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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Varane vinse pure il mondiale (oltre alla champions). Lo meritava lui quel pallone d'oro.
    Quell’anno al terzo posto ci fu Griezzman che vinse mondiale ed EL con ottime prestazioni
    Quest’anno io l’avrei dato ad Alisson (che ha fatto la differenza in CL e Copa, vincendole entrambe) o al limite Van Dijk
    Salah ha fatto una stagione sottotono rispetto alla scorsa, non capisco perché viene nominato continuamente in questo thread
    Messi ha fatto oggettivamente una bella stagione e ci può stare ma personalmente, come già detto, avrei premiato uno del Liverpool
    Ronaldo al terzo posto fa ridere, messo a caso
    Originariamente Scritto da Sean
    faccini, kazzi, fike, kuli
    cesko92 [at] live.it

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      L’ultimo pallone d’oro fuori dalla Spagna fu Kakà



      Originariamente Scritto da Giampo93
      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        Praticamente dall’iscrizione di Sean al Bodyweb



        Originariamente Scritto da Giampo93
        Finché c'è emivita c'è Speran*a

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          Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
          Quell’anno al terzo posto ci fu Griezzman che vinse mondiale ed EL con ottime prestazioni
          Quest’anno io l’avrei dato ad Alisson (che ha fatto la differenza in CL e Copa, vincendole entrambe) o al limite Van Dijk
          Salah ha fatto una stagione sottotono rispetto alla scorsa, non capisco perché viene nominato continuamente in questo thread
          Messi ha fatto oggettivamente una bella stagione e ci può stare ma personalmente, come già detto, avrei premiato uno del Liverpool
          Ronaldo al terzo posto fa ridere, messo a caso
          Hai letto il mio post di prima? Ai portieri non lo danno...ormai e' chiaro.
          I SUOI goals:
          -Serie A: 189
          -Serie B: 6
          -Super League: 5
          -Coppa Italia: 13
          -Chinese FA Cup: 1
          -Coppa UEFA: 5
          -Champions League: 13
          -Nazionale Under 21: 19
          -Nazionale: 19
          TOTALE: 270

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            Che caaaaagliari
            Cura il tuo corpo come un tempio
            Originariamente Scritto da M K K
            Desade grazie di esistere
            Originariamente Scritto da AK_47
            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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              Comunque non è che il pallone d'oro va assegnato per forza ad un giocatore della squadra che vince la Champions quell'anno eh... Non era scontato Van Dijk

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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Non ci credo ma spero (una speranza alla lontana) che risvegli un po' l'addormito Ronaldo...
                quindi per te è un giocatore quasi finito

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                  Che storia.

                  Leggete quando avete tempo.

                  Marco Van Basten.




                  Inviato dal mio BLA-L09 utilizzando Tapatalk
                  Originariamente Scritto da Sean
                  Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                    Quindi se il criterio per l'assegnazione è fare più gol di tutti Ciro Immobile ha ottime possibilità l'anno prossimo.
                    [

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                      DeLigt intanto ha vinto il Trofeo Kopa, ovvero il pallone d'oro under 21 (l'anno scorso vinto da Mbappe). Secondo posto per Sancho, terzo per Joao Felix.

                      Inviato dal mio Mi A3 utilizzando Tapatalk

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                        Non esiste un unico criterio. E' un insieme di fattori, sia di squadra che individuali, a cui, volenti o nolenti, va aggiunto un peso in relazione al ruolo (attaccanti...centrocampisti...difensori e per ultimi portieri). Contano le vittorie, contano i goals e le prestazioni. Sicuramente un suo peso ce l'ha pure la notorieta' e le emozioni che si riescono a dare a chi vota...perche' chi vota e' cmq quslcuno che ha le sue preferenze personali.
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
                        -Nazionale: 19
                        TOTALE: 270

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                          Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggio
                          quindi per te è un giocatore quasi finito
                          a 35 anni lo sono tutti, volenti o nolenti
                          Originariamente Scritto da Pesca
                          lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                            Pallone d'Oro, vince Messi: è il sesto successo, superato Cristiano Ronaldo. "Non ho mai smesso di sognare"

                            L'argentino torna a trionfare: non accadeva dal 2015, preceduti van Dijk e Cristiano Ronaldo. Altri premi: de Ligt miglior under 21, Alisson miglior portiere, a Rapinoe il trofeo femminile

                            Le indiscrezioni sono state confermate: è Lionel Messi il Pallone d’Oro 2019, raccoglie l’eredità di Luka Modric. Un’assegnazione che non mancherà di suscitare qualche polemica, visto che spesso il riconoscimento era stato concesso a chi si era aggiudicato i trofei più importanti della stagione, e l’argentino non è salito sul trono né d’Europa, con il Barcellona, né del Sudamerica, con l’Argentina. Due acuti che erano riusciti per esempio ad Alisson, ma il Pallone d’Oro a un portiere sembra ormai essere un tabù impossibile da infrangere, o solo in parte a quello che, per mesi, era parso il grande favorito, Virgil van Dijk, gigante del Liverpool campione d’Europa, autore di una stagione sensazionale al centro della difesa dei Reds. Sarebbe stato il secondo Pallone d’Oro “umano” dopo quello di Modric, forse un colpo troppo duro da assorbire per un riconoscimento dall’appeal sempre meno evidente. Messi ha preceduto van Dijk e Cristiano Ronaldo.

                            Messi stacca Ronaldo

                            Si torna dunque all’era del duopolio Messi-Ronaldo, anche se il portoghese stavolta assiste da lontano al trionfo dello storico rivale. Sesto successo per “la Pulce” (2009, 2010, 2011, 2012, 2015), che supera così l’attaccante della Juve, fermo a cinque titoli, anche se il terzo posto gli frutta il dodicesimo piazzamento sul podio: Messi sale invece a dodici ingressi nelle prime tre posizioni, con cinque secondi posti (2008, 2013, 2014, 2016, 2017) e un terzo (2007). La stagione di Messi, campione di Spagna con il Barcellona, dal punto di vista realizzativo è stata come al solito strabiliante: 36 reti in 34 partite di Liga, 3 in 5 di Coppa del Re, ben 12 in 10 gare di Champions League. Il suo exploit nella semifinale di andata contro il Liverpool resta una delle prestazioni personali più incredibili degli ultimi anni, eppure i critici più accaniti di un trofeo che sta gradualmente perdendo il suo status avrebbero preferito proprio un calciatore dei Reds, capaci nella gara di ritorno di ribaltare un 3-0 apparentemente impossibile da rimontare.

                            Messi: "Non ho mai smesso di sognare"

                            "Ieri era il decimo anniversario dal mio primo Pallone d'Oro. Avevo 22 anni ed era impensabile per me arrivare oggi a vincere il sesto, in un momento totalmente diverso della mia vita. Ma non ho mai smesso di sognare, di essere quello che sono, di migliorare ogni giorno". Sono le prime parole di Lionel Messi, dal palco del "Theatre du Chatelet". "Cerco di godermi il calcio, quello che amo - ha aggiunto - Sono consapevole dell'età che ho, il tempo vola e proprio per questo bisogna gustarsi questo momento". Messi ringrazia giornalisti e compagni di squadra, al Barça e in nazionale: "Mi hanno fatto passare un anno grandioso, al di là delle partite o delle competizioni vinte o perse, siete parte di questo premio". "Sono felice del momento che sto vivendo ma voglio migliorarmi ogni anno: i premi individuali sono importanti ma sono sempre secondari rispetto a quelli di squadra, ogni anno mi preparo per lottare per tutto", aggiunge esibendo insieme tutti e sei i Palloni d'Oro conquistati.

                            de Ligt miglior giovane

                            Va a Matthijs De Ligt la seconda edizione del Trofeo Kopa, il riconoscimento istituito da "France Football" per il miglior under 21 dell'anno. In corsa c'era anche Moise Kean. "Sono davvero felice di essere qui - le parole sul palco del 20enne centrale olandese - E' un grande onore essere in mezzo a tutti questi fantastici giocatori, ringrazio l'Ajax e i miei ex compagni che mi hanno dato molto, e i miei compagni alla Juve per quello che mi stanno dando". De Ligt succede nell'albo d'oro a Kylian Mbappè.

                            Alisson vince il premio Yashin: miglior portiere


                            Alisson ha ricevuto il Trofeo Yashin come miglior portiere dell'anno.Il portiere brasiliano del Liverpool ha vissuto un anno incredibile, conquistando la Champions con i Reds e la Coppa America con la Selecao.Ha preceduto Marc-Andrè Ter Stegen del Barcellona e il connazionale Ederson del Manchester City. In lizza c'erano anche Handanovic e Szczsesny.

                            Rapinoe vince Pallone d'Oro donne

                            Megan Rapinoe è la vincitrice del "Pallone d'Oro femminile". Stella della nazionale a stelle e strisce che ha vinto il Mondiale francese, succede ad Ada Hegerberg.

                            L'argentino torna a trionfare: non accadeva dal 2015, preceduti van Dijk e Cristiano Ronaldo. Altri premi: de Ligt miglior under 21, Alisson miglior portie…
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Messi vince il sesto Pallone d’Oro della sua straordinaria carriera, lasciando Ronaldo a cinque. Il Pallone d’Oro 2019 rischia di essere stato il Pallone d’Oro definitivo e decisivo, quello che rompe l’equilibrio e che stabilisce, una volta per sempre, la superiorità di uno nei confronti dell’altro. E forse anche della storia, Maradona e Pelé compresi.

                              Il sesto Pallone d’Oro è di Messi. Si sapeva: un po’ perché da 11 anni soltanto una volta il Pallone d’Oro si è permesso di uscire dalla diarchia di Messi & Ronaldo ( 2018, Modric) – e anche quest’anno ci sarebbe stata possibilità con i giocatori del Liverpool (Alisson, Van Dijk, Salah…) di segnare un ulteriore strappo – un po’ perché nel momento decisivo Ronaldo è abbastanza uscito di scena, mentre Messi invece è rimasto al centro del palcoscenico.

                              Senza questo sesto Pallone d’Oro a Messi, i due miti degli anni 2000 avrebbero potuto rimanere alla pari forse per sempre. E con questo sesto Pallone d’Oro, forse Messi marca una “superiorità” che rimarrà eterna a sua volta.

                              Per questo Ronaldo, al Pallone d’Oro 2019 – pur con tutte le manchevolezze e la critiche cui il riconoscimento è sottoposto – ci teneva tremendamente. Per supportare la sua convinzione di essere “il migliore della storia”, di non aver mai trovato nessuno che abbia fatto e vinto quanto fatto e vinto da lui. Negli ultimi anni non ha nemmeno accettato che certi premi li dessero ad altri e non a lui.

                              Pelé e Maradona dunque spediti in soffitta, i loro miti smitizzati dal calcio globale e ipersocial di oggi, la storia degli eroi moderni va molto poco indietro nel tempo. Oggi l’unità di misura ufficiale della grandezza di un calciatore è il Pallone d’Oro e d’accordo o meno a questo bisogna rifarsi.

                              Il Pallone d’Oro 2019 è/era una spartiacque, il Pallone d’Oro decisivo, definitivo. Quello che può stabilire una classifica certa, sicura, indiscutibile: Messi è in vantaggio di un Pallone d’Oro e ha due anni d’età di vantaggio di età (32 contro 34). E’ come essere sul 6-5 a un minuto dalla fine della partita.

                              Detto che la storia del calcio più che un fatto è spesso un’opinione, un giudizio, una questione di tifo, oggi Messi potrebbe aver scritto l’ultimo capitolo di una rivalità straordinaria, addirittura epica. Certo nessuno ci impedisce di continuare a chiederci chi tra i due sia ancora il più grande, ma ormai è davvero solo un gioco.

                              Il sesto Pallone d'Oro è di Messi. Si sapeva: un po' perché da 11 anni soltanto una volta il Pallone d'Oro si è permesso di uscire dalla diarchia di Messi & Ronaldo ( 2018, Modric) - e anche quest'anno ci sarebbe stata possibilità con i giocatori del Liverpool (Alisson, Van Dijk, Salah…) di segnare un ulteriore strappo - un po' perché nel momento decisivo Ronaldo è abbastanza uscito di scena, mentre Messi invece è rimasto al centro del palcoscenico. Senza questo sesto Pallone d'Oro a Messi, i due miti degli anni 2000 avrebbero potuto rimanere alla pari forse per sempre. E con questo sesto Pallone d'Oro, forse Messi marca una "superiorità" che rimarrà eterna a sua volta. Per questo Ronaldo, al Pallone d'Oro 2019 - pur con tutte le manchevolezze e la critiche cui il riconoscimento è sottoposto - ci teneva tremendamente. Per supportare la sua convinzione di essere "il migliore della storia", di non aver mai trovato nessuno che abbia fatto e vinto quanto fatto e vinto da lui. Negli
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Inter, Roma e Barcellona il doppio esame per sentirsi davvero grande

                                Conte, soddisfatto, concede ai suoi un giorno di riposo

                                La notizie è che Conte, il martello dell’Inter, ha concesso un giorno di riposo alla squadra. Da oggi alla Pinetina si lavorerà su due partite cruciali, l’esame di maturità per la capolista: venerdì arriva la Roma quarta in classifica e martedì il Barcellona del Pallone d’Oro Messi. Servono due vittorie per difendere il primato appena conquistato in campionato e entrare negli ottavi di Champions League. Non è il momento di mollare, ma di raddoppiare le energie e la concentrazione. Vincere aiuta a vincere, a volte però sviluppa uno strano senso di appagamento che Conte e il suo staff intendono combattere come il virus dell’influenza. «Abbiamo alzato l’asticella rispetto alla scorsa stagione, ma dobbiamo lavorare duro e non cullarci su quanto ottenuto sin qui». Marotta lo dice, Conte lo pensa. Sono loro gli artefici della svolta.

                                L’Inter, in questa stagione, ha cambiato passo. È una questione di risultati, come dimostra il record di 12 vittorie nelle prime 14 giornate, ma soprattutto di mentalità. Il metodo Conte funziona. Lavoro, attenzione, disciplina. L’identità forte è alla base del successo. Ora l’Inter non molla, anche quando la partita è complicata e l’avversario la impegna allo spasimo. La vittoria soffertissima e in rimonta con il Verona è il manifesto del rinascimento nerazzurro. La squadra ha la stessa fame del suo allenatore. Un connubio perfetto, almeno per ora. C’è sinergia, quella che forse manca alla Juve tra Sarri e il gruppo. Il lavoro è psicologico, ma anche tattico: il 3-5-2 è il marchio di fabbrica contiano con due ali che spingono e al tempo stesso difendono, due centrocampisti che si inseriscono, un regista che fa correre veloce il pallone. Il capolavoro è stato mettere insieme Lautaro e Lukaku. Il belga è il totem dell’Inter. Anche contro la Spal, quando la squadra ha abbassato i giri del motore, è diventato fondamentale: segna e fa segnare. La sensazione è che, senza Romelu, Lautaro non sarebbe esploso. Insieme sono formidabili: 24 reti nelle prime 19 partite della stagione. Non c’è gara ufficiale in cui l’Inter non sia riuscita a segnare almeno un gol e nelle ultime 7 viaggia a oltre 2 di media. «Lukaku e Lautaro insieme sono formidabili e rappresentano la giusta alchimia tra giocatori di grande valore», dice ancora Marotta. Così è stato più facile battere l’emergenza, soprattutto a centrocampo.


                                Lodare l’Inter adesso è facile, Conte aggiungerebbe pericoloso. Perché con il primo posto in classifica aumentano le aspettative, soprattutto nella corsa allo scudetto. Ma il braccio di ferro è appena cominciato. E la Juve resta la squadra da battere. «A Conte non abbiamo chiesto di vincere subito, ma di valorizzare al massimo le risorse a disposizione», frena Marotta per togliere pressione. Ma quando sei in ballo, non resta che ballare. E i tifosi sono già mobilitati per il doppio appuntamento in 5 giorni: venerdì contro la Roma sono attesi 65 mila fedelissimi, martedì 10 con il Barcellona oltre 70 mila e se lo stadio non sarà sold out è solo perché dei 4mila tagliandi inviati in Spagna per adesso ne sono stati venduti poco più di mille. Poco importa. Conta il colpo d’occhio. Contro Dzeko e Messi l’Inter vuole diventare grande. Dopo, e solo dopo, Conte si preoccuperà di un’altra grande sfida: evitare la crisi di gennaio, che ha condizionato in maniera pesante gli ultimi anni nerazzurri.



                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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