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Proverò a raccontare qualche piccolo episodio, ma per render la cosa più interessante... inviterò le ragazze a commentare quel che scriverò sul loro conto.
E a smentirmi, se necessario.
TORNO LUNEDI' con le risposte.
...E con le protagoniste!
Buona Domenica a tutti.
Comincerò da Mara, vista la bella amicizia che ci lega.
Questo che narrerò, è un piccolo episodio che non la riguarda come atleta, ma come persona.
Eravamo a Roma, pochi giorni prima di Ferragosto. Passeggiando per Trastevere, entrammo in una Chiesa che s' affaccia su di una bella Piazza con fontana.
Il profumo intenso dell' incenso ci introdusse nell' opulenza di mosaici, dorature e marmi. Tra grandi quadri ed oggetti sacri, Mara rimase invece attratta da una piccola statuina raffigurante un Santo e posta in un angolino. Ciò che la colpì era la sorprendente quantità di biglietti ai piedi della statua, con cui i fedeli invocavano delle grazie al Santo. In quelle stentate grafie si coglievano le preghiere e gli stenti di tanta povera gente, dalla modesta istruzione. Mara si procurò un bigliettino, si ritirò da una parte e scrisse anch' essa la sua preghiera. La pose insieme alle altre per poi rimanere un minuto in raccolto silenzio.
Uscendo era visibilmente commossa e mi disse: "Tanta gente viene a Roma, visitando luoghi di fede. Visita luoghi ricchi e magari non sà nulla di posti come questo dove la fede è più vera".
Accompagnai in silenzio queste sue parole, ma non le dimenticai.
Domani sarà la volta di una inedita Daniela Trevisiol.
Di Daniela racconterò della prima volta che ci incontrammo.
Nei giorni precedenti ci eravamo già scambiati diverse e-mail, come del resto con le altre atlete. Ma mi sembrava che Dani fosse quella che mi capisse meglio. Proprio per questa ragione, una volta che me la son trovata davanti, in una fredda mattinata di un anno fa, non avevo il coraggio di guardarla negli occhi. Ne temevo la capacità di esplorarmi dentro.
Iniziai così a parlarle senza mai fissarne lo sguardo.
La sorpresa fu che Daniela faceva la medesima cosa nei miei confronti. In breve aveva il mio stesso imbarazzo. Siamo andati avanti così per oltre un ora... si due scemi!
Un ora che però si rivelò preziosa. In seguito a quello stentato avvio, abbiamo pian piano trovato la fiducia nell' altro (piena testimonianza ne sono le immagini fin qui realizzate assieme).
Di lei nelle sedute e negli incontri avuti, posso affermare che non l' ho mai sentita dire una sola parola fuori posto o un espressione colorita. E' sempre composta ed educata, una autentica principessa. Regale e signorile, come la vediamo sul palco.
Davvero interessanti questi brevi racconti. Mi viene da pensare al fatto che spesso, chi e' a suo modo un artista, qualunque sia il suo campo, ha una sensibilita' alle emozioni molto particolare.
La chiesa di Trastevere suppongo fosse quella di Santa Maria, e Mara l'ho conosciuta di sfuggita qualche anno fa'
Ciao Oberdan, carissimo
mi hai fatto arrossire come un pomodoro alla lettura delle tue parole.
Non credetegli non sono una principessa, ma è vero che sono una persona molto timida.
Verissimo che al nostro primo incontro mi sentivo sotto esame e avevo un'assurda paura di non superarlo.
Questo è uno dei tanti motivi che mi ha spinto a gareggiare, in fondo ogni volta che si sale su un palco si è sottoposti ad esame, l'importante è la consapevolezza di aver dato il massimo per ottenere un esito positivo.
Grazie a tutti per le attenzioni che ogni giorno riservate a questo progetto.
Abbiamo superato le duemila visite... bravi!
Probabilmente oggi tutti vi aspettate due righe su Carla Girardello.
Sarebbe stato così, ma tra pochi giorni su una nota rivista di settore, uscirà un mio articolo a lei dedicato (corredato peraltro da molte foto) e non sarebbe corretto proporlo qui.
Colgo volentieri l' occasione per parlarvi di un altra persona speciale.
Un atleta che per incompatibilità coi suoi impegni professionali ha dovuto a malincuore abbandonare il progetto, cui s' è sempre dedicata con entusiasmo e serietà.
Vi parlerò di Barbara Carità.
Scendo dal treno e la chiamo al telefono: "Arrivo subito", mi risponde. Tempo un minuto e la vedo mentre sale gli scalini della stazione. E' la prima volta che la incontro ma non ho dubbi che sia lei: avete presente lo spettacolo che può offrire Barbara Carità in canottiera e gonna? Quando poi alla fine delle scale la luce del sole le inonda i capelli rosso mogano e gli occhi verdi, bhe... l' opera può dirsi completata.
Mi ha sempre offerto con il sorriso la sua disponibilità.
Una volta con lei abbiamo scattato foto per circa sei ore ricorrendo solo a dei piccolissimi intervalli (chi ha posato per me sa bene quanto faticose siano le mie sedute). Eppure abbiamo lavorato con entusiasmo dal primo all' ultimo scatto, convinti fino alla fine che la foto che stavamo per scattare sarebbe stata ancor migliore delle precedenti.
Ne son uscite immagini esclusive, belle ed originali, che conservo con geloso affetto.
E' una donna che fa dell' umiltà la sua bandiera.
Ogni volta che le ho fatto un complimento, lei ha sempre minimizzato evidenziandomi piuttosto qualcosa di se che intendeva correggere.
Barbara applica il principio per il quale la vera sfida è quella contro se stessi.
Anche quando parliamo di gare, scopro che non considera le sue avversarie come delle nemiche. Vede bensì in loro le persone che meglio posson capirla perchè hanno compiuto la sua stessa scelta di essere atlete in una disciplina "difficile".
Indubbiamente ha compreso il vero valore dello sport perchè dimostra di amarlo tanto nelle gesta quanto nelle sue parole.
Brava Barbara.
Ciao a tutti,
sono Daniela Trevisiol una delle protagonista di quest'opera: CULTURE FISICHE, opera che ritengo unica, come unico e geniale è l'ideatore di questo progetto, si parlo proprio di te Oberdan.
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