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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    L’Inter di Conte batte la Sampdoria 2-1 con bei gol e bel gioco del trio Eriksen-Lukaku-Lautaro. Ora bisogna chiedersi però se almeno questo sia sufficiente per lottare per lo scudetto. Il sanguigno Conte non è poi così soddisfatto: “Noi ci crediamo, ma qui bisogna ammazzare l’avversario”.

    INTER – SAMPDORIA 2-1
    Sarebbe sbagliato pensare di poter circoscrivere l’ Inter e il suo mondo intorno al suo attacco e cioè a quel trio che è stato protagonista di entrambi i gol che hanno reso possibile la vittoria sulla Sampdoria. Però è anche vero che su Eriksen, Lukaku e Lautaro avevamo tutti puntato il mirino nel momento in cui la squadra di Conte era stata eliminata dal Napoli. Riaprendo la stagione con una delusione molto forte e soprattutto mettendo in luce la troppo scarsa consistenza dei suoi uomini vetrina.

    Così come pochi giorni fa i tre sono stati incolpati della regressione dell’Inter, pur con una certa buona quantità di gioco sullo sfondo – che meritasse la finale rispetto al Napoli come sostiene Conte mi pare ancora francamente esagerato – adesso i tre sono stati protagonisti dei due gol che hanno messo subito ko la Sampdoria a San Siro. Con azioni, si direbbe, addirittura mandate a memoria. Il tacco di Lautaro e la triangolazione Eriksen-Lautaro per il primo gol, il passaggio corto e millimetrico di Lukaku per Candreva e l’ imbeccata precisa per il raddoppio di Lautaro. Un bel contributo sicuramente è stato dato dall’imbambolamento della Sampdoria di Ranieri di fronte a questi palleggi stretti dei nerazzurri, ma non c’è dubbio che è lì, in quel reparto, che l’ Inter doveva rispondere. Su tutto il resto i dubbi ci sono ancora.

    Conte
    stavolta deve essere però riuscito a toccare le corde giuste. Il fatto che stia puntando molto più decisamente su Eriksen, che piano piano sta salendo di rendimento, mi sembra anche uno scatto in avanti fatto dall’allenatore, pronto a rischiare qualcosa di più, anche in termini di equilibrio. Il suo cruccio sta nel non riuscire a trasferire da lui stesso alla squadra il suo cinismo e la sua cattiveria. E lo dice con un’immagine abbastanza classica, ma anche molto cruda. “Noi vogliamo lottare per lo scudetto, ma qui bisogna ammazzare le partite, ammazzare l’avversario”.

    L’ Inter resta una squadra che può lottare per lo scudetto
    , ma probabilmente non con questo ritmo e con questa mentalità. E penso sempre che fosse più brillante l’ Inter di inizio di stagione. Perché abbia fatto un passo indietro sotto questo profilo francamente non me lo spiego. Ora le manca convinzione soprattutto a centrocampo (la mancanza di Brozovic, Sensi e Vecino sicuramente pesa) e perfino in difesa che, non dimentichiamolo, nel progetto doveva forse essere il fiore all’occhiello di questa squadra.

    Così, detto brutalmente, non sembrerebbe che Conte & C. possano lottare per lo scudetto ma è anche vero che nessuna squadra oggi è in condizioni perfetti e ottimali. Per cui nell’ottica dell’ “aspettiamoci qualche sorpresa” tutto effettivamente può succedere. Anche che questa squadra trovi quel 10-20% di cinismo in più per fare quello che da anni si è prefissa.

    SERIE A RECUPERI GIORNATA N. 25 Inter-Sampdoria 2-1 (10' Lukaku I, 33' Lautaro I, 52' Thorsby S) Atalanta-Sassuolo 4-1 (16' Djimsiti A, 31' Zapata A, 37' aut. Bourabia A, 66' Zapata A, 92' Bourabia S) Torino-Parma 1-1 (15' Nkoulou T, 31' Kucka P) Verona-Cagliari 2-1 (14' e 26' Di Carmine V, 43' Simeone C) *** *** Conte pulp INTER - SAMPDORIA 2-1 Sarebbe sbagliato pensare di poter circoscrivere l' Inter e il suo mondo intorno al suo attacco e cioè a quel trio che è stato protagonista di entrambi i gol che hanno reso possibile la vittoria sulla Sampdoria. Però è anche vero che su Eriksen, Lukaku e Lautaro avevamo tutti puntato il mirino nel momento in cui la squadra di Conte era stata eliminata dal Napoli. Riaprendo la stagione con una delusione molto forte e soprattutto mettendo in luce la troppo scarsa consistenza dei suoi uomini vetrina. Così come pochi giorni fa i tre sono stati incolpati della regressione
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Da Bergamo, il cuore della pandemia, un segnale molto chiaro per il ritorno del campionato: l’Atalanta di Gasperini è più dura, tosta e decisa che mai. Forse addirittura più forte di prima. Sommerso di gol il Sassuolo, stabilizzato il quarto posto e anzi lanciata persino la sfida al terzo e all’Inter stessa. Lo scontro diretto ci sarà proprio all’ultima giornata, il 2 agosto. Tenuta a distanza anche la Roma che la qualificazione in Champions League cerca disperatamente. L’Atalanta oggi è la più micidiale e bella macchina da gol in Italia: 74 gol segnati, ben 14 più della Lazio e addirittura 24 più della Juve.

      ATALANTA-SASSUOLO 4-1

      Ci arriva un segnale molto preciso da Bergamo, cuore dell’ epidemia che ha fatto migliaia di morti e che ha vissuto gli ultimi quattro mesi nell’incubo e nella paura. Ma anche nell’orgoglio di aver fatto qualcosa di umanamente straordinario. L’ Atalanta è sempre la piccola grande squadra che conoscevamo, che nonostante tutto continua a fare cose straordinarie, a vincere, a stare lassù fra le prime quattro della classifica.

      Quattro gol al Sassuolo più un altro annullato per un mani fin troppo fiscale in mezzora. E’ sempre la stessa Atalanta che fa un gioco molto semplice, deciso, stavolta nemmeno di contropiede come può capitarle spesso ma anzi a martellare e sommergere di gioco l’avversario con i suoi soliti uomini: Gomez, Zapata, De Roon, De Boer, direi tutti insomma (ci metto pure il portiere Gollini). Mancava oltretutto Ilicic che quest’anno è l’uomo migliore dell’ Atalanta.

      A facilitare un po’ le cose alla squadra di Gasperini, certo, il totale frastornamento del Sassuolo che praticamente nel primo tempo non ha opposto alcun ostacolo, per poi costruire comunque qualche palla gol, ma senza fortuna. Alla ripresa del campionato più che mai, anzi forse addirittura più di prima, l’ Atalanta si è confermata la miglior macchina da gol del campionato italiano. I suoi 74 gol – l’ Atalanta ha 3 uomini in doppia cifra nei primi 10 della classifica cannonieri: Ilicic, Muriel e Zapata – sono impressionanti. Sono 14 in più della Lazio e 24 addirittura più della Juve, le due squadre che lottano per lo scudetto.

      La vittoria è pesante perché dice che l’ Atalanta può lottare addirittura per il terzo posto. Non sappiamo cosa sarà dell’ Inter di Conte , sappiamo però che il calendario completamente ridatato ha fissato proprio all’ultima giornata della stagione, il 2 agosto, un promettentissimo Atalanta-Inter. Intanto l’ Atalanta ha portato a 6 punti il vantaggio sulla Roma, che pure la qualificazione alla Champions League disperatamente cerca. Ma non mi sembra che Gasperini – nervosissimo come sempre e capace di farsi espellere pure sul 4-0 – abbia lasciato troppi spiragli….

      SERIE A RECUPERI GIORNATA N. 25 Inter-Sampdoria 2-1 (10' Lukaku I, 33' Lautaro I, 52' Thorsby S) Atalanta-Sassuolo 4-1 (16' Djimsiti A, 31' Zapata A, 37' aut. Bourabia A, 66' Zapata A, 92' Bourabia S) Torino-Parma 1-1 (15' Nkoulou T, 31' Kucka P) Verona-Cagliari 2-1 (14' e 26' Di Carmine V, 43' Simeone C) *** *** Conte pulp INTER - SAMPDORIA 2-1 Sarebbe sbagliato pensare di poter circoscrivere l' Inter e il suo mondo intorno al suo attacco e cioè a quel trio che è stato protagonista di entrambi i gol che hanno reso possibile la vittoria sulla Sampdoria. Però è anche vero che su Eriksen, Lukaku e Lautaro avevamo tutti puntato il mirino nel momento in cui la squadra di Conte era stata eliminata dal Napoli. Riaprendo la stagione con una delusione molto forte e soprattutto mettendo in luce la troppo scarsa consistenza dei suoi uomini vetrina. Così come pochi giorni fa i tre sono stati incolpati della regressione
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        Lecce-Milan, le formazioni: senza Ibra Pioli punta tutto su Rebic

        Lunedì sera alle 19.30 è già un crocevia per i rossoneri: l’Europa League è un obiettivo fondamentale per salvare una stagione disgraziata

        L’ora della verità, tutto in quaranta giorni. Non c’è via di mezzo, non c’è piano B, non c’è più rete di sicurezza: il jolly della Coppa Italia è già sfumato, per il Milan ora l’unica via per l’Europa resta il campionato. Si può fare, ma non sarà semplice. La concorrenza è agguerrita: Verona, Parma, Bologna. Occhio all’ambizione della provincia, mai sottovalutarla. Raggiungere le coppe è per il Diavolo l’unico modo per provare ad aggiustare almeno in parte una stagione disgraziata. L’Europa League non ha mai fatto girare la testa, ma di questi tempi è il migliore dei mondi possibili. Non arrivarci sarebbe un fallimento. E oggi come oggi il Milan è fuori dall’Europa. La rimonta deve partire subito, prima che sia troppo tardi: lo sprint di mezza estate non consentirà passi falsi.

        Serve un segnale forte già lunedì sera a Lecce. Il primo ad ammettere che non c’è più tempo da perdere è Stefano Pioli: «Abbiamo dodici partite per riuscirci e dobbiamo iniziare subito, vincere sarebbe fondamentale. A Torino con la Juve lo abbiamo già dimostrato: siamo usciti dalla Coppa a testa alta. Dopo l’eliminazioni ho visto la squadra ancora più determinata». Anche lui si gioca tutto in quaranta giorni. Una sua conferma è improbabile, l’ombra di Rangnick si fa sempre più incombente — i contatti fra il manager tedesco della Red Bull e il Milan si sono nuovamente intensificati nelle ultime settimane — ma se ha una chance su cento di tenersi il posto è solo andando in Europa.

        «Le voci ci disturbano? No, siamo professionisti e non ci lasciamo distrarre — prosegue Pioli —. E poi il futuro è incerto per tutti. Quando sarà il tempo chi deve decidere lo farà, ma non si decide mai da soli. Anche io devo scegliere cosa fare». Orgoglio e giudizio, alla maniera del Normal One, che proprio un girone fa contro il Lecce debuttava sulla panca del Diavolo con un 2-2 deludente. Nei giorni scorsi a Milanello il tecnico è stato finalmente supportato da una dirigenza ricompattata. C’erano tutti. Solo apparenza? Anche fosse, va bene così: in questo snodo cruciale è ciò che serve. Gazidis, Maldini e Massara saranno presenti stasera a Lecce. Dove il Milan se la dovrà vedere con una squadra che va a caccia della salvezza. I salentini si sono distinti per il loro calcio coraggioso, ambizioso, ma da qui in poi a contare saranno solo i punti. Liverani ha diverse assenze (Barak, Farias, Deiola, Donati) e non avrà la spinta del Via del Mare. Domenica ha toccato un argomento che sarà parecchio caldo nelle prossime settimane: «In uno stadio di 30 mila persone ne sarebbero potuti entrare un terzo con la mascherina». In attacco spazio a Lapadula, 8 gol in 19 presenze col Milan nel 2016-17. Occhio, come Saponara è un ex avvelenato.

        Pioli dovrà trovare un piano B per rendere meno pesante l’assenza di Ibrahimovic, che sta bruciano i tempi per esserci domenica con la Roma, anche se più facilmente tornerà con la Spal l’1 luglio. Spazio a Rebic punta centrale, perdonato dopo il folle colpo di kung-fu contro la Juve che gli è costato un rosso insindacabile. Verrà preferirà al solito lunatico Leao, che continua ad allenarsi male e svogliatamente, come se la colpa della sua opaca stagione fosse degli altri e non sua. Pagato 24 milioni cash, l’investimento per adesso non ha reso. Sulla trequarti c’è Castillejo. Bocciato ancora Paquetà. Malgrado i quasi 40 milioni pagati solo un anno e mezzo fa, il talento brasiliano continua a deludere. Il Diavolo ha fretta. Non ha più tempo da perdere con chi non mantiene le promesse.

        Le probabili formazioni
        Lecce (4-3-2-1): Gabriel; Rispoli, Lucioni, Rossettini, Calderoni; Majer, Tachtsidis, Mancosu; Falco, Saponara; Lapadula.
        Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Bennacer; Castillejo, Calhanoglu, Bonaventura; Rebic.

        CorSera
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          Juventus-Bologna, le formazioni: Ronaldo ancora sulla fascia

          Contro la formazione di Mihajlovic ha solo un risultato a disposizione per dribblare altri processi al sarrismo che non c’è e non ci può essere

          Tra la via Emilia e il West, quella che riparte in campionato è una diligenza bianconera ancora scossa dalla finale di Coppa Italia persa, ma soprattutto da una esibizione piatta, come se ne erano già viste prima del lungo stop. Per la verità si sono anche viste reazioni di squadra convincenti — vedi la vittoria sull’Inter prima dello stop — ma nella routine la Juventus di Maurizio Sarri ha quasi sempre rimediato con i colpi dei suoi fenomeni, come del resto ha riconosciuto lo stesso allenatore nella notte dell’Olimpico.


          Così, dopo la sconfitta ai rigori contro il Napoli, la sensazione è quella di ritrovarsi di fronte a situazioni già viste, come in un «Giorno della marmotta» bianconero, con Sarri nei panni di Bill Murray. Non per nulla, a un anno dal famoso incontro sullo yacht di Ronaldo, nel quale l’allenatore ha sancito a futura memoria la sua subalternità rispetto al campione portoghese, Sarri è costretto ancora a spiegare che Ronaldo preferisce partire defilato da sinistra e non da centravanti, come invece ha osato scegliere il tecnico contro il Milan.

          E dire che se il portoghese avesse segnato il rigore o almeno un’altra delle occasioni che gli erano capitate quella sera, l’umore e il tono generale della Juve sarebbero stati diversi, magari anche in finale contro il Napoli: in quella prima mezzora della sfida contro il Milan i bianconeri hanno dimostrato che — se vogliono — possono sviluppare un calcio avvolgente sulle fasce e pericoloso. Ma evidentemente la volontà di potenza è delegata più che mai alle gambe e alla testa dei giocatori, in quella che assomiglia a volte a una sorta di autogestione, più o meno inconscia: per esempio Pjanic, dopo che Sarri ha catalogato come bufala le voci di un suo litigio col bosniaco, avrà un sussulto d’orgoglio o davvero pensa allo scambio con Arthur del Barcellona?

          E Ronaldo, dopo i lunghi colloqui con l’allenatore, si sarà davvero scalfito a livello di fiducia come evoca Sarri nell’intervista prepartita a Sky? La domanda non è retorica, perché mai in carriera CR7 era stato tre mesi senza giocare ed evidentemente il rodaggio richiede un po’ di tempo anche per lui. Ma tempo non ce n’è poi molto per evitare complicazioni. E a Bologna la Juventus ha solo un risultato a disposizione per dribblare altri processi al sarrismo che non c’è e non ci può essere, al mercato sbagliato, agli infortuni o alla preparazione per la ripartenza, forse mal calibrata. Le squadre di Sarri del resto sono spesso partite come un diesel di vecchia generazione per poi emergere. E le abitudini sono difficili da cambiare anche di fronte a una pandemia che ha rivoluzionato l’agenda del calcio.

          Sinisa Mihajlovic invece ha potuto parlare — per la prima volta dall’annuncio della malattia — alla vigilia di un incontro e lo ha fatto sul canale Youtube del Bologna, rispondendo a domande lette dall’ufficio stampa ma preparate da più giornalisti, come in una vera conferenza: «Sarà una partita difficile, ma lo sarà anche per loro — promette il tecnico, che ha prolungato fino al 2023 —: giocheremo sempre per vincere e mai per non perdere. Abbiamo cercato di rinfrescare la memoria dei nostri principi, come se fosse il primo giorno di scuola. Abbiamo lavorato sulla testa e sulla motivazione che è la cosa fondamentale. Non siamo una squadra che sa difendere, noi i gol li prendiamo sempre, quindi vogliamo farne uno in più dell’avversario». Svegliare la Juventus che dorme potrebbe però essere rischioso.

          Le probabili formazioni
          Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Danilo, Denswil, Dijks; Dominguez, Medel; Orsolini, Soriano, Sansone; Barrow.
          Juventus (4-3-3): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Bonucci, De Sciglio; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Dybala, Ronaldo.

          CorSera
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            Da stasera si riparte così:

            Juventus 63 punti
            Lazio 62
            Inter 57
            Atalanta 51
            Roma 45
            Napoli 39
            Verona 38
            Milan 36
            Parma 36
            Bologna 34
            Sassuolo 32
            Cagliari 32
            Fiorentina 30
            Udinese 28
            Torino 28
            Sampdoria 26
            Genoa 25
            Lecce 25
            Spal 18
            Brescia 16
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              La Roma per la champions deve fare corsa sull'Atalanta...il che è impresa ardua. Il Napoli sconta un grave ritardo: 12 punti da recuperare in 12 giornate agli uomini di Gasperini: direi quasi impossibile.

              Il resto è mucchio selvaggio per la EL, ivi compreso il Milan.

              Per quanto riguarda lo scudetto, a me pare inutile stare a parlare di gioco e corollari vari...ci sono 12 turni, si gioca d'estate a ritmo continuo e si tratta ormai di fare una cosa sola: risultato. Non c'è più tempo per altro.

              La difficoltà dell'Inter è che sconta uno svantaggio su due squadre: dovrebbero crollare entrambe e l'Inter vincerle tutte o quasi. Non ha più scontri diretti.

              In coda battaglia apertissima per evitare l'ultimo posto utile: dalla Fiorentina al Lecce sono tutte pericolanti.
              ...ma di noi
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                Gazzetta
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    La Roma per la champions deve fare corsa sull'Atalanta...il che è impresa ardua. Il Napoli sconta un grave ritardo: 12 punti da recuperare in 12 giornate agli uomini di Gasperini: direi quasi impossibile.

                    Il resto è mucchio selvaggio per la EL, ivi compreso il Milan.

                    Per quanto riguarda lo scudetto, a me pare inutile stare a parlare di gioco e corollari vari...ci sono 12 turni, si gioca d'estate a ritmo continuo e si tratta ormai di fare una cosa sola: risultato. Non c'è più tempo per altro.

                    La difficoltà dell'Inter è che sconta uno svantaggio su due squadre: dovrebbero crollare entrambe e l'Inter vincerle tutte o quasi. Non ha più scontri diretti.

                    In coda battaglia apertissima per evitare l'ultimo posto utile: dalla Fiorentina al Lecce sono tutte pericolanti.

                    impossibile anche perché davanti hai quei pezzi fanatici dell'Atalanta che continuano a volare
                    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                    Originariamente Scritto da GoodBoy!
                    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                    grazie.




                    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      Che bello vedere i neri che si inginocchiano per floyd in serie a
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

                      Commenta


                        Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
                        Che bello vedere i neri che si inginocchiano per floyd in serie a

                        cosa ci sarebbe di male esattamente ?
                        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                        Originariamente Scritto da GoodBoy!
                        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                        grazie.




                        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                          Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio
                          cosa ci sarebbe di male esattamente ?
                          a me non piacciono le ingerenze politiche nello sport, il calcio dovrebbe essere solo intrattenimento, si segna si esulta con la squadra e via, ultimamente sembra più una vetrina
                          Originariamente Scritto da Pesca
                          lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                            Le partite di ieri hanno confermato 2 cose, l'Inter soffre anche con le squadrette e l'atalanta è quarta perché dietro concede sempre e non incontra sempre il sassuolo.
                            Winners are simply willing to do what losers won't.




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                              Doppio
                              Winners are simply willing to do what losers won't.




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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                La Roma per la champions deve fare corsa sull'Atalanta...il che è impresa ardua. Il Napoli sconta un grave ritardo: 12 punti da recuperare in 12 giornate agli uomini di Gasperini: direi quasi impossibile.

                                Il resto è mucchio selvaggio per la EL, ivi compreso il Milan.

                                Per quanto riguarda lo scudetto, a me pare inutile stare a parlare di gioco e corollari vari...ci sono 12 turni, si gioca d'estate a ritmo continuo e si tratta ormai di fare una cosa sola: risultato. Non c'è più tempo per altro.

                                La difficoltà dell'Inter è che sconta uno svantaggio su due squadre: dovrebbero crollare entrambe e l'Inter vincerle tutte o quasi. Non ha più scontri diretti.

                                In coda battaglia apertissima per evitare l'ultimo posto utile: dalla Fiorentina al Lecce sono tutte pericolanti.
                                Dipende da questa giornata, la juve a Bologna e la Lazio a Bergamo, l'Inter col sassuolo. Questa giornata è a mio avviso la più importante per l'Inter perché è l'unica dove Lazio e juve possono perdere punti contemporaneamente
                                Winners are simply willing to do what losers won't.




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