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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Agli ottavi...dove ricordo una non disprezzabile partite col Barcellona. I gironi Allegri li ha sempre passati.

    Alla Juve ha fatto vedere un gioco con dei picchi assoluti, tipo nel '17 quando a gennaio buttò via il tutto visto fin lì e si presentò col tridente, filando poi come un treno fino a Cardiff...o nel '15 quando infuse quella necessaria sicurezza nei propri mezzi in Europa e a sorpresa (per una squadra che Conte considerava cotta) si arrivò fino a Berlino...o l'anno dopo, la partita di ritorno col Bayern a Monaco, dove si inventò letteralmente una formazione adattata, facendo vedere i sorci verdi al tedeschi...o la remuntada al Bernabeu col Real...

    Insomma, Allegri ha dato.

    Poi è successo qualcosa. Ha perduto la leggerezza, l'ironia...e a quanto pare anche il tocco, come si fosse spento per diventare un avatar di se stesso, un paladino di una guerra ideologica che sta però rovinando lui e noi. Ci stiamo avvitando nella depressione, nella nebbia, in un gioco "non gioco", nella sterilità offensiva e non solo offensiva...e io una nuova stagione dove si parte così depressi non me la ricordo, di solito al nuovo anno di gioco c'è sempre un pò di entusiasmo...che magari poi a dicembre svanisce ma all'inizio c'è per tutti e in tutte le squadre.

    Io credo che questa squadra possa dare di più, non è una brutta squadra...ma serve anche la mano dell'allenatore, serve che ritrovi lo spirito leggero e l'inventiva, lo sperimentalismo e poi la sintesi.


    È semplicemente coinciso con il.fidanzamento con Ambra.









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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      Credo che Mou si sia lamentato dell'arbitraggio...
      Confermate?









      "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
      Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
      vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

      (L. Pirandello)

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        Lamentarsi dell'arbitraggio con un risultato di 4 a 0 è un po' imbarazzante dai.
        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
          Lamentarsi dell'arbitraggio con un risultato di 4 a 0 è un po' imbarazzante dai.
          Hai visto la partita?

          Comunque è chiaro che oggi perdiamo per errori individuali e quaglie clamorose di kardorp e patricio.
          Poi vabbe la roma è uscita dalla partita e ha sbracato nel finale.
          Il problema resta lo stesso, anche quando vinciamo fatichiamo maledettamente a segnare. La fase offensiva va migliorata.
          Stasera salvo solo matic e dybala, giocatori di livello superiore rispetto agli altri.

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            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

            (L. Pirandello)

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              Mourinho ha anche detto che quando si perde 4-0 non si parla di arbitri

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                Originariamente Scritto da Venkman85 Visualizza Messaggio
                Mourinho ha anche detto che quando si perde 4-0 non si parla di arbitri

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                Ora ci siamo

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                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                  È colpa dell'arbitro si, la partita sarebbe finita in pareggio ma poi l'arbitro venduto ha fischiato il calcio d'inizio!
                  Originariamente Scritto da Marco pl
                  i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  IO? Mai masturbato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  Io sono drogato..

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                    È accaduto a Firenze e Milano: protagonisti in negativo i tifosi di Juventus e Inter


                    Non si finisce mai l’idiozia di alcune persone che lo sport neppure sanno cosa sia e quali valori dovrebbe trasmettere. “I viola non sono italiani, ma una massa di ebrei, il viola è il colore che odio, il colore che odio di più, sterilizziamo le donne, così non ne nascono più”: queste le frasi di un coro scandito ieri dal settore del Franchi che ospitava oltre un migliaio di sostenitori della Juventus arrivati a Firenze per la gara contro la Fiorentina conclusasi 1-1. Il caso è emerso oggi dopo che è stato diffuso sui social un video nel quale si sente il coro.

                    Le cose assurde però non finiscono qui. Ieri a San Siro nel momento dell’ingresso delle due squadre in campo, si sono uditi cori dal settore del tifo caldo nerazzurro contro il Milan: “I campioni dell’Italia sono ebrei”. Sul web sono comparsi video che testimoniano l’accaduto e il club rossonero ha già anticipato l'intenzione di attivare la Procura della Federcalcio.




                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                      Tipiche cose da Roma.
                      Subisci 1 gol su calcio da fermo fino ad allora...poi sbaaaaaaaaaammmmmmm! Quattro supposte tutte assieme!
                      Dajeeeeeeeeeeee.
                      Sentiteve male, teste di cazz0...

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                        Che schiaffo alla Roma di Mourinho, i quattro gol presi a Udine raggelano gli entusiasmi sulla squadra protagonista dell’estate del calciomercato con Dybala & C. Mou se la prende anche con l’arbitro, e si torna alle contraddizioni dell’anno passato.

                        Udinese – Roma 4-0: quattro schiaffi a Mou e a chi si fa abbindolare dai titoli del calciomercato…
                        Dice Mourinho: “Preferisco perdere una partita 4-0 che quattro per 1-0”. Sperando così di dissipare, con una classica battuta da vecchio uomo di calcio, quell’inquietudine che i tifosi romanisti hanno sentito risalire come un brivido lungo la schiena. Mourinho non ha cercato troppe scuse, ma nel più classico dei copioni, ha tirato in mezzo anche l’arbitraggio.

                        Il risultato e la polemica arbitrale – “quando abbiamo saputo che era lui, (Maresca ndr), sapevamo che era un profilo perfetto per l’Udinese che gioca in casa” – richiamano molto la scorsa stagione, quando la nuova Roma di Mourinho incappò in alcune sconfitte, particolarmente famigerata quella col Bodø/Glimt, che caratterizzarono il suo cammino. Frenandola parecchio in campionato, ma non impedendole di vincere la Conference League.

                        Se la Roma di Dybala, Belotti, Matic & C doveva iniziare un nuovo percorso e secondo molti (anche per me…) battersi addirittura per lo scudetto, il 4-0 incassato a Udine arriva come una bufera prima sulla Roma che tanta attesa suscita e poi sugli stessi critici del calcio troppo spesso abbindolati dai grandi titoloni del calciomercato estivo. Come si dice, una Roma completamente in bambola. Forse sarà stato solo un classico temporale estivo, forse…


                        5a GIORNATA – ⚽ – Che schiaffo alla Roma di Mourinho, i quattro gol presi a Udine raggelano gli entusiasmi sulla squadra protagonista dell’estate del calciomercato con Dybala & C. Mou se la prende anche con l’arbitro, e si torna alle contraddizioni dell’anno passato. – ⚽ – Il derby di Milano ha sempre lo stesso verdetto, più Milan che Inter. Leao e Giroud in partita, l’Inter di Inzaghi invece è uscita dal campo, e soprattutto si è svegliata troppo tardi. Certo il Milan deve anche ringraziare Maignan, ma ci sono certe similitudini inquietanti per i nerazzurri: un altra sconfitta dura da accettare dopo quella con la Lazio, un derby andato storto come lo scorso anno quando nella supersfida di San Siro Inzaghi consegnò lo scudetto al Milan. Insomma qualche perplessità su Inzaghi c’è, mentre Pioli ha di nuovo il vento in poppa. – ⚽ – L’1-1 di Fiorentina – Juventus può andar bene a Italiano, ma non certo alla Juve. Si apre ormai il caso Allegri, possibile che la Juventus debba sempre fornire questo tipo di partite insufficienti, non solo dal punto di vista del gioco. Allegri dice che “bisogna cambiare mentalità”, ma chi è che dovrebbe provvedervi se non lui? E poi non è assurdo avere Vlahovic, il miglior attaccante oggi in campionato, e lasciarlo l’intera partita in panchina? Perché c’è sempre una scusa? – ⚽ – Il Napoli riprende a volare con Kvaratskhelia e Kim. Il centrocampista georgiano è la nuova arma a sorpresa di Spalletti, pesa di più in squadra dello stesso Osimhen che ormai è stato sorpassato. Il Napoli è lassù ma lascia sempre tutti interdetti: è una grande squadra o no? E lo scudetto lo può davvero vincere? - Il Bar Sport di Fabrizio Bocca
                        SERIE A 2022-2023 Giornata N. 5 Sabato 3 settembre 2022 Fiorentina - Juventus 1-1 (9' Milik J, 29' Kuamé F) Milan - Inter 3-2 (21' Brozovic I, 28' Leao M, 54' Giroud M, 60' Leao M, 67' Dzeko I) Lazio - Napoli 1-2 (4' Zaccagni L, 38' Kim N, 61 Kvaratskhelia N) Domenica 4 settembre



                        Monza – Atalanta 18.30
                        Salernitana – Empoli 18,30
                        Torino – Lecce 20.45



                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Roma incommentabile, ma campionato appassionante

                          di Massimo Mauro

                          E' una batosta epica quella presa dalla Roma a Udine, talmente pesante che mi sento di definirla incommentabile. La squadra di Mourinho non è stata mai in partita, bisogna capire come mai, anche se è difficile fare una analisi approfondita da lontano. Con Pellegrini, Dybala e Abraham in campo era lecito attendersi molto, ma non è arrivato niente. Soprattutto l'involuzione di Abraham e Dybala è stata impressionante, inoltre Belotti mi è sembrato a dir poco arrugginito. E non mi sembra sia successo nulla di particolare dal punto di vista arbitrale. Insomma una squadra sfavorita ha dominato una big. Tutto qui. Ora per rialzare subito la squadra, Mourinho dovrà ora lavorare più sulla testa che sulla tecnica o sulla tattica: quello che abbiamo visto rischia di non essere vero, meglio quindi puntare su una svolta psicologica.

                          Comunque è una sconfitta che secondo me potrebbe fare anche bene: la Roma torna con i piedi per terra, viene messo un calmiere ad un entusiasmo che la piazza difficilmente riesce a contenere. E alla fine si riparte, perché le squadre sono tutte in due punti. Perché questo è un campionato a volte illogico ma appassionante: ci sono squadre che entusiasmano e altre che giocano male, ma sono tutte compresse in poco spazio. Può essere il limite o la bellezza di un campionato che comunque non abbandona nessuno. Dal Milan, al Napoli per finire all'Atalanta, ogni domenica c'è una possibile protagonista. Per quanto mi riguarda, all'inizio avevo detto Inter, perché mi sembra il gruppo più forte. Se dovessi esprimermi ora dopo cinque giornate direi ancora Inter. Staremo a vedere.

                          ...ma di noi
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Roma, in una notte si è sbriciolata la solidità. Il Milan a Salisburgo per un vero esame di maturità

                            di Paolo Condò

                            Due errori tecnici di gravità rara, quelli di Karsdorp e Rui Patricio, sono l'innesco di una serata disastrosa per la Roma, che oltre a prima partita e primato perde a Udine l'aura di squadra solida che s'era costruita in agosto. Mourinho subisce altri tradimenti, oltre a quelli già citati: se Abraham sta giocando male da inizio stagione, è mancato in pieno anche Pellegrini. Il solo Dybala non poteva bastare contro l'Udinese, che resta la squadra fisicamente più forte del torneo, ma pure a tecnica non se la passa male. Una lezione per la Roma - quasi un altro Bodø - che conferma la tesi della mancanza di una squadra-faro in questa semi-stagione fino al Mondiale.Oggi prova a issarsi in testa da sola l'Atalanta, che a Monza ha una grande occasione: delle battistrada è l'unica già certa di aver superato il numero delle reti segnate l'anno scorso a questo punto.

                            In un campionato che sta razionando pesantemente i gol (dopo il quarto turno ne mancavano all'appello 34: una produzione di 94 reti appena, contro le 128 della scorsa stagione), l'influenza dei grandi realizzatori è destinata ad aumentare. Sabato
                            Leaoha rovesciato il derby con giocate inarrivabiliper chiunque in Serie A, e agendo in squadra con i vari Maignan e
                            Tonali- le altre eccellenze di giornata - ha ribadito che nel Milan esiste un nucleo di giovani talenti in costante crescita cui può bastare un'aggiunta a stagione (il mercato corollario a De Ketelaere va ancora scoperto) per aumentare in competitività. Diventa molto interessante il girone di Champions, per capire se la sommatra l'esperienza dell'anno scorso, la crescita già menzionata e un girone meno proibitivo produrrà una nuova ambizione: quella di vincere il girone, tornando nel tabellone dell'eliminazione diretta con la faccia feroce. Si parte da Salisburgo, si può arrivare più lontano di quanto si pensi.

                            Il Milan di febbraio vinse un derby fondamentale grazie a due giocate nei momenti chiave del match, ma la Coppa Italia dimostrò poco dopo che l'Inter era tutt'altro che inferiore. Sette mesi dopo la partita di sabato ha raccontato un'altra storia, quella di una nuova generazione pronta a prendere il potere a San Siro. E questo malgrado il lavoro sia ancora in progress: di fronte alla veemente reazione dell'Inter dopo il 3-1, si è avvertita per la prima volta la perdita di Kessié, l'equilibratore davanti alla difesa. Il rovescio della medaglia è che il duo Tonali-Bennacer costituisce una mediana dove in due pensano e in due corrono; in due anche coprono, ma per ora meno del loro antico compagno. L'Inter non è riuscita ad approfittarne perché quello di Perisic è stato un addio ancora più doloroso: Inzaghi non riesce a venir fuori dal rebus della fascia sinistra, e l'eclissi di De Vrij ha mandato in tilt l'assetto difensivo. Il gol di Giroud, a reparto schierato, grida vendetta come quello di Felipe Anderson. Senza ripetere le storie arcinote della proprietà cinese in crisi e del management italiano che cerca di arginarne gli effetti, l'Inter quest'anno si è presentata con un piano d'azione preciso: Romelu Lukaku. È il suo ritorno l'arma per attraversare questo periodo storico. Il Bayern era uscito dai blocchi esplosivo, ma le ultime due gare sono stati due pallidi 1-1. È una grande rivale, ma anche un'occasione per rimontare la depressione


                            Repubblica




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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Handanovic e i (troppi) tiri che non para più. L’Inter può lanciare Onana

                              Il portiere dell’Inter fin qui ha subito 8 gol su 19 tiri: un quarto di quelli presi dalla squadra la scorsa stagione. Le insofferenze in campo di Barella, Bastoni e Brozovic

                              Nervosa, insicura, forse anche presuntuosa, capace di reagire solo quando la partita sembra compromessa: anche in quel momento cruciale del derby di sabato l’Inter ha capito che a fare la differenza con il Milan, tra le altre cose, c’è il portiere: per Maignan non ci sono tiri imparabili, per Handanovic evidentemente sì, dato che su 19 tiri ha subito fin qui 8 gol, un quarto di tutti quelli presi dall’Inter nello scorso campionato (32). Se la media di reti subite da una squadra che ha tenuto la porta immacolata solo contro lo Spezia (amichevoli estive comprese) è crollata da 0,84 a 1,6 a partita non è solo a causa del portiere, però l’Inter ha preso André Onana, che ha dodici anni in meno di capitan Handanovic e scalpita per dimostrare le sue qualità, fra le quali spicca quella esplosività, ormai ridotta al minimo sindacale nel collega. Difficile che il camerunese giochi già dopodomani contro il Bayern, ma il suo debutto è vicino.

                              Quando il centrocampo però vince il 37% dei duelli e i difensori giocano alle belle statuine in contemplazione di Leao (che ha stupito anche Gerry Cardinale) e Giroud, allora il problema si estende a macchia d’olio, perché è tutta l’Inter che difende male «che fatica a fare gol e li prende con troppa facilità» come ha sottolineato Simone Inzaghi, alle prese con uno snodo che adesso prevede appunto il Bayern, reduce da due pareggi in campionato contro Borussia Moenchengladbach e Union Berlin e quindi affamato di gol. Proprio in Europa, sfidando Real e Liverpool che poi si sono giocate la finale di Parigi, l’Inter aveva mostrato segnali di crescita, maturità, solidità: una terapia d’urto che può essere utile per ritrovare umiltà, compattezza, voglia di aiutarsi. Perché in queste prime partite non sono passati inosservati certi atteggiamenti di insofferenza in campo, al di là della condizione di uomini chiave come Barella, Bastoni e Brozovic che non è quella dei giorni più brillanti.

                              «Voglio capire»: le due semplici parole che Simone Inzaghi ha pronunciato dopo il derby fanno pensare che il viaggio dentro l’anima della sua squadra è appena iniziato. «Devo analizzare, perché dopo due mesi di allenamenti mi aspetto di più. Anche perché siamo gli stessi dello scorso campionato, quando siamo riusciti a non subire reti per otto partite di fila» ha chiosato l’allenatore interista. Forse è esagerato pensare che una certa idea di Inter (e una certa idea che l’Inter aveva di se stessa) sia terminata con la sconfitta di Bologna e con lo scudetto gettato al vento. Ma se c’è un problema generale di compattezza, allora due sconfitte su due negli scontri diretti con sei gol subiti sono il momento giusto per guardarsi in faccia, prima che sia troppo tardi, valutando anche se tutte le gerarchie consolidate (compresa quella del portiere titolare) sono da rivedere o meno. L’anno scorso dopo le difficoltà iniziali era arrivata una reazione da Inter. Adesso?

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Juve, sono numeri da provinciale. E Allegri fa arrabbiare i tifosi

                                Appena tre tiri in porta a partita, peggio in serie A fanno solo Spezia, Verona, Monza e Sampdoria. Fanno discutere le parole del tecnico in vista della sfida di Champions con il Psg: "La partita che conta è quella in casa con il Benfica"


                                I tifosi della Juventus sono sconcertati dalle prestazioni tra il desolante e lo scadente della loro squadra, ma anche dal modo in cui Allegri le commenta, irritando ancor di più l'ormai vastissima schiera dei No Max.

                                Solo per abbonati https://www.repubblica.it/sport/calc...gri-364199873/
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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