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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Io chiederei alla sarzanini

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      Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
      Io chiederei alla sarzanini
      che fa rima con zamparini. E zamparini...si sa...

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        B & B with a little weed










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          Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
          che fa rima con zamparini. E zamparini...si sa...
          Steel ma lascialo morire in pace sto poveretto , c'ha 80 anni ed è pure agli arresti domiciliari

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            Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
            che fa rima con zamparini. E zamparini...si sa...
            Non a caso andrebbe alla Roma, a coprire il buco lasciato da Pallotta

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              Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
              ... ed è pure agli arresti domiciliari
              non basta. Per i pezzi di merda ci vuole di più!

              Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
              Non a caso andrebbe alla Roma, a coprire il buco lasciato da Pallotta
              tutto torna!

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                Un giorno andra’ in cielo ad insegnare agli angeli a diventare dei pezzi di Zamparini


                e ad esonerare quasi 70 allenatori in poco piu’ di trent’anni



                Originariamente Scritto da Giampo93
                Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                  Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                  Un giorno andra’ in cielo ad insegnare agli angeli a diventare dei pezzi di Zamparini
                  e ad esonerare quasi 70 allenatori in poco piu’ di trent’anni

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                    Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
                    Steel ma lascialo morire in pace sto poveretto , c'ha 80 anni ed è pure agli arresti domiciliari
                    Mai !
                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                      Che scarso il telecronista Rai.
                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        La Nazionale batte 2-0 la Polonia con i gol di Jorginho e Berardi. In Nations League una partita condizionata dagli infortuni e dalle assenze per positività al Covid, compreso il ct Mancini. In panchina Evani, detto Bubu, che non riscuoteva tanta attenzione e soddisfazione dai tempi del Milan di Sacchi. Guardando ora con più ottimismo agli Europei, Mancini ha fatto un ottimo lavoro non tanto per i risultati quanto per aver saputo allargare la squadra e non avere di fatto puntato esclusivamente su una sola nazionale di titolari fissi. Nel momento in cui i club hanno puntato l’indice contro la nazionale, l’Italia ha risposto nella maniera migliore possibile. Dando un senso e uno scopo a una squadra il cui impiego, per ciò che rappresenta, non può essere messo in discussione da un calcio italiano sempre più opportunista e diviso in partiti…


                        Italia – Polonia 2-0
                        (27′ Jorginho I, 83′ Berardi I)

                        Guardando la formazione dell’ Italia, non si aveva la sensazione di una Nazionale di terza scelta o d’emergenza. Schierando comunque Donnarumma in porta, Florenzi, Acerbi ed Emerson in difesa, Jorginho e Barella a centrocampo, Bernardeschi, Belotti e Insigne in attacco ci sembrava una Nazionale comunque già vista. Forse, come sensazione, non è propriamente un buon segno: vuol dire che non abbiamo percezione di una Nazionale molto diversa e soprattutto molto più forte solo perché potrebbe schierare Bonucci in difesa, Verratti a centrocampo e Immobile in attacco. Ma comunque c’è sicuramente un numero molto alto e di azzurri cui appoggiarsi nell’emergenza. La classica squadra, come si dice, senza titolari e riserve. Solitamente è un modo di dire e basta, nel caso dell’ Italia di Mancini invece è qualcosa di molto concreto.

                        Fatto sta che una delle selezione più d’emergenza che si ricordi – con una ventina di assenti tra infortunati e positivi al Covid, e addirittura il ct Mancini bloccato a casa anche lui da un test che lo chiudeva in quarantena obbligata – ha fatto una bella partita contro la Polonia. Nazionale con tanti volti noti per il calcio italiano (su tutti il redivivo Milik), di buon livello se in porta ci troviamo il numero 1 della Juventus Szczesny e all’attacco Lewandowski, il centravanti del Bayern Monaco distintosi più che altro per darci di gomito e superato solo in cattiveria dall’entrata da killer del mastino Goralski. A conti fatti comunque il temutissimo Lewandowski non pervenuto, e Donnarumma praticamente mai messo in pericolo.

                        Due gol di Jorginho e Berardi per la gioia di Alberico “Chicco” Evani detto Bubu (la sua autobiografia si intitola “Non chiamatemi Bubu”), che non godeva di tanta attenzione dai tempi dagli anni in cui faceva il motorino di centrocampo nel Milan di Sacchi. Una bella festa in tempi di calcio cupo, come del resto il mondo che lo circonda.

                        Si sarebbe anche potuto fare di più ma la vittoria dà un senso compiuto alla Nazionale, permette a tutti di abbondare col più classico dei luoghi comuni – “Siamo una famiglia” – ci rincuora nella fiducia che Roberto Mancini stia sicuramente facendo un buon lavoro, non tanto per i risultati che sono positivi, quanto per aver cercato di allargare il più possibile la squadra, averle dato uno scopo e un obbiettivo. Che poi sarebbe quello di fare un grande Europeo a giugno prossimo. Lui tempo fa si sbilanciò addirittura col proposito di vincerli questi Europei ma già aver tirato fuori la Nazionale dalle sabbie mobili e dall’acquitrino e potersi rimettere davanti alla tv a godersela “patriotticamente” è confortante.


                        ***

                        Resta nemmeno tanto sullo sfondo della partita, e anzi in primo piano, l’assunto grave dell’inopportunità di far giocare nazionale in questo momento. Visione di un calcio suddiviso in partiti, secondo cui il campionato e le coppe hanno un senso e valgono un sacrificio, e la nazionale figlia di nessuno no. I club retribuiscono i giocatori e dunque non vogliono privarsene, soprattutto in un momento in cui la pandemia del Covid 19 rende tutto più fragile e instabile. Per cui, molto banalmente, non c’è posto per tutto. E dunque la Nazionale si faccia da parte.

                        Detto che le Nazionali fanno parte del sistema costitutivo del calcio, non sono secondarie ai club, non ne sono la semplice risulta e che l’attività del football è complessa e prevede l’attività della Nazionale già da oltre un secolo (la prima partita degli azzurri fu un Italia-Francia 6-2 a Milano del 15 maggio 1910 all’Arena di Milano) è banale dire che se si è stabilito che la prossima estate si giochino gli Europei saltati nel 2020, la Nazionale deve, ha bisogno materialmente di giocare. A meno che l’Italia non sia nel frattempo degradata ad optional.

                        Poi è chiaro, che in tempi di pandemia lo faccia con quello stesso sistema che dovrebbe garantire la sanità e la sicurezza di tutti, ma in realtà molto sfilacciato, approssimativo, che in fin dei conti risponde alla stessa legge dei club. Solo che per i club vale la pena quando si giocano il campionato o le coppe, non va bene quando gioca la Nazionale. Quindi la confusione è totale.

                        Detto che le polemiche e le guerre personali con le Asl andrebbero lasciate a chi dalle Asl è talvolta completamente abbandonato in caso di positività o malattia conclamata, resta sempre da constatare come il calcio voglia in tutte le occasioni un passe-partout impossibile. Le autorità norvegesi non hanno dato alcuna autorizzazione alla trasferta della Nazionale in Romania a causa della positività di Omar Elabdellaoui. In certi casi c’è uno stato superiore che decide, può capitare.

                        NATIONS LEAGUE Italia - Polonia 2-0 (27' Jorginho I, 83' Berardi I) Guardando la formazione dell' Italia, non si aveva la sensazione di una Nazionale di terza scelta o d'emergenza. Schierando comunque Donnarumma in porta, Florenzi, Acerbi ed Emerson in difesa, Jorginho e Barella a centrocampo, Bernardeschi, Belotti e Insigne in attacco ci sembrava una Nazionale comunque già vista. Forse, come sensazione, non è propriamente un buon segno: vuol dire che non abbiamo percezione di una Nazionale molto diversa e soprattutto molto più forte solo perché potrebbe schierare Bonucci in difesa, Verratti a centrocampo e Immobile in attacco. Ma comunque c'è sicuramente un numero molto alto di azzurri cui appoggiarsi nell'emergenza. La classica squadra, come si dice, senza titolari e riserve. Solitamente è un modo di dire e basta, nel caso dell' Italia di Mancini invece è qualcosa di molto concreto. Fatto sta che una delle selezioni più d'emergenza che si ricordi - con una ventina di assenti tra
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Juventus: Demiral-De Ligt, è il momento della coppia del futuro

                          Bonucci e Chiellini ko insieme, il turco e l'olandese sono candidati a occupare il centro della difesa bianconera sabato nella sfida con il Cagliari

                          L'infortunio di Bonucci in Nazionale, che si somma a quello di Chiellini che lo terrà fuori un mese, catapulta la coppia difensiva del futuro bianconero nel presente. Demiral e De Ligt saranno i principali candidati ad occupare il centro della difesa della Juventus nella sfida di sabato prossimo con il Cagliari, ripresa del campionato dopo lo stop per le nazionali. Gli acciacchi muscolari hanno via via messo fuori gioco capitano e vicecapitano bianconero: "Ho chiesto troppo al mio fisico - ha ammesso Bonucci -. Già domenica contro la Lazio nell'ultima mezz'ora ho accusato fastidio, speravo che passasse ma è stato sempre un crescendo di dolore. Così, sono costretto a fermarmi, ora a Torino valuteremo meglio la condizione". Saranno circa venti i giorni di stop imposti dall'infortunio muscolare accusato inizialmente a Kiev, riacutizzatosi con il Verona per poi tornare a tormentare il difensore sia con la Lazio che in Nazionale.

                          Ritorno in campo
                          Le condizioni fisiche dei due senatori costringeranno De Ligt a ritornare in campo immediatamente dopo l'operazione alla spalla di quest'estate. L'olandese scalpita da un paio di settimane: il freno gliel'ha messo l'ortopedico per evitare ricadute in seguito a scontri troppo duri, pane quotidiano nella lotta tra difensori e attaccanti. Al suo fianco ci sarà il turco Demiral, che potrà riscattarsi dopo un inizio di stagione in chiaroscuro. Due giovani, rispettivamente 21 e 22 anni, che anticiperanno il ricambio generazionale anche solo per un paio di settimane.

                          Rabiot ritrovato
                          Se la pausa per la Nations League ha tolto ai bianconeri Bonucci, di contro restituirà un Rabiot rigenerato a Pirlo. Dopo le prove convincenti in bianconero, le conferme sono arrivate in nazionale: "Ho aspettato il mio momento con pazienza - ha raccontato all'emittente radiofonica francese Rtl -. Mi sento un calciatore diverso da quando sono alla Juventus, la nuova avventura mi ha fatto crescere, mi ha fatto diventare una persona diversa, un giocatore diverso".

                          Bonucci e Chiellini ko insieme, il turco e l'olandese sono candidati a occupare il centro della difesa bianconera sabato nella sfida con il Cagliari
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Italia-Polonia 2-0, Sconcerti: Mancini ha insegnato il calcio alto, manca il gioco sporco

                            Siamo una buona Nazionale, ma non credo miglioreremo più di così. Abbiamo trovato anche un leader, Jorginho: andare in Inghilterra gli ha fatto bene

                            di Mario Sconcerti

                            L’Italia ha giocato bene e concluso poco, ha tenuto sempre la palla e il campo, la Polonia è stata ridotta a piccoli termini, Lewandowski non si è mai visto, ricordando a tutti che anche i grandi centravanti vanno serviti. Forse è questo che manca all’Italia, non un centravanti, ma chi davvero sappia servirlo.

                            Pochi giocatori entrano in area, Insigne e Bernardeschi danno il pallone per riaverlo, pensano meno all’attaccante. Fa molte cose Barella che allarga sempre più lo spazio della sua zona di competenza. Con il suo gioco di prima, il suo senso delle posizioni e la sua sfacciataggine nei passaggi difficili, è diventato nettamente il più internazionale dei giocatori in campo. Locatelli è molto bravo ma è opposto a Verratti. Ha un gioco più lungo, più vasto. Verratti è da raccordo corto oppure cerca lo spunto. Locatelli chiude meglio la zona media del campo, Verratti inventa di più e domenica non c’era. È comunque una piccola abbondanza.

                            Questo per dire che domenica non mancavano tanti titolari, avevamo assenze di genere, ma nel complesso questa è l’Italia e questo mi sembra quanto davvero possa dare, non credo miglioreremo. Siamo una buona Nazionale a cui manca il gioco sporco, Mancini ha insegnate la sua parte di calcio, quella alta, il resto devono metterlo le caratteristiche dei giocatori. Non può essere un caso che né Immobile né Belotti riescano a fare reparto mentre ci riesca forse Caputo che è un lavoratore in proprio dell’area. Per i nostri livelli interni giochiamo perfino troppo bene, diamo poche possibilità al caso di diventare occasioni, siamo troppo logici, un po’ teleguidati dall’indiscutibile carisma di chi guida.

                            Però questo permette di stare in partita sempre, ci siamo meritati la speranza. Abbiamo trovato anche un leader, Jorginho, di più largo uso di quando giocava con Sarri. Andare in Inghilterra lo ha aiutato. Abbiamo anche un uomo diverso nel gruppo che non fa tappezzeria. Penso a Vialli, alla sua voglia di vita mescolata alla storia e alla sua competenza. Il suo bacio al pallone che gli rimbalza davanti è stato un messaggio per tutta squadra. È una diversità che va oltre gli schemi e parla di calcio comune, quello di tutti noi e di tutti i campi.

                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Gazzetta
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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