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    #61
    Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
    A me di arrivare a 100 non me frega nulla, ma anche se ci arrivassi e in salute sarei comunque fuori dal contesto lavorativo e sociale , probabilmente anche familiare, quindi sarei rincoglionito su una poltrona a cercare di ricordarmi la password di bodyweb non apprezzando o capendo quello che eventualmente è cambiato da oggi
    ma con faccia, fisico e testa di adesso?

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      #62
      Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
      ma con faccia, fisico e testa di adesso?
      Cambia poco, anche se ci fossero le macchie volanti o le robot escort non potrei usarle, uno quando è vecchio è finito e deve giusto godersi quello che si spera abbia costruito ( soldie e affetti) fino a quando pregherà di morire nel sonno in qualche casa di riposo dove è stato scaricato dagli amorevoli figli
      Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
      Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
      Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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        #63
        appunto avevo scritto nelle condizioni attuali, quindi potendo ancora fare tutto

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          #64
          Potendo fare ancora tutto si, sarebbe interessante
          Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
          Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
          Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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            #65
            Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
            A me di arrivare a 100 non me frega nulla, ma anche se ci arrivassi e in salute sarei comunque fuori dal contesto lavorativo e sociale , probabilmente anche familiare, quindi sarei rincoglionito su una poltrona a cercare di ricordarmi la password di bodyweb non apprezzando o capendo quello che eventualmente è cambiato da oggi
            mmmh non lo so mica. Credo che a livello mnemonico noi gen nativa digitale siamo una spanna sopra i nostri nonni. Credo che saremo devastati fisicamente dallo stare davanti a un monitor tutto il giorno ma a livello di testa essere in grado di andare avanti con il progresso, che parte comunque da qualcosa che già oggi usiamo al contrario dei nostri nonni che sono tagliati fuori da questo presente proprio perchè tutto ciò che usiamo è un interfaccia completamente sconosciuta per loro
            Originariamente Scritto da modgallagher
            gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
            " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


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              #66
              Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
              ho anche decine di micro-racconti. Non so... è proponibile fare un bello zibaldone di riflessioni e racconti, tutte variazioni sul tema, o questa roba fa cacare?
              Posto un esempio poi basta


              Unghie

              Facevano due anni quell'inverno. Due anni dalla notte in cui era suonato il telefono, e quanto fa paura un telefono che suona di notte? cos'altro può dirti un telefono alle tre di notte, se non che tuo figlio ha avuto un incidente e non si preoccupi, ma venga subito?
              Dopo due anni, camera sua aveva ancora il letto rifatto di quella mattina, e l'armadio pieno, le foto, i giocattoli di quando Alberto era bambino. Anche il resto della casa era lo stesso, perchè a cosa serve comprare cose, quando non ci saranno famiglie nè nipoti, ma solo giorni che scorrono senza sorrisi? bisogna aspettare che passi la notte per sbaraccare, come nelle case di riposo le persone vecchie aspettano, col piagiama, un bicchiere e le parole incrociate, perchè tanto tra poco è già ora di andare.
              Ma Marta decise che quel Natale avrebbero fatto l'albero e l'avrebbero fatto lì, per essere costretti a passare un po' di tempo insieme, lei con Luigi e tutti e due col ricordo di lui, anche se quel ricordo c'era ogni istante, ma non detto, non condiviso, come se per pudore non se ne dovesse parlare.
              Tornò in cucina stringendo qualcosa tra il pollice e l'indice "guarda cosa c'era sotto il comodino di Albe" e gli posò un frammento di unghia nell'incavo della mano: una falce di luna ritagliata, e quell'unghia era sua. Luigi prese una bomboniera d'onice e vi ripose l'unghia, e nessuno dormì quella notte: c'era un pezzo di Albe lì dentro, una cosa più vera di qualsiasi foto, di qualsiasi vestito, una cosa che era stata parte di lui, che era stata lui. Dopo due anni, era come tornare alla sera in cui seduto sul letto si era tagliato le unghie: era ancora vivo, era lì, non era ancora suonato il telefono, quella sera. Non dissero niente, ma tutti e due fissavano nel buio il ripiano del cassettone, e al mattino si alzarono e guardarono l'unghia, e poi, senza bisogno di dire niente, andarono di là e accesero le luci e frugarono in terra e nei cassetti e alla sera avevano un tesoro di 4 unghie e 11 capelli neri.
              Divenne il loro svago, la loro scommessa: ogni giorno andavano da Albe e cercavano qualche nuovo regalo che lui gli spediva da due anni fa. Era riaverlo di nuovo a casa, e finchè avessero trovato un capello, un foglio dimenticato in mezzo a un libro, uno scontrino, una carta di chewingum, una qualsiasi cosa lui avesse vissuto, questo voleva dire che Alberto non era lontano. Finchè nella stanza continuavano a apparire pezzi di lui, sarebbe stato "solo ieri", e avrebbero potuto continuare per sempre così, e per sempre sarebbe stato solo ieri, perchè i morti lontani non fanno di queste cose, non lasciano peli e biglietti, i morti lontani.
              Ora il loro conforto erano i ricordi, e ogni pezzo di lui che ancora trovavano portava con sè un ricordo. Senza più felicità, cercavano i frammenti di felicità rimasti attaccati ai frammenti di lui.
              Quando fu impossibile trovare altri resti, si iniziò a leggere i suoi libri, a ascoltare le sue canzoni, e la sera sedevano tutti e due accanto al letto "andiamo a leggere da Albe".
              Quella mattina, Luigi era solo in casa. Tra i cd ce n'era uno che non funzionava, non suonava niente; l'aveva tenuto da parte come per presagio. Accese il pc, vi inserì il disco e comparvero le foto dei bambini insieme agli uomini. Le guardò tutte, senza riuscire a raccontarsi bugie, poi estrasse il disco e lo distrusse.
              "Gigi andiamo a leggere da Albe" quella sera, e lui la seguì, e lesse le Fiabe che gli leggeva da bambino, e poi montarono insieme il galeone, e giocarono, e risero molto; Albe era morto, gli era stato tolto tutto, a lui, e non era giusto, e invece quei bambini lui non li conosceva, non ne sapeva niente, non gliene importava. Lui voleva indietro il suo bambino, la sua voce, i suoi capelli, le sue unghie.
              Bel racconto art. Scrivi bene te lo hanno già detto varie persone
              Originariamente Scritto da laplace
              Io che sono innocente, il più innocente di tutti maledetti bastardi che mi avete concepito per poi farmi passare serate come questa
              Originariamente Scritto da Pesca
              vuole disperatamente scoprire se scopo, bevo, mi faccio inculare. cose che non saprà mai.

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                #67
                grazie Hunter

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                  #68
                  i fantasmi del passato...spesso legati a un fatto,un periodo particolare e/o anche una persona.da quando è mancato anche il mio vecchio nel nel 2015 ci sono ricordi che tornano più forti anche,non solo per o con lui,che al tempo quando vivevo ancora a genova i nostri rapporti non sono mai stati idilliaci,ma frammenti di vita che cmq mi portano a lui in qualche modo.Un annedoto per esempio era Alfredo,un uomo che conoscevo da quando avevo 20 anni,lui era già oltre i 45 fose 50 o giù di li,si parla degli inizi dei magici anni 90.Ed è grazie a lui che io cominciai la palestra.Tutti volevamo essere Alfredo,tipico latin lover da bar sulla spiaggia,gran fisico grosso,baffetti,bell'uomo,spaccone,cazzaro si direbbe qui ora,non faceva nulla da mattino a sera se non rimorchiare donne,meglio se ricche e gli riusciva anche bene a volte.Lo ammiravo,volevo essere come lui da grande col suo fisico.Mi diceva come allenarmi ma lui lo faceva a casa e si gasava con i films di steeve reeves . Ogni tanto è capitato che è uscito in compagnia con noi in auto,che lui non aveva ma si atteggiava a miliardario Poi ci si è un po' persi,casualità volle che diventò amico di mio padre,anche a lui piaceva frequentare quel bar in estate ogni tanto e si ritrovarono,fino a che poi non lo venni a sapere,erano già passati un po' di anni,si parla di inizi del 2000.Mi fece gran piacere rivederlo,tanto che più di una volta venne a mangiare a casa nostra,non era cambiato....sempre uguale.Chiesi a mio padre di lui,cosa facesse realmente.Si venne a sapere che non era proprio miliardario...aveva il vizio del gioco e pure delle donnine,sua madre aveva un azienda poi chiusa e cmq aveva 3 belle case in affitto e campava così.Un matrimonio fallito alle spalle e qualche guaio di soldi.Un gg era il mio compleanno,facevo 30 anni,era un gg bellissimo per me,avevo organizzato una festa in disco con 50 persone la sera.Tornai a casa e a cena c'era lui,a pezzi,la madre era morta,aveva bevuto ed era venuto a trovare mio padre.Non appena ha saputo che era il mio compleanno tirò fuori dalla tasca 500.000 lire e me le regalò!Ovviamente non le volevo accettare,ma non è stato possibile,ha insistito che me li spendessi anche per lui! Mi disse continua a spingere in palestra che stai venendo su bene,esagera Si congedò col suo ghigno un po' da paraculo e un po' triste barcollando dalla sbronza.Da quel gg si persero i contatti.Mio pa venne a sapere che si era venduto tutto e si stava s*******ndo tutto,tra casinò e mignotte,quello che avrebbe sempre voluto fare,la bella vita.Non si vedeva più in giro.Mi rimase sempre in mente,poi gli anni sono passati,nel 2005 mi sono trasferito,ogni tanto chiesi notizie a mio pa,a qualcuno che lo conosceva ma niente.Nel 2015 quando è mancato mio pa,avrei voluto diglielo,chiamarlo,era molto legato a lui.Un gg incontrai uno che lo conosceva e mi disse che probabilmente abitava in un altro quartiere in una casa popolare,ma non sapeva l'indirizzo.Così mi sono ripromesso,che non appena sarei tornato a genova,avrei provato a cercarlo.Detto fatto,nel 2016 lo trovai.Ora era cambiato,magro con la barbetta ormai bianca,trasandato,colori e occhi ormai stanchi,non era più lui,ma io vedevo sempre Alfredo che ho conosciuto,non riuscivo a vedere quell'altro uomo che era,era come se il tempo fosse tornato indietro e il futuro non fosse mai arrivato nè per lui nè per me.Ci ritrovammo al bar a farci una birra io,un whisky lui,non se la passava più bene,i soldi erano ormai finiti,forse aveva la pensione sociale o qualcuno che lo aiutava,non l'ho capito.Fatto sta che al momento di pagare ho detto,aspetta un attimo torno subito.Andai al bancomat prelevai 250 euro,pagai il conto e glie li restituì dicendogli,spendili anche per me,ma spendili bene! Mi ringraziò col suo sorriso beffardo e occhi lucidi "grazie ragazzo" ci rivediamo qua e là,come sempre e salutami tuo padre!
                  Alboreto is nothing

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                    #69
                    Bel tema, Arturo, che tira in ballo la questione identitaria.

                    Purtroppo o per fortuna, il borgo non esiste più. Per vivere ancora quelle situazioni, bisognerebbe ritirarsi in situazioni di quasi eremitaggio.

                    Ma non è che sia sparito solo il borgo appenninico o padano e i loro usi e abitudini.

                    Se prendiamo anche una NY di qualche decennio fa (prendiamo i romanzi di Roth, Auster, DeLillo, etc), vediamo che il cittadino di Brooklyn o del Queens faceva una vita prettamente di quartiere, all'interno di poche centinaia di metri, frequentando la sua gente e i sui legami etnici e di sangue.

                    La globalizzazione ha ora investito tutti, dalle metropoli alla periferia.

                    Ora ci è più difficile pensare identitariamente "io sono questo". Il presente e il futuro ci porteranno sempre più a pensare "io sono questo...e anche questo...e anche questo...".

                    Non è relativismo, quanto avere a che fare con altre culture e identità e mettersi in questione.

                    PS: l'Alfredo di Tyson mi ha messo gran tristezza...però, che personaggio

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                      #70
                      L'identità non ve la potete creare in base a quello che fate e pensate?

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