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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
    Agnelli personaggio iper fastidioso ma quando parla di trend, soldi, movimento calcistico e sviluppi... c’è solo da prendere nota di quello che dice
    Unico presidente italiano con una visione moderna

    E papale, nel senso che non indora nessuna pillola, nè sulla sua società e nè nel suo ruolo di presidente Eca.

    Affermare che (sempre dalla conferenza di ieri): "se fossimo normodotati governeremmo noi la Lega senza bisogno di affidarci a dei fondi", sentire questo, in un mondo in cui tutti a parole si sento "i più", è raro, rarissimo.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
      Agnelli personaggio iper fastidioso ma quando parla di trend, soldi, movimento calcistico e sviluppi... c’è solo da prendere nota di quello che dice
      Unico presidente italiano con una visione moderna
      In effetti deve essere fastidioso, pigliarlo in culo

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        Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
        In effetti deve essere fastidioso, pigliarlo in culo
        Eh si.. mi rode proprio quello
        Quando la Roma ora come ora è fuori da tutto e l’ultimo scudetto se l’è potuto giocare forse nel 2014
        Originariamente Scritto da Sean
        faccini, kazzi, fike, kuli
        cesko92 [at] live.it

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          Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
          Eh si.. mi rode proprio quello
          Quando la Roma ora come ora è fuori da tutto e l’ultimo scudetto se l’è potuto giocare forse nel 2014
          E che c'entra

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            Secondo quanto riportato da ADN Deportes, el Niño Maravilla si sarebbe infortunato nel match contro la Colombia: Conte si ritroverebbe così con gli uomini contati in vista del derby

            Un altro problema in vista del derby per Antonio Conte. Già costretto a fare i conti con le indisponibilità dei giocatori positivi al Coronavirus, il tecnico dell'Inter potrebbe dover rinunciare anche all'attaccante Alexis Sanchez, protagonista con la Roja nelle qualificazioni sudamericane ai Mondiali del 2022 (gol sia all'Uruguay che alla Colombia). Secondo la stampa cilena, il giocatore potrebbe saltare la sfida di sabato contro il Milan per un infortunio muscolare riportato nel match di martedì contro la Colombia. Secondo ADN Deportes, l'ex Udinese potrebbe saltare anche il debutto in Champions in programma il 21 contro il Borussia Moenchengladbach.

            Tuttosport
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            forse, tra mille inverni
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            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              sanchez ha rotto i cojoni, l'anno scorso con la nazionale si rompe la caviglia adesso ti infortuna, basta
              Originariamente Scritto da Pesca
              lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                Che fosse ormai in una fase da cronico infortunato lo si sapeva dal mercato scorso. Basta leggersi le statistiche, assomiglia a Khedira.
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Peccato perche' di suo sarebbe molto forte.
                  B & B with a little weed










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                    Sto gia rosicando per D. Costa

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                      Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                      sanchez ha rotto i cojoni, l'anno scorso con la nazionale si rompe la caviglia adesso ti infortuna, basta
                      peccato, poteva essere un grandissimo calciatore
                      Originariamente Scritto da Marco pl
                      i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      IO? Mai masturbato.
                      Originariamente Scritto da master wallace
                      Io sono drogato..

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                        Inter, Conte: "Decido io, Eriksen gioca il giusto. I positivi? Inutile lamentarsi"

                        Il tecnico replica al danese dopo le polemiche settimanali. E nessun dramma sui giocatori contagiati: "Fermarsi sarebbe disastroso per tutti, bisogna lavorare insieme"

                        I casi di Covid aumentano nel nostro campionato. Questo potrebbe falsare i valori delle squadre o alla fine di un lungo torneo si aspetta un riequilibrio delle varie situazioni?
                        “Dovremo essere bravi a essere propositivi, in un momento difficile come questo. Come sportivi dovremo essere collaborativi, pazienti e disponibili. Abbiamo passato un periodo molto duro e sembra che ce ne siamo dimenticati in fretta. Sembra che ora stiano tornando giorni difficili per tutti. Sia a livello sportivo e lavorativo, sia di vita privata, dobbiamo affrontare e superare questa situazione insieme. Fermarsi sarebbe disastroso per tutti. È inutile lamentarsi per i positivi in squadra, o fare la conta di chi è più e meno penalizzato, così come non ha senso contare i presunti favori e torti arbitrali. Bisogna lavorare insieme. E parlo di noi italiani, in generale”.


                        È stata data molta enfasi alle frasi di Eriksen, che ha parlato del fatto che all’Inter gioca poco. Secondo lei è stato dato un peso generale alla cosa?
                        “Secondo me sta giocando il giusto. Io prendo decisioni. Sono contento del lavoro di Eriksen e sono convinto che anche lui sia contento di lavorare con questo gruppo di giocatori, con me e con lo staff. Sarà una stagione lunga ed estenuante. Domani avremo solo quattro centrocampisti. Mercoledì giocheremo in Champions con il Borussia Monchengladbach”.

                        Completo qui: https://www.repubblica.it/sport/calc...12-P20-S1.8-T1
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          Ottimo direi

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                            Inter-Milan, Sconcerti sul derby: «Se i nerazzurri sono quelli che sono vanno oltre i rossoneri»

                            Se la squadra di Pioli continua a crescere però può fare tutto. Le parole di Agnelli denunciano nervosismo, ma la Juve ha dalla sua che gli avversari si affrontano tra loro

                            di Mario Sconcerti

                            Io sto con la Juventus perché a stare con la Juve non si sbaglia mai molto, ma le ultime parole di Andrea Agnelli sono parole nervose. «Il mondo non vede l’ora di colpirci» è un’esagerazione poco sopportabile dopo 9 scudetti di fila e poche ore dopo che ti è stato dato un 3-0 a tavolino. Il mondo è per metà già juventino, è utile anche alla Juve che l’altra metà non lo sia, il pensiero unico non è mai un buon affare commerciale. Credo che Agnelli avverta la delicatezza del momento. È la prima volta da 10 anni che la Juve non arriva all’autunno già squadra. Questo rende più debole l’abitudine a vincere.

                            Ma oggi è un buongiorno perché quattro dei suoi avversari giocano uno contro l’altro. È stato un derby colpito dal virus, ma l’Inter resta più forte del Milan. Il centrocampo con Vidal-Brozovic-Barella è anche quello più adatto alla partita e potrà essere adattato al risultato dopo un’ora di gioco. Nell’Inter Vidal sembra placato, da incursore a giocatore puramente tattico, oggi probabilmente marcherà Calhanoglu, il migliore del Milan a parte Ibra. Brozovic resta il miglior regista dell’Inter anche se ha un po’ stancato la squadra con i suoi atteggiamenti in campo e fuori. Barella sa fare troppe cose, deve scegliere meglio cosa. I suoi movimenti rassicurano tutti ma creano anche disordine.


                            Più che una partita sarà una finale. Se l’Inter è quella che sembra non può che andare oltre il Milan. Ma se il Milan continua a crescere nella sua agilità piena di classe, allora può fare tutto, anche prendere il posto dell’Inter. Determinanti saranno Lautaro e Calhanoglu, Ibra e Lukaku lo sono in modo automatico nel bene e nel male. Ma l’Inter ha più cambi, può rivoltare la partite in quattro-cinque dimensioni diverse. Da lontano per esempio si può sentire il rumore del carro di Eriksen, l’ideale per chiudere le partite importanti. Napoli-Atalanta è un’altra finale. Per la classifica e l’autocertificazione. Gattuso ha pensieri semplici ma cerca sempre il calcio. E sa adattarsi ai momenti della partita. L’Atalanta meno, va sul suo già scritto. Questo può decidere.



                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Derby Inter-Milan, formazioni e dove vederlo. Conte non fa sconti a Eriksen, Pioli carica Ibrahimovic

                              Il nerazzurro bacchetta il danese («Per me sta giocando il giusto») e potrebbe riuscire a portare in panchina Sanchez. Il rossonero recupera capitan Romagnoli dopo 3 mesi

                              Qui nerazzurri

                              (g.d.c.) Contare le assenze è un esercizio sterile, se non addirittura dannoso. Antonio Conte inquadra il derby nel momento duro che tutti stiamo attraversando. «Inutile parlare di lamentele di giocatori positivi o di errori arbitrali. Sta tornando un periodo difficile per tutti, a livello sportivo e di vita privata, dobbiamo essere più uniti per affrontarlo. Spiace che ci siamo dimenticati in fretta del periodo che abbiamo passato. Fermarsi però sarebbe disastroso». L’Inter guarda avanti, il derby apre un calendario con tre settimane di fuoco, soprattutto per i prossimi impegni di Champions League. Conte è in emergenza, soprattutto in difesa, ma davanti potrebbe riuscire a portare in panchina Sanchez, tornato non al meglio dalla trasferta con la Nazionale cilena. Il tecnico si tiene un unico ballottaggio di formazione tra Brozovic e Eriksen, con il croato leggermente favorito. Proprio su Eriksen, che in settimana si era lamentato di non giocare con la stessa continuità del Tottenham, si è soffermato l’allenatore. «Le parole di Eriksen? Se nell’Inter giochi poco o meno questo non lo so, per me sta giocando il giusto. Sono contento di quello che sta dando, di come si è integrato, penso che anche lui sia felice di lavorare con noi, ci sarà spazio per tanti in una stagione lunga ed estenuante. Devo fare delle scelte, ma penso abbia avuto il suo spazio». Ne avrà anche stasera, anche dovesse partire dalla panchina. L’Inter corre per superare il Milan, «il derby porta maggiori difficoltà, ma siamo solo alla quarta giornata, prove di maturità ce ne saranno all’infinito da qui alla fine», avverte Conte. Il confronto sugli esterni, tra Hakimi e Theo Hernandez, è tra i più stuzzicanti, però ci sono pure due tendenze opposte a confronto: la difesa del Milan finora imbattuta in campionato contro l’attacco dell’Inter, a quota dieci reti dopo le prime tre giornate. Una scelta filosofica per i nerazzurri, sempre più europei. Una strada già intrapresa nella passata stagione. «Il calcio cambia, è in evoluzione. Un gioco di pressione, di velocità, viene fatto in Europa e anche in Italia, è inevitabile che ognuno lavori in base alla situazione e alle possibilità, puoi professare quello che vuoi ma ti devi adattare alle tue possibilità. Certo lo scorso anno abbiamo realizzato 113 gol in tutte le competizione, un numero importante, mi auguro di ripeterlo».


                              Qui rossoneri

                              (c.pass.) Il punto fermo è Zlatan Ibrahimovic: c’è. Guarito dal Covid, il campione svedese non vede l’ora di scendere in campo. Sul fatto che sia titolare, nessun dubbio. A spazzar via ogni incertezza ci ha pensato Stefano Pioli: «L’ho ritrovato come l’avevo lasciato, non so quanti minuti possa avere, ma è pronto». A chi gli sta vicino, Zlatan ha confidato che il derby di febbraio ancora non gli è andato giù. Milan avanti all’intervallo con un gol suo, prima del crollo e del 4-2 finale: dall’illusione alla delusione, dall’altare alla polvere. Ha fatto di tutto per esserci stasera, allenandosi senza sosta nel suo appartamento di Porta Nuova, con pesi e tapis roulant. Ce l’ha fatta. L’autonomia sarà ridotta, ma Pioli intende farlo partire subito. «Se hai Ibra, non ha senso fare calcoli, se sta bene lo fai giocare e basta» ha spiegato il tecnico rossonero. Che ha un dubbio fra Diaz e Castillejo e che sabato si troverà ad affrontare un test cruciale non solo per la sua squadra ma anche per se stesso. In carriera da allenatore non ha mai vinto un derby,né a Roma con la Lazio né sui due versanti milanesi, anzi spesso le stracittadine gli sono costate carissimo, nel 2016 addirittura l’esonero, dopo un 4-1 dalla Roma. Saggiamente però Pioli venerdì ha cercato di alleggerire la pressione: «Battere l’Inter ci darebbe grande entusiasmo, ma pensiamo a una gara alla volta, pensiamo a crescere e migliorare, loro sono favoriti ma noi siamo pronti. E comunque, non credo che questa partita segnerà il nostro campionato, né in un senso né nell’altro». Chiaro però che il risultato avrà il suo peso. Il derby è sempre il derby, la carica emotiva è unica, non è una partita come le altre. «Speravo di arrivare al derby con tre vittorie e dopo aver passato i preliminari, sapevamo non sarebbe stato facile e ci arriviamo bene — ha aggiunto l’allenatore milanista — ma lo stesso vale per loro. Anche se a Conte non invidio niente. Oggi abbiamo un’identità più precisa, siamo cresciuti di livello ma affrontiamo una squadra costruita per vincere in Italia e in Europa: se il gap fra noi e loro è diminuito, dovremo dimostrarlo sul campo». Non ci sarà Rebic («la prossima settimana capiremo quando potrà rientrare») mentre ha recuperato capitan Romagnoli, al rientro dopo tre mesi per una brutta lesione muscolare. Non una serata semplicissima: gli toccherà Lukaku.

                              Inter (3-4-1-2): Handanovic; D'Ambrosio, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Vidal, Brozovic, Perisic; Barella; Lukaku, Lautaro. All. Conte.
                              Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Bennacer, Kessie; Castillejo, Calhanoglu, Saelemaekers; Ibrahimovic. All. Pioli.
                              Arbitro: Mariani
                              Tv: ore 18, Sky 202 e 252.

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Josip Ilicic fuori dal tunnel, dopo mesi di ansia e d’attesa, e un momento difficile che tutti hanno rispettato, finalmente il ritorno del fortissimo nazionale sloveno di origine croato-bosniaca. L’attaccante è la grande novità dell’Atalanta, impegnata a Napoli alla ripresa del campionato dopo la pausa della nazionale. La squadra di Gasperini già prima in classifica e soprattutto oggi la più bella e temibile macchina da gol in Italia ritrova così uno dei suoi uomini simbolo, un giocatore fantasioso, imprevedibile, che con Gomez ha un’intesa perfetta e che nei quattro anni di Bergamo ha raggiunto gli apici della sua carriera. Ilicic diventa così oggi l’uomo in più dei bergamaschi. Per l’Atalanta è un jolly pronto da giocare. Anzi, forse addirittura una carta scudetto…

                                Una buona cosa sarebbe non farsi troppe domande, chiedersi il perché sia praticamente scomparso per mesi, non scavare dentro un vita privata che è solamente sua. E non scrutare invasivamente dentro la persona, la testa e il cuore, come fossimo tutti Sigmund Freud improvvisati. Di certi misteri, di certe assenze semplicemente non c’è una spiegazione comune: solo lui quando vorrà, un giorno, ci dirà. Quello che conta è che oggi Josip Ilicic sia qui e che abbia perfino bruciato le tappe, che la scintilla sia nuovamente scattata e si sia riaccesa. Come in un motore che improvvisamente riparte e va.

                                Quando Gasperini disse tempo fa “lo aspettiamo” senza farsi strappare date o previsioni, tutti pensarono che Josip fosse ancora dentro al tunnel. E invece era quasi all’uscita. Rivista la luce, rimessi i piedi sul campo, ripreso il contatto con quel piccolo microcosmo quasi perfetto, molto familiare, dell’ Atalanta tutto deve essere stato più facile. La vita è ripresa con energia e ottimismo. Oggi Ilicic – nazionale sloveno di origine croato bosniaca, che i drammi della guerra li ha attraversati tutti – è l’uomo in più dell’ Atalanta. Quasi un nuovo acquisto che va ad aggiungersi a una squadra che è già una macchina del gol e del divertimento.

                                A 32 anni questo è il suo quarto campionato all’ Atalanta, squadra dove ha raggiunto il suo apice. Che fosse un giocatore di gran classe lo si era già visto a Palermo, dove era arrivato grazie all’intuito, alle conoscenze e alla rete di Walter Sabatini, ma è all’ Atalanta che Gasperini ne ha liberato completamente estro e capacità. Giocatore d’attacco, veloce, alto, fisico notevole ma anche agile, capace di colpi di fantasia ha trovato con Gomez un affiatamento particolare proprio perché si completano, ma hanno la stessa concezione del calcio. Che è poi quella del loro allenatore. Non sempre Ilicic è al top – alla Fiorentina ad esempio è stato molto altalenante – ma oggi è comunque un pilastro di questa Atalanta.

                                L’ Atalanta ha sfiorato lo scorso anno i 100 gol fatti (98), quest’anno è ripartita con lo stesso ritmo. Non ha sentito assolutamente la mancanza del giocatore sloveno di origine croato bosniaca, potendo contare su un gruppo vasto ed equipotente. Al di là di qualsiasi empatia e vicinanza con chi non è rimasto insensibile di fronte al dramma di Bergamo e della provincia nella primavera scorsa, Josip Ilicic è soprattutto un jolly pesantissimo giocato dalla squadta di Gasperini sul tavolo del campionato. Potrebbe essere addirittura una carta scudetto.


                                Una buona cosa sarebbe non farsi troppe domande, chiedersi il perché sia praticamente scomparso per mesi, non scavare dentro un vita privata che è solamente sua. E non scrutare invasivamente dentro la persona, la testa e il cuore, come fossimo tutti Sigmund Freud improvvisati. Di certi misteri, di certe assenze semplicemente non c'è una spiegazione comune: solo lui quando vorrà, un giorno, ci dirà. Quello che conta è che oggi Josip Ilicic sia qui e che abbia perfino bruciato le tappe, che la scintilla sia nuovamente scattata e si sia riaccesa. Come in un motore che improvvisamente riparte e va. Quando Gasperini disse tempo fa "lo aspettiamo" senza farsi strappare date o previsioni, tutti pensarono che Josip fosse ancora dentro al tunnel. E invece era quasi all'uscita. Rivista la luce, rimessi i piedi sul campo, ripreso il contatto con quel piccolo microcosmo quasi perfetto, molto familiare, dell' Atalanta tutto deve essere stato più facile. La vita è ripresa con energia e ottimismo.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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