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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Bayern, la forza della tradizione. Lazio, errori imperdonabili

    Lazio-Bayern 1-4. Prima cosa, il risultato è una sorpresa. Tutti sapevamo che c'è differenza tra le due squadre, ma non 3 gol di scarto. Questa partita dimostra quanto sia importante avere tradizione in Champions League: giocarla tutti gli anni e qualche volta vincerla. Però poi c'è da analizzare la partita, tecnicamente e tatticamente. La Lazio paga un errore gravissimo, tecnico e nella scelta della giocata, di Musacchio. Un giocatore mandato via dal Milan, dove non ha brillato, e la Lazio con lui non va a stare meglio. Da quel momento in poi diventa una sequela di scelte sbagliate, e il Bayern fa vedere la sua personalità, la capacità di saper cogliere ogni situazione e volgerla a proprio favore. Ha giocatori velocissimi, tecnicamente molto bravi, fa l'uno contro uno in ogni zona del campo, ha un portiere che fa il libero. Insomma, un'Atalanta in grande.


    La partita è finita in un quarto d'ora. Poi in qualche maniera la Lazio ha tentato di reagire, ma dentro di loro i giocatori sapevano che il risultato a quel punto era di non prenderne otto. Peccato, perché Correa e soprattuto Luis Alberto avevano le carte in regola per mettere in difficoltà i difensori del Bayern. Invece niente. Ora speriamo nell'Atalanta, che vivrà lo stesso problema della Lazio: Il Real è rimaneggiato, ma ha tradizione e personalità.

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    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Juventus, il gioco non decolla ma Pirlo ha un Ronaldo mai visto


      Il portoghese si conferma decisivo nei risultati dei bianconeri, che nonostante gli alti e bassi restano in corsa per qualisiasi traguardo. CR7 ha avuto più passaggi a vuoto del solito ma viaggia a una media di un gol ogni 95', la migliore da quando è in Italia

      Continua a esserci una corrispondenza quasi perfetta tra i risultati della Juventus e i gol di Ronaldo, come se ormai la dipendenza dal suo giocatore più forte fosse una condizione inevitabile per ambire a una vittoria. Quella in corso è la migliore delle tre stagioni in bianconero di Cristiano, però anche la più incostante: è tra le pieghe di questo paradosso che si annidano molte delle spiegazioni della controversa annata juventina, piena di contraddizioni ma ancora intatta nelle ambizioni. Da una partita all'altra si passa dalla convinzione di poter raggiungere qualsiasi traguardo (c'è chi mette la Juve tra le quattro favorite per la vittoria in Champions) e la preoccupazione per una stagione di down dopo nove di man bassa, tra l'estensione del dominio e la sua interruzione. Ci sono due sole costanti, in definitiva: il gioco di Pirlo, ancorato quasi esclusivamente ai gol di Ronaldo e alle sgasate di Chiesa, continua a essere molto deludente e Cristiano continua a segnare, giustificando qualsiasi aspettativa.

      Un gol ogni 95' e i cross tutti per lui

      È un'annata strana, quella di Cristiano. Viaggia a una media di un gol ogni 95', mentre nella stagione passata fu di uno ogni 110' e nel 2018/2019 con Allegri, di una ogni 130', ma ha avuto molti più passaggi a vuoto del solito. Quando gioca, il 41 per cento dei gol della squadra sono suoi. Quando non gioca, la Juve arranca: ha battuto, è vero, la Spal in Coppa Italia e la Dinamo Kiev in Champions, ma in campionato ha inanellato tre pareggi per 1-1 (Crotone, Verona e Benevento) e in coppa ha perso di brutto in casa con il Barcellona. La dipendenza non è mai stata così marcata e di fatto Pirlo si è piegato all'idea di avere sostanzialmente una sola via per il gol: lo sfondamento laterale (adesso provvede Chiesa, ma ci sono anche Cuadrado e Alex Sandro) per favorire l'inserimento centrale di Cristiano, che sui cross che arrivano ha dei tempi perfetti, come s'è visto anche lunedì sera con il Crotone. L'1-0 l'ha segnato liberandosi con un passo quasi impercettibile, in modo da staccarsi dai difensori calabresi e piazzare un colpo di testa di precisione, mentre il 2-0 secondo lo ha fatto inserendosi di rabbia in una difesa impreparata e ancora impegnata a valutare le conseguenze del gran tiro da fuori con cui lo stesso Ronaldo aveva avviato l'azione. È impressionante come, appena scagliato il tiro, il portoghese si muova immediatamente verso l'area prevedendo l'arrivo di un cross (di Ramsey, questa volta) che difatti arriverà. Ha dei tempi di reazione impressionanti e un intuito solo suo.

      Quegli strani passaggi a vuoto

      Eppure in questa stagione, la più bella delle sue tre italiane, ci sono dei vuoti, specie in questi primi due mesi del 2021 in cui la media-gol, rispetto al 2020, è precipitata. In particolare, gli è capitata per due volte a stretto giro una cosa per lui inusitata: restare tre partite di fila senza segnare. Gli è successo in campionato a fine gennaio (Inter-Bologna-Sampdoria, e si potrebbe anche aggiungere la mezzora a secco nei supplementari di Coppa Italia contro il Genoa) e più recentemente tra coppe e campionato (Inter-Napoli-Porto), astinenza interrotta proprio dalla doppietta al Crotone. Non sarebbe nulla di clamoroso se non fosse che per lui si tratta di eventi rarissimi, visto che un digiuno di tre gare l'ha vissuto, nelle prime due stagioni bianconere, tre volte in tutto: al suo debutto in Italia (trovò il gol solo alla quarta giornata), tra fine febbraio e inizio marzo 2019 e tra il 2 e il 10 novembre dello stesso anno, quando visse una settimana di quasi crisi, con due sostituzioni in otto giorni (Lokomotiv Mosca e Milan) e il vaffa a Sarri dopo la seconda. Poi andò in nazionale, si rimise a segnare e tutto passò in cavalleria.


      In attesa di Morata (e Dybala)

      Ora si tratta di capire se esiste un filo conduttore di questi alti bassi, se dipendono da lui (che, non va scordato, ha appena compiuto 36 anni) oppure dalle difficoltà della squadra. O se le difficoltà della squadra dipendono dalle sue, piuttosto. Di sicuro la dipendenza c'è, nel bene come nel male, ingigantita dal fatto che quest'anno la Juve non ha di fatto altri attaccanti: Kulusevski si adatta ma non lo è, Dybala non c'è praticamente mai stato e Morata è il Morata di sempre, quello di Londra e delle due Madrid, che si deprime con facilità a supera a fatica i guai fisici.

      A Verona con il 3-5-2

      Pirlo conta di avere lo spagnolo sabato a Verona, dove per altro dovrà gestire una notevole emergenza difensiva, visto che agli infortuni di Cuadrado, Bonucci e Chiellini si è aggiunta la squalifica di Danilo. È quasi certo che il tecnico passerà, una tantum, al 3-5-2, con Demiral, De Ligt e Alex Sandro a formare il terzetto difensivo, Chiesa a destra a tutta fascia e uno tra Frabotta e Bernardeschi a sinistra.

      Il portoghese si conferma decisivo nei risultati dei bianconeri, che nonostante gli alti e bassi restano in corsa per qualisiasi traguardo. CR7 ha avuto pi&ugr…
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        «Non truccò il risultato». Beppe Signori assolto con formula piena

        Concluso il processo a Piacenza. Le prime parole: «Giustizia fatta»

        L’incubo del calcio-scommesse per Beppe Signori è finito. Oggi il Tribunale di Piacenza ha assolto con formula piena l’ex capitano rossoblù dall’accusa di aver truccato il risultato della sfida tra Piacenza e Padova dell’ottobre 2010. Assistito dall’avvocato Patrizia Brandi, l’ex calciatore aveva deciso di rinunciare alla prescrizione per poter dimostrare la propria innocenza: «Dopo dieci anni finalmente è finita – ha commentato a caldo – anche se non avevamo dubbi sulla mia innocenza. Giustizia parziale è stata fatta perché comunque questi anni non me li restituirà nessuno. Si tratta di una rivincita e speriamo che sia solo la prima di una lunga serie».

        La gioia sui social

        L’ex campione ha voluto celebrare il successo con tutti i suoi fan postando su Instagram un’immagine di repertorio con la maglia della Nazionale con le braccia al cielo corredata da questo commento: «Assolto con piena formula perché il fatto non sussiste, non per insufficienza di prove. Una vittoria nettissima senza se e senza ma”. Già a dicembre era arrivata una buona notizia per Signori grazie alla chiusura del filone di Cremona per prescrizione e adesso la speranza dell’ex attaccante si sposta sul piano sportivo dopo la radiazione da ogni categoria arrivata nel 2012. “Ho fatto tutto questo a mio rischio e pericolo – ha ribadito – perché poteva capitare di tutto. L’obiettivo è essere riabilitato a livello sportivo. Spero che arrivino altre vittorie in futuro».

        CorSera
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          Sconfitta preventivabile quella della Lazio contro i campioni in carica...anche se magari il risultato si immaginava più contenuto, ma tanto la sorte era comunque segnata.

          Credo che invece l'Atalanta avrebbe le possibilità di fare lo sgambetto al Real, sfruttando questa prima partita in casa.
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            Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio
            ma guarda ti dirò, secondo me la Lazio non ha giocato neanche tanto male, poi purtroppo la strada gliel'ha spianata un paio di cazzate di 2 giocatori. il bayern è mostruoso, non avremmo vinto mai ma a noi serve giocarle queste partite altrimenti non si cresce. c'era pure un rigore netto su SMS sull'1 a 0 ma forse non avrebbe cambiato nulla.

            comunque i record di champions rimangono a chi di dovere che c'ha sempre tanta voglia di chiacchierare. de gembioooooooonnn


            avete giocato una partita coraggiosa, ci avete provato.
            Forse col senno di poi era il caso di osare qualcosa in meno
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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              Atalanta-Real Madrid, formazioni e dove vederla: Zapata e Muriel da 30 gol, non ci sono Ramos e Benzema

              Nerazzurri all'attacco contro le Merengues: Gasperini e i suoi stanno bene e sono decisi a provarci, Zidane si gioca tutto e la sua squadra in Champions si trasforma


              Se c’è un momento per andare incontro alla storia, l’Atalanta ha scelto quello giusto: la squadra sta bene, ha appena rifilato quattro gol al Napoli, ne ha segnati 34 nelle 14 partite del nuovo anno alla media straordinaria di quasi due e mezzo ogni novanta minuti e conta su Zapata e Muriel, gli implacabili gemelli colombiani, 30 reti in stagione quante Lukaku e Lautaro in campionato.


              Il Real Madrid, invece, è a pezzi. Zidane, che ai Blancos ha regalato tre Champions in tre anni, naviga con un invidiabile aplomb in acque tempestose e per tre volte in questa tormentata stagione ha rischiato di essere messo alla porta, in favore di Raul che allena i giovani madridisti del Castilla. Il Real non sembra più quello di una volta, ha 900 milioni di debiti, vende anziché comprare, non rinforza la squadra da tre sessioni di mercato e arriva all’incrocio della Champions con l’infermeria stracolma. Nove gli assenti, soprattutto il monumento Sergio Ramos, senza il quale ha vinto solo due delle ultime 10 partite di Champions, ma pesa come un macigno anche il forfait del centravanti Benzema, che tante volte ha aiutato Zizou a tirarsi fuori dai guai. Fuori anche Carvajal, Hazard, Marcelo, Militao, Odriozola, Valverde e Rodrygo.


              E allora sembra davvero il momento giusto per cercare l’impresa e l’Atalanta lo sa, a patto che la consapevolezza non si trasformi in euforia dannosa. «L’obiettivo è arrivare a Madrid ancora in gioco», racconta Gasperini. A Bergamo, in questa stagione, la sua banda non ha mai vinto in Champions. Lo ha però fatto tre volte lontano da casa. Servono entusiasmo, leggerezza e pazienza. Anche nervi saldi. Non volere tutto subito. L’Atalanta è una squadra fisica, che gioca un calcio europeo ad alta intensità, però il Madrid è sempre il Madrid. «Abbiamo l’esperienza giusta per giocare partite così e speriamo di arrivare sino alla finale», la sfida di Zidane che si lascia scorrere tutto addosso ed è la sua forza di campione, prima in campo e poi in panchina.

              Proprio l’esperienza è la grande incognita sotto il cielo di Bergamo. L’Atalanta ne ha poca, il Real da vendere ed è il vero motivo per cui gli spagnoli sono ancora favoriti. «Questa sfida è come un finale», racconta Toni Kroos, uno dei leader sopravvissuti e la sua faccia vale mille parole. Il Real ha i nervi saldi e non perdona gli errori. Ha persino riaggiustato la Liga, mettendo in fila quattro vittorie consecutive. Non incanta però non molla mai il colpo. Zidane sa che il doppio incrocio con i bergamaschi può essere determinante per il suo futuro, ma ormai si è abituato a vivere pericolosamente. Gasperini sogna una notte perfetta con il rammarico dello stadio vuoto. L’Atalanta parte per fare almeno un gol e non prenderne e sa che, oltre a Muriel e Zapata, può contare sul talento di Ilicic in panchina. Se basterà, stasera lo sapremo.


              Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Romero, Djimsiti; Maehle, De Roon, Freuler, Gosens; Pessina; Muriel, Zapata. All. Gasperini.
              Real Madrid (4-3-3): Courtois; Lucas Vazquez, Varane, Nacho, Mendy; Modric, Casemiro, Kroos; Asensio, Mariano Diaz, Vinicius. All. Zidane.
              Arbitro: Stieles (Germania)
              Tv: ore 21, Sky.

              CorSera
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              popoli studiosi scriveranno
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              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Sconfitta preventivabile quella della Lazio contro i campioni in carica...anche se magari il risultato si immaginava più contenuto, ma tanto la sorte era comunque segnata.

                guarda che questi qualche mese fa ne hanno fatti 8 al barcellona eh mica al poggibonsi
                Winners are simply willing to do what losers won't.




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                  Ma infatti non ho mica stigmatizzato ho sottolineato come non fosse da aspettarsi altro.
                  ...ma di noi
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                    Qatar, Mondiali di calcio 2022: morti oltre 6500 lavoratori per costruire gli stadi e le altre infrastrutture

                    Ogni giorno secondo quanto rivela il quotidiano britannico «Guardian» aumentano le vittime tra gli operai, quasi tutti stranieri, che lavorano per rendere possibile l’evento.


                    Dietro la grande festa con la quale Doha accolse la notizia che i Mondiali 2022 di calcio sarebbero stati disputati in Qatar si nascondono numeri angoscianti. Ogni giorno infatti aumentano le vittime tra gli operai, quasi tutti stranieri, che lavorano alla costruzione degli stadi e delle altre infrastrutture di supporto alla competizione. Secondo un’inchiesta del quotidiano britannico «Guardian», al momento sarebbero oltre 6.500 i lavoratori immigrati morti nei cantieri realizzati per ospitare il prossimo anno la più importante competizione calcistica al mondo. Gli operai deceduti vengono soprattutto da India, Nepal e Bangladesh, ma anche da Pakistan, Sri Lanka, dalle Filippine e dal Kenya e lavoravano in condizioni disumane cercando di rispettare le scadenze della road map che vede la costruzione di un numero di strutture senza precedenti in un’area geografica che ne era completamente sprovvista. Oltre ai sette nuovi stadi e alla ristrutturazione di altri 4, ci sono anche strade, aeroporti, infrastrutture per i mezzi pubblici, hotel e di fatto la creazione di intere nuove città, completamente ridisegnate sui centri urbani pre-esistenti. Un gigantesco cantiere edile nazionale che sta però costando la vita a tantissimi lavoratori privi di diritti e spesso dimenticati dalla macchina burocratica spesso poco trasparente del Paese.

                    Le cifre

                    Gli ultimi dati riportati dal quotidiano britannico non sono altro che la tragica conferma di previsioni che vennero elaborate dall’Ituc, un’organizzazione sindacale internazionale che, già nel 2013, prevedeva almeno 4mila morti bianche fino al 2022. Cifra che paradossalmente è stata sì confermata, ma per difetto, visto che i morti finora sono almeno 6500. Le condizioni infernali di tantissimi lavoratori sono rimaste tali nel corso degli ultimi anni, senza che nessuno sia potuto (o abbia voluto) intervenire, né nell’ambito della Fifa, né in campo internazionale, in un piccolo stato dove la forza lavoro straniera ammonta a quasi 2 milioni di persone ed è indispensabile a portare avanti la vita del Paese. Da quando i Mondiali vennero assegnati al Qatar, nello stato arabo, sono morti almeno 6500 lavoratori per costruire stadi ed infrastrutture, dato che i numeri riportati dal «Guardian» potrebbero anche essere inferiori rispetto alla reale entità della tragedia. Si parla di 2.711 lavoratori indiani morti, a cui si aggiungono 1.641 nepalesi, 1.018 provenienti dal Bangladesh, 824 pakistani e 557 dallo Sri Lanka. Ben 6.751 vittime in tutto e in questo conteggio non rientrano ancora le morti bianche degli ultimi mesi del 2020. Ci sarebbero però dei dubbi sul collegamento tra i Mondiali e il totale di lavoratori pakistani deceduti dal 2010 al 2020, tanto che il «Guardian» si limita a parlare genericamente di circa 6500 vittime. Cifre però non riconosciute dal comitato organizzatore che ritiene invece che solo 37 morti siano riconducibili alla costruzione delle strutture del Mondiale.




                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                      Eh ma era importantissimi farlo in Qatar non c'erano alternative....

                      Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                      Originariamente Scritto da Pesca
                      lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                        6.500 se fosse vero sarebbe un numero spaventoso
                        Originariamente Scritto da Marco pl
                        i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        IO? Mai masturbato.
                        Originariamente Scritto da master wallace
                        Io sono drogato..

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                          Respect.

                          No racism.

                          Dio denaro>calcio
                          Originariamente Scritto da huntermaster
                          tu ti sacrifichi tutta la vita mangiando mer da in bianco e bevendl acqua per.farti le seghe nella tua kasa di prigio.
                          Originariamente Scritto da luna80
                          Ma come? Non avevi mica posto sicuro al McDonald's come salatore di patatine?

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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Ma infatti non ho mica stigmatizzato ho sottolineato come non fosse da aspettarsi altro.
                            si si, mi riferivo al fatto che dici che c'era da aspettarsi un risultato più contenuto, a me per come ci siamo presentati mi sembra contenuto così.
                            Winners are simply willing to do what losers won't.




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                              Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
                              6.500 se fosse vero sarebbe un numero spaventoso
                              Pensa che invece probabilmente è una stima al ribasso visto che il regime ha interesse a fare credere che tutto procede per il meglio.
                              Originariamente Scritto da BLOOD black
                              per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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                                Che vergogna questa espulsione, Atalanta derubata.

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