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SANREMO 2021 - Official Topic

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    Contento per i Maneskin anche se questo pezzo non mi ha esaltato troppo.
    Ne hanno scritti di.migliori.
    Ma meglio loro che qualcun altro.









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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      Vedo che il voto del pubblico ha “leggermente” drogato le posizioni finali.

      Ho ascoltato le 26 canzoni, alcune avrebbero scavalcato facilmente il duo Fedez-Michielin, una su tutte quella di Gazzè.

      Arisa e Noemi le voci più belle.
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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        Ecco le posizioni dei 26 big al termine della 71esima edizione del Festival di Sanremo. La classifica è il risultato della media tra le percentuali di voto ottenute nella serata finale (con le preferenze del pubblico con il televoto) e quelle ottenute nelle serate precedenti. Le tre canzoni che hanno ottenuto il punteggio più alto sono state votate nuovamente dalla giuria demoscopica, dalla sala stampa e del pubblico con il televoto

        1. Maneskin Zitti e buoni
        2. Francesca Michielin / Fedez Chiamami per nome
        3. Ermal Meta Un milione di cose da dirti
        4. Colapesce/Di Martino Musica leggerissima
        5. Irama La genesi del tuo colore
        6. Willie Peyote Mai dire mai (La Locura)
        7. Annalisa Dieci
        8. Madame Voce
        9. Orietta Berti Quando ti sei innamorato
        10. Arisa Potevi fare di più
        11. La Rappresentante di Lista Amare
        12. Extraliscio feat. Davide Toffolo Bianca luce nera
        13. Lo Stato Sociale Combat Pop
        14. Noemi Glicine
        15. Malika Ayane Ti piaci così
        16. Fulminacci Santa Marinella
        17. Max Gazzè Il farmacista
        18. Fasma Parlami
        19. Gaia Cuore amaro
        20. Coma_Cose Fiamme negli occhi
        21. Ghemon Momento perfetto
        22. Francesco Renga Quando trovo te
        23. Gio Evan Arnica
        24. Bugo E invece si
        25. Aiello Ora
        26. Random Torno a te


        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Con i Maneskin (e non solo) a Sanremo 2021 ha vinto la rivoluzione


          Questa edizione ha avuto il suono di una generazione nuova e ha segnato uno strappo fortissimo con il passato. Artisti che sfuggono alla grande industria, crescono nei nuovi media, e segnano una profonda distanza dalle generazioni precedenti

          di Ernesto Assante

          La rivoluzione è compiuta: i Maneskin, una band di giovanissimi, figli di una generazione nuova, con un brano rock, potente e sfacciato, hanno vinto il Festival di Sanremo. Fedez e Michielin al secondo posto, Ermal Meta chiude al terzo posto. E non basta: Willie Peyote vince il premio della Sala Stampa, Colapesce e Dimartino quello della Sala Radio e Tv, per il miglior testo ha vinto Madame, quello per la miglior composizione musicale a Ermal Meta.

          Le giurie, sommate, avevano offerto un risultato misto, celebrando sia l’innovazione che la conservazione, mentre nel rush finale tutto è cambiato, premiando il cambiamento, cosa rarissima in una manifestazione come Sanremo. Ma mai come in questa edizione il risultato finale va molto oltre quello, già assolutamente rivoluzionario della vittoria dei Maneskin. Il Festival pur restando una gara ha preso sempre più l’aspetto di una rassegna, in cui conta la proposta e non la posizione in classifica e tutti, in realtà, hanno davvero vinto. Perché ha vinto la musica.

          E c’è una canzone che ha un testo che, da solo, spiega tutto il Festival, quello di “Musica leggerissima” di Colapesce Dimartino, quando dice: “Metti un po’ di musica leggera, nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero che sta a un passo da noi”. Pura verità, cantata facendo finta che tutto sia un gioco. Ma la musica popolare non è un gioco, il pop è parte integrante della nostra vita quotidiana, è nei nostri cuori, nelle nostre vene, come cantano Colapesce e Dimartino, è qualcosa che ci aiuta, quando soffriamo e quando siamo felici, quando abbiamo bisogno di pensare e quando abbiamo “voglia di niente”.

          Hanno ragione quando dicono: “Rimane in sottofondo dentro ai supermercati, la cantano i soldati, i figli alcolizzati, i preti progressisti, la senti nei quartieri assolati, che rimbomba leggera, si annida nei pensieri, in palestra, tiene in piedi una festa anche di merda, ripensi alla tua vita, alle cose che hai lasciato cadere nello spazio della tua indifferenza”. Tutto Sanremo 2021, nel pieno della pandemia, con le poltrone del teatro vuote, con la gente in casa, con l’orchestra con le mascherine, con un paese in ginocchio, è raccontato da questa canzone, apparentemente leggerissima ma pesante come un macigno, vera e tagliente, tra i lustrini, le gag, i balletti, i travestimenti.

          Sanremo 2021 è stato dolce e amaro, ha cercato di consolare ma ci è coscientemente riuscito solo fin dove ha potuto, senza esagerare, senza coprire di lustrini la realtà, ha cercato di far dimenticare per qualche momento la realtà e allo stesso tempo ci ha costantemente ricordato che cosa sta accadendo. La vita è arrivata sul palco attraverso le canzoni: quella di Willie Peyote che inizia con la voce di Valerio Aprea in Boris: “Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. O in quella di Francesco Renga che parla della sua Brescia: “Guarda un po’ la mia città è insonne e ha smesso di sognare (…), questa volta ho come l’impressione che la speranza abbia cambiato umore”.

          Certo, non tutti i testi sono così, perché la “voglia di niente” è altrettanto importante e cantare d’amore è altrettanto importante. Ma anche portare l’amore in scena, senza finzioni, senza badare agli altri, come hanno fatto i Coma_Cose, che hanno cantato per loro stessi cantando per tutti quelli che si amano. Vi sembra poco tutto questo in un festival? Vi sembra che davvero sia soltanto “intrattenimento”? Lo è, non c’è dubbio, e meno male che lo è, se non ci intrattenesse sarebbe altro, non sarebbe arte. Ma non si limita a farci pensare o a intrattenere.

          Prendete Madame e la sua intricata proposta musicale. O i Maneskin, giovanissimi e rock. O gli Extraliscio, che delirano liberamente e poeticamente, o Fasma che trasforma la trap in canzone, o Lo Stato Sociale che mescola gli Skiantos e la magia, Fulminacci e la sua chitarra acustica, Malika Ayane e la sua eleganza, la meravigliosa felicità di Ghemon, la passione inarrestabile di Aiello, il tormentone contaminato di Gaia, o l’emozione di Random, la forza di Ermal Meta, la voce di Arisa, la poesia sbilenca di Gio Evan, la vita stracciata di Bugo, la travolgente emozione de La Rappresentante di Lista, e ancora gli altri, tutti gli altri, Annalisa, Noemi, Irama, Michielin e Fedez, quelli che ci sono piaciuti, quelli che non ci sono piaciuti, come è normale che sia.


          Le canzoni sono importanti, lo sono sempre, lo sono ancora di più in questo momento, e Sanremo, sera dopo sera, lo ha dimostrato. E’ partito male il festival, sottovalutando le canzoni e mettendo tanto, troppo varietà, troppo spettacolo, poi per forza di cose, le canzoni hanno riconquistato lo spazio, il tempo, il cuore, e il pubblico. Canzoni in gran parte diverse dal mainstream, proposte da molti artisti che il grande pubblico non aveva nemmeno mai sentito nominare. Artisti contemporanei, veri, quelli che stanno rivoluzionando la musica italiana e hanno rivoluzionato Sanremo.


          Il suono di una generazione nuova, che ha segnato uno strappo fortissimo con il passato, che ha occupato la scena, le classifiche, le piattaforme di streaming, sfuggendo alla grande industria, al modo della comunicazione ufficiale, crescendo nei nuovi media, nell’underground, segnando una profonda distanza dalle generazioni precedenti. Il Festival li ha portati all’attenzione di tutti, ha acceso la luce su una generazione in movimento, che sta cambiando le regole del gioco, in un momento in cui il Paese ha bisogno di energia nuova, di nuove speranze e, lasciatecelo dire, di nuove canzoni.


          Questa edizione ha avuto il suono di una generazione nuova e ha segnato uno strappo fortissimo con il passato. Artisti che sfuggono alla grande industria, cres…
          Last edited by Sean; 07-03-2021, 08:47:53.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Le canzoni finite sul podio fotografano abbastanza fedelmente quella che è la scena musicale italiana oggi: "Zitti e buoni", ovvero i Maneskin, è la musica, sono i gruppi ed i cantanti che scaricano oggi i giovani, cioè coloro che pagano per la musica, e dunque il mercato. In un anno poi dove i live mancano, vince un gruppo rock con una grande presenza scenica, con musica sparata forte che, in un Festival dalle serate troppo lunghe, risveglia chi si assopisce, ricordandoci che la musica è non solo quella che si scarica ma anche quella dal vivo.

            Fedez-Michielin, ma direi Fedez, sono quei cantanti che godono della nuova popolaritò, che non si misura più tanto in qualità artistiche o dischi venduti ma nelle visualizzazioni dei video e nel seguito sui social...per cui la proposta artistica passa in secondo piano, perchè si fida su di un seguito di pubblico che si calcola in milioni di contatti, e questo basta a chi è a capo della ditta.

            La canzone resta però esile, ci rimette la Michielin che è una brava cantante e che arriva nuovamente seconda e nuovamente dietro ad un gruppo (battuta nel 2016 dagli Stadio).

            Terzo è Ermal Meta, la quota che, in un Festival pieno di proposte nuove, possiamo definire "rassicurante": volto conosciuto, scrittura e voce intellegibili, un cantautore, canzone che però non è tra le sue migliori.

            Ai piedi del podio si ferma "Musica leggerissima", la canzone-riassunto di tanta tradizione musicale, che pesca a piene mani negli anni '70 ma che ha un testo pienamente e drammaticamente immerso in questa contemporaneità.

            Si perdono nel gruppo le donne, le interpreti pure (Noemi, Arisa) salvandosi la sola Annalisa che però pure lei non ha una canzone che spicca particolarmente. Ha successo invece Madame, guarda caso un altro nome che va forte tra i giovanissimi, ovvero tra i fruitori di questa attuale scena musicale.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              noemi imho meritava di poi , la canzone era valida , l esecuzione anche , di fama ne ha anche lei tra la generazione talent ...strano
              Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
              Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
              Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
                noemi imho meritava di poi , la canzone era valida , l esecuzione anche , di fama ne ha anche lei tra la generazione talent ...strano
                Nei mutevolissimi e velocissimi tempi odierni, è probabile che anche Noemi sia percepita come "già vista e già vissuta" dalla generazione-talent, dalle generazioni-follower...che si buttano a pesce lì dove sorgono novità che li stimolino...

                La canzone è carina ma, come per Annalisa, manca di quel qualcosa che la renda "forte", "memorabile", di impatto, che la elevi, insomma, tra le tante proposte di quest'anno...ma le donne appunto scontano il fatto della penuria di autori puri. Madame, ad esempio, è una cantautrice, ed è quella tra le proposte femminili ad aver fatto l'exploit.

                Sono tempi (musicali ma non solo musicali) di difficile lettura. Occorrerebbe interpretare le nuove generazioni per capire dove si va, cosa pensano, cosa sentono (musicalmente ma anche interiormente), cosa vogliono...ed è una traduzione non facile.
                Last edited by Sean; 07-03-2021, 09:55:32.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Con i Maneskin (e non solo) a Sanremo 2021 ha vinto la rivoluzione


                  Questa edizione ha avuto il suono di una generazione nuova e ha segnato uno strappo fortissimo con il passato. Artisti che sfuggono alla grande industria, crescono nei nuovi media, e segnano una profonda distanza dalle generazioni precedenti

                  di Ernesto Assante

                  La rivoluzione è compiuta: i Maneskin, una band di giovanissimi, figli di una generazione nuova, con un brano rock, potente e sfacciato, hanno vinto il Festival di Sanremo. Fedez e Michielin al secondo posto, Ermal Meta chiude al terzo posto. E non basta: Willie Peyote vince il premio della Sala Stampa, Colapesce e Dimartino quello della Sala Radio e Tv, per il miglior testo ha vinto Madame, quello per la miglior composizione musicale a Ermal Meta.

                  Le giurie, sommate, avevano offerto un risultato misto, celebrando sia l’innovazione che la conservazione, mentre nel rush finale tutto è cambiato, premiando il cambiamento, cosa rarissima in una manifestazione come Sanremo. Ma mai come in questa edizione il risultato finale va molto oltre quello, già assolutamente rivoluzionario della vittoria dei Maneskin. Il Festival pur restando una gara ha preso sempre più l’aspetto di una rassegna, in cui conta la proposta e non la posizione in classifica e tutti, in realtà, hanno davvero vinto. Perché ha vinto la musica.

                  E c’è una canzone che ha un testo che, da solo, spiega tutto il Festival, quello di “Musica leggerissima” di Colapesce Dimartino, quando dice: “Metti un po’ di musica leggera, nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero che sta a un passo da noi”. Pura verità, cantata facendo finta che tutto sia un gioco. Ma la musica popolare non è un gioco, il pop è parte integrante della nostra vita quotidiana, è nei nostri cuori, nelle nostre vene, come cantano Colapesce e Dimartino, è qualcosa che ci aiuta, quando soffriamo e quando siamo felici, quando abbiamo bisogno di pensare e quando abbiamo “voglia di niente”.

                  Hanno ragione quando dicono: “Rimane in sottofondo dentro ai supermercati, la cantano i soldati, i figli alcolizzati, i preti progressisti, la senti nei quartieri assolati, che rimbomba leggera, si annida nei pensieri, in palestra, tiene in piedi una festa anche di merda, ripensi alla tua vita, alle cose che hai lasciato cadere nello spazio della tua indifferenza”. Tutto Sanremo 2021, nel pieno della pandemia, con le poltrone del teatro vuote, con la gente in casa, con l’orchestra con le mascherine, con un paese in ginocchio, è raccontato da questa canzone, apparentemente leggerissima ma pesante come un macigno, vera e tagliente, tra i lustrini, le gag, i balletti, i travestimenti.

                  Sanremo 2021 è stato dolce e amaro, ha cercato di consolare ma ci è coscientemente riuscito solo fin dove ha potuto, senza esagerare, senza coprire di lustrini la realtà, ha cercato di far dimenticare per qualche momento la realtà e allo stesso tempo ci ha costantemente ricordato che cosa sta accadendo. La vita è arrivata sul palco attraverso le canzoni: quella di Willie Peyote che inizia con la voce di Valerio Aprea in Boris: “Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. O in quella di Francesco Renga che parla della sua Brescia: “Guarda un po’ la mia città è insonne e ha smesso di sognare (…), questa volta ho come l’impressione che la speranza abbia cambiato umore”.

                  Certo, non tutti i testi sono così, perché la “voglia di niente” è altrettanto importante e cantare d’amore è altrettanto importante. Ma anche portare l’amore in scena, senza finzioni, senza badare agli altri, come hanno fatto i Coma_Cose, che hanno cantato per loro stessi cantando per tutti quelli che si amano. Vi sembra poco tutto questo in un festival? Vi sembra che davvero sia soltanto “intrattenimento”? Lo è, non c’è dubbio, e meno male che lo è, se non ci intrattenesse sarebbe altro, non sarebbe arte. Ma non si limita a farci pensare o a intrattenere.

                  Prendete Madame e la sua intricata proposta musicale. O i Maneskin, giovanissimi e rock. O gli Extraliscio, che delirano liberamente e poeticamente, o Fasma che trasforma la trap in canzone, o Lo Stato Sociale che mescola gli Skiantos e la magia, Fulminacci e la sua chitarra acustica, Malika Ayane e la sua eleganza, la meravigliosa felicità di Ghemon, la passione inarrestabile di Aiello, il tormentone contaminato di Gaia, o l’emozione di Random, la forza di Ermal Meta, la voce di Arisa, la poesia sbilenca di Gio Evan, la vita stracciata di Bugo, la travolgente emozione de La Rappresentante di Lista, e ancora gli altri, tutti gli altri, Annalisa, Noemi, Irama, Michielin e Fedez, quelli che ci sono piaciuti, quelli che non ci sono piaciuti, come è normale che sia.


                  Le canzoni sono importanti, lo sono sempre, lo sono ancora di più in questo momento, e Sanremo, sera dopo sera, lo ha dimostrato. E’ partito male il festival, sottovalutando le canzoni e mettendo tanto, troppo varietà, troppo spettacolo, poi per forza di cose, le canzoni hanno riconquistato lo spazio, il tempo, il cuore, e il pubblico. Canzoni in gran parte diverse dal mainstream, proposte da molti artisti che il grande pubblico non aveva nemmeno mai sentito nominare. Artisti contemporanei, veri, quelli che stanno rivoluzionando la musica italiana e hanno rivoluzionato Sanremo.


                  Il suono di una generazione nuova, che ha segnato uno strappo fortissimo con il passato, che ha occupato la scena, le classifiche, le piattaforme di streaming, sfuggendo alla grande industria, al modo della comunicazione ufficiale, crescendo nei nuovi media, nell’underground, segnando una profonda distanza dalle generazioni precedenti. Il Festival li ha portati all’attenzione di tutti, ha acceso la luce su una generazione in movimento, che sta cambiando le regole del gioco, in un momento in cui il Paese ha bisogno di energia nuova, di nuove speranze e, lasciatecelo dire, di nuove canzoni.


                  https://www.repubblica.it/dossier/sp...00045-P1-S2-T1
                  perciò avrei voluto vincessero loro,ma sono cmq contento anche per i maneskin
                  Alboreto is nothing

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                    Le ho ascoltate e riascoltate tutte ma me ne sono rimaste in mente solo 5 che riconoscerei alla radio.

                    Anonimato fluido, expendables.



                    Originariamente Scritto da Giampo93
                    Finché c'è emivita c'è Speran*a

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                      Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
                      noemi imho meritava di poi , la canzone era valida , l esecuzione anche , di fama ne ha anche lei tra la generazione talent ...strano
                      I follower dei talent durano un anno e poco più, poi c'è il vincitore successivo e così via

                      Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                        Per quanto riguarda il Festival, dal punto di vista musicale Amadeus ha fatto un buon lavoro, buttando dentro tanta contemporaneità e dando modo, a chi non conosce(va) questi nomi, di avere una idea della scena musicale odierna...quindi da questo punto di vista è promosso.

                        Meno bene dal lato della costruzione dello spettacolo televisivo. Premesso che fare il Festival a teatro vuoto, in un anno pandemico, immersi in una tragedia e costrizione epocali, non è assolutamente facile...questo premesso, e anzi proprio per come siamo combinati, Amadeus ha messo su serate troppo lunghe, con davvero momenti ed ospiti inutili e dei quali si sarebbe potuto fare volentieri a meno.

                        Alla fine è risultato un calderone senza un vero filo narrativo, per cui si passava dal cazzeggio alla sclerosi multipla, dagli inutili e pesantissimi monologhi delle Botteri e delle Palombelli, completamente fuori contesto, al karaoke dei Mihajlovic (?) e Ibrahimovic (simpatico, ma sarebbe bastata una serata).

                        Insomma, uno show lungo e sbagliato. Il senso del limite, delle proporzioni, dell'armonia era benedetto presso gli Antichi: formava il cosiddetto "canone"...occorre infatti seguire un canone per costruire qualcosa di uniforme e dunque fruibile senza stanchezza.

                        Dal prossimo anno si cambia, staremo a vedere...intanto speriamo però che a cambiare sia questa pandemia perchè è un tunnel troppo lungo e che deforma tutto, il privato e il pubblico di ciascuno di noi.
                        Last edited by Sean; 07-03-2021, 10:16:32.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          A che ora hanno chiuso?
                          Le 2?









                          "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                          Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                          vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                          (L. Pirandello)

                          Commenta


                            SANREMO 2021 - Official Topic

                            In quello che è forse lo spettacolo più nazional popolare d’Italia era (purtroppo) imprescindibile la quota femminista / radical rappresentata dalla Botteri e dalla Palombelli con monologhi pesantissimi
                            Poco importa se poi queste moderne femministe non abbiano però poi la minima idea di chi siano i cantanti “moderni” sul palco, quelli che i giovani seguono ed ascoltano su social, piattaforme & co
                            Gli stessi giovani che guarda caso non hanno più riferimenti e stimoli in quell’area politica totalmente scollegata dalla realtà e dai problemi reali delle nuove generazioni
                            Originariamente Scritto da Sean
                            faccini, kazzi, fike, kuli
                            cesko92 [at] live.it

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                              Già tanto che non hanno chiamato Saviano
                              Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                              Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                              Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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                                Onestamente , e sono uno che schifa ste robe degli ultimi tempi , vittoria meritatissima ... è la miglior canzone che ho sentito tra tutte

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