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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
    Proprio stamattina ho letto le prime pagine del thread

    Ad un anno di distanza siamo tristemente nel buio più totale sperando nella natura, terribile

    In Inghilterra la tanto quotata teoria dell'immunità di gregge ha giusto causato la variante inglese, chi lo sa
    Ma infatti non bisogna essere un virologo per capire che più si diffonde maggiore è la probailità che si sviluppi una variante... basta giusto un pò di buon senso...
    pinobit76@gmail.com

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      La cosa buffa e' che la variante sudafricana e' nata dall'utilizzo del tanto decantato "Plasma".
      C'e' il forte timore che i monoclonali possano portare alla nascita di ulteriori varianti.
      Sto virus sembra creato apposta per mettercelo al cul0, un qualcosa che raramente si e' visto prima. Talmente perfetto nel modificarsi per sfuggire alle cure che viene difficile pensare sia di origine naturale...


      Tessera N° 7

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        Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
        La cosa buffa e' che la variante sudafricana e' nata dall'utilizzo del tanto decantato "Plasma".
        C'e' il forte timore che i monoclonali possano portare alla nascita di ulteriori varianti.
        Sto virus sembra creato apposta per mettercelo al cul0, un qualcosa che raramente si e' visto prima. Talmente perfetto nel modificarsi per sfuggire alle cure che viene difficile pensare sia di origine naturale...
        link?

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          Insomma, se tutti avessero fatto come la Svezia, oltre ad avere una valanga di morti in piu' ad oggi servirebbero 20 vaccini diversi.
          B & B with a little weed










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            Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
            Insomma, se tutti avessero fatto come la Svezia, oltre ad avere una valanga di morti in piu' ad oggi servirebbero 20 vaccini diversi.
            stanno comunque molto meglio di noi, sono tutti i punti di vista
            Originariamente Scritto da Pesca
            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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              Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
              Riapertura piscine e palestre: il documento con le regole

              Lezioni singole in palestra, 10 metri quadri in piscina: il parere del Cts sul nuovo protocollo dello sport. La decisione sarà presa nel prossimo Dpcm.


              In palestra solo lezioni individuali e in piscina uno spazio di 10 metri quadri per persona: sono queste le regole principali fissate dal ministero dello sport e validate dal Cts per chiedere la riapertura degli impianti. Il documento elenca tutti gli adempimenti necessari prima della decisione che dovrà essere presa dal nuovo governo. Con una premessa: no alle aggregazioni, ma sì allo sport soprattutto per ragazzi e anziani. Scrivono — infatti — gli scienziati: «Si valuta con molta preoccupazione, in questa fase dell’epidemia sostenuta il riscontro potenziale di aggregazioni tra persone all’interno degli impianti sportivi, soprattutto in ambienti chiusi e confinati. Ma si ritiene particolarmente importante il ritorno alla fruizione delle attività fisiche, soprattutto nei soggetti in età evolutiva e negli individui con patologie croniche e negli anziani, nei quali il benessere psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute.

              Riaperture scaglionate in fascia arancione e gialla

              La proposta è di prevedere «riapertura scaglionata delle diverse ed eterogenee discipline sportive di base, improntata al principio di massima cautela». In particolare - come proposto dal ministero - «in zona arancione: oltre alle attività consentite nelle aree “zona rossa” (quindi jogging e altri sport individuali all’aperto ndr), sono consentite nelle palestre, piscine e tensostrutture le attività sportive di base individuali, anche acquatiche, e le attività sportive dilettantistiche non di squadra o di contatto; sono inoltre consentiti gli allenamenti per le attività sportive di contatto e per gli sport di squadra esclusivamente se svolti in forma individuale, nel rispetto del distanziamento e del divieto di assembramento. Consentite le attività sportive e di danza indirizzata ai bambini in età scolare, in coerenza con l’apertura delle scuole. In zona gialla «oltre alle attività consentite nelle aree “zona rossa e zona arancione”, sono consentiti gli allenamenti per gli sport da contatto e di squadra dilettantistico e di base».


              Le distanze a 2 metri e 10 metri

              Durante l’attività fisica «è obbligatorio mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio, comunque non inferiore a 2 mt.»
              Per le piscine era stato proposto 7 metri quadri per persona che il Cts chiede invece di portare a 10 metri


              Niente docce

              - Attrezzi e materiali devono essere sempre sanificati: «È obbligatoria la pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo dopo ogni utilizzo da parte dell’utente con opportuno prodotto igienizzante».
              - Evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta rientrato a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti.
              - Bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate.
              - Gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati (ben sigillati).
              - Utilizzare ove possibile tappetini propri, o se di uso collettivo è obbligatorio igienizzarli prima e dopo la sessione di allenamento.
              - Vietato l’uso delle docce.


              Mascherine e dispenser

              - «L’obbligo è di indossare correttamente la mascherina (non solo di esserne dotati) per gli operatori».
              - Il numero di dispenser e la quantità di gel disinfettante da mettere a disposizione «va calibrato non solo in base alla superficie ma anche in funzione del numero di potenziali utenti che potrebbero utilizzarlo». Inoltre «vanno previsti in maniera diffusa in tutti i punti di passaggio, inclusi l’ingresso all’impianto, gli accessi agli spogliatoi e ai servizi nonché gli accessi alle diverse aree».


              Fuori dalla vasca

              Per la «Pallanuoto» gli scienziati ritengono che «la mascherina debba essere obbligatoriamente usata non solo dagli ufficiali di gara (ad eccezione dell’arbitro), ma anche dagli atleti in attesa di entrare in vasca e dagli allenatori, in particolare durante le interlocuzioni con gli stessi ufficiali di gara».


              https://www.corriere.it/cronache/21_..._ie7fn_asHVygA





              Che ne pensate?
              Si parla ancora dell'individualità dell'allenamento in palestra...praticamente la maggior parte delle palestre lavorerà con pochissima gente e pochissimi soldi.
              Originariamente Scritto da Sean
              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                stanno comunque molto meglio di noi, sono tutti i punti di vista
                Si', puo' anche essere. Ma la questione non era se in Svezia stanno bene, ma piuttosto quali comportamenti possono minimizzare il numero di mutazioni e ci possono far tornare a vivere una vita normale.

                Oltre al fatto che se avessero dovuto rifarsi l'immunita' di gregge per ogni mutazione significativa, tanti auguri anche per loro.
                B & B with a little weed










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                  Originariamente Scritto da Maverick87 Visualizza Messaggio
                  link?
                  Preliminary genomic characterisation of an emergent SARS-CoV-2 lineage in the UK defined by a novel set of spike mutations Report written by: Andrew Rambaut1, Nick Loman2, Oliver Pybus3, Wendy Barclay4, Jeff Barrett5, Alesandro Carabelli6, Tom Connor7, Tom Peacock4, David L Robertson8, Erik Volz4, on behalf of COVID-19 Genomics Consortium UK (CoG-UK)9. University of Edinburgh University of Birmingham University of Oxford Imperial College London Wellcome Trust Sanger Institute University of Cam...


                  Tessera N° 7

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                    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                    Che ne pensate?
                    Si parla ancora dell'individualità dell'allenamento in palestra...praticamente la maggior parte delle palestre lavorerà con pochissima gente e pochissimi soldi.

                    Secondo me "allenamenti individuali" non è nel senso che intendiamo noi....
                    Non può essere dai.









                    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                    (L. Pirandello)

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                      L'autore italiano lo conosco benissimo, ci trovavamo spesso al pub a vedere la champions.

                      Purtroppo e' interista, va detto.
                      B & B with a little weed










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                        Francia, 12.520 casi positivi tra studenti: medici chiedono chiusura scuole per 4 settimane.


                        In Francia aumentano i contagi Covid. Lo SNMSU-UNSA Education, il sindacato dei medici esperti dell’istruzione, chiede la chiusura delle scuole per quattro settimane.
                        Come riferisce la Bfmtv, sono 12.520 i casi Covid-19 riscontrati tra studenti, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Pubblica Istruzione il 5 febbraio. Tra il personale scolastico sono risultati positivi in 1.808.
                        Il sindacato sottolinea che “la circolazione del virus nelle scuole, dall’asilo alle superiori, tra gli studenti come tra il personale, è sempre più forte, con un numero crescente di varianti”.

                        https://www.orizzontescuola.it/franc...SVfEkZXDSy7rs0
                        Originariamente Scritto da Sean
                        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                          Com'è possibile accorgersi solo adesso che, non ci sarebbe bisogno del vaccino per chi già ha avuto il virus?

                          Chi ha studiato il piano vaccini?

                          Questo credo sia il vero flop, migliaia di dosi sprecate, secondo Galli
                          Originariamente Scritto da huntermaster
                          tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                          Originariamente Scritto da luna80
                          Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                            Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                            L'autore italiano lo conosco benissimo, ci trovavamo spesso al pub a vedere la champions.

                            Purtroppo e' interista, va detto.
                            beh non so che parte abbia scritto ma l'articolo mi sembra ben scritto. Putroppo ultimamente noto che gli enti regolatori si lasciano influenzare dalla politica e cio rappresenta un grande rischio.

                            ...................................
                            E’ pertanto fondamentale in questo momento attenersi rigorosamente ai fatti e ai dati scientifici che abbiamo a disposizione e solo su questa base cercare di capire la potenziale efficacia e, non dimentichiamo, gli eventuali rischi di queste terapie.
                            Parliamo di efficacia.
                            Su questo abbiamo a disposizione i dati da una serie di studi sui monoclonali prodotti dalle ditte Eli Lilly e Regeneron. Una prima cosa che trova consenso fra i ricercatori, basata sui primi studi eseguiti su entrambi questi monoclonali, è che se somministrati nella fase avanzata della malattia non funzionano. Questo dato non ci ha sorpreso perché ormai sappiamo benissimo che quando iniziano i sintomi della polmonite il virus ha ormai lasciato la scena e a provocare la malattia ci pensa il sistema immunitario stesso con una reazione che può solo essere interrotta da un efficace anti-infiammatorio o immunosoppressore ma non da un antivirale. Una possibile eccezione riguarda soggetti fortemente immunocompromessi in cui il sistema immunitario non riesce a eliminare il virus. In questi pazienti, però, possono subentrare altre criticità di cui parleremo piu’ avanti.
                            Il consenso della comunità scientifica è sul loro impiego nelle fasi precoci della malattia. Con una premessa: per valutare l’efficacia di un monoclonale su questo tipo di pazienti si possono usare due parametri: la riduzione della carica virale o la riduzione degli eventi clinici, in modo particolare delle ospedalizzazioni o del numero di visite mediche richieste dal paziente dopo aver ricevuta la terapia.
                            E’ chiaro a tutti che una riduzione della carica virale senza una parallela riduzione degli eventi clinici si ridurrebbe ad un mero esercizio stilistico di poca utilità per il paziente. E d’altra parte, un’evidenza clinica osservazionale senza effetti sulla carica virale lascerebbe qualche perplessità sulla robustezza statistica di dati raccolti per un antivirale (che deve quindi neutralizzare il virus).
                            Non a caso, l’FDA americana, ha finora rilasciato un’autorizzazione all’uso emergenziale del primo di questi monoclonali, il Bamlanivimab, della Eli Lilly, solo sulla base di una riduzione osservata delle ospedalizzazioni nel gruppo dei pazienti trattati. Riduzione che è però stata messa seriamente in discussione dai dati pubblicati dalle stesse aziende in studi apparsi successivamente all’approvazione all’uso emergenziale, da cui emerge una sostanziale mancanza di significatività statistica dei risultati.
                            Senza entrare nei dettagli basti pensare che, nello studio della Eli Lilly, per ottenere una riduzione di casi di pazienti ospedalizzati da 9 a 5 si sono dovuti trattare 309 pazienti (riduzione del 4.7% rispetto al gruppo di controllo). Occorre tenere presente che i monoclonali sono farmaci biologici, in altre parole proteine complesse, che possono indurre reazioni anafilattiche anche gravi (molto rare ma succedono) che richiedono il trattamento in un contesto ospedaliero. Possono solo essere somministrati per infusione endovena lenta della durata di un’ora seguita dalla permanenza del paziente nella struttura per un'altra ora. Stiamo parlando di pazienti con forme lievi paucisintomatiche di malattia (febbre, mal di gola, aneusmia e cose simili) che, per ricevere la terapia, dovranno essere inviati in ospedale in reparti Covid probabilmente creati ad hoc.
                            Torniamo allora all’efficacia del trattamento sulla carica virale. Se prendiamo come esempio i dati dello studio sugli anticorpi della Regeneron, quello che ha dato i risultati migliori, vediamo che se somministrati entro pochi giorni dall’inizio dei sintomi i monoclonali provocano una forte riduzione della carica virale. Lo stesso studio ha misurato l’efficacia clinica del trattamento contando il numero di visite mediche richieste dai pazienti trattati con i monoclonali e quelli trattati con il placebo. Nel gruppo di pazienti trattati con i monoclonali sono state richieste 6 visite mediche su 182 pazienti trattati (il 3% dei pazienti) mentre nel gruppo trattato con il placebo sono state richieste 6 visite su 93 pazienti (il 6% dei pazienti). La differenza fra le due percentuali suggerirebbe una efficacia del 49% ma i numeri assoluti sono irrisori. Stiamo parlando di una sperimentazione in cui 275 pazienti paucisintomatici sono stati trattati in ospedale con un farmaco biologico per ottenere una riduzione di 6 casi di pazienti che hanno richiesto una visita medica dopo il trattamento. Non servono sofisticati calcoli statistici per capire che hanno impiegato un cannone per uccidere una mosca. L’efficacia clinica dei due monoclonali della Regeneron è a dir poco irrisoria.
                            A questo si aggiunge un'altra limitazione emersa dallo studio della Regeneron. L’efficacia sulla carica virale si ottiene solo se i monoclonali vengono iniettati prima della comparsa degli anticorpi prodotti dal paziente. La cosa non è di poco conto nella gestione del paziente, perché a questo punto sappiamo che per ridurre la carica virale i monoclonali vanno iniettati entro massimo 7 giorni dall’inizio dei sintomi e non dopo la comparsa degli anticorpi. La finestra di tempo utile per il loro impiego si restringe perché in certi pazienti i sintomi clinici possono apparire tardivamente quando il loro sistema immunitario è quasi pronto a produrre anticorpi. Ne segue che per prendere una decisione molto seria come quella di mandare il paziente (ricordiamolo, paucisintomatico) in ospedale il medico di famiglia avrà a disposizione 4 o forse 5 giorni e potrà farlo solo con in mano i risultati del tampone e del test sierologico. Ci riuscirà? E su quale base? Dovrà scegliere fra i suoi pazienti quelli che hanno dei fattori di rischio particolari. Ma sulla base di cosa? Visto che non abbiamo markers di laboratorio che ci permetteranno di selezionarli.
                            Da notizie di stampa pare che le indicazioni all’impiego saranno nei pazienti con fattori di rischio o comorbidità varie. Quali? Età superiore ai 65 anni? diabete? Ipertensione? Obesità? Sono tutti fattori di rischio che messi insieme troviamo in quasi tutti i nostri pazienti con età superiore ai 60-65 anni. Ma questi sono fattori di rischio essenzialmente legati ad una condizione pro-infiammatoria, e non necessariamente legata all’incapacità del sistema immunitario di combattere l’infezione. Senza parlare del fatto che non sono rari i casi di pazienti giovani e senza fattori di rischio particolari che vanno incontro a forme gravi di Covid. La selezione dei pazienti sarà difficilissima.
                            Concludendo sull’efficacia: abbiamo a disposizione un farmaco, quello della Eli Lilly, che non ha nessuna efficacia sulla carica virale e la cui efficacia sugli eventi clinici è a dir poco irrisoria, e un altro farmaco, quello della Regeneron che riduce di molto la carica virale ma che non ha nessun impatto sugli eventi clinici. Pare evidente che siamo solo all’inizio di una lunga storia e che ancora molta ricerca andrà fatta per capire se, come e quando utilizzare questi farmaci.
                            Ma veniamo ora al problema della sicurezza. Qui ci viene in aiuto l’ultimo lavoro pubblicato sugli anticorpi della Eli Lilly sulla rivista JAMA e un dato, passato sotto traccia perché pubblicato nella sezione del lavoro dedicata ai dati “supplementari” in altre parole non essenziali alla comprensione del lavoro, a dir poco inquietante. I ricercatori si sono posti il problema di verificare se il trattamento con i due monoclonali può selezionare mutanti del virus che non rispondono più agli stessi. Un fenomeno che non ha niente di nuovo in farmacologia, basta pensare a quando si tratta un paziente con gli antibiotici sbagliati o a basse dosi e tutto quello che si ottiene è selezionare un batterio resistente agli antibiotici.
                            Nel lavoro in questione, i ricercatori hanno sequenziato il virus presente nei pazienti prima e dopo la terapia con il Bamlanivimab da solo o con il Bamlanivimab associato a un altro monoclonale (Etesivimab). Il sequenziamento permette di verificare se la proteina Spike del virus contro la quale i monoclonali sono diretti cambia nel corso della terapia inserendo mutazioni che la rendono resistente ai monoclonali. La risposta è stata che in ben 7 su 98 dei pazienti trattati con la dose bassa di Bamlanivimab (il 7,1%) hanno sviluppato un virus mutato, 10 su 102 (il 9,8%) di quelli trattati con la dose più alta, uno solo su 102 di quelli trattati con la combinazione dei due monoclonali a dosi molto alte (2.8 grammi ognuno). Si potrebbe tirare una rapida conclusione, accompagnata da un sospiro di sollievo: basta combinarne due anticorpi insieme per risolvere il problema. Ma la domanda che dobbiamo porci è: un mutante che emerge da 100 pazienti trattati è veramente poca cosa? Se stiamo pensando ad un acquisto massiccio di questi anticorpi per trattare decine di migliaia di pazienti non dobbiamo porci il problema che l’1% di questi pazienti svilupperà un virus mutato? E qualcuno ha notato che la combinazione studiata non è disponibile, ad oggi, in nessuna parte del mondo?
                            Questo è il vero problema che dobbiamo porci. Problema che arriva lo stesso giorno della pubblicazione su Science di un lavoro importantissimo. I ricercatori hanno isolato e sequenziato il virus da un paziente che aveva tenuto il virus per un lungo periodo ed era stato trattato con due cicli di plasma iperimmune, che, come i monoclonali funziona grazie ai suoi anticorpi che bloccano la proteina Spike. Ebbene il virus in questione aveva accumulato una serie di mutazioni che lo hanno reso insensibile agli anticorpi. Non solo, sono andati avanti e hanno cercato questo tipo di mutazioni nelle sequenze dei virus che circolano nella popolazione (disponibili nella banca dati mondiale GISAID) e ne hanno trovate parecchie. Precisiamo anche che non si tratta di mutazioni classiche (come ne avete sentito parlare spesso) ma di delezioni, in altre parole di pezzettini interi di Spike che scompaiono perché il virus ha imparato molto alla svelta come sfuggire agli anticorpi anche utilizzando un sistema che prima non conoscevamo.
                            A questo punto crediamo che sia assolutamente indispensabile e urgente riconsiderare l’insieme delle nostre convinzioni sui monoclonali. A oggi non abbiamo nessuna evidenza solida di efficacia, se non, per gli anticorpi Regeneron, sulla carica virale che però non sembra modificare il decorso clinico del paziente. Non abbiamo nessuna idea di come impiegarli in un contesto clinico reale, non quello dei trial clinici in cui tutti i parametri e le difficoltà logistiche sono presi in considerazione e gestiti al meglio (cosa impossibile da fare su pazienti domiciliari con forme paucisintomatiche). E abbiamo evidenze, dagli stessi autori delle ricerche sui monoclonali, di un potenziale rischio di selezione di varianti virali che potrebbero rapidamente emergere e mettere a serio rischio l’efficacia del vaccino (che c’è, funziona, e costa poco..).
                            In questo contesto l’allocazione di un budget di 500 Milioni di Euro da parte dello stato per l’acquisto di dosi massicce di monoclonali è, a nostra opinione, un errore gravissimo.
                            L’Italia ha a disposizione centri di ricerca di assoluta eccellenza che ancora non sanno a chi chiedere i soldi per fare ricerca sulla Covid perché non abbiamo un programma nazionale di ricerca dedicato alla Covid. Se l’intenzione dello Stato è quella di fare una nuova grande sperimentazione sui monoclonali, ebbene, la faccia pagare alle aziende che li producono e che giustamente ne deterranno il brevetto e gli utili della vendita, senza togliere i soldi (pubblici) dalla ricerca e da tanti altri obiettivi che in questo momento sono assolutamente prioritari, come per esempio quello di accelerare la produzione di vaccini efficaci.
                            Nella speranza, probabilmente vana, che il nostro appello raggiunga i piani alti del potere decisionale, ne approfittiamo per raccomandare a tutti quelli che ci leggono di non precipitarsi in ospedale, nel caso di un risultato positivo al tampone, per farsi iniettare i monoclonali. Perché ancora non sappiamo se funzionano e perché potrebbero regalarci brutte sorprese.
                            Nell'immagine una simulazione dell'aggressione del virus da parte degli anticorpi.
                            ...........................................



                            La colpa di tutto cio' e' degli ottimisti della scienza, ossia quelli che cercano sempre e comunque di vedere tutto in maniera positiva creando un bias cognitivo nelle persone ed inducendole ad abbassare la guardia o riporre speranza in questa o quella cura. Fino a che fare cio erano personaggi con "bassa" risonanza mediatica come Raoult con la clorochina o il farmacista dell'Avigan, andava bene (anche se non dimentichiamoci che Zaia c ha aperto una sperimentazione sull'Avigan...) ma quando poi vengono create pagine facebook (Pillole di ottimismo) che creano false aspettative allora diventa un problema perche si arriva a situazioni assurde in cui la gente inizia ad invocare a gran voce l'uso di una determinata cura e la politica si sente in dovere di fare pressione sugli enti regolatori che chiaramente danno giudizi affrettati. In piu mettiamoci che questi monoclonali costano un fottio e nei malati gravi so pure controproducenti

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                            In pratica potremmo trovarci non nuove varianti nostrane nate da trattamenti massicci con i monoclonali, una roba folle e senza senso. In 500 milioni che li investissero in altro, in vaccini ad esempio


                            EDIT: ho problemi nel copiare un post da Facebook, piu tardi metto la fonte direttamente
                            EDIT EDIT:
                            https://www.repubblica.it/salute/202...oni-286664073/

                            Last edited by Françis1992; 09-02-2021, 09:20:03.


                            Tessera N° 7

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                              Ma chi cavolo legge tutto sto papiro poi
                              Originariamente Scritto da huntermaster
                              tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                              Originariamente Scritto da luna80
                              Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                                Originariamente Scritto da Luke91 Visualizza Messaggio
                                Com'è possibile accorgersi solo adesso che, non ci sarebbe bisogno del vaccino per chi già ha avuto il virus?

                                Chi ha studiato il piano vaccini?

                                Questo credo sia il vero flop, migliaia di dosi sprecate, secondo Galli
                                Ma chi l’ha detto?
                                In teoria gli anticorpi di chi ha già avuto il virus durano meno di quelli indotti da vaccino
                                E poi dovresti fare un seriologico a tutti a quel punto
                                Originariamente Scritto da Sean
                                faccini, kazzi, fike, kuli
                                cesko92 [at] live.it

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