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A presto Raffaella

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    #61
    Ma no, io la chiuderei qui, o davvero si rischiano derive da boomer . In più il baretto scaccia in modo imbarazzante.

    Per rimanere in tema, miei parenti hanno avuto modo di vedere o conoscere di persona la Carrà, e confermano il suo essere stata persona genuina e molto alla mano


    Originariamente Scritto da Sean
    mi attacco ai tuoi pantaloni o te lo infilo a forza in gola




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      #62
      Nei primi anni 80 fecero un sondaggio in rai era più popolare di Pertini e di Wojtyla...
      Impressionante
      Originariamente Scritto da Marco pl
      i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
      Originariamente Scritto da master wallace
      IO? Mai masturbato.
      Originariamente Scritto da master wallace
      Io sono drogato..

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        #63
        Devastante tumore al polmone.

        Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          #64
          Raffaella Carrà ovvero i mille volti della tv italiana: icona erotica per famiglie e missionaria del sentimento, comunque la più amata

          La conduttrice ha attraversato diverse stagioni del piccolo schermo, tra pubblico e privato. Quasi sempre trionfando

          di Aldo Grasso

          Raffaella Carrà, scomparsa oggi, ha attraversato la storia della televisione italiana regalandole molte fisionomie, prima a passo di danza, poi a passo con i tempi. È stata show girl, regina del sabato sera, da «Canzonissima» a «Milleluci», da «Ma che sera» a «Fantastico». Chi ricorda quelle trasmissioni ricorda soprattutto le sigle: «Tuca-tuca», «Chissà se va», «Tanti auguri» (Com’è bello far l’amore da Trieste in giù…). Così simpatica, così a portata di mano, così «la più amata dagli italiani», eppure saldamente legata a immagini erotiche: inevitabilmente icona gay.

          Con la Carrà, la trasgressione sessuale diventa parentale: il «tuca-tuca» è stata la scoperta dell’ombelico da parte dell’ampia platea televisiva; appello di natura sessual-familiare capace solo di scatenare qualche timida vibrazione nel ricovero dei sensi. Con lei, l’interdizione sessuale si tramuta in seduzione buffa: anni dopo, Roberto Benigni la scaraventò per terra («Fantastico») e, mimando l’atto, la ricoprì solo di sinonimie ed eufemismi. È stata intrattenitrice, inventando per la Rai lo spazio del mezzogiorno, capace di elargire milioni con la conta dei fagioloni (uno dei giochi più folli mai inventati dalla Rai) e le telefonate in diretta con il pubblico (che da allora sono diventate una costante dei programmi di intrattenimento), ma capace anche di compiere piccoli miracoli (la bambina dislessica che finalmente si scioglie e dice: «Raffaella ti amo!), intervistare Enzo Ferrari, suo insospettabile fan.

          Intanto gli ascolti all’ora di pranzo diventano stratosferici (fino a dieci milioni di telespettatori). «1983 Pronto, Raffaella?» crea un caso politico per i disturbi mossi alla concorrenza: l’allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, protesta con il presidente della Rai Sergio Zavoli, mentre Ciriaco De Mita sostiene il direttore generale Biagio Agnes. Altre polemiche: nel 1986 conduce «Domenica in»: durante una puntata del contenitore domenicale la Carrà affida alle telecamere il suo sfogo privato per un articolo giornalistico che criticava il suo scarso senso filiale nei confronti della madre; l’iniziativa le costa l’accusa di utilizzare il video a fini personali ma rafforza il suo mito di italiana a tutto tondo. Così, quasi per dispetto, nel 1987, dietro compensi principeschi, la show girl passa a Canale 5, dove è stata protagonista di «Raffaella Carrà show» (1988) e «Il principe azzurro» (1989), non proprio due successi esaltanti.

          È stata madonna della lacrima, missionaria di una religione morbida, sentimentaloide, confortevole. Con «Carramba che sorpresa!» (1995) fa piangere mezza Italia. Sono lacrime calde, lacrime che fanno spettacolo. Ciò che è separato deve essere ricongiunto, ciò che turba eliminato, ciò che è distante ravvicinato. La Carrà non ha pubblico; ha qualcosa di più, che Auditel non è in grado di registrare. Può contare sui fedeli, su appartenenti a una confessione parareligiosa pronti a baciarle le mani, a toccarla, a venerarla. Così, stranite adolescenti finalmente incontrano il loro idolo canoro, camiciaie fans piangono con il ritratto di Little Tony in mano mentre una collega ritrova una parente, intere famiglie date per disperse si sublimano nell’agnizione finale. In questo programma, Raffaella è una donna molto determinata, estranea all’ironia, vive per il successo e per la santificazione in video ma è brava; accidenti se è brava: non sbaglia un tempo o un incontro o una lacrima.

          Per paradosso, “Carramba” è il programma che ha inciso di più sull’immaginario televisivo perché è stato vissuto come un messaggio di speranza: rincontrarsi con parenti lontani e dispersi ma poter ancora cantare e sgambettare, pur avendo una certa età. Più che una trasmissione era un corso terapeutico per spettatori incalliti, uno sfogatoio settimanale. Più che una trasmissione era una svendita di pianti in diretta, saldi di fine stagione e di fine emozione. È stata infine intervistatrice. Nel 2019 la Carrà si misura con il talk: «A raccontare comincia tu» di cui serbiamo il ricordo di un programma elegante, del valore del sorriso, della necessità di veri professionisti.

          Possiamo paragonare la Carrà ad alcuni intramontabili protagonisti maschili, come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Enzo Tortora, Corrado. In più lei sapeva cantare, ballare, recitare e scrivere programmi con i suoi mentori Gianni Boncompagni e Sergio Japino. Inossidabile, ma capace di adeguarsi alla tv che cambia di continuo, da soubrette diventa conduttrice e intervistatrice senza mai dimenticare le sue doti artistiche. Di sé amava ripetere: «Più che un’artista mi sento un’ottimizzatrice. Dovunque sia andata, ho imparato delle cose. Ma sono nata sotto il segno dei Gemelli e quando scendo dalla giostra, ho bisogno di volare, viaggiare e andare via. Se ho tempo per me, mi alzo dalla sedia e faccio finalmente quello che mi pare». Con Delia Scala, resta la nostra più grande show girl, l’indiscussa regina del varietà e della commozione.

          CorSera
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            #65
            .

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            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

            (L. Pirandello)

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              #66
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              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

              (L. Pirandello)

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                #67
                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                  #68
                  Povero Pippo, adesso è rimasto solo lui tra le colonne della (fu gloriosa) tv italiana.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    #69
                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Povero Pippo, adesso è rimasto solo lui tra le colonne della (fu gloriosa) tv italiana.
                    Immagine molto suggestiva.
                    Chissà cos'ha pensato in quel momento.
                    Immagino sia l'affetto e la stima per Raffaella, misto ad una tremenda tristezza, ma forse, anche una consapevolezza che ormai i migliori tempi sono davvero passati, e la vita per quanto meravigliosa sia stata, sta per giungere al termine.

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                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                      #70
                      esatto... avrà pensato che il prossimo è lui, com'è consuetudine nei giornali, ogni celebrità di una certa età ha già pronto il suo coccodrillo

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                        #71
                        Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
                        .

                        Inviato dal mio SM-N960F utilizzando Tapatalk
                        Quella canzone la cantarono davvero tutti. Io ho reminiscenze di infanzia, mia madre aveva la cassetta in auto...e ricordo bene il video della sigla girato all' "Italia in miniatura".

                        Canzoni ovviamente "leggere", forse proprio quella "musica leggerissima" che Colapesce-Di Martino chiedono di ascoltare nel loro noto pezzo sanremese: musica che ti distrae, musica allegra, canzoncine...ma proprio per questo così importanti per la storia del costume musicale e radiotelevisivo.

                        Boncompagni (che scrisse molti dei testi delle canzoni di Raffaella) ci scherzava sopra ma neanche tanto: "con queste che chiamano canzoncine ci ho guadagnato milioni"...ed era vero, hanno fatto il giro del mondo e qualcuna di quelle ancora oggi si canta, si balla, sta nei film. Di sicuro hanno molta più dignità e senso di parecchia pattumiera (Fedez e accoliti) presente.
                        Last edited by Sean; 09-07-2021, 07:36:00.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          #72





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                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                            #73


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                            Originariamente Scritto da Sean
                            Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              #74
                              Chi ci metti oggi al posto di quei 3?









                              "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                              Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                              vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                              (L. Pirandello)

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                                #75
                                pio e amedeo
                                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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