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Monetizzare le tragedie cosa ne pensate?

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    Monetizzare le tragedie cosa ne pensate?

    Ragazzi dopo il libro di Nadia Toffa è uscito il libro della Santarelli che racconta la sua esperienza. Il figlio ha affrontato, e fortunatamente vinto, un tumore al cervello. Che ne pensate di chi riesce a monetizzare una tragedia? Io non so se riuscirei ad essere così freddo da riuscire in simili operazioni, non dico nè che sia giusto nè che sia sbagliato ma che ci vuole una forza d'animo non da poco.
    Ciao Manuel, bodyweb non sarà mai più la stessa!

    #2
    A me non piace proprio questa spettacolarizzazione, vedo che ormai c'è quasi la gara fra le persone del mondo dello spettacolo a raccontare i proprio problemi di salute per aumentare la popolarità. " vinto il tumore " poi è quasi sempre usato a sproposito.... anche Nadia Toffa dopo pochi mesi se ne era uscita con " ho sconfitto il tumore " , si può dire solamente dopo molti anni e comunque si rimane sempre sul chi va là....
    Originariamente Scritto da Pesca
    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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      #3
      Dipende sempre da cosa ci si fa con gli introiti da questi libri, che comunque non credo siano cosi' enormi (potrei anche sbagliarmi).
      Intendo dire che a volte vengono destinati alla ricerca, ad associazioni che assistono i malati, ecc.. Non che uno debba farlo, li' sono considerazioni personali.

      Implicazioni economiche a parte, credo che uno scriva libri del genere perche' mettere le cose per iscritto puo' aiutare a razionalizzare certe situazioni molto serie. Una specie di auto-terapia per chi scrive.
      Oppure perche' quando capita a te, capisci che sono cose molto piu' comuni di quello che pensavi, e magari un libro, nel suo piccolo, puo' aiutare qualcuno che si e' appena trovato nella tua stessa situazione.
      O tutte e due le cose.

      Poi magari esiste davvero qualcuno che vuole monetizzare su queste cose, ma, magari ingenuamente, non credo che sia una cosa cosi' frequente.
      B & B with a little weed










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        #4
        Quando uno le tragedie le vive direttamente o attraverso i propri cari, capisce quanto l'incoraggiamento, frasi fatte ,sorrisi falsi, false promesse e tutte le persone inutili che si palesano in quel momento siano inutili.
        Non c'è nulla di eroico , tanto meno non c'è nulla per cui lottare , ci sei tu il cancro e la medicina. Quando la medicina fallisce , tu muori ...nonostante la determinazione a voler guarire o alle persone che ti incoraggiano e confortano.
        Il resto sono tutte cazzate.
        Ogni mio intervento e' da considerarsi di stampo satirico e ironico ,cosi come ogni riferimento alla mia e altrui persone e' da intendersi come mai realmente accaduto e di pura fantasia. In nessun caso , il contenuto dei miei interventi su questo forum e' atto all' offesa , denigrazione o all odio verso persone o idee.
        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
        Di solito i buoni propositi di contenersi si sfasciano contro la dura realtà dell'alcolismo.

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          #5
          Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
          Dipende sempre da cosa ci si fa con gli introiti da questi libri, che comunque non credo siano cosi' enormi (potrei anche sbagliarmi).
          Intendo dire che a volte vengono destinati alla ricerca, ad associazioni che assistono i malati, ecc.. Non che uno debba farlo, li' sono considerazioni personali.

          Implicazioni economiche a parte, credo che uno scriva libri del genere perche' mettere le cose per iscritto puo' aiutare a razionalizzare certe situazioni molto serie. Una specie di auto-terapia per chi scrive.
          Oppure perche' quando capita a te, capisci che sono cose molto piu' comuni di quello che pensavi, e magari un libro, nel suo piccolo, puo' aiutare qualcuno che si e' appena trovato nella tua stessa situazione.
          O tutte e due le cose.

          Poi magari esiste davvero qualcuno che vuole monetizzare su queste cose, ma, magari ingenuamente, non credo che sia una cosa cosi' frequente.
          Originariamente Scritto da M K K Visualizza Messaggio
          Quando uno le tragedie le vive direttamente o attraverso i propri cari, capisce quanto l'incoraggiamento, frasi fatte ,sorrisi falsi, false promesse e tutte le persone inutili che si palesano in quel momento siano inutili.
          Non c'è nulla di eroico , tanto meno non c'è nulla per cui lottare , ci sei tu il cancro e la medicina. Quando la medicina fallisce , tu muori ...nonostante la determinazione a voler guarire o alle persone che ti incoraggiano e confortano.
          Il resto sono tutte cazzate.
          Posso dire che insieme riassumiamo abbasanza come stanno le cose.

          Calcola sempre che l'essere umano di è evoluto in essere culturale e che le categorie mentali che hai, vivendo in certi contesti, mutano stabilmente in altre non condivisibili da persone comuni.
          Dead Man Walking

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            #6
            a volte il dolore provoca una specie di godimento estetico... Se ci pensi, molti grandi romanzi parlano di storie tristi, e gli eroi dei romanzi sono spesso tragici.
            Nessuno sogna per sè una storia tragica, ma poi per qualche motivo ci piace godere esteticamente delle tragedie, mentre a nessuno importa leggere della famigliola felice come quelle delle pubblicità, anzi, la storia diventa interessante quando si mostra come la felicità va a deteriorarsi e i sogni si infrangono...
            Mi viene in mente questa poesia di Carver sull'argomento:

            ti muore il cane viene investito da un furgone.
            lo trovi sul ciglio della strada
            e lo seppellisci.
            ti senti male per lui.
            ti senti male personalmente,
            ma ti senti male per tua figlia
            perché era il suo cucciolo,
            e gli voleva così bene.
            canticchiava per lui
            e lo lasciava dormire nel suo letto.
            scrivi una poesia su di lui.
            dici che è una poesia per tua figlia,
            sul cane che viene investito da un furgone
            e su di te che l’hai presa così a cuore
            lo hai portato nei boschi
            e l’hai seppellito profondamente,
            e quella poesia riesce così bene
            che sei quasi contento che il cagnolino
            sia stato investito, altrimenti non avresti
            mai scritto quella bella poesia.
            poi ti siedi a scrivere
            una poesia sullo scrivere poesie
            sulla morte di quel cane,
            ma mentre scrivi
            senti una donna che grida
            il tuo nome, il nome di battesimo,
            le due sillabe,
            e il tuo cuore si ferma.
            dopo un minuto, seguiti a scrivere.
            lei grida di nuovo.
            ti chiedi fino a quando andrà avanti. (Raymond Carver)

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