De Laurentiis positivo tiene il calcio in ansia. Crisanti: «Irresponsabile»
Polemiche e sospetti dopo la positività del presidente del Napoli, reduce dall’assemblea di Lega con gli altri numeri uno del pallone. Crisanti: «Un irresponsabile»
Il virus che ha colpito Aurelio De Laurentiis accende polemiche, diffonde sospetti e paure nel mondo del calcio. Nessuno dice, ma tutti macinano rabbia. «Aurelio De Laurentiis ha avuto un comportamento irresponsabile. Una persona che sta male dovrebbe restare a casa. Un personaggio come lui, che ha una elevata visibilità, dovrebbe dare l’esempio». L’osservazione è di Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia dell’Università di Padova ma il concetto dell’uomo di scienza riassume il pensiero di quasi tutti i presidenti della serie A che, per educazione o diplomazia, preferiscono non esprimere pubblicamente.
La presenza del presidente del Napoli all’assemblea di Lega che si è tenuta mercoledì, quando il dirigente si è aggirato per l’Hilton senza mascherina (lui però insiste che l’aveva) e pur accusando sintomi di malessere, ha creato ansia prima (per fortuna Guido Fienga della Roma e Urbano Cairo del Torino sono risultati negativi al tampone) e irritazione poi. Il pensiero unico, sussurrato qua e là: nel momento in cui si preservano le squadre in vista dell’inizio imminente del campionato, è il numero uno dei partenopei a mettere a rischio la ripresa del calcio. Senza contare che quegli stessi dirigenti, riunitisi in hotel e ora in isolamento fiduciario, sono costretti ad annullare incontri di mercato o colloqui di lavoro. Sono in molti a chiedersi perché ADL, poi positivo al Covid come la moglie, non abbia preferito collegarsi in videochiamata all’assemblea invece di presenziare alla votazione sui fondi. Domanda alla quale lui risponde: «Perché avevo soltanto un banale mal di pancia e non sospettavo alcunché».
Non è escluso che la procura della Figc ora avvii un’inchiesta sulla condotta di De Laurentiis: un fascicolo ancora non è stato aperto ma il caso è allo studio. E c’è anche chi a bassa voce invoca responsabilità di tipo penale. De Laurentiis resta tranquillo a casa, monitorato dai medici del Gemelli. «Mi sento abbastanza bene», dice a chi gli telefona o ai tanti che gli inviano messaggi di solidarietà. Ha guardato in tv l’amichevole del Napoli contro il Pescara (4-0) rammaricato delle «inesattezze che leggo o sento sulla vicenda». Ha chiamato il presidente Oreste Vigorito, sincerandosi che stesse bene. Il patron giallorosso è in attesa dell’esito del tampone. Ha trascorso le ultime 24 ore in preda all’ansia, pensando al viaggio di ritorno da Milano fatto in aereo privato con De Laurentiis. Aveva già un biglietto per un volo di linea, ma l’amico e collega era stato cortese. «Non lo avrei mai immaginato», dice ai suoi collaboratori, chiarendo che a Linate a tutti era stata rilevata la temperatura ed era nella norma. Poi il viaggio con la mascherina, e pare che lì De Laurentiis l’avesse tolta.
Enrico Preziosi, seduto al fianco di ADL nella riunione, si trova a Lugano in quarantena in attesa di sottoporsi oggi a un nuovo tampone. «Devo sperare soltanto che la sua presenza in assemblea non metta a rischio la salute mia e dei miei colleghi». E arriva anche la reprimenda del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe: «Aurelio è un amico e lo abbraccio. Ma l’ho incontrato di recente e non aveva la mascherina». Infatti, si è sottoposto al tampone: negativo.
CorSera
Polemiche e sospetti dopo la positività del presidente del Napoli, reduce dall’assemblea di Lega con gli altri numeri uno del pallone. Crisanti: «Un irresponsabile»
Il virus che ha colpito Aurelio De Laurentiis accende polemiche, diffonde sospetti e paure nel mondo del calcio. Nessuno dice, ma tutti macinano rabbia. «Aurelio De Laurentiis ha avuto un comportamento irresponsabile. Una persona che sta male dovrebbe restare a casa. Un personaggio come lui, che ha una elevata visibilità, dovrebbe dare l’esempio». L’osservazione è di Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia dell’Università di Padova ma il concetto dell’uomo di scienza riassume il pensiero di quasi tutti i presidenti della serie A che, per educazione o diplomazia, preferiscono non esprimere pubblicamente.
La presenza del presidente del Napoli all’assemblea di Lega che si è tenuta mercoledì, quando il dirigente si è aggirato per l’Hilton senza mascherina (lui però insiste che l’aveva) e pur accusando sintomi di malessere, ha creato ansia prima (per fortuna Guido Fienga della Roma e Urbano Cairo del Torino sono risultati negativi al tampone) e irritazione poi. Il pensiero unico, sussurrato qua e là: nel momento in cui si preservano le squadre in vista dell’inizio imminente del campionato, è il numero uno dei partenopei a mettere a rischio la ripresa del calcio. Senza contare che quegli stessi dirigenti, riunitisi in hotel e ora in isolamento fiduciario, sono costretti ad annullare incontri di mercato o colloqui di lavoro. Sono in molti a chiedersi perché ADL, poi positivo al Covid come la moglie, non abbia preferito collegarsi in videochiamata all’assemblea invece di presenziare alla votazione sui fondi. Domanda alla quale lui risponde: «Perché avevo soltanto un banale mal di pancia e non sospettavo alcunché».
Non è escluso che la procura della Figc ora avvii un’inchiesta sulla condotta di De Laurentiis: un fascicolo ancora non è stato aperto ma il caso è allo studio. E c’è anche chi a bassa voce invoca responsabilità di tipo penale. De Laurentiis resta tranquillo a casa, monitorato dai medici del Gemelli. «Mi sento abbastanza bene», dice a chi gli telefona o ai tanti che gli inviano messaggi di solidarietà. Ha guardato in tv l’amichevole del Napoli contro il Pescara (4-0) rammaricato delle «inesattezze che leggo o sento sulla vicenda». Ha chiamato il presidente Oreste Vigorito, sincerandosi che stesse bene. Il patron giallorosso è in attesa dell’esito del tampone. Ha trascorso le ultime 24 ore in preda all’ansia, pensando al viaggio di ritorno da Milano fatto in aereo privato con De Laurentiis. Aveva già un biglietto per un volo di linea, ma l’amico e collega era stato cortese. «Non lo avrei mai immaginato», dice ai suoi collaboratori, chiarendo che a Linate a tutti era stata rilevata la temperatura ed era nella norma. Poi il viaggio con la mascherina, e pare che lì De Laurentiis l’avesse tolta.
Enrico Preziosi, seduto al fianco di ADL nella riunione, si trova a Lugano in quarantena in attesa di sottoporsi oggi a un nuovo tampone. «Devo sperare soltanto che la sua presenza in assemblea non metta a rischio la salute mia e dei miei colleghi». E arriva anche la reprimenda del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe: «Aurelio è un amico e lo abbraccio. Ma l’ho incontrato di recente e non aveva la mascherina». Infatti, si è sottoposto al tampone: negativo.
CorSera
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