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non avevo letto questo intervento, quoto e anche di gusto
ehehhe pensa che io ci ho preso un cartellino rosso...da un leghista forse...
siamo in Caffetteria e se secondo me chi vota questi e i loro slogan è un ritardato (cercare significato sul vocabolario) e che sapere che lo fanno pensando che questo è il cambiamento mi prova pena ho tutto il diritto di scriverlo
.... e di non ricevere un cartellino con scritto "commento mongolo" quando il commento al cartellino è + mongolo
Bossi rubava già negli anni '90. Non caso è stato condannato nel processo Enimont insieme a gentaglia come Craxi, Forlani, Altissimo, La Malfa.
Gli stessi parlamentari contro cui ruttava di continuo "ladri, infami, papponi". Intanto ci prendeva insieme le mazzette.
Ah la memoria!
la mancanza di memoria è uno dei problemi dell'Italia, in tutti i campi
Questa società non è più disposta ad accettare i modi di fare di quel sistema. Il punto è solo questo. Non devono essere gli altri a dirci come condurre la nostra guerra. Noi rivogliamo tutto, e vogliamo l'allenatore assolto.
Parentopoli in Piemonte: la giunta Cota piazza i parenti in Regione
di Dario Ferri
La figlia di un capogruppo che lavora con il governatore. I gruppi consiliari che assumono fratelli di consiglieri e assessori. Coppie “sistemate”. Per la serie: quando la politica tiene famiglia.
La giunta Cota tiene famiglia. E fa di tutto per piazzarla in Regione. Senza escludere nessuno: fratelli, figli, mariti e mogli. parenti di esponenti sia PdL che Lega, indistintamente. C’è un po’ di tutto nella “parentopoli” che prende corpo nelle stanze della Regione Piemonte, raccontata stamane da Tommaso Labate de Il Riformista: “La figlia del capogruppo che lavora col presdiente, la moglie dell’assessore assunta alle dipendenze di un altro assessore, la sorella di un onorevole che ha un contratto col gruppo consiliare“. Gli organigrammi consiliari sembrano davvero un gigantesco stato di famiglia. Ed è divertente scorrere l’elenco dei fortunati familiari dei politici eletti in Piemonte assunti con contratti a tempo determinato, contratti di collaborazione e consulenze.
I PARENTI DEGLI AMICI – C’è Michela Carossa, figlia del capogruppo della Lega Mario, che lavora nella segreteria del governatore Roberto Cota, come “addetto collaboratore dell’ufficio comunicazione“. C’è Paola Ambrogio, moglie dell’assessore all’Ambiente Roberto Ravello, che lavora alla segreteria dell’assessore regionale ai Trasporti William Casoni, dove svolge “attività di direttiva istruttoria complessa a supporto dell’assessore nelle materie delegate“. Piazzata pure Maria CristinaToselli, sorella del consigliere regionale Francesco, lavora al gruppo del Popolo delle Libertà. Una delle sue colleghe è Daniela Rasello, figlia del consigliere regionale Rosanna Costa. Con loro siede in scrivania anche Giovanna Armosino, sorella di Maria Teresa, presidente della provincia di Asti, e deputata nazionale per il partito berlusconiano.
FAMIGLIE INTERE IN REGIONE – In Regione c’è pure Sabrina Giovine, sorella del capogruppo dei Pensionati con Cota, Michele, che lavora a stretto contatto col suo familiare. Anche il gruppo degli ambientalisti di centrodestra, i Verdi Verdi, ha avuto la stessa idea. A lavorare in regione ha piazzato i parenti del leader nazionale Maurizio Lupi (omonimo del più noto parlamentare PdL): la moglie Lorella, la figlia Sara, i fratelli Alberto e Alessandro. Ci sono anche le famiglie non imparentate coi politici ma adeguatamente accontentate. Sorprendente la cura con cui è stato affidato un incarico a due coniugi: Giuseppe Cortese e Isabella Arnoldi. Il primo è responsabile dell’Ufficio comunicazione di Cota, la seconda è responsabile dell’Ufficio comunicazione di Massimo Giordano, braccio destro del governatore e Assessore allo Sviluppo Economico. Coincidenze
Originariamente Scritto da Sean
Questa società non è più disposta ad accettare i modi di fare di quel sistema. Il punto è solo questo. Non devono essere gli altri a dirci come condurre la nostra guerra. Noi rivogliamo tutto, e vogliamo l'allenatore assolto.
Lo dice un vecchio detto, il pesce puzza dalla testa. Dunque nessuno si stupisca se la Lega, il partito che doveva marciare su Roma per distruggere la Casta e i privilegi, si è trasformato nella più classica delle macchine piazza-parenti.
Bastava dare un’occhiata a quello che ha combinato lui, l’Umberto, per capire come sarebbe andata a finire. Suo fratello Franco lo piazzò a Bruxelles a fare da assistente all’eurodeputato leghista Matteo Salvini. Ci provò anche con il primogenito Riccardo, ma tornò a casa appena il fattaccio finì sui giornali: “È assurdo che mi venga vietata ogni esperienza solo perché ho un cognome importante”, si rammaricò. Erano ancora lontani i tempi di Renzo, il figlio prediletto: oggi comunque anche la Trota è sistemata, seduto sugli scranni del consiglio regionale lombardo. Restano senza incarichi gli altri due eredi, Eridano Sirio e Roberto Libertà. Ma c’è tempo. Forse potranno trovare un posto alla Bosina, la scuola privata, di ispirazione chiaramente padana, fondata da mamma Manuela Marrone, che ha ricevuto un contributo di 800mila euro dal governo nazionale. Ecco, con una testa così, da quel pesce non potevamo che aspettarci di peggio. E basta mettere insieme le notizie che arrivano dal profondo Nord per disegnare una mappa della Parentopoli leghista. Che non dovrebbe lasciare indifferenti gli elettori del Carroccio.
Cominciamo dal Piemonte, dove Lo Spiffero, il Dagospia di Torino, ha raccontato la “Famigliopoli subalpina”: una clamorosa infornata di mogli, cugini e cognati che Roberto Cota ha portato a segno da quando è diventato presidente. Nella sua segreteria c’è Michela Carossa, figlia di Mario, capogruppo della Lega in Regione. Capo di gabinetto del governatore è Giuseppe Cortese, che ha trovato lavoro pure alla moglie, Isabella Arnoldi, diventata portavoce dell’assessore leghista Massimo Giordano, fedelissimo di Cota. Per loro, può darsi che la pacchia finisca al massimo tra cinque anni. C’è invece chi, grazie alla Lega, si è costruito un futuro garantito. È il caso delle cinque vincitrici di un concorso per funzionari della Provincia di Brescia, come racconta Il Riformista. Ci hanno provato in 700 a conquistarsi il posto fisso, ci sono riusciti in 8, e per più della metà c’è puzza di raccomandato. Ha vinto Sara Grumi, figlia di Guido, assessore leghista al Comune di Gavardo e candidato alle ultime regionali. C’è Katia Peli, nipote dell’assessore provinciale all’Istruzione, leghista pure lui, Aristide Peli. Lavoro assicurato anche per Silvia Raineri, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Concesio e moglie del vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi. Vittoria anche per Cristina Vitali e Anna Ponzoni: tutte e due lavorano già in Provincia, guarda caso entrambe per l’assessorato guidato dal leghista Giorgio Bontempi.Sempre in Lombardia, questa volta a Varese, nel 2002 diventa presidente della Provincia Marco Reguzzoni, marito di Elena, figlia di Francesco Speroni, storico capo di gabinetto del Senatur quando era ministro delle Riforme. Niente paura, Reguzzoni non ha dovuto pagare il peso delle polemiche. Oggi è il capogruppo della Lega nientemeno che alla Camera dei Deputati.
Restiamo sempre nel letto matrimoniale ma ci spostiamo più a est, a Verona, dove alla moglie del sindaco Flavio Tosi l’elezione del marito ha messo in tasca 45 mila euro all’anno in più. Stefania Villanova lavorava già in Regione, ma è diventata tutt’a un tratto dirigente e messa a capo della segreteria dell’assessorato regionale alla Sanità.
In Friuli, i leghisti le moglie se le sono incrociate. L’ex presidente del consiglio regionale Ballaman assunse Laura Pace, moglie dell’allora sottosegretario agli Interni Maurizio Balocchi. Lui si prese in carico Tiziana Vivian, ex fidanzata dello stesso Ballaman.
Poi c’è il capitolo consulenti. A Padova, l’ex segretario provinciale della Lega Maurizio Conte – oggi diventato assessore nella giunta Zaia – affidò l’incarico per progettare e dirigere i lavori di un nuovo polo scolastico a suo fratello Tiziano. Con regolare bando di concorso, giura lui. E se non puoi sceglierli in famiglia, c’è comunque un partito che ti assiste. Racconta il Pd Piero Ruzzante al Corriere del Veneto, di altre “designazioni” ai vertici di tre enti regionali: “Corrado Callegari in Veneto Agricoltura, impiegato di banca mestrino stipendiato con 15mila euro al mese; Antonello Contiero in Intermizoo, autista di autobus di Rovigo, premiato con 5mila euro mensili e inserito nel listino di Zaia; e Fausto Luciani in Avepa, ristoratore allo zoo-safari di Bussolengo e retribuito con ben 154mila euro annui”.
Chiusura in bellezza a Bergamo. Nell’estate del 2009, racconta BergamoNews, l’architetto Silvia Lanzani, è stata incaricata, per 13.754 euro, di curare il progetto preliminare della nuova centrale di sterilizzazione dell’ospedale di Treviglio, diretto dal leghista Cesare Ercole. Silvia Lanzani è della Lega e fa l’assessore alle Infrastrutture in Provincia. Come si dice, una che lavora con la testa, con il cuore, e con il portafoglio.
(Hanno collaborato Stefano Caselli, Ferruccio Sansa, Ivana Gherbaz, Erminia della Frattina
il borsino della ‘ndrangheta tra voti, carroccio e sanità
Politica e affari. Ora anche sanità. Il borsino della ‘ndrangheta in Lombardia cresce. E ai già consolidati legami politici se ne aggiungono di nuovi. Quello della Lega nord è tra questi. Un brutto inciampo per Bobo Maroni, ministro padano che da mesi declama i successi del governo in fatto di lotta alla mafia. Lui guarda lontano e non si accorge come dentro al suo partito qualcuno ha già stretto amicize con i boss che a Milano continuano a comandare anche dopo il maxi blitz del 13 luglio: 300 arresti tra Calabria e Lombardia. La pietra dello scandalo si chiama Angelo Ciocca, in politica dal 1996. Alle ultime regionali ha sbancato la sua circoscrizione pavese. Quasi 19mila preferenze per arrivare in Regione. Una parabola esemplare se non fosse per i suoi rapporti con Giuseppe Neri, boss della ‘ndrangheta lombarda, ma anche avvocato, massone e amico di Carlo Antonio Chiriaco, presidente dell’Asl di Pavia e ras della sanità pubblica. Entrambi sono finiti in carcere a luglio. Il tutto è annotato nella richiesta di custodia cautelare firmata dai magistrati del pool antimafia di Milano. Ciocca, va detto, non risulta indagato. Qui, però, non è in gioco la responsabilità penale, ma quella politica. I rapporti con l’uomo delle cosche iniziano nel giugno 2009, quando “Neri – annotano i magistrati – ha assoluta necessità di far eleggere alle consultazioni elettorali di Pavia un proprio uomo, Rocco Del Prete, e a tal fine si rivolge a Ciocca”. E che Del Prete sia persona vicina alla cosca non vi è dubbio. Sarà lui, infatti, a incontrare Giancarlo Abelli, deputato azzurro e fedelissimo di Berlusconi, per proporgli il piano politico del comitato d’affari messo in piedi dalla mafia calabrese.
Sulle comunali c’è però un problema: la Lega non vuole Del Prete. Neri, dunque, spinge su Ciocca perché faccia pressioni sul partito. La cosa sta molto a cuore al capobastone. Per questo manda suoi emissari a parlare con l’uomo del Carroccio. “Mi ha detto – riferisce l’amico del boss dopo aver incontrato Ciocca -: non ti preoccupare che adesso noi rompiamo le palle ancora”. Neri è contento. “Se Angelo Ciocca vi dice in quel modo io non ho motivo di dubitare che loro romperanno le palle”. E del resto il capo della ‘ndrangheta pavese con l’enfant prodige padano ha interessi comuni “avendolo coinvolto – scrivono i pm – in belle operazioni immobiliari”, tanto da volergli dare “a basso prezzo l’appartamentino di Medigliani”, a Pavia. Luogo dove, dopo Neri e Ciocca si incontrano di persona. All’appuntamento, però, si presentano anche i carabinieri che riprendono tutto.
Gli incroci tra Lega e ‘ndrangheta non riguardano però solo Ciocca. Due gli obiettivi sotto la lente della procura. Il primo è l’ospedale S. Paolo di Milano. Qui da sempre le nomine vengono proposte dai colonnelli leghisti e approvate formalmente da Formigoni. Al S. Paolo, nel luglio scorso, si è suicidato Pasquale Libri, calabrese, dirigente nel settore appalti, indagato dalla Dda. Il secondo è il Pio Albergo Trivulzio dove avrebbe lavorato un’impresa legata alle cosche reggine grazie alla mediazione di un politico del Carroccio.
Il consulente musicale. Impossibile per una Provincia farne a meno. La giunta leghista di Brescia è corsa subito ai ripari e nel luglio 2009, un mese dopo la vittoria alle elezioni, ha colmato il vuoto. Destinatario dell’incarico: Ezio Rojatti, già direttore della prestigiosa Orchestra sinfonica della Padania. Ricordano le cronache del 1999: “Bossi, in abito scuro, era in prima fila insieme con la moglie e i figli per assistere al concerto dell’Orchestra sinfonica della Padania diretta da Rojatti”. Al Pd la nomina è sembrata stonata: “Niente da dire su Rojatti, ma è un musicista targato Lega. Negli anni scorsi il Carroccio, al governo in Friuli, gli aveva già assegnato la direzione artistica dell’inutile Orchestra regionale”. Oggi il maestro dirige l’Orchestra Cantelli di Milano, ma è anche consulente della provincia di Brescia (66mila euro in due anni). La musica, però, deve essere grata a Rojatti: chi riesce a far ascoltare Boccherini, Haydn e Schubert al Trota e al Senatùr in abito scuro merita di essere nominato consulente musicale. (f.sa.)
Ciao a tutti, mi introduco anche io nella discussione da leghista storico con una domanda: se nel cesto c'e' qualche mela marcia gettiamo via tutto il cesto?
Perche', senza entrare nel merito di chi e' meglio e chi e' peggio, credo che nessun partito sia immune alle mele marce, se poi si cerca di squalificare la Lega come forza corrotta e quindi uguale a tutte le altre credo che sia una tecnica poco efficace.
Ciao a tutti, mi introduco anche io nella discussione da leghista storico con una domanda: se nel cesto c'e' qualche mela marcia gettiamo via tutto il cesto?
Perche', senza entrare nel merito di chi e' meglio e chi e' peggio, credo che nessun partito sia immune alle mele marce, se poi si cerca di squalificare la Lega come forza corrotta e quindi uguale a tutte le altre credo che sia una tecnica poco efficace.
anche io credo sia inutile. credo che anche per l' elettorato della lega la cosa conti poco, cioè il fatto che ,ormai al potere da lungo tempo, la lega si comporti come i partiti che ha sempre osteggiato. anzi le istanze prevaricatrici sono ben accette. In ogni caso io sono dell' idea che in alcune zone del nord l' italia non esista più e che si debbano trarre le estreme conseguenze da ciò.
Leonida, al nord la questione e' Molto sentita e la Lega e' l'unica forza che, secondo me, lavora per migliorare una situazione ormai troppo esasperata. L'elettorato leghista e' in costante crescita perche' ha ben in mente quello che vorremmo ottenere, mentre l'elettorato degli altri partiti e' confuso.
Leonida, al nord la questione e' Molto sentita e la Lega e' l'unica forza che, secondo me, lavora per migliorare una situazione ormai troppo esasperata. L'elettorato leghista e' in costante crescita perche' ha ben in mente quello che vorremmo ottenere, mentre l'elettorato degli altri partiti e' confuso.
cosa vorreste ottenere in ordine di priorità?
"
Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Ciao a tutti, mi introduco anche io nella discussione da leghista storico con una domanda: se nel cesto c'e' qualche mela marcia gettiamo via tutto il cesto?
Perche', senza entrare nel merito di chi e' meglio e chi e' peggio, credo che nessun partito sia immune alle mele marce, se poi si cerca di squalificare la Lega come forza corrotta e quindi uguale a tutte le altre credo che sia una tecnica poco efficace.
Non è questione di mele marce. La pianta era marcia da principio, visto che ai tempi della maxitangente Enimont (sì, proprio quella della prima repubblica DC-PSI-PSDI-PLI-PDS) la Lega, sotto i nomi di Bossi, segretario politico e Patelli, segretario amministrativo, si è presa 200 milioni di lire della tangente, ossia la quota spettante in percentuale al suo (allora limitato) peso politico. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la Lega, già allora, da una parte gridava "Roma ladrona", dall'altra prendeva mazzette insieme agli stessi partiti che fingeva di combattere. La Lega è sempre stata seduta al tavolo del potere, ma ha avuto la misteriosa (per me)capacità di far credere ai suoi elettori di essere diversa. D'altra parte è leghista anche il simpatico nonsense "partito di lotta e di governo".
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Tre lustri al governo e spacciarsi da rivoluzionario.
Non dico che Bossi sia un genio ma è pur sempre re, nel paese degli orbi, l'uomo con un occhio solo.
In ogni caso io sono dell' idea che in alcune zone del nord l' italia non esista più e che si debbano trarre le estreme conseguenze da ciò.
Hai un'idea sbagliata del Nord Italia. E penso di parlare con cognizione di causa, visto che ho vissuto dieci anni a Brescia e dieci a Bergamo. Ci sono molti leghisti, ma i cosiddetti "secessionisti" sono una piccola minoranza della popolazione.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
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