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avete curiosità del futuro?

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    #46
    Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
    ho anche decine di micro-racconti. Non so... è proponibile fare un bello zibaldone di riflessioni e racconti, tutte variazioni sul tema, o questa roba fa cacare?
    Posto un esempio poi basta


    Unghie

    Facevano due anni quell'inverno. Due anni dalla notte in cui era suonato il telefono, e quanto fa paura un telefono che suona di notte? cos'altro può dirti un telefono alle tre di notte, se non che tuo figlio ha avuto un incidente e non si preoccupi, ma venga subito?
    Dopo due anni, camera sua aveva ancora il letto rifatto di quella mattina, e l'armadio pieno, le foto, i giocattoli di quando Alberto era bambino. Anche il resto della casa era lo stesso, perchè a cosa serve comprare cose, quando non ci saranno famiglie nè nipoti, ma solo giorni che scorrono senza sorrisi? bisogna aspettare che passi la notte per sbaraccare, come nelle case di riposo le persone vecchie aspettano, col piagiama, un bicchiere e le parole incrociate, perchè tanto tra poco è già ora di andare.
    Ma Marta decise che quel Natale avrebbero fatto l'albero e l'avrebbero fatto lì, per essere costretti a passare un po' di tempo insieme, lei con Luigi e tutti e due col ricordo di lui, anche se quel ricordo c'era ogni istante, ma non detto, non condiviso, come se per pudore non se ne dovesse parlare.
    Tornò in cucina stringendo qualcosa tra il pollice e l'indice "guarda cosa c'era sotto il comodino di Albe" e gli posò un frammento di unghia nell'incavo della mano: una falce di luna ritagliata, e quell'unghia era sua. Luigi prese una bomboniera d'onice e vi ripose l'unghia, e nessuno dormì quella notte: c'era un pezzo di Albe lì dentro, una cosa più vera di qualsiasi foto, di qualsiasi vestito, una cosa che era stata parte di lui, che era stata lui. Dopo due anni, era come tornare alla sera in cui seduto sul letto si era tagliato le unghie: era ancora vivo, era lì, non era ancora suonato il telefono, quella sera. Non dissero niente, ma tutti e due fissavano nel buio il ripiano del cassettone, e al mattino si alzarono e guardarono l'unghia, e poi, senza bisogno di dire niente, andarono di là e accesero le luci e frugarono in terra e nei cassetti e alla sera avevano un tesoro di 4 unghie e 11 capelli neri.
    Divenne il loro svago, la loro scommessa: ogni giorno andavano da Albe e cercavano qualche nuovo regalo che lui gli spediva da due anni fa. Era riaverlo di nuovo a casa, e finchè avessero trovato un capello, un foglio dimenticato in mezzo a un libro, uno scontrino, una carta di chewingum, una qualsiasi cosa lui avesse vissuto, questo voleva dire che Alberto non era lontano. Finchè nella stanza continuavano a apparire pezzi di lui, sarebbe stato "solo ieri", e avrebbero potuto continuare per sempre così, e per sempre sarebbe stato solo ieri, perchè i morti lontani non fanno di queste cose, non lasciano peli e biglietti, i morti lontani.
    Ora il loro conforto erano i ricordi, e ogni pezzo di lui che ancora trovavano portava con sè un ricordo. Senza più felicità, cercavano i frammenti di felicità rimasti attaccati ai frammenti di lui.
    Quando fu impossibile trovare altri resti, si iniziò a leggere i suoi libri, a ascoltare le sue canzoni, e la sera sedevano tutti e due accanto al letto "andiamo a leggere da Albe".
    Quella mattina, Luigi era solo in casa. Tra i cd ce n'era uno che non funzionava, non suonava niente; l'aveva tenuto da parte come per presagio. Accese il pc, vi inserì il disco e comparvero le foto dei bambini insieme agli uomini. Le guardò tutte, senza riuscire a raccontarsi bugie, poi estrasse il disco e lo distrusse.
    "Gigi andiamo a leggere da Albe" quella sera, e lui la seguì, e lesse le Fiabe che gli leggeva da bambino, e poi montarono insieme il galeone, e giocarono, e risero molto; Albe era morto, gli era stato tolto tutto, a lui, e non era giusto, e invece quei bambini lui non li conosceva, non ne sapeva niente, non gliene importava. Lui voleva indietro il suo bambino, la sua voce, i suoi capelli, le sue unghie.
    Non era il mio genere né il momento giusto ma mi ha toccato... Secondo me hai delle buone doti affabulatorie

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      #47
      Originariamente Scritto da dott Visualizza Messaggio
      Non ne cogli la poetica. La causa è in te.
      Non colgo il motivo di tanta sofferenza verso qualcosa assolutamente naturale come il bisogno di respirare. Mi sembra una forma di masochismo.
      Il mio diario

      juggernaut

      ?d????n??t/
      noun
      • a huge, powerful, and overwhelming force.





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        #48
        Ma quindi la curiosità per il futuro come procede?

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          #49
          Originariamente Scritto da Lukinosnake Visualizza Messaggio
          Non colgo il motivo di tanta sofferenza verso qualcosa assolutamente naturale come il bisogno di respirare. Mi sembra una forma di masochismo.
          È una forma di introspezione. Tra l'altro molto lucida. Il tuo invece è un giudizio di valore, che non porta a niente se non a negare il valore altrui. Un po' come quando ti lamenti, nel tuo secondo post, che le sue "emozioni personali non sono molto razionali" come se le due sfere dovessero essere correlate... Ecco questa invece è pura polemica.

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            #50
            Originariamente Scritto da Testa Visualizza Messaggio
            Ma quindi la curiosità per il futuro come procede?
            Se ti basta il futuro prossimo, io sono curioso di conoscere la portata polemica di lukino.

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              #51
              Originariamente Scritto da dott Visualizza Messaggio
              Non era il mio genere né il momento giusto ma mi ha toccato... Secondo me hai delle buone doti affabulatorie
              grazie! Non sono invenzioni ma pensieri scaturiti dalla mia esperienza, in questo caso dopo aver trovato dei capelli di mio padre in un suo cappello molti anni dopo la sua morte
              Last edited by Arturo Bandini; 03-06-2020, 23:31:56.

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                #52
                Art, perchè non metti assieme qualcosa, non dico 700 pagine che sarebbe un lavoraccio, ma qualche racconto e lo fai leggere a chi è del mestiere?

                Se ti stronca non è detto che quello che scrivi faccia cacare, però almeno cominci ad avere un feedback un po' più significativo dal mondo esterno.

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                  #53
                  sì, ci voglio provare... Mi piacerebbe anche solo vincere il concorso letterario del mio paese in cui di solito vince qualche pensionata con raccolte di poesie sui gatti

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                    #54
                    Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                    sì, ci voglio provare... Mi piacerebbe anche solo vincere il concorso letterario del mio paese in cui di solito vince qualche pensionata con raccolte di poesie sui gatti
                    Complimenti, bel pezzo.

                    Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk

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                      #55
                      Arturo ti voglio fare una domanda super indelicata al quale se vuoi non rispondere, perché so appunto che è indelicata (ma te la faccio da persona che sa cosa significa) . La scomparsa di tuo padre ha rafforzato la paura del tempo e della morte o ha affievolito il concetto della paura di morire?! Non capisco se sei "intrappolato" nel terrore o nella rassegnazione della fine
                      Originariamente Scritto da modgallagher
                      gandhi invece di giocarsi il libretto della macchina si gioca la cartella clinica
                      " tra noi sarebbe come abbinare un vino pregiato a un ottimo cibo " ..


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                        #56
                        Originariamente Scritto da Gary Visualizza Messaggio
                        Arturo ti voglio fare una domanda super indelicata al quale se vuoi non rispondere, perché so appunto che è indelicata (ma te la faccio da persona che sa cosa significa) . La scomparsa di tuo padre ha rafforzato la paura del tempo e della morte o ha affievolito il concetto della paura di morire?! Non capisco se sei "intrappolato" nel terrore o nella rassegnazione della fine
                        Quando mio padre è morto, io ero già quello che sono, da molti anni. Mi sono ammalato di depressione a 14 anni, quando è morto mio nonno: da quel momento sono vissuto nella paura che altre persone a me care se ne andassero, e così naturalmente è stato, come è per tutti.
                        Non ho paura della fine, la mia sola paura è di perdere la mia identità, che è rimasta attaccata alla mia prima famiglia e agli anni della prima giovinezza. Se potessi scegliere il mio destino, e lo dico con il massimo rispetto per chi volendo vivere deve affrontare malattie e prepararsi suo malgrado alla fine, vorrei morire presto: non per disperazione, ma per finire la mia storia ora che mi ricordo ancora mio padre, i nonni, quello che ero prima. Ora che loro mi conoscono ancora, prima che il tempo ci faccia sconosciuti.

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                          #57
                          Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                          perchè non mi sono costruito una mia identità, ho legato l'idea che ho di me ai miei genitori (riguardo mio padre una cosa che scrivo spesso è "io sono lui, lui è me"). Ho fatto la stessa cosa riguardo il concetto di patria, per cui ho paura che la perdita del mio passato, inteso come famiglia di origine e contesto in cui esistevo (che può essere rovinato dagli immigrati, dalla trasformazione del paesaggio etc) comporti una perdita della mia identità.
                          Ti chiedo un consiglio: onestamente, se mettessi insieme tutti i miei scritti, che non sono ripetizioni, ma infinite variazioni sul tema delle cose postate oggi (la memoria olfattiva e visiva, la perdita dell'identità legata alla memoria, la fallacia dei ricordi etc)... potrebbe avere un qualche interesse?
                          Ho sul pc quasi 7000 files come quello sopra, ne verrebbero fuori altrettante pagine.
                          Non credo di essere particolarmente dotato, ma la vita mi ha portato a vedere le cose da un punto di vista originale, e forse potrei sfruttare a mio vantaggio questo incidente
                          Capisco.

                          Si, secondo me potrebbe essere veramente interessante e potrebbe essere una cosa TUA.



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                            #58
                            il passato siccome è già passato non dovrebbe esserci o tornare più. Mi ri trovo spesso anche io bloccato a guardare avanti pensando al passato, ho anche un pessimo difetto, una memoria da elefante, da ricordarmi frammenti di ricordi infiniti, da quando ero piccolo.
                            Alboreto is nothing

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                              #59
                              eeeh e pensare che l'alzaimer è considerata una grave patologia

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                                #60
                                A me di arrivare a 100 non me frega nulla, ma anche se ci arrivassi e in salute sarei comunque fuori dal contesto lavorativo e sociale , probabilmente anche familiare, quindi sarei rincoglionito su una poltrona a cercare di ricordarmi la password di bodyweb non apprezzando o capendo quello che eventualmente è cambiato da oggi
                                Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
                                Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
                                Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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