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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Bocca mia taci su queste nazionali in questo anno pandemico.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Bocca mia taci su queste nazionali in questo anno pandemico.
      Da prendere a mazzate sulle gengive.


      Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
      sigpic
      Free at last, they took your life
      They could not take your PRIDE

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        Originariamente Scritto da Virulogo.88 Visualizza Messaggio
        Ho preso soriano e barrow al Fanta, spero il Bologna faccia meglio del solito

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        Spero anche io.
        Soriano mi sembra sia partito abbastanza bene.
        Barrow speravo che lo impiegasse da prima punta ma si è fossilizzato sul Trenza.
        Originariamente Scritto da BLOOD black
        per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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          Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
          Spero anche io.
          Soriano mi sembra sia partito abbastanza bene.
          Barrow speravo che lo impiegasse da prima punta ma si è fossilizzato sul Trenza.
          Che è fossilizzato anche lui ormai

          Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
          Originariamente Scritto da Pesca
          lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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            Infatti non capisco.
            Penso sia dovuto al fatto che la squadra è imbottita di giovani e giovanissimi quindi Palacio lo mette in campo per dare un po' di esperienza, per infondere un po' di coraggio agli altri.
            Originariamente Scritto da BLOOD black
            per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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              Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
              Infatti non capisco.
              Penso sia dovuto al fatto che la squadra è imbottita di giovani e giovanissimi quindi Palacio lo mette in campo per dare un po' di esperienza, per infondere un po' di coraggio agli altri.
              Fisicamente si mantiene comunque benissimo, tanto di cappello.
              B & B with a little weed










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                Il verdetto su Juventus-Napoli e il caso dei tanti contagiati, per la serie A una settimana chiave

                Ancora qualche giorno di nazionali, poi sabato si ricomincia con il massimo campionato. Si ricomincia? Il dubbio galleggia, non passa un giorno senza un nuovo calciatore alle prese con il Covid, saranno giorni importanti per lo sviluppo del campionato

                Avremo ancora qualche giorno di nazionali, poi sabato si ricomincia con la serie A. Già, si ricomincia? La domanda ha un senso, il dubbio galleggia, non passa un giorno senza un nuovo calciatore contagiato, il Genoa ha ancora mezza squadra positiva e per adesso Inter-Milan (in calendario sabato alle 18) è un derby degli infetti, anche se almeno Ibra è guarito e domenica pomeriggio ha ricominciato ad allenarsi.
                Sarà una settimana chiave per lo sviluppo della serie A, per l'esistenza stessa del campionato: prima che si riprenda a giocare, è atteso il verdetto del giudice sportivo sulla partita che invece non si è giocata mai, quel Juventus-Napoli da cui, in definitiva, discendono tutti i dubbi, che ha messo in dubbio il protocollo, che ha incluso al tavolo di gioco l'Asl e che ha fatto scoppiare le bolle, con i sette juventini "evasi" dall'isolamento già al secondo giorno del medesimo. Il giudice può decretare il 3-0 oppure decidere che la gara andrà recuperata. In ogni caso, la sentenza definitiva arriverà dopo altri due gradi di giudizio e chissà cosa succederà nel frattempo, se e quanto i contagi decimeranno le squadre.


                I giorni della sosta sono stati scanditi da una positività dopo l'altra. I club sono preoccupatissimi, perché temono che al rientro dei giocatori dalle varie nazionali emergeranno nuovi contagi, visto che di fatto avranno vissuto - in molti casi in paesi ad altissimo rischio, in particolare quelli sudamericani - dieci giorni di promiscuità, mescolati ad atleti di altre squadre, di altri campionati. Molte nazionali (a cominciare dal Portogallo di Ronaldo, dove ci sono stati due casi) hanno avuto direttamente a che fare con il covid: sarà inevitabile che qualcuno se lo porti a casa. La settimana successiva riprenderanno le coppe, martedì sarà finalmente ora della Champions: è un altro crash test fondamentale, per il destino del pallone. La trasferta a Kiev preoccupa la Juve, più tranquilla quella in Danimarca dell'Atalanta.


                Oggi come oggi, la situazione più delicata resta quella del Genoa, con 14 positivi: domenica sera il club ha comunicato l'esito negativo dei tamponi di Perin, Marchetti e Radovanovic, ma non ci sa ancora come faranno i rossoblù a giocare a Verona (che a sua volta ha due infetti, Gunter e Barak) nel posticipo di lunedì sera. Poi viene l'Inter: Young è il sesto positivo dopo Bastoni, Skriniar, Gagliardini, Radu e Nainggolan, mentre quelli del Milan sono scesi a due (Gabbia e Duarte) dopo la liberazione di Ibrahimovic. Ma la settimana è appena all'inizio così come, si teme, la conta dei contagi: per questo Figc e Lega calcio sono in allerta, anche se la linea rimane quella di non fermare il campionato, perché uno stop avrebbe conseguenze devastanti sull'intero movimento. E mentre del ritorno del pubblico sugli spalti se ne riparlerà probabilmente nel 2021 (eppure appena un mese fa sembrava che ottobre fosse il momento giusto per riaprire le porte), la Federcalcio tiene in caldo la soluzione di riserva, nel caso in cui il campionato venisse troncato dal virus, anche se il piano B di cui tutti in qualche modo sanno, ovverosia i play off, non è mai stato ufficialmente presentato: proporlo a campionato in corso potrebbe creare degli sconquassi. Però parlarne adesso, d'altro canto, è considerato ansiogeno. Quindi, meglio incrociare le dita e sperare.

                Ancora qualche giorno di nazionali, poi sabato si ricomincia con il massimo campionato. Si ricomincia? Il dubbio galleggia, non passa un giorno senza un nuovo …
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  CorSera
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                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
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                  «nessun vincolo univa questi morti
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                    CorSport
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                      Gazzetta
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                            Repubblica
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                              Liverpool e United vogliono riformare la Premier: tutto il potere alle Big 6. Ma il governo britannico si oppone

                              In cambio di soldi alla federcalcio inglese per salvare i campionati minori, le squadre principali della Premier prenderebbero il controllo. Le prime riforme: torneo a 18 squadre e abolite Coppa di Lega e Community Shield

                              Sarebbe la rivoluzione in un campionato che suscita da anni un fascino globale con la forza della sua tradizione. Il calcio inglese dopo la pandemia potrebbe cambiare completamente volto a causa di una delle riforme più radicali di sempre. La proposta sulla nuova Premier League, che sta provocando molte perplessità oltremanica, non viene propriamente dal basso, perché sono due colossi come Manchester United e Liverpool a promuoverla con grande convinzione. Alla proprietà americana di Fenway Sports Group dei Reds i diavoli rossi attraverso la famiglia Glazer hanno detto subito sì, ma al momento non si può dire altrettanto per gli altri club, che stanno valutando con attenzione le conseguenze delle modifiche che vorrebbero apportare i due giganti. Non tanto i vantaggi economici, quando il loro ridimensionamento della rappresentatività “politica” all’interno della federazione.


                              La riforma

                              Di base meno squadre e più soldi ai club minori, abolendo due competizioni storiche. I club scenderebbero di numero da 20 a 18, mentre Community Shield e la Coppa di Lega scomparirebbero dal calendario. Le retrocessioni in Championship, la serie B inglese, coinvolgerebbe direttamente ultima e penultima, mentre altre quattro squadre, la terzultima della Premier e la terza, quarta e quinta della serie inferiore, parteciperebbero a un minitorneo per conquistare o rimanere nella massima competizione. Ma soprattutto, le 6 squadre più importanti, ovvero Manchester City, Manchester United, Chelsea, Liverpool, Arsenal e Tottenham assumerebbero il controllo della Premier League potendo modificarla, per sempre, a loro piacimento. Del resto nelle intenzioni di Liverpool e Manchester United lo sfoltimento del calendario servirebbe a liberare date per amichevoli remunerative all’estero o per un possibile ampliamento del calendario delle varie competizioni europee per club.



                              Finanziamenti anti-pandemia

                              In cambio le 6 squadre più importanti pagherebbero immediatamente una somma che va dall’equivalente in euro di 250-275 milioni alla English Football League (la Federcalcio inglese) per fronteggiare la crisi economica provocata dal coronavirus, versando successivamente anche il 25% delle entrate annuali e livellando così, almeno in parte, il potere economico delle squadre più blasonate. In questo senso il presidente della English Football League Rick Parry sarebbe già a favore di una riforma che potrebbe già essere adottata nella stagione 2022-23. «Si tratta di una rivoluzione volta al bene dell’intero sistema. Non delle misure adottate solo per i tempi di crisi che stiamo vivendo, ma qualcosa che in realtà si stava studiando da tempo. Una soluzione per rendere la competizione stessa più avvincente ed equilibrata, adattandosi anche ai costi eccezionali del momento». Differentemente, il mondo della politica, con il primo ministro e il dipartimento per il Digitale, Cultura, Media e Sport, in testa, marcia in direzione opposta rispetto al vertice del calcio inglese. L’esecutivo ha infatti criticato il progetto per il danno che procurerebbe all’intero gioco e alla sua credibilità.


                              Le perplessità di Boris Johnson

                              Boris Johnson in persona, come detto, ha espresso profonda preoccupazione sulla riforma. «Mina la fiducia nel governo del calcio», ha detto il leader britannico, riferendosi con grande perplessità al sistema di voto, forse l’aspetto più divisivo tra le novità. Secondo la bozza, come detto, il voto singolo per ogni club sarebbe infatti rimpiazzato da una maggioranza qualificata, anche per approvare le novità stesse del format, dando di fatto il potere alle sei grandi (Liverpool, Manchester City e United, Chelsea, Arsenal e Tottenham) di decidere per tutte le altre. Con i voti delle sole Everton, Southampton e West Ham, anch’esse con il diritto di esprimersi per via della maggiore permanenza nel massimo campionato inglese (anche se squadre come il Newcastle United e Aston Villa secondo questo criterio avrebbero alle spalle più stagioni del Manchester City), con una maggioranza di sei su nove le decisioni adottate sarebbero già effettive. Sul tema si sono pronunciate anche le associazioni di tifosi, chiedendo di essere coinvolte nella negoziazione del programma di riforma. «Un cambiamento così radicale che non può scendere solo dall’alto e che dovrebbe avere il consenso più ampio possibile, non solo quello delle big six».



                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Milik: "Ho fatto le visite mediche con la Roma e andava tutto bene. Il club aveva fatto anche un comunicato"

                                Arek Milik, attaccante di proprietà del Napoli e che durante il mercato estivo è stato vicino al passaggio alla Roma, ha rilasciato un'intervista al portale polacco in cui, tra le altre cose, ha parlato del suo mancato approdo in giallorosso. Queste le sue parole. “Il mio destino era in bilico fino alle ultime ore del mercato. Si è parlato troppo di me e non sempre si è detta la verità. Per questo voglio fare chiarezza. Il Napoli voleva rinnovare il mio contratto e mi ha detto: firma o vieni ceduto. Ho deciso di andare altrove, di provare qualcosa di diverso. Il mio manager stava cercando una squadra. C’erano diversi interessi, ci sono stati colloqui. La pandemia ha complicato alcune cose".

                                Quali erano le squadre?
                                Non voglio fare nomi, ma so che per un trasferimento ci vogliono diversi accordi. C’è stato il via libera da parte mia. Ma i club non hanno trovato l’accordo. E sono rimasto a Napoli.

                                La Roma?

                                Ho fatto le visite mediche e andava tutto bene. Il club ha fatto anche un comunicato. Ma non voglio dire qual è stata la squadra a cui sono stato più vicino.

                                Era in Italia?
                                Sì.

                                Ci sono state delle polemiche anche sul ristorante che ha aperto in Polonia, perché?

                                Noi giocatori del Napoli abbiamo contratti strutturati affinché il 100% dei diritti di immagine finiscano al club. Qualcuno potrebbe accusarmi di aver agito diversamente col ristorante, ma questo non cambierà niente per il mio addio. Queste cose vengono risolte in poche ore.

                                SPORTOWEFAKTY -  Arek Milik,  attaccante di proprietà del Napoli e che durante il mercato estivo è stato vicino al passaggio alla Roma , ha rilasciato un'intervista al portale polacco in cui, tra le altre cose, ha parlato del suo mancato approdo in giallorosso . Queste le sue parole. “Il ...
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
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