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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Roma-Napoli, gelo sull'affare Milik: "Mai dato giudizi sulle condizioni del giocatore"

    Un comunicato del club giallorosso smentisce "le illazioni sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore". Ma l'affare non si sblocca e il nervosismo dei protagonisti, da Dzeko al Napoli, passando per la Juventus, cresce di ora in ora

    La cosa più difficile, in queste ore, è capire non cosa stia succedendo. Ma come andrà a finire. La Roma, il Napoli, la Juventus, Milik e Dzeko: cinque soggetti, un'operazione chiusa giovedì sera e tornata in ballo venerdì, subito dopo che Milik ha lasciato la clinica di Sankt Moritz dove i Friedkin avevano preteso svolgesse delle visite approfondite per capire come stessero le sue ginocchia. Cosa sia successo non è noto, filtrano indiscrezioni di varia natura, certo la Roma ha riaperto la trattativa col Napoli chiedendo condizioni diverse: una richiesta che ha fatto infuriare De Laurentiis.

    Certo il congelamento di un affare che pareva chiuso ha alimentato le indiscrezioni di varia natura. Su cui è entrata la stessa Roma, con un comunicato netto a proposito di Milik: "L’AS Roma smentisce qualsiasi illazione sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore, per il quale nutre profonda stima e rispetto. Il Club ribadisce che non commenta mai e mai commenterà, né in una comunicazione ufficiale né in via confidenziale, lo stato di salute o la forma fisica di un calciatore tesserato di un’altra società. Di conseguenza, l’AS Roma respinge l’attribuzione di qualunque giudizio sulle condizioni fisiche del giocatore". Una nota ispirata da evidenti motivi legali: se qualcuno allude al fatto che l'affare possa complicarsi o saltare per le condizioni di Milik, il senso del messaggio, non provate a dire che l'indiscrezione viene da noi. Un modo per garantire se stessi, ma anche il giocatore e il Napoli. Ma che alimenta i dubbi sulla felice conclusione dell'affare: non ce ne sarebbe stato bisogno infatti, se a Trigoria avessero ritenuto di essere pronti ad annunciare l'acquisto del polacco. Insomma, il giallo è sempre più fitto. L'unica cosa certa è il nervosismo che pervade tutti i protagonisti: Dzeko, che era ormai con la testa a Torino. Napoli e Juve, che aspettavano il via libera della Roma per Milik e Dzeko. E la Roma, che si ritrova a dover sbrogliare la matassa.

    Un comunicato del club giallorosso smentisce "le illazioni sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore"…
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Juve, Pirlo sorprende già, ma è sempre lo stesso leader silenzioso: «Una squadra lucida»

      Il tecnico spiazza tutti lanciando Frabotta e non De Sciglio, non ha mai l'aria del debuttante e fa lavorare gli occhi senza urlare mai: un ingegnere alla lavagna

      di Massimiliano Nerozzi

      Ha sudato più per le conferenze stampa («troppe», sorride) che a bordo campo, Andrea Pirlo: «Abbiamo fatto un ottimo primo tempo — dice appena è finita — peccato solo non averla chiusa subito. Ma siamo rimasti lucidi, dopo un po’ di fatica». L’hanno solo spostato di qualche passo fuori dal campo, perché per il resto pare lo stesso di quando giocava: è più la suggestione (sugli altri) che la pressione (degli altri). Tranne il vestito, s’intende, se pantaloncini e maglietta hanno lasciato spazio all’abito da sera, che ha già riaperto l’occhio alle tifose, sui social: «Vedo giacca e cravatta in panchina e comunque vada mi commuovo». Segue hashtag #poloout, la tuta da lavoro che fu di Maurizio Sarri.

      Neppure prima che si cominci ha l’aria del debuttante, con il riscaldamento passato a bordo prato, prima con tutta la dirigenza, poi a far due chiacchiere con Quagliarella, ex compagno nella prima Juve di Conte. Se è emozionato, al calcio d’inizio, lo camuffa da meritare un Golden globe, perché nulla traspare. Anche se ha le idee chiare: «Prenderò spunto dalle squadre di Ancelotti, Capello, Allegri». Anche azzardando un Under 23 dall’inizio, il ventunenne Frabotta: «Sa giocare e si allena bene, non è stato un rischio». Detto senza fare una piega, come sul gol di Kulusevski: si china a prendere la bottiglietta dell’acqua e applaude. Idem sulla traversa e sul piattone fuori di poco di Cristiano Ronaldo: reazione di gioiosa stizza, per il dispiacere, e altro applauso. Un leader silente, com’era da regista, sempre in piedi, ma composto: un Zidane con zazzera e barba. Così, durante la partita, si sentono quasi solo gli urli di Claudio Ranieri. Pirlo fa lavorare gli occhi, seguendo i suoi, indicando tracce di passaggio, in fase di uscita.


      Nella ripresa, alza un braccio per un contrasto ruvido tra McKennie e Bonazzoli, proprio davanti a lui. Ma il nodo della cravatta non si sposta di un millimetro: mica è uno da proteste isteriche. O da braccia spalancate perché i tuoi non stanno facendo «il calcio che vorrei», come da tesi. Tra i mille in tribuna è già un idolo, da coro, a metà della ripresa. O da invocazione di antichi poteri balistici, poco prima di una punizione consegnata a CR7: «Andrea, la maledetta», grida un tifoso. Piuttosto, pure lui a ogni partita imparerà qualcosa, la differenza tra giocare e allenare. Un ingegnere che dovrà insegnare ad affrontare i problemi (alla lavagna), lui che era abituato a risolverli (sul campo). Il finale, invece, è molto contiano, con abbracci e strette di mano ai giocatori, entrando in campo. Il più bel complimento lo fa Ranieri: «Di questa Juve, si percepisce il feeling tra squadra e allenatore».


      CorSera
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        Il giallo del bomber: affare Milik, Roma e Napoli ancora in stallo. E intanto Dzeko s'impunta: vuole solo la Juve

        LEGGO (F. BALZANI) - L'aereo Friedkin è ancora fermo al gate, ma il pilota è tutto tranne che spaventato. I problemi emersi a Verona e una campagna acquisti fin qui deludente non permettono il decollo di una Roma alle prese con un giallo di mercato con pochi precedenti. Il nuovo presidente, però, è più presente che mai e intende seguire da vicino ogni dettaglio della vicenda

        GIALLO MILIK - Oggi doveva essere il primo giorno a Trigoria per Milik. E invece il polacco si ritrova ad allenarsi da solo in una Napoli che lo ha scaricato. I motivi? La bega con De Laurentiis, riguardante la multa non pagata per l'ammutinamento post Salisburgo, pesa. Ma non è l'unica ragione. Friedkin ha preteso la visita di Milik in Svizzera per testare la condizione delle ginocchia. E dopo qualche ora ha chiesto uno sconto al Napoli. Il club ieri si è affrettato a smentire con un comunicato anche perché Milik era andato su tutte le furie: L'AS Roma smentisce qualsiasi illazione sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore, per il quale nutre profonda stima e rispetto. Non commenta mai e mai commenterà, né in una comunicazione ufficiale né in via confidenziale, lo stato di salute o la forma fisica di un calciatore di un'altra società. Una mossa diplomatica che non fuga i dubbi. La trattativa prosegue, ma lo stesso Milik si è irrigidito e ora pensa alla fuga in Premier. La bilancia pende con forza ancora dalla parte della Roma.

        L'IRA DI DZEKO - Lo stop a Milik ha avuto ripercussioni anche sull'affare Dzeko-Juve. Il bosniaco sarebbe dovuto scendere in campo a Verona, ma secondo alcuni rumors avrebbe rifiutato a poche ore dal match. Il club bianconero alzerà leggermente l'offerta (18 milioni) e pare impossibile ormai vedere ancora Dzeko con la maglia della Roma. Domenica, quindi, Fonseca potrebbe ritrovarselo da avversario ma non avere ancora un numero 9 a disposizione. Un paradosso che ha fatto infuriare i tifosi. Nel mirino anche Fonseca (Non l'ho fatto giocare per preservarlo) già messo sulla graticola soprattutto dopo la sibillina dichiarazione di Allegri a Ballando con le stelle: Allenare la Roma? Vediamo.

        LE ALTERNATIVE - Se entro le prossime 48 ore non si sbloccherà Milik la Roma andrà su altre piste. Quasi impossibile quella che porta a Morata, più alla portata quella per Jovic che il Real ha pagato 60 milioni un anno fa e che ora potrebbe cedere in prestito con diritto di riscatto. Più indietro Giroud e Belotti mentre per il ruolo di vice sale la candidatura dell'argentino Bustos.

        LEGGO (F. BALZANI) - L'aereo Friedkin è ancora fermo al gate, ma il pilota è tutto tranne che spaventato. I problemi emersi a Verona e una campagna acquisti fin qui deludente non permettono il decollo di una Roma alle prese con un giallo di mercato con pochi precedenti. Il nuovo presidente, però...
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          Entro mercoledì/metà settimana o si fa tutto o mi sa che salta tutto.
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            Pinci su Repubblica ha scritto che dopo le visite è stata la Roma a chiedere nuove condizioni di pagamento...da qui il comunicato della Roma a smentire illazioni sullo stato di salute di Milik, ovvero che non sono filtrate da Roma...

            E' tutto molto igarbugliato e ci si capisce poco...anzi niente.
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Il giallo del bomber: affare Milik, Roma e Napoli ancora in stallo. E intanto Dzeko s'impunta: vuole solo la Juve

              LEGGO (F. BALZANI) - L'aereo Friedkin è ancora fermo al gate, ma il pilota è tutto tranne che spaventato. I problemi emersi a Verona e una campagna acquisti fin qui deludente non permettono il decollo di una Roma alle prese con un giallo di mercato con pochi precedenti. Il nuovo presidente, però, è più presente che mai e intende seguire da vicino ogni dettaglio della vicenda

              GIALLO MILIK - Oggi doveva essere il primo giorno a Trigoria per Milik. E invece il polacco si ritrova ad allenarsi da solo in una Napoli che lo ha scaricato. I motivi? La bega con De Laurentiis, riguardante la multa non pagata per l'ammutinamento post Salisburgo, pesa. Ma non è l'unica ragione. Friedkin ha preteso la visita di Milik in Svizzera per testare la condizione delle ginocchia. E dopo qualche ora ha chiesto uno sconto al Napoli. Il club ieri si è affrettato a smentire con un comunicato anche perché Milik era andato su tutte le furie: L'AS Roma smentisce qualsiasi illazione sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore, per il quale nutre profonda stima e rispetto. Non commenta mai e mai commenterà, né in una comunicazione ufficiale né in via confidenziale, lo stato di salute o la forma fisica di un calciatore di un'altra società. Una mossa diplomatica che non fuga i dubbi. La trattativa prosegue, ma lo stesso Milik si è irrigidito e ora pensa alla fuga in Premier. La bilancia pende con forza ancora dalla parte della Roma.

              L'IRA DI DZEKO - Lo stop a Milik ha avuto ripercussioni anche sull'affare Dzeko-Juve. Il bosniaco sarebbe dovuto scendere in campo a Verona, ma secondo alcuni rumors avrebbe rifiutato a poche ore dal match. Il club bianconero alzerà leggermente l'offerta (18 milioni) e pare impossibile ormai vedere ancora Dzeko con la maglia della Roma. Domenica, quindi, Fonseca potrebbe ritrovarselo da avversario ma non avere ancora un numero 9 a disposizione. Un paradosso che ha fatto infuriare i tifosi. Nel mirino anche Fonseca (Non l'ho fatto giocare per preservarlo) già messo sulla graticola soprattutto dopo la sibillina dichiarazione di Allegri a Ballando con le stelle: Allenare la Roma? Vediamo.

              LE ALTERNATIVE - Se entro le prossime 48 ore non si sbloccherà Milik la Roma andrà su altre piste. Quasi impossibile quella che porta a Morata, più alla portata quella per Jovic che il Real ha pagato 60 milioni un anno fa e che ora potrebbe cedere in prestito con diritto di riscatto. Più indietro Giroud e Belotti mentre per il ruolo di vice sale la candidatura dell'argentino Bustos.

              https://laroma24.it/rubriche/la-penn...e-solo-la-juve
              Ahahahah Allegri alla Roma si...a allenà ste figurine (ad oggi). Stiamo mendicando da due mesi per Smalling, che vogliamo solo noi eh cazz0 e pe sto zoppo polacco. Allegri si...
              O questi stanno giocando al gatto col topo e tra poco ci sorprendono con acquisti inaspettati, oppure siamo alla follia.

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                La Juventus di Pirlo è semplice, poco aritmetica, ma già diversa e con tante novità

                A Sarri Rabiot regista non sarebbe piaciuto. McKennie è più vecchio mediano che modernità, Ramsey sa fare cose diverse . E Kulusevski usa il fisico alla Ibra

                di Mario Sconcerti

                È stata una Juve normale dentro una partita normale e contro un normale avversario. Il calcio può dormire per ora tranquillo, la prima di Pirlo non ha portato scosse alla sua geometria. Però novità sì, ci sono state. La prima, la più evidente, è stata quella di Rabiot regista. A Sarri non sarebbe mai piaciuto perché ha il passo di Pjanic, cioè sembra lento di pensiero, ma ha classe. Per Sarri Rabiot era un centrocampista da percussioni, un verticale che spostava lo spazio col fisico. In regia è ordinato, non geniale, ancora da guardare.

                La seconda novità è l’assenza di Bentancur, sostituito sia da McKennie che da Cuadrado e Ramsey, uno sul largo e l’altro più avanti, quasi dietro le due punte. Cuadrado era quello di sempre, solo centrocampista totale. McKennie ha i sintomi del buon giocatore, più vecchio mediano che modernità, però anche col piede lieve, intelligente. Ramsey ha giocato dove ha voluto, un ruolo che gli sta un po’ largo, non è un finissimo, ma resta un giocatore insistente che sa fare cose diverse, non è facile capirlo. Suo il tocco per il terzo gol di Ronaldo.


                Quarta novità, forse la più vicina al futuro, la presenza di Kulusevski. Ha qualcosa di davvero diverso questo ragazzo che ancora è quasi a livello di inconscio. Con quel fisico il pallone nei piedi è un oggetto lontano, difficile averci confidenza. Kulusevski è uno dei pochissimi che usa il fisico come fosse tecnica di campo, come fosse gioco. È un’interpretazione nuova anche per il Nord Europa, da noi latini e in Inghilterra è quasi sconosciuta.

                È l’ispirazione che ha fatto di Ibrahimovic quel che è rimasto dopo venti anni di prime divisioni. Il peso è lo stesso. Mi è piaciuto anche Frabotta che dava via sempre il pallone di prima per liberarsene come fosse fuoco, ma lo ha fatto con stile. Non ho visto la Samp, questo è il vero complimento per la Juve, che era però solita, vagamente anni Ottanta. Per battere la Samp all’esordio non serviva una rivoluzione e non c’è stata. Una buona Juve, molto semplice, poco aritmetica, questo sì. Per cominciare basta e avanza.



                CorSera
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                  Se la Roma non è convinta di Fonseca è meglio cambiare adesso piuttosto che andare avanti controvoglia...poi con Allegri o altri non lo so (c'è pure Sarri libero).
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Se la Roma non è convinta di Fonseca è meglio cambiare adesso piuttosto che andare avanti controvoglia...poi con Allegri o altri non lo so (c'è pure Sarri libero).
                    Sean, ma Allegri e Sarri c'erano pure appena finito il campionato un mese fa, dai...
                    Quando mai l'esonero di un tecnico poi, ha portato sulla panchina a sostituire il titolare, un allenatore della madonna? Che io ricordi, mai.
                    Si prende na mezza pippa o "speranza" e poi da capo il prossimo "progetto" si inizia con un tecnico buono...nella peggiore delle ipotesi ti tocca tenere il brocco.

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                      Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                      Sean, ma Allegri e Sarri c'erano pure appena finito il campionato un mese fa, dai...
                      Quando mai l'esonero di un tecnico poi, ha portato sulla panchina a sostituire il titolare, un allenatore della madonna? Che io ricordi, mai.
                      Si prende na mezza pippa o "speranza" e poi da capo il prossimo "progetto" si inizia con un tecnico buono...nella peggiore delle ipotesi ti tocca tenere il brocco.
                      Potrebbe essere un caso simile a quello del Milan, che passò da Terim ad Ancellotti.

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                        Rivoluzione Roma: Rangnick, Allegri o Sarri, la Roma è già nel futuro

                        IL TEMPO (A. AUSTINI) - La Roma di oggi, con Fonseca in panchina e Fienga dirigente plenipotenziario, non sarà quella di domani. Sotto traccia, con la discrezione che li contraddistingue, i Friedkin stanno costruendo un piano alternativo. Lo stesso Fienga lavora insieme ai procuratori e ai suoi contatti nel mondo del calcio italiano per impostare un nuovo ribaltone, da proporre alla proprietà non appena si renderà necessario. Insomma la posizione di Fonseca è tutt'altro che solida, per ora il portoghese resta in sella ma è già sotto esame.

                        Nel frattempo l’area sportiva dovrà presto avere un altro protagonista. Perché così non si va lontani e la rosa a dir poco parziale con cui la squadra si è presentata a Verona è la dimostrazione palese delle difficoltà. Tre i nomi attorno a cui ruotano gli scenari di un futuro più vicino di quanto si possa immaginare: Rangnick, Allegri e Sarri.

                        Il manager tedesco, che è stato a un passo dal Milan (qualcuno parla addirittura di accordi firmati) prima della conferma di Pioli, ha risolto il contratto con la Red Bull, dove ricopriva il ruolo di responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico. Da allenatore a direttore, negli anni Rangnick ha allargato il raggio d’azione e ora cerca una nuova realtà dove portare le sue idee. Sono stati gli uomini del fondo Elliott - i proprietari del Milan - a presentarlo a Dan Friedkin, che ha incontrato Rangnick a Londra qualche giorno dopo il closing con Pallotta. Una prima chiacchierata per conoscersi e a quanto pare il patron giallorosso è rimasto favorevolmente impressionato. Da qui si spiega l'uscita allo scoperto del tedesco, che in un'intervista del 30 agosto al Corsera ha parlato con cognizione di causa della Roma: «Ha vinto l’ultimo dei suoi scudetti 20 anni fa - ha ricordato l’ex uomo della Red Bull - e l’ultima Coppa Italia 12 anni fa», per poi elogiare i Friedkin definendoli «imprenditori di successo che cercheranno di rimettere la Roma sulla strada della vittoria». Parole non certo casuali. Ma cosa verrebbe a fare Rangnick alla Roma? Il direttore sportivo o l'allenatore? Lui vorrebbe tutti i poteri, Friedkin è tentato e ci ragiona su.

                        Intanto Allegri rappresenta un'opzione concreta per la panchina, qualora il club giallorosso decidesse di sostituire Fonseca. L'ex tecnico bianconero è libero e ha contatti con la Roma. Diretti e indiretti. Per ora si tratta di conversazioni informali, ma l'ipotesi di una chiamata esiste davvero. Ecco perché Allegri, durante le prove a Ballando con le Stelle, non sapendo di essere in diretta (siamo sicuri?), ha risposto così all’istruttrice che gli chiedeva se sarebbe venuto alla Roma: «Vediamo, non si sa. Devo rientrare perché... basta». Non ce la fa più a stare fermo Max, è stato a un passo dalla panchina dell'Inter, ora lo intriga quella giallorossa, a meno di una chiamata improvvisa da Parigi. O da Milano.

                        E Sarri? Il suo nome è «spinto» dagli agenti vicini a Fienga e dallo stesso Paratici, che ha ottimi rapporti con il Ceo romanista ma non sembra intenzionato a raggiungerlo a Trigoria, nonostante sia in uscita dalla Juventus. Il diesse bianconero punta più in alto, a club del livello del Barcellona per intenderci, intanto sta aspettando di chiudere l’affare Dzeko, a dir poco imbufalito per quanto accaduto nel weekend. Ma Paratici e Fienga non avevano fatto i conti con Friedkin, che ha bloccato l’operazione dopo le visite mediche di Milik, chiedendo di inserire nei contratti col Napoli il diritto a uno sconto qualora il polacco si infortunasse in futuro. Sì, i nuovi proprietari texani hanno iniziato a incidere. Com'è giusto che sia.


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                          Ahahahah Allegri alla Roma si...a allenà ste figurine (ad oggi). Stiamo mendicando da due mesi per Smalling, che vogliamo solo noi eh cazz0 e pe sto zoppo polacco. Allegri si...
                          O questi stanno giocando al gatto col topo e tra poco ci sorprendono con acquisti inaspettati, oppure siamo alla follia.
                          Acquistereste molti simpatizzanti

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                            Leggere che "si pensa al futuro" nel mentre si è appena aperta una nuova stagione, è il viatico migliore per mandare a schifio questa annata. In sostanza si inizia senza alcuna fiducia o convinzione negli uomini presenti...e, se è così, non ci vuole un genio per capire come andrà a finire.

                            Se non ci sono entusiasmo, voglia, passione, se si comincia guardando già alla fine, si è destinati a fare male...perchè il tecnico non sente la fiducia e anzi capisce che è a termine; i giocatori, quando annusano l'aria, non si sbattono più di tanto e via discorrendo.

                            Per questo Fonseca andava cambiato subito. Anticipi di un anno quello che vuoi fare a fine campionato, come la Juve con Pirlo. Nelle previsioni sarebbe dovuto diventare l'allenatore tra un paio di anni: l'hanno messo dentro subito, tanto se deve andare va e se non deve andare non va.
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                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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