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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
    Se il Portiere non fa quella cazzat4 la vinci.
    De tutte le partite perse co le grandi, questa e' quella dove abbiamo giocato meglio. Uno si dimentica ma mancavano Ibanez e Smalling...
    Forse te sei perso la metà del primo tempo dove se stavi 2-0 pe loro non era niente di inventato. Il portiere può sbagliare un rinvio che uno dei loro prende sulla tre quarti. Ora se avesse fatto il Savicevic, applaudi e imprechi inveendo contro Pau Lopez. Ma lì c'è stata un'azione dove ha dormito pure Mancini, quindi era evitabilissimo il gol.
    Ibanez ne ha fatte di cazzat3 quindi ora rimpiangere lui mi pare eccessivo, con le assenze che avevano pure loro tra l'altro.

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      Ho scritto mentre scrivevi pure te, Francis...siamo d'accordo. Speriamo bene.

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        Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
        Forse te sei perso la metà del primo tempo dove se stavi 2-0 pe loro non era niente di inventato. Il portiere può sbagliare un rinvio che uno dei loro prende sulla tre quarti. Ora se avesse fatto il Savicevic, applaudi e imprechi inveendo contro Pau Lopez. Ma lì c'è stata un'azione dove ha dormito pure Mancini, quindi era evitabilissimo il gol.
        Ibanez ne ha fatte di cazzat3 quindi ora rimpiangere lui mi pare eccessivo, con le assenze che avevano pure loro tra l'altro.
        leggi che ho scritto sotto poi.
        Io rosico perche' la squadra non e' male ma l'allenatore c ha dei grossi limiti e soprattutto non legge le partite


        Tessera N° 7

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          Originariamente Scritto da Françis1992 Visualizza Messaggio
          Se il Portiere non fa quella cazzat4 la vinci.
          De tutte le partite perse co le grandi, questa e' quella dove abbiamo giocato meglio. Uno si dimentica ma mancavano Ibanez e Smalling...
          vero, però quest anno le defezioni le hanno tutti (a parte l'inter), compreso il milan stasera

          Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
          Si ma già stamo a pensa al prossimo anno...come tutti l'anni...
          Tu mi devi spiegare come cazz0 fa un allenatore serio ad avere un approccio del genere ad una partita del genere. Vieni dal pareggio a Benevento, la Lazio perde e la Juve pareggia ieri...poco prima vince l'Atalanta.
          Sei na testa de cazz0 conclamata allora... c'è solo sta spiegazione.
          No perché forse si confonde l'essere na brava persona con un bravo allenatore...
          na sciagura, può esser sembrato ma non ne parlavo certo in senso positivo.

          Fonseca mi spiace, perchè è uno che ci fa giocare davvero bene a calcio, però non si può sempre avere il mordente di un liceale coi brufoli.

          Come dice Francis, "glie la incartano sempre tutti e non sa mai svoltare durante il match"
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          modroc - yy

          piquet - gabbiani

          acquilani - manchini

          maybe - Vendola

          mandjukic - Sjneider

          lialicic - Kongobia

          il Mangio - Cointreau

          izco - Mihajlovich

          Bonacci - Falcata

          Cancrena - Val di fiori

          mouse - Sczesjky

          Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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            L’Inter in forma scudetto batte il Genoa 3-0 con i gol di Lukaku, Darmian e Sanchez. Lukaku scatenatissimo va in gol dopo appena 30 secondi. La squadra di Conte, alla quinta vittoria consecutiva, ha accumulato così altri due punti sulla Juventus (+ 10 al momento). L’Inter ha un gioco veloce, che punta dritto alla porta con Lukaku, il possesso palla serve solo a raffreddare la partita ed evitare rischi inutili fino a quando è possibile mettere definitivamente ko l’avversario. La Juventus di Pirlo oggi è solo teoria, mentre l’Inter di Conte è il suo esatto opposto.

            Ma dell’Inter c’è anche un inquietante lato oscuro, le notizie dalla Cina su Suning che si sgancia dal calcio e chiude l’attività del Jiangsu sono destinate a cambiare le prospettive a medio e lungo termine dell’Inter. Cosa faranno Conte e i big nerazzurri? Quali garanzie hanno per il futuro? Insomma all’orizzonte c’è lo scudetto, ma dopo c’è l’ignoto…

            Inter – Genoa 3-0: Conte & C. a +10 sulla Juve
            Pare che l’ Inter si sia messa proprio in testa lo scudetto. Non pensa ad altro. Lo cerca e lo insegue con grande determinazione e cinismo, sfruttando a fondo la potenza del suo motore. Tutto è studiato per lanciare a rete Lukaku, sfondare la resistenza dell’avversario e poi non concedergli nulla. Gli altri gol arriveranno solo quando ci sarà la certezza di non correre più alcun rischio. Il bel gioco e lo spettacolo possono essere una conseguenza mai una filosofia, il motivo principale, men che meno una scelta. Il fine è quello di puntare dritti alla porta, il più veloce possibile: il possesso palla serve per raffreddare la partita non per cercare il gol.

            Contro il Genoa (quinta vittoria consecutiva in campionato) Lukaku è partito immediatamente con un destro al mento, poi l’ Inter ha lavorato al corpo l’avversario, lo ha sfiancato e reso innocuo. Gli altri gol (Darmian su assist sempre di Lukaku e Sanchez) sono arrivati di conseguenza. Fanno altri due punti sulla Juve (-10 al momento) dai più considerata fino a pochi giorni fa come la vera anti Inter, ma in realtà squadra in fase di involuzione, che non ha nemmeno la metà del cinismo e della concretezza dell’ Inter di Conte. La differenza contro due avversari più o meno simili è che la Juve non è riuscita a battere un buon Verona, nonostante Ronaldo. Mentre l’ Inter ne ha fatto tre a un Genoa che è una delle squadre più in forma e dal rendimento più continuo. Oggi in campionato la Juve di Pirlo è teoria, l’Inter di Conte il suo opposto.

            Comunque c’è anche l’altra faccia delle medaglia, l’ Inter ha un lato oscuro, inquietante. La storia di Suning che si sta distaccando dal calcio, che ha abbandonato e chiuso l’attività dello Jiangsu in Cina è un’ombra che si allunga fino a Milano. Dall’essere la punta di diamante nel calcio italiano ed europeo di un colosso finanziario l’Inter rischia di diventare un avamposto isolato e abbandonato di un gigante fragile, preso nel vortice della finanza asiatica. Lo scudetto è un obbiettivo solido e concreto che oggi nessuno può snobbare, forse una delle poche certezze cui aggrapparsi. Vincere conviene a tutti, alla società che troverà migliori acquirenti, a giocatori, allenatore e dirigenti che possono arricchire il proprio curriculum e scalare le classifiche del calcio internazionale. Ma per il resto ci sono solo le parole di fiducia di Zhang e l’incertezza di non riuscire a vedere oltre questo campionato. Cosa succederà con i suoi grandi giocatori ora così determinati a conquistare lo scudetto? Lo scudetto è sulla linea dell’orizzonte, dopo c’è l’ignoto.

            SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 24 Sabato 27 febbraio 2021 Spezia - Parma 2-2 (17' Karamoh L, 25' Hernani P, 52' Gyasi S, 72' Gyasi S) Bologna - Lazio 2-0 (19' Mbaye B, 64' Sansone B) Verona - Juventus 1-1 (49' Ronaldo J, 77' Barak V) Domenica 28 febbraio 2021 Sampdoria - Atalanta 0-2 (40' Malinovskyi A, Gosens 70' A) Crotone - Cagliari 0-2 (56' Pavoletti Ca, 60' Joao Pedro rig. Ca) Inter - Genoa 3-0 (1' Lukaku I, 69' Darmian I. 77' Sanchez I) Udinese - Fiorentina 1-0 (86' Nestorovski U) Napoli - Benevento 2-0 (34' Mertens N, 66' Politano N) Roma - Milan 1-2 (42' Kessie rig. M, 50' Veretout R, 58' Rebic M) Mercoledì 17-3-2021 Torino - Sassuolo (rinviata per casi Covid nel Torino) *** Roma-Milan 1-2: il ritorno alla luce del gruppo Pioli e il caso Ibrahimovic E' pesante la vittoria che ha colto il Milan all' Olimpico contro la Roma. Più per la sua particolare situazione che per la classifica che comunque ne trae grande giovamento: a -4 dall'Inter il Milan può legittimamente sentirsi
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Il Milan batte la Roma con i gol Kessie e Rebic e si tiene a -4 dall’Inter. All’improvviso il Milan si ritrova e dopo gli schiaffi del derby e i sofferti pareggi con la Stella Rossa in Europa League, eccolo tornare la squadra che fino a poco tempo fa aveva dominato il campionato. E adesso tocca a Ibrahimovic a Sanremo: il campione gode di uno statuto speciale, ma a quasi 40 anni può essergli concesso. E’ un superprofessionista, che non certo per delle serate al Festival darà qualcosa di meno al suo club, anzi...

              Roma-Milan 1-2: il ritorno alla luce del gruppo Pioli e il caso Ibrahimovic
              E’ pesante la vittoria che ha colto il Milan all’ Olimpico contro la Roma. Più per la sua particolare situazione che per la classifica che comunque ne trae grande giovamento: a -4 dall’Inter il Milan può legittimamente sentirsi ancora coinvolto nel discorso scudetto.
              Da parecchio tempo gli girava male, aveva perso per intero la brillantezza di inizio stagione, all’improvviso era tornato una squadra normale, perso l’effetto l’ Ibrahimovic, ceduto all’Inter quel primo posto di cui andava molto orgoglioso e che lo faceva considerare una sorpresa. Il derby con l’Inter, nettamente perduto, era stato forse il punto più basso di questa rapida involuzione – se ne erano sentiti gli strascichi e i contraccolpi fino alla partita con la Stella Rossa in Europa League – in cui tutto all’improvviso si era scolorito, da Donnarumma a Ibrahimovic, per finire allo stesso Pioli che pareva aver perso il tocco magico e il controllo della sua creatura.


              Il Milan di Roma è una squadra che è tornata a sgomitare, a giocare con una certa autorevolezza, ha approfittato di una Roma che ha un buon gioco, ma difetta troppo di personalità, in cui il giocatore che spicca di più è Veretout per la rabbia che ci mette dentro. Ma gli altri danno tutti un grande senso di leggerezza. Se la Roma non ha vinto nessun scontro diretto con le principali squadre dell’alta classifica, dimostrando così di poter stare a un certo livello, non può essere un caso, è evidente che c’è un problema di personalità.


              Resta poi il caso Ibrahimovic e la sua controversa presenza a Sanremo. Francamente non capisco l’indignazione, si può non condividere, ma insomma siamo pur sempre a un evento più che legittimo all’interno di un’azienda privata. Ibrahimovic è alla soglia dei 40 anni, è una superstar, un professionista che ha saputo conservarsi integro come pochi. Non saranno due o tre allenamenti in Riviera e altrettante serate sul palco del Festival a menomare il suo contributo al Milan stesso, a fiaccarne il gioco e la potenza dei suoi tiri in acrobazia. Che goda di uno statuto speciale è verissimo, come tutti i giocatori della sua età che hanno diritto a qualche strappo alla rigida vita d’atleta. Non per questo darà qualcosa in meno al Milan, anzi, in cambio, gli darà ancora di più.

              SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 24 Sabato 27 febbraio 2021 Spezia - Parma 2-2 (17' Karamoh L, 25' Hernani P, 52' Gyasi S, 72' Gyasi S) Bologna - Lazio 2-0 (19' Mbaye B, 64' Sansone B) Verona - Juventus 1-1 (49' Ronaldo J, 77' Barak V) Domenica 28 febbraio 2021 Sampdoria - Atalanta 0-2 (40' Malinovskyi A, Gosens 70' A) Crotone - Cagliari 0-2 (56' Pavoletti Ca, 60' Joao Pedro rig. Ca) Inter - Genoa 3-0 (1' Lukaku I, 69' Darmian I. 77' Sanchez I) Udinese - Fiorentina 1-0 (86' Nestorovski U) Napoli - Benevento 2-0 (34' Mertens N, 66' Politano N) Roma - Milan 1-2 (42' Kessie rig. M, 50' Veretout R, 58' Rebic M) Mercoledì 17-3-2021 Torino - Sassuolo (rinviata per casi Covid nel Torino) *** Roma-Milan 1-2: il ritorno alla luce del gruppo Pioli e il caso Ibrahimovic E' pesante la vittoria che ha colto il Milan all' Olimpico contro la Roma. Più per la sua particolare situazione che per la classifica che comunque ne trae grande giovamento: a -4 dall'Inter il Milan può legittimamente sentirsi
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
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              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Napoli-Benevento 2-0, il fattore Mertens
                Ci si interroga su cosa ci sia di salvabile nella stagione del Napoli. Si passa da fasi di depressione e disperazione ad altre in cui il panorama non è poi così negativo, anzi. Se il Napoli vincesse la partita con la Juventus avrebbe gli stessi suoi punti in classifica. Credo che il Napoli potremo giudicarlo solo dopo quella partita, e non dopo un match col Benevento, vinto abbastanza agevolmente, potendo finalmente disporre di un Dries Mertens fin dal primo minuto. Anche se è indubbiamente un passo avanti, dopo l’eliminazione progressiva da Supercoppa, Coppa Italia ed Europa League. Bisogna vedere se questa è una risalita dal basso o solo un rallentamento della crisi non ancora completamente assorbita.

                SERIE A 2020-2021 GIORNATA N. 24 Sabato 27 febbraio 2021 Spezia - Parma 2-2 (17' Karamoh L, 25' Hernani P, 52' Gyasi S, 72' Gyasi S) Bologna - Lazio 2-0 (19' Mbaye B, 64' Sansone B) Verona - Juventus 1-1 (49' Ronaldo J, 77' Barak V) Domenica 28 febbraio 2021 Sampdoria - Atalanta 0-2 (40' Malinovskyi A, Gosens 70' A) Crotone - Cagliari 0-2 (56' Pavoletti Ca, 60' Joao Pedro rig. Ca) Inter - Genoa 3-0 (1' Lukaku I, 69' Darmian I. 77' Sanchez I) Udinese - Fiorentina 1-0 (86' Nestorovski U) Napoli - Benevento 2-0 (34' Mertens N, 66' Politano N) Roma - Milan 1-2 (42' Kessie rig. M, 50' Veretout R, 58' Rebic M) Mercoledì 17-3-2021 Torino - Sassuolo (rinviata per casi Covid nel Torino) *** Roma-Milan 1-2: il ritorno alla luce del gruppo Pioli e il caso Ibrahimovic E' pesante la vittoria che ha colto il Milan all' Olimpico contro la Roma. Più per la sua particolare situazione che per la classifica che comunque ne trae grande giovamento: a -4 dall'Inter il Milan può legittimamente sentirsi
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Inter sempre più padrona. Roma-Milan: più errori che spettacolo

                  di Massimo Mauro


                  Dove si vedono tante occasioni da rete, viene da dire che la partita è bella. Ma analizzando bene Roma-Milan, vincono gli errori: ce ne sono stati troppi, da una parte e dall'altra. La Roma continua a non battere una grande: è un dato preoccupante e soprattutto non casuale. Dzeko, assente per infortunio, avrebbe potuto dire molto. in questa partita. Inoltre Pedro se deve entrare e giocare così, svogliato non so per quale motivo, è meglio che resti in panchina. Forse ha giocato meglio la Roma nel secondo tempo, nel primo ha prevalso il Milan, ma è una partita in cui non emerge la grande squadra.

                  Il Milan è stato più duro, ha approcciato meglio la partita ed a conti fatti ha meritato di vincere: però il rigore è stato un rigore da Var, e il secondo gol è arrivato su un rinvio sbagliato del portiere. Insomma, la squadra di Pioli non dà la sensazione di poter insidiare l'Inter.

                  Un'Inter che dal canto suo ha passeggiato con il Genoa: poteva farne 8, ha giocato in scioltezza, grande facilità nel creare e rischi praticamente a zero. Vero che il Genoa ha fatto turnover, ma con Ballardini la squadra era rinata. Eppure l'Inter l'ha asfaltata. Inoltre continuo a dire che quando Conte fa i cambi non dico che migliora la squadra, ma di certo non la peggiora: prendo Darmian, che è un cosidetto panchinaro ed è stato il miliore in campo. Da qui alla fine del campionato i nerazzurri si alleneranno settimanalmente senza distrazioni, dovranno solo guardarsi dalla crisi finanziaria di Suning. Chissà se può capitare in Italia quello che è successo in Cina, cove Suning ha chiuso il calcio? L'Inter sarebbe indiziata...

                  L'Atalanta è tornata meravigliosa contro la Sampdoria: Malinovsky e Muriel sono i miei giocatori preferiti del campionato italiano. E punto un euro sul passaggio del turno contro il Real Madrid: secondo me vincerà 3-1.

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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Ibrahimovic-Milan: infortunio all’adduttore, ora è pronto per Sanremo

                    Per Zlatan un problema all’adduttore. Il gol non arriva, ma il suo Diavolo riparte. Lunedì sarà a Milanello, ma martedì si trasferirà in Riviera per la gran serata del debutto

                    Comincia canticchiando l’inno della serie A, finisce con la borsa del ghiaccio sulla coscia. La partita di Zlatan Ibrahimovic dura meno di un’ora: l’avvio è rock, poi un po’ meno. Si vede lontano un chilometro che ha una voglia matta di segnare, di zittire i critici e spazzare via le polemiche sanremesi con una prestazione delle sue. Ci va anche vicino, con un tacco fuori di niente, e un gol lo segnerebbe anche ma gli viene giustamente annullato per fuorigioco.

                    Poi, a un certo punto, inizia a toccarsi l’adduttore della gamba sinistra. Una, due, tre volte. Fino a quando Pioli capisce che è meglio sostituirlo, per non correre altri rischi. Come esce dal campo, passa un minuto e il Milan va in vantaggio. Zlatan, in panchina e incerottato, sorride. Il gol non arriva, ma il suo Diavolo riparte. Alla vigilia di una settimana come la sua, che non sarà una settimana normale, è un’ottima notizia. Per lui e anche per la sua squadra. Oggi poi si cercherà di capire qualcosa di più su quel dolore all’adduttore, Pioli è apparso moderatamente ottimista: «Spero si tratti solo di un affaticamento».


                    Quel che è certo è che da oggi Ibra si dividerà per cinque giorni fra palco e realtà. Stamattina sarà a Milanello, ma già domani si trasferirà in Riviera per la gran serata del debutto. Il suo programma, stilato in accordo col tecnico Pioli e approvato dal dt Maldini, prevede che prima di presentarsi all’Ariston si alleni proprio a Sanremo con un preparatore atletico del Milan. Poi mercoledì tornerà a Milano in mattinata per unirsi ai compagni prima della partita delle 20.45 a San Siro contro l’Udinese. Quella è l’unica delle cinque sere in cui Zlatan presenzierà da remoto, in videocollegamento. Prepariamoci a un bel siparietto: chiaro che il risultato inciderà, in un senso o nell’altro.

                    Giovedì mattina seduta con i compagni e ritorno a Sanremo, dove in serata si esibirà cantando con l’amico Sinisa Mihajlovic. Venerdì e sabato il campione svedese si allenerà quindi a Sanremo, per evitare di fare su e giù troppe volte i 300 chilometri che separano la metropoli dal mare. A proposito: proprio per quanto riguarda gli spostamenti, alla fine si è stabilito che si cercherà di utilizzare il meno possibile l’elicottero, anche per ragioni per così dire d’immagine. L’unico strappo al pendolarismo su gomma — ovviamente avrà un autista di fiducia, lo stesso che lo accompagna giorno per giorno a Milanello e ritorno — sarà il volo privato organizzato per portarlo domenica mattina a Verona, dove alle 15 il Milan affronterà il Verona di Juric.

                    Dal club filtra serenità. L’ha ribadito anche Maldini: «L’anno scorso abbiamo tardato nel rinnovare, c’era una situazione particolare all’interno del club, e lui aveva già preso un impegno. Lui non ci ha detto che impegno, poi abbiamo scoperto che era Sanremo. Siamo assolutamente in grado di gestire questa situazione». Sereno anche Pioli: «Se c’è uno che sa reggere questo tipo di pressione, è Zlatan». E se Sanremo gli facesse addirittura bene?


                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
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                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Ronaldo, Beckham lo chiama a Miami: serve la Champions e la rimonta col Porto per tenerlo alla Juve

                      Dopo il pareggio con il fiatone con il Verona, la Juventus ha 8 punti meno di Sarri e 17 meno dell’ultimo Allegri. Decide il suo futuro in nove giorni: non passare il turno di Champions aprirebbe la crisi

                      Allora le antiche mura di un regno crollano davvero così, dopo nove anni? Mattone dopo mattone, pareggio dopo pareggio, nelle fredde serate di una stanca tournée di provincia fra Crotone, Benevento e Verona, la Juventus sta smontando il palco sul quale per nove volte di fila ha celebrato lo scudetto: la retorica di certi momenti, l’anomalia di una stagione in cui le cose possono cambiare in fretta e l’aritmetica consigliano di non dare per spacciata la Juve. Ma realisticamente quella di Pirlo, che ha 8 punti in meno di Sarri e 17 in meno dell’ultimo Allegri, sembra sempre di più una squadra che non sa per cosa combatte. E dopo il pareggio con il fiatone di Verona — durante il quale Juric come sempre ha telecomandato i suoi in ogni contrasto o passaggio, mentre il silenzioso Pirlo, per sua stessa ammissione, ha chiesto a Ronaldo e Alex Sandro di dare una sveglia ai più giovani — ha anche poca voglia di darsi delle risposte.


                      Così l’Inter con gli stessi 56 punti fatti un anno fa, adesso è davanti di 10, con una partita ancora da recuperare per la Juventus, il 17 marzo contro il Napoli. Senza contare che l’ingorgo con Roma, Milan e Atalanta in zona Champions consiglia grande prudenza a Madama, perché una resterà fuori dalle prime quattro.

                      Non si può dire che Pirlo e il suo staff non abbiano provato a costruire qualcosa di duraturo: prima della trasferta persa a Napoli il 13 febbraio, i bianconeri hanno vinto 1o partite su 11, conquistato la Supercoppa e la finale di Coppa Italia. I malanni assortiti e in contemporanea di Chiellini, Bonucci, Dybala, Cuadrado, Arthur e Morata però le hanno tolto certezze, leadership, idee ed energia: appena è arrivato il momento di capire la consistenza dei vari Ramsey, Rabiot, Bentancur o Bernardeschi, la stoffa si è rivelata quel che è: molto cara, ma poco adatta per andare in battaglia senza sentirsi a nudo.

                      Ronaldo non ha mai segnato con questa frequenza ma con un centrocampo così piatto alle spalle non basta. E tutto quello che ha attorno sicuramente non basta a lui: David Bechkam ha detto che vuole Cristiano e Messi nella sua Inter Miami. Il portoghese ha un altro anno di contratto a 60 milioni lordi, ma davanti, dopo le sfide allo Stadium contro Spezia e Lazio, c’è già un primo spartiacque: non superare il Porto e fermarsi quindi per due volte di fila agli ottavi di Champions aprirebbe un’altra crisi, profonda e dagli esiti non scontati: per il futuro di Ronaldo, di Pirlo, ma anche del direttore Paratici, in scadenza di contratto, che ha costruito questa Juve pensando più alla convenienza economica di certe operazioni che alla loro efficacia. Avere una fuoriserie come CR7, ma dover risparmiare sulla benzina: i regni possono crollare anche così. Per dei calcoli sbagliati.

                      CorSera
                      ...ma di noi
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                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Il Milan fa quello che non riesce alla Juventus: corre, si batte, supera con l'essere squadra le difficoltà che incontra per via: in una parola reagisce...e difatti, in un momento critico, vince a Roma una partita molto importante per il suo campionato, rafforzando il secondo posto e dunque la champions.

                        La Roma da parte sua cade ancora contro una diretta concorrente: quello che pareva un mero dato statistico, rintuzzato dal battere però le "piccole", adesso si appalesa come vero e proprio limite: una incapacità che a fine corsa potrà pesare nella logica del piazzamento in champions.

                        L'Inter ha invece mare e vento a favore per veleggiare verso lo scudetto: a questo punto può perderlo solo lei. Impresa al contrario, se si pensa che ha solo quell'obiettivo da centrare e una settima intera per preparare, di volta in volta, l'impegno successivo: le condizioni migliori per Conte.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Roma-Milan 1-2, Sconcerti: rossoneri a un passo dal diventare una grande squadra. Il campionato è dell’Inter

                          Roma-Milan è stata una delle partite migliori della stagione, la squadra di Pioli ottiene dai suoi giocatori più di quello che forse hanno. Juve: troppi particolari non calcolati, dal mercato con plusvalenze ardite all’allenatore debuttante

                          di Mario Sconcerti

                          Roma-Milan è stata una delle partite migliori della stagione, decine di tiri, grandi giocatori in campo, alcuni di livello internazionale come Donnarumma, Kessie, Tomori, Veretout e soprattutto Mkhitaryan.

                          Ma è il Milan che prende il risultato reale della partita e resta sulla scia dell’Inter. Ha qualcosa di irreale il Milan a quest’altezza perché ottiene dai suoi giocatori più di quello che forse hanno davvero e riesce a farne un uso sorprendente dominando a tratti un avversario che ha perfino più qualità naturale.È un risultato molto importante perché porta punti e personalità, davvero un’ottima squadra molto vicina a diventare una grande squadra. Ibra si è fatto male nel momento per lui ideale, può partire più sereno per Sanremo. Un lieto fine dolce-amaro per una storia molto meno seria del resto della squadra.


                          Il campionato si sposta sempre più dalla parte dell’Inter, ormai cresciuta in molti suoi momenti di gara e trascinata da un Lukaku nemmeno più sorprendente. In questo momento sembra non esserci incertezza sul calcolo finale. È stata trovata la squadra più forte.

                          Si comincia intanto ad avere un quadro più completo dei progetti Juve per questa stagione. La scelta di Pirlo e la cacciata degli ultimi due tecnici che avevano vinto il campionato, quindi l’esigenza di cambiare impronte che la società giudicava ufficialmente sbagliate. La scelta di un allenatore debuttante col compito di valorizzare una rosa molto ringiovanita (Demiral, Kulusevsky, Chiesa, più tanti esordienti, Portanova, Frabotta, Fagioli, Di Pardo); un mercato molto complesso con dentro plusvalenze ardite e comunque i prestiti di McEnnie, Chiesa e Morata che solo di riscatto porterebbero a una spesa di 113 milioni più 17 di bonus (fonte Gazzetta del 6 ottobre 2020), infine un’incompletezza cercata a centrocampo e in attacco. Quando Pirlo ha cambiato modulo ed è passato ai 3 centrocampisti, i quattro a disposizione hanno di conseguenza assunto il valore di due assenze; in attacco anche con Dybala, è sempre mancata una quarta punta reale. Tanti particolari non da Juve calcolati in un momento in cui era davanti ancora una pandemia a tempo indeterminato. Una somma di debolezze che fa pensare adesso quasi a un calcolo, come se si fosse scelto di mettere più esperimenti possibili in una stagione per poter ricominciare meno stressati le altre.

                          Mi sembra lo dicano anche gli amministratori che nel commento al bilancio semestrale di pochi giorni fa scrivono alla lettera «non sussistere significative incertezze con riferimento all’utilizzo del presupposto della continuità aziendale». Cioè stiamo male, ma non rischiamo di chiudere. Un buon affare.

                          CorSera
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                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
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                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Roma, le grandi restano un tabù

                            IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Il tabù resiste. La Roma va Je contro un’altra big del campionato dimostrando tutti i suoi limiti, perde l’imbattibilità casalinga e si ritrova fuori in un colpo solo dalla zona Champions, sorpassata anche dall’Atalanta.

                            Un disastro in un weekend che, con i ko di alcune dirette concorrenti, poteva cambiare molto la stagione giallorossa. Invece la squadra di Fonseca conferma tutti i limiti di un gruppo che nonostante giochi a tratti un grande calcio, resta piccola come le grandi: tre punti sui 24 disponibili... troppo poco. E le assenze, seppur pesanti, continuano ad essere un alibi non sufficiente. Stavolta ci ha messo del suo anche l'arbitro Guida che ha sbagliato tutti gli episodi chiave.

                            La sfida tra le uniche squadre rimaste in Europa League, tra quella con il miglior tabellino in casa e quella con la miglior media punti in trasferta va a quest’ultima con Pioli che tiene aperto il campionato. Fonseca, invece, è costretto di nuovo a inventare soprattutto in difesa. Conferma per Cristante che continua ad essere il centrale «inventato» di questo reparto con Mancini centro destro e Fazio dall'altra parte. Ancora lui, l'argentino rimasto a Roma solo perché non sono riusciti a piazzarlo sul mercato, che Fonseca si ostina a far giocare titolare: anche stavolta fa disastri. Prima mette Pau Lopez in grande difficoltà con un retro passaggio sul qua le Ibra (egoista) grazia la Roma col portiere spagnolo che a palla ferma manda letteralmente a quel paese il compagno. Poi regala un rigore al Milan commettendo un fallo su Calabria che la Var giudicherà, giustamente, colposo. L'implacabile Kessie dal dischetto porta la prima frazione dalla parte dei rossoneri che erano partiti fortissimo, ma avevano poi subito il ritorno della Roma.

                            Il bilancio fin qui era in approssimativo equilibrio (due gol annullati al Milan uno ai giallorossi), diverse occasioni in avvio per la squadra di Pioli (molto bene Pau Lopez almeno in un paio di occasioni), ma almeno due chance clamorose anche er la Roma che, con Miki prima e Pellegrini poi, dimostra di non aver ancora superato l’empasse emotivo contro una grande. Ci pensa di nuovo Veretout a rimettere in piedi la Roma segnando in avvio di ripresa il suo decimo gol stagionale (era dai tempi di Platini che un centrocampista francese non andava in doppia cifra in Italia), ma non basta per portar via l’intera posta. Perché il lavoro devastante di Rebic si concretizza con il secondo gol: grazie all'ennesimo errore difensivo dei padroni di casa che regalano palla e campo agli avversari. Sul 2-1 la Roma continua giocare e crescere ma non basta: Miki ne sbaglia almeno altri due, Fonseca cambia quello che può ma non salva una serata compromessa. Il Milan va, la Roma resta al palo... di nuovo!

                            IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Il tabù resiste. La Roma va ko contro un’altra big del campionato dimostrando tutti i suoi limiti, perde l’imbattibilità casalinga e si ritrova fuori in un colpo solo dalla zona Champions , sorpassata anche dall’Atalanta. Un disastro in un weekend che, con i ko di...
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                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Voi Juventini vorreste Ronaldo un altro anno alla Juve o preferireste spendere questi 60 mln in altro?

                              Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
                              Originariamente Scritto da Sean
                              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                                Non lo so...credo che si sarebbe potuto investire comunque sul centrocampo pur sostenendo il costo di Ronaldo...

                                Il problema della Juve è il centrocampo. Difatti in difesa gli uomini ci sono, in attacco servirebbe solo un vice Morata. Il punto è che piazzare i Bernardeschi, i Rabiot, i Ramsey (che avrebbero potuto diventare altri profili) non è facile.

                                Il ragionamento è complessivo e coinvolge anche chi dovrà fare mercato: ovvero, serve un punto di vista diverso rispetto a quello di Paratici? Sono 10 anni che sta qua, forse bisogna cambiare anche lì.
                                ...ma di noi
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