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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Milan, ultima chance per Piatek: a Bologna sfida anche per Ibrahimovic

    Pioli insiste con il polacco: «Non c’è un caso. Lo svedese? Per regalo chiedo punti»

    Parma è stata un’eccezione? Oppure il Milan ha davvero svoltato? Una risposta l’avremo domenica sera, perché Bologna (h. 20.45, Sky) è un crocevia fondamentale, uno snodo decisivo. Di qua o di là: fallire vorrebbe dire tornare a vedere le streghe, vincere significherebbe riuscire a scacciarle definitivamente. A 20 punti sarebbe tutta un’altra storia, tutta un’altra vita, tutto un altro Milan. Entusiasmi diversi, prospettive diverse. La squadra sta crescendo, nella testa e nel gioco, è indiscutibile, ma la verità è che senza i punti è tutto inutile, è tutto secondario. L’obiettivo era e resta quello estivo: tornare in Europa. Si può ancora fare. Ma c’è da correre. E soprattutto c’è da recuperare tanta, tanta strada.


    Pioli s’affiderà ancora a Piatek, il Pistolero che da ormai sei partite ha il revolver inceppato. Viene da chiedersi se non sarebbe il caso di provare Leao titolare. E anche dentro Casa Milan c’è chi inizia a pensarla così. Vero che nemmeno il portoghesino sta facendo vedere chissà che quando viene inserito a partita in corso, ma col polacco in questa condizione forse tanto varrebbe tentare, magari anche solo per pungerlo nell’orgoglio. Pioli sostiene che «non esiste un caso Piatek» ma è una balla e lo sa anche lui: Kris ha segnato 3 gol in 14 partite, due dei quali su rigore, altroché se è un caso. Ad ogni modo questa fiducia sa di ultima chance. Dovesse andare in bianco anche al Dall’Ara, diventerebbe indifendibile. E a gennaio potrebbe anche andare via.

    Senza un attaccante che segna, la rincorsa all’Europa è maledettamente complicata e lo sarà sempre di più. Alla fine, gira e rigira, si torna sempre lì, al sogno Ibrahimovic. Bologna-Milan è anche un duello di mercato, visto che entrambe stanno corteggiando lo svedesone per gennaio. Boban e Maldini fino a qualche giorno sembravano in vantaggio, ma il fatto che l’attaccante stia prendendo tempo di certo non rassicura.

    «Babbo Natale arriva il 25 dicembre, voi da ottobre parlate di queste situazioni, se devo chiedere un regalo, penso ai tre punti col Bologna» il dribbling di Pioli, che ha poi rivolto un bel pensiero al collega Mihajlovic, stasera con ogni probabilità in panchina: «So benissimo che sono più forti quando c’è Sinisa, ma mi auguro di poterlo incontrare e abbracciare. È un esempio per volontà e determinazione». Per il Diavolo, stasera, c’è un avversario in più.


    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Ma il bersaglio nascosto di Allegri sembra essere sempre la Juventus di Sarri

      La critica di Max ai «fighetti« o ai filosofi del calcio ci riporta inevitabilmente a chi gli ha «sottratto» la panchina bianconera, proprio facendosi forza di una opposta teoria di gioco

      E’ bastata un’intervista per rinfocolare la polemica. Quella della fine del campionato scorso, o, forse quella di sempre. Ma che stavolta vede due protagonisti. Uno in piena luce e ovvero Max Allegri e l’altro, defilato, quasi nascosto, ovvero Maurizio Sarri che di Allegri ha preso il posto alla Juventus. Sono loro i due campioni chiamati a fronteggiarsi, stavolta sul piano delle idee, prima ancora che del gioco.

      Polemiche

      Dopo l’eliminazione in Champions con l’Ajax lo scorso anno Allegri ebbe una polemica in tv con Lele Adani, che accusava la sua Juventus di «giocare male». Una frase piuttosto vaga (giocava meglio l’Olanda anni ‘70 o l’Italia di Bearzot?) ma che in pratica voleva dire solo una cosa: una menzione d’onore al calcio che parte dall’Ajax di e che arriva poi a Sacchi, Guardiola e Sarri contrapposto al «gioco all’’italiana» di cui Allegri veniva indicato come l’ultimo erede (vincente). Max del resto ha scritto un libro intitolato «E’ molto semplice” in cui l’idea forte è che i teorici del calcio complicano inutilmente il gioco del pallone. Il cuore della convinzione di Max è che i grandi calciatori facciano sempre la differenza rispetto al sistema di gioco. E quindi che l’Ajax di Michels, il Milan di Sacchi, il Barcellona di Guardiola furono vincenti per la qualità eccelsa dei loro giocatori e non per il loro sistema di gioco.
      La controprova? Il Napoli di Sarri sconfitto in campionato dalla Juve di Allegri, poiché l’attuale allenatore della Juve non poteva contare a quel tempo su una rosa dello stesso livello dell’allora tecnico bianconero.

      Il confronto

      Come ha scritto Sandro Modeo sul Corriere: «La semplicità può essere un obiettivo (logico-filosofico prima che pratico) condivisibile: ne dà una definizione efficace il graphic designer John Maeda, quando scrive che «semplicità significa sottrarre l’ovvio e aggiungere il significativo». In questo senso, «semplice» nel calcio equivale a un possesso non inerte, ma teso a scompaginare l’assetto avversario: o una difesa non passiva, tesa a incubare una ripartenza pericolosa. Quindi, la semplicità finisce col coincidere con la «necessità» come opposto della gratuità: lo stesso concetto che Allegri riferisce al «fare la cosa giusta al momento giusto» o - più estesamente, contrapponendola alla mitologia sciocca della «partita perfetta» - alla «partita giusta». Il punto è come si arriva a questa semplicità-necessità: con quali modelli culturali, con quali conoscenze, con quale credo etico-estetico».
      Se Allegri è il simbolo della semplicità, dalla parte opposta abbiamo Maurizio Sarri, sulla carta teorico della complessità, ma che se non altro quest’anno, parlando di giocatori (tema caro a Max) ha avuto il merito di rigenerare campioni come Dybala e Douglas Costa che con Allegri non brillavano.

      I numeri

      Se dai sistemi passiamo ai risultati, qui il confronto Allegri-Sarri sulla carta sembra impietoso. Cinque scudetti consecutivi alla Juventus più uno al Milan contro nessuno per Sarri sembrano chiudere la partita. Ma l’ex allenatore del Napoli può contare su un prezioso titolo europeo (l’ultima Europa League con il Chelsea) che Max non può vantare. Senza contare che Sarri è arrivato al calcio che conta molto avanti con gli anni.

      Verdetto

      Alla fine però in una squadra che ha abbracciato e fatto suo il celebre detto «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta» il confronto Allegri-Sarri sarà deciso dai risultati, più che quello del campionato ovviamente, dall’esito dell’avventura di quest’anno in Champions League. Se i bianconeri alzeranno la «coppa dalle grandi orecchie» inevitabilmente tutto ciò che Max avrà fatto in tanti anni di duro lavoro sarà dimenticato in un attimo.



      CorSera
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        Adesso vi dico io chi la vive bene

        Gli interisti, che dopo una partita del genere, avrebbero parlato per una settimana dell espulsione di cuadrado

        Rischiando il ban in 4 o 5

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          Sarri non sta facendo male. Primo posto nel girone di champions ottenuto con un turno di anticipo e sottraendo 4 punti su 6 all'Atletico di Simeone...e questo nonostante la Juve sia "a fine ciclo".

          In campionato due punti di distacco dalla vetta avendo pero' ormai alle spalle trasferte come quella di Firenze, del derby, di Milano (dove hai vinto), di Bergamo (dove hai vinto), questa a Roma contro una bella, ottima Lazio e presa in un momento di alta forma...quindi puoi perderci a Roma, è nell'ordine delle cose - d'altro canto ricordo sconfitte (anche sonore) a Firenze, negli anni scorsi o in campi di provincia...insomma, si puo' perdere qualche partita.

          Quindi dal punto di vista del campionato è tutto intatto, cioè niente è ancora deciso, anche perchè chi ha già vinto lo scudetto ha avuto un calendario all'andata che le ha offerto a San Siro la Juve, la Lazio, la Roma, avrà l'Atalanta...e queste al ritorno sono 4 trasferte a Roma, Torino, Bergamo, 12 punti in gioco (al netto di tutte le altre partite).

          La questione è un'altra: la squadra gira poco, i giocatori fanno a volte sbadataggini, non si riesce mai a raddoppiare dopo aver fatto un goal e Sarri è troppo compassato, quasi nulla di tutto questo lo riguardasse. Commenta le sconfitte con lo stesso tono con cui commenta le vittorie...si vorrebbe invece vedere maggior coinvolgimento, maggiore tensione agonistica, maggiore "rabbia".

          Sarri ha l'occasione di poter vincere il campionato...ma per farlo dovrà migliorare la Juve e se stesso. D'altro canto niente viene regalato, lo sta dimostrando proprio questo torneo.

          Bisogna stare attenti all'effetto-Ancelotti: aveva la squadra, i campioni, aveva tutto...ma perse. Un campionato si rischia sempre di perderlo se non si mette tutto a puntino, se non si risolvono i problemi, se non si trovano soluzioni, se non ci si coinvolge di più con la passione di esserci e di lottare.
          Last edited by Sean; 08-12-2019, 09:34:16.
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            8 anni.... 8 anni e non avete imparato niente.
            Iniziate pure ad avviarvi verso Piazza del Duomo, Plebiscito o il Circo Massimo,è solo più interessante e divertente il tragitto verso Piazza Castello.
            « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

            PRESENTI




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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Sarri non sta facendo male. Primo posto nel girone di champions ottenuto con un turno di anticipo e sottraendo 4 punti su 6 all'Atletico di Simeone...e questo nonostante la Juve sia "a fine ciclo".

              In campionato due punti di distacco dalla vetta avendo pero' ormai alle spalle trasferte come quella di Firenze, del derby, di Milano (dove hai vinto), di Bergamo (dove hai vinto), questa a Roma contro una bella, ottima Lazio e presa in un momento di alta forma...quindi puoi perderci a Roma, è nell'ordine delle cose - d'altro canto ricordo sconfitte (anche sonore) a Firenze, negli anni scorsi o in campi di provincia...insomma, si puo' perdere qualche partita.

              Quindi dal punto di vista del campionato è tutto intatto, cioè niente è ancora deciso, anche perchè chi ha già vinto lo scudetto ha avuto un calendario all'andata che le ha offerto a San Siro la Juve, la Lazio, la Roma, avrà l'Atalanta...e queste al ritorno sono 4 trasferte a Roma, Torino, Bergamo, 12 punti in gioco (al netto di tutte le altre partite).

              La questione è un'altra: la squadra gira poco, i giocatori fanno a volte sbadataggini, non si riesce mai a raddoppiare dopo aver fatto un goal e Sarri è troppo compassato, quasi nulla di tutto questo lo riguardasse. Commenta le sconfitte con lo stesso tono con cui commenta le vittorie...si vorrebbe invece vedere maggior coinvolgimento, maggiore tensione agonistica, maggiore "rabbia".

              Sarri ha l'occasione di poter vincere il campionato...ma per farlo dovrà migliorare la Juve e se stesso. D'altro canto niente viene regalato, lo sta dimostrando proprio questo torneo.

              Bisogna stare attenti all'effetto-Ancelotti: aveva la squadra, i campioni, aveva tutto...ma perse. Un campionato si rischia sempre di perderlo se non si mette tutto a puntino, se non si risolvono i problemi, se non si trovano soluzioni, se non ci si coinvolge di più con la passione di esserci e di lottare.
              Bah... Credo che sia stato fatto su Sarri un lavoro di "comunicazione". Probabilmente gli hanno imposto maggiore controllo e aplomb.

              Quella che continua a non piacermi è la difesa e la fase difensiva. Prendiamo sempre goal evitabili con una marcatura o un piazzamento fatti bene e sta diventando un'abitudine, anche quando siamo in vantaggio, che un corner per noi si trasformi in un'occasione per loro.
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                Molte delle difficoltà che sta avendo Sarri sono dovute al mercato. Lo diciamo da fine agosto. Un mercato ondivago, che non ha seguito una strategia ma ha subito gli eventi per come andavano sviluppandosi.

                Una rosa larga, ma che ha al suo interno alcuni giocatori troppo fragili (Costa, Ramsey, Chiellini, Khedira, per citare i 4 più famosi). Un centrocampo stracolmo di giocatori, ma nessuno (tranne forse Pjanic e Bentancur) adatto al gioco di Sarri: Matuidi è un onesto portalegna, Can involuto, Rabiot misterioso...i goal da questo reparto non arrivano, non si vede un centrocampista che segni.

                In attacco il disastro di Paratici. Ti torna Higuain, svilisci Dybala (che per fortuna s'è riavuto), Ronaldo va per i 36. Non hai preso un vice-Higuain, dato che Mandzukic è esiliato...ma soprattutto non hai preso una punta giovane, forte, che rinvigorisse il reparto - e Bernardeschi...16 partite un goal. Un tonto di prima categoria, incapace di segnare anche quando gli mettono il pallone davanti alla porta. Cosa ci fa Bernardeschi alla Juventus?

                Insomma, parecchio di quanto vediamo oggi in campo è frutto di quanto fatto in estate. A Sarri, un tecnico nuovo, non è stata approntata una rosa adatta...anzi gli è stata data pasticciata, aumentando vieppiù le difficoltà per trovare una quadra sostenibile e funzionale.

                Il primo responsabile è Paratici. Non lo dico io, lo dice la Juve: la responsabilità è sempre (in principio) della società - se le cose non girano.
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                  ma quello che sul primo gol della lazio salta come il ragionier Fantozzi è per caso Bonucci?
                  Originariamente Scritto da Marco pl
                  i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  IO? Mai masturbato.
                  Originariamente Scritto da master wallace
                  Io sono drogato..

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                    Sì. In marcatura non è mai stato un'aquila. Aveva Chiellini a protezione in quei casi.
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                    popoli studiosi scriveranno
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                      Presi a pallate da quattro scappati di casa che ogni anno finiscono in Europa League
                      Il povero Allegri in tutti questi anni ha fatto da parafulmine alle peggio porcate

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                        Originariamente Scritto da Giampo93 Visualizza Messaggio
                        Tu sei quello che la vive peggio di tutti qua dentro eh
                        talmente male che ormai a parte le partite in casa che vado a guardare in quanto abbonato le altre manco le vedo

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                          ma non credo centri molto con il discorso che intendeva Giampo.
                          I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                            Che pena sarri....prima "non ho visto mai l'Inter"
                            Ora "scudetto lotta a tre, con Lazio e Inter", tanto per sminuire l'Inter.
                            Pena, davvero

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                              Ma i sto var come funziona? Ok il rosso ci sta ed è stato impiegato bene ma quando fabbri pensa che felipe abbia preso la palla invece entra a martello su Matuidi non può intervenire?
                              Cura il tuo corpo come un tempio
                              Originariamente Scritto da M K K
                              Desade grazie di esistere
                              Originariamente Scritto da AK_47
                              si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                                La classifica dice quello. Se dopo Lazio-Juve, dove hai appena perso, ti chiedono se la Lazio è in corsa per il titolo, avendo - recita la classifica - meno 3 dalla Juve e -5 dall'Inter, che devi rispondere di no? E per quale motivo?

                                Dobbiamo sempre trovare una dietrologia in ogni cosa? Ma a Sarri che gliene dovrebbe fregare di "sminuire" l'Inter? D'altro canto ce la messa, mica non l'ha citata...ha solo aggiunto la Lazio, ma questo dice la classifica.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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