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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Che tridente penoso che abbiamo
    Cura il tuo corpo come un tempio
    Originariamente Scritto da M K K
    Desade grazie di esistere
    Originariamente Scritto da AK_47
    si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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      Mi auguro che sean non abbia visto il tiro di chiesa.
      Cura il tuo corpo come un tempio
      Originariamente Scritto da M K K
      Desade grazie di esistere
      Originariamente Scritto da AK_47
      si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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        Originariamente Scritto da Mario12 Visualizza Messaggio
        @Liam

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        Sembra Fabio de Luigi. Anche in campo.
        B & B with a little weed










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          Mancini ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza questa sera
          Cura il tuo corpo come un tempio
          Originariamente Scritto da M K K
          Desade grazie di esistere
          Originariamente Scritto da AK_47
          si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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            Madonna chiesa che giocatore scarso e pensare che il padre in nazionale ha segnato 7 volte più di lui con meno partite....
            Originariamente Scritto da Marco pl
            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
            Originariamente Scritto da master wallace
            IO? Mai masturbato.
            Originariamente Scritto da master wallace
            Io sono drogato..

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              Però ho visto una buona italia. E' mancato solo il gol

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                rabiot ha giocato bene in nazionale,speriamo si sveglia pure alla juve.
                (ride)

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                  Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                  Madonna chiesa che giocatore scarso e pensare che il padre in nazionale ha segnato 7 volte più di lui con meno partite....
                  Chiesa è un giocatore a cui si deve chiedere tanto sacrificio. Non è un fuoriclasse che ti svolta le partite, è un'ottima ala tornante

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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Se rinvieranno Juve-Napoli sarà molto difficile spiegare all'Inter che dovrà giocare il derby con 5 positivi. Sarà altresì complicato chiarire all'auditorio tutto il perchè a Napoli la Asl si è impicciata e a Milano (ancora) no.

                    se l ASL tace l'inter deve giocare
                    mi sembra logico
                    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                    Originariamente Scritto da GoodBoy!
                    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                    grazie.




                    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
                      Non vale un mignolo di Schumacher,



                      supermegaesagerazione
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                        Inter-Milan: con Young otto positivi, il derby si gioca? Conte è in fibrillazione

                        La società nerazzurra, che ha sei giocatori contagiati, non sembra intenzionata a far scoppiare un altro caso dopo Juventus-Napoli. Ibra torna ad allenarsi

                        Nell’inquietante derby del Covid, l’Inter segna un altro punto e non è certo una buona notizia: anche Young è positivo, si tratta del sesto nerazzurro a fronte dei due giocatori del Milan che risultano ancora contagiati. L’inglese è stato sottoposto al tampone sabato, quando è arrivato al centro sportivo di Appiano Gentile, come tutti i suoi compagni che non sono in giro per il mondo con le nazionali. Avvertiva un po’ di mal di gola, per questo il medico ha deciso di spedirlo immediatamente a casa: meglio non rischiare, usiamo ogni precauzione. Domenica è arrivato l’esito dell’esame, che toglie a Conte un altro uomo per la sfida di sabato. L’unico aspetto confortante del caso Young è che non ha interagito con i compagni: nessun contatto, una piccola consolazione in una situazione già molto compromessa. I sintomi della malattia non si sono accentuati nelle ultime ore. Al pari di Bastoni, Gagliardini, Nainggolan e Radu, anche lui è a casa e sta bene. E lo stesso vale per Skriniar, che però non ha ancora potuto lasciare la Slovacchia, dove gli è stata rilevata la positività.

                        I giocatori dell’Inter che sono alla Pinetina si sottoporranno oggi al quinto tampone negli ultimi sei giorni. Poi, quando cominceranno a rientrare i 16 nazionali, sosterranno subito lo stesso esame e solo se risulteranno negativi si aggregheranno alla squadra. Il controllo sui calciatori è intenso anche da parte della Uefa che prevede un tampone il giorno prima della partita e uno nel momento del ritorno nel club; i risultati vengono comunicati alle società di appartenenza.


                        L’Inter ovviamente è preoccupata dalla situazione. I sei positivi avvicinano i nerazzurri al numero di contagiati necessario per poter chiedere il rinvio del derby in base al regolamento varato dalla Lega per fronteggiare il caso Genoa: ne occorrono dieci complessivi in sette giorni (trascorso questo periodo un giocatore non viene più conteggiato nell’elenco). La società ha sempre fatto sapere di non avere intenzione di creare nuovi casi deflagranti per lo svolgimento del campionato, nel rispetto delle norme, anche se Conte è in fibrillazione. Il Napoli non ha affrontato la Juve con due contagiati, l’Inter al momento dovrebbe giocare il derby nonostante le sei assenze a causa del Covid e questo lascia molti dubbi nell’allenatore.

                        Il Milan vive una situazione opposta, perché domenica sono cadute anche le (poche) incertezze in merito alle condizioni di Ibrahimovic dopo il periodo di inattività causa virus. Lo svedese ha partecipato alla partitella contro la Primavera, ha segnato un gol, ha confezionato un assist per Maldini (autore di una doppietta): contro l’Inter ci sarà. I soli rossoneri al momento contagiati sono i giovani difensori Gabbia, isolato a casa, e Duarte, che è positivo dal 22 settembre. Il brasiliano non ha ancora due tamponi negativi, ma lo sviluppo della situazione di Ibra fa sperare che pure lui possa tornare a disposizione di Pioli in tempi piuttosto stretti. Anche il Milan sottoporrà i 14 nazionali a un controllo supplementare quando rientreranno nel mondo rossonero.

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Sul campionato e sul calcio internazionale le ombre lunghe di Allegri e Sarri, gli ex allenatori della Juve cui non è bastato nemmeno vincere scudetti per mantenere la panchina. Ora si presenta loro una seconda chance, ma serve una scintilla, un club importante che offra loro un programma ambizioso e la possibilità di prendersi la rivincita.


                          Non credo che la Juventus libererà troppo presto e troppo facilmente Maurizio Sarri – tre anni di contratto fino al giugno 2022, a 5 milioni netti a stagione – ma non escludo nemmeno che possa avvenire abbastanza presto, qualora riuscisse a farlo a condizioni abbastanza vantaggiose. Visti anche i tempi magri che il calcio attraversa e soprattutto le ingenti cifre spese sul calciomercato. E’ chiaro però che sia Allegri prima che Sarri adesso siano due ombre pesanti che si allungano sulla Juve stessa. A ognuno di loro – sia pure non in maniera diretta – è stata rinfacciata l’imperfezione del loro calcio, del loro metodo, del loro carattere, della maniera di rapportarsi con la squadra e particolarmente con i suoi campioni, e su tutto l’imperfezione dei risultati: oggi nemmeno uno scudetto (se non addirittura una sfilza di scudetti) ti protegge da un ribaltone, se non hai dimostrato di poter realmente correre per la Champions League.

                          Detto questo il primo obbiettivo di Allegri e Sarri è quello di smentire la sfiducia della Juventus nei loro confronti, per cui sono pronti a salire sul primo treno che passa e che va più o meno nella direzione loro confacente. Sarri perché si avvia ai 62 anni, è già abbastanza in debito con le soddisfazioni che la carriera gli ha dato solo in ritardo, e non può perdere molto altro tempo. Allegri perché è già alla seconda stagione di stop dopo l’esonero da parte della Juve e tutto sommato non è mai un bene rimanere troppo a lungo fuori dal giro. Lo stesso vale anche per Luciano Spalletti, tuttora nel libro paga dell’Inter.

                          Ognuno ha una gran voglia di rivincita, molto orgoglio e sangue caldo che scorre nelle vene. I soldi e i contratti sono importanti e decisivi, ma l’aspetto personale ha il suo peso e può cambiare i destini.

                          Le persone e i fatti del calcio si coagulano spesso naturalmente intorno a catalizzatori conosciuti e ben individuabili, un po’ come l’attrazione gravitazionale tra pianeti. In questo momento c’è una forza misteriosa e invisibile che spinge Allegri verso la Roma e Sarri verso la Fiorentina, ma per far avvenire il contatto serve una scintilla. Allegri paradossalmente rischia di essere addirittura schiavo dei suoi cinque scudetti consecutivi per cui si sente di dover accettare solo grandi club internazionali, ricchi e con programmi ambiziosi. Per Sarri oggettivamente questo limite non esiste. Ma sono entrambi tipi da battaglia, pronti a giocarsi ancora le proprie carte. Anche se in mano adesso non ne hanno di bellissime.

                          Non credo che la Juventus libererà troppo presto e troppo facilmente Maurizio Sarri - tre anni di contratto fino al giugno 2022, a 5 milioni netti a stagione - ma non escludo nemmeno che possa avvenire abbastanza presto, qualora riuscisse a farlo a condizioni abbastanza vantaggiose. Visti anche i tempi magri che il calcio attraversa e soprattutto le ingenti cifre spese sul calciomercato. E' chiaro però che sia Allegri prima che Sarri adesso siano due ombre pesanti che si allungano sulla Juve stessa. A ognuno di loro - sia pure non in maniera diretta - è stata rinfacciata l'imperfezione del loro calcio, del loro metodo, del loro carattere, della maniera di rapportarsi con la squadra e particolarmente con i suoi campioni, e su tutto l'imperfezione dei risultati: oggi nemmeno uno scudetto (se non addirittura una sfilza di scudetti) ti protegge da un ribaltone, se non hai dimostrato di poter realmente correre per la Champions League. Detto questo il primo obbiettivo di Allegri e Sarri è
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Polonia-Italia 0-0, la tecnica ha sbattuto sulla forza: noi dobbiamo ancora studiare

                            La loro forza fisica ci ha condizionato, abbiamo tenuto l’argomento senza portarlo all’ultima pagina. Un lungo preambolo che raramente ha concluso qualcosa

                            di Mario Sconcerti

                            È stata una partita aperta, spesso bella, un lungo preambolo che raramente ha concluso qualcosa. La prima volta nel tempo di Mancini in cui non è bastata la superiorità tecnica dell’Italia, bilanciata dalla forza fisica dei polacchi. Non ci ha battuto, ma ci ha condizionato, ha impedito un migliore palleggio perché al quarto tocca avveniva sempre il recupero o un fallo. In questa partita che era come dovesse sempre ricominciare, non c’è stato un intervento vero dei portieri, è stato tutto potenziale, mai reale. Belotti non è andato bene, ma non si visto nemmeno il centravanti loro che è il migliore d’Europa (QUI: i segreti di Lewandowski). Direi che c’è stata per tutti la forza di presentare sempre nove giocatori davanti al gioco che riprendeva. Tradotto in energia, questo significa che siamo molto avanti ma non siamo ancora competitivi come vorremmo.

                            La Polonia è stata un buon avversario medio, a metà strada tra quelli dei gironi eliminatori e l’élite di Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Portogallo, Belgio. Abbiamo un po’ ballato tra le spalle dei polacchi, li abbiamo messi in difficoltà palla a terra, ma non siamo mai andati oltre. Un po’ leggeri per liberarci, un po’ smaniosi più del passaggio corretto che di un tiro in porta.


                            Andando nei particolari, meglio Kean di Chiesa, anche se dentro una partita diversa. Kean ha bisogno di poco spazio, Chiesa di campo libero. Ma alla fine i tre cross più pericolosi sono arrivati da Chiesa. L’uomo della partita è stato Pellegrini che non doveva fare l’ala, ma il secondo interno che entrava in area pareggiando Barella dall’altra parte. Ha fatto e sbagliato molto, ma è stato presente. Ha sbagliato più del solito Jorginho, ha fatto l’equilibrista Verratti, l’unico che sapeva sfruttare il disagio polacco di avere il pallone lontano dagli occhi, la sua agilità è stata però un tocco artistico, quasi mai un gesto da partita.

                            L’Italia ha tenuto in mano l’argomento senza aver voglia di portarlo all’ultima pagina. Questo dice che dobbiamo ancora studiare, ma che siamo disponibili a farlo e che ne abbiamo le qualità. L’impressone è stata di un terreno che favoriva gli uomini pesanti, ma anche di un piccolo perdersi nostro in una personalità meno futurista di altre volte. Se pensavamo di essere già in cima, è un passo indietro. Se sapevamo di dover crescere, ne abbiamo avuto una conferma incoraggiante.


                            CorSera
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                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Gazzetta
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