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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Ma no.

    But who is Josef Bican?

    Born in 1913, he was a Czech striker, who also played for Austria during his career.

    According to statistics, it’s estimated he scored more than 805 goals in official matches (including his youth career) and more than 1468 goals in total matches including friendlies.

    However, his official senior career goal count has been estimated at 759 which includes 730 club goals and 29 national team goals.

    Inviato dal mio SM-G988B utilizzando Tapatalk
    Te lo ripeto...fino a 2mesi fa dappertutto si leggeva 805 (riconosciute dalla stessa ifhhs). Il numero 759 e' uscito solo quest'anno (2021). Quindi la ifhhs aveva contato male? A me pare la classica mossa per fare spettacolo.
    Cr7 arrivera' sicuramente al primo posto...ma e' giusto riconoscere gli 805 goals di Bican...cosa fatta fino ad un mese fa!
    Last edited by robybaggio10; 21-01-2021, 02:44:28.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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      La Juventus conquista la Supercoppa italiana battendo il Napoli con i gol di Ronaldo e Morata. Il portoghese dà la svolta, La partita risolta nel finale, è la nona Supercoppa conquistata dai bianconeri. Per il Napoli di Gattuso il brutto errore di Insigne che ha sbagliato malamente il rigore del pareggio. E’ il primo trofeo per Andrea Pirlo, che è arrivato a questa partita dopo il brutto ko contro l’Inter, le troppe sconfitte in campionato, e una stagione tutta in salita. Scacciati al momento i dubbi, il progetto va avanti…

      JUVENTUS – NAPOLI 2-0

      Il tiro di Ronaldo entra e il rigore di Insigne va fuori. Sono i calciatori che fanno la differenza, e Cristiano Ronaldo, quando vuole e quando è in palla, può indubbiamente farla. Non c’è molto altro intorno a quel tiro, ma il calcio è così, i campioni vanno misurati al momento giusto e su pochi dettagli. Ronaldo col 20° gol della sua stagione ha ripagato in un momento qualche partita non proprio da Ronaldo. E così la Supercoppa Italiana finisce alla Juventus, per la nona volta nella sua storia. Non è un trofeo per cui impazzire o che conti moltissimo, ma comunque fa numero in bacheca, sta molto bene vicino agli altri, e per la Juve arriva nel momento in cui uno cominciava a farsi un po’ troppe domande. Anche su Ronaldo e anche su Pirlo. Che solleva così il primo trofeo della sua giovane carriera di allenatore. E respinge pertanto l’ondata di critiche che lo stavano sommergendo. A fine serata sembrava particolarmente soddisfatto e soprattutto sollevato, non essendo uno da sangue e arena – come Conte o Allegri suoi predecessori – soffre molto la sua condizione di allenatore teorico e raffinato, placido e flemmatico. E del resto se uno è Maestro da centrocampista fra i migliori al mondo, non si porta necessariamente la qualifica in panchina quando diventa, tra l’altro all’improvviso e senza un solo giorno di mestiere reale, allenatore.

      L’ondata di critiche e la batosta di Milano hanno comunque svegliato l’orgoglio della Juventus, che non è ricaduta negli stessi errori della partita con l’ Inter. Più tonicità, più concentrazione, più essenzialità, meno passaggini, più Ronaldo. E anche un po’ più Szczesny certo. Non si fa una grande Juve senza un grande portiere, la storia lo insegna.

      Non una gara straordinaria per carità, non uno spettacolo di calcio particolarmente entusiasmante, ma insomma la certezza che esiste anche un’altra Juve che può competere su più fronti, e non solo quella irriconoscibile di San Siro. La possibilità di miscelare tanti grandi giocatori soprattutto in attacco (Ronaldo, Morata, Dybala, Chiesa, Kulusevski) è un indubbiamente un grande vantaggio. Il problema è che quell’attacco è come il motore di una Formula 1 montato sullo chassis di una familiare a centrocampo (Bentancur, Arthur, McKennie, Rabiot, Ramsey), per cui bisogna trovare il giusto rapporto cilindrata/potenza, aumentare l’alimentazione e così via.

      Il Napoli era arrivato a questa partita addirittura con un certo favore, in condizioni migliori della Juve che tra l’altro doveva forzatamente fare a meno di Dybala, De Ligt, Alex Sandro e Demiral. Ma anche il Napoli di Gattuso vive di alti e bassi, e quello di Reggio Emilia è stato un Napoli più timido, senza la grinta e la cattiveria di Gattuso. Senza Osimhen, con Mertens a mezzo servizio e con Insigne non particolarmente travolgente. Che tra l’altro si fa prendere dall’ansia e sbaglia il tiro che conta di più. Ma comunque il Napoli poteva e doveva fare molto di più, finendo così coll’attribuire tutta la colpa della sconfitta a quel rigore sbilenco del suo capitano. Il generoso Gattuso, che già aveva fatto moltissimo strappando nel giugno scorso la Coppa Italia alla Juve, ha lasciato all’amico di una vita un trofeo che può essere il primo di una lunga carriera.

      SUPERCOPPA ITALIANA 2020 Reggio Emilia, mercoledì 20 gennaio 2020 JUVENTUS - NAPOLI 2-0 (64' Ronaldo J, 95' Morata J) *** Il tiro di Ronaldo entra e il rigore di Insigne va fuori. Sono i calciatori che fanno la differenza, e Cristiano Ronaldo, quando vuole e quando è in palla, può indubbiamente farla. Non c'è molto altro intorno a quel tiro, ma il calcio è così, i campioni vanno misurati al momento giusto e su pochi dettagli. Ronaldo col 20° gol della sua stagione ha ripagato in un momento qualche partita non proprio da Ronaldo. E così la Supercoppa Italiana finisce alla Juventus, per la nona volta nella sua storia. Non è un trofeo per cui impazzire o che conti moltissimo, ma comunque fa numero in bacheca, sta molto bene vicino agli altri, e per la Juve arriva nel momento in cui uno cominciava a farsi un po' troppe domande. Anche su Ronaldo e anche su Pirlo. Che solleva così il primo trofeo della sua giovane carriera di allenatore. E respinge pertanto l'ondata di critiche che lo
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Juve, l'importanza di Szczesny e l'insostituibilità di Cuadrado

        Quando si vince di solito è merito degli attaccanti, ma la conquista della Supercoppa della Juve porta il timbro di Szczesny: due parate che hanno dell'incredibile, frutto dell'istinto e dei riflessi più che della tecnica. Portiere a parte, tutta la Juve ha fatto una buona partita: ha avuto qualche chance in più ed ha meritato, ma il Napoli non esce ridimensionato. Gli azzurri hanno giocato in umiltà, contenendo e ripartendo, con in più la recriminazione sul rigore fallito da Insigne. E poi Mertens deve recuperare al meglio e Osimhen ancora non si è visto. Insomma, il primo trofeo della stagione se lo prende Pirlo, ma potrebbe dividerlo al 50% con il suo amico Gattuso.


        La Juve non ha convinto del tutto. Ha fatto a meno di Morata per quasi tutta la partita, Chiesa dopo la fiammata con il Milan è tornato opaco. In pratica, ancora una volta ci ha dovuto pensare Ronaldo. Le buone risposte però non sono mancate. Bentancur da mezzala è un'altra cosa, Arthur e la difesa sono in crescita, e soprattutto Cuadrado è insostituibile: il colombiano è un valore importantissimo per la Juve. Tatticamente la partita di stasera dice inoltre che due punte più Kulusevski e Chiesa non possono essere schierate con questo impianto. In pratica, Pirlo potrà schierare Ronaldo e Morata insieme, ma li dovrà supportare con 4 centrocampisti, tra i quali ci potrà essere solo uno tra Chiesa e Kulusevski. Circa il futuro, prospettice abbastanza simili per Juve e Napoli: trovare la continuità sarà il problema di tutte e due fino in fondo, proprio per le caratteristiche dei giocatori.

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          Mercato, Scamacca alla Juve: si fa. Colpo Fiorentina: vicino Kokorin

          Si è sbloccata la trattativa per la cessione di Milik al Marsiglia, De Laurentiis (che rinuncerà alla battaglia legale) incasserà 9 milioni più 4 di bonus. I viola vicini all'attaccante russo, Lazio su Sokratis, appena svincolato dall'Arsenal. Il Sassuolo conferma l'arrivo dell'attaccante in bianconero. In B scatenato l'Empoli: presi Sabelli e Crociata

          Arkadiusz Milik vicinissimo al Marsiglia. Si è sbloccata la trattativa per il trasferimento dell’attaccante del Napoli, separato in casa da inizio stagione, alla corte di Villas Boas. Determinante la rinuncia di Aurelio De Laurentiis al contenzioso legale con il centravanti polacco: un disgelo che porterà nelle casse azzurre 9 milioni di euro più 4 di bonus. Un buon gruzzoletto considerando l’imminente scadenza di contratto il prossimo 30 giugno.

          Kokorin vicino alla Fiorentina, idea Sokratis per la Lazio

          Nonostante Kouame sia stato tolto dal mercato, la Fiorentina si regala una nuova punta. Trattativa a sorpresa per il russo Aleksander Kokorin. L’attaccante classe 1991 arriverà per 5 milioni dallo Spartak Mosca e per lui sarà la prima esperienza all’estero. In patria Kokorin, in passato allenato da Mancini allo Zenit e da Capello in nazionale, ha avuto diversi problemi extra-calcistici: nell’ottobre del 2018 è finito in prigione per un anno per aver aggredito a Mosca un funzionario del governo, mentre in passato si era presentato al matrimonio di un amico con due pistole ed era stato pizzicato in una serata hot con due spogliarelliste (nonostante fosse fidanzato). Insomma un vero e proprio bad boy, che però può aiutare l’attacco di Prandelli. Da Londra arriva intanto la notizia che Sokratis Papastathopoulos si è svincolato dall’Arsenal: il difensore greco ’88 è sempre seguito dal Genoa (sarebbe un ritorno), ma è anche l’ultima idea della Lazio, a caccia di un sostituto di Luiz Felipe, costretto ad un lungo stop per l’infortunio alla caviglia. Capitolo Scamacca: il dg del Sassuolo ha ammesso l’interessamento della Juventus: ”Ci incontreremo, ma non è l’unica possibilità”, mentre Locatelli è blindato fino a giugno.

          Gomez ed Eriksen in fase di stallo

          Sui nomi più “caldi” di questo mercato, Gomez ed Eriksen, invernale ancora tutto tace. Su entrambi saranno decisivi verosimilmente gli ultimi giorni di gennaio. L’Atalanta non ha intenzione di vendere il Papu ad una diretta concorrente, ma il fantasista argentino sembra non gradire la soluzione estera. Torino e Fiorentina restano vigili. Sul centrocampista danese ci sono per ora solo dei sondaggi dalla Premier, ultimo quello dell’Arsenal che proporrebbe uno scambio di prestiti con Lucas Torreira. Sembrano perdere terreno le ipotesi Psg e Tottenham. Intanto i dirigenti nerazzurri hanno incontrato gli agenti di Lautaro Martinez: non si è parlato di rinnovo di contratto, ma il “Toro” è comunque un punto fermo di Suning. Molto attive Parma e Verona: i ducali, dopo Conti, rinforzano ulteriormente la difesa con il terzino sinistro del 2001 Vasilios Zagaritis dal Panathinaikos. Ma il vero colpo potrebbe essere il ritorno in Italia dell’italo-argentino Franco Vazquez, in uscita dal Siviglia. L’Hellas invece vorrebbe regalare a Juric un colpo importante e nel mirino c’è Kevin Lasagna, considerato non incedibile dall’Udinese. Per il centrocampo è vicinissimo Sturaro dal Genoa.

          Empoli scatenato: Sabelli e Crociata

          Tante trattative in Serie B. La capolista Empoli piazza il doppio colpo: presi Sabelli dal Brescia e Crociata dal Crotone. Il Pescara rinforza la difesa con l’ex juventino Sorensen. Il Vicenza prende Valentini dal Padova e cede il capitano Bizzotto al Monopoli. Saluta l’Italia Lucas Castro che lascia la Spal e vola in Turchia al Karagumruk. Potrebbe invece andare in Serbia, alla Stella Rossa di Dejan Stankovic, Filippo Falco del Lecce.

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            Roma, vertice nella notte dopo l'incredibile gaffe: via il team manager, Fonseca rischia

            Le sei sostituzioni nella notte dell'eliminazione con lo Spezia in Coppa Italia non sono state accettate dalla famiglia Friedkin, che ha riunito i vertici già allo stadio. La proprietà, dopo aver faticosamente tollerato la prima “svista” del caso Diawara, stavolta potrebbe cogliere l’occasione per rimettere ordine nei quadri tecnici

            Il vertice è iniziato già sulle tribune, o almeno così è sembrato. Pochi istanti dopo il fischio che sanciva la sconfitta per 4-2 in casa contro lo Spezia, Dan Friedkin, il figlio vicepresidente Ryan e il general manager Tiago Pinto, nascosti dietro le mascherine, discutevano con un certo animo. La discussione è proseguita dentro lo stadio a lungo, fino quasi all’una di notte. Non era solo arrivata la seconda sconfitta consecutiva dopo il 3-0 del derby. Era appena arrivata la seconda, incredibile gaffe della gestione tecnica della Roma, che costerà la seconda sconfitta a tavolino. E la nuova proprietà, dopo aver faticosamente tollerato la prima “svista”, stavolta potrebbe cogliere l’occasione per rimettere ordine nei quadri tecnici. A pagare sono il team manager Gombar e il Global sporting officer Zubiria. Ma anche Fonseca rischia.

            Il caso Diawara e il punto di penalizzazione

            A settembre la Roma si era resa protagonista dell’assurdo caso Diawara, giocatore schierato in campo alla prima di campionato contro il Verona nonostante fosse fuori lista (era stato erroneamente considerato un under 23) e costato un punto in classifica. Ieri ha fatto il bis. Infilando un errore che avrebbe significato eliminazione dalla Coppa Italia anche se Dzeko e compagni non avessero perso in campo: sul 2-2, dopo due cartellini rossi a due romanisti, Paulo Fonseca ha sostituito due calciatori, portando il totale dei cambi a 6. Il regolamento della Coppa Italia ne prevede al massimo 5: ai supplementari si può usufruire di una finestra in più per fare sostituzioni, non di una sesta sostituzione. Un errore che Lorenzo Pellegrini aveva provato a sventare (“Mister, guardi che è il sesto”), inascoltato dalla panchina.

            La responsabilità del team manager

            Perché i Friedkin, dopo il lunghissimo vertice pomeridiano, hanno deciso di far fuori team manager e global sport officer? La radice della scelta va cercata nel caso Diawara. Come per le 6 sostituzioni, loro responsabilità diretta. Il ruolo del team manager era stato affidato dal 2019 al giovanissimo Gianluca Gombar, figlio del capo della sicurezza Robert Guido Gombar, un ragazzo passato in sei anni dal comparto media alla responsabilità della prima squadra, dopo un’esperienza con la Primavera. A settembre il club lo difese, assolvendolo dalla responsabilità di non aver dato il giusto peso all’alert della Lega che segnalava anomalie riguardo al centrocampista guineano: si fece gravare l’intera responsabilità del punto perso a tavolino sul dimissionario Leo Longo (che ironia della sorte aveva già un accordo col Verona). E salvò anche il suo diretto superiore, Manolo Zubiria, che avrebbe dovuto vigilare e evitare il caso. Stavolta però un capro espiatorio alternativo non c’è: a segnalare che il sesto cambio non era previsto dal regolamento della Coppa Italia doveva essere Gianluca Gombar. Ma è gravissimo che né Fonseca né un solo uomo del suo staff siano stati minimamente sfiorati dal dubbio anche di fronte all’insistenza di Pellegrini. Questioni che rischiano di avere un prezzo, salatissimo, anche per l'allenatore. E sabato c’è di nuovo lo Spezia, ancora all’Olimpico.

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            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Roma, Fonseca resta (per ora): non paga il k.o. con lo Spezia e il caso dei 6 cambi. Per il toto panchina Sarri, Allegri, De Rossi, Mazzarri

              Il caso è stato ripreso da tutti i media internazionali. Per ora il tecnico resta al suo posto. L’ex Capello affonda il colpo: «Non ci sono giustificazioni per un errore del genere»

              Roma-Spezia ha fatto il giro del mondo, ma non come speravano i Friedkin. La partita delle sei sostituzioni è stata come la notizia del cane che morde l’uomo. L’hanno ripresa tutti. Per L’Equipe è stato un errore «enorme». Gli inglesi del Daily Mail hanno ricordato anche lo 0-3 a tavolino contro il Verona alla prima di campionato: un record mondiale. In Portogallo, cioè in casa Fonseca, hanno mostrato il video in cui Lorenzo Pellegrini ripete per cinque volte che «questo è il sesto (cambio, ndr)» ma nessuno gli dà retta, nemmeno l’allenatore che lo guarda stralunato a mezzo metro di distanza. Gli spagnoli Marca e As hanno strabuzzato gli occhi al gol di Verde che faceva la riserva al Valladolid.

              Parlando al portale zai.net Fabio Capello ha affondato il colpo: «Non ci sono scusanti. Questa squadra è recidiva, il che significa che c’è qualcosa che non funziona: non c’è comunicazione, non c’è capacità di leggere, capire e studiare i regolamenti… Eppure non c’è un granché da capire! Il cambio in più è stato fatto con sufficienza e la sufficienza non paga mai. Bisogna essere attenti in ogni momento, non c’è giustificazione che tenga. Questi errori non possono essere commessi da una grande squadra della serie A e non è giusto individuare un unico responsabile: lo è tutta la panchina perché nessuno è intervenuto. Chi pagherà le conseguenze? Dovrà decidere la società: è un errore gravissimo che esula dalla tattica e dalla tecnica e significa qualcosa di più profondo».

              Per adesso pagano i «pesci piccoli»: Manolo Zubiria e Gianluca Gombar, sollevati dai loro incarichi di global sport officer e di team manager. Erano due eredità della gestione Pallotta. Il nuovo team manager sarà Valerio Cardini, che svolgeva lo stesso ruolo nella Primavera di Alberto De Rossi.

              I Friedkin non hanno gradito (eufemismo) la figuraccia internazionale. Paulo Fonseca resta al suo posto, ma con una fiducia a orologeria, fatta più di «perché non» che di «perché sì». Perché l’Atalanta di Gasperini ha fatto solo 2 punti su 6 contro Genoa e Udinese e resta dietro alla Roma, abbarbicata al quarto posto, cioè dentro la zona Champions. Perché il profondo rosso in bilancio non permette spese extra. Perché non c’è un nome sicuro sul quale andare, come era stato in passato quello di Spalletti.

              È partito lo stesso il toto-panchina: Sarri, Allegri, Spalletti-ter, Daniele De Rossi con un allenatore con patentino, Mazzarri
              come traghettatore. L’ultimo nome, legato al nuovo direttore generale Tiago Pinto, è quello di Jardim, un altro portoghese, che aveva fatto molto bene al Monaco (titolo strappato al Psg e semifinale di Champions contro la Juve) ma che è rimasto senza lavoro dal dicembre 2019. Il nuovo d.g. Tiago Pinto è stato protettivo nei confronti di Fonseca anche perché iniziare un lavoro mettendo la firma sotto un esonero non è il massimo per nessuno.

              La verità è che i Friedkin sperano di arrivare a fine stagione con Fonseca e poi decidere cosa fare, con più possibilità di scelta e senza caricarsi nuovi e onerosi contratti. Il calendario non è poi così terribile. Le prossime due partite — all’Olimpico — sono contro Spezia e Verona. Con le squadre che la seguono in classifica, fin qui, la Roma ha quasi sempre vinto. La sconfitta contro i liguri in Coppa Italia, però, ha invertito il senso di marcia. Non c’è spazio per altri errori, Fonseca salverà il suo posto soltanto con la qualificazione in Champions League, che farà scattare il prolungamento del contratto che scade a giugno.


              CorSera
              Last edited by Sean; 21-01-2021, 07:12:11.
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                Lazio-Parma, formazioni e dove vederla: in palio i quarti di Coppa Italia

                I biancocelesti hanno ricevuto due pessime notizie: l’operazione d’urgenza all’appendice di Luis Alberto, fuori almeno dieci giorni, e l’intervento alla caviglia di Luiz Felipe alla caviglia

                Dopo la netta vittoria nel derby che ha restituito entusiasmo alla Lazio, la squadra di Inzaghi affronta stasera il Parma (inizio alle 21.15) per andare avanti in Coppa Italia. Dopo il successo di venerdì scorso, però, i biancocelesti hanno ricevuto due pessime notizie: l’operazione d’urgenza all’appendice di Luis Alberto, che resterà fuori almeno dieci giorni, e l’intervento al quale si sottoporrà Luiz Felipe alla caviglia, che toglierà il difensore dal campo almeno per due mesi (l’artroscopia sarà eseguita domani a Monaco di Baviera, il rientro è previsto per la seconda metà di marzo).

                La Lazio difficilmente tornerà sul mercato e reinserirà in lista Vavro, anche se l’ipotesi Sokratis — che ha rescisso il contratto con l’Arsenal — non va esclusa. Stasera largo ai rincalzi, con la coppia di nuovi arrivi Pereira-Muriqi in avanti e Parolo difensore. Anche il Parma sarà molto rimaneggiato e pieno di giovani: in vista della gara di campionato con la Samp. Chi vince affronta nei quarti l’Atalanta (mercoledì alle 17.45).

                Probabili Formazioni:
                Lazio (3-5-2): Strakosha; Parolo, Hoedt, Acerbi; Lazzari, Milinkovic, Escalante, Akpa, Fares: Pereira, Muriqi
                Parma (4-3-3): Colombi; Busi, Iacoponi, Dierckx, Pezzella; Kucka, Hermani, Sohm; Brunetta, Inglese, Gervinho.
                Arbitro: Ayroldi
                Tv: Rai2 ore 21.15

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                  Supercoppa Juventus-Napoli, Sconcerti: ai bianconeri resta un dubbio, al Napoli le incongruenze

                  Ronaldo ha dato segnali di insofferenza fino al gol disordinato che ha cambiato la gara. La Juve ha fatto di più ma non ha risolto il suo problema stagionale: se è o meno una grande squadra

                  di Mario Sconcerti

                  È stata una partita importante e non bellissima. Ricordo un solo tiro in porta di Lozano, più il gol di Ronaldo e il rigore sbagliato da Insigne. Morata era già un fuori testo. Poco comunque per parlare di grandi emozioni. Il gioco è stato attento, quasi sempre inespresso, tutti hanno bloccato tutti. Ci sono stati giocatori emergenti. A lungo è sembrato che Kulusevski potesse essere una differenza vedendo la difficoltà di Koulibaly nel valutarlo. Altre volte è stato Lozano a portare equilibri diversi. Ma nella sostanza non è mai successo niente.


                  Ha dato spesso piccoli segni d’insofferenza Ronaldo, come se cercasse di uscire da una gabbia di normalità che lo sta opprimendo. Era vivo e lontano, fino al gol disordinato che ha deciso la gara. La Juve ha fatto di più del Napoli, nel senso del gioco, cioè possesso del campo e ricerca di un ordine. Ma è stato il Napoli a creare l’unica occasione e a sbagliare l’altra, il rigore di Insigne. Sono queste incongruenze che inseguono il Napoli da inizio stagione. È una squadra completa, ma non arriva mai tutta insieme. Stavolta è mancato Zielinski, forse il giocatore che completerebbe la Juve. È mancata la qualità di mezzo, troppo scolastica tra Demme e Bakayoko, un po’ alla periferia europea. È mancato Insigne sul rigore e questo vale tutto il risultato.


                  Il Napoli conferma di essere una buona realtà ma non quella che serve per vivere davvero. Deve ancora inseguirsi, c’è qualcosa che resta sempre un po’ all’ingrosso. Ha dato risposte incomplete anche la Juve. C’è stata una reazione, ha vinto un titolo, ha aggiunto una gloria alle tante, ma non ha risolto il suo problema stagionale, se è o meno una grande squadra. Ronaldo è un suo giocatore ed è la sua differenza, ma per arrivare fino a lui il gioco è un po’ strano, vuoto, ancora incompleto. La partita dice che non c’è un limite emotivo, la squadra va per la sua strada senza turbamenti. Ma ha confini tattici e di gioco che si sovrappongono. Chiesa scompare troppo spesso, la qualità degli altri non sembra mai eccessiva, c’è una aria di letture da buon salotto borghese, non c’è niente che faccia dominio. Comunque ha vinto in un momento difficile e contro una squadra difficile. Vedendo però nella stessa partita il resto del campionato, viene da capire perché Milan e Inter siano così avanti da tanto tempo. Sono più compiute e hanno più possibilità di gioco. In questo inverno del calcio vincere quasi per caso, è la vera bellezza.


                  CorSera
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                    La vittoria è stata importante (al di là del vincere un trofeo, che è la ragione sportiva delle squadre) perchè se si fosse perso sarebbe stato peggio, e non per il trofeo mancato (di supercoppe ne hanno perse Allegri e Sarri) ma per il momento: è stato importante vincere per il momento che si sta vivendo.

                    Venendo da una brutta sconfitta contro l'Inter, che ha calamitato tutte le critiche conseguenti allo stato di disagio e dubbio entro cui si vive da settimane, perdere pure questa avrebbe aperto la crisi e reso difficile il prosieguo, facendo evaporare ogni residuale fiducia in Pirlo e nella squadra.

                    E' l'aver vinto in un momento di estrema difficoltà il fattore importante, per questo si accoglie ben volentieri la supercoppa sperando che possa essere segno concreto di una possibile via di svolta...ma circa questo aspetto solo il campionato, col suo lungo, faticoso, spigoloso cammino, potrà darci tutte le risposte.
                    ...ma di noi
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                    popoli studiosi scriveranno
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                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Gazzetta
                      Last edited by Sean; 21-01-2021, 08:30:30.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

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                              Il Giornale
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                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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                                Fonseca all'angolo

                                IL TEMPO (F. BIAFORA) - Imbufaliti. Per descrivere lo stato d'animo di Dan e Ryan Friedkin all'indomani dell’eliminazione in Coppa Italia giunta per mano dello Spezia è impossibile trovare termini più calzanti, soprattutto per la pessima figura un errore che ha fatto letteralmente il giro del mondo nell'effettuare una sostituzione in più rispetto a quanto consentito dal regolamento.


                                L'unità di crisi messa subito in piedi dopo il ko con la squadra ligure ha però stabilito dei primi paletti: la sconfitta non porterà all’esonero di Fonseca, mentre il terribile pasticcio sui cambi commesso nel primo tempo supplementare è costato il posto a Gianluca Gombar e a Manolo Zubiria, rimossi con effetto immediato dalle rispettive cariche. Il giovane team manager, che si è assunto le proprie responsabilità, lavorava a Trigoria dal 2013 e, dopo una gavetta iniziata con un incarico nell’area social, dal 1 luglio 2019 ricopriva il ruolo all’interno dello staff della prima squadra. Al suo posto - i calciatori avevano una profonda stima di lui e Pau Lopez gli ha anche dedicato un messaggio d'addio - la società ha deciso di promuovere pro-tempore Valerio Cardini, che dalla scorsa estate ha iniziato ad occuparsi della Primavera come team manager, ma già da numerosi anni è inserito all’interno della struttura che si occupa di assistere i giocatori al di fuori dal campo, un’area guidata dal Club Operations Manager Vito Scala.

                                Saluta Trigoria per la seconda volta anche Zubiria, ritornato in giallorosso nel settembre 2019 con le mansioni di Chief Global Sporting Officer, un ruolo che andava a soprintendere su numerose aree del club. Le due teste sono cadute immediatamente e senza troppe esitazioni: già nella pancia dello Stadio Olimpico i nervi erano più che tesi e i Friedkin hanno ritenuto inaccettabile l'errore, prendendo provvedimenti dopo i vari colloqui andati in scena con Tiago Pinto ieri (a Trigoria c'era anche il Ceo Fienga). Presidente e vice nel corso della giornata sono passati anche per gli uffici dell'Eur, usando toni duri con i presenti.

                                Chi aveva lasciato lo stadio in piena notte in maniera frenetica indossando ancora la tuta e fumando nervosamente una sigaretta è stato Fonseca, che è stato per ora confermato sulla panchina giallorossa. Il tecnico portoghese, giunto all'ora di pranzo al centro sportivo per dirigere l'allenamento spostato dalla mattina al pomeriggio, dopo la seduta di lavoro è rimasto all’interno di Trigoria per altre tre ore. Quanto filtra dai vertici societari è che il risultato di coppa è catastrofico, ma la prestazione dopo l’iniziale svantaggio è stata quella di una squadra viva e presente, che non è riuscita a vincere nei tempi regolamentari per non aver concretizzato le tantissime occasioni create, con lo psicodramma che ha preso poi il via con le due clamorose espulsioni in un minuto che hanno compromesso la gara.

                                La Roma in campionato attualmente occupa il terzo posto a pari merito con il Napoli e dopo il gol di Pellegrini nel primo tempo con l’Inter era addirittura momentaneamente seconda in classifica. Domenica 10 gennaio sembra però lontanissima e dopo la scoppola nel derby e l'addio ad uno degli obiettivi stagionali bisogna invertire la rotta: in primis l'allenatore dovrà dare un segnale di sterzata nella sfida di sabato che si giocherà di nuovo contro lo Spezia.


                                IL TEMPO (F. BIAFORA) -  Imbufaliti . Per descrivere lo stato d'animo di Dan e Ryan Friedkin all'indomani dell’eliminazione in Coppa Italia giunta per mano dello Spezia è impossibile trovare termini più calzanti, soprattutto per la pessima figura un errore che ha fatto letteralmente il giro del ...
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                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
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                                C. Campo - Moriremo Lontani


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