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    Nuovo decreto per il contenimento del coronavirus e restrizioni fino al 4 maggio: riapriranno le librerie

    Dal 14 aprile il primo via libera. Il 4 maggio potrebbe invece allentarsi la stretta per milioni di cittadini costretti in casa. Ma anziani e persone a rischio dovranno rimanere protette più a lungo

    Il nuovo decreto del presidente del Consiglio è atteso per oggi e conterrà qualche piccola, cauta apertura dal valore simbolico. Librerie e cartolerie potranno tirare su le saracinesche dal 14 aprile e così le aziende che fabbricano macchine agricole, quelle che essiccano o lavorano il legno e le imprese di silvicoltura e, forse, i negozi di abbigliamento per neonati. Per il resto, la data da segnare in rosso nelle agende degli italiani è il 4 maggio: quel giorno, se tutto va bene, potrebbe allentarsi la stretta anche per i milioni di cittadini costretti da settimane in casa per l’esigenza di contenere il coronavirus. Ma gli anziani e le persone più a rischio dovranno essere protette più a lungo.

    Riaperture scaglionate

    La giornata di Palazzo Chigi è stata scandita da un vertice via l’altro, all’insegna del confronto più ampio possibile. Dopo il Consiglio dei ministri il premier si è chiuso con i capidelegazione e ha faticato non poco per placare le tensioni, vista la posizione di Italia viva che spinge per riaccendere i motori del Paese. Poi parti sociali, sindacati e Confindustria e a seguire le Regioni e i Comuni. Riunione cruciale, in cui si è lavorato per costruire un meccanismo che consentirà ai prefetti e ai presidenti di Regione di valutare riaperture scaglionate a seconda delle curve epidemiologiche del territorio. Più volte in videoconferenza Conte ha ripetuto il pensiero che in questi giorni lo tormenta: «Non possiamo rischiare di ripartire da capo». La paura che la fretta possa mandare in fumo i sacrifici che gli italiani hanno fatto per contenere la corsa del virus. «L’indice R0 è sceso sotto la soglia dell’1, ma non è ancora stabile e può tornare a salire», avvertono gli scienziati. Dunque si deve tenere duro fino al 3 maggio. Per spiegare perché, per la prima volta da quando è scattata l’emergenza, Conte abbia deciso di firmare un provvedimento di tre settimane — una in più della quarantena — bisogna guardare il calendario, con quell’incrocio di date ad altissimo rischio. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno suggerito di scavalcare i ponti del 25 aprile e del Primo maggio perché temono la voglia di sole degli italiani, che potrebbe far scattare (contravvenendo alle regole) l’ansia di raggiungere seconde case o località di villeggiatura. «Non si può passare dal lockdown alla liberalizzazione», è l’avvertimento di tecnici e scienziati.


    La «fase due»

    Anche perché il rigore di adesso aiuta a delineare quella che Conte ha definito fase due dell’emergenza, cioè la «graduale e progressiva ripresa delle attività». Per preparare le aziende alla riapertura si stanno studiano delle linee guida che hanno come capisaldi la sanificazione, il distanziamento sociale e i dispositivi di sicurezza, come guanti e mascherine. Affidandosi ad un pool di esperti di cui potrebbe essere coordinatore il manager Vittorio Colao. Durante la riunione con i capidelegazione la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ha difeso le ragioni del mondo produttivo che preme per riaprire i cancelli delle fabbriche. «Finché non ci sarà il vaccino saremo sempre a rischio, non possiamo aspettare il punto zero dei contagi — ha alzato i toni l’esponente di Italia viva — Bisogna costruire un calendario di riaperture e fare i conti con una nuova organizzazione del lavoro». Ma il fronte della cautela ha prevalso. «Con la salute a rischio non c’è economia», ha risposto Francesco Boccia alle pressioni di Confindustria. In linea il ministro della Salute Roberto Speranza che invita a leggere i dati nel loro complesso e non giorno per giorno. Anche se i numeri dei nuovi contagi non lo lasciano affatto tranquillo.

    Dal 14 aprile il primo via libera. Il 4 maggio potrebbe invece allentarsi la stretta per milioni di cittadini costretti in casa. Ma anziani e persone a rischio dovranno rimanere protette più a lungo
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
      Un governo di fatto di inetti, gente che ha un cv da bamboccione ..... ascoltando di fatto solo scienziati e sindacati, ......
      Se non fosse per la condizione di reclusione forzata, bisognerebbe manifestare sotto i palazzi romani.
      ma infatti
      quando tutto questo sarà finito e si faranno "i conti", ci dovranno spiegare come mai non hanno consultato BW

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        Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
        Credo che la sfida tra chi si chiede quale sia il male minore e chi fa le sceneggiate napoletane. Ma vabbè la cultura é quella

        Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk

        EH SI. 17.000 morti sono sceneggiate napoletane.
        saranno morti di tarantella
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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          Coronavirus, il biologo Bucci: «Sì alla riapertura se si svuotano
          le terapie intensive»


          Il docente dell’università di Philadelphia Enrico Bucci: ci vuole il 50% di posti liberi

          Fosse per qualche suo collega, dovremmo rinchiuderci in casa fino alla scoperta del vaccino.
          «Se si guardasse solo all’aspetto sanitario, dovremmo stare rinchiusi in casette di cristallo con cibo e acqua. Ma il patimento che ci procureremmo con l’autoisolamento prolungato sarebbe eccessivo, come quello dei carcerati». Enrico Bucci, docente di Biologia all’università di Philadelphia, ha uno sguardo lungo e capacità di soppesare.

          Per riaprire bisogna tenere d’occhio il famigerato R0?
          «No, perché non ci hanno messo in grado di avere un campionamento statistico decente. Possiamo pensare a riaprire quando avremo almeno il 50% dei posti liberi in terapia intensiva. E poi bisogna migliorare la sorveglianza, fare screening alle categorie esposte, individuare i focolai con sistemi tracciamento».

          Ci sono regioni dove i risultati dei tamponi arrivano dopo 10-15 giorni.
          «Parliamo tanto della Corea, ma loro hanno 500 laboratori. Noi un centinaio. Serve un piano. Non lo devo fare io ma il governo, superando la frammentazione regionale. E poi serve una comunicazione istituzionale. Basta con questi dati inutili, servono numeri spiegati, che abbiano un senso, come le previsioni del tempo. E bisogna convincere la gente dell’utilità delle misure, non solo costringerli».

          Riaprire, ma come? Per Regioni?
          «Solo se si mette in piedi la sorveglianza e si proibisce la circolazione tra le Regioni».

          Riapre per fasce d’età? Sì giovani, no anziani?
          «Il rischio non dipende dall’età, ma dall’esposizione al contagio. Se un manager di 85 anni lavora da casa ha un rischio di contagio, e quindi di contagiare, molto inferiore di un giovane iperattivo».

          Riaprire per immuni?
          «Se avessimo un test certificato nazionale. Quelli che ho visto non sono validati. C’è un’attesa messianica su questo, ma non possiamo usarlo come corno portafortuna. Se l’Iss si attivasse, l’avremmo in poche settimane».

          Riaprire fabbriche e uffici?
          «Usando barriere in plexigas. E tracciando chi entra e i suoi spostamenti».

          Con un’app?
          «Il cellulare è invasivo, è come un braccialetto elettronico. Siamo pronti a dare i nostri dati se fedifraghi? Si può anche solo autodichiarare».

          Riaprire i parchi?
          «Con il tracciamento sarebbero perfetti da riaprire».

          I trasporti pubblici?
          «Immaginando un distanziamento vero, magari con i contapersone, che oltre un certo limite chiudono i tornelli».


          Una vita difficile, felicità a momenti, futuro incerto.
          «Il virus continuerà a circolare, non sparisce da solo. Si tratta di controllarlo. Più investiamo nella prevenzione, meno impatterà sul nostro stile di vita».

          Ci aspetta una anno con la mascherina?
          «Usiamola solo se non possiamo rispettare le distanze. Se sei solo nel bosco è inutile. E poi c’è un riflesso sociale, spesso comunichiamo con il volto. E rifiutiamo il burka perché è uno strumento di costrizione. Non voglio immaginare una società con una mascherina permanente».


          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Originariamente Scritto da Ponno Visualizza Messaggio
            Magari tiene chiuso per mandare tutto all'aria così può dire che il MES ci serviva per il Corona senza ammettere responsabilità.


            certo
            il suo obiettivo è quello di mandare il paese a putt4ne.
            mi sembra ovvio no?
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
              Ma cosa dici? In quasi tutti gli altri stati le fabbriche sono in buona parte aperte

              Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
              Volkswagen riapre a fine aprile (forse)


              https://www.ilmessaggero.it/economia/news/coronavirus_fabbriche_volkswagen-5146530.html


              Originariamente Scritto da Testa Visualizza Messaggio
              ma infatti
              quando tutto questo sarà finito e si faranno "i conti", ci dovranno spiegare come mai non hanno consultato BW
              lol

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                A marzo 2019 i morti per polmoniti varie sono stati 15 mila, e quindi sono morte più persone per malattie respiratorie di quest'anno per Coronavirus. Lo spiega il presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo, in un'intervista ad 'Avvenire'.

                Quindi la quarantena avrà indirettamente evitato delle polmoniti con esito fatale nei soggetti a rischio, pure nei casi in cui la polmonite non era indotta da covid?
                sigpic

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                  Originariamente Scritto da valium Visualizza Messaggio
                  A marzo 2019 i morti per polmoniti varie sono stati 15 mila, e quindi sono morte più persone per malattie respiratorie di quest'anno per Coronavirus. Lo spiega il presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo, in un'intervista ad 'Avvenire'.

                  Quindi la quarantena avrà indirettamente evitato delle polmoniti con esito fatale nei soggetti a rischio, pure nei casi in cui la polmonite non era indotta da covid?
                  quel dato è relativo a tutte le morti per malattie respiratorie, non solo polmoniti

                  comunque la quarantena rallenta la circolazione di qualunque virus, anche l'influenza o il raffreddore

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                    benissimo, si riparte dopo Pasqua: mi auguro che protezione civile ed inail si siano assicurati che tutte le aziende abbiano DPI per i propri dipendenti perché se no stiamo mandando la gente a morire


                    Tessera N° 7

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                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Coronavirus, il biologo Bucci: «Sì alla riapertura se si svuotano
                      le terapie intensive»


                      Il docente dell’università di Philadelphia Enrico Bucci: ci vuole il 50% di posti liberi

                      Fosse per qualche suo collega, dovremmo rinchiuderci in casa fino alla scoperta del vaccino.
                      «Se si guardasse solo all’aspetto sanitario, dovremmo stare rinchiusi in casette di cristallo con cibo e acqua. Ma il patimento che ci procureremmo con l’autoisolamento prolungato sarebbe eccessivo, come quello dei carcerati». Enrico Bucci, docente di Biologia all’università di Philadelphia, ha uno sguardo lungo e capacità di soppesare.

                      Per riaprire bisogna tenere d’occhio il famigerato R0?
                      «No, perché non ci hanno messo in grado di avere un campionamento statistico decente. Possiamo pensare a riaprire quando avremo almeno il 50% dei posti liberi in terapia intensiva. E poi bisogna migliorare la sorveglianza, fare screening alle categorie esposte, individuare i focolai con sistemi tracciamento».

                      Ci sono regioni dove i risultati dei tamponi arrivano dopo 10-15 giorni.
                      «Parliamo tanto della Corea, ma loro hanno 500 laboratori. Noi un centinaio. Serve un piano. Non lo devo fare io ma il governo, superando la frammentazione regionale. E poi serve una comunicazione istituzionale. Basta con questi dati inutili, servono numeri spiegati, che abbiano un senso, come le previsioni del tempo. E bisogna convincere la gente dell’utilità delle misure, non solo costringerli».

                      Riaprire, ma come? Per Regioni?
                      «Solo se si mette in piedi la sorveglianza e si proibisce la circolazione tra le Regioni».

                      Riapre per fasce d’età? Sì giovani, no anziani?
                      «Il rischio non dipende dall’età, ma dall’esposizione al contagio. Se un manager di 85 anni lavora da casa ha un rischio di contagio, e quindi di contagiare, molto inferiore di un giovane iperattivo».

                      Riaprire per immuni?
                      «Se avessimo un test certificato nazionale. Quelli che ho visto non sono validati. C’è un’attesa messianica su questo, ma non possiamo usarlo come corno portafortuna. Se l’Iss si attivasse, l’avremmo in poche settimane».

                      Riaprire fabbriche e uffici?
                      «Usando barriere in plexigas. E tracciando chi entra e i suoi spostamenti».

                      Con un’app?
                      «Il cellulare è invasivo, è come un braccialetto elettronico. Siamo pronti a dare i nostri dati se fedifraghi? Si può anche solo autodichiarare».

                      Riaprire i parchi?
                      «Con il tracciamento sarebbero perfetti da riaprire».

                      I trasporti pubblici?
                      «Immaginando un distanziamento vero, magari con i contapersone, che oltre un certo limite chiudono i tornelli».


                      Una vita difficile, felicità a momenti, futuro incerto.
                      «Il virus continuerà a circolare, non sparisce da solo. Si tratta di controllarlo. Più investiamo nella prevenzione, meno impatterà sul nostro stile di vita».

                      Ci aspetta una anno con la mascherina?
                      «Usiamola solo se non possiamo rispettare le distanze. Se sei solo nel bosco è inutile. E poi c’è un riflesso sociale, spesso comunichiamo con il volto. E rifiutiamo il burka perché è uno strumento di costrizione. Non voglio immaginare una società con una mascherina permanente».


                      https://www.corriere.it/politica/20_...42aa5d4e.shtml

                      un discorso estremamente sensato. Numero di morti, indice di contagi, numero di tamponi, abbiamo capito che sono numeri inaffidabili perché non standardizzati. Quello, invece, dei posti liberi in ospedale è un calcolo oggettivo e sensato. Del resto, all’inizio, si era detto che la quarantena serviva a svuotare le terapie intensive poi, non so perché, qualcuno, delirando, ha iniziato a dire che si sarebbe ripresa la vita solo quando non ci fossero stati più contagiati, o quando il virus non avrebbe circolato ... È evidente che Conte ha subito influenze diverse nel corso del tempo che l’hanno portato a porsi su posizioni sempre più oltranziste, finendo per avere contro anche settori della sua maggioranza. Certo che finché si pensa, da ultimo una dichiarazione di una senatrice 5S, che il covid sia una sorta di vendetta della Natura contro il capitalismo globale, allora ha senso anche proporre baggianate tipo decrescita felice e quarantene infinite.
                      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                      ma_75@bodyweb.com

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                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        un discorso estremamente sensato. Numero di morti, indice di contagi, numero di tamponi, abbiamo capito che sono numeri inaffidabili perché non standardizzati. Quello, invece, dei posti liberi in ospedale è un calcolo oggettivo e sensato. Del resto, all’inizio, si era detto che la quarantena serviva a svuotare le terapie intensive poi, non so perché, qualcuno, delirando, ha iniziato a dire che si sarebbe ripresa la vita solo quando non ci fossero stati più contagiati, o quando il virus non avrebbe circolato ... È evidente che Conte ha subito influenze diverse nel corso del tempo che l’hanno portato a porsi su posizioni sempre più oltranziste, finendo per avere contro anche settori della sua maggioranza. Certo che finché si pensa, da ultimo una dichiarazione di una senatrice 5S, che il covid sia una sorta di vendetta della Natura contro il capitalismo globale, allora ha senso anche proporre baggianate tipo decrescita felice e quarantene infinite.
                        Difatti dobbiamo tornare al punto focale di tutta la questione: il Covid opprime il sistema sanitario. Le misure di contenimento messe in atto, difatti, servono solo per creare degli argini di rallentamento del virus, dando modo agli ospedali di rifiatare, dando modo di "controllare"/"rallentare" l'esondazione virale riducendola a focolai circorscritti ed identificabili.

                        Come dice Bucci il virus non sparirà. Quindi si può solo prendere a parametro autentico quello degli ospedali.

                        Nel frattempo occorre pensare ad una ripartenza ed una convivenza col virus...perchè abbiamo visto che la chiusura al massimo lo rallenta ma non lo debella.

                        Non potrà esserci una vittoria sul virus (in attesa forse di un vaccino o di cure efficaci), al massimo uno starci assieme con meno danni possibili. E' in questa ottica che va rimodulata la strategia. L'indice, la bussola è la quantità di gente in ospedale o nelle TI. Se scende si deve attuare la fase 2.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Qualcuno ha un'idea quantitativa della percentuale della forza lavoro attiva nelle diverse nazioni che stanno adottando misure restrittive? Altrimenti manca il termine di paragone.

                          In Italia non è tutto fermo:

                          Sono oltre 2 milioni i lombardi che sono al lavoro nonostante il blocco delle attività produttive causato dall’emergenza Coronavirus, il 58% del lavoratori totali osservati in regione.
                          A Milano anche le cifre sono alte, le attività aperte sono il 63,7 per cento.


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                            Originariamente Scritto da The_machine Visualizza Messaggio
                            Qualcuno ha un'idea quantitativa della percentuale della forza lavoro attiva nelle diverse nazioni che stanno adottando misure restrittive? Altrimenti manca il termine di paragone.

                            In Italia non è tutto fermo:

                            Sono oltre 2 milioni i lombardi che sono al lavoro nonostante il blocco delle attività produttive causato dall’emergenza Coronavirus, il 58% del lavoratori totali osservati in regione.
                            A Milano anche le cifre sono alte, le attività aperte sono il 63,7 per cento.


                            https://www.milanopavia.news/news-mi...dei-sindacati/
                            Ma in Lombardia soprattutto a Milano è pieno di uffici vari che lavorano da remoto, per loro non cambia troppo sono le fabbriche e le aziende che necessitano di lavorare fisicamente sul posto che hanno dovuto bloccare tutto

                            Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                            Originariamente Scritto da Pesca
                            lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

                            Commenta


                              l’idea di prolungare la quarantena fino al 4/5, perché siamo poco inclini al rispetto delle regole in autonomia in gran parte dell’Italia(non parlo solo di chi ha una seconda casa), credo sia obbligata come scelta, quindi non è solo la situazione sanitaria (intesa co
                              come posti in TI ) a preoccupare il governo, condivisibile o meno, la ripresa delle attività produttive prima (entro le prossima 2 settimane) e poi piano piano il resto a seguire, dovrebbe essere il piano più sensato e perseguibile a questo punto.
                              I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                                Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggio
                                Ma in Lombardia soprattutto a Milano è pieno di uffici vari che lavorano da remoto, per loro non cambia troppo sono le fabbriche e le aziende che necessitano di lavorare fisicamente sul posto che hanno dovuto bloccare tutto

                                Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                                Esatto, io non ho perso un giorno di lavoro.
                                Il punto è che volevo quantificare le differenze rispetto ad altri stati che stanno affrontando questa crisi.
                                In Francia, Germania, Inghilterra, USA, Spagna quale percentuale dei lavoratori è ancora attiva? Intendo al di la dei decreti, perchè a quanto pare molti in Italia hanno trovato modo di aggirarli.

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