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Visnoressia: anoressia maschile

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    Visnoressia: anoressia maschile

    Ciao, Vi copio / incollo articolo

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    Anoressia e Bulimia
    , viste come problematiche prettamente femminili, riguardano, in realtà, anche gli uomini.
    I casi maschili sono, però, spesso sottovalutati o diagnosticati in ritardo e ciò è dovuto principalmente al fatto che determinati comportamenti a rischio non vengono in loro letti, almeno inizialmente, come indicatori di un possibile disturbo alimentare. Tutto ciò fa sì che, mediamente, l’uomo che soffre di date problematiche arrivi in terapia non prima che siano trascorsi 7 anni dall’esordio del problema, mentre per le donne il periodo di latenza è di circa 4 anni. Inoltre, a rendere la diagnosi di Anoressia Nervosa negli uomini ancora più problematica vi è il fatto che i criteri di riferimento per tale disturbo si riferiscono esclusivamente alla donna; basti pensare che uno dei più importanti sintomi di tale malattia è l’altrerazione o scomparsa del ciclo mestruale. La Visnoressia, inoltre, non si manifesta allo stesso modo dell’Anoressia. Mentre una ragazza Anoressica si vede, pur sottopeso, talmente grassa da decidere di non mangiare fino a mettere a repentaglio la propria vita, in un uomo è raro si verifichi tale condizione e la poca stima di sè si esprime mediante un’eccesivo ricorso all’esercizio fisico, nonchè all’uso di prodotti che incrementano la massa muscolare (vedi anche l'articolo sulla bigoressia). Così facendo il ragazzo si sentirà maggiormente protetto, riuscendo a mascherare le proprie insicurezze ed il proprio problema psicologico.

    L’incidenza di questa malattia, come si desume, è ancora molto sottostimata. Tuttavia solo negli Stati Uniti si calcola che, su 9 milioni di persone che soffrono di Disturbi Alimentari, circa 1 milione siano di sesso maschile. Più specificamente, il 5-10 % dei pazienti che soffrono di Anoressia Nervosa sarebbero maschi, come pure il 10-15% dei pazienti affetti da Bulimia Nervosa. Tali dati devono essere, comunque, letti con una certa cautela, e ciò vale in particular modo per l’Anoressia, in quanto molti casi non sono riconosciuti come tali; i medici, spesso, infatti, non si aspettano di trovarsi di fronte un uomo anoressico e associano i sintomi del paziente ad altre patologie. Suddette considerazioni si scontrano col fatto che, ad oggi, le complicanze in questione, nei maschi, rappresentino una realtà epidemiologica in costante aumento.
    Esistono, poi, significative differenze di genere anche per quanto concerne l’età di esordio del disturbo: se per le donne l’Anoressia di manifesta, nella maggior parte dei casi, tra i 14 ed i 18 anni, la Visnoressia è più probabile insorga in adolescenza, tra i 16 ed i 20 anni, ma può comparire anche fino ai 27 anni. L’eziologia dell’anoressia maschile è poco chiara. Si ipotizza, però, che importante predittore dei comportamenti di perdita di peso nei maschi sia l’immagine del corpo. Yates confrontò un gruppo di maratoneti con un gruppo di maschi anoressici e trovò similitudini socioculturali e caratteristiche di personalità simili. I maratoneti mostravano, poi, una bizzarra preoccupazione per il cibo e, anche quando raggiungevano una massa corporea del 95% con solo 5% di grasso nel corpo, continuavano ad essere insoddisfatti.

    Sempre a proposito dell’immagine corporea, altro fattore da considerare è l’influenza dei mass-media, per cui il maschio ideale NON è magro MA muscoloso. Non sorprende, quindi, che la principale causa di perdita di peso nei maschi anoressici sia l’eccesso di esercizio fisico. Non a caso, poi, i giornali femminili comprendono articoli ed avvertimenti su come aiutare a perdere peso; mentre quelli indirizzati agli uomini danno maggior spazio a consigli sulle tecniche di allenamento e di sviluppo della massa muscolare. Altri fattori di rischio sono stati dentificati nelle pressioni culturali e nell’omosessualità. Il 50% dei soggetti anoressici dichiara, infatti, di essere incerto circa la propria identità sessuale. Questo dato non deve essere, però, letto, come invece spesso avviene, secondo una causalità di tipo lineare. Diverse ricerche mostrano, poi, che pazienti anoressici maschi sperimentano isolamento sessuale, inattività sessuale, conflitti omosessuali ed un considerevole grado di circa suddette tematiche. Ciò viene sostenuto dal fatto che essi affermano di sentirsi meglio una volta che il digiuno prolungato li ha debilitati al punto da annullarne le pulsioni sessuali: la malattia può divenire, quindi, un modo per risolvere dolorosi conflitti interiori legati alla sessualità. L’80% dei maschi anoressici, inoltre, risulta cresciuto in famiglie che considerano il sesso un argomento tabù.
    Il tipico uomo anoressico è un soggetto depresso, ipersensibile, con forti sensi di colpa e scarsa autostima. Possono presentarsi, altresì, tratti ossessivi e di perfezionismo, tratti schizoidi ( 30%) ossessivi ( 29%), passivi/dipendenti (15%) ed antisociali (18%). Un confronto con le donne anoressiche mostra un’alta percentuale di immaturità (30% contro 4%) tratti isterici/istrionici (25% contro 4%) e tratti antisociali ( 18% contro 1%) ma un uguale numero di tratti schizoidi ( 28%). Le persone a rischio possono condurre anche un’esistenza normale, e sviluppare problematiche alimentari in presenza di eventi scatenanti quali fallimenti relazionali, cambiamenti del ruolo sociale e lavorativo, perdite affettive, malattie personali o di un familiare, etc. Spesso anche una normale crisi del ciclo di vita, affrontata con grande difficoltà, porta allo sviluppo di sintomatologia. Il trattamento dell’anoressia maschile, così come in quella femminile, deve procedere per obiettivi intermedi, in relazione alla fase sintomatologica ed al grado di consapevolezza del disturbo da parte degli utenti. Una forma di psicoterapia che ha dato ottimi risultati con questi tipi di pazienti è stata quella familiare. La prognosi può risultare negativa per: comportamenti violenti durante l’infanzia, assenza nell’adolescenza di fantasie e comportamento sessuale, lunga durata della malattia e forte perdita di perso durante la malattia.
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