Critica alle domande di cultura generale..

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • Italy [IT]
    • In piedi tra le rovine
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    Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
    Ora, restando intatto il discorso pratico che ho già fatto, il mio discorso "volto a contestare la società che produce frustrati ecc.ecc." non mi pare perda validità. O mi sbaglio?
    Io penso che questa società che pubblicizza finti meriti sia una buffonata. Mi pare che siamo arrivati al termine irriducibile della questione.
    Sbagli, ed è per questo che non si regge in piedi nulla del tuo discorso, e sei tu a non cogliere il punto, non gli altri ad evitarlo (sta tutta qua la presunzione di cui prima).
    Non è la società che produce frustrati, ma è l'uomo stesso ad esserlo dal momento che non delinea - nettamente, per circoscriverlo - il suo valore.
    Se un criterio ed una misura sono sempre esistiti, è una proposizione sbagliata criticare la società, che, odierna o passata, non fa altro che applicare una selezione, a porre dei paletti contro i quali l'individuo è fatalmente destinato a confrontarsi, in un processo di maturazione continuo, ieri come oggi.
    Quella che tu chiami "la (falsa) "cultura del merito" che i moderni governi ci vanno propinando" altro non è che la riproposizione, in chiave attuale, di ciò che è sempre esistito, l'agone del confronto.

    Buffonata è semmai far credere che tutto sia possibile per tutti, e dove non si riesce ecco che l'avversario non diventa più lo specchio, ma il criterio, il metro, la società.
    E' sempre l'uomo ad essere ottimo o pessimo, è lui da se stesso, attratto dal posto "migliore" e non dal "suo posto", a rendersi frustrato.

    "voglio solo sottolineare quanto sia SEMPRE INGIUSTO misurare un uomo"

    Altro falso, altro tentativo di sviare ad altri le proprie responsabilità, la propria incapacità di vedere e di decidere cosa è giusto per sè, non per i desiderata da pubblicità:
    E' il principio che ciascun uomo porta già in sè a misurare se stesso, è un criterio di crescita ineludibile.
    Quello che tu proponi, una rivisitazione totale di questa famosa "società", altro non è che quel colletivismo in cui, sradicato il confronto, parificati i desideri, resa raggiungibile a tutti ogni meta, si dovrebbe vedere realizzata la famosa "felicità" in terra, un regno messianico di impianto forzatamente ideologico e profondamente anti umano.
    Si ha invece che proprio questa prospettiva che disegni, dell' "io vorrei", è quella che produce gli odierni frustrati, perchè fa vagheggiare, a portata di mano, che la vetta (previa una bella spianatura) sia raggiungibile da tutti, perchè nessuno, Dio ce ne scampi, può essere misurato, per poi, all'apparir del Vero, tornare indietro e, lungi dal ripensare al proprio, buttare il fardello addosso agli altri, meglio se una qualunque entità astratta:
    Ah, società perfida e iniqua.

    Ma è proprio questa la menzogna più grande, ricordandoti, per restare ben attaccati alla realtà, che sono pochi uomini, emersi dal confronto, che hanno indirizzato la Storia (dell'arte, della filosofia, della scienza, e di ogni altro campo umano), mai questa collettività che vorresti destinata ad un successo egualitario, dunque non frustrante perchè per tutti nella stessa misura;
    Dobbiamo ricordarci di Cesare, del suo "meglio primo in questo villaggio, che secondo a Roma"?
    Il senso del limite, così schiettamente umano, la regola aurea che vogliamo, pervicacemente, dimenticare.

    Perchè è qui che manchi ( e che manca tutto il tuo impianto), nel fatto che tu esponi una teoria che, al succo, si riduce all' "io vorrei", nel più classico, e scontato, dei voli utopici, di quelli che fanno tanto Icaro, peccato che poi si torni sulla terra.
    E sulla terra, mio caro, i frustrati non sono frutto della società, ma della propria schizofrenica incapacità di delineare, da se stessi, i proprio limiti, che il "merito" snuda soltanto.
    La società, semmai, questo e solo questo deve fare:
    Spronare l'individuo perchè dia il meglio di sè, un'essenza fatalmente destinata a far crescere tutti.
    Tu ne proponi una svirilizzazione, strappi dall'uomo il cuore, rendi minuscolo ciò che è maiuscolo, e solo perchè al maiuscolo qualcuno non ci arriva.
    Sale sul carro del trionfo l'io egoista, e dunque limitato, e cieco.
    Un'altra perla:

    Mi sono limitato a rilevare che, con la storiella del merito, questa società genera una miriade di gente frustrata che passa la propria vita a sentirsi inferiore o meno meritevole.
    Non si può strutturare una società secondo una scala di merito.


    E se lo fosse davvero inferiore?
    Che cos'è questa paura, se non di noi stessi?
    Possiamo anestetizzare fino a questo punto le nostre responsabilità, le nostre incapacità?
    Ma è solo assumendole che possiamo dare loro un senso, e a noi un luogo.

    -Il merito è una storiella.
    -Non si struttura una società secondo una scala di merito.


    Bello, tutto molto bello:
    Ma dove si poggia? Si poggia tutto qui, tutto il papiro del fanciullo terrorizzato sta qui:
    "Il fatto che la vita sia tosta non giustifica che noi la si debba rendere ancora più tosta
    " già, ma il fatto lo enunci da te stesso:
    La vita è tosta, e non esiste alcuna via di fuga, se non nell' "io vorrei che fosse altro", ma che altro non è, non è mai stato, duemila anni addietro oppure oggi, e anzi è solo così che questa vita ha maturato fino a dare qualche frutto;
    Come si vede quel "il mio discorso "volto a contestare la società che produce frustrati ecc.ecc." non mi pare perda validità. O mi sbaglio?" è errato, vive nell'io del sogno, è un prodotto immaturo che genera mostri:
    Lui, non la società.
    Last edited by Sean; 10-09-2009, 03:28:41.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Manx
      Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
      • Feb 2005
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      • Un tempo e per tanto tempo in Germania...
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      Crostantino, stai facendo un vaniloquio senza senso, condito da frasi di Sartre e del tuo professore sartriano. Piuttosto che parlare per citazioni, sofismi e belle frasi messe li' a buona posta scopiazzate da chissà dove, USA il tuo cervello...cosa che non hai fatto, sia livello "trascendentale" che non.


      SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
      Anarco-Training
      M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
      No mental :seg: Crew
      Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
      I.O.M Jesi & Vallesina

      Le domande dell'aspirante bidibolder
      Originariamente Scritto da TONY_98
      Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
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      Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
      Disagio alimentare & logistica bidibolder
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      se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
      Estetica rulez
      Originariamente Scritto da 22darklord23
      la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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      • Tex88
        Bodyweb Senior
        • Mar 2009
        • 1808
        • 203
        • 302
        • Piemonte
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        Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
        Ho seguito con interesse questo sviluppo sul "merito" che la discussione ha offerto.


        La questione di fondo risiede nel fatto che il "merito" è attribuzione sempre a posteriori, nel senso che corrisponde, in determinati uomini, al riconoscimento, da parte di altri, di una distinzione nell'opera rispetto all' "operare comune".

        Tale concetto va chiaramente distinto (purtroppo è invece spesso, a mio avviso, confuso) da quello di "criterio per la valutazione del merito", cioè un criterio che consenta oggi di prevedere chi sarà in grado di conseguire certi meriti domani.

        Le domande sono allora due:

        1) ha senso la ricerca di un tale criterio?

        2) gli attuali criteri per la valutazione del merito sono attendibili? in che misura sono migliorabili? sono da rigettare?


        La risposta al quesito 1) è, a mio avviso: non solo una tale ricerca è sensata, ma è auspicabile.

        La risposta al quesito 2) è invece nient'affatto banale: la ricerca in tal senso andrebbe continuamente perfezionata. Probabilmente i criteri attuali non sono soddisfacenti sotto molti aspetti, ma ciò non significa che non siano migliorabili o che le componenti oggi fuori controllo non possano, in futuro, essere razionalmente domate. Credo che sia uno dei grandi e fondamentali problemi della Didattica, intesa qui come disciplina scientifica.
        Bene,finalmente si è tornati al senso originario del topic, e cioè una discussione sui criteri di ammissione all'università. Discorso che era sfociato in una disquisizione adduruttura sulla natura della società contemporanea, interessantesi, ma, permettetemi di dire, in realtà poco attinente all'argomento principale del topic...

        In concreto Richard, secondo te i criteri di valutazione per l'accesso alle facoltà a numero chiuso, come potrebbero essere migliorati?

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        • ciccio.html
          lo scacciafregna
          • Oct 2006
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          • Send PM

          io sono qui a sperare quello 0.009 % di passare medicina e mi ritrovo a leggere discorsi pseudo filosofici, siete troppo forti ragà, fate una preghierina per me oggi (soprattutto leonida e sergio, ferventi credenti)
          però forse una segnalazione "ufficiale" alle autorità te la saresti beccata pure tu.

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          • richard
            scientific mode
            • May 2006
            • 19924
            • 381
            • 414
            • Send PM

            Originariamente Scritto da Tex88 Visualizza Messaggio
            Bene,finalmente si è tornati al senso originario del topic, e cioè una discussione sui criteri di ammissione all'università. Discorso che era sfociato in una disquisizione adduruttura sulla natura della società contemporanea, interessantesi, ma, permettetemi di dire, in realtà poco attinente all'argomento principale del topic...

            In concreto Richard, secondo te i criteri di valutazione per l'accesso alle facoltà a numero chiuso, come potrebbero essere migliorati?
            In realtà il discorso - ripulito di una, a mio avviso, non necessaria e a tratti fuorviante impalcatura sui "massimi sistemi filosofici" - è comunque a suo modo significativo, specialmente quando tocca la questione della "frustrazione" che il meccanismo genererebbe, inducendo a sentirsi "inferiore e meno meritevole".
            Ma, come dicevo, il merito è sempre a posteriori, conseguente ad un' opera distintiva e fuori dal comune (necessariamente accompagnata da notevole impegno oltre che alle "circostanze favorevoli di carattere ambientale"); quindi l'unica frustrazione possibile dovrebbe nascere dal mancato riconoscimento di tale opera.

            E' pur vero, d'altra parte, che anche la consapevolezza di un criterio di previsione del merito fallace diventa "frustrante", quando precluda la libertà di scegliere secondo i propri desideri e le percepite inclinazioni. Per questa ragione i criteri di valutazione dovrebbero innanzitutto testare il reale grado di motivazione della scelta universitaria compiuta. Ma questa condizione, seppur necessaria, non è sufficiente. Quali sono infatti i meriti che un test d'ammissione dovrebbe prevedere? Non sono certo proiettabili nel lungo termine, nella professione. I test dovrebbero, e di fatto è quello per cui sono progettati, testare solo i futuri meriti universitari, cioè le capacità di distinguersi nell' opera di apprendimento e formazione alla professione. Tale opera si realizza nel seguire/affrontare i corsi con profitto. I corsi e relativi esami, al loro volta, rappresentano (o dovrebbero farlo) essi stessi un criterio di valutazione del merito, oltre ad essere ovviamente fonte di conoscenza: in questo caso il merito da prevedere è, stavolta sì, la distinzione nell'opera professionale.

            In definitiva l'offerta formativa universitaria dovrebbe avere sempre due componenti inscindibili: valutare i bagagli acquisiti e testare i futuri meriti (opportunamente ricondotti alle "circostanze ambientali"). Ovviamente tutto ciò non può prescindere dalle caratteristiche del percorso formativo scelto, sia esso tecnico, scientifico, letterario, ecc.

            Forse il discorso può sembrare un po' vago, se non vacuo, ma credo che la domanda che poni sia tutt'altro che di semplice risposta. Certamente liquidare la questione con un "il merito non ha senso" è un approccio riduttivo che, oltre a non avere, a mio avviso, reale fondamento filosofico, rischia di minare un caposaldo della crescita e della civiltà.

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            • Tex88
              Bodyweb Senior
              • Mar 2009
              • 1808
              • 203
              • 302
              • Piemonte
              • Send PM

              Sono d'accordo con te sul fatto che è molto difficile testare i futuri meriti universitari...però il fine dovrebbe essere quello di testare la capacità di apprimendimento di una persona, piuttosto che di valutare il bagaglio culturale che questa persona già ha (che poi su quel "bagaglio culturale ci sarebbe già discutere,perchè come ho già scritto qualche post fa [post che non è stato nemmeno "cagato" di striscio, tra l'altro], dovrebbe essere al massimo valuta la conoscenza di argomenti che dovrebbero far parte del bagaglio di chi aspira a essere una persona "meritevole",invece spesso le domande riguardano vere e proprie "curiosità", che uno può conoscere o meno, ma li non si parla più di "cultura generale".

              Un'alternativa (in realtà non so se attuabile) sarebbe quella,per valutare la capacità di apprendimento,appunto, di strutturare il test su uno specifico argomento, in modo che gli aspiranti universitari si debbano preparare a fondo su quello...
              questo potrebbe essere un modo di valuare le reali capacità di apprendimento...

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              • richard
                scientific mode
                • May 2006
                • 19924
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                Originariamente Scritto da Tex88 Visualizza Messaggio
                Sono d'accordo con te sul fatto che è molto difficile testare i futuri meriti universitari...però il fine dovrebbe essere quello di testare la capacità di apprimendimento di una persona, piuttosto che di valutare il bagaglio culturale che questa persona già ha (che poi su quel "bagaglio culturale ci sarebbe già discutere,perchè come ho già scritto qualche post fa [post che non è stato nemmeno "cagato" di striscio, tra l'altro], dovrebbe essere al massimo valuta la conoscenza di argomenti che dovrebbero far parte del bagaglio di chi aspira a essere una persona "meritevole",invece spesso le domande riguardano vere e proprie "curiosità", che uno può conoscere o meno, ma li non si parla più di "cultura generale".


                Un'alternativa (in realtà non so se attuabile) sarebbe quella,per valutare la capacità di apprendimento,appunto, di strutturare il test su uno specifico argomento, in modo che gli aspiranti universitari si debbano preparare a fondo su quello...
                questo potrebbe essere un modo di valuare le reali capacità di apprendimento...
                Il fatto è che il processo di formazione professionale è un meccanismo "a catena" che non comincia con l'esperienza universitaria, ma abbraccia tutto il percorso scolastico. Ogni tappa di avanzamento in questo percorso è sempre, come dicevo, formata da una una componente di verifica di un bagaglio e da una di test per la previsione dei meriti (anche se questa seconda parte è spesso lasciata implicita o "soffocata" dalla prima). Il test di ammissione universitaria non vuole essere altro che una di queste tappe di avanzamento in cui si dà particolare rilievo, rendendola esplicita, alla seconda componente. Ma la verifica del bagaglio acquisito (specialistico e/o generale) è necessaria perché inscindibile dall'altra.
                La presenza di un test di cultura generale ha una doppia funzione in corrispondenza delle due componenti: innanzitutto valuta le conoscenze generali (il bagaglio) che il percorso scolastico ha fornito allo studente; in seconda battuta è funzionale per la previsione dei meriti universitari, visto che l'offerta formativa universitaria nel nostro paese punta molto (per questione ormai culturale) all'interdisciplinarità dei programmi più che alla separazione e specializzazione dei contenuti (in realtà negli ultimi anni qualcosa sta cambiando in tal senso). Pertanto dimostrare di avere acquisito (e quindi avere le capacità di acquisire) un buon bagaglio generale di base all'atto dell'iscrizione è considerato "una marcia in più" per affrontare il nostro schema formativo universitario.

                Il problema si presenta quando questi test, più che valutare nello specifico le conoscenze generali, spaziano invece genericamente su conoscenze specifiche. E' questo il pericolo che rende in definitiva inadatti tali test sia alla verifica del bagaglio che alla previsione dei meriti.
                Quindi sì alla verifica del bagaglio generale, ma che essa avvenga effettivamente con criteri realmente idonei a valutare sia le conoscenze che i programmi di scuola secondaria effettivamente impartiscono, sia il merito nell'interdisciplinarità che lo spirito universitario italiano tende a sottolineare.

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                • crostantino
                  Bodyweb Advanced

                  • Apr 2009
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                  Ho ancora una volta un bel post da contestarti, bello lungo. Mettiamo mano all'opra lenta.


                  "Non è la società che produce frustrati, ma è l'uomo stesso ad esserlo dal momento che non delinea - nettamente, per circoscriverlo - il suo valore.
                  Se un criterio ed una misura sono sempre esistiti, è una proposizione sbagliata criticare la società, che, odierna o passata, non fa altro che applicare una selezione, a porre dei paletti contro i quali l'individuo è fatalmente destinato a confrontarsi, in un processo di maturazione continuo, ieri come oggi."

                  Credo che il problema fondamentalmente risieda nel fatto che tu concepisca l'uomo "a compartimenti stagni". In una parola ti manca -a parer mio, è ovvio- quella prospettiva relazionistica per la quale un uomo non solo fa, ma è fatto dal mondo che lo circonda. Si tratta proprio di questo. Per dirla con un falso tecnicismo, siamo dei "facenti-fatti" e "fatti-facenti". La tua società è la scatola entro cui l'uomo passa il tempo a misurarsi con "criteri e unità di misura sempre esistiti" (questa meriterebbe un capitolo a parte, ma voglio sperare di aver compreso male quello che hai cercato di dire, visto che mi sembra di capire che i criteri e le unità di misura siano quasi "anteriori" all'uomo. E' ovvio che ho capito male). A tratti sembra che tu abbia revocato alcune istanze di un certo Hegelismo rimaneggiandole con alcuni vocaboli reclutati da "Il gladiatore".


                  Quella che tu chiami "la (falsa) "cultura del merito" che i moderni governi ci vanno propinando" altro non è che la riproposizione, in chiave attuale, di ciò che è sempre esistito, l'agone del confronto.

                  Qui emerge chiaramente come tu non abbia compreso o finga di non aver compreso quanto ho scritto nei precedenti post: "la falsa cultura del merito", appunto in quanto "cultura" è umana, non naturale. Io faccio riferimento ad azioni umane. Vero, da poeta prenderei a lamentarmi del dramma cosmico che incessante si rigenera nutrendosi delle sofferenze umane. Ma qui, proprio nella frase che hai ripreso come anche in tutto il resto dei miei post (salvo quando ho scritto che effettivamente la vita è dura. E tale è), non è alla natura o al cosmo o a chissà quali altre chiacchere che mi stavo richiamando, ma alle azioni umane, alla CULTURA (ringrazio iddio di aver scritto la parola cultura, inequivocabile e incontestabile).
                  Tu confondi perennemente il piano della natura e quello della cultura, sei determinista. Il fatto che la vita sia dura è un fatto naturale. Il fatto che esista gente che contrabbanda concetti dinanzi a una folla ambiziosa, quasi affamata, è un fatto culturale, umano. Tu stesso, certamente senza doppie finalità, ma per tua convinzione personale, sei attaccato alla tua concezione di "vita dura che va affrontata con altrettanta durezza". Ma anche questa è una concezione nostra, piccola, umana; l'avrai appresa da qualche libro o da un film, poco importa; l'avrai partorita tu stesso, fa lo stesso. Il piano culturale, LE AZIONI UMANE sono e saranno sempre separate dalla natura entro cui pur l'uomo è immerso. E non è una legge che la vita vada affrontata con quella durezza di cui parli, ma che in realtà non esiste perchè essa stessa relativa.

                  Buffonata è semmai far credere che tutto sia possibile per tutti, e dove non si riesce ecco che l'avversario non diventa più lo specchio, ma il criterio, il metro, la società.
                  E' sempre l'uomo ad essere ottimo o pessimo, è lui da se stesso, attratto dal posto "migliore" e non dal "suo posto", a rendersi frustrato.

                  Qui avevi cominciato bene, ma poi ti sei lasciato andare al tuo solito giochino. E' chiaro che è una buffonata far credere che tutto sia possibile per tutti.
                  Ma subito dopo non mi puoi dire che l'uomo "è lui da se stesso a rendersi frustrato". Siamo nuovamente al punto di cui sopra. Non c'è relazionismo. L'uomo agisce in un contesto. Società una parola, purtroppo le parole hanno lo svantaggio di avere una storia culturale alle spalle. L'uomo è agente-agito in un contesto, non "si frustra". Il relazionismo è un caposaldo, altrimenti ripiombiamo nel XIX secolo. Tu concepisci ogni singolo uomo come un micromondo CHIUSO, come nel gioco dell'oca dove si fa a gara per arrivar primi. Anche questa, se è una legge, è storica, piccola, umana. Retroceda ogni pretesa di validità universale.

                  "voglio solo sottolineare quanto sia SEMPRE INGIUSTO misurare un uomo"
                  Altro falso, altro tentativo di sviare ad altri le proprie responsabilità, la propria incapacità di vedere e di decidere cosa è giusto per sè, non per i desiderata da pubblicità:
                  E' il principio che ciascun uomo porta già in sè a misurare se stesso, è un criterio di crescita ineludibile.

                  La mia critica a questo "pezzo" è strettamente correlata a quella al "pezzo" successivo:

                  Quello che tu proponi, una rivisitazione totale di questa famosa "società", altro non è che quel colletivismo in cui, sradicato il confronto, parificati i desideri, resa raggiungibile a tutti ogni meta, si dovrebbe vedere realizzata la famosa "felicità" in terra, un regno messianico di impianto forzatamente ideologico e profondamente anti umano.
                  Si ha invece che proprio questa prospettiva che disegni, dell' "io vorrei", è quella che produce gli odierni frustrati, perchè fa vagheggiare, a portata di mano, che la vetta (previa una bella spianatura) sia raggiungibile da tutti, perchè nessuno, Dio ce ne scampi, può essere misurato, per poi, all'apparir del Vero, tornare indietro e, lungi dal ripensare al proprio, buttare il fardello addosso agli altri, meglio se una qualunque entità astratta:
                  Ah, società perfida e iniqua.

                  Qui hai dato il meglio di te.
                  -Nel primo pezzo hai dedotto intenzioni che io non ho mai reso manifeste:
                  la presunta volontà di "sviare ad altri le proprie responsabilità". E' una stupidaggine, non offenderti. Ho parlato da principio di libertà e caso, opposti dialettici nella pseudo-dialettica della vita (a forza di ripetere sta cantilena è ovvio che Manx si spazientisca. Mi perdoni se non gli dedico un post a parte). Non ho mai inteso il ruolo del caso nella nostra vita come un pretesto per deresponsabilizzarci. E' probabile che comunemente se ne faccia l'uso che tu hai scritto e che hai DEDOTTO esser valido per me. Ma non l'ho mai detto, mi dispiace.
                  Credo invece che il caso, la contingenza appunto, sia l'unica condizione che rende possibile la libertà. Pensiamoci bene: in cosa sarebbe libero l'uomo che non è contingente? E' il caso che determina il dominio della nostra libertà. Ma questa è davvero filosofia. E' un modo diverso di dire la prova ontologica proposta da Sartre (e anche qui mi si passi il tono da maestrino).
                  -Il secondo pezzo è una fiera: "colletivismo in cui, sradicato il confronto, parificati i desideri, resa raggiungibile a tutti ogni meta, si dovrebbe vedere realizzata la famosa "felicità" in terra, un regno messianico di impianto forzatamente ideologico e profondamente anti umano"
                  Sono tentato di pensare che sia un "sinistroide" represso o che ne abbia uno in famiglia, non so. Ma trovami anche un solo punto (CITANDO TESTUALMENTE) in cui io abbia vagheggiato una società collettivistica o chiacchere simili, e ti darò ragione. Siamo di fronte all'ennesima tua DEDUZIONE. Altro che "io vorrei". Questo è un processo alle intenzioni. Mai accennata alcuna parte costruttiva riguardo la società. Tanto più che in un post ho anche scritto che sarebbe assurdo stare a fare la descrizione di una società utopistica di campanelliana memoria.
                  E devo dire che la parte più impattante del tuo discorso risiede proprio in questa contestazione di un modello collettivistico che io non ho mai proposto. Tutta da depennare. Fuori traccia. Questo è il pericolo dei discorsi prefabbricati: son sempre buoni, ma vanno usati con cautela.

                  Ma è proprio questa la menzogna più grande, ricordandoti, per restare ben attaccati alla realtà, che sono pochi uomini, emersi dal confronto, che hanno indirizzato la Storia (dell'arte, della filosofia, della scienza, e di ogni altro campo umano), mai questa collettività che vorresti destinata ad un successo egualitario, dunque non frustrante perchè per tutti nella stessa misura;
                  Dobbiamo ricordarci di Cesare, del suo "meglio primo in questo villaggio, che secondo a Roma"?
                  Il senso del limite, così schiettamente umano, la regola aurea che vogliamo, pervicacemente, dimenticare.

                  Anche qui è valido quello che ho appena scritto, con una differenza. Qui intravedo uno spiraglio di luce, il capo della corda da cui iniziare a tirare:
                  sono pochi uomini, emersi dal confronto, che hanno indirizzato la Storia
                  LA STORIA. Ragazzo, c'avrai il doppio dei miei anni, ma ti chiamo ragazzo. Lo faccio in maniera fraterna, sia chiaro. Non nascondo che leggendo i tuoi post mi sono ricordato delle versioni di latino che mi facevano tradurre al liceo. Ed effettivamente sarai un grande appassionato di storia, non ne ho idea.
                  Parli di STORIA. Una storia. La storia che ti hanno fatto studiare, il programma scolastico insomma. Checché tu possa pensare, la storia è un intreccio di intrecci. Non la storia di Michelangelo, Napoleone o Berlusconi (ecco, l'ho nominato. Datemi il punto extra). Checché tu possa pensare, saranno esistiti migliaia di contemporanei di Augusto che non conoscevano il suo nome e la cui vita non è stata affatto ghermita dall'aquila imperiale. Devi fartene una ragione. La storia se ne frega degli uomini. Gli uomini, i grandi personaggi sono solo un modo piccolo quanto meschino di dire la nostra vanità. Stessa cosa per quanto riguarda "l'affrontare duramente la vita dura" o "la morte in faccia", salvo poi ritrovarsi col pannolino bagnato. Gli uomini non indirizzano alcuna storia altra dalla loro vita. L'unica storia che riguarda loro è la loro storia personale. La storia umana, pensata astrattamente, è l'intrecciarsi delle infinite storie personali. Non un foglio bianco che esiste PRIMA dell'uomo e su cui si fa a gara "a chi scrive col carattere più grosso".
                  -C'è un altro spunto, nella frase in neretto che ho riportato, di cui voglio farti notare qualcosa. Gli uomini che indirizzano la storia sono "emersi dal confronto". L'hai scritto tu stesso, senza comprendere la portata di quell'inciso. Aldilà della partitella al gioco dell'oca, l' "agone", "emersi dal confronto" sta a indicare che senza il confronto tali uomini non avrebbero "indirizzato la storia". Qui può trarre in inganno il verbo usato nella forma attiva: IO EMERGO dice della mia capacità di emergere.
                  Proviamo a rendere passivamente la stessa immagine (questo è il Relazionismo che ti ostini a non tenere in considerazione):
                  IL CONFRONTO FA EMERGERE GLI UOMINI CHE INDIRIZZANO LA STORIA
                  Il problema è che secondo te è solo l'uomo che fa la storia. Non è così:
                  l'uomo fa la storia, ma nello stesso tempo è fatto da essa (relazionismo, agente-agito)---> ed il CASO non è niente altro che questo:
                  il caso è ciò che, in quanto separato da noi, si produce da sè (to automaton). Quindi non solo la classica "botta di culo", ma anche l'intervento (favorente o meno) di un'altra persona o di chissà cos'altro che non dipende da me: tutto ciò è il caso.
                  Capisci perchè non si può ignorare la componente CASO.
                  Il caso è tutt'uno con la libertà umana. Il merito è tutt'uno con la fortuna.
                  Tu cerchi di separare e isolare le due cose. Sbagli.

                  Perchè è qui che manchi ( e che manca tutto il tuo impianto), nel fatto che tu esponi una teoria che, al succo, si riduce all' "io vorrei", nel più classico, e scontato, dei voli utopici, di quelli che fanno tanto Icaro, peccato che poi si torni sulla terra.

                  Stesso discorso di prima. Mai esposta questa teoria dell' "io vorrei". Il linguaggio è sì colorito, ci hai infilato pure la metafora di Icaro...ti ho già detto del pericolo dei discorsi prefabbricati.

                  E sulla terra, mio caro, i frustrati non sono frutto della società, ma della propria schizofrenica incapacità di delineare, da se stessi, i proprio limiti, che il "merito" snuda soltanto.
                  La società, semmai, questo e solo questo deve fare:
                  Spronare l'individuo perchè dia il meglio di sè, un'essenza fatalmente destinata a far crescere tutti.

                  Così come TUTTI crescevano se Giulio Cesare si faceva una campagna in Gallia...qui è un errore ricorrente negli "appassionati" di storia (passione in tutti i sensi eh). Hai estrapolato un concetto tipico della modernità e l'hai scaraventato come un polpo sul muro dell'assoluto:
                  ho già detto che non è mai stato così. Un sacco di gente se ne fregava di Giulio Cesare. Dubiti? Qui è proprio la tua concezione di storia a essere inaccettabile. Nella modernità (sto cercando un modo per non pronunciare la parola "globalizzazione" senò con "Berlusconi" e "Occidente" facciamo tris) siamo abituati a vedere grandi numeri di persone (ma chiaramente anche in questo caso NON TUTTI) coinvolti dalle azioni dei singoli. Procedendo a ritroso nella storia dell'uomo scoprirai che il numero di persone coivolte dalle "imprese degli uomini di storia" decresce continuamente.
                  L'unico argomento con cui potresti salvare questa concezione -a parer mio malata- di storia è quello della predestinazione. "Era destino. Questa storia era ed è necessaria. Non poteva essere altrimenti." Ed effettivamente questi sono gli argomenti utilizzati dai prevaricatori d'ogni era. Ma sono sicuro che nessuno ha la faccia di sostenere una cosa simile oggi.
                  La verità è che la storia è costruita da tutti gli individui così come tutti gli individui sono costruiti -in parte- dalla storia casuale che è loro piombata addosso, dal contesto in cui vivono. Ciò semplicemente per il fatto che non esiste LA STORIA, ma le storie che possono o meno intrecciarsi. Nessuna storia astratta, nessun foglio bianco a contenere tutti gli uomini.

                  Tu ne proponi una svirilizzazione, strappi dall'uomo il cuore, rendi minuscolo ciò che è maiuscolo, e solo perchè al maiuscolo qualcuno non ci arriva.
                  Sale sul carro del trionfo l'io egoista, e dunque limitato, e cieco.

                  Vabbè qui a parte il colore del linguaggio non dici nulla che io non abbia già confutato.

                  Un'altra perla:

                  Mi sono limitato a rilevare che, con la storiella del merito, questa società genera una miriade di gente frustrata che passa la propria vita a sentirsi inferiore o meno meritevole.
                  Non si può strutturare una società secondo una scala di merito.

                  E se lo fosse davvero inferiore?
                  Che cos'è questa paura, se non di noi stessi?
                  Possiamo anestetizzare fino a questo punto le nostre responsabilità, le nostre incapacità?
                  Ma è solo assumendole che possiamo dare loro un senso, e a noi un luogo.

                  Hai scritto "e se lo fosse davvero inferiore?".
                  Diverso discorso, stesso errore. Che vuol dire essere davvero inferiori? Essere inferiori sul foglio bianco dell'assoluto?
                  L'uomo è l'unico luogo di produzione di senso/significato. Ogni senso/significato esiste perchè prodotto da uomini. Non esistono i "davvero inferiori" ma solo gli "storicamente inferiori", ovvero quanti si sono dimostrati inferiori in un dato contesto STORICO, in una data società di uomini entro cui vigevano determinati valori creati da uomini.
                  Immagina se da domani si decidesse che chi ce l'ha più lungo di 20 cm è inferiore...qui su bodyweb saremmo tutti inferiori

                  -Il merito è una storiella.
                  -Non si struttura una società secondo una scala di merito.

                  Bello, tutto molto bello:
                  Ma dove si poggia? Si poggia tutto qui, tutto il papiro del fanciullo terrorizzato sta qui:
                  "Il fatto che la vita sia tosta non giustifica che noi la si debba rendere ancora più tosta" già, ma il fatto lo enunci da te stesso:
                  La vita è tosta, e non esiste alcuna via di fuga, se non nell' "io vorrei che fosse altro", ma che altro non è, non è mai stato, duemila anni addietro oppure oggi, e anzi è solo così che questa vita ha maturato fino a dare qualche frutto;

                  Qui dai la riprova di non avere inteso la distinzione che ho fatto (e che è necessario fare) tra mondo/natura e uomo/morale. Il fatto che l'uomo nasca in un modo dove "la vita è dura" non implica che egli debba affrontarla duramente, possibilmente scavalcando gli altri. E' una fallacia logica denominata "non sequitur". Ma, ribadisco, il tuo ragionamento riposa sulla fragile impalcatura della fallacia naturalistica:
                  visto che è così/visto che è naturale--->allora si deve fare così
                  Nella fattispecie:
                  visto che la vita è dura--->si deve essere duri
                  Non è così. Il tuo modo di vedere le cose riveste di una patina di libertà quella che invece è fede cieca in un radicato determismo. La prima (la vita è dura) riguarda la descrizione del mondo che è altro da noi. La seconda (si deve essere duri) riguarda le azioni umane che sono NOSTRE, non altre; riguarda la morale. La morale non può trarre spunto dalla natura. La morale è un fatto culturale, fatto umano. Ci si deve sforzare di agire moralmente. La morale non è una via presegnalata dalla natura che l'uomo deve rispolverare. E' uno sforzo di TRASFORMAZIONE. L'uomo soltanto ha questo potere, cerchiamo di non svilirlo.

                  PS = vista la mole del post e l'ora, perdonatemi i sicuramente presenti errori di grammatica, ortografia, sintassi e "tutt u rest du fatt"

                  PPS = credo che sia il caso di spostare in un thread apposito questo e gli altri miei post. Chiedo scusa a Giagotto

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                  • Manx
                    Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
                    • Feb 2005
                    • 261824
                    • 3,024
                    • 3,636
                    • Un tempo e per tanto tempo in Germania...
                    • Send PM

                    Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio

                    PPS = credo che sia il caso di spostare in un thread apposito questo e gli altri miei post. Chiedo scusa a Giagotto
                    Eh si' guarda, avevamo proprio pensato di aprire una sezione solo per te:

                    "L'angolo del vaniloquio e del pappagallo, Crostantino e la filosofia. Un cantuccio ontologico di sartriana memoria".

                    Che ne dici?

                    Non so se si è capito, ma delle tue digressioni di antropologia filosofica e filosofia morale spicciola non ce ne frega proprio una cippa, anche perché 1) parlare con l'Abbagnano sotto è cosa molto facile, e nella vita vera il caro fu Nicola non ci è utile piu' che un fucile a piselli al fronte;

                    2) tutto questo bel parlare, intriso di retorica, dialettica e sofismi potrà incantare qualche ragazzina pseudo-acculturata o qualche matricoletta al primo semestre di Filosofia, ma in merito all'argomento del 3d sei completamente fuori strada e non hai detto assolutamente niente...ma proprio niente.

                    Apprezzo la tua capacità creativa, non è da tutti scrivere decine e decine di post di mezza pagina senza dire "niente". Questo tuo fare, direi quasi post-moderno, di "demolire" e poi "ricamare" sopra il demolito senza pero' erigere un "palazzo" concreto, con tanto di porte, finestre e terrazzo...nella lingua comune dell'ignorante di tutti i giorni - e nonostante i pezzi di carta mi ci metto anche io - vuol dire semplicemente "aprire e bocca e dare fiato" + "arrampicarsi sugli specchi".

                    SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
                    Anarco-Training
                    M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
                    No mental :seg: Crew
                    Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
                    I.O.M Jesi & Vallesina

                    Le domande dell'aspirante bidibolder
                    Originariamente Scritto da TONY_98
                    Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
                    Originariamente Scritto da Perineo
                    vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
                    Originariamente Scritto da Spratix
                    C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
                    Fai da te - Il tagliando
                    Originariamente Scritto da erstef
                    Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
                    Disagio alimentare & logistica bidibolder
                    Originariamente Scritto da Gianludlc17
                    se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
                    Estetica rulez
                    Originariamente Scritto da 22darklord23
                    la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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                    • thetongue
                      Bodyweb Senior
                      • Mar 2003
                      • 9739
                      • 731
                      • 281
                      • Send PM

                      ma perchè vi impegnate a replicare a crostantino?

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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
                        • 123634
                        • 3,956
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                        • Italy [IT]
                        • In piedi tra le rovine
                        • Send PM

                        Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                        ma perchè vi impegnate a replicare a crostantino?
                        Ha risposto, con chiarezza Manx, difatti, che quoto appieno.
                        Non ho nessuna intenzione di riprendere in mano un discorso che credo chiaro, e che si vuol rendere complicato e avvelenato alzando improbabili cortine fumogene.

                        Il succo, nonostante le tue capriole, caro Crosta, risiede qua:

                        -Il merito è una storiella.
                        -Non si struttura una società secondo una scala di merito.


                        E in altre meraviglie che sono già state evidenziate.
                        Crosta è tutto teso a ridisegnare i capisaldi della natura umana e della civiltà;
                        Da parte mia non posso che augurargli buon lavoro, ma mi perdonerà se non lo seguo e nel frattempo mi siedo e aspetto.
                        Ha trovato il suo antidoto contro la società malata e il determinismo, l'evasione mentale e un pò cervellotica:
                        Nulla che non si sia già visto anche qui, ed io sono un pò troppo grande e un pò troppo pigro per stargli dietro a cedere altro tempo.
                        Last edited by Sean; 11-09-2009, 09:04:36.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • odisseo
                          Bodyweb Senior
                          • Oct 2008
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                          • Send PM

                          ragazzi basta con la filosofia inutile,questo era il test,come potete vedere le domande di cultura generale erano accessibili http://www.accessoprogrammato.miur.i...dicina2009.pdf

                          p.s: questo è il compito corretto le risposte esatte sono tutte le A,come potete vedere la 54 è PALESEMENTE errata e ancora non la correggono.
                          "
                          Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                          • Liam & Me
                            Bad Blake
                            • Dec 2006
                            • 5562
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                            Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
                            ragazzi basta con la filosofia inutile,questo era il test,come potete vedere le domande di cultura generale erano accessibili http://www.accessoprogrammato.miur.i...dicina2009.pdf

                            p.s: questo è il compito corretto le risposte esatte sono tutte le A,come potete vedere la 54 è PALESEMENTE errata e ancora non la correggono.


                            onestamente, per tornare in tema, porre quesiti del genere a chi vuole entrare a medicina è una cosa vergognosa.
                            B & B with a little weed










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                            • ma_75
                              Super Moderator
                              • Sep 2006
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                              Originariamente Scritto da Manx Visualizza Messaggio
                              Eh si' guarda, avevamo proprio pensato di aprire una sezione solo per te:

                              "L'angolo del vaniloquio e del pappagallo, Crostantino e la filosofia. Un cantuccio ontologico di sartriana memoria".

                              Che ne dici?

                              Non so se si è capito, ma delle tue digressioni di antropologia filosofica e filosofia morale spicciola non ce ne frega proprio una cippa, anche perché 1) parlare con l'Abbagnano sotto è cosa molto facile, e nella vita vera il caro fu Nicola non ci è utile piu' che un fucile a piselli al fronte;

                              2) tutto questo bel parlare, intriso di retorica, dialettica e sofismi potrà incantare qualche ragazzina pseudo-acculturata o qualche matricoletta al primo semestre di Filosofia, ma in merito all'argomento del 3d sei completamente fuori strada e non hai detto assolutamente niente...ma proprio niente.

                              Apprezzo la tua capacità creativa, non è da tutti scrivere decine e decine di post di mezza pagina senza dire "niente". Questo tuo fare, direi quasi post-moderno, di "demolire" e poi "ricamare" sopra il demolito senza pero' erigere un "palazzo" concreto, con tanto di porte, finestre e terrazzo...nella lingua comune dell'ignorante di tutti i giorni - e nonostante i pezzi di carta mi ci metto anche io - vuol dire semplicemente "aprire e bocca e dare fiato" + "arrampicarsi sugli specchi".

                              Hai detto tutto tu, temo che Crostantino, con quel suo nome da Novella2000, conosca poco della vita pratica e si limiti a scopiazzare qualcosa dai libri pensando, forse, di impressionarci.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • DORian_fAke
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                                Hai detto tutto tu, temo che Crostantino, con quel suo nome da Novella2000, conosca poco della vita pratica e si limiti a scopiazzare qualcosa dai libri pensando, forse, di impressionarci.
                                Non ti sembra di esagerare un pò?

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