Informazioni e petizione sulla somministrazione di psicofarmaci ai bambini

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  • pina colada
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    • Dec 2007
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    #16
    Originariamente Scritto da korallox Visualizza Messaggio
    E' stato molto divertente leggere di come le droghe diventano farmaci, e poi di nuovo droghe, e poi di nuovo farmaci
    E anche della falsificazione (presunta...) degli studi scientifici ad opera delle industrie che dovrebbero combattere i "venditori di morte" (citazione da Thank you for smoking, dove questi venditori erano rappresentati delle industrie di tabacco, alcool e armi...)
    Sei ironico..?

    Non sono cose inventate.. quella di "droga" è una "denominazione", come si legge anche dal testo..

    Non dimentichiamoci mai che le case farmaceutiche sono in primis industrie private.. se mi vuoi portare qualche controprova tangibile ti ascolto volenteri..

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    • korallox
      Bodyweb Advanced
      • Apr 2007
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      #17
      Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
      Sei ironico..?

      Non sono cose inventate.. quella di "droga" è una "denominazione", come si legge anche dal testo..

      Non dimentichiamoci mai che le case farmaceutiche sono in primis industrie private.. se mi vuoi portare qualche controprova tangibile ti ascolto volenteri..
      Certo che ero ironico... concordo in tutto..

      Finito il primo anno di palestra! Fase attuale: alla ricerca degli abs. Io ci provo!

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        • Borgo D'io
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        #18
        Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
        Grazie mille Kurt Lo cercherò

        In pratica il discorso è questo..
        Uno dei più comuni disturbi psichiatrici che affligge i bambini è Disturbo da Deficit dell’Attenzione (ADHD). Si tratta di una patologia neuropsichiatrica che si riscontra in età evolutiva ed è caratterizzata da disattenzione e iperattività motoria, può essere quindi definita come “un stato persistente di disattenzione e/o iperattività e impulsività più frequente e grave di quanto tipicamente si osservi in bambini di pari livello disviluppo”.
        Il deficit principale della sindrome è rappresentato dalle difficoltà d’attenzione, che si manifesta sia in situazioni scolastiche/lavorative, che in quelle sociali.
        La seconda caratteristica dell'ADHD è l’iperattività, ovvero un eccessivo livello di attività motoria o vocale. Il bambino iperattivo manifesterebbe continua agitazione, difficoltà nel restare fermo e nel dirigere i propri movimenti armonicamente verso il raggiungimento di uno scopo specifico. Infine si considera l’impulsività come uno stato di impazienza, di difficoltà di aspettare il proprio turno, una propensione ad interrompere, intervenendo anticipatamente, a sproposito oppure senza valutare le possibili conseguenze di una propria azione. Sintomi, questi, molto comuni tra i giovanissimi.. Infatti, molti specialisti, in particolare coloro che sottoscrivono una campagna sociale di sensibilizzazione
        contro gli abusi nella somministrazione di psicofarmaci portata avanti dal comitato “Giù le mani dai bambini”, ritengono che tali questionari utilizzati per diagnosticare l'ADHD siano “altamente soggettivi e impressionistici”. Accusano i sostenitori dell’approccio a cui fa riferimento il “Manuale Diagnostico e Statistico” (DSM, “Diagnostic and Statistical Manual”, testo diriferimento per la psichiatria mondiale) di“un’imperdonabile superficialità nelle diagnosi”, che trascura l’estrema delicatezza della fascia d’età sulla quale tali diagnosi insistono; inoltre sottolineano “l’assoluta assenza di scientificità di definizioni come “spesso” e “frequentemente”, nonché la genericità di altre significative variabili del comportamento quali il contesto, la durata, l’intensità e la forma del disturbo”.
        Le modalità terapeutiche dell’ADHD sono sia farmacologica, con psicostimolanti che comportamentale, con vari interventi psicosociali.
        Mentre in Europa, dove la prescrizione è più ristretta anche per normative regolatorie, le linee-guida prevedono inizialmente interventi psicosociali (modifichecomportamentali, terapia cognitiva, terapia di famiglia, ecc.). Negli USA invece prevale sin dall’inizio l’indicazione per il trattamento farmacologico.
        Il farmaco preferito nella cura dell’ADHD è il Ritalin, il cui principio attivo principale è il metilfenidato, uno psicostimolante. L’utilizzo di uno stimolante per bambini iperattivi sembrerebbe un paradosso, ma esso agisce risvegliano l’attenzione e quindi placando l’eccitazione, regolando a livello delle sinapsi nervose la funzione dei neurotrasmettitori. Il dibattito in ambito medico sugli effetti a lungo termine di terapie col Ritalin è tuttora in corso. Anche per quanto riguarda gli effetti collaterali in generale vengono minimizzati dai medici, ma sono ormai moltissimi i genitori americani che lamentano di aver osservato gravi effetti collaterali durante la terapia sui propri figli. Gli eventuali effetti collaterali sono rappresentati da riduzione dell’appetito, insonnia, tendenza alla depressione. All’inizio del trattamento e spesso transitoriamente possono essere presenti dolori addominali, nausea, vomito, disturbi circolari, cefalea, ecc. Anche la casa farmaceutica che produce il Ritalin - la multinazionale Novartis - nella scheda tecnica riconosce che: «un uso abusivo del farmaco può indurre una marcata assuefazione e dipendenza psichica con vari gradi di comportamento anormale [...] si richiede un'attenta sorveglianza anche dopo la sospensione del prodotto poiché si possono rilevare grave depressione eiperattività cronica». La Novartis ha invaso il mercato americano, tanto che i bambini statunitensi che ne fanno uso sono ormai circa quattro milioni (gli americani sono circa 350 milioni, ultimi dati parlano di sei milioni di “ritalinizzati” con punte di 20 milioni di ricette all'anno). Infatti, almeno al 2005 il 90% del Ritalin in commercio era consumato in USA, ma il mercato si va estendendo rapidamente anche in Europa. In Italia il Ritalin è catalogato nella classe delle anfetamine come l'ecstasy, l'LSD, cocaina, morfina, ecc, ecc. Dal 1989 il metilfenidato, componente chimico attivo del Ritalin è stato ritirato dal mercato e collocato nella tabella degli stupefacenti dal Ministero della Sanità, mentre nel marzo 2003 per decreto ministeriale è stato spostato dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci. Questo intervento ha scatenato numerose critiche perché renderebbe più facile la commercializzazione del Ritalin in Italia. Ed proprio in considerazione delle critiche, sollevate da molti esperti e raccolte da diversi deputati che hanno riaperto la problematica dell’utilizzo di psicofarmaci, e recentemente il metilfenidato è stato di nuovo collocato nella tabella delle sostanze stupefacenti dal Ministero della salute con decreto dell'aprile 2006. Quindi possiamo dire che almeno dagli ultimissimi sviluppi in Italia, dal punto di vista legislativo, sembrerebbe quindi invertita la linea di tendenza intrapresa in questi ultimi anni, a partire dal 2000, che vedeva un incoraggiamento della somministrazione di psicofarmaci ai bambini..
        Chi troviamo dietro a questa massiccia spinta verso la prescrizione di psicofarmaci? Le case farmaceutiche.. che influenzano la vendita attraverso l’influenza sui potenziali acquirenti-pazienti che sugli stessi medici.
        L’industria farmaceutica, infatti spende un’ingente quantità di denaro per influenzare le abitudini di prescrizioni dei medici.. Tale influenza è cresciuta fortemente anche perché le enormi risorse del settore farmaceutico si sono concentrate in poche mani, come risulta da molte recenti fusioni. Le case farmaceutiche influenzano i medici attraverso massicci annunci pubblicitari nei giornali professionali e attraverso il contatto diretto. Vari studi hanno mostrato che i prospetti pubblicitari piazzati dalle industrie farmaceutiche nei giornali professionali o distribuiti direttamente ai medici, sono spesso esagerati e fuorvianti. Benché generalmente un medico sappia distinguere la differenza tra evidenza scientifica e promozione propagandistica, è stato più volte dimostrato che le loro preferenze nelle prescrizioni sono pesantemente influenzate dal materiale promozionale delle aziende farmaceutiche.
        Le compagnie farmaceutiche distribuiscono una gran quantità di materiale scolastico (letteratura, film, diapositive) gratuito alle scuole di specializzazione medica, ed esse contribuiscono con denaro a supportare conferenze che aiutano i medici nell’aggiornamento e li aiutano a tenersi informati sulle ultime tendenze.
        Numerosi simposi medici e incontri professionali sono sponsorizzati da compagnie farmaceutiche e celebrati in concomitanza con il lancio commerciale di nuove (e, talora, meno nuove) generazioni di psicofarmaci.
        Alcune delle motivazioni delle compagnie farmaceutiche che sottoscrivono queste spese è di informare. Difficilmente il materiale propagandistico è così invadente da promuovere uno specifico prodotto, ma il contenuto include sempre un punto di vista progettato per aumentare in pratica le vendite dei farmaci che la compagnia produce. Così, per es., il materiale psichiatrico sottolineerà l’evidenza che suggerisce che la depressione ha una origine biochimica e che può essere trattata con successo con farmaci antidepressivi. Questo messaggio aiuterà la compagnia che vende farmaci antidepressivi, anche se lo specifico farmaco non è mai menzionato.
        Molti scienziati hanno ricevuto dalle industrie farmaceutiche aiuti in varie maniere: farmaci sperimentali usati in ricerca sono spesso forniti gratuitamente; bollettini tecnici ed assistenza sono altresì spesso forniti. Uno studioso che effettui una ricerca sull’efficacia di un farmaco è quasi sempre sovvenzionato da aziende farmaceutiche e sottoposto a contratti per cui il committente è proprietario dei dati ricavati dalla ricerca. Di conseguenza se essa non depone a favore dell’efficacia del farmaco o della terapia che ha ad oggetto, la casa farmaceutica ha il diritto di impedire la divulgazione dei risultati della ricerca.
        Infatti, ci sono stati numerosi casi in cui le compagnie farmaceutiche hanno esercitato pressioni per sopprimere, ritardare, screditare, o modificare una informazione che essi hanno giudicato dannosa per la vendita dei loro prodotti. La pubblicità piazzata dalle compagnie farmaceutiche, fornisce un sostanziale supporto per molti giornali medici, e, anche se non sempre, gli editori sono spesso riluttanti a danneggiare i loro inserzionisti.
        La quantità di denaro speso per pubblicizzare direttamente al paziente i farmaci da farsi prescrivere, invece ammonta a una percentuale piuttosto alta del fatturato delle case farmaceutiche . Per assicurare una continua crescita del mercato potenziale, vitale per qualsiasi settore economico in florida espansione, occorre ridefinire continuamente i confini tra salute e malattia abbassando sempre più le soglie di normalità di certi parametri, per far rientrare anche i sani nelle categorie dei malati. Questi dati, in seguito, vengono pubblicati sulle riviste mediche piu´ importanti, per avallare le loro false tesi:“..siete tutti depressi....siete tutti malati di timidezza...siete tutti ansiosi..”
        Questo è il primo passo. Perché il mercato potenziale si trasformi poi in fatturato reale occorre anche condurre grandi campagne di sensibilizzazione, sulle malattie e sui fattori di rischio, con l'obiettivo di rendere consapevoli i cittadini della necessità di curarsi anche se si sentono in buona salute.
        C’è una quantità sempre più grande di pazienti che chiedono al medico di prescrivergli un farmaco di cui hanno letto qualcosa in una inserzione su un giornale popolare, e le compagnie farmaceutiche hanno studi che indicano che quasi il 90% dei medici sono favorevoli a soddisfare tali richieste.
        Questa tendenza è destinata ad aumentare, almeno negli USA, dal momento che la Commissione Federale sul Controllo dei Farmaci, a causa di pressioni di deputati, nell’agosto 1997, ha reso legale poter pubblicizzare i farmaci prescrivibili tramite radio e televisione, e alcune compagnie
        farmaceutiche hanno pressoché immediatamente annunciato l’inizio di grosse campagne pubblicitarie televisive dei loro prodotti.
        Le compagnie farmaceutiche hanno utilizzato per un lungo numero di anni i gruppi di supporto dei pazienti per inviare messaggi ai pazienti. La maggior parte di questi gruppi di supporto ricevono sostanziali finanziamenti dall’industria farmaceutica, e questo permette loro di aumentare il numero dei soci, di produrre ampi giornali sociali, ma anche all’industria farmaceutica di distribuire loro ogni tipo di pieghevole informativo, molti dei quali aiutano a propagandare i concetti della teoria biochimica del disordine mentale. L’informazione che circola nei gruppi di supporto dei pazienti spesso è esagerata e fuorviante, ma pressoché sempre è proprio quel che le industrie farmaceutiche vogliono che il pubblico riceva.
        Esistono normative nazionali e comunitarie volte a contenere la pressione delle industrie del farmaco sui medici e sui cittadini, tuttavia il Sistema Sanitario Nazionale ha del tutto appaltato a privati l’informazione e l’aggiornamento, che i controlli non sono mai stati condotti seriamente, anche laddove era facile farlo, e si può constatare che un’escalation (del tutto imprevedibile nella sua quantità) del costo del mercato farmaceutico e della salute si è consolidata sulla base di rapporti industria-medico
        non proprio legali, diciamo..


        Spero di non avervi annoiato troppo.. ho cercato di riassumere il tutto al meglio..

        io da piccolo manifestavo gli stessi sintomi credimi.....
        identici...
        oggi sn un ragazzo sano , normale e intelligente
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • pina colada
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          #19
          Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
          io da piccolo manifestavo gli stessi sintomi credimi.....
          identici...
          oggi sn un ragazzo sano , normale e intelligente
          Come scrivevo nel post, tanti bambini manifestano questi sintomi.. se fossi vissuto negli Stati Uniti, e fossi nato qualche anno più tardi, temo che forse, alla luce delle ricerche che ho condotto, saresti stato "ritalinizzato" anche tu..
          .. senza motivo reale..

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          • M K K
            finte ferie user
            • Dec 2005
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            • Miami
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            #20
            Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
            io da piccolo manifestavo gli stessi sintomi credimi.....
            identici...
            oggi sn un ragazzo sano , normale e intelligente
            Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
            Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
            Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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            • KURTANGLE
              Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
              • Jun 2005
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              #21
              Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
              Come scrivevo nel post, tanti bambini manifestano questi sintomi.. se fossi vissuto negli Stati Uniti, e fossi nato qualche anno più tardi, temo che forse, alla luce delle ricerche che ho condotto, saresti stato "ritalinizzato" anche tu..
              .. senza motivo reale..

              e questo che mi fa paura....
              tanti disturbi da piccoli sono piuttosto comuni....e vengono superati con gli anni.....ricordo che alle elementari durante un saggio recitai anzicchè rivolto verso il pubblico , verso il lato sinistro del teatro...
              e ricordo anche che ero scordinatissimo , senza equilibrio e incapace nel praticare qualunque sport.....
              oggi mi alleno , nuoto , gioco a calcio e come detto prima non ho problemi di nessun tipo.....
              oggi sarei sstato cresciuto a pane e farmaci

              Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio


              Originariamente Scritto da SPANATEMELA
              parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
              Originariamente Scritto da GoodBoy!
              ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


              grazie.




              PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              • pina colada
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                • Dec 2007
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                #22
                Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
                e questo che mi fa paura....
                tanti disturbi da piccoli sono piuttosto comuni....e vengono superati con gli anni.....ricordo che alle elementari durante un saggio recitai anzicchè rivolto verso il pubblico , verso il lato sinistro del teatro...
                e ricordo anche che ero scordinatissimo , senza equilibrio e incapace nel praticare qualunque sport.....
                oggi mi alleno , nuoto , gioco a calcio e come detto prima non ho problemi di nessun tipo.....
                oggi sarei sstato cresciuto a pane e farmaci
                Esatto.. anche io.. i problemi, nel'infanzia e nell'adolescenza sono frequentissimi, anzi credo che siano veramente pochi quelli che non ne hanno avuto nemmeno l'ombra.. c'è però da dire che non tutti li superano e in età adulta diventano delle vere e proprie patologie mentali.. il problema è riuscire a distinguere questi casi, cosa non semplice, temo..

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                • Bob Terwilliger
                  bluesman
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                  #23
                  Originariamente Scritto da pina colada Visualizza Messaggio
                  Grazie mille Kurt Lo cercherò

                  In pratica il discorso è questo..
                  Uno dei più comuni disturbi psichiatrici che affligge i bambini è Disturbo da Deficit dell’Attenzione (ADHD). Si tratta di una patologia neuropsichiatrica che si riscontra in età evolutiva ed è caratterizzata da disattenzione e iperattività motoria, può essere quindi definita come “un stato persistente di disattenzione e/o iperattività e impulsività più frequente e grave di quanto tipicamente si osservi in bambini di pari livello disviluppo”.
                  Il deficit principale della sindrome è rappresentato dalle difficoltà d’attenzione, che si manifesta sia in situazioni scolastiche/lavorative, che in quelle sociali.
                  La seconda caratteristica dell'ADHD è l’iperattività, ovvero un eccessivo livello di attività motoria o vocale. Il bambino iperattivo manifesterebbe continua agitazione, difficoltà nel restare fermo e nel dirigere i propri movimenti armonicamente verso il raggiungimento di uno scopo specifico. Infine si considera l’impulsività come uno stato di impazienza, di difficoltà di aspettare il proprio turno, una propensione ad interrompere, intervenendo anticipatamente, a sproposito oppure senza valutare le possibili conseguenze di una propria azione. Sintomi, questi, molto comuni tra i giovanissimi.. Infatti, molti specialisti, in particolare coloro che sottoscrivono una campagna sociale di sensibilizzazione
                  contro gli abusi nella somministrazione di psicofarmaci portata avanti dal comitato “Giù le mani dai bambini”, ritengono che tali questionari utilizzati per diagnosticare l'ADHD siano “altamente soggettivi e impressionistici”. Accusano i sostenitori dell’approccio a cui fa riferimento il “Manuale Diagnostico e Statistico” (DSM, “Diagnostic and Statistical Manual”, testo diriferimento per la psichiatria mondiale) di“un’imperdonabile superficialità nelle diagnosi”, che trascura l’estrema delicatezza della fascia d’età sulla quale tali diagnosi insistono; inoltre sottolineano “l’assoluta assenza di scientificità di definizioni come “spesso” e “frequentemente”, nonché la genericità di altre significative variabili del comportamento quali il contesto, la durata, l’intensità e la forma del disturbo”.
                  Le modalità terapeutiche dell’ADHD sono sia farmacologica, con psicostimolanti che comportamentale, con vari interventi psicosociali.
                  Mentre in Europa, dove la prescrizione è più ristretta anche per normative regolatorie, le linee-guida prevedono inizialmente interventi psicosociali (modifichecomportamentali, terapia cognitiva, terapia di famiglia, ecc.). Negli USA invece prevale sin dall’inizio l’indicazione per il trattamento farmacologico.
                  Il farmaco preferito nella cura dell’ADHD è il Ritalin, il cui principio attivo principale è il metilfenidato, uno psicostimolante. L’utilizzo di uno stimolante per bambini iperattivi sembrerebbe un paradosso, ma esso agisce risvegliano l’attenzione e quindi placando l’eccitazione, regolando a livello delle sinapsi nervose la funzione dei neurotrasmettitori. Il dibattito in ambito medico sugli effetti a lungo termine di terapie col Ritalin è tuttora in corso. Anche per quanto riguarda gli effetti collaterali in generale vengono minimizzati dai medici, ma sono ormai moltissimi i genitori americani che lamentano di aver osservato gravi effetti collaterali durante la terapia sui propri figli. Gli eventuali effetti collaterali sono rappresentati da riduzione dell’appetito, insonnia, tendenza alla depressione. All’inizio del trattamento e spesso transitoriamente possono essere presenti dolori addominali, nausea, vomito, disturbi circolari, cefalea, ecc. Anche la casa farmaceutica che produce il Ritalin - la multinazionale Novartis - nella scheda tecnica riconosce che: «un uso abusivo del farmaco può indurre una marcata assuefazione e dipendenza psichica con vari gradi di comportamento anormale [...] si richiede un'attenta sorveglianza anche dopo la sospensione del prodotto poiché si possono rilevare grave depressione eiperattività cronica». La Novartis ha invaso il mercato americano, tanto che i bambini statunitensi che ne fanno uso sono ormai circa quattro milioni (gli americani sono circa 350 milioni, ultimi dati parlano di sei milioni di “ritalinizzati” con punte di 20 milioni di ricette all'anno). Infatti, almeno al 2005 il 90% del Ritalin in commercio era consumato in USA, ma il mercato si va estendendo rapidamente anche in Europa. In Italia il Ritalin è catalogato nella classe delle anfetamine come l'ecstasy, l'LSD, cocaina, morfina, ecc, ecc. Dal 1989 il metilfenidato, componente chimico attivo del Ritalin è stato ritirato dal mercato e collocato nella tabella degli stupefacenti dal Ministero della Sanità, mentre nel marzo 2003 per decreto ministeriale è stato spostato dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci. Questo intervento ha scatenato numerose critiche perché renderebbe più facile la commercializzazione del Ritalin in Italia. Ed proprio in considerazione delle critiche, sollevate da molti esperti e raccolte da diversi deputati che hanno riaperto la problematica dell’utilizzo di psicofarmaci, e recentemente il metilfenidato è stato di nuovo collocato nella tabella delle sostanze stupefacenti dal Ministero della salute con decreto dell'aprile 2006. Quindi possiamo dire che almeno dagli ultimissimi sviluppi in Italia, dal punto di vista legislativo, sembrerebbe quindi invertita la linea di tendenza intrapresa in questi ultimi anni, a partire dal 2000, che vedeva un incoraggiamento della somministrazione di psicofarmaci ai bambini..
                  Chi troviamo dietro a questa massiccia spinta verso la prescrizione di psicofarmaci? Le case farmaceutiche.. che influenzano la vendita attraverso l’influenza sui potenziali acquirenti-pazienti che sugli stessi medici.
                  L’industria farmaceutica, infatti spende un’ingente quantità di denaro per influenzare le abitudini di prescrizioni dei medici.. Tale influenza è cresciuta fortemente anche perché le enormi risorse del settore farmaceutico si sono concentrate in poche mani, come risulta da molte recenti fusioni. Le case farmaceutiche influenzano i medici attraverso massicci annunci pubblicitari nei giornali professionali e attraverso il contatto diretto. Vari studi hanno mostrato che i prospetti pubblicitari piazzati dalle industrie farmaceutiche nei giornali professionali o distribuiti direttamente ai medici, sono spesso esagerati e fuorvianti. Benché generalmente un medico sappia distinguere la differenza tra evidenza scientifica e promozione propagandistica, è stato più volte dimostrato che le loro preferenze nelle prescrizioni sono pesantemente influenzate dal materiale promozionale delle aziende farmaceutiche.
                  Le compagnie farmaceutiche distribuiscono una gran quantità di materiale scolastico (letteratura, film, diapositive) gratuito alle scuole di specializzazione medica, ed esse contribuiscono con denaro a supportare conferenze che aiutano i medici nell’aggiornamento e li aiutano a tenersi informati sulle ultime tendenze.
                  Numerosi simposi medici e incontri professionali sono sponsorizzati da compagnie farmaceutiche e celebrati in concomitanza con il lancio commerciale di nuove (e, talora, meno nuove) generazioni di psicofarmaci.
                  Alcune delle motivazioni delle compagnie farmaceutiche che sottoscrivono queste spese è di informare. Difficilmente il materiale propagandistico è così invadente da promuovere uno specifico prodotto, ma il contenuto include sempre un punto di vista progettato per aumentare in pratica le vendite dei farmaci che la compagnia produce. Così, per es., il materiale psichiatrico sottolineerà l’evidenza che suggerisce che la depressione ha una origine biochimica e che può essere trattata con successo con farmaci antidepressivi. Questo messaggio aiuterà la compagnia che vende farmaci antidepressivi, anche se lo specifico farmaco non è mai menzionato.
                  Molti scienziati hanno ricevuto dalle industrie farmaceutiche aiuti in varie maniere: farmaci sperimentali usati in ricerca sono spesso forniti gratuitamente; bollettini tecnici ed assistenza sono altresì spesso forniti. Uno studioso che effettui una ricerca sull’efficacia di un farmaco è quasi sempre sovvenzionato da aziende farmaceutiche e sottoposto a contratti per cui il committente è proprietario dei dati ricavati dalla ricerca. Di conseguenza se essa non depone a favore dell’efficacia del farmaco o della terapia che ha ad oggetto, la casa farmaceutica ha il diritto di impedire la divulgazione dei risultati della ricerca.
                  Infatti, ci sono stati numerosi casi in cui le compagnie farmaceutiche hanno esercitato pressioni per sopprimere, ritardare, screditare, o modificare una informazione che essi hanno giudicato dannosa per la vendita dei loro prodotti. La pubblicità piazzata dalle compagnie farmaceutiche, fornisce un sostanziale supporto per molti giornali medici, e, anche se non sempre, gli editori sono spesso riluttanti a danneggiare i loro inserzionisti.
                  La quantità di denaro speso per pubblicizzare direttamente al paziente i farmaci da farsi prescrivere, invece ammonta a una percentuale piuttosto alta del fatturato delle case farmaceutiche . Per assicurare una continua crescita del mercato potenziale, vitale per qualsiasi settore economico in florida espansione, occorre ridefinire continuamente i confini tra salute e malattia abbassando sempre più le soglie di normalità di certi parametri, per far rientrare anche i sani nelle categorie dei malati. Questi dati, in seguito, vengono pubblicati sulle riviste mediche piu´ importanti, per avallare le loro false tesi:“..siete tutti depressi....siete tutti malati di timidezza...siete tutti ansiosi..”
                  Questo è il primo passo. Perché il mercato potenziale si trasformi poi in fatturato reale occorre anche condurre grandi campagne di sensibilizzazione, sulle malattie e sui fattori di rischio, con l'obiettivo di rendere consapevoli i cittadini della necessità di curarsi anche se si sentono in buona salute.
                  C’è una quantità sempre più grande di pazienti che chiedono al medico di prescrivergli un farmaco di cui hanno letto qualcosa in una inserzione su un giornale popolare, e le compagnie farmaceutiche hanno studi che indicano che quasi il 90% dei medici sono favorevoli a soddisfare tali richieste.
                  Questa tendenza è destinata ad aumentare, almeno negli USA, dal momento che la Commissione Federale sul Controllo dei Farmaci, a causa di pressioni di deputati, nell’agosto 1997, ha reso legale poter pubblicizzare i farmaci prescrivibili tramite radio e televisione, e alcune compagnie
                  farmaceutiche hanno pressoché immediatamente annunciato l’inizio di grosse campagne pubblicitarie televisive dei loro prodotti.
                  Le compagnie farmaceutiche hanno utilizzato per un lungo numero di anni i gruppi di supporto dei pazienti per inviare messaggi ai pazienti. La maggior parte di questi gruppi di supporto ricevono sostanziali finanziamenti dall’industria farmaceutica, e questo permette loro di aumentare il numero dei soci, di produrre ampi giornali sociali, ma anche all’industria farmaceutica di distribuire loro ogni tipo di pieghevole informativo, molti dei quali aiutano a propagandare i concetti della teoria biochimica del disordine mentale. L’informazione che circola nei gruppi di supporto dei pazienti spesso è esagerata e fuorviante, ma pressoché sempre è proprio quel che le industrie farmaceutiche vogliono che il pubblico riceva.
                  Esistono normative nazionali e comunitarie volte a contenere la pressione delle industrie del farmaco sui medici e sui cittadini, tuttavia il Sistema Sanitario Nazionale ha del tutto appaltato a privati l’informazione e l’aggiornamento, che i controlli non sono mai stati condotti seriamente, anche laddove era facile farlo, e si può constatare che un’escalation (del tutto imprevedibile nella sua quantità) del costo del mercato farmaceutico e della salute si è consolidata sulla base di rapporti industria-medico
                  non proprio legali, diciamo..


                  Spero di non avervi annoiato troppo.. ho cercato di riassumere il tutto al meglio..
                  Molto interessante. Vorrei appofondire alcune cose.

                  Lo spostamento della psichiatria dalla psicoterapia e psicologia clinica alla psicofarmacologia è sicuramente legat ad enormi interessi economici, ma non solo. La medicina insegue da sempre un mito, quello di curare co le medicine: senza andare troppo indietro nei secoli, è sempre esistita una dicotomia tra medicina e chirurgia: il medico è uno studioso ed erudito che prescrive i farmaci che curano, il chirurgo un tecnico/artigiano che apre, aggiusta e ricuce rozzamente. L'erudito e il barbiere.
                  L'entrata in scena degli psicofarmaci fu un sogno che si realizzava per i medici: ecco che la psichiatria diventa medicina vera, e non stregoneria psicoterapeutica. Arriva il farmaco, arriva la rispettabilità scientifica all'interno di un'epistemologia positivista-riduzionista.
                  La malattia mentale viene vista come disfunzione organica, da classificare in base ai sintomi. C'è questo, questo e questo, ecco la sindrome, ecco la magica pillola. Questo atteggiamento ha fatto enormi danni alla psichiatria ed alla psiclogia clinica, trasformando uno strumento potente ed utilissimo come gli psicofarmaci in una iattura.

                  Non mi capita di vedere citata molto spesso la fondamentale ricerca di Chambless con il metodo degli EDS, studi basati sull'evidenza statistica. I risultati sono molto interessanti. Riassumendo alcuni punti critici:

                  1. il 55% delle ricerche note sugli psicofarmaci non hanno trovato prove che facciano effetto.

                  2. nella cura della depressione, la psicoterapia è più efficace degli psicofarmaci; inoltre i miglioramenti conseguiti con la psicoterapia vanno incontro a ricadute solo nella metà dei casi rispetto alle ricadute dopo terapia farmacologica.

                  Nel caso del Ritalin, il rischio attuale è quello di creare malattie inesistenti. Si inventa un farmaco, si inventa una sindrome da curare con questo farmaco, e all'improvviso tutti ne sono affetti. Nella psicologia, è estremamente difficile stabilire cosa sia salute e cosa malattia; è argomento delicatissimo, eppure c'è una forte spinta psichiatrica verso la banalizzazione più becera. Che ora rischia di andare a colpire, dopo gli adulti, anche i bambini.
                  Originariamente Scritto da Sean
                  Bob è pure un fervente cattolico.
                  E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                  Alice - How long is forever?
                  White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                  • korallox
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                    #24
                    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
                    Molto interessante. Vorrei appofondire alcune cose.

                    Lo spostamento della psichiatria dalla psicoterapia e psicologia clinica alla psicofarmacologia è sicuramente legat ad enormi interessi economici, ma non solo. La medicina insegue da sempre un mito, quello di curare co le medicine: senza andare troppo indietro nei secoli, è sempre esistita una dicotomia tra medicina e chirurgia: il medico è uno studioso ed erudito che prescrive i farmaci che curano, il chirurgo un tecnico/artigiano che apre, aggiusta e ricuce rozzamente. L'erudito e il barbiere.
                    L'entrata in scena degli psicofarmaci fu un sogno che si realizzava per i medici: ecco che la psichiatria diventa medicina vera, e non stregoneria psicoterapeutica. Arriva il farmaco, arriva la rispettabilità scientifica all'interno di un'epistemologia positivista-riduzionista.
                    La malattia mentale viene vista come disfunzione organica, da classificare in base ai sintomi. C'è questo, questo e questo, ecco la sindrome, ecco la magica pillola. Questo atteggiamento ha fatto enormi danni alla psichiatria ed alla psiclogia clinica, trasformando uno strumento potente ed utilissimo come gli psicofarmaci in una iattura.

                    Non mi capita di vedere citata molto spesso la fondamentale ricerca di Chambless con il metodo degli EDS, studi basati sull'evidenza statistica. I risultati sono molto interessanti. Riassumendo alcuni punti critici:

                    1. il 55% delle ricerche note sugli psicofarmaci non hanno trovato prove che facciano effetto.

                    2. nella cura della depressione, la psicoterapia è più efficace degli psicofarmaci; inoltre i miglioramenti conseguiti con la psicoterapia vanno incontro a ricadute solo nella metà dei casi rispetto alle ricadute dopo terapia farmacologica.

                    Nel caso del Ritalin, il rischio attuale è quello di creare malattie inesistenti. Si inventa un farmaco, si inventa una sindrome da curare con questo farmaco, e all'improvviso tutti ne sono affetti. Nella psicologia, è estremamente difficile stabilire cosa sia salute e cosa malattia; è argomento delicatissimo, eppure c'è una forte spinta psichiatrica verso la banalizzazione più becera. Che ora rischia di andare a colpire, dopo gli adulti, anche i bambini.
                    Ennesima rep simbolica!

                    Finito il primo anno di palestra! Fase attuale: alla ricerca degli abs. Io ci provo!

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                      #25
                      Originariamente Scritto da 600 Visualizza Messaggio
                      ma proibirli al 100% no?

                      C' è chi ne ha BISOGNO dei farmaci...
                      Originalmente inviato da MrDiablito
                      • sei su un forum di BB non per "da dove vieni"...ma per "dove vuoi andare"!

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