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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Mercato, ore decisive per Messi: Guardiola è arrivato a Barcellona

    Dzeko-Juve ci siamo, Inter su Kantè, ma il Chelsea vuole 50 milioni di euro. Pace lontana tra i blaugrana e l'argentino: intanto Pep è in Catalogna, ufficialmente in vacanza

    Edin Dzeko è vicinissimo alla Juventus. Ore decisive per il passaggio del bosniaco in bianconero che sbloccherebbe anche l’approdo di Milik alla Roma e l’arrivo di Under e del promettente Riccardo al Napoli. Accordo raggiunto tra i capitolini e i campioni d’Italia per 12 milioni di euro, bonus inclusi. Al giocatore un biennale da 7,5 milioni di euro netti. Si sblocca, o quasi, l’intreccio che legava con un filo diretto Roma, Juve e Napoli, perché gli azzurri per il polacco, valutato 40 milioni di euro, hanno chiesto ai giallorossi oltre alle due contropartite tecniche anche 10 milioni di euro. Su questo De Laurentiis non transige e anche da Torino guardano con attenzione alla trattativa, perché un mancato accordo tra le parti potrebbe far saltare clamorosamente anche l’approdo di Dzeko alla Continassa.

    Caso Messi, Guardiola a Barcellona

    Capitolo Messi. A Barcellona è il caos. Dopo l’ultimatum della società blaugrana all’argentino, il giocatore si è allontanato ulteriormente dal progetto catalano. Guardiola, tecnico del Manchester City, è arrivato in Catalogna, ufficialmente per le vacanze, ma è facile immaginare che incontrerà in gran segreto la Pulce per proporgli il passaggio in Premier. Tutto, però, dipenderà dalla famosa clausola liberatoria del giocatore scaduta ufficialmente il 10 giugno, ma che a causa del coronavirus e del prolungamento insolito della stagione potrebbe essere rivista da qualche tribunale spagnolo. Il Barça ha già fatto sapere che parlerà con Leo solo di rinnovo, in caso contrario chi vorrà la stella blaugrana dovrà versare 700 milioni di euro nelle casse del club, come fissato dalla clausola rescissoria. Intanto domenica la squadra si ritroverà per il primo allenamento della nuova stagione e per la prima volta Messi potrebbe non esserci.

    Milan, quasi fatta per Diaz e Tonali


    Dopo il rinnovo di Zlatan Ibrahimovic, il Milan ora punta tutto su Brahim Diaz e Sandro Tonali. Il giocatore del Real Madrid, classe 1999, potrebbe arrivare in prestito con diritto di riscatto in favore dei rossoneri con una clausola che impedirebbe al diavolo di cedere in futuro il giocatore al Manchester United, clausola voluta dal Manchester City al momento del passaggio del centrocampista dai Citizens alle Merengues. Manca, quindi, solo il sì definitivo del giocatore. Avanzata anche la trattativa col Brescia per Tonali col Milan che ha sfruttato l’esitazione dell’Inter per arrivare a un accordo col presidente Cellino: prestito a 10 milioni e riscatto fissato a 25 milioni più 3 di bonus. Al Brescia andrebbe anche il 15% su una futura rivendita.

    Inter, assalto a Kantè del Chelsea


    Borja Valero saluta l’Inter: “”E’ stato un onore indossare questi colori. Grazie di tutto, Inter”. I nerazzurri insistono per Kolarov e per Vidal. Praticamente raggiunto l’accordo con la Roma per il passaggio del serbo per un milione e mezzo più il giovane Edoardo Vergani, classe 2001. Il giocatore a Milano incasserà quasi 3 milioni di euro. Per quanto riguarda il cileno, invece, si tratta di una formalità col Barcellona che non ha alcuna intenzione di opporsi alla cessione. Nelle ultime ore assalto a N’Golo Kantè, ma il Chelsea non ha alcuna intenzione di privarsene per meno di 50 milioni di euro.

    Le altre trattative

    Moise Kean potrebbe tornare alla Juventus. Verona scatenato nelle ultime ore. Dopo l’esterno Ruegg, il portiere Pandur e il difensore Magnani, gli scaligeri avrebbero trovato l’accordo col Nizza per Adrien Tameze, da gennaio in prestit o all’Atalanta. La Dea, invece, scarta l’ipotesi Perin per la porta. Gollini dovrebbe rientrare dall’infortunio nel giro di 2-3 mesi, così si valuta il ritorno di Berisha. Il Parma su Mancosu: Liverani vuole portare in Emilia l’uomo simbolo delle ultime due promozioni del “suo” Lecce. Bologna: ufficiale il rinnovo fino al 2024 di Musa Juwara. La Fiorentina su Bonaventura che sta valutando anche le proposte di Verona e Benevento.

    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da ermzenn Visualizza Messaggio
      Non vedo un futuro roseo, troppi ultratrentenni e anche se si punta a fare qualcosa nel breve termine dal puzzle mancano pezzi importanti
      Ultratrentenni restano Ronaldo e (se arriva) Dzeko. Il resto è stato ringiovanito (Kulusevsky, Arthur, quel McKenzie, nella sessione scorsa Demiral e de Ligt in difesa).

      Ovviamente quando scriviamo si scrive in ottica campionato. La champions è un altro paio di maniche e, siccome inizia un nuovo ciclo con un nuovo allenatore, lo si deve vedere nell'arco dei 3 anni, tanto più che appunto la rosa deve subire un processo di trasformazione che non puoi certo esaurire in una singola sessione di mercato.
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        Ralf Rangnick: «Il mio calcio ad alta intensità. Sono un trainager: creo valore, non devo comprarlo»

        «Ho alzato il valore di mercato delle mie squadre da 120 a 1.200 milioni: i risultati sportivi ed economici vanno insieme. Il Milan? Con Pioli ha fatto una scelta logica»

        «Sono un trainager. Trainer, allenatore, ma anche manager. Risultato sportivo ed economico fanno parte dello stesso progetto e un head coach dà il meglio di sé quando sceglie i calciatori adatti al suo gioco e non subisce decisioni altrui. Klopp al Liverpool — con Firmino, Mané, Keita, Matip, Van Dijk, Salah, Robertson, Alisson — lo sta facendo e i risultati sono arrivati. Serve sostenibilità a medio-lungo termine e tutto parte da un concetto: l’idea fortissima del calcio da proporre. L’identità porta al sistema di gioco, alla Red Bull tutte le squadre (Salisburgo, Lipsia, New York e Bragantino) giocano allo stesso modo».

        Buongiorno Ralf Rangnick, perché il suo progetto ha affascinato il Milan ma non lo ha convinto fino in fondo?
        «Una risposta semplice può essere: c’è stato il Covid. Ero stato contattato a fine ottobre, quando il Milan era quattordicesimo a 3 punti dalla retrocessione. Mi ha colpito la conoscenza che avevano del mio lavoro passato. Poi Pioli ha vinto 9 partite e ne ha pareggiate 3, così la faccenda è terminata. Eravamo d’accordo sul fatto che cambiare, a quel punto, non sarebbe stato saggio nell’immediato. Sul medio-lungo termine non so e questa può essere una risposta più complessa. Di sicuro non ho cambiato convinzioni e filosofia».


        I giochi si sono chiusi quando il Milan ha preso Ibrahimovic e Kjaer al mercato di gennaio?
        «Sono ammirato dalla forma fisica di Ibrahimovic a 38 anni. Però il mio compito è sempre stato creare valore, non comprarlo».

        Gli Ibrahimovic vanno scoperti?
        «I calciatori vanno cercati quando non li conosce quasi nessuno e quelli più esperti, che sono già nel club e hanno atteggiamento e mentalità convincenti, possono comunque migliorare attraverso il lavoro dello staff. Alla Red Bull abbiamo lavorato di continuo con e sugli scout. Sanno quali sono le caratteristiche che cerchiamo. Può capitare che un procuratore mi proponga un giocatore interessante, ma se è bravo davvero dovevamo già averlo notato noi».

        Marchio Rangnick: Mané, Firmino, Werner, Haaland, Upamecano, Kimmich…
        «Tra Hoffenheim, Salisburgo e Lipsia la crescita di valore dei giocatori è passata da 120 milioni a 1.200 milioni. Quando abbiamo comprato Timo Werner per 14 milioni dallo Stoccarda, dove non giocò le ultime quattro partite, molti pensavano che avevamo pagato troppo, ma io avevo visto il potenziale per il nostro gioco (Werner è stato poi acquistato dal Chelsea per 53 milioni; ndr). All’Hoffenheim abbiamo preso Luis Gustavo dalla serie B brasiliana e poi è arrivato in Seleçao tre anni dopo. Kimmich è arrivato dagli allievi Under 19 dello Stoccarda e due anni dopo Pep è diventato titolare al Bayern e in Nazionale».

        Qual è una sintesi dello stile detto Ralfball?
        «Calcio ad alta intensità. Proattivo. Pressing, contropressing a palla persa e verticalità. Ho ossessionato i miei calciatori con il gioco di Sacchi. “Altri filmati del Milan?”, mi chiedevano disperati. E Lobanovski. Ma anche Zeman, che ha avuto successo prima con club piccoli e poi più grandi».

        È un sistema esportabile?
        «Bundesliga e Serie A sono simili: Bayern e Juve dominano da tanti anni e ci sono un gruppo di squadre che provano a costruire un’alternativa. Per questo serve una visione d’insieme e un piano preciso. Il lavoro fatto all’Atalanta da Gasperini e il suo staff è eccezionale».

        Sarebbe meglio partire da zero o con una proprietà nuova come, per fare un esempio italiano, la Roma?
        «Roma è una metropoli mondiale e la Roma è un club di tradizione europea, che ha vinto l’ultimo dei suoi tre scudetti 20 anni fa e l’ultimo trofeo 12 anni fa, la Coppa Italia. Sarà interessante vedere come i nuovi proprietari Dan e Ryan Friedkin, imprenditori di successo, cercheranno di rimettere la Roma sulla strada del successo»

        Capo dell’area tecnica e di sviluppo: questo era il suo incarico alla Red Bull prima della separazione…
        «Non voglio il potere per il gusto del potere. Sono un giocatore di squadra. Sono nel calcio da 36 anni: 20 da allenatore, 6 da direttore sportivo e 10 da trainager. Grazie alla mia esperienza diretta posso aiutare un tecnico».

        Ma perché un allenatore, magari ambizioso, dovrebbe fidarsi ciecamente di lei?
        «Perché mi piace sviluppare i talenti. Vale per i giocatori, per gli allenatori e per altri specialisti di cui c’è bisogno nel calcio moderno, come scouts, video-analyst, psicologi e nutrizionisti. Gli allenatori che hanno lavorato con me e che oggi sono alla guida di squadre nella Bundesliga sono otto, più altri specialisti come il co-allenatore di Flick al Bayern, Röhl, e il responsabile del settore giovanile e dell’accademia del Bayern, Sauer. In più ci sono quelli che sono andati all’estero, come Schmidt al PSV Eindhoven, Hasenhüttl al Southampton) e Struber al Barnsley. O come Löw, assistente di Tuchel al Paris Saint-Germain. In più ci sono stati calciatori che hanno accettato di guadagnare di meno nelle mie squadre investendo nel loro futuro calcistico».

        Un presidente si potrebbe spaventare di fronte a un gruppo di lavoro così ampio e, si presume, costoso?
        «Non ne porterei 20 o 25, ma 5 o 6 specialisti di livello mondiale. Ma fa parte del mio approccio anche valorizzare le persone che ci sono già. Nel 2012 ho accettato il doppio incarico come direttore sportivo del Lipsia e del Salisburgo e per i primi due mesi ho parlato con tutti. Ho trovato persone giuste al posto giusto, persone giuste nel posto sbagliato e persone sbagliate nel posto sbagliato. Ogni dettaglio è importante, in campo e fuori. Nella finale di Europa League tra Siviglia e Inter, per esempio, quattro gol su cinque sono venuti da palla inattiva. Per portare un progetto ambizioso al traguardo si deve mettere la persona migliore al posto giusto».

        Eterno dilemma: talento o strategia?
        «Tutti gli sport di squadra hanno una regola: più giocatori ci sono e più il campo è grande, più conta la strategia. I miei allenatori hanno la piena autonomia nello scegliere il modulo e la formazione, ma l’idea di calcio non deve cambiare mai».

        Alla fine, nel calcio, vincono sempre i più ricchi…
        «Succede spesso, ma il Lione non era più ricco del Manchester City e l’ha eliminato, mentre l’Atalanta è arrivata a pochi minuti dall’impresa di eliminare il PSG. Ai massimi livelli è indispensabile saper fare tutto con la minima percentuale di errore».

        Non ha paura di passare per un santone?
        «Non ho mai detto: questo è giusto e questo è sbagliato. Dico soltanto: questo è il mio modo di vedere e sviluppare una squadra e un progetto. Non dimenticate quello che ho detto prima: sono un giocatore di squadra».



        CorSera
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Ragnick col Lipsia ha costruito un progetto vincente...
          Averlo in Italia sarebbe stato quantomeno interessante... poi magari si sarebbe rivelato un altro Monchi, chi lo sa
          Originariamente Scritto da Sean
          faccini, kazzi, fike, kuli
          cesko92 [at] live.it

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            Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
            Ragnick col Lipsia ha costruito un progetto vincente...
            Averlo in Italia sarebbe stato quantomeno interessante... poi magari si sarebbe rivelato un altro Monchi, chi lo sa
            Tanto il Milan quest'anno tornerà sui livelli di 6/8 mesi fa
            Originariamente Scritto da Marco pl
            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
            Originariamente Scritto da master wallace
            IO? Mai masturbato.
            Originariamente Scritto da master wallace
            Io sono drogato..

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              Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
              Ragnick col Lipsia ha costruito un progetto vincente...
              Averlo in Italia sarebbe stato quantomeno interessante... poi magari si sarebbe rivelato un altro Monchi, chi lo sa
              in italia uno come lui non potrebbe mai andare in una squadra di vertice, non c'è pazienza, non si aspettano i giovani, non si hanno progetti a lunga o lunghissima scadenza. quindi dovrebbe andare in una società meno blasonata o più piccola e non si potrebbe fare perchè non hanno i soldi da investire in un progetto così che prevede (oltre allo stipendio di rangnick) anche una serie di collaboratori sparsi e certe strutture che da noi se le sognano.
              Per vederlo in italia ci vorrebbe quindi una nuova red bull che porta soldi e viene ad investire, potrebbe essere buono per società tipo il bari o il palermo ma in italia è troppo difficile.
              Winners are simply willing to do what losers won't.




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                Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                Tanto il Milan quest'anno tornerà sui livelli di 6/8 mesi fa
                Non esageriano. All'epoca non c'era Ibra. La sua presenza un minimo la differenza la fa.
                I SUOI goals:
                -Serie A: 189
                -Serie B: 6
                -Super League: 5
                -Coppa Italia: 13
                -Chinese FA Cup: 1
                -Coppa UEFA: 5
                -Champions League: 13
                -Nazionale Under 21: 19
                -Nazionale: 19
                TOTALE: 270

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                  Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                  Non esageriano. All'epoca non c'era Ibra. La sua presenza un minimo la differenza la fa.
                  Ha 40 anni... È una presenza simbolica

                  Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                  Originariamente Scritto da Pesca
                  lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                    Ma perché tonali non va all inter?
                    Cura il tuo corpo come un tempio
                    Originariamente Scritto da M K K
                    Desade grazie di esistere
                    Originariamente Scritto da AK_47
                    si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                      Originariamente Scritto da DR. MERDONSO Visualizza Messaggio
                      Ma perché tonali non va all inter?
                      È tifoso del Milan, è meglio che vada li

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                        Tonali non va all'Inter per svariati motivi:

                        - non è certo di essere titolare. Il fatto che si siano accese le luci mediatiche e di mercato su di lui gli fa ritenere non di essere un giovane prospetto che viene dal Brescia, ma er più/er meglio (ci ricordiamo di Sensi come "nuovo Iniesta"?)...e allora panchina non la vuole fare. Il Milan gli ha detto che lo mette "al centro del progetto".

                        - Conte vuole gente esperta perchè al secondo anno sa che deve fare centro: si è dato questo ultimo anno. Quindi non vuol far crescere nessuno, vuole piuttosto vincere qualcosa. In quel quadro - dice lui - meglio i Vidal che i Tonali.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
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                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Barcelona board have given the order, that all the executives and managers in charge, not to respond to the call of any team interested in Messi. The phone will not be answered nor will any proposal other than the payment of the termination clause be heard. The club will be as inflexible as possible

                          Mundo Deportivo
                          ...ma di noi
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                            Dalla Francia parlano di trattativa avanzata tra Higuain e l'Inter Miami (MLS).
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                              Il Barcellona vuol essere (giustamente per me) pagato. Non può certo perdere completamente la faccia arrendendosi all'idea di dare via Messi aggratis.

                              Credo che potrebbero trovare una onorevole transazione (col prossimo club di Messi, ovvero il City) ricevendo denaro per 100 milioni e un giocatore, visto che nella rosa del City qualche giocatore c'è.

                              La Juve al Real dette 120 milioni.
                              Last edited by Sean; 30-08-2020, 12:09:17.
                              ...ma di noi
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                                Anche 100 più Brozovic e messi all inter

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