Critica alle domande di cultura generale..

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  • crostantino
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    • Apr 2009
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    Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
    Crostantino, molto brevemente, credo che il tuo discorso sia molto interessante, però:
    nel concreto, escludendo il merito, in base a quali parametri credi sia giusto far svolgere un determinato ruolo, ad esempio il lavoro, a una determinata persona piuttosto che a un'altra?
    Non è forse giusto che "gli strumenti" vengano affidati a chi ha le capacità di utilizzarli?
    è sacrosanto, non giusto.
    Nell'aforisma che ho postato prima c'era appunto "i meriti vanno pur riconosciuti". Il fatto è che la vita è un discorso, il parlare della vita un altro.
    NELLA PRATICA ho spiegato prima, cursoriamente, che si potrebbero fare test dopo il primo anno di università riguardanti gli argomenti studiati (il che non azzera la componente "caso", ma stiamo parlando di pratica).
    Sono ben aperto a discutere su qualsiasi altro parametro PRATICO. Non nego l'importanza della pratica.
    Quello che non ho accettato sino ad ora è che mi si contessasse un pensiero da parte di chi non si è premurato di capire il versante cui quel dato pensiero era destinato. L'ultima spiaggia è dirmi che "ho sbagliato forum e me ne devo annà", ma mi pare che ma_75 abbia già cominciato a calpestarla

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    • ma_75
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      • Sep 2006
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      Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
      è sacrosanto, non giusto.
      Nell'aforisma che ho postato prima c'era appunto "i meriti vanno pur riconosciuti". Il fatto è che la vita è un discorso, il parlare della vita un altro.
      NELLA PRATICA ho spiegato prima, cursoriamente, che si potrebbero fare test dopo il primo anno di università riguardanti gli argomenti studiati (il che non azzera la componente "caso", ma stiamo parlando di pratica).
      Sono ben aperto a discutere su qualsiasi altro parametro PRATICO. Non nego l'importanza della pratica.
      Quello che non ho accettato sino ad ora è che mi si contessasse un pensiero da parte di chi non si è premurato di capire il versante cui quel dato pensiero era destinato. L'ultima spiaggia è dirmi che "ho sbagliato forum e me ne devo annà", ma mi pare che ma_75 abbia già cominciato a calpestarla
      Ohibò e questo vittimismo ora che c'azzecca?
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • DORian_fAke
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        • Oct 2007
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        Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
        è sacrosanto, non giusto.
        Nell'aforisma che ho postato prima c'era appunto "i meriti vanno pur riconosciuti". Il fatto è che la vita è un discorso, il parlare della vita un altro.
        NELLA PRATICA ho spiegato prima, cursoriamente, che si potrebbero fare test dopo il primo anno di università riguardanti gli argomenti studiati (il che non azzera la componente "caso", ma stiamo parlando di pratica).
        Sono ben aperto a discutere su qualsiasi altro parametro PRATICO. Non nego l'importanza della pratica.
        Quello che non ho accettato sino ad ora è che mi si contessasse un pensiero da parte di chi non si è premurato di capire il versante cui quel dato pensiero era destinato. L'ultima spiaggia è dirmi che "ho sbagliato forum e me ne devo annà", ma mi pare che ma_75 abbia già cominciato a calpestarla

        Credo che tutti quanti aspettassero che tu parlassi di "pratica", o sarà che Sartre non è un modello di riferimento qui dentro per i più..

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
          Come non quotarti. La vita è dannatamente ingiusta, ma questa è filosofia. Che gli uomini debbano uniformarsi all'ingiustizia della vita ed essere ingiusti anch'essi, questa è una legge che stai enunciando tu adesso.
          Siamo alle solite: è una variante della più classica delle fallacie logiche. Non hai fatto altro che addurre la naturalità ("la dura legge della vita" come la dicono alcuni, la "vita che bolla questo falso epitaffio" come hai detto tu) come argomento da cui desumere leggi morali.
          Il fatto che la vita sia tosta non giustifica che noi la si debba rendere ancora più tosta, magari pensando di compiere azioni "naturali".
          Legge di Hume.
          Gli uomini debbono soltanto uniformarsi a loro stessi, nulla di più semplice, e dunque nulla di più naturale.
          Se un criterio di merito vi è stato ab ovo, è perchè è da questo intreccio, metà casualità (ci metto anche questa) metà libertà, che sono stati prodotti i frutti d'oro.
          Il resto sono impianti ideologici che seccano da sè, rigettati e sepolti dalla storia.
          Nessuno vuole aggravare nulla, anzi la mia è una semplificazione pari alla vita, che è semplice di per sè.
          Risulta spietata, o "ingiusta", solo a chi si benda e si immagina altri mondi, altre terre e altri soli.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • crostantino
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            • Apr 2009
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            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            La coerenza non è un argomento, temo
            che non si inizi a debilitare me per il solo motivo che non si ha la forza di contestare ciò che ho detto. Invece di incalzarmi di domande sul come e sul perchè, perchè non ti sforzi di trovare anche UN SOLO argomento contro il discorso che ho fatto? Mi pare ormai limpido che tutto il discorso fosse volto a GUADAGNARE DISTACCO nei confronti di una società che genera gente frustrata perchè immeritevole. Cosa c'è di sbagliato in questo?

            La verità -temo- è che ti sei intestardito e vuoi "avere ragione". Non è per la ragione che si sta discorrendo, ma per la bontà di un discorso.

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            • Sean
              Csar
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              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              Ohibò e questo vittimismo ora che c'azzecca?
              Beh, quoto
              Siamo al processo alle intenzioni?
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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              • ma_75
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                Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
                che non si inizi a debilitare me per il solo motivo che non si ha la forza di contestare ciò che ho detto. Invece di incalzarmi di domande sul come e sul perchè, perchè non ti sforzi di trovare anche UN SOLO argomento contro il discorso che ho fatto? Mi pare ormai limpido che tutto il discorso fosse volto a GUADAGNARE DISTACCO nei confronti di una società che genera gente frustrata perchè immeritevole. Cosa c'è di sbagliato in questo?

                La verità -temo- è che ti sei intestardito e vuoi "avere ragione". Non è per la ragione che si sta discorrendo, ma per la bontà di un discorso.

                Sei partito col negare valore al merito, allora ti è stato chiesto di proporre un modello alternativo, ma ti sei trincerato dietro un non expedit che lascia poco spazio al dialogo. Di che dobbiamo parlare allora?
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                • crostantino
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Gli uomini debbono soltanto uniformarsi a loro stessi, nulla di più semplice, e dunque nulla di più naturale.
                  Se un criterio di merito vi è stato ab ovo, è perchè è da questo intreccio, metà casualità (ci metto anche questa) metà libertà, che sono stati prodotti i frutti d'oro.
                  Il resto sono impianti ideologici che seccano da sè, rigettati e sepolti dalla storia.
                  Nessuno vuole aggravare nulla, anzi la mia è una semplificazione pari alla vita, che è semplice di per sè.
                  Risulta spietata, o "ingiusta", solo a chi si benda e si immagina altri mondi, altre terre e altri soli.
                  anche questa volta il ragionamento sarebbe accettabile se non sussistesse un dislivello tra il "piano descrittivo" e quello "direttivo-morale".
                  Descrivere quanto sia spietata la vita, mi spiace, non è la stessa cosa che impartire direttive morali. (Manx altra chicca per te: si chiama allotrio giusto?)

                  Stai emettendo proposizioni morali con una facilità sconcertante ("Gli uomini debbono soltanto uniformarsi a loro stessi") senza considerare che la morale è uno sforzo di libertà. Parli tanto di storia e di libertà ma sei scaduto senza rendertene conto nel più bieco dei determinismi

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                  • DORian_fAke
                    Bodyweb Advanced
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                    Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
                    che non si inizi a debilitare me per il solo motivo che non si ha la forza di contestare ciò che ho detto. Invece di incalzarmi di domande sul come e sul perchè, perchè non ti sforzi di trovare anche UN SOLO argomento contro il discorso che ho fatto? Mi pare ormai limpido che tutto il discorso fosse volto a GUADAGNARE DISTACCO nei confronti di una società che genera gente frustrata perchè immeritevole. Cosa c'è di sbagliato in questo?

                    La verità -temo- è che ti sei intestardito e vuoi "avere ragione". Non è per la ragione che si sta discorrendo, ma per la bontà di un discorso.
                    è qui che ti sbagli caro! Schopenhauer docet.

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                    • greenday2
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                      Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
                      Come non quotarti. La vita è dannatamente ingiusta, ma questa è filosofia. Che gli uomini debbano uniformarsi all'ingiustizia della vita ed essere ingiusti anch'essi, questa è una legge che stai enunciando tu adesso.
                      Siamo alle solite: è una variante della più classica delle fallacie logiche. Non hai fatto altro che addurre la naturalità ("la dura legge della vita" come la dicono alcuni, la "vita che bolla questo falso epitaffio" come hai detto tu) come argomento da cui desumere leggi morali.
                      Il fatto che la vita sia tosta non giustifica che noi la si debba rendere ancora più tosta, magari pensando di compiere azioni "naturali".
                      Legge di Hume.

                      Scusa ma fra tutte le ingiustizie della vita, vedasi morte,malattia,bruttezza etc., hai forse citato l'unica che caratterizza in pieno l'uomo come animale evoluto, ossia il desiderio di emergere e di migliorarsi.

                      Da ciò che nasce il concetto di merito, non e' certo un concetto autodeterminato ne tantomento dogmatico, ma un concetto assolutamente in divenire che si adatta alle epoche e alle circostanze.

                      Ma e' comodo pensare che e' il mondo e l'evoluzione che sbaglia, per dare una giustificazione ai propri limiti e rodere di invidia di fronte ai meriti degli altri e dare un tono metafisico e relativo ad ogni cosa.
                      E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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                      • Sean
                        Csar
                        • Sep 2007
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                        Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
                        anche questa volta il ragionamento sarebbe accettabile se non sussistesse un dislivello tra il "piano descrittivo" e quello "direttivo-morale".
                        Descrivere quanto sia spietata la vita, mi spiace, non è la stessa cosa che impartire direttive morali. (Manx altra chicca per te: si chiama allotrio giusto?)

                        Stai emettendo proposizioni morali con una facilità sconcertante ("Gli uomini debbono soltanto uniformarsi a loro stessi") senza considerare che la morale è uno sforzo di libertà. Parli tanto di storia e di libertà ma sei scaduto senza rendertene conto nel più bieco dei determinismi
                        Amico mio, bisogna pure ancorarsi da qualche parte.
                        Tu è da 15 post che vagheggi, come i palloncini gonfiati con abbondanti dosi di relativismo, verso un nulla chiaro solo a te, e determinato, appunto, solo dalle tue proposizioni, aforismi o meno.
                        E' qui che si voleva arrivare, perchè dopo il merito si abbatte la morale:
                        Troppo facile fare come i fanciulli che scompigliano la scacchiera, un gioco anticamente, e non a caso, riservato solo agli dei.
                        Noi uomini ci dobbiamo confrontare, e sporcare, con l'esistente, dove vive un merito, una legge, una natura, una morale.
                        Il tuo non è uno sforzo teso a costruire, è un gioco vizioso che distrugge e non restaura:
                        Un piano inclinato e scivoloso, quanto inconsistente.

                        Molto strano che non ti trovi, o contesti, questa epoca e questa società, quando ne stai declinando tutto l'alfabeto.
                        Last edited by Sean; 10-09-2009, 00:33:53.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • leonardoS
                          Bodyweb Advanced
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                          sean ma_ potrò sbagliare ma qui si sta filosofeggiando troppo, e badando poco ai fatti concreti.

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                          • crostantino
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                            • Apr 2009
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                            Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
                            Scusa ma fra tutte le ingiustizie della vita, vedasi morte,malattia,bruttezza etc., hai forse citato l'unica che caratterizza in pieno l'uomo come animale evoluto, ossia il desiderio di emergere e di migliorarsi.

                            Da ciò che nasce il concetto di merito, non e' certo un concetto autodeterminato ne tantomento dogmatico, ma un concetto assolutamente in divenire che si adatta alle epoche e alle circostanze.

                            Ma e' comodo pensare che e' il mondo e l'evoluzione che sbaglia, per dare una giustificazione ai propri limiti e rodere di invidia di fronte ai meriti degli altri e dare un tono metafisico e relativo ad ogni cosa.
                            questa prospettiva, devo dire, è interessante. Ed effettivamente trovo modo di fornirti anche qui una mia interpretazione dei fatti:
                            chi pubblicizza il concetto di merito, spesso lo fa in maniera fraudolenta, senza spiegare quanto il caso sia determinante in ogni singola fattispecie (come anche senza spiegare quante magagne ci siano sotto ai vari "meriti", ma questa è un'altra storia).
                            Ad esempio secondo me Obama, che all'apertura dell'anno scolastico ha dichiarato di aver vissuto un'infanzia difficile senza il padre e con la madre che si alzava la mattina presto per dargli ripetizioni di non so cosa, avrebbe omesso di dire che ci vuole un culo grosso quanto il Kenya per ripetere quello che lui ha fatto. Questo perchè ogni storia personale è fatta di caso e libertà, fortuna e merito. Ed è colpevole l'atteggiamento di chi, pubblicizzando il merito, omette di dire del suo opposto dialettico, il Caso, da cui ogni merito è inseparabile.

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                            • ma_75
                              Super Moderator
                              • Sep 2006
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                              Originariamente Scritto da crostantino Visualizza Messaggio
                              questa prospettiva, devo dire, è interessante. Ed effettivamente trovo modo di fornirti anche qui una mia interpretazione dei fatti:
                              chi pubblicizza il concetto di merito, spesso lo fa in maniera fraudolenta, senza spiegare quanto il caso sia determinante in ogni singola fattispecie (come anche senza spiegare quante magagne ci siano sotto ai vari "meriti", ma questa è un'altra storia).
                              Ad esempio secondo me Obama, che all'apertura dell'anno scolastico ha dichiarato di aver vissuto un'infanzia difficile senza il padre e con la madre che si alzava la mattina presto per dargli ripetizioni di non so cosa, avrebbe omesso di dire che ci vuole un culo grosso quanto il Kenya per ripetere quello che lui ha fatto. Questo perchè ogni storia personale è fatta di caso e libertà, fortuna e merito. Ed è colpevole l'atteggiamento di chi, pubblicizzando il merito, omette di dire del suo opposto dialettico, il Caso, da cui ogni merito è inseparabile.

                              Se si potesse definire scientificamente la percentuale di caso e di merito il tuo discorso avrebbe basi concrete su cui poggiare. Capisci bene che tra 50-50 e 1-99 c'è una bella differenza.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • greenday2
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                                • Aug 2005
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                                questa prospettiva, devo dire, è interessante. Ed effettivamente trovo modo di fornirti anche qui una mia interpretazione dei fatti:
                                chi pubblicizza il concetto di merito, spesso lo fa in maniera fraudolenta, senza spiegare quanto il caso sia determinante in ogni singola fattispecie (come anche senza spiegare quante magagne ci siano sotto ai vari "meriti", ma questa è un'altra storia).
                                Ad esempio secondo me Obama, che all'apertura dell'anno scolastico ha dichiarato di aver vissuto un'infanzia difficile senza il padre e con la madre che si alzava la mattina presto per dargli ripetizioni di non so cosa, avrebbe omesso di dire che ci vuole un culo grosso quanto il Kenya per ripetere quello che lui ha fatto. Questo perchè ogni storia personale è fatta di caso e libertà, fortuna e merito. Ed è colpevole l'atteggiamento di chi, pubblicizzando il merito, omette di dire del suo opposto dialettico, il Caso, da cui ogni merito è inseparabile.
                                Si ma siamo sempre li.

                                Il caso e' cieco ed e' un concetto molto evasivo se lo si vuole quantificare.

                                Vogliamo forse negare, che tutti hanno quel che si chiama "una possibilità", ma solo in pochi la vogliono e/o hanno le capacità per prenderla?

                                O vogliamo semplicemente chiuderci in una sorta di autoconvincimento che con "noi il caso e' stato infausto", quando l'unica persona da biasimare e' semplicemente "noi stessi"?

                                Ripeto, il caso puo essere infausto quando si tratta di eventi spesso incontrollabili, quali per es. una malattia...ma non e' forse il merito uno dei mezzi principali che l'uomo ha per prendere il "caso" dalla sua parte?
                                E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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