Come movimento di base la OHP, come isolamento le alzate a busto flesso (le scapole restano abdotte tutto il rom).
Dobbiamo pensare che la distribuzione de lavoro lungo tutta la catena e’ determinata da vari fattori, anatomici/biomeccanici/di controllo e attivazione volontaria.
Un movimento di tirata, esempio una trazione, implica diversi interventi muscolari e quindi articolati: essendo un movimento complesso, le strategie per determinare un preponderante impiego di un gruppo arbitrariamente indicato come TARGET devono essere chiare.
Ad esempio, io eseguo i Chin Up come fossero un pullover: la flessione di gomito e’ ridotta e l’estensione della spalla e’ molto marcata, quindi il risultato e’ un lavoro estremamente intenso sui gran dorsali.
I reat delts sono a monte della catena, e ne sono l’anello debole, quindi nel grosso del movimento daranno un contributo ma sara’ impossibile che sia sufficiente ad uno stimolo ipertrofico adeguato.
Con la OHp a fine rom, quando l’omero va dietro il piano frontale/il busto si proietta in avanti, il lavoro e’ in gran oarte per lui.
Nelle alzate a 90, tenere aBdotte le scapole e il gomito bloccato in lieve flessione, li rende motori princiali.
In movimenti estremamente dinamici come le Alzate Olimpiche la funzione dei deltoidi posteriori e’ ancora piu’ esaltata, sono di fatti ottimi esercizi ma quel campo prescinde dalla ricerca dell’ipertrofia settoriale.
Discorso analogo per le dip: per petto o tricipiti? Piu’ il lavoro relativo e’ a carico dei muscoli a monte, quindi rm di flesso-estensione della spalla maggiore di quello del gomito, maggiore sara’ l’enfasi sui pettorali.
Maggiore il rom sul gomito, maggiore il lavoro dei tris.
Tenere una posizione verticale a fine movimento permette di dare una grande enfasi sui fasci pettorali clavicolari, una finezza extra.
Insomma: osservare i gradi articolati per capire cosa sta lavorando di piu’.
Le differenze soggettive in termini di anatomia e controllo influenzano il tutto.
Di qui poi la ricerca di enfasi specifica intervenendo sugli aspetti esecutivi dove abbiamo margine.
Dobbiamo pensare che la distribuzione de lavoro lungo tutta la catena e’ determinata da vari fattori, anatomici/biomeccanici/di controllo e attivazione volontaria.
Un movimento di tirata, esempio una trazione, implica diversi interventi muscolari e quindi articolati: essendo un movimento complesso, le strategie per determinare un preponderante impiego di un gruppo arbitrariamente indicato come TARGET devono essere chiare.
Ad esempio, io eseguo i Chin Up come fossero un pullover: la flessione di gomito e’ ridotta e l’estensione della spalla e’ molto marcata, quindi il risultato e’ un lavoro estremamente intenso sui gran dorsali.
I reat delts sono a monte della catena, e ne sono l’anello debole, quindi nel grosso del movimento daranno un contributo ma sara’ impossibile che sia sufficiente ad uno stimolo ipertrofico adeguato.
Con la OHp a fine rom, quando l’omero va dietro il piano frontale/il busto si proietta in avanti, il lavoro e’ in gran oarte per lui.
Nelle alzate a 90, tenere aBdotte le scapole e il gomito bloccato in lieve flessione, li rende motori princiali.
In movimenti estremamente dinamici come le Alzate Olimpiche la funzione dei deltoidi posteriori e’ ancora piu’ esaltata, sono di fatti ottimi esercizi ma quel campo prescinde dalla ricerca dell’ipertrofia settoriale.
Discorso analogo per le dip: per petto o tricipiti? Piu’ il lavoro relativo e’ a carico dei muscoli a monte, quindi rm di flesso-estensione della spalla maggiore di quello del gomito, maggiore sara’ l’enfasi sui pettorali.
Maggiore il rom sul gomito, maggiore il lavoro dei tris.
Tenere una posizione verticale a fine movimento permette di dare una grande enfasi sui fasci pettorali clavicolari, una finezza extra.
Insomma: osservare i gradi articolati per capire cosa sta lavorando di piu’.
Le differenze soggettive in termini di anatomia e controllo influenzano il tutto.
Di qui poi la ricerca di enfasi specifica intervenendo sugli aspetti esecutivi dove abbiamo margine.
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