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Rottura miotendinea del tendine del bicipite brachiale destro

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    Rottura miotendinea del tendine del bicipite brachiale destro

    Salve a tutti, sono nuovo del forum e per prima cosa mi presento brevemente: ho 49 anni, ho praticato nuoto e BodyBuilding in passato; negli ultimi anni mi sono abbastanza "seduto" e di conseguenza imbolsito. Ora vorrei riprendere a fare attività fisica nella piccola palestra che ho in casa: BB e cardio, nei limiti della mia veneranda età.


    Il mio problema: due anni fa un incidente abbastanza banale (ero in un parco, e il mio cane mi ha strattonato giù per un declivio fangoso, sono scivolato violentemente in avanti e per non cadere mi sono appeso ad un ramo di un albero, con il braccio destro in allungamento estremo e il polso supinato, verso l'alto, ho sentito uno schiocco, ma quasi nessun dolore) mi ha provocato la rottura miotendinea a carico del tendine distale del bicipite brachiale destro.


    Dopo visita in Pronto Soccorso ed ecografia, accertata la rottura, sono stato sottoposto quasi subito ad intervento chirurgico: il tendine è stato ricollegato alla tuberosità radiale mediante due ancorette in titanio inserite nell'osso del radio.
    Mi hanno detto che per la guarigione completa ci sarebbero voluti 6 MESI.


    Per i 3 mesi successivi ho indossato un tutore articolato a 90 gradi giorno e notte e ho fatto fisioterapia di mobilizzazione passiva e laser.
    Dopo 3 mesi i medici mi hanno detto che potevo abbandonare il tutore a patto di non sottoporre il braccio a sforzi, tranne esercizi dapprima con pesi minimi (mezzo kg... 1kg... 2kg, a crescere) nell'arco dei successivi due mesi per il muscolo ormai atrofizzato.


    Tuttavia nel muscolo ora era chiara una DEFORMITA' del profilo anteriore del braccio, in quanto il bicipite si era molto ACCORCIATO risalendo verso la spalla come se il tessuto connettivo del tendine in guarigione si fosse allungato.


    Dopo 6 mesi l'ultima visita: i medici mi hanno detto che la guarigione era completa.
    Ma non quadrava: sebbene il tendine fosse di nuovo al suo posto, ben teso (prova di Hook) il muscolo era piuttosto deforme e il bicipite era vistosamente accorciato; a peggiorare le cose: i dolori al braccio erano molto forti, anche solo a sollevare una bottiglia d'acqua, e duravano settimane.
    Ho fatto presente questi problemi ma mi hanno liquidato sostenendo che tutto sarebbe tornato a posto entro qualche settimana, con un po' di esercizio.
    Ma non è stato così.


    Dopo un anno, con il bicipite destro sempre accorciato e indebolito dato che ero diventato praticamente MANCINO (usavo solo il braccio sinistro per i carichi, come le buste della spesa, per evitare i dolori al destro) mi sono rivolto ad uno specialista spalla-gomito che dopo avermi visitato ha ipotizzato che durante il processo di guarigione post-operazione si sia formato del tessuto cicatriziale in eccesso nel tendine e una calcificazione dell'inserto nell'osso radio, di qui l'accorciamento del bicipite, la debolezza del muscolo e i dolori. Del resto - ha sostenuto il medico - si trattava pur sempre di un tendine "ricucito" , per cui era tutto nella norma. E mi ha consigliato vivamente di non sottoporre il bicipite destro a carichi medio-pesanti, perché rischiavo un'altra rottura del tendine (essendo appunto qualcosa di "ricucito e rattoppato", secondo la sua spiegazione).


    Ora, a distanza di 2 anni dall'intervento chirurgico, pur essendo la mia parte destra quella dominante, sono diventato quasi del tutto mancino (tranne che per scrivere ) dato che per tutti i pesi quotidiani (anche solo sollevare il materasso) uso il braccio sinistro. E la differenza tra le due braccia si vede e si sente. Il sinistro è più grande e forte; il destro, quello "ricucito", è abbastanza rimpicciolito e debole. E i dolori non sono mai passati.


    Le mie domande sono due:


    1) A qualcuno è capitato un incidente simile? (so che è relativamente raro).

    2) Ora che intendo riprendere l'attività fisica anche con i pesi, devo preoccuparmi che (dolore a parte) il mio tendine si rompa di nuovo facilmente? Magari facendo Lat Machine o altri esercizi che mettono sotto sforzo il bicipite? Il dolore stesso (che è ora abbastanza sopportabile) è un segnale che il tendine è in pericolo e può nuovamente rompersi?


    (chiedo scusa per il lungo messaggio)

    ---
    P.S. Un fisioterapista mi ha proposto l'elettrostimolazione, ma onestamente non sono convinto e non vorrei provocare danni e peggiorare la situazione.

    Grazie a tutti,
    Cristiano
    Last edited by Grid; 06-08-2020, 16:38:45.

    #2
    Innanzitutto la "veneranda età" è un'espressione sgradita a chi, come me, è anche meno giovane di te.

    A parte gli scherzi, i temi sono due.

    Il primo è il (relativamente recente) dilemma fra il post operatorio ortopedico con immobilizzazione o mobilizzazione precoce.
    Dico "recente" perché in passato era sistematico immobilizzare l'articolazione operata, mentre solo da alcuni anni molti ortopedici hanno scoperto i vantaggi di lasciare l'arto libero fin dai primi giorni dopo l'intervento.
    Per te è stata scelta la modalità classica, a consuntivo viene da dire che forse sarebbe stato meglio l'altro modo, ma col senno di poi siamo tutti fenomeni.

    Il secondo tema è come riabilitare.
    Ovvio che la paura di farsi male esiste sempre, ma paradossalmente è più facile farsi male se non si allena il movimento.
    Ad esempio, se tu rinunciassi a lavorare con quei braccio, come reagiresti ad una caduta, ad un movimento imprevisto brusco (simile a quello che ti ha provocato l'infortunio)?
    Sicuramente con maggior rischio di quello che correresti se tu avessi entrambe le braccia allenate.
    Quindi, pur rispettando gradualità nei carichi e soprattutto nel range di movimento (ad esempio la supinazione in estensione fa male anche ad un sano, ovvio che tu ci debba arrivare con molta pazienza), credo sia utile iniziare subito con l'allenamento.
    Privilegiando quei movimenti naturali e liberi che consentano al tuo braccio di lavorare come gli viene meglio (che potrebbe essere diverso da come era prima).
    Per il bicipite, esercizi come le trazioni agli anelli o pullup (inizialmente facilitate con elastici), il rematore con il manubrio, il curl col manubrio, sono esempi di cose che puoi fare per esercitare braccio, polso e presa.
    E per quanto oggi tu senta la necessità di allenare il destro, ti consiglio di allenarti comunque su entrambe le braccia.

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      #3
      Ciao, purtroppo come ben sai quel braccio restera’ sempre piu’ fragile dell’altro.
      Una delle cause e’ proprio il tessuto cicatriziale che va a sostituire quello contrattile in situazioni del genere, nel corso del tempo.

      Tassativo iniziare con una valutazione seria, cosa c@zzo significa “elettrostimolare”, che hai delle rigidita’ che si vedono da qui anche senza saper leggere e scrivere...

      Su quella muscolatura “bisogna metterci le mani”, non se ne scappa.

      Tecniche e strategie ce ne sono a non finire, ma il primo passo e’ quello.

      Da quello che scrivi in questi anni ti hanno fatto fare il solito ping pong perditempo.


      Stai attento, prima di cominciare a lavorarci su con gli esercizi devi essere messo nelle condizioni di poterlo fare, e purtroppo i margini di miglioramento non si preannunciano tali da portare ad una funzione completa.

      Solo chi ti vede dal vivo e ci mette l’impegno puo’ indirizzarti precisamente.

      Paghi, pretendilo.



      Originariamente Scritto da Giampo93
      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        #4
        Originariamente Scritto da AlbiTapa Visualizza Messaggio
        Innanzitutto la "veneranda età" è un'espressione sgradita a chi, come me, è anche meno giovane di te.
        Ciao AlbiTapa, ti ringrazio per la celere risposta e ti chiedo scusa: ovviamente "veneranda età" era assolutamente autoironico e scherzoso. Soprattutto perché in giro vedo miei coetanei in gran forma, perciò ogni volta concludo che sono io ad aver un bel po' di ruggine accumulata.

        Originariamente Scritto da AlbiTapa Visualizza Messaggio
        A parte gli scherzi, i temi sono due.

        Il primo è il (relativamente recente) dilemma fra il post operatorio ortopedico con immobilizzazione o mobilizzazione precoce.
        Dico "recente" perché in passato era sistematico immobilizzare l'articolazione operata, mentre solo da alcuni anni molti ortopedici hanno scoperto i vantaggi di lasciare l'arto libero fin dai primi giorni dopo l'intervento.
        Per te è stata scelta la modalità classica, a consuntivo viene da dire che forse sarebbe stato meglio l'altro modo, ma col senno di poi siamo tutti fenomeni.
        Capisco il dilemma e ti ringrazio per la spiegazione. C'è da dire che nel mio caso non c'è stata comunque un'immobilizzazione totale nei 3 mesi successivi all'intervento. Per brevità non ho specificato tutte le prescrizioni dell'ortopedico: nei primi 15 gg. dopo l'intervento dovevo liberare il braccio dal tutore (e distenderlo) ogni 5 gg. per la medicazione della ferita, ogni 7 gg. per il trattamento con il laser per ridurre l'infiammazione post operatoria (a quel tempo il bicipite era ben in sede e non accorciato come in seguito).
        Dopo poco più di un mese mi hanno fatto togliere la fascia attorno al collo e sbloccare la ghiera al gomito del tutore articolato, in maniera tale che guadagnassi 10 gradi di escursione ogni 15 giorni. Dovevo però di nuovo immobilizzare il braccio a 90 gradi durante la notte.
        Quando mi hanno detto di liberarmi del tutore, lo portavo ormai penzolante con un'escursione massima di circa 150 gradi, oltre la fisioterapia di mobilizzazione passiva, con braccio libero, per quei 15-20 minuti di manipolazione ogni settimana.
        È però vero che tenevo sempre il braccio rigido per paura che saltasse di nuovo il tendine.

        Originariamente Scritto da AlbiTapa Visualizza Messaggio
        Il secondo tema è come riabilitare.
        Ovvio che la paura di farsi male esiste sempre, ma paradossalmente è più facile farsi male se non si allena il movimento.
        Ad esempio, se tu rinunciassi a lavorare con quei braccio, come reagiresti ad una caduta, ad un movimento imprevisto brusco (simile a quello che ti ha provocato l'infortunio)?
        Verissimo. Ti ringrazio che tu me lo dica, perché la paura è sempre quella... che si spezzi il tendine nuovamente.

        Originariamente Scritto da AlbiTapa Visualizza Messaggio
        Sicuramente con maggior rischio di quello che correresti se tu avessi entrambe le braccia allenate.
        Quindi, pur rispettando gradualità nei carichi e soprattutto nel range di movimento (ad esempio la supinazione in estensione fa male anche ad un sano, ovvio che tu ci debba arrivare con molta pazienza), credo sia utile iniziare subito con l'allenamento.
        Privilegiando quei movimenti naturali e liberi che consentano al tuo braccio di lavorare come gli viene meglio (che potrebbe essere diverso da come era prima).
        Per il bicipite, esercizi come le trazioni agli anelli o pullup (inizialmente facilitate con elastici), il rematore con il manubrio, il curl col manubrio, sono esempi di cose che puoi fare per esercitare braccio, polso e presa.
        E per quanto oggi tu senta la necessità di allenare il destro, ti consiglio di allenarti comunque su entrambe le braccia.
        Ti ringrazio, mi incoraggi enormemente. Dici che potrei fare trazioni (in realtà non ho più la forza fisica per il pull-up per un rapporto forza-peso corporeo), ma ciò significa che ad esempio posso fare tirate alla lat machine con 40-50kg (decisamente assai meno del mio peso corporeo!) senza il timore costante che si stacchi nuovamente il tendine.
        Grazie per i tuoi preziosi consigli, ricomincerò ad allenarmi senza esagerare... ma soprattutto senza il continuo timore di danneggiarmi nuovamente il braccio.

        Grazie, ciao!
        (mi spiace, ma non trovo la funzione "ringrazia utente")
        Last edited by Grid; 06-08-2020, 18:57:30.

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          #5
          Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
          Ciao, purtroppo come ben sai quel braccio restera’ sempre piu’ fragile dell’altro.
          Una delle cause e’ proprio il tessuto cicatriziale che va a sostituire quello contrattile in situazioni del genere, nel corso del tempo.

          Tassativo iniziare con una valutazione seria, cosa c@zzo significa “elettrostimolare”, che hai delle rigidita’ che si vedono da qui anche senza saper leggere e scrivere...

          Su quella muscolatura “bisogna metterci le mani”, non se ne scappa.

          Tecniche e strategie ce ne sono a non finire, ma il primo passo e’ quello.

          Da quello che scrivi in questi anni ti hanno fatto fare il solito ping pong perditempo.


          Stai attento, prima di cominciare a lavorarci su con gli esercizi devi essere messo nelle condizioni di poterlo fare, e purtroppo i margini di miglioramento non si preannunciano tali da portare ad una funzione completa.

          Solo chi ti vede dal vivo e ci mette l’impegno puo’ indirizzarti precisamente.

          Paghi, pretendilo.
          Ciao Sly (mi piace il tuo Nick, sono sempre stato un fan di Sly Stallone, sin da adolescente )
          ti ringrazio per la tua risposta.
          So che il mio braccio destro non sarà mai più "sano", ma per me ciò che conta è poterlo usare più o meno come prima, sicuramente meno di prima, ma va bene così; soprattutto senza il timore che il tendine mi si spezzi di nuovo magari per uno sforzo non eccessivo. Quanto al dolore, è sopportabile e resta il fatto che è un muscolo ricucito. Mi hanno detto che un tendine "rattoppato" non è più fragile ma solo meno elastico e flessibile di un tendine "vergine". Non so, ma ricominciare ad usare il braccio è probabilmente la cosa migliore.
          Grazie per la tua risposta, ciao.

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            #6
            “La statistica” ci dice che a fronte di una lesione, seppur importante, si possono tornare a fare tante cose, quindi bilanciare attenzioni e cura con determinazione a migliorarsi e’ la strada vincente.

            Quindi non e’ questione di “se”, ma di “quando”...passando per il “come”.

            In bocca al lupo davvero



            Originariamente Scritto da Giampo93
            Finché c'è emivita c'è Speran*a

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              #7
              Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
              “La statistica” ci dice che a fronte di una lesione, seppur importante, si possono tornare a fare tante cose, quindi bilanciare attenzioni e cura con determinazione a migliorarsi e’ la strada vincente.

              Quindi non e’ questione di “se”, ma di “quando”...passando per il “come”.

              In bocca al lupo davvero
              Grazie Sly!

              Commenta


                #8
                Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                “La statistica” ci dice che a fronte di una lesione, seppur importante, si possono tornare a fare tante cose, quindi bilanciare attenzioni e cura con determinazione a migliorarsi e’ la strada vincente.

                Quindi non e’ questione di “se”, ma di “quando”...passando per il “come”.

                In bocca al lupo davvero
                Confermo distacco del tendine dal capo lungo del bicipite sull'inserzione della spalla, è capitato circa alla tua età, caduta in moto, o meglio, la moto è caduta ed io ho cercato di prenderla mentre cadeva, 250 kg di moto, l'ho presa, ma......

                Lo hanno riconnesso dopo 10-15 giorni, al limite proprio. Ti devo confessare che per arrivare a riattaccarlo credo che abbiano distrutto altre parti della spalla e del pettorale, non so se per adesioni cicatriziali che si sono formate o perchè hanno tagliato malamente per arrivare fino a quel punto, avevo la muscolatura piuttosto evidente, non da persona normale, quindi presumo si siano fatti strada in modo poco ortodosso.

                Nel giro di pochi mesi però sono tornato a muoverlo, a 6 mesi facevo tutti gli esercizi con cautela e dopo un anno era quasi come se non avessi avuto nulla. Il bicipite è lievemente asimmetrico rispetto a quello sano, ma si nota pochissimo. Funzionalmente è perfetto, faccio persino stacchi pesanti, bipiciti, trazioni alla sbarra.

                In sostanza, io proverei con un bravo fisioterapista o un bravo ortopedico che abbia voglia di indagare (RM ed altri strumenti) e voglia di fare riabilitazione.
                Come dice Sly "non e’ questione di “se”, ma di “quando”...passando per il “come”.", in fondo l'infortunio peggiore è stato già sanato.



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                  #9
                  Originariamente Scritto da Sergio Visualizza Messaggio
                  Confermo distacco del tendine dal capo lungo del bicipite sull'inserzione della spalla, è capitato circa alla tua età, caduta in moto, o meglio, la moto è caduta ed io ho cercato di prenderla mentre cadeva, 250 kg di moto, l'ho presa, ma......

                  Lo hanno riconnesso dopo 10-15 giorni, al limite proprio. Ti devo confessare che per arrivare a riattaccarlo credo che abbiano distrutto altre parti della spalla e del pettorale, non so se per adesioni cicatriziali che si sono formate o perchè hanno tagliato malamente per arrivare fino a quel punto, avevo la muscolatura piuttosto evidente, non da persona normale, quindi presumo si siano fatti strada in modo poco ortodosso.

                  Nel giro di pochi mesi però sono tornato a muoverlo, a 6 mesi facevo tutti gli esercizi con cautela e dopo un anno era quasi come se non avessi avuto nulla. Il bicipite è lievemente asimmetrico rispetto a quello sano, ma si nota pochissimo. Funzionalmente è perfetto, faccio persino stacchi pesanti, bipiciti, trazioni alla sbarra.

                  In sostanza, io proverei con un bravo fisioterapista o un bravo ortopedico che abbia voglia di indagare (RM ed altri strumenti) e voglia di fare riabilitazione.
                  Come dice Sly "non e’ questione di “se”, ma di “quando”...passando per il “come”.", in fondo l'infortunio peggiore è stato già sanato.
                  Ciao Sergio,
                  grazie per la tua risposta: soprattutto la tua testimonianza. Afferrare due quintali e mezzo di moto in caduta deve essere stata cosa da non poco per il tuo braccio, considerando anche il contraccolpo. Dunque nel tuo caso la rottura è avvenuta all'altezza della spalla (dove il bicipite brachiale ha due tendini, se non sbaglio) e non all'altezza del gomito come nel mio caso.

                  Sono lieto che nel tuo caso sia andato tutto bene. Mi dici che ora fai stacchi da terra e trazioni alla sbarra senza problemi, quindi forse ho anch'io qualche possibilità di riavere il braccio "quasi" com'era prima.
                  Come giustamente dici l'infortunio peggiore è stato già sanato, anche se confesso che mi resta sempre il timore che il tendine salti nuovamente - timore suggerito dal dolore (che comunque ho imparato a ignorare) dopo che ho sottoposto il bicipite a sforzi, e dall'avvertimento perentorio di quell'ortopedico di un anno fa di evitare pesi con il tendine "ricucito".
                  Dopo due anni dall'intervento mi ero abbastanza rassegnato, ma seguirò il tuo consiglio di fare una RM e trovare qualcuno bravo che mi aiuti a risistemare il braccio.

                  Grazie ancora per la tua risposta,
                  ciao,
                  Cristiano
                  Last edited by Grid; 08-08-2020, 16:18:16.

                  Commenta


                    #10
                    Guarda, io farei tesoro di cosa ti dice Sly, non a caso fisioterapista.

                    Il dolore non lo ignorerei completamente perchè è un segnale, ma non lasciare che infici i tuoi progressi, continua, vedi se è il caso di aggiungere stretching.
                    Per come hanno descritto i medici la cosa a me, un tendine dovrebbe saldarsi di nuovo sull'osso in modo pressochè simile a prima, d'ausilio ovviamente è anche la vita di fissaggio iniziale

                    Io farei stretching e lavoro di allungamento, contrazione, pompaggio continuo con pesi moderati, poi..... pazienza e tempo.
                    In bocca al lupo.



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                      #11
                      Ho letto con attenzione il post di Sly (non sapevo che fosse un fisioterapista ma avevo notato che è molto competente in materia): il tessuto cicatriziale del tendine ricollocato va a sostituire quello contrattile del muscolo; evidentemente è per questo che il mio bicipite, oltre che indebolito, appare abbastanza accorciato con un incavo vistoso in corrispondenza del gomito. Come giustamente dice Sly occorre che qualcuno mi veda dal vivo e ci metta le mani.
                      Cercherò un altro specialista, al più presto.

                      Quanto allo stretching per me è sempre stato un punto dolente. Ho sempre avuto il problema dell'enorme rigidità di muscoli, legamenti e articolazioni, persino da giovane quando praticavo assiduamente nuoto e facevo molto sport. Sono sempre stato legatissimo, un pezzo di legno. Fare stretching per me è sempre stato un supplizio, uno sforzo titanico. Penso che questo aspetto (l'enorme rigidità) abbia contribuito in qualche misura alla rottura del tendine, per la posizione stessa dell'arto al momento del contraccolpo nell'incidente.

                      Ora che ho ricominciato ad allenare le braccia presterò attenzione a fare allungamenti (senza esagerare) nel braccio destro. Ovviamente non uso grossi carichi per gli allenamenti, del resto non potrei: non ne avrei la forza fisica. Sto cercando soprattutto di liberarmi del brutto automatismo sviluppato in questi ultimi 2 anni di usare sempre il braccio sinistro, qualsiasi minimo sforzo debba fare, anche solo per prendere una confezione da 6 di acqua minerale. E allo stesso tempo cerco di non farmi ossessionare dal timore costante di distruggermi di nuovo il braccio alla prima occasione.

                      Grazie a tutti voi per le risposte, i consigli e soprattutto il prezioso incoraggiamento.

                      ciao,
                      Cristiano

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                        #12
                        Hai un atteggiamento positivo e questo per certo ti pone in una situazione di vantaggio

                        Come logico che sia chi ti vede dal vivo puo’ essere piu’ puntuale e preciso, comunque da quanto dici le rigidita’ sono un bel cruccio e lo stretching e’ una strategia da implementare, con criterio, per il lungo periodo, gradualmente e piu’ globale possibile.
                        Personalmente ho avuto enormi benefici dall’utilizzo di palline da tennis, foam roller e ultimamente pistole da massaggio.
                        Online trovi a scopo informativo moltissimo materiale, certo ci va attenzione ma tu sei uno che ne trarrebbe benefici ENORMI.

                        la sensazione che si prova dopo un rilascio ben effettuato e’ di leggerezza estrema e di nuovo respiro articolare.

                        Non ragionerei a settori, dato che i “tiranti”, gli “addensamenti” e cose simili influenzano anche a distanza ogni struttura.
                        Certamente un infortunio come il tuo ha determinato/e’ stato determinato da tutta una serie di eventi a cascata.

                        Quel che conta e’ iniziate ad entrare nell’ottica di dover prestare attenzione a cose che non e’ mai troppo tardi iniziare a considerare fondamentali, nonostante sia importante ritenerle tali fin dall’inizio.

                        Ti parlo per esperienza personale prima che lavorativa, ognuno con le giuste dritte diventa un buon medico di se stesso



                        Originariamente Scritto da Giampo93
                        Finché c'è emivita c'è Speran*a

                        Commenta


                          #13
                          Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                          Hai un atteggiamento positivo e questo per certo ti pone in una situazione di vantaggio

                          Come logico che sia chi ti vede dal vivo puo’ essere piu’ puntuale e preciso, comunque da quanto dici le rigidita’ sono un bel cruccio e lo stretching e’ una strategia da implementare, con criterio, per il lungo periodo, gradualmente e piu’ globale possibile.
                          Personalmente ho avuto enormi benefici dall’utilizzo di palline da tennis, foam roller e ultimamente pistole da massaggio.
                          Online trovi a scopo informativo moltissimo materiale, certo ci va attenzione ma tu sei uno che ne trarrebbe benefici ENORMI.

                          la sensazione che si prova dopo un rilascio ben effettuato e’ di leggerezza estrema e di nuovo respiro articolare.

                          Non ragionerei a settori, dato che i “tiranti”, gli “addensamenti” e cose simili influenzano anche a distanza ogni struttura.
                          Certamente un infortunio come il tuo ha determinato/e’ stato determinato da tutta una serie di eventi a cascata.

                          Quel che conta e’ iniziate ad entrare nell’ottica di dover prestare attenzione a cose che non e’ mai troppo tardi iniziare a considerare fondamentali, nonostante sia importante ritenerle tali fin dall’inizio.

                          Ti parlo per esperienza personale prima che lavorativa, ognuno con le giuste dritte diventa un buon medico di se stesso
                          Ti ringrazio per il tuo messaggio Sly e per i tuoi consigli preziosi.


                          Sì, ho un atteggiamento abbastanza positivo, anche se ti confesso che dopo l'incidente e l'operazione, e in seguito, ho sempre chiamato il mio braccio destro: "L'arto fantasma" - c'è ma come se non ci fosse. Certamente non ne ho mai fatto un dramma... ma sta di fatto che io non ho mai avuto una corporatura "gracile" e che le mie braccia sono sempre state piuttosto forti. Poi, ritrovarmi con un "arto fantasma" ridotto al lumicino e mezzo invalido da due anni mi è dispiaciuto un po'.


                          Sicuramente, come tu mi dici, la rottura del tendine è stata causata da una sommatoria di fattori preesistenti, tra cui la mia grande rigidità.


                          Durante la riabilitazione ho usato in abbondanza le palline; non conoscevo il foam roller e le pistole da massaggio, non ne avevo mai sentito parlare. Le sto guardando ora. Grazie per la dritta.


                          Ora stretching e cercare di salvare il più possibile "l'arto fantasma". Spero di imparare pian piano ad essere un medico di me stesso.


                          Di nuovo ti ringrazio infinitamente per i consigli e l'incoraggiamento.

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                            #14
                            Ciao Sly, ti chiedo scusa per il post tardivo e per essere abbastanza off-topic...

                            sto guardando online le pistole da massaggio di cui mi hai parlato.
                            Mi hanno incuriosito, ma il mio dubbio è: dato che funzionano a percussione, con 3500-4500 pulsazioni al minuto (non so con quale potenza), non si rischia di "stressare" il muscolo e di conseguenza il tendine "ricucito" con il rischio di lesioni o microlesioni?

                            Grazie ancora, ciao
                            Cristiano

                            Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                            Personalmente ho avuto enormi benefici dall’utilizzo di palline da tennis, foam roller e ultimamente pistole da massaggio.
                            Online trovi a scopo informativo moltissimo materiale, certo ci va attenzione ma tu sei uno che ne trarrebbe benefici ENORMI.

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                              #15
                              Ma che scherzi!

                              La potenza e’ regolabile, non bisogna mai partire forte gli impieghi sono vari, per iniziare lavorare sui ventri muscolari basta e avanza.

                              Sono ottimi ausili, se solo le persone sapessero impiegarle a dovere...

                              ci va pratica, e’ un piccolo investimento che si ripaga prestissimo.

                              Lavorare per ampie aree, e non per singoli settori, e’ fondamentale.
                              Last edited by Sly83; 18-08-2020, 20:45:05.



                              Originariamente Scritto da Giampo93
                              Finché c'è emivita c'è Speran*a

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