vinto 3 volte
                              a mio avviso sarebbe proprio l'uomo giusto per rilanciare la juve in champions
                              La Juve aveva trovato in Allegri il profilo ideale, il suo Trapattoni degli anni '10...e l'errore, da cui nasce tutto il resto, è stato l'essersi fissati con questa chimera, questa fiera mitologica del "bel giuoco" o del "giuoco europeo"...e allora via Allegri e dentro Sarri, via Sarri (perchè non andava bene nemmeno lui) e dentro Pirlo...ma non mi pare che si sia migliorati, anzi a conti fatti l'unico "europeo" è stato proprio Allegri.

                              Quando la Juventus segue le mode o va dietro ai "malumori" della piazza, sbaglia. Sbaglia perchè tradisce la sua natura. Nel calcio queste cose contano molto, non è una formula chimica dove la somma di elementi producono un risultato esatto: entrano in gioco variabili sensibilissime e ciascuna squadra, ciascun club ha le sue. La Juve se da retta alla pancia combina solo puttaniate, è già successo.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                                devo riconoscere che sta facendo bene con un real che ha una rosa che lascia MOLTO a desiderare e sarà un caso, ma in champions dagli ottavi in poi sembra avere proprio una marcia in più...
                                la rosa è la stessa dei 2 anni precedenti che è uscita agli ottavi eh.
                                è vero nei gironi ha faticato ma gioca con diversi rottami rispetto a quando ha vinto 3 volte
                                a mio avviso sarebbe proprio l'uomo giusto per rilanciare la juve in champions

                                oddio...."molto a desiderare" e "rottami rispetto a quelli delle tre champions" mi sembra un esagerazione eh...
                                ha una squadra di espertissimi e fortissimi figli di putt4na (i soliti s.ramos, benzema, kroos, modric, casemiro, carvajal) cui si aggiunge la freschezza dei vari Vinicius Jr (ormai esploso) Valverde (fortissimo) Mendy, Courtois, Varane e del ritrovato Asensio (uno che ad oggi ha avuto una carriera molto inferiore rispetto allo straordinario talento che gli ha dato madre natura)

                                recuperassero alla causa anche Isco o Hazard sarebbero di nuovo i più forti d'Europa secondo me, ma già adesso sono lì lì
                                Last edited by KURTANGLE; 07-04-2021, 11:28:29.
                                Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                                parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                                Originariamente Scritto da GoodBoy!
                                ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                                grazie.




                                PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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