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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
    Ricordiamoci che il Fair Play Finanziario non esiste...
    Ma se hanno i conti in regola che c'azzecca il FPF? Che poi tra l'altro dato il covid lo stanno interrompendo per 2 anni

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      In pratica martedì il toro andrà a giocare contro la lazio con la primavera
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      modroc - yy

      piquet - gabbiani

      acquilani - manchini

      maybe - Vendola

      mandjukic - Sjneider

      lialicic - Kongobia

      il Mangio - Cointreau

      izco - Mihajlovich

      Bonacci - Falcata

      Cancrena - Val di fiori

      mouse - Sczesjky

      Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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        Ma mi sa che la rimandano.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Antonio Conte-Inter: «La sconfitta mi fa stare male, mi sento solo. Il mio esonero se lo augurano gli avversari»

          «Il mio futuro? Un allenatore che sposa un progetto è felice se ha la possibilità di restare a lungo in un club. Ai miei dico che se si attacca è meglio essere pessimisti, così si cura meglio anche la difesa»

          La paura è un sentimento che prova raramente, il lavoro è la sua certezza. L’Inter di Antonio Conte è diversa, è prima in classifica e lotta, dopo anni, per lo scudetto. L’allenatore l’ha cambiata, ribaltata. La mutazione è in corso, la creatura sta diventando grande. Conte è un passionale, diretto, con tanti trofei messi in bacheca in una lunga carriera. L’Inter è diventata affamata come lui, è prima in classifica, ma la sofferenza per Conte ha una sola parola: sconfitta. E allora si parte alla rovescia, dall’Inter in testa e da una confessione molto umana. «La sconfitta mi fa stare male, so che la vivrò solo. Non perché il mio staff o i miei amici mi lascino solo, ma vivo una sorta di solitudine interna. Sento addosso la responsabilità. Per questo non voglio viverla. Durante la partita l’idea della sconfitta mi spinge a tirare fuori le unghie per azzannare tutti».

          La «Pazza Inter» ha trovato un punto d’equilibrio?
          Se vuoi stare davanti agli altri devi avere costanza di rendimento: la stabilità è al di là dell’avversario».


          L’Inter è prima e davanti al Milan: il gap con la Juve è colmato?
          «Il competitor, la Juve, aveva creato un solco. L’Inter da un anno e mezzo è una squadra che ambisce a vincere. Le altre (Napoli, Milan, Atalanta, Roma, Lazio) stanno crescendo. Noi cresciamo utilizzando la scorciatoia del lavoro».

          La sua ultima Inter è una squadra che gioca un 3-3-4. Hakimi e Perisic sono due esterni offensivi, più Eriksen e un giocatore straordinario ma non ordinatissimo come Barella. Come si tiene l’equilibrio in campo con una squadra così spinta in avanti?
          «Io dico ai calciatori che nel momento in cui stiamo attaccando bisogna essere pessimisti. L’ottimista è quello che pensa che non perderà la palla e non si prepara, il pessimista sì, pianifica maggiormente. Serve un grande equilibrio, per me il massimo è attaccare con 5-6 giocatori. Hakimi e Perisic, più Eriksen che è un trequartista e Barella un assaltatore. Nella prima parte del campionato creavamo tanto, ma eravamo un po’ scoperti e abbiamo preso troppi gol: ora c’è un buon equilibrio e tutti partecipano alle due fasi».


          Se si parla di Conte, però si parla di contropiede e si accenna al difensivista: perché?
          «Quando si parla di me c’è sempre un però: è bravo, però... Quel però mi stimola. Ho studiato tanto calcio e quando sento dire che non si inventa nulla credo sia una bugia, detta ad arte da chi non vuole mettersi in gioco. Il calcio è la mia passione, mi piace vedere le partite di allenatori che hanno un’idea. La cosa bella tante volte è rubare un’idea, tanti hanno preso da me. Quando rubi cerchi anche di farla tua quell’idea, la costruisci a immagine e somiglianza».

          Chi sono gli allenatori a cui ruba di più o ammira di più?
          «Ho preso di più dagli allenatori dei dilettanti. Gente che non aveva la possibilità di essere ammessa ai corsi di Coverciano ed era costretta a vincere i campionati per prendere il patentino. A inizio carriera sono partito con il 4-2-4 alla Juve poi sono passato con la difesa a tre, un sistema molto più offensivo, perché attacchi in cinque. Al Chelsea ancora 4-2-4 all’inizio, poi Hazard, Willian e Pedro faticavano a coprire la fascia e sono andato a tre. L’idea va adattata ai calciatori. Il calcio lo vedo da studioso: rimodellare le idee, questo fa la differenza tra allenatori».

          Il calcio di oggi è più telecomandato: l’allenatore incide di più rispetto al passato?
          «Lippi alla Juventus ha inciso in modo importante. L’allenatore dà mentalità e indirizzo, deve incidere. Sull’organizzazione c’è stata un’evoluzione. Il portiere è un giocatore aggiunto, se vuoi creare superiorità».


          L’Inter con lei finora ha sempre fatto circa 41 punti a girone. Nelle ultime sei partite c’è stata un’accelerazione. Cosa è cambiato?
          «Siamo sempre stati in continuo cambiamento. Abbiamo iniziato con il 3-5-2, poi nella seconda parte della scorsa stagione siamo diventati più aggressivi e siamo arrivati secondi e in finale di Europa League. Un tecnico come Rangnick mi ha fatto i complimenti dicendo: “Mi piace vedere l’Inter, la trovo sofisticata”. Spesso si parla di calcio semplice, ma evidentemente si nota che c’è un’idea. Abbiamo ricominciato in quel modo, aggressivi. Forse abbiamo esagerato, gli altri avevano trovato le contromisure. Abbiamo trovato un equilibrio alternando fasi di aggressione ad altre di attesa: siamo diventati più compatti, quando attacchiamo facciamo male».

          Dicono che Lukaku sia devastante solo in campo aperto.
          «Toppo semplicistico dire che è bravo se ha campo. Mi auguro che lo lascino arrivare in area. Lukaku o Lautaro in area, non credo siano una gioia per i difensori. Lukaku è un calciatore atipico nel mondo: è una prima punta e fa da target, è velocissimo, un giocatore da football americano».

          Più difficile trasmettere all’Inter la mentalità vincente o il suo gioco?
          «È più difficile cambiare il chip mentale. Se per 10 anni non vinci ti abitui inconsciamente alla situazione, cerchi alibi o dai la colpa a qualcun altro, non vedi i tuoi limiti né i difetti. L’ambiente si impregna di questo, è importante lavorare non solo sui calciatori ma su ogni settore. Così alzi la pressione e diventi un rompiscatole. Questa è la differenza tra mentalità per vincere o per campare. Allenatori bravi ce ne sono tanti: penso a Luciano Spalletti. Lui è un tecnico molto bravo, che fa calcio. Il problema è riuscire a rompere determinati equilibri per indirizzare la barca dove ti hanno chiesto di portarla. Anche se qualcuno si può pentire di averti scelto».

          Il pianeta Inter è difficile?
          «Finita la carriera da calciatore sono ripartito rimboccandomi le maniche, con l’Arezzo: il Conte giocatore aveva vinto tutto, il Conte allenatore è ripartito da zero. Mi sono messo in forte discussione. Chi ha giocato in grandi squadre pensa di poter essere un allenatore, invece è totalmente diverso. Ho avuto un percorso che mi ha portato ad arrivare al pianeta Inter molto più preparato. L’esperienza alla Juve è stata importante, ma ci sono arrivato con il bagaglio costruito precedentemente. Mi avevano sconsigliato l’Inter. Sono per le sfide e l’Inter è la più difficile della mia carriera. Ma non temo i confronti: so che nel mio campo ho da dire e tanto».

          Lei va a cercare i confronti.
          «Spesso mi dico “evita”, perché posso passare come arrogante e presuntuoso. A volte non riesco a frenarmi, ma quando capisco che si passano certi limiti scatta il confronto. Magari eccedo. Chi mi è vicino sa che ricerco l’eccellenza. Arroganza e presunzione non fanno parte del mio percorso, anche per l’educazione rigida che ho avuto. A volte il mio è solo un atto di difesa».

          Dopo l’eliminazione in Champions qualcuno chiedeva l’esonero. Si è sentito addosso un peso non suo?
          «Un tifoso avversario avrebbe spinto perché cacciassero Conte dall’Inter. Da avversario voglio ammazzare (sia chiaro: intendo ammazzare sportivamente) il mio nemico: mandarmi via avrebbe facilitato gli altri. Quando vado in un club ci entro anima e corpo. Sono passionale e la passione fa la differenza, è contagiosa. La creatura la vivo e la faccio vivere a tutti quelli che lavorano con noi. Se si sente il senso d’appartenenza si dà qualcosa in più».


          La Nazionale è un’esperienza chiusa?
          «No, assolutamente. Ecco, adesso il solo pensare alla Nazionale mi fa venire i brividi. La mia porta per l’Italia sarà sempre aperta».

          L’Inter di Conte vincerà?
          «Non so se vincerà, ma farà di tutto per riuscirci».

          Ha detto di sentirsi solo nella sconfitta. Lei è credente: la fede l’aiuta?
          «Prego quotidianamente per ringraziare Dio per quello che mi dà. Prego per essere una persona migliore come papà, figlio, fratello, allenatore. Prima della partita prego e al di là del risultato la sera ringrazio sempre».

          La assolve quando litiga con l’arbitro?
          «Non vorrei mai mancare di rispetto, non ho mai offeso nessuno, né l’arbitro, né gli avversari».


          Che pensieri lascia all’uomo Conte il Covid: ha paura?
          «Oggi siamo un po’ prigionieri. Da una parte spaventa, dall’altra ci fa capire che dobbiamo essere pronti ad affrontare situazioni nella giusta maniera. Lascerà il segno e ha portato tanta gente a difficoltà estreme».

          Il percorso di Conte all’Inter lo si può prevedere ancora lungo?
          «Un allenatore, quando decide di sposare un progetto è felice se ha la possibilità di lavorare a lungo nello stesso club. Se si è costretti ad andar via dopo poco c’è solo amarezza. Dare la propria impronta e restare per tanti anni è la cosa più bella. È anche più semplice lavorare dopo aver seminato bene. Mi piacerebbe ci fosse una continuità in tutto». Vincere lo scudetto con l’Inter di certo aiuterebbe.


          CorSera a firma di Dallara, De Carolis, Sconcerti
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            Beh sì insomma, Spalletti per "rompere la mentalità perdente" non gli hanno dato però Lukaku, Barella, Sensi e oltre 200 milioni di campagna acquisti in due anni...ma ha pure avuto a che fare con le lune e i casi di Icardi e tanto altro...epperò comunque in CL dopo 6 anni l'Inter ce l'ha portata.

            Questo non per sminuire Conte, perchè è evidente che (almeno in campionato) ha tolto all'Inter quei cali fisiologicamente storici, ma solo per rendere un quadro con tutti gli elementi di analisi.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Si approccia il Verona come fosse una asperrima salita...questo rende bene il clima in cui siamo immersi, forse anche a causa degli assenti. Speriamo bene, non sento molta fiducia.
              ...ma di noi
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                Che strazio di primo tempo

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                  Pensavo peggio in realtà

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                    Bernardeschi stasera si è superato

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                      Bisognerebbe e servirebbe vincere...vai a capire come però.
                      ...ma di noi
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                        rabiot pdm

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                          Ha la grinta di Mr bean

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                            Si quando voleva pitturare i muri casa mettendo i fuochi d’artificio nel secchio della vernice per far prima



                            Originariamente Scritto da Giampo93
                            Finché c'è emivita c'è Speran*a

                            Commenta


                              Ahiahiahi...qui il campionato se ne va...
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                                Ahiahiahi...qui il campionato se ne va...
                                Solo qui?
                                Originariamente Scritto da Marco pl
                                i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                IO? Mai masturbato.
                                Originariamente Scritto da master wallace
                                Io sono drogato..

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