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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Ma certo.
    Originariamente Scritto da Sean
    mò sono cazzi questo è sicuro.
    Originariamente Scritto da bertinho7
    ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

    Originariamente Scritto da Giampo93
    A me fai venire in mente il compianto bertigno
    Originariamente Scritto da huntermaster
    Bignèw

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      Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
      Ma certo.
      perchè lo rivorresti? sempre se la tua risposta è stata seria, ma sento puzza di ironia, ma nel dubbio chiedo.
      (ride)

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        Perché trasmettono in TV le partite della Juve e contemporaneamente detengo il senso della vista.
        Originariamente Scritto da Sean
        mò sono cazzi questo è sicuro.
        Originariamente Scritto da bertinho7
        ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

        Originariamente Scritto da Giampo93
        A me fai venire in mente il compianto bertigno
        Originariamente Scritto da huntermaster
        Bignèw

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          A dirla tutta si capirebbe anche ascoltando le partite alla radio il perché.
          Originariamente Scritto da Sean
          mò sono cazzi questo è sicuro.
          Originariamente Scritto da bertinho7
          ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

          Originariamente Scritto da Giampo93
          A me fai venire in mente il compianto bertigno
          Originariamente Scritto da huntermaster
          Bignèw

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            Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
            Perché trasmettono in TV le partite della Juve e contemporaneamente detengo il senso della vista.
            Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
            A dirla tutta si capirebbe anche ascoltando le partite alla radio il perché.
            (ride)

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              Traduco in cartaginese: facciamo cagare a centrocampo.
              Originariamente Scritto da Sean
              mò sono cazzi questo è sicuro.
              Originariamente Scritto da bertinho7
              ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

              Originariamente Scritto da Giampo93
              A me fai venire in mente il compianto bertigno
              Originariamente Scritto da huntermaster
              Bignèw

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                Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
                Traduco in cartaginese: facciamo cagare a centrocampo.
                in arabo al massimo. sul resto sono d'accordo.
                (ride)

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                  Bene.
                  D'ora in poi ti chiamerò Nasser.
                  Originariamente Scritto da Sean
                  mò sono cazzi questo è sicuro.
                  Originariamente Scritto da bertinho7
                  ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                  Originariamente Scritto da Giampo93
                  A me fai venire in mente il compianto bertigno
                  Originariamente Scritto da huntermaster
                  Bignèw

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                    Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
                    Bene.
                    D'ora in poi ti chiamerò Nasser.
                    (ride)

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                      Barcellona-Juventus, formazioni e dove vederla: Ronaldo contro Messi vuole vittoria e primo posto

                      Catalani in crisi, Messi in difficoltà: i bianconeri vogliono approfittarne. Per il primato del girone devono vincere con due gol di scarto segnandone almeno tre

                      Qui dove batteva il cuore blaugrana di novantamila persone, un burofax ha fatto danni incalcolabili e Cristiano Ronaldo vuol provare ad aprire ufficialmente la crisi di Messi e del Barcellona. Lo strappo estivo dell’argentino è stato così clamoroso che anche Andrea Pirlo lascia da parte per un attimo la diplomazia e parla dell’avversario: «È un momento particolare della sua vita, legato alla sua permanenza qui, ma non della sua carriera, perché durante le partite ha sempre dimostrato il suo valore. Più che tecnico il problema è mentale: in campo è sempre un fenomeno».


                      Rivalità

                      La questione Messi va sempre maneggiata con cura, soprattutto se in squadra hai Ronaldo: «Ha ragione Koeman, è sbagliato dire chi è il più bravo, bisogna solo ringraziarli per lo spettacolo che danno da quindici anni». Cristiano in Champions contro il rivale non ha mai segnato e scalpita per mostrare al mondo che la Juve dell’andata è stata ridimensionata nel gioco e nel risultato per un motivo molto banale: lui non c’era, per la positività al Covid.

                      «Impresa nelle nostre corde»

                      Il Barcellona è in crisi nera nella Liga (a 12 punti dall’Atletico Madrid), Koeman ammette di essersi infuriato con i suoi dopo il k.o. di Cadice, ma in Champions ha sempre vinto e ha una differenza reti migliore della Juve: i bianconeri devono passare al Camp Nou con due gol di scarto, segnandone almeno tre, una missione non del tutto impossibile considerato che all’andata Morata si è visto annullare tre gol per una questione di pochi centimetri, ma molto complicata: «È un’impresa che sentiamo avere nelle nostre corde — sottolinea Pirlo —. Sarà difficile, ci sarà da soffrire, ma dovremo essere bravi a sfruttare le nostre occasioni. Siamo sereni e convinti che tutto possa succedere».


                      Nove anni dopo

                      Dopo la rimonta nel derby e con un calendario che non consente mai allenamenti veri (fatto di cui si lamenta anche il tecnico olandese del Barça), il duello del Camp Nou è tutto fuorché banale e non solo perché Ronaldo e Messi non si incrociano in Champions da nove anni. La Juventus, come sottolinea capitan Bonucci, vuole capire se il secondo tempo del derby è una vera svolta a livello caratteriale. Il Barcellona invece deve battere un colpo per uscire da una crisi che parte da lontano e che nel 2020 ha già affondato due allenatori e un presidente. La gara d’andata è coincisa proprio con l’addio di Bartomeu e con la miglior prestazione stagionale di Messi e soci. La distanza della Juve da un Barça minore era sembrata comunque ampia. L’obiettivo minimo per Pirlo, da centrare con Buffon probabile titolare e De Ligt che potrebbe invece riposare, è dimostrare che si è già accorciata per non frenare una crescita già lenta. Ronaldo è qui per questo.

                      Barcellona (4-2-3-1): 13 Neto; 2 Dest, 4 Araujo, 15 Lenglet, 18 Jordi Alba; 21 De Jong, 8 Pjanic; 17 Trincao, 10 Messi, 14 Coutinho; 7 Griezmann. All. Koeman Juventus (4-4-2): 77 Buffon; 16 Cuadrado, 13 Danilo, 19 Bonucci, 12 Alex Sandro; 8 Ramsey, 5 Arthur, 25 Rabiot, 22 Chiesa; 9 Morata, 7 Cristiano Ronaldo. All. Pirlo. Arbitro: Stieler (Germania)
                      Tv: ore 21 Canale 5 e Sky

                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Milan, Pioli e il discorso segreto ai giocatori: «Possiamo arrivare ovunque». La canzone per lui

                        L’arringa dell’allenatore dopo la vittoria sulla Samp: «Siamo un grande gruppo, è la nostra vera forza, è questo che ci permette di essere più forti delle difficoltà, delle assenze, di tutto». La chiave della leggerezza

                        La squadra in cerchio, Pioli al centro. Gli sguardi che s’incrociano, l’allenatore che fissa uno per uno i suoi giocatori negli occhi, infine l’urlo collettivo e via, verso casa, con tre punti in più, per continuare a correre, per continuare a sognare. La scena è quella ormai cult di domenica sera a Marassi, dopo la vittoria sulla Samp che ha riportato il Milan a +5 sull’Inter e a +6 su Napoli e Juve, un’immagine che ritrae meglio di qualunque altra l’essenza stessa di questo Diavolo che non si ferma più. I numeri sono sbalorditivi: 8 vittorie in 10 partite e 26 punti conquistati, il doppio esatto rispetto a un anno fa.

                        «Siamo un grande gruppo, è la nostra vera forza, è questo che ci permette di essere più forti delle difficoltà, delle assenze, di tutto. Possiamo arrivare lontano, ragazzi, basta volerlo»: questa la sintesi dell’appassionata arringa di Pioli nel cerchio magico rossonero. Un’empatia, quella fra il tecnico e la squadra, che nasce da lontano e che s’è rafforzata ancor di più quando lui era in quarantena per il Covid. Seguiva tutto da casa, grazie a droni e telecamere, «ma mi mancava il contatto umano» ha detto. Da qui la scelta di riunire fisicamente attorno a sé la squadra dopo la vittoria.Ha svoltato, il suo Milan: non sogna più in grande, pensa in grande. Il successo sulla Samp è stato l’ennesima prova di forza: senza tutto l’asse centrale — Kjaer, Bennacer, Ibrahimovic — e con un’età media di 22 anni non era affatto scontato. Passano le settimane e il Diavolo continua a restare lassù: vero che in 28 giornate può accadere di tutto, ma le certezze di chi era assolutamente convinto che i piccoli Diavoli sarebbero presto crollati non sono più così granitiche.

                        «Il Milan è da scudetto», Fabio Capello ne è convinto. E se lo dice uno come lui, che non fa sconti a nessuno, meglio dargli retta. Anche Pioli ora non ha più paura di pronunciare la parola proibita: «Non firmo per il quarto posto» ha ribadito. La vera forza di questa squadra sta però soprattutto nel fatto di non vedere lo scudetto come un obbligo, un’ossessione. Lo si capisce dalla leggerezza spensierata ma entusiasta con la quale sta costruendo la sua stagione da sogno. Battaglie a palle di neve, balli, canti, scherzi: «sembra una classe in gita, si divertono un mondo», racconta chi vive il gruppo. Ieri, per dire, era giorno di riposo ma a Milanello c’era più di mezza squadra. A Pioli la squadra ha dedicato anche una canzone, di ritorno da Genova: sul pullman gli cantavano «Pioli is on fire», «Pioli è in gran forma», sulle note della canzone «Freed from desire» di Gala. «Siamo come una famiglia» scriveva ieri suoi social capitan Romagnoli. Vincere aiuta a vincere ma anche a convincere: la strepitosa stagione e le nuove prospettive stanno agevolando anche i rinnovi contrattuali di Donnarumma, di Calhanoglu, del sempre più centrale Kessie. L’idea di restare in un club vincente piace a tutti.

                        Con o senza Ibra, il Milan vola. Merito di un gruppo compatto e gestito alla grande da Pioli ma anche da Maldini, Massara, Gazidis. Ogni giocatore viene valorizzato, col risultato che quando una riserva deve entrare dà sempre il massimo. Vedi Castillejo: partito dalla panchina come ormai gli accade da un po’, ha segnato a 34 secondi dall’ingresso ed è stato sepolto dagli abbracci. Certo, prima Zlatan torna e meglio è: Rebic ancora fatica e manca un centravanti di scorta, quindi il rientro del leader è fondamentale. Da giorni corre nella neve come Rocky Balboa. La sua corsa contro il tempo dovrebbe concludersi domenica: Parma avvisato.

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Inter, Conte può lottare per lo scudetto ma il mercato deve aiutarlo

                          In estate la società fu chiara: non c’è l’obbligo di vincere il campionato. I nerazzurri sono secondi e hanno una grande chance ma per fare il salto di qualità servono due acquisti

                          Patti chiari e amicizia lunga. L’accordo estivo di Villa Bellini tra proprietà, dirigenza e allenatore resta in vigore e vincolante: vincere lo scudetto non è un obbligo. Stabiliti i termini, ci sono poi le postille. La più importante: Antonio Conte non parte mai per arrivare secondo.

                          L’Inter è seconda in classifica e in corsa per il passaggio agli ottavi di Champions, decisiva la sfida con lo Shakhtar. Non tutto è andato a posto, la squadra va migliorata con due pezzi, centrocampista e attaccante, però i risultati arrivano e i numeri sono in linea con l’ultimo campionato. L’Inter ha 4 punti in meno della passata stagione e la differenza sta nel derby perso. Lukaku segna come un treno e guida l’attacco più prolifico della serie A (26 reti), il terzo d’Europa dopo Bayern Monaco e Psg. Se i nerazzurri sono dietro al Milan è per la progressione rossonera: +13 punti rispetto alla scorsa serie A.


                          Le milanesi in testa sono un’eccezione, fin qui però era mancato il Milan. Da quattro anni, alla decima giornata, l’Inter è seconda in classifica, ma solo nell’ultima stagione con Conte è riuscita a mantenere la posizione fino alla fine. Il cambiamento principale sta qui: con il nuovo allenatore è tornata una squadra credibile e continua, meno pazza, ha ridotto ma non ancora estirpato del tutto i blackout.

                          L’impegno di Champions con lo Shakhtar, in cui potrebbe mancare Vidal, non fa paura a livello emotivo. Un anno fa l’Inter scivolò in Europa League, una coppa vissuta a dicembre come un fastidio, che poi più avanti si trasforma in grande opportunità. Passare il turno accrescerebbe l’autostima, aiuterebbe le casse della società (e quindi il mercato di gennaio) e riporterebbe l’Inter nelle prime sedici d’Europa. Un’eventuale eliminazione però non manderebbe in tilt i nerazzurri. I giocatori se lo sono detto chiaro già dopo il pesante k.o. con il Real Madrid: Champions a parte c’è molto per cui lottare, si può arrivare in fondo in campionato. Si può vincere? Difficile se non si coglie l’opportunità e non arrivano i rinforzi giusti: sul mercato non bisogna farsi ingolosire, ma prendere chi serve, l’affare Eriksen deve essere di insegnamento.

                          Con l’Inter, ancor più da quando c’è Conte, la mano è sempre pesante, ma non c’è un allenatore, ultimo Pioli («Le squadre forti stanno arrivando»), che non indichi i nerazzurri come la concorrente principale della Juventus. I bianconeri viaggiano con un ritardo di 6 punti rispetto a un campionato fa. L’impressione è che per l’Inter stavolta molto dipenderà dagli scontri diretti: l’anno passato fu sconfitta dalla Lazio e dai bianconeri nel momento clou della stagione. Il salto di mentalità, tanto cercato da Conte e intravisto negli ultimi otto giorni, sta proprio lì.

                          Si può fare, ma ha ragione Lukaku: «In Italia la vittoria viene prima di tutto». Pensiero in linea con quanto disse Conte l’estate scorsa. «Il secondo è il primo dei perdenti, la storia la scrive chi vince, gli altri al massimo vanno a leggerla». Non c’è obbligo di vittoria, però volontà e fame sono le stesse di sempre.


                          CorSera
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Champions, 90' per gli ottavi: Juve già promossa, Lazio, Inter e Atalanta passano se...

                            Martedì e mercoledì le sfide che concludono la fase a gironi e delineano il quadro delle 16 qualificate: sono già 9 i club che hanno staccato il pass per gli ottavi. Ecco la situazione gruppo per gruppo, con i risultati che servono alle italiane per proseguire l'avventura. Lunedì 14 il sorteggio a Nyon

                            Sta per emettere i suoi primi verdetti la Champions League, che fra martedì 8 e mercoledì 9 dicembre manda in scena la sesta e ultima giornata della fase a gironi, decisiva per definire il quadro dei 16 club che accederanno alla fase ad eliminazione diretta. Sono già nove le formazioni che hanno staccato il pass per gli ottavi di finale - Bayern Monaco, Manchester City, Porto, Liverpool, Chelsea, Siviglia, Borussia Dortmund, Barcellona e Juventus - con sette posti ancora in ballo e squadre blasonate che rischiano di restare fuori (dieci sono le compagini già certe di dover lasciare la competizione), come ad esempio una fra Lipsia e Manchester United che si giocano la qualificazione nel testa a testa in Germania. In chiave italiana saranno fondamentali, in particolare, le gare di Atalanta e Lazio, che hanno in mano il loro destino: con una vittoria o un pareggio avrebbero la certezza del passaggio del turno. Diversa invece la situazione dell'Inter che deve vincere contro lo Shakhtar e sperare che Real Madrid-Monchengladbach non termini in parità. Vediamo allora la situazione girone per girone.

                            La situazione girone per girone

                            GRUPPO A - Il Bayern campione in carica è matematicamente primo (striscia di 15 risultati utili consecutivi in Champions), il Salisburgo si è rilanciato battendo la Lokomotiv Mosca ma sarà comunque costretto a battere mercoledì l'Atletico Madrid nell'ultimo turno per scavalcarlo al secondo posto: i colchoneros di Diego Simeone avranno due risultati su tre, eliminata la Lokomotiv Mosca.
                            Classifica: Bayern 13 punti, Atletico 6, Salisburgo 4, Lokomotiv Mosca 3.

                            GRUPPO B - Discorso qualificazione apertissimo, anche per l'Inter dopo il colpaccio della settimana scorsa sul campo del 'Gladbach. I tedeschi guidano il girone con 8 punti e passano agli ottavi se vincono o pareggiano contro il Real, invece costretto a vincere per essere sicuro di qualificarsi, ma potrebbe andare avanti anche con un pari in caso di successo dell'Inter sullo Shakthar. Gli ucraini vincendo a Milano andrebbero agli ottavi, ma anche in caso di pareggio a San Siro lo Shakhtar potrebbe passare con un analogo risultato tra Real e M'Gladbach, visto il vantaggio negli scontri diretti coi blancos. I nerazzurri di Conte sono costretti a vincere per continuare a sperare, però anche una vittoria non basterebbe se tra Real e Borussia dovesse finire in pareggio: in quel caso i nerazzurri finirebbero a 8 punti assieme agli spagnoli ma retrocederebbero in Europa League perché in svantaggio nei testa a testa.
                            Classifica: Borussia Monchengladbach 8 punti, Real Madrid 7, Shakhtar Donetsk 7, INTER 5.

                            GRUPPO C - Il Manchester City di Guardiola (da primo del girone) e il Porto accedono a braccetto agli ottavi dopo il pareggio per 0-0 dell'Estádio do Dragão. Olympiacos e Marsiglia si giocano invece l'accesso all'Europa League nell'ultimo turno.
                            Classifica: Manchester City 13 punti, Porto 10, Olympiacos 3 e Marsiglia 3.

                            GRUPPO D - Grazie al successo sull'Ajax il Liverpool passa da primo facendo un favore all'Atalanta, che nell'ultima giornata, mercoledì all'Amsterdam Arena, ha a disposizione due risultati su tre contro i Lancieri per andare agli ottavi. Il Midtjylland arriverà matematicamente quarto.
                            Classifica: Liverpool 12 punti, ATALANTA 8, Ajax 7, Midtjylland 1.

                            GRUPPO E - E' il girone in cui tutto è già delineato: Chelsea e Siviglia qualificate, con i Blues matematicamente primi, Krasnodar in Europa League e Rennes eliminato e costretto a salutare il palcoscenico continentale.
                            Classifica: Chelsea 13 punti, Siviglia 10, Krasnodar 4, Rennes 1.

                            GRUPPO F - Borussia Dortmund già qualificato, mentre la Lazio ospita martedì il Bruges all'Olimpico avendo due risultati a disposizione: in caso di sconfitta i biancocelesti di Inzaghi finirebbero in Europa League. I russi dello Zenit già fuori da tutto.
                            Classifica: Borussia Dortmund 10 punti, LAZIO 9, Bruges 7, Zenit San Pietroburgo 1.

                            GRUPPO G - Barcellona e Juventus, già promosse alla seconda fase, si giocano il primo posto martedì al Camp Nou: ai bianconeri serve un'impresa, vincere 2-0 non basterebbe (la differenza reti totale sarebbe peggiore: 16-4 quella blaugrana, 13-4 quella della Juve) ma dovrà arrivare un successo per 3-1 per passare come primi per i gol segnati in trasferta negli scontri diretti. Dinamo Kiev e Ferencvaros si giocano l'Europa League in Ucraina, gli ungheresi terzi anche con un eventuale 3-3 (visto il 2-2 dell'andata).
                            Classifica: Barcellona 15 punti, Juventus 12, Dinamo Kiev 1, Ferencvaros 1.

                            GRUPPO H - Dando per quasi scontata una vittoria del PSG (i campioni di Francia erano in coda alla classifica dopo tre partite) contro l'Istanbul Basakesehir eliminato e quarto, lo United per passare non deve perdere martedì sera contro il Lipsia. In caso di pareggio, infatti, conterebbe il 5-0 dei Red Devils nell'andata.
                            Classifica: Manchester United 9 punti, Paris Saint-Germain 9, Lipsia 9, Istanbul 3.

                            Ottavi da metà febbraio, sorteggio il 14 dicembre


                            Il sorteggio per gli ottavi di finale ad eliminazione diretta è in programma a Nyon lunedì 14 dicembre: le sfide di andata sono in calendario il 16/17 e 23/24 febbraio, mentre i match di ritorno si disputeranno il 9/10 e 16/17 marzo.

                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Napoli, prossima fermata l'Europa League: è l'ora del primo verdetto

                              La squadra di Gattuso si è rimessa a viaggiare con il passo giusto e conta di allungare il suo momento positivo anche in Coppa, potendo contare su due risultati su tre nello scontro diretto di giovedì contro la Real Sociedad. Sarà la prima volta al "Maradona"

                              Nella prima volta al "Maradona" non ci sarà solo l'amarcord, perché giovedì pomeriggio il Napoli si gioca contro la Real Sociedad la qualificazione per i sedicesimi finale dell'Europa League: nell'ultima gara della fase a gironi. Le istituzioni sono state per una volta velocissime, impiegando meno di due settimane per intitolare ufficialmente lo stadio di Fuorigrotta a Diego, scomparso il 25 novembre scorso. Ora tocca agli azzurri onorare la memoria del fuoriclasse argentino con un risultato positivo in campo internazionale, dando continuità alle ultime vittorie conquistate in campionato contro Roma e Crotone (con 8 gol segnati e nessuno subito). La squadra di Gattuso si è rimessa a viaggiare con il passo giusto e conta di allungare il suo momento positivo anche in Coppa, potendo contare su due risultati su tre nello scontro diretto con la squadra basca per passare il turno.

                              "È il primo traguardo della stagione e lo dobbiamo centrare a tutti i costi", ha subito dato la carica Gattuso, voltando pagina dopo la soddisfacente rimpatriata nella sua Calabria. Il Napoli a Crotone ha vinto, convinto e risparmiato pure un po' di energie, utilizzando bene il turn over in vista della sfida contro la Real Sociedad. Hanno infatti tirato il fiato Maksimovic, Fabian, Politano e Mertens, che saranno più riposati giovedì. Dovranno invece fare gli straordinari Koulibaly e Insigne, che sono i più in forma del gruppo e gli uomini simbolo del buon momento in campionato degli azzurri, risaliti al terzo posto della classifica nonostante la lunga assenza per infortunio di Osimhen. Il nuovo bomber nigeriano ha saltato le ultime cinque gare per una lussazione alla spalla e non ci sono ancora certezze sul suo ritorno in campo, anche se c'è uno spiraglio per la sfida di domenica contro la Sampdoria.

                              Il Napoli farà di tutto per recuperarlo, in vista del tour de force di fine anno, con altre cinque partite da affrontare prima di Natale. Gli azzurri aspettano però con ansia anche l'esito del terzo round in tribunale, con il ricorso al Coni per lo 0-3 a tavolino contro la Juventus e la penalizzazione di un punto in classifica, che dovrebbe essere discusso il 21 o il 22 dicembre. De Laurentiis metterà in campo un pool di legali e spera di ribaltare le sentenze di condanna subite in primo e secondo grado dalla giustizia sportiva. A metà mese arriverà inoltre pure l'annuncio ufficiale del rinnovo del contratto di Gattuso fino al 2023. È un periodo di fuoco su tutti i fronti.

                              La squadra di Gattuso si è rimessa a viaggiare con il passo giusto e conta di allungare il suo momento positivo anche in Coppa, potendo contare su due r…
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Roma, tra idea e necessità: Fonseca pensa alla coppia Dzeko-Mayoral

                                I due non hanno giocato nemmeno un minuto insieme, ma la squalifica di Pedro, il ko di Pellegrini e il rendimento anonimo di Carles Perez suggeriscono la novità. Il tecnico: "E' una possibilità, Borja è in crescita"

                                Smaltire la delusione sarà, più che una scelta, una necessità per Paulo Fonseca. Non l'unica. Se giovedì il viaggio a Sofia rappresenta una semplice formalità (il pass per sedicesimi di Europa League è arrivato con largo anticipo), domenica a Bologna l'allenatore dovrà trovare una soluzione per far funzionare l'attacco. Il match col Sassuolo, oltre alla calma, gli ha tolto due pezzi pesanti dell'undici: lo squalificato Pedro e l'infortunato Lorenzo Pellegrini. A dire il vero che il centrocampista sia fuori non è ancora certo, ma le sensazioni non permettono di cedere all'ottimismo. E visto che Pellegrini è anche il giocatore a cui il tecnico avrebbe chiesto di rimpolpare la trequarti con l'assenza del campione spagnolo, il problema è doppio.

                                Una coppia inedita

                                Per questo, l'allenatore sta già accarezzando una soluzione diversa, che cambierebbe l'aspetto della prima linea: Mkhitaryan trequartista dietro a due attaccanti, Edin Dzeko e Borja Mayoral. Una formula mai utilizzata finora. Il centravanti bosniaco e quello spagnolo arrivato in prestito biennale dal Real, finora, non hanno giocato insieme nemmeno un minuto: 6 volte sono entrati uno al posto dell'altro tra Europa League e campionato, Fonseca li ha sempre considerati alternativi e probabilmente incompatibili nel sistema di gioco con due trequartisti. Ma l'idea di due centravanti vicini adesso inizia a stuzzicarlo, anche perché Mayoral pare più brillante di Carles Perez, piuttosto anonimo in questo inizio di stagione. Una soluzione anche per ritrovare il gol, dopo due partite di campionato all'asciutto.

                                La rabbia di Pellegrini

                                Quella del doppio centravanti è un'idea che ha benedetto lo stesso allenatore portoghese: "Dzeko e Mayoral insieme? Può essere una possibilità, Borja è in crescita". In più quello di trequartista centrale è ritenuto, anche da Fonseca, il ruolo ideale per Mkhitaryan: inevitabile pensarci, soprattutto se davvero al Dall'Ara non fosse disponibile Pellegrini. Che ieri è stato protagonista anche di una polemica con i tifosi: ha definito i critici, suoi e della squadra, "falliti". Un messaggio dovuto alla rabbia, anche quella per l'arbitraggio di Maresca, racconta chi lo conosce. E infatti poi il centrocampista si è scusato spiegando di avercela solo con chi aveva rivolto insulti: un vizio che sui social è diffusissimo, e non solo nei confrotni dei calciatori.

                                Un piano per Sofia

                                A proposito del Dall'Ara: come dopo Cluj, la Roma abbinerà nuovamente una trasferta di campionato dopo una trasferta europea. Stavolta a Sofia. Viaggio simile, per modalità e tempi a quello in Romania. Certo, la partita alle 18.55 permetterà il rientro a Roma prima della mezzanotte, e non alle 4.30 come due settimane fa. Ma comunque a Trigoria stanno valutando di ripensare il piano di viaggio, per ottimizzare i tempi e alleggerire il peso della trasferta bulgara - anche se poi, come sempre e anche di più in campo andranno molte seconde linee - prima di quella bolognese.

                                I due non hanno giocato nemmeno un minuto insieme, ma la squalifica di Pedro, il ko di Pellegrini e il rendimento anonimo di Carles Perez suggeriscono la novit…
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                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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