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Emergenza Coronavirus: thread unico.

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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Covid, Usa: ok a uso anticorpi monoclonali Eli Lilly.

    Via libera della Food and Drug Administration (Fda) americana all'uso di emergenza dell'anticorpo monoclonale Eli Lilly per il trattamento anti-Covid-19, destinato alla cura di infezioni di lieve o moderata entità ma a rischio di malattia severa, in pazienti adulti o bambini sopra i 12 anni. Si tratta, precisa il 'Washington Post', del primo trattamento a base di anticorpi monoclonali autorizzato per l'uso sui pazienti.

    Il farmaco, un anticorpo prodotto in laboratorio che imita l'attacco del sistema immunitario al virus, è prodotto da Eli Lilly & Co. Secondo i ricercatori si tratta di "una classe di farmaci che si rivelerà un potente strumento per cambiare il corso della pandemia e potrà fare da ponte verso un vaccino - ricorda il Washington Post - Inoltre è della stessa famiglia di farmaci del trattamento ricevuto dal presidente Donald Trump quando è stato colpito da Covid-19". Ma "la scarsità iniziale del farmaco e le complessità logistiche della sua somministrazione potrebbero ridurne l'impatto immediato sulla pandemia".

    Il medicinale, bamlanivimab, deve essere somministrato "il prima possibile" ed entro 10 giorni dall'insorgenza dei sintomi, fa sapere l'azienda in una nota. L'autorizzazione consente la distribuzione e l'uso di emergenza di bamlanivimab, che viene somministrato tramite una singola infusione endovenosa. "I dati dello studio mostrano che il bamlanivimab, se somministrato all'inizio del decorso della malattia, può aiutare i pazienti a eliminare il virus e ridurre i ricoveri correlati a Covid, confermando la nostra convinzione che gli anticorpi neutralizzanti possano essere un'importante opzione terapeutica per i pazienti che combattono questo virus", ha affermato Daniel Skovronsky, Chief scientific officer di Lilly e presidente dei Lilly Research Laboratories. "Siamo orgogliosi della velocità con cui siamo stati in grado di portare ai pazienti questa terapia specificamente progettata per il trattamento di Covid-19. E ringraziamo coloro che hanno contribuito a questo progresso medico, in particolare i ricercatori e i partecipanti in tutto il Paese".

    Se Trump ha ricevuto un anticorpo sperimentale prodotto da Regeneron Pharmaceuticals attraverso un programma di uso compassionevole, Chris Christie, ex governatore repubblicano del New Jersey, ha avuto accesso al farmaco Lilly. Entro la fine dell'anno, Lilly prevede che potrebbero essere disponibili 1 milione di dosi di anticorpo monoclonale. "Questa autorizzazione di emergenza ci consente di rendere disponibile in nostro anticorpo monoclonale bamlanivimab come trattamento per pazienti ad alto rischio diagnosticati di recente con Covid-19, aggiungendo uno strumento prezioso per i medici che combattono questa pandemia globale", ha affermato David A. Ricks, presidente e amministratore delegato Lilly.

    L'autorizzazione si basa sui dati di Blaze-1, uno studio di Fase 2 randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in pazienti con Covid-19 da lieve a moderato di recente diagnosi in regime ambulatoriale. I pazienti trattati con bamlanivimab hanno mostrato "una ridotta carica virale e tassi ridotti di sintomi e ospedalizzazione", precisa l'azienda. Nello studio, inoltre, la frequenza e il tipo di eventi avversi erano simili tra bamlanivimab e placebo, con la maggior parte di gravità da lieve a moderata.

    La Fda concede l'autorizzazione all'uso di emergenza al fine di rendere disponibile un medicinale che può aiutare a diagnosticare, trattare o prevenire una malattia potenzialmente letale quando non sono disponibili alternative adeguate e approvate. Questo uso è autorizzato solo per il tempo in cui sussistono lea circostanze che giustificano l'autorizzazione dell'uso di emergenza, a meno che l'autorizzazione non venga revocata o revocata prima. L'autorizzazione è temporanea e non sostituisce il processo di revisione e approvazione formale. Il governo degli Stati Uniti ha acquistato 300.000 dosi di bamlanivimab e si è impegnato affinché gli americani non abbiano costi diretti legati al farmaco, sebbene le strutture sanitarie possano richiedere una commissione per la somministrazione del prodotto.

    Attraverso l'operazione Warp Speed, lo sforzo dell'amministrazione Trump per accelerare trattamenti e vaccini, il governo statunitense ha acquistato 300.000 dosi di trattamento da Eli Lilly e altrettante da Regeneron ad un costo rispettivamente di circa 1.250 e 1.500 dollari per dose. Funzionari sanitari del governo hanno affermato che assegneranno queste dosi, gratuitamente, seguendo una strategia simile a quella utilizzata per remdesivir, l'antivirale somministrato ai pazienti ospedalizzati.



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    TRa questa terapia e vaccino che sta arrivando si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel

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      Originariamente Scritto da Danielish Visualizza Messaggio
      TRa questa terapia e vaccino che sta arrivando si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel
      anticorpi Lilly is new "Plasma di De Donno". In soldoni, diventera' il mantra dei no Vax per i prossimi mesi.
      Al di la tutto, e' un'ottima notizia


      Tessera N° 7

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        Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
        anticorpi Lilly is new "Plasma di De Donno". In soldoni, diventera' il mantra dei no Vax per i prossimi mesi.
        Al di la tutto, e' un'ottima notizia
        Cosa non ti piace del plasma?
        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          Per essere un anticorpo e' anche economico, ma su grandi numeri puo' diventare comunque una discreta sassata per i sistemi sanitari nazionali. Spererei nel vaccino, onestamente.
          B & B with a little weed










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            Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
            Cosa non ti piace del plasma?
            nulla, lo trovo molto utile.


            Tessera N° 7

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              Il piano del governo: lockdown «leggero» entro il fine settimana (senza nuovo Dpcm)

              Covid, Palazzo Chigi vorrebbe raggiungere il risultato senza un nuovo Dpcm ma attraverso i provvedimenti dei governatori e dei sindaci

              Giuseppe Conte prende tempo, «il lockdown nazionale va scongiurato» ed è proprio con questo obiettivo che Palazzo Chigi e il ministero della Salute hanno costruito il meccanismo che ha diviso l’Italia in tre fasce. Ma i numeri dell’epidemia costringono il governo a interrogarsi. Come impedire gli assembramenti che consentono al virus di continuare a correre? Il premier non vuole cambiare ancora una volta strategia, anche per non alimentare il sospetto che la caravella dell’esecutivo navighi senza rotta, all’inseguimento del Covid-19. «Non possiamo smontare il criterio scientifico che abbiamo costruito con l’ultimo Dpcm», ripete Conte. Ovviamente il premier spera che i (debolissimi) segnali di frenata si rafforzino, ma non esclude che il numero dei contagiati e dei morti e lo stress della rete ospedaliera lo costringano a ridiscutere tutto. «Da qui a domenica capiremo se la curva va in una direzione o nell’altra», è il bivio indicato dagli scienziati.

              Ecco allora che nel governo si fa largo una nuova strada per tenere la curva sotto controllo senza smentire l’ultimo Dpcm. Arrivare al fine settimana con l’Italia «chiusa» per Covid, con un piano scandito dalle ordinanze del ministro della Salute, dei governatori e dei sindaci per bloccare il più possibile la mobilità.

              Un lockdown «leggero»,
              che consentirebbe alle imprese, alle fabbriche e alle professioni di andare avanti, ma chiuderebbe bar e ristoranti su quasi tutto il territorio nazionale, limitando il più possibile gli esercizi commerciali.


              Allo studio, oltre alla chiusura di alcune tipologie di negozi che avevano ottenuto una deroga nelle zone rosse, anche lo stop ai negozi nel weekend, come già avvenuto per i centri commerciali: rimarrebbero aperti solo alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai. La data cruciale resta il 15 novembre. Per domenica il governo prevede che i tre quarti almeno delle regioni siano in fascia arancione o rossa, o in conseguenza delle norme contenute nel Dpcm, o grazie ai provvedimenti assunti dai governatori. La novità è il fortissimo pressing che l’esecutivo, con i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, sta esercitando sui presidenti delle Regioni e sui sindaci, perché facciano scattare misure più severe: dal lockdown totale nei Comuni dove si sono creati focolai, alla chiusura di strade e piazze in cui troppi cittadini si affollano per il passeggio e lo shopping. «Entro novembre va messo in sicurezza tutto — ha avvertito Boccia in una delle tante call —. Ogni intervento necessario deve essere fatto su scala territoriale».

              Il segnale dell’urgenza lo ha dato il presidente dell’Iss Brusaferro, quando ha lanciato l’allarme sulle «gialle» Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Campania, quattro regioni dove è «opportuno che siano anticipate le misure più restrittive». Per tutta la giornata Speranza e Boccia hanno incalzato Bonaccini, Fedriga, Zaia e De Luca, per convincerli a far scattare oggi stesso chiusure rigide. E i governatori hanno capito il messaggio: «Con un indice Rt sopra 1,5 basta un niente e ci si ritrova in zona rossa».

              Per evitare assembramenti i sindaci possono agire sulla base del Dpcm, che affida loro il potere di chiudere intere aree di città e paesi. Il testo prevede che si debba garantire «l’accesso a negozi e abitazioni», ma l’ipotesi esplorata in queste ore è lasciare il passaggio verso le sole case private. Anche sulla scuola è battaglia, perché alcuni ministri e governatori vorrebbero sospendere le lezioni in presenza anche nel primo ciclo, mentre la ministra Lucia Azzolina resta «categoricamente contraria».

              Per quanto contestato, il modello del monitoraggio ha portato in soli cinque giorni al lockdown delle «rosse» Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Calabria e Alto Adige e al passaggio all’arancione di Sicilia, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Umbria, Toscana, Liguria. Proprio quel che Speranza si augurava, convinto com’è che per battere il virus «bisogna limitare il più possibile gli assembramenti».


              L’accelerazione del governo si basa su presupposti scientifici, ma potrebbe presto avere conseguenze politiche. Conte si è convinto della necessità di modificare il titolo V della Costituzione e inserire la «clausola di supremazia» dello Stato sulle Regioni. Una riforma che consentirebbe di scongiurare le polemiche (come quelle che hanno scandito l’emergenza) e ridurre le tensioni, che hanno segnato anche la giornata di ieri.

              CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Vaccino Pfizer contro il Covid, all’Italia 27 milioni di dosi

                L’accordo dell’Ue con le aziende produttrici. Locatelli: nel nostro Paese comincerà ad arrivare da metà gennaio. Un team di 15 esperti per organizzare la distribuzione

                «Quello sviluppato da BioNTech/Pfizer è il vaccino più promettente finora». Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, pesa ogni parola nell’annunciare l’accordo con le due aziende, tedesca e americana. Il vaccino che hanno messo a punto, secondo dati intermedi della fase 3, arriva al 90% di efficacia nell’uomo. Un passaggio fondamentale quello di Bruxelles, per non restare fuori dai giochi quando (e se) avremo un’arma potente per fermare Sars-CoV-2. Luminosa la prospettiva descritta da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo: «Da metà gennaio potranno essere disponibili le prime dosi del vaccino, che ragionevolmente saranno offerte prima agli operatori sanitari, alle forze dell’ordine e alle fasce più fragili della popolazione. Ci sono tutti i presupposti perché si veda il punto di svolta».


                L’intesa

                L’accordo firmato consta di due parti: la prima per la fornitura di 200 milioni di dosi, a cui potrà essere aggiunta un’opzione per altri 100 milioni di flaconi, assegnati con criteri da stabilire. La quota riservata all’Italia, per ora relativa alla prima tranche, è il 13,51% del totale, ovvero 27 milioni di dosi. «La ripartizione avviene sulla base della popolazione di ciascuno Stato membro rispetto al totale degli abitanti della Ue», precisa Bruxelles. Dopo il via libera del collegio dei commissari, i Governi hanno cinque giorni per presentare ulteriori richieste. In caso di astensioni, aumenteranno le dosi disponibili per gli altri Paesi. «È il quarto contratto che firmiamo (dopo quelli con AstraZeneca, Sanofi-Gsk e Johnson & Johnson, ndr) — ha ricordato von der Leyen — e ne arriveranno altri, perché abbiamo bisogno di un ampio portafoglio di vaccini basati su diverse tecnologie. Questa può essere una strada per sconfiggere il coronavirus e tornare alla nostra vita normale. Nel frattempo, però, è importante essere prudenti».



                La distribuzione

                In Italia, dal 4 novembre, è attivo un gruppo di 15 esperti e coordinato da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al ministero della Salute, la cui mission è organizzare la logistica (trasporto e conservazione) per rifornire tutte le Regioni. Che non sarà banale, perché il vaccino di BioNTech/Pfizer va tenuto costantemente a 80 gradi sotto zero. Non solo: per essere protetti servono due dosi, a distanza di alcune settimane. Quindi, almeno inizialmente, solo 13,5 milioni di italiani beneficeranno dell’accordo firmato. In ogni caso, nella difficile partita contro il virus, abbiamo nuove concrete possibilità. Un match in cui il tempo gioca un ruolo fondamentale. «Quando la sperimentazione sarà terminata con successo avremo a disposizione tante dosi, perché queste sono già in corso di produzione e quindi immediatamente disponibili — sottolinea Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza —. Non occorrerà aspettare altri mesi».


                CorSera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Ho sentito dire che, passati 21 giorni dal tampone positivo, se non hai sintomi sei libero di uscire poiché non più contagioso. Confermate?
                  C'è un amico che, dall'ultimo tampone di settimana scorsa, risultava ancora positivo (un mese fa ha avuto febbre e tosse) e giovedì, a prescindere dal risultato del nuovo tampone di oggi, il medico gli ha detto che potrà uscire di casa
                  Originariamente Scritto da Alberto84
                  Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano


                  Originariamente Scritto da debe
                  Chi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?
                  Originariamente Scritto da Zbigniew
                  Kurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
                  Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.

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                    Io continuo ad essere scettico sui trasporti, treni in particolare: gente che utilizza i treni dopo i vari DPCM è diminuita sensibilmente e si nota facilmente con presenze nelle stazioni, il problema è che se contemporaneamente l'offerta viene drasticamente ridotta quella rimane si riempie facilmente. Domenica (come tutte le domeniche) rientro da Verona a Pesaro, di solito prendo due frecce con cambio a Bologna, post DPCM trenitalia ha tolto gran parte delle già poche frecce che fanno la tratta adriatica obbligando la gente a prendere i regionali. Fin qui, a parte il fastidio di un servizio inferiore, poco male se non fosse che accessi e posti sui regionali non sono contingentati così ci si ritrova treni strapieni.
                    "It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"

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                      Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
                      Per essere un anticorpo e' anche economico, ma su grandi numeri puo' diventare comunque una discreta sassata per i sistemi sanitari nazionali. Spererei nel vaccino, onestamente.
                      Ma quello a prescindere ed assolutamente.
                      Ma se nel frattempo si può tamponare seriamente, onestamente la trovo un'ottima cosa.
                      Originariamente Scritto da Sean
                      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        Originariamente Scritto da Giampo93 Visualizza Messaggio
                        Ho sentito dire che, passati 21 giorni dal tampone positivo, se non hai sintomi sei libero di uscire poiché non più contagioso. Confermate?
                        C'è un amico che, dall'ultimo tampone di settimana scorsa, risultava ancora positivo (un mese fa ha avuto febbre e tosse) e giovedì, a prescindere dal risultato del nuovo tampone di oggi, il medico gli ha detto che potrà uscire di casa

                        Originariamente Scritto da Sean
                        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                          Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                          Ma quello a prescindere ed assolutamente.
                          Ma se nel frattempo si può tamponare seriamente, onestamente la trovo un'ottima cosa.
                          anche perche il vaccino lo riceveranno sanitari ed anziani, dunque un buon 70% della popolazione rimane fuori, almeno all'inizio


                          Tessera N° 7

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                            Originariamente Scritto da Giampo93 Visualizza Messaggio
                            Ho sentito dire che, passati 21 giorni dal tampone positivo, se non hai sintomi sei libero di uscire poiché non più contagioso. Confermate?
                            C'è un amico che, dall'ultimo tampone di settimana scorsa, risultava ancora positivo (un mese fa ha avuto febbre e tosse) e giovedì, a prescindere dal risultato del nuovo tampone di oggi, il medico gli ha detto che potrà uscire di casa

                            Di casi simili ce ne sono chissà quanti.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Corsa al vaccino, Mosca: "Il nostro funziona al 92%". E gli Usa: "Pronti entro dicembre"

                              LA CORSA per il vaccino contro il Covid non si ferma. Dopo l'annuncio di Pfizerper gli ottimi risultati ottenuti nei test per ottenere un'immunizzazione contro il coronavirus, non si sono fatte attendere le risposte degli altri contendenti. Russia e Stati Uniti hanno annunciato di essere vicine al traguardo.

                              Da tempo Putin è sceso in campo per vincere questa battaglia che avrà risvolti economici importanti. Mosca ha fatto sapere che, stando ai dati preliminari, il suo vaccino Sputnik V ha un'efficacia del 92% nel proteggere dal Covid-19. Stando a una dichiarazione del ministero della Salute russo, del centro di ricerca statale Gamaleya e del Fondo Russo di investimenti diretti ripresa dal Moscow Times, i risultati mettono in evidenza che solo 20 dei 16.000 volontari che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino o del placebo hanno contratto il Covid-19. Il vaccino russo

                              Una ricerca sulla quale il mondo della ricerca aveva espresso dubbi quella di Mosca, anche per la mancanza di diffusione di dati sui test. A settembre Sputnik V era stato somministrato, fuori dallo studio clinico, per la prima volta a un gruppo di volontari degli ospedali russi nelle zone 'rosse', anche in questo caso "è stata confermato il tasso di efficacia di oltre il 90%". I dati raccolti dai ricercatori del Gamaleya Center dovrebbero essere pubblicati dopo la fine della sperimentazione. Gli Usa

                              In tutto sono 11 i vaccini che sono vicini al traguardo in questa sfida globale. Fra i candidati favoriti è in fase avanzata (Fase 3) anche la sperimentazione della biotech Usa Moderna. Dovrebbe essere disponibile entro dicembre. "Ben 30.000 partecipanti erano stati arruolati nello studio di Fase 3 Cove al 22 ottobre e 25.654 partecipanti hanno ricevuto la seconda vaccinazione", fanno sapere dall'azienda Usa. Pronto a dicembre

                              Anche qui c'è ottimismo. "La prima analisi intermedia è prevista per questo mese, a novembre. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha richiesto di raccogliere due mesi di dati sulla sicurezza per almeno la metà dei partecipanti allo studio (cioè 15.000 persone), quota che speriamo di raggiungere il 24 novembre", fa sapere Moderna. "Ciò ci consentirebbe di richiedere l'autorizzazione all'uso di emergenza del vaccino nella migliore delle ipotesi a fine novembre, inizio dicembre".

                              Moderna prevede che la produzione del vaccino mRna-1273 raggiungerà quota 20 milioni di dosi entro la fine del 2020. Moderna ha due partner per la produzione, pronti a soddisfare i requisiti per il vaccino in Europa: Lonza in Svizzera e Rovi in Spagna. Con Lonza, l'obiettivo è quello di consentire la produzione di una quota che oscilla fra 500 milioni e 1 miliardo di dosi l'anno di vaccini a partire dal 2021.

                              Garattini invita alla prudenza

                              Il mese di ottobre è stato difficile da un punto di vista dei contagi e questi annunci fanno sperare. Notizie però che vanno trattate con cautela, in attesa della pubblicazione degli studi clinici, come ricorda Silvio Garattini, farmacologo, presidente e fondatore dell'Istituto ricerche farmacologiche "Mario Negri". Serve prudenza, spiega commentando l'annuncio della pfeizer perché "si tratta di informazioni via stampa. Noi invece vorremmo vedere le pubblicazioni scientifiche, i dati perché ci sono ancora molti punti di domanda". Il vaccino dovrebbe arrivare a inizio 2021. "Penso che per l'inizio dell'anno ci possa essere disponibilità. Ma molto piccola. E che in primavera si ampli. Sperando che non ci sia solo un vaccino ma che ce ne siano anche altri."
                              sigpic
                              Free at last, they took your life
                              They could not take your PRIDE

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                                Meglio così, più vaccini ci saranno e più si potrà scegliere, valutare.
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                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Working...
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                                🤢
                                😎
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                                👍
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