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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    La Gazzetta dello Sport domani si vestirà a lutto...
    sigpic
    Free at last, they took your life
    They could not take your PRIDE

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      Daje raga
      Originariamente Scritto da Sean
      faccini, kazzi, fike, kuli
      cesko92 [at] live.it

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        Il match di ritorno è una grandissima occasione per tutti i giocatori giovani della rosa di iniziare a vincere le partite che contano
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        modroc - yy

        piquet - gabbiani

        acquilani - manchini

        maybe - Vendola

        mandjukic - Sjneider

        lialicic - Kongobia

        il Mangio - Cointreau

        izco - Mihajlovich

        Bonacci - Falcata

        Cancrena - Val di fiori

        mouse - Sczesjky

        Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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          In semifinale eventualmente troveremmo il ManU che è tosto tosto
          A parte quello non vedo altri grossi nomi
          Originariamente Scritto da Sean
          faccini, kazzi, fike, kuli
          cesko92 [at] live.it

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            dovete passare.
            siete più forti e più esperti!
            e poi sotto una grande partita col MAN UTD
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              Europa League, la Roma fa il colpo ad Amsterdam, batte l’Ajax 2-1 e ha buone chances adesso per arrivare alla semifinale con tutta probabilità contro il Manchester United (che ha vinto a Granada). Partita con gran batticuore, con la Roma che va nel pallone, fa errori clamorosi, rischia di consegnare la vittoria all’Ajax, poi dopo una papera di troppo Pau Lopez para un rigore a Tadic e da lì parte la rimonta e arriva addirittura il sorpasso, con Lorenzo Pellegrini (clamorosa papera a sua volta del portiere spagnolo) e gol vittoria di Ibañez. Una Roma a due facce, deludente e che perde colpi in campionato, che brilla e va avanti in Europa League. Stavolta gli applausi li prende pure il contestatissimo Fonseca, una stagione sulle montagne russe: un giorno è da cacciare e quello successivo è da confermare…

              La Roma che vince ad Amsterdam contro l’ Ajax 2-1 è un regalo imprevisto, bello, sorprendente. E’ un regalo ai tifosi della Roma, ovvio, ma anche a tutto il calcio italiano, che almeno rinvia i conti definitivi col fallimento delle sue esperienze europee. Insomma non c’è ancora una parola fine, e quello della Roma resta un bel lumicino ancora testardamente acceso. Anzi adesso dovremo pure vedere cosa ne sarà di questa Europa League, e capire fino a dove potrà arrivare la Roma del bistrattassimo Paulo Fonseca. Posto che riesca a portare a completamento l’operazione di dribbling dell’ Ajax, le si prospetta davanti in semifinale il Manchester United che ha vinto a Granada. Ma questi sono discorsi anche scaramanticamente prematuri, che è sempre meglio non fare.

              La partita è stata sofferta, ma molto viva, piena di colpi scena e di errori. Il vantaggio offerto su un piatto d’argento all’ Ajax col solito palleggio di troppo e comunque troppo lento a centrocampo. E poi l’entrata in scena di Pau Lopez che prima fa errori gravissimi e poi para un rigore (causato ingenuamente da Ibanez) a Tadic. E da lì la partita si rovescia, con la Roma che passa al comando delle operazioni, ritrova coraggio, va in gol con una punizione di Pellegrini (ma in realtà è un clamoroso autogol del portiere Scherpen che praticamente se la butta dentro) e poi raddoppia con una bella stangata di sinistro di Ibanez. Insomma una festa.

              Una Roma che in campionato è deludente e ancora fuori dalle quattro di Champions League, ma in Europa va invece lontano. La vittoria di Amsterdam alla “Joan Cruyff” Arena è l’occasione per il buon Fonseca – ormai dato per sicuro partente a fine stagione, ma chissà… – per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e lamentare quel solito clima da caccia ai fantasmi tipico di Roma e di Trigoria. L’ho scritto molte volte: un giorno Fonseca è solo il reggente della panchina fino al termine della stagione, una bravissima persona, ma nella sostanza, uno (mal)sopportato e non considerato all’altezza, ora considerato troppo tenero ora considerato troppo permaloso mettendosi in contrasto con i giocatori stessi, a cominciare dal leader Dzeko. Il giorno dopo Paulo Fonseca non è poi così male, e dunque che si fa lo si tiene o lo si manda via?

              EUROPA LEAGUE 2020-2021 QUARTI DI FINALE, ANDATA Ajax-Roma 1-2 (39' Klaassen A, 57' Pellegrini R, 87' Ibañez R) Dinamo Zagabria - Villarreal 0-1 (44' G. Moreno rig. V) Arsenal - Slavia Praga 1-1 (86' Pepe A, 90'+4' Holes SP) Granada - Manchester United 0-2 (31' Rashford MU, 90' B. Fernandes rig. MU) *** La Roma che vince ad Amsterdam contro l' Ajax 2-1 è un regalo imprevisto, bello, sorprendente. E' un regalo ai tifosi della Roma, ovvio, ma anche a tutto il calcio italiano, che almeno rinvia i conti definitivi col fallimento delle sue esperienze europee. E da questo infatti partirà Fonseca, dopo, per prendersi anche una prima mezza rivincita personale. Insomma non c'è ancora una parola fine all'avventura europea del calcio italiano, e quello della Roma resta un bel lumicino ancora testardamente e coraggiosamente acceso. Anzi adesso dovremo pure vedere cosa ne sarà di questa Europa League, e capire fino a dove potrà arrivare la Roma del bistrattassimo Paulo Fonseca. Posto che riesca a
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                EUROPA LEAGUE 2020-2021
                QUARTI DI FINALE, ANDATA
                Ajax-Roma 1-2
                (39? Klaassen A, 57? Pellegrini R, 87? Ibañez R)

                Dinamo Zagabria – Villarreal 0-1
                (44? G. Moreno rig. V)

                Arsenal – Slavia Praga 1-1
                (86? Pepe A, 90’+4? Holes SP)

                Granada – Manchester United 0-2
                (31? Rashford MU, 90? B. Fernandes rig. MU)
                ...ma di noi
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                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Inter-scudetto: a Conte bastano 16 punti su 27, ecco quando può arrivare il 19° titolo nerazzurro

                  La capolista a quota 71 ha pure il vantaggio degli scontri diretti con il Milan, primo inseguitore con 60 punti. Vincendo le prossime cinque partite, a quota 86 sarebbe titolo già il 1° maggio. In ogni caso il calendario è buono e a favore dei nerazzurri gioca anche la sfida Milan-Juve, in cui almeno una perderà punti preziosi

                  Dieci vittorie di fila, ben 19 nelle ultime 22 gare, e più 11 sulla seconda, il Milan, sono i numeri da record di Antonio Conte, che sogna di spodestare «il regno della Juventus», come lui stesso ha definito al termine della gara vinta 2-1 col Sassuolo i nove scudetti consecutivi dei bianconeri. Numeri che fanno ormai pensare che lo scudetto per l’Inter non sia più una questione di «se» ma di «quando» i nerazzurri conquisteranno il loro 19° titolo della storia, 11 anni dopo quello del 2010, l’anno del Triplete. E allora, appunto, quando potrebbe accadere?

                  Col Milan un vantaggio in più

                  Calcoli alla mano, i nerazzurri sono a 16 punti dallo scudetto. A nove giornate dalla fine, con 27 punti a disposizione, l’Inter può dunque farcela con cinque vittorie e un pareggio. A quota 87 punti, infatti, i nerazzurri potrebbero essere raggiunti solo dal Milan se la squadra di Stefano Pioli, ora a quota 60, vincesse nove partite su nove. La capolista però resterebbe tale in virtù dei gol segnati negli scontri diretti: il 17 ottobre 2020 2-1 per i rossoneri e il 21 febbraio 2021 3-0 per la squadra di Conte. Ed è quindi grazie a questo risultato che l’Inter si troverebbe davanti al Milan in caso di pari punti.


                  Il sogno 1° maggio

                  Adesso i prossimi avversari dei nerazzurri sono Cagliari (domenica 11 aprile, 12.30), Napoli (18 aprile), Spezia (21 aprile, turno infrasettimanale), Verona (25 aprile), Crotone (1 maggio). Vincendole tutte, nella migliore delle ipotesi, Lukaku e compagni conquisterebbero lo scudetto proprio nel giorno della festività dei lavoratori, a quattro turni dalla fine. un gran colpo, che non sarebbe comunque record. In passato infatti Torino (1947-1948), Fiorentina (1955-56), Inter (2006-07) e Juventus (2014-2015 e 2018-2019) sono state capaci di trionfare addirittura di farcela con cinque giornate di anticipo.


                  Più probabile il 9

                  Guardando il calendario, però, sembra più facile possa essere vinto il 9 maggio, a tre giornate dalla fine del campionato. Quel giorno a San Siro arriverà la Sampdoria di Claudio Ranieri, ultima squadra a battere l’inter in questo campionato, 2-1 coi gol degli ex Candreva e Keita. Sempre quella domenica è in programma anche Juventus-Milan a Torino e una delle due rivali perderà per forza dei punti. Una cosa è certa: Conte vuole chiudere in fretta la pratica scudetto. Nelle ultime tre partite affronterà Roma (12 maggio, turno infrasettimanale), Juventus (16 maggio) e Udinese (23 maggio). E l’ex c.t. vorrebbe scendere in campo già con il 19° scudetto in tasca.

                  CorSera
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Donnarumma tra Milan e Juventus. Gigio aspetta la Champions per il rinnovo. Buffon può andare via

                    La corte dei bianconeri a Gigio va avanti silenziosa, la strategia di Raiola: prendere tempo. E occhio anche alle mosse del Psg

                    Avere due mezzi problemi — un dodicesimo che scalpita e un numero uno che attraversa un momento di flessione — e ritrovarsene con uno potenzialmente grosso, al punto da dover specificare che «il titolare è Szczesny». Andrea Pirlo ha superato alla grande il delicatissimo bivio dello «spareggio» Champions contro il Napoli, ma nello zaino ha un peso in più, perché la scelta di far giocare Buffon nella sfida in questo momento più importante non è semplice turnover, ma diventa di natura tecnica. E il depistaggio della vigilia non fa che avvalorare questa tesi: «Gigi in campo? Era una cosa già pensata. Ma siccome c’era stata qualche critica nei confronti di Szczesny, vi ho detto che avrebbe giocato lui — ha spiegato il tecnico juventino —. Ma avevo già in testa Gigi. Tek resta il titolare».

                    Già il fatto che sia necessario sottolinearlo è significativo, perché dal rientro di Buffon da Parigi i patti e le gerarchie sembravano molto chiari. Rispetto a un anno fa però Buffon (che ha messo sui social una foto di un suo rinvio con la didascalia ironica «costruzione dal basso») ha un rendimento migliore e nelle sue undici presenze, fra cui quella al Camp Nou, la Juve non ha mai perso. Una coincidenza. Ma vedere (e sentire dal vivo) come Gigione dirige ancora la difesa e non solo quella, ha ricordato quanto pesi il suo carisma.

                    I dubbi qua e là seminati da Szczesny (con il Porto e nel derby) completano il quadro in vista della prossima stagione: Buffon è anziano, ma vuole più spazio o magari provare un’altra esperienza, anche se offerte concrete ancora non ci sono. Un’eventuale chiamata di Agnelli potrebbe sistemare le cose e far sentire il portiere ancora importante.

                    D’altra parte la concorrenza rischia di logorare il collega. Senza dimenticare che Perin è di proprietà bianconera e che su Audero, venduto due anni fa alla Samp per 20 milioni, c’è un’ipotesi di riacquisto. L’intreccio dei portieri insomma rischia di diventare intrigo, se si pensa a Gigio Donnarumma, al quale la Juve è interessata da tempo. E lo è a maggior ragione ora che va a scadenza. Da anni Madama corteggia il ragazzo, promettendogli non tanto uno stipendio top — quello ce l’ha già, guadagna 6 milioni all’anno da quando ne aveva 17 — quanto un palcoscenico all’altezza del suo talento, vale a dire la Champions. Gigio non l’ha mai giocata e ha l’ambizione sacrosanta di diventare protagonista anche nelle notti europee che contano. Non è un caso che la grande coppa rivesta un ruolo decisivo nella partita del rinnovo del contratto col Milan, in scadenza fra meno di tre mesi.


                    Gigio è milanista e sogna di giocare ad alti livelli con la sua squadra del cuore, ma è chiaro che se il Diavolo non riuscisse a centrare l’obiettivo chiudendo fra le prime quattro lo scenario cambierebbe totalmente. La Champions è decisiva. Ecco perché Raiola continua a prendere tempo. E più passano i giorni più cresce la tensione in casa rossonera. Niente ultimatum, ma è chiaro che la situazione si fa sempre più complicata.

                    Non c’è solo la Juve in agguato: occhio anche al Psg dell’ex dt Leonardo. Maldini ha alzato l’offerta a 8 milioni netti per 4 o 5 anni, ma Raiola continua a prendere tempo, convinto che il valore del suo assistito si sia alzato nell’ultima stagione. Una chiave per il Milan potrebbe essere inserire una clausola rescissoria non elevata, attorno ai 30 milioni, che permetterebbe al portiere di andarsene fra un anno o due nel caso in cui la crescita della squadra si arrestasse, ma il Milan non è affatto convinto. Non è un caso che il ds Massara si stia guardando attorno nel caso in cui la trattativa fallisse: l’obiettivo numero uno è Musso, l’Udinese chiede 25 milioni. Ma l’obiettivo primario è tenere Gigio. Per riuscirci, il Diavolo è disposto (quasi) a tutto.


                    CorSera
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
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                      Dybala-Juve: l’argentino porta mezzo punto in più a partita

                      Paulo è mancato quasi tutto l’anno per un infortunio al ginocchio, poi la gaffe della cena da McKennie. Ora si discute di nuovo del rinnovo

                      Con il più mancino dei tiri, la specialità della casa, Paulo Dybala ha ritrovato quel che più gli era mancato, in questi 90 giorni fuori dal campo e dentro ai bisbigli, l’abbraccio dei compagni. L’hanno sepolto, dopo il gol vincente al Napoli e lui, sul campo e negli spogliatoi, s’è sciolto: «Grazie davvero, ragazzi». Prima ancora di pigiare il tasto dei social: «Grande vittoria, sono felice». In fondo, questi mesi, più che una stagione di pallone sono stati fin qui un romanzo da Paul Auster: Covid, infortuni, cene eleganti, contratto. Sul quale lui non ha cambiato idea, di massima almeno: è pronto a firmare il rinnovo, al cento per cento. Dopodiché, è pur vero che la pandemia, gli infortuni, i libri contabili, hanno squassato il panorama mondiale, mica solo il cortile della Juve. E allora, chissà.

                      Di certo, ritrovata finalmente la salute, il numero 10 si è dato un unico bersaglio: «Mi concentro su questo finale di stagione, tutto il resto verrà», confida agli amici. Ci spera Andrea Pirlo, anche se la scelta stessa del verbo, onesta, fa riflettere: «Dybala ha ancora un anno di contratto, quindi è ancora lunga e speriamo di potercelo tenere». Perché sul valore dell’argentino, una volta aggiustato, non ci sono dubbi: «Paulo non l’abbiamo mai avuto — ha spiegato l’allenatore bianconero — ma un giocatore come lui può fare la differenza, in qualsiasi squadra». Non avendolo, per quel ginocchio che s’era ammaccato, da parte della soluzione era diventato parte del problema: «Quando ti manca un giocatore così, diventa difficile».

                      Per dire, l’altra sera con il Napoli ha segnato praticamente da fermo, con il graffio del grande pittore. E la pazienza che gli hanno dato gli scacchi, passione di quando era ragazzo, tra le dritte di papà Adolfo e i tornei, e che ha ritrovato in questi mesi di forzata clausura. Sul prato è come davanti alla scacchiera: un tipo che sa aspettare, con l’arte di chi sa concentrarsi per fare la mossa al momento giusto. Più pezzi (di legno) che playstation e, va da sé, la serie cult del ramo, su Netflix, La regina degli scacchi. Poi, una sbirciata ai libri imparentati con il pallone, da Soriano a Galeano. È stato il menù per ritrovare la serenità dentro e la salute fuori, anche grazie a un fisioterapista ad hoc. Per tutto il resto c’è sempre quel talento che si fa statistica, se la Juve, in campionato, con lui in campo viaggia a una media di 2,3 punti a partita, senza rallenta a 1,8. Altre cifre saranno quelle sul contratto, per le quali le parti si vedranno, pur sapendo che le prospettive (del club) sono cambiate.

                      CorSera
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                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        Ottimo risultato per la Roma che mette più di un piede in semifinale di EL regalando ai propri tifosi una conclusione di stagione che potrebbe avere risvolti per loro goduriosi.

                        Una rinvicita personale anche per Fonseca, che comunque è destinato alla partenza ma potrebbe addirittura lasciare da vincitore...ma anche senza portarsi troppo avanti coi discorsi (mancano ancora le semifinali) con Fonseca ci si trova di fronte ad un enigma: che tecnico è?

                        Io credo che non abbia influito negativamente nelle sue due stagioni romaniste, cioè non abbia sottratto posizioni o punti alla squadra: ha portato la rosa lì dove la rosa poteva andare...e non è che gli abbiano dato una corazzata. Non vedo grosse colpe di Fonseca. Poi che si voglia cambiare per qualcosa di meglio questo nel calcio è una naturale aspirazione.

                        Certo, dovesse vincere l'EL farebbe venire scrupoli di coscienza a più d'uno.
                        ...ma di noi
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                          Eurociao, Zaniolo alza bandiera bianca: «È dura, mi rifarò al Mondiale»

                          Niente lieto fine. Nicolò Zaniolo non parteciperà al prossimo Europeo. A far cambiare le cose è stato il Covid, che ha “rubato” al centrocampista della Roma quelle settimane di lavoro indispensabili per metterlo in corsa verso la convocazione.

                          L’appuntamento di due giorni fa a Innsbruck dal professor Fink, che lo ha operato a settembre al crociato anteriore del ginocchio sinistro, è andato bene. La visita di controllo dimostra che la tecnica adoperata ha dato stabilità, ma pur avendo «una muscolatura alle gambe come quella di uno sciatore» - parole di Fink - la sinistra ha circa il 10% in meno di tono muscolare rispetto all’altra, per giunta operata (sempre crociato anteriore) nel gennaio dello scorso anno. Morale: meglio non rischiare. Le (almeno) tre settimane sottrattegli dal Covid sono valse un ritardo quantificato dal professore in «4-6 settimane». Quanto basta perché, dopo la prossima visita di controllo prevista tra fine mese e i primi di maggio, il giocatore abbia il via libera per il ritorno in gruppo, ma non per tornare in campionato. Risultato: il sogno azzurro deve essere archiviato di un anno. Appuntamento al Mondiale 2022.


                          Il c.t. Roberto Mancini non vuole essere lui quello che chiude la porta alla speranza. «Aspettiamo ancora un po’. So che al 70 per cento non ce la farà a essere con noi - dice - ma Nicolò deve restare tranquillo. Ha davanti a sé una carriera molto lunga, non deve forzare perché la salute è ciò che conta di più. In ogni caso noi lo seguiremo fino alla fine, anche perché conosciamo bene il suo valore. Nel calcio momenti del genere possono capitare».

                          «Ieri era distrutto - racconta suo padre Igor - come umore sembrava di essere tornati ai giorni in cui si era infortunato alle ginocchia. Ora piano piano comincia a stare meglio, anche se dentro di sé ha una voglia incontenibile di giocare. Vorrà dire che, quando arriverà la “green card” - così la chiama il professor Fink - disputerà le finali Primavera». Intanto adesso già si allena con la squadra guidata da Alberto De Rossi, evitando però i contrasti.

                          (Gasport)

                          ...ma di noi
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                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Con tutto il rispetto ma ormai Zaniolo non gioca da un anno e mezzo, comunque quale apporto avrebbe potuto dare?
                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                              Beh Totti al Mondiale 2006 veniva da un infortunio e un contributo lo diede.

                              Prima che mi copriate di insulti, non sto paragonando Totti a Zaniolo eh.

                              Comunque complimenti alla Roma per il match di ieri, domenica può pure perdere a cuor leggero
                              Originariamente Scritto da BLOOD black
                              per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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                                Originariamente Scritto da topscorer Visualizza Messaggio
                                Beh Totti al Mondiale 2006 veniva da un infortunio e un contributo lo diede.

                                Prima che mi copriate di insulti, non sto paragonando Totti a Zaniolo eh.

                                Comunque complimenti alla Roma per il match di ieri, domenica può pure perdere a cuor leggero
                                Tipo calciare un rigore o due. Stop.
                                I SUOI goals:
                                -Serie A: 189
                                -Serie B: 6
                                -Super League: 5
                                -Coppa Italia: 13
                                -Chinese FA Cup: 1
                                -Coppa UEFA: 5
                                -Champions League: 13
                                -Nazionale Under 21: 19
                                -Nazionale: 19
                                TOTALE: 270

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