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Considerazioni sul Fascismo (astenersi dalle frasi fatte e motivare!)

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    Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
    Sean e MA75, io concordo con la vostra visione.
    DUe domande:

    1) non pensate che Fini agisca in pieno stile macchiavellico, ossia dia forma moderata-berlusconiana per poi quando sarà al governo lui agire come in sostanza vorrebbe?
    Mi spiego.
    Un MSI coi controcoglioni in iTALIA difficilmente si imporrebbe alle elezioni e oltre agli ideali non si andrebbe.
    Non credete che lui si sia accentrato di forma ma non sia cambiato nella sostanza, se non poco, per poi, una volta al governo, venire fuori x quello che è?

    2) voi ora come ora, cosa votate?
    Se decidi di sederti in una poltrona inevitabilmente sei inghiottito dal sistema....
    Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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      Concordo e condivido i vostri appunti, ma rilancio.

      All'atto pratico è meglio fare poco mischiandosi a liberali, democristiani, socialisti ecc.ecc ma comunque riuscire a portare a casa qualcosa o combattere una guerra certamente dignitosa e onorevole e se vogliamo anche più morale, ma non schiodandosi da un 7-8% e presumibilmente senza potersi schierare con nessuna maggioranza (e quindi all'atto pratico non ottendendo nulla)?


      Tessera N° 6

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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Oggi, ancora, tutti in doppio petto a ricordare non la morte di 335 persone, ma "il valore della Memoria" Napolitano e le Fosse Ardeatine: «Non ripetere gli errori del passato» - Corriere della Sera
        a ribadire e confermare una "verità", memoria e verità salmodiate da così tanto tempo che si spera assumano forza in virtù del detto e ridetto, non certo perchè il Fatto quello, da sè, racconta, non, almeno, quando studiare e comprendere il Fatto porta in direzione contraria rispetto ai discorsi dei custodi in doppio petto.

        Ma quante memorie e quante verità esistono? E perchè solo ai guardiani di questa republicchetta fondata sulla resistenza è permesso di cambiare giudizio, criterio, storia, di rivedere fatti e pensieri?
        E quale la loro vera faccia?

        Napolitano, presidente di una repubblica che si dice democratica, è noto plaudì all'invasione sovietica che represse, nel '56, una rivoluzione, ma guarda un pò, che avrebbe voluto portare, nel proprio paese, una democrazia, salvo poi ricredersi e, nel 2006, andare a salmodiare lo stesso discorso fatto oggi alle Ardeatine là, in quell'Ungheria che grazie all'appoggio e al credo dei Napolitano restò per altri quarant'anni sotto alla falce e al martello:
        Un uomo tutto di un pezzo, uno vero esempio per il popolo, vera roccia su cui fondare quei valori di libertà che ha difeso per tutta una vita, come abbiamo visto dalla sua storia rapidamente riassunta.

        Gianfranco Fini, altra carica delle republichetta, ci lascia invece queste parole: "Il valore che emerge è quello del patriottismo democratico, che il fascismo aveva oscurato per vent'anni, e che trovò uno dei suoi primi momenti di rinascita nella scelta di continuare la guerra contro i tedeschi. Il Fronte militare clandestino rappresenta una delle pagine più eroiche di quella storia."

        "Il patriottismo democratico", uno che fino ad un decennio fa considerava l'unica e vera alleanza quella a fianco dei tedeschi, cifra quella si di vero patriottismo, rinnegando il quale si è prodotta l'attuale repubblica delle banane dove anche lui è ben assiso.

        L'amico Alex citava in suo post addietro il presidente partigiano, quel Sandro Pertini innalzato a santo laico, protettore dell'Italia resistenziale e democratica, l'Italia pacificata, l'Italia liberata, quella che oggi si deve ricordare senza dubitare:
        Eppure anche lui...Anche lui, sopratutto lui deve aver dubitato parecchio, se nel '45, dirigente nel CLNAI, ordinava assieme ai compagni di partito l'eliminazione fisica di tutti coloro che fossero non solo appartenuti al partito fascista, ma anche di quelli che si ritenevano "simpatizzanti", aggettivo ambiguo e gravido di conseguenze, aggettivo sul quale si fonderanno gli atti di "giustizia proletaria e di popolo" che porteranno alle mai chiarite stragi del post 25 Aprile, la famosa "pacificazione nazionale" fatta di colpi di rivoltella, di tribunali di popolo, di fosse comuni, la stessa "pacificazione nazionale" che durerà sino agli anni di piombo qua ricordati, per cui dall'assunto di quel lontano '45 si continuò, fino a poco tempo fa, ad ammazzare fascisti ovunque e impunemente, fascisti, ragazzi di soli sedici anni...
        Ah, quanto è debole la memoria, proprio Pertini, il partigiano, il rivoluzionario, proprio lui richiamerà all'ordine, in un famoso messaggio, i ragazzi delle BR, chiamandoli sì "compagni", ma per chiedere loro di deporre le armi, ricordando che la violenza non risolve, la rivoluzione non è la via, che vanno cercati e sostenuti ideali alti, quelli che ora lui, dimentico di ciò che fu e che fece, sosteneva dal colle dei quirini;
        Pertini, colui che se avesse riconosciuto in quella figura che scendeva veloce le scale dell'Arcivescovado milanese mentre il partigiano Sandro le saliva, quel pomeriggio del 25 Aprile del '45, il Duce del Fascismo, non avrebbe esitato una sola volta, parole sue, "ad ammazzarlo seduta stante, perchè la fine dei tiranni è una sola, e noi, con Mussolini, lo abbiamo dimostrato";
        Lui sì, le BR e tutti coloro che avevano da rovesciare il proprio di tiranno no, non possono, meglio si dedichino agli "ideali superiori", meglio se da casa, da una poltrona, davanti alla tv.

        Memoria e verità, in Italia, ce n'è una da professare e molte, si è visto, da vivere...Questi uomini in doppio petto hanno potuto rivedere la propria storia, ma a chi vorrebbe illuminare meglio fatti e percorsi che hanno portato quegli uomini oggi a parlare di valori alle Ardeatine, no, non è permesso, la fiaccola viene strappata dalle mani, revisionisti, il complimento migliore;
        Ma non sono state le stesse vite di questi custodi passate a revisione?
        O sono sempre rimasti gli stessi, pupari di un gioco di specchi, e pupazzi tutti gli italiani, inchiodati ad una verità per finta?
        E' questa la "resistenza"? La nostra è ancora fedeltà, coppa di fiele da bere fino all'ultima goccia, che regala la veglia amara di chi non ha ancora trovato la sua pace:

        Brevissima è solo la memoria dei felici.

        come tu ben sai la storia la scrive chi vince



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          Fini ai giornalisti stranieri: "Mussolini? Ho cambiato idea, non era uno statista" - Politica - Repubblica.it
          sigpic

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            C'è la Storia, quella che riempie questo Thread, e poi ci sono le storie, quelle con la minuscola, ma non meno grandi, non meno appassionanti e importanti, anche per guardare più da vicino certi protagonisti, certe vite, quella di Edda, ad esempio, la figlia del Duce e la moglie di Ciano, quell'Edda costretta a dividersi "tra le due persone che più amo", e che le perderà entrambe.
            Una tragedia, la sua, che pare riassumere in una vita tragedie più grandi, di uomini, donne, nazioni:
            Ora esce un libro di Marcello Sorgi che ci riporta un pezzo di quelle esistenze e di quei destini

            La passione travolgente tra Edda e il comunista Leonida Bongiorno

            La figlia del duce malata
            d’amore per un partigiano


            Marcello Sorgi ha trovato a Lipari, dove la donna fu al confino, le lettere della relazione inconfessabile



            «Conobbi Ellenica una sera. Al termine di una violenta dimostrazione per le vie del paese, in cui avevo potuto calmare gli animi con poche e semplici parole. Mi apparve come una rondine ferita dalle ali infrante». Lei, invece, rimase affascinata da tanta forza e bellezza, in cuor suo lo chiamò subito Baiardo, il focoso cavallo dell’Orlando furioso e dopo qualche giorno gli scrisse: «Caro amico, se i vostri impegni politici e i vostri svaghi della domenica ve ne danno la possibilità, vorrete essere così cortese di venirmi a fare una visitina?». Non è un romanzo, ma una storia d’amore vera, una passione struggente tra due persone che non ti saresti mai aspettato di vedere insieme: Edda Ciano (Ellenica), figlia del Duce al confino nell’isola di Lipari dal settembre 1945 al giugno dell’anno successivo, e Leonida Bongiorno (nel lessico della corrispondenza amorosa, Baiardo, o Lecret dal nome del generale che combatté per la liberazione di Cuba nel 1898), capo dei comunisti liparoti, figlio dell’antifascista Eduardu, che ricalcando le carte nautiche ottenute da un amico aveva reso possibile nel 1929 la fuga degli antifascisti Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti.

            Il padre di Leonida-Baiardo era uno di quegli uomini tutto d’un pezzo, primo trombone nella banda del paese che riponeva lo strumento quando bisognava intonare «Giovinezza». Un socialista da sempre che teneva a un suo orgoglio anticonformista: quando gli americani gli chiesero di fare i nomi dei fascisti locali per vendicarsi, lui declinò l’invito. La soddisfazione se l’era presa da solo, tenendo la schiena dritta. Così il figlio, laureato in economia a Bologna, arruolato come tenente degli alpini, una rarità per un isolano, partigiano in Francia con il nome falso di Paul Zanetti dopo essere fuggito dalla prigionia dei nazisti. Un uomo intelligente ed energico che non aveva esitato a prendersi cura della «rondine dalle ali infrante», anche se era la figlia del Duce. A raccontarci questa storia, dopo una tenace ricerca dei documenti — le lettere di Edda, il memoriale e i commenti di Leonida — è Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa, nel libro Edda Ciano e il comunista. L’inconfessabile passione della figlia del Duce (in uscita da Rizzoli il 1˚aprile, pagine 150, e 18). Sorgi aveva anticipato la notizia sulle pagine culturali del quotidiano torinese il 1˚ottobre dell’anno scorso.



            Il racconto si basava sulla lettura delle trascrizioni delle lettere, a volte in francese o in inglese, che, come in un romanzo di Alexandre Dumas, erano sepolte in un vecchio armadio nella casa di Edoardo, il figlio di Leonida, assieme a ciocche di capelli, biglietti, fotografie, annotazioni. Un materiale che Sorgi ha potuto esaminare per primo e ha elaborato in un racconto romantico e avvincente pur rispettando la verità fattuale. L’autore si è avvalso a tal fine della consulenza storica di Giovanni Sabbatucci. I primi contatti fra Edda e Leonida sono interessati ma cauti. Lei, dopo essere stata scaricata in una stamberga nel centro dell’isola dal commissario Polito, lo stesso che aveva preso in consegna Benito Mussolini dopo il 25 luglio 1943, chiede al nuovo amico se può andare ad abitare nella casa di famiglia del Timparozzo, ribattezzata da Edda la «Petite Malmaison», secondo il nome che Josephine de Beauharnais aveva dato alla sua dimora dopo essere stata abbandonata da Napoleone. Leonida, con l’approvazione del padre, acconsente, e una notte di primavera, sulla terrazza di quella casa incantevole, avviene l’incontro d’amore. Lui la prende appoggiato al muro accarezzandole le gambe, secondo Edda la parte più bella del suo corpo di trentacinquenne.



            Il coetaneo Leonida-Baiardo si innamora, Edda-Ellenica sulle prime non si lascia andare: Ellenica partecipa al gioco erotico, scandalizza tutti esibendo sulle spiagge di Lipari e Vulcano un audace due pezzi, ma Edda è guardinga, ancora ferita dalla tragedia famigliare. Quando lui si dichiara, «voi per me potreste essere la donna ideale», quasi lo irride: «È possibile che io lo sia per tutti gli uomini?». Lui la ama e la teme, si sente un Ulisse con la sua Circe e le recita a memoria il passo dell’Odissea in cui la maga indica all’eroe omerico due rotte impossibili per far ritorno a Itaca. Lei gli risponde con i versi di Byron: «When we two parted...», «quando noi ci dividemmo, in silenzio e lacrime, i nostri cuori si spaccarono a metà». La passione cresce e con l’amore la confidenza. Edda, al confino con l’accusa di aver spinto il padre a entrare in guerra, scrive un memoriale, probabilmente aiutata da Leonida, negando ogni responsabilità pubblica: «Nel partito non ebbi mai nessun incarico... Come moglie del ministro degli Esteri non potevo che seguire le direttive che mi venivano date». Più che per questo memoriale, ma grazie all’amnistia Togliatti, a fine giugno 1946, arriva la comunicazione della libertà anticipata.



            In una cronaca maliziosa, un corrispondente del Corriere della Sera scrive che «l’elegante signora» pare poco interessata a lasciare l’isola, anche perché «non ha disdegnato l’assidua compagnia di un aitante giovane del luogo, il sig. Leonida Bongiorno». Edda, in realtà, ha interesse a ritornare a Roma, per riabbracciare i figli. Con sé porterà un ricordo: il suo ritratto nudo eseguito a matita dal bel Leonida. Comincia così la seconda parte della corrispondenza: lei lo vezzeggia, «caro amico e fidanzato », «Baiardo mi manca molto», abbandona i toni ironici degli inizi quando lo chiamava «adorabile allievo di sieur Palmiro». Ma aumentano i silenzi di Leonida, che intanto ha incontrato Angela, la futura moglie, detta la «Chevelue» per via della folta chioma. Ellenica e Baiardo si rivedono, il primo incontro in un hotel di Messina dove lei si presenta con una carta d’identità falsa. Poi il nuovo distacco. E la sempre più appassionata e dolorosa corrispondenza. Edda si lascia andare a confidenze: «Perché è toccato a me scegliere tra le due persone più care?», alludendo al marito giustiziato e al padre cui non aveva perdonato di non essere intervenuto. Alla fine il grido: «Venite dunque con me. Non abbandonate questa felicità che gli Dei vi offrono». Siamo alla fine. Le risposte di Leonida si faranno sempre più rare, sposerà Angela. «Ellenica» e «Baiardo» si ritroveranno sessantenni nel 1971, ancora a Lipari, davanti a una parete su cui lui aveva fatto incidere i versi omerici con le parole di Circe: «Tu da solo col tuo cuore consigliati: io ti dirò le due rotte». La passione non si era mai spenta.


            La figlia del duce malata d’amore per un partigiano - Corriere della Sera
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
              Concordo e condivido i vostri appunti, ma rilancio.

              All'atto pratico è meglio fare poco mischiandosi a liberali, democristiani, socialisti ecc.ecc ma comunque riuscire a portare a casa qualcosa o combattere una guerra certamente dignitosa e onorevole e se vogliamo anche più morale, ma non schiodandosi da un 7-8% e presumibilmente senza potersi schierare con nessuna maggioranza (e quindi all'atto pratico non ottendendo nulla)?
              Il Movimento Sociale Italiano nasce con uno scopo preciso...traghettare i valori e gli ideali del Fascismo,che vista la situazione nel dopoguerra,erano destinati a scomparire.Lo stesso nome scelto dovrebbe dirla lunga e non mi riferisco alle teorie che lo vorrebbero acronimo di Mussolini Sei Immortale o similari ma alla prima parola:Movimento....non un partito quindi.
              Noi non siamo democristiani,socialisti o porcate simili e non dobbiamo "portare a casa" nulla".Il nostro compito è semplice:Tenere accesa la fiamma.
              « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

              PRESENTI




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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Oggi, ancora, tutti in doppio petto a ricordare non la morte di 335 persone, ma "il valore della Memoria"

                Ma quante memorie e quante verità esistono? E perchè solo ai guardiani di questa republicchetta fondata sulla resistenza è permesso di cambiare giudizio, criterio, storia, di rivedere fatti e pensieri?
                E quale la loro vera faccia?



                L'amico Alex citava in suo post addietro il presidente partigiano, quel Sandro Pertini innalzato a santo laico, protettore dell'Italia resistenziale e democratica, l'Italia pacificata, l'Italia liberata, quella che oggi si deve ricordare senza dubitare:



                Memoria e verità, in Italia, ce n'è una da professare e molte, si è visto, da vivere...Questi uomini in doppio petto hanno potuto rivedere la propria storia, ma a chi vorrebbe illuminare meglio fatti e percorsi che hanno portato quegli uomini oggi a parlare di valori alle Ardeatine, no, non è permesso, la fiaccola viene strappata dalle mani, revisionisti, il complimento migliore;
                Ma non sono state le stesse vite di questi custodi passate a revisione?
                O sono sempre rimasti gli stessi, pupari di un gioco di specchi, e pupazzi tutti gli italiani, inchiodati ad una verità per finta?
                E' questa la "resistenza"? La nostra è ancora fedeltà, coppa di fiele da bere fino all'ultima goccia, che regala la veglia amara di chi non ha ancora trovato la sua pace:

                Brevissima è solo la memoria dei felici.
                L'"amico Alex",nun se pò sentì.....sembra un comizio di democristiani

                Pertini l'ho dovuto citare per correttezza,sottolineando quando paradossale sia stato il suo intervento.
                Paradossale ma fondamentale....senza di lui,l'elenco di fratelli uccisi o "suicidati",sarebbe molto più lungo.Questo senza mai dimenticare che fu proprio lui a dare il LA a quello che fu uno sterminio che si perpetuò per oltre 40 anni.

                La tua conclusione in puro stile evoliano( x2) è uno specchio fedele della realtà e rimarca quanto grande sia il disagio,per chi come noi deve attraversare periodi simili.
                « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                PRESENTI




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                  Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                  L'"amico Alex",nun se pò sentì.....sembra un comizio di democristiani

                  Pertini l'ho dovuto citare per correttezza,sottolineando quando paradossale sia stato il suo intervento.
                  Paradossale ma fondamentale....senza di lui,l'elenco di fratelli uccisi o "suicidati",sarebbe molto più lungo.Questo senza mai dimenticare che fu proprio lui a dare il LA a quello che fu uno sterminio che si perpetuò per oltre 40 anni.

                  La tua conclusione in puro stile evoliano( x2) è uno specchio fedele della realtà e rimarca quanto grande sia il disagio,per chi come noi deve attraversare periodi simili.
                  E' vero, "l'amico" pare preso direttamente da un qualche comizio della DC vecchio stile, quella dei Fanfani e degli Andreotti...Sarà stato un refuso di gioventù

                  Ovviamente il tuo riferimento a Pertini, nel contesto degli anni di piombo, è corretto, gli va riconosciuta la statura di uomo coerente con se stesso, nel solco che traccia Ma_ nel suo post.
                  Pertini fu sempre un avversario del Fascismo, pagò sulla sua pelle tutto quello che c'era da pagare (al confino rifiutò la grazia che la madre, scrivendo al Duce, aveva chiesto per il figlio Sandro, portando questi a rimproverarla per quel gesto di compassione materna, con una lettera che inizia con queste parole "Mamma, perchè lo hai fatto?..") e, da Presidente, e sopiti gli ardori giovanili, concesse agli ex combattenti della RSI e ai loro congiunti la pensione di guerra, riconoscendo a quei ragazzi lo stato di militari.

                  Avversario da sempre dichiarato, dunque, sul quale però pesa quella responsabilità, quel punto nero della storia che sono le stragi antifasciste e i "legittimi assassinii" che dureranno fino ai nostri giorni, come ben ci ricordi.
                  C'è da dire ancora che finchè si trattò di combattere la battaglia socialista e comunista, il partigiano Sandro approvò azioni di terrorismo contro lo status quo (vedi Via Rasella), ma quando ebbe a che fare, lui oramai pienamente ingranato nella pax repubblicana, democristiana e borghese, quando ebbe a che fare coi "terroristi" rossi o neri, invitò tutti a deporre le armi...
                  Insomma, si è "partigiani" solo a seconda del proprio punto di vista, contro il tiranno-Mussolini si, contro la tirannide capitalista, plutodemocratica, oscenamente falsa e doppiogiochista delle repubblichetta, no, tutti buoni e tutti a casa.
                  Comunque i Pertini ed i Napolitano li conosciamo, e non ci aspettiamo certo da loro parole e gesti differenti da quelli compiuti, ma il peggio sono i Fini, come qui ricordato, e per tutti quei motivi già detti;
                  Capisco il mettersi in tono col coro, ma per farlo non c'è bisogno di arrivare a sputare su tutto, a rinnegare tutto, a uccidere due volte chi è già morto, a indossare la kippah - ecco, questi sono gli uomini peggiori, da cui, un domani, non ti potrai aspettare neppure un gesto come quelli comunque compiuti da un Pertini.

                  Per il resto
                  Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                  Movimento....non un partito quindi.
                  Noi non siamo democristiani,socialisti o porcate simili e non dobbiamo "portare a casa" nulla".Il nostro compito è semplice:Tenere accesa la fiamma.
                  ...E pure qui c'è un pò di Evola, ma, sopratutto, c'è l'unica, intera verità
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Come dicevo anche nell'altro 3d, Fini idolo di Scalfari. Chi l'avrebbe mai detto?

                    Posto da Repubblica di oggi


                    Nel secondo giorno il congresso del Popolo della libertà ha cambiato faccia con il discorso congressuale di Gianfranco Fini. Non sembri una sviolinatura al "compagno" Fini, premio di consolazione ai disagi della sinistra, ma è invece un'analisi oggettiva d'un intervento degno di un uomo politico che ormai ha acquisito lo spessore d'un uomo di Stato.
                    Gran parte di quel discorso Fini l'aveva già pronunciata al congresso di scioglimento del suo partito pochi giorni fa, ma averlo ripetuto al congresso del nuovo partito in presenza del suo re incoronato e del suo pubblico devoto e osannante è un atto di coraggio che non si può sottovalutare.
                    All'inizio ha dovuto bruciare qualche grano d'incenso alla lungimiranza di Silvio, alla perseveranza e alle capacità di Silvio, alla sua lealtà e qualche altro grano di assenzio nei confronti della sinistra, della sua incapacità riformatrice e del suo sguardo perennemente rivolto al passato.

                    Ma poi è cominciata la parte vera del discorso ed è allora che il volto del Capo si è impietrito nel sorriso-smorfia e la variazione somatica è apparsa anche evidente sui volti dei suoi ex colonnelli di An.
                    Fini ha detto che il nuovo partito dev'essere pluralista. Che su Berlusconi, capo indiscusso, incombe però il compito di garantire quel pluralismo. Che è necessario intraprendere una riforma costituzionale per instaurare una democrazia governante. Ha insistito tre volte su questo binomio e la terza volta l'ha scandito perché entrasse nella memoria degli ascoltatori. E ne ha spiegato il senso: maggior potere al governo e al premier per governare con la rapidità richiesta dai tempi; ma anche maggiori poteri di controllo democratico al Parlamento. Se non è governante la democrazia affonda, se non è democratica si trasforma in autocrazia. Le due parole stanno insieme o affondano insieme.
                    Ha parlato del principio di legalità (che Berlusconi non aveva neppure nominato) come dire dello stato di diritto. Ha auspicato che il Partito democratico si riconsolidi ricordando che esso è portatore di valori necessari ad una democrazia compiuta. Ha descritto come sarà l'Italia tra dieci anni, pluri-etnica, pluri-religiosa, pluri-culturale, e quindi la necessità di prepararsi a questi eventi soprattutto nella scuola, nelle norme di integrazione e nel rispetto dei diritti ai quali debbono corrispondere i doveri sia dei cittadini che degli immigrati. Ha ricordato il diritto di esser curati anche per gli immigrati clandestini.

                    Il finale a sorpresa l'ha introdotto con una citazione latina: "In cauda venenum". E poi: "La legge che avete votato al Senato sul testamento biologico è una cattiva legge, lede i diritti di libertà. So di essere in minoranza su questa questione e sul mio concetto di laicità dello Stato, ma mi auguro che ci ripensiate".
                    Così ha concluso. Se avesse un Apicella, forse gli scriverebbe una canzone e la intitolerebbe "Meno male che Fini c'è" ma forse lui invece di alzare il pollice, gliela strapperebbe in faccia. O almeno così si spera.
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                      I silenzi del Cavaliere irritano Fini "Timido sul dialogo, proposte vaghe" - Politica - Repubblica.it

                      chi ben comincia...
                      sigpic

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                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        Ha descritto come sarà l'Italia tra dieci anni, pluri-etnica, pluri-religiosa, pluri-culturale, e quindi la necessità di prepararsi a questi eventi soprattutto nella scuola, nelle norme di integrazione e nel rispetto dei diritti ai quali debbono corrispondere i doveri sia dei cittadini che degli immigrati. Ha ricordato il diritto di esser curati anche per gli immigrati clandestini.
                        Ciò che la sinistra ama di Fini ( e che lui accredita con certe sue affermazioni pubbliche) è che questi, essa spera, la libererà dall'incubo-Berlusconi, e da qui questo suono di violini diretti da Scalfari, al quale si accodano tutti i compagni.
                        Fini, d'altra parte, non fa nulla per smentire questa tesi, anzi, assai furbescamente, la corteggia, spruzzando un pò di anticlericalismo, parlando di "diritti umanitari", di eticità, di laicità, di multiculturalità, insomma di tutti quei luoghi comuni che mandano in solluchhero la sinistra salottiera, così attenta alle idee di progresso;
                        Scalfari (ed i suoi) non si accorge però che tutto questo applaudire al delfino altro non porta che allo scolorire della propria identità, allo smottamento di quel poco di sinistra che ancora resta nel paese verso il gigante-PDL, che diventerà il grande contenitore di tutto e di tutti, PD compreso:
                        L'Italia si avvia ad essere governata dal pensiero unico e relativista, col beneplacido della residua "opposizione" che ha trovato in Fini il suo leader perfetto, quello che a sinistra appunto manca:
                        Italia pluri-etnica, pluri-religiosa, pluri-culturale, i tre comandamenti guida dell'Occidente disvaloriale e anti-identitario, dell'Occidente delle plutocrazie, delle banche, del denaro come unico dio, della finanza tosa pecore, dell'uomo come prodotto, del mercimonio di coscienze e idealità, della fatal-democrazia eterodiretta, che lo sta strangolando, l'Occidente di tutto ma non della gente, che non conta più nulla, il sogno messianico che gli amanti del patto atlantico e di Sion non possono non applaudire, e che trova ora, in Italia, quel Fini che la kippà è da un pezzo che l'ha indossata, quel Fini che è stato allevato per questo;
                        In fondo quell'uomo è vissuto anni in quell'MSI che altro non era che lo scendiletto (e a volte, dove serviva, il manganello) di quello stato borghese, cristiano-democratico che ha inneggiato agli americani come ai "liberatori", ad Israele, al peggior conservatorismo che doveva congelare sul nascere ogni rivoluzione generazionale, e che paventando il pericolo rosso ci è riuscito, e la prova provata è in quella unione di intenti con cui tutto l'arco parlamentare, compreso l'MSI, distrusse la saldatura giovanile da Valle Giulia in poi, dando il via agli anni di piombo, e sacrificando allo stato un'intera generazione, ingannata e assassinata.

                        C'è forse da stupirsi, oggi, nel ritrovarci questo Fini, crisalide che ha compiuto finalmente la sua evoluzione a farfalla multicolore, multirazziale, multiculturale, a servo dei servi?
                        Dispiace per chi ci ha creduto, ma il Fascismo, nell'MSI, e nei Fini, non ci è mai vissuto, e chi ha lottato portando le sue idee non nelle sedi di partito, ma nelle strade, scrivendole col sangue, lo sa, ne è e ci è testimone.

                        Duce, tu hai detto che compito dei fascisti sarà comportarsi da buoni italiani, seguendo le leggi che il nuovo stato si darà, ma parlavi di uno stato fatto di uomini, e non di questa turba di cialtroni, ed ora non è disubbidirti se preghiamo perchè la cancrena dell'Occidente e dell'Italia esploda, finalmente, e rovini su se stessa.
                        Last edited by Sean; 30-03-2009, 21:19:12.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                          Il Movimento Sociale Italiano nasce con uno scopo preciso...traghettare i valori e gli ideali del Fascismo,che vista la situazione nel dopoguerra,erano destinati a scomparire.Lo stesso nome scelto dovrebbe dirla lunga e non mi riferisco alle teorie che lo vorrebbero acronimo di Mussolini Sei Immortale o similari ma alla prima parola:Movimento....non un partito quindi.
                          Noi non siamo democristiani,socialisti o porcate simili e non dobbiamo "portare a casa" nulla".Il nostro compito è semplice:Tenere accesa la fiamma.
                          Ma quindi il movimento sociale italiano, secondo te, non ha niente a che vedere con il socialismo? Che abbiano sbagliato nome forse?

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                            Originariamente Scritto da DORian_fAke Visualizza Messaggio
                            Ma quindi il movimento sociale italiano, secondo te, non ha niente a che vedere con il socialismo? Che abbiano sbagliato nome forse?
                            Mi pare chiaro si riferisse al partito socialista, come si evince facilmente dal fatto che parlasse della DC. Le radici socialiste del fascismo non hanno nulla a che vedere col PSI.
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

                              Duce, tu ha detto che compito dei fascisti sarà comportarsi da buoni italiani, seguendo le leggi che il nuovo stato si darà, ma parlavi di uno stato fatto di uomini, e non di questa turba di cialtroni, ed ora non è disubbidirti se preghiamo perchè la cancrena dell'Occidente e dell'Italia esploda, finalmente, e rovini su se stessa.
                              non posso che quotare le tue splendide parole
                              sigpic

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                                Diciamo che il fascimo ha molto in comune la componente rivoluzionaria con il socialismo, componente che nell'msi avrebbe ne avrebbe pregiudicato la legalità.
                                Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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