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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Originariamente Scritto da caccarino Visualizza Messaggio
    Certo che se dagli USA ci vengono a fare la morale a noi per come abbiamo gestito la situazione fa ridere.
    La faranno anche a loro se sbaglieranno. Intanto hanno iniziato col caso più eclatante a livello mondiale, tolta forse la Cina. Siccome qualcuno ancora insiste nello spacciarci come "esempio per il mondo", qualche studioso, qualche giornalista si muove magari a curiosità a va a controllare questo esempio.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
      Ma sta proliferazione di mascherine italiane in cotone e lavabili?Che senso ha?
      la stessa utilità di una sciarpa
      sigpic

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        Originariamente Scritto da valium Visualizza Messaggio
        la stessa utilità di una sciarpa
        Eh appunto
        Eppure la gente va all’assalto...
        Comunque in farmacia inizio a trovare sia le chirurgiche, sia le KN95
        Prezzi altini ma è il mercato.....
        Originariamente Scritto da Sean
        faccini, kazzi, fike, kuli
        cesko92 [at] live.it

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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Era ricoverato?

          Ne muoiono troppi. In queste settimane ho continuamente letto di persone nella fascia tra i 50 ed i 60: individui attivi, al lavoro.

          Quel criminale di Zingaretti ha avuto il coraggio di riapparire in video per annunciarci che è guarito. Meglio per lui...ma dovrà rendere conto di quella sua politica tesa a normalizzare il virus, andando a sbevazzare a Milano come si fosse ad una festa e non nel pieno della più tragica crisi nazionale da 70 anni a questa parte.

          Questo punto va messo nella lista.
          Ricoverato... era un medico. Purtroppo questo virus è bastardo


          Tessera N° 7

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            Sean l'ho scritto da tempi non sospetti che quando si dichiara lo stato d'emergenza bisogna avere un piano contingentato per sapere come muoversi in diversi scenari.I ricercatori di Harvard hanno sprecato tempo nello scrivere quelle banalità.

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              Coronavirus, i ritardi nell’estendere i tamponi sono costati vite e ricoveri

              L’ex rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi: «Il tempo sprecato è costato molte perdite che si sarebbero potute evitare. Bene solo il Veneto. All’inizio bisognava essere molto veloci nel prendere decisioni, adesso dobbiamo essere molto cauti»


              Il fisico Davide Bassi, ex rettore dell’Università di Trento, ha redatto un’analisi numerica delle politiche Regionali di mappatura dell’epidemia nella prima fase (precedente alle misure di chiusura del 10 marzo), quella esponenziale, quando i casi raddoppiavano ogni giorno e dichiara: «Da settimane sostengo che il Veneto abbia rappresentato il miglior approccio di gestione dell’emergenza: il tempo sprecato dalle altre Regioni e dalle autorità nazionali è costato al Paese molte perdite che si sarebbero potute evitare».

              Bassi ne parla diffusamente nel suo blog dedicato all’epidemia dal titolo: “I numeri al tempo del coronavirus”. Gli abbiamo chiesto quali sono i risultati del suo esame.

              «C’è una prima fase, nelle epidemie, quella emergenziale, quando la crescita del contagio è esponenziale, dove si è tanto più efficaci quanto più veloci nel prendere decisioni. Nel nostro caso ci sono state Regioni meno virtuose e Regioni più lungimiranti e accorte».

              Si riferisce al Veneto?
              «L’unica Regione che si è mossa bene è stata il Veneto: Vò Euganeo è stato isolato, tutta la popolazione è stata tracciata, si è scoperto che il 75% delle persone erano asintomatiche, ma portatrici del virus, e si è proceduto alla quarantena. I risultati si vedono chiaramente».

              Come si sono mosse le altre Regioni?
              «Per capirlo ho composto due grafici analizzando i dati sui decessi e sui tamponi effettuati. Non in numeri assoluti, visto che il Veneto ha molti più abitanti della Liguria o del Trentino, ma conteggiando i casi per 10mila abitanti. Nel primo (si veda sopra, ndr) ho incrociato la densità di tamponi fatti per abitante con il numero di morti. Come si può vedere, riunite in un gruppo piuttosto compatto verso il fondo, ci sono la maggior parte delle Regioni prese in esame, zone con un livello di progressione dell’epidemia molto differente tra loro, ma tutte accomunate dalla stessa relazione lineare tra tamponi e morti. In quel momento la politica dei test in queste Regioni era quella di sondare solamente i gravemente sintomatici o addirittura le persone decedute eseguendo tamponi post mortem. Tre quadratini sono fuori dal gruppo, uno è la Lombardia con il massimo numero di morti e uno scarso ammontare di test, poi ci sono due punti sulla destra: due territori che hanno applicato da subito la politica di tamponi più diffusi: Veneto e Alto Adige. Ho misurato i dati del Trentino per capire se il risultato più incoraggiante fosse dovuto a una generica appartenenza al Nord Est, ma non è stato così. Con un tracciamento dei positivi simile al dato nazionale il Trentino ha avuto tre volte i morti del Veneto».

              Cosa ci dicono questi risultati?
              «Il grafico non è una dimostrazione, ma rende l’idea. Più test meno decessi. A Trento si sono perse due settimane prima di decidere come fare i test, questo ritardo nella fase di crescita esponenziale ha significato il raddoppio dei casi. I dati sono aggiornati al 26 marzo. Tenendo conto del tempo che passa tra contagio e decesso, questi eventi sono stati causati da contagi avvenuti tra l’inizio dell’epidemia e la prima metà di marzo e quindi gli effetti non sono dovuti al contenimento, che non c’era: l’unica differenza erano le politiche di applicazione dei tamponi agli asintomatici».

              Il Veneto spicca in positivo anche nei dati sui ricoveri?
              «In un altro grafico (sempre qui sopra, ndr) ho messo a confronto Liguria, Trentino e Veneto e ho mappato il dato sui ricoveri e i decessi, che sono numeri sicuri rispetto ai positivi che dipendono dalla quantità di tamponi svolti. Liguria e Trentino hanno un’incidenza simile. Nel Veneto i ricoveri sono meno e i decessi anche. La differenza? Il numero dei test, con l’aggravante che Liguria e Trentino sono state penalizzate dal virus portato da turisti inconsapevoli che, con la chiusura delle scuole, si sono riversati nelle seconde case al mare e in montagna».

              Cosa si sarebbe dovuto fare?
              «Avrebbero dovuto fare i tamponi almeno a tutti i sanitari (negli ospedali e nelle RSA), visto che la diffusione aveva intaccato gli ospedali. Bisognerebbe sempre farli ai sanitari, che possono diffondere il virus senza saperlo ed entrano in contatto con molte persone, deboli, malate e anziane».

              Quali sono stati gli errori principali?
              «Non si possono fare processi sommari perché gli studi vanno fatti con calma e fuori dall’emergenza: ma quello che vedo io è che dove è stata fatta una certa scelta, la situazione si è evoluta in un certo modo, dove si è presa una strada diversa, abbiamo visto che cosa è successo. E la politica non c’entra: amministrazioni dello stesso colore hanno avuto comportamenti opposti. È mancata una strategia e si sono fatti errori grossolani».

              Le Regioni sono in tempo per invertire la rotta?
              «Con 15 giorni di ritardo hanno capito tutti che bisogna fare più tamponi. Adesso i problemi sono tecnici. Abbiamo trovato le macchine e il personale, anche grazie alla rete universitaria robusta che (su base volontaria) si è messa a disposizione, ora servono i materiali, reagenti e bastoncini per campionare, rischiamo di avere una carenza su questo».

              Che cosa suggerisce per il futuro?
              «Il blocco è lo strumento principale che abbiamo in questo momento. Dobbiamo ragionare tutti come se fossimo positivi asintomatici. In questa fase di contenimento, oltre ai sanitari, dobbiamo proteggere e controllare tutto il personale che è a contatto con il pubblico».

              Com’è la situazione, abbiamo passato la fase emergenziale?
              «Nonostante non si possa prevedere la data del picco, la situazione è migliorata: il rischio è mollare sul contenimento, l’errore più grosso. Mentre all’inizio dell’epidemia bisognava essere molto veloci nel prendere decisioni, adesso il paradigma si è rovesciato, dobbiamo essere molto cauti. Se riapriremo troppo presto, l’epidemia ripartirà e sarebbe un disastro. Non ripetiamo i nostri errori: l’Italia è il Paese in cui non si programma mai e si va sempre dietro all’emergenza. Ci diciamo che diamo il meglio di noi quando siamo in difficoltà ma, se devo giudicare da quello che è successo in questo mese e mezzo, è una pia illusione».

              CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Testa hai ragione. In questi ultimi 7 giorni ho visto un aumento delle persone in giro rispetto alla prima settimana di chiusura totale.Un sacco di anziani fuori casa.E io sto uscendo una volta la settimana solo per fare la spesa.Però le auto le sento anche a tarda sera.

                Commenta


                  C’è un articolo interessante sul test che rintraccia gli anticorpi che permetterebbero di individuare chi ha avuto il virus, anche nei mesi e settimane passati. Permetterebbe ai negativizzati di riprendere la vita normale. Sarebbe auspicabile fornirli ai medici di famiglia in modo da estenderlo a tappeto.
                  Se ne parla qui, anche se il titolo è fuorviante.
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                    Originariamente Scritto da jinx Visualizza Messaggio
                    Padova e Verona sono belle città, quasi quasi apro una succursale lì, in caso di prossimi eventi catastrofici. Nat quale provincia mi consigli?
                    Treviso e Verona, Padova non mi piace troppo affollata.
                    Comunque che il Veneto avesse nella sanità un eccellenza si sapeva, nonostante i mille tagli a cui è stata sottoposta

                    Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                    Originariamente Scritto da Pesca
                    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      C’è un articolo interessante sul test che rintraccia gli anticorpi che permetterebbero di individuare chi ha avuto il virus, anche nei mesi e settimane passati. Permetterebbe ai negativizzati di riprendere la vita normale. Sarebbe auspicabile fornirli ai medici di famiglia in modo da estenderlo a tappeto.
                      Se ne parla qui, anche se il titolo è fuorviante.
                      https://m.huffingtonpost.it/entry/pi...ef=it-homepage
                      È certo che i negativizzati non diventano portatori sani?
                      « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

                      PRESENTI




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                        Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                        È certo che i negativizzati non diventano portatori sani?
                        articolo di un mese fa

                        Pechino (AsiaNews) – Il 14% dei pazienti guariti dal coronavirus e dimessi dagli ospedali, sono stati trovati positivi al virus in controlli seguenti. In una conferenza stampa tenuta ieri, le autorità sanitarie del Guangdong hanno affermato che non si sa ancora come mai questo avvenga. In ogni caso, tale aspetto rende ancora più complicato il controllo sull’epidemia.
                        Secondo il protocollo della Commissione sanitaria nazionale, un paziente può essere dimesso dall’ospedale se per due volte i tamponi alla gola e al naso risultano negativi; se la tomografia computerizzata (Tac) ai polmoni non rivela lesioni; se non vi sono evidenti stati febbrili.
                        Il protocollo suggerisce agli ex pazienti di aver cura della salute e per almeno 14 giorni evitare attività all’aperto, sottomettendosi in seguito a ulteriori analisi.
                        Si è così scoperto che molti dei pazienti guariti hanno ancora il virus nell’organismo, in particolare nelle feci. Fino ad ora il protocollo non elencava l’analisi delle feci dei pazienti.
                        sigpic

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                          Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
                          Treviso e Verona, Padova non mi piace troppo affollata.
                          Comunque che il Veneto avesse nella sanità un eccellenza si sapeva, nonostante i mille tagli a cui è stata sottoposta

                          Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                          Padova nn piace nemmeno a me ma credo sia la migliore per far business
                          Originariamente Scritto da Sean
                          faccini, kazzi, fike, kuli
                          cesko92 [at] live.it

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                            Oh ma qui parlano di immunità di gregge MA NON È SCIENTIFICAMENTE PROVATA

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                              Originariamente Scritto da caccarino Visualizza Messaggio
                              Testa hai ragione. In questi ultimi 7 giorni ho visto un aumento delle persone in giro rispetto alla prima settimana di chiusura totale.Un sacco di anziani fuori casa.E io sto uscendo una volta la settimana solo per fare la spesa.Però le auto le sento anche a tarda sera.
                              Oggi un sacco di gente in giro, magari con la mascherina, ma si respira già un aria da "ce l abbiamo fatta" ....

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                                Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
                                È certo che i negativizzati non diventano portatori sani?
                                ho letto che parte dei pazienti risultati positivi dopo essere stati testati come negativi lo sarebbero perché, in realtà, era sbagliato il primo tampone. Ma qui parliamo di dati cinesi, non so se in Italia abbiamo statistiche.
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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