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Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Eccallaalaà
    Cura il tuo corpo come un tempio
    Originariamente Scritto da M K K
    Desade grazie di esistere
    Originariamente Scritto da AK_47
    si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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      Riparte la Champions League, a Lazio e Atalanta nessuno chiederà niente, se non di passare il turno. Poi sarà tutto di guadagnato. L’Inter di Zhang è davanti a un bivio, deve imboccare la strada giusta, dimostrando di aver azzeccato l’ “operazione Conte” che nelle Coppe ha il suo Tallone d’Achille. La Juventus ufficialmente parte per vincere tutto, ma in realtà sta cercando di scrollarsi di dosso l’ossessione di un traguardo che viene fallito da 25 anni, per cercare di non far gravare il peso su Pirlo, Ronaldo e i giovani della scuola bianconera da lanciare. I bookmakers la piazzano al quinto posto tra i favoriti, e comunque davanti a Real Madrid e Barcellona. Insomma si tratta di fischiettare e far finta di niente, poi…

      C’è Champions e Champions. Per Lazio e Atalanta è un optional, non hanno cambiato di una virgola il loro modo di operare in virtù della partecipazione al più importante e prestigioso dei trofei. Per l’ Inter di Zhang è un bivio fondamentale nella sua giovane era, deve almeno imboccare la strada giusta, oppure avrà sbagliato l’ “operazione Conte” avviata un anno fa. Per la Juventus la Champions League è la ragione stessa del suo affannarsi. Se butta a mare allenatori, se spende pesantemente sul mercato, se il suo bilancio è fortemente in passivo, è perché si sente in obbligo di vincere la Champions League. Nel 2021 sarà passato un quarto di secolo dall’ultima vittoria. Una distonia pesante nella storia di un grande club.


      Le situazioni di Lazio e Atalanta non sollevano questione alcuna, messe le cose in chiaro, nessuno si azzarderà a chiedere l’impossibile a Immobile e Zapata: diciamo che il passaggio del turno è il traguardo minimo, dopo è il Deserto dei Tartari dove comunque la squadra di Gasperini lo scorso anno si è avventurata in maniera più che soddisfacente. L Inter si è legata a doppio filo alla dannazione di Conte, che nelle Coppe ha il suo Tallone d’Achille. La Juventus mi sembra che stia cercando di liberarsi dalla condanna e dall’ossessione della Champions – anche se ufficialmente è il solito “partiamo per vincere tutto” – che tutto sommato mi sembra la scelta migliore: giocare con quel peso addosso non è facile, soprattutto se non vuoi condizionare troppo Ronaldo, se vuoi creare e rilanciare una tua scuola di giovani. I bookmakers la mettono al quinto posto tra tutte le pretendenti europee e comunque davanti a Real Madrid, Barcellona e così via. Insomma la griglia di partenza non è affatto male. Si tratta praticamente di fischiettare e fare gli indifferenti, poi…

      C'è Champions e Champions. Per Lazio e Atalanta è un optional, non hanno cambiato di una virgola il loro modo di operare in virtù della partecipazione al più importante e prestigioso dei trofei. Per l' Inter di Zhang è un bivio fondamentale nella sua giovane era, deve almeno imboccare la strada giusta, oppure avrà sbagliato l' "operazione Conte" avviata un anno fa. Per la Juventus la Champions League è la ragione stessa del suo affannarsi. Se butta a mare allenatori, se spende pesantemente sul mercato, se il suo bilancio è fortemente in passivo, è perché si sente in obbligo di vincere la Champions League. Nel 2021 sarà passato un quarto di secolo dall'ultima vittoria. Una distonia pesante nella storia di un grande club. Le situazioni di Lazio e Atalanta non sollevano questione alcuna, messe le cose in chiaro, nessuno si azzarderà a chiedere l'impossibile a Immobile e Zapata: diciamo che il passaggio del turno è il traguardo minimo, dopo è il Deserto dei Tartari dove comunque la squadra
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      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Champions League: Juve, Inter, Atalanta e Lazio, quando e dove vederle in tv

        Scatta martedì e mercoledì la fase a gironi: cominciano le squadre di Pirlo e Inzaghi contro Dinamo Kiev e Borussia Dortmund. Il giorno dopo tocca ai nerazzurri di Conte contro il Borussia Moenchengladbach e alla squadra di Gasperini contro i danesi del Midtjylland

        La Champions League comincia tra martedì 20 e mercoledì 21 ottobre e un dato emerge con certezza: le 4 squadre italiane arrivano all’appuntamento in grande difficoltà. Nell’ultima giornata di campionato solo la Juve ha pareggiato, mentre Inter, Atalanta e Lazio hanno perso malamente. Non bene, soprattutto se paragoniamo la situazione a un anno fa quando le quattro italiane (col Napoli al posto della Lazio) arrivarono alla prima giornata europea con 10 punti fatti in campionato. Vero anche che ogni competizione ha una sua storia diversa soprattutto in questi tempi di calcio imprevedibile, e che, per quanto non consoli, anche molte grandi d’Europa stanno così così, come vedremo. Analizziamo dunque nel dettaglio il programma e la situazione delle italiane, le loro avversarie e il borsino complessivo del torneo.

        Le italiane in campo

        Martedì 20
        Il viaggio delle italiane si inaugura martedì 20 con Dinamo Kiev-Juventus alle 18.55 (Sky Sport Uno, 201 del satellite, 472 e 482 del digitale terrestre) e prosegue con Lazio-Borussia Dortmund alle 21 (Sky Sport Uno).
        Mercoledì 21
        Il giorno dopo alle 21 tocca a Inter-Borussia Moenchengladbach (Sky Sport Uno, Sky Sport, canale 252 del satellite, e in chiaro su Canale 5) e a Midtjylland-Atalanta (Sky Sport Uno e Sky Sport).


        Le avversarie delle italiane

        Dinamo Kiev
        Sta bene, ha vinto 2-0 in campionato (dove è prima) col Rukh Vynnyky, la allena una vecchia volpe come Mircea Lucescu e ha il morale alto. Cosa che non ha la Juve, alla quale mancano pure una struttura definita e Cristiano Ronaldo. Non sarà facile.
        Borussia Dortmund
        Qui il problema non è tanto come stanno i tedeschi (comunque bene, secondi in Bundesliga dopo l’ottimo 1-0 a Hoffenheim) ma i biancocelesti, alle prese con sconfitte, involuzioni singole (Immobile) e uno stato generale di delusione per un mercato fiacco. Molto difficile.
        Borussia Monchengladbach
        Un pari nell’ultima di campionato (1-1 in casa col Wolfsburg), l’altro Borussia, 11° in classifica, fa meno paura del Dortmund. Di sicuro all’Inter fa più paura l’Inter stessa. Che però è già davanti a una partita spartiacque: i tedeschi sono la peggior quarta possibile in un girone con Real e Shakthar. Un passo falso è da evitare. Complicata.
        Midtjylland
        L’Atalanta non può avere paura di questi danesi reduci da un 3-1 all’OB ma quinti nel loro campionato e complessivamente modesti. O forse sì? Dipende da che Atalanta sarà. Napoli è un campanello d’allarme. Urge reazione. Comunque facile.


        Le grandi d’Europa

        Il Liverpool scricchiola, ne ha presi 7 dall’Aston Villa e ha pure perso il totem Van Dijk (crociato crac, fuori per almeno sei mesi). Il Manchester City è riuscito a prendere 5 gol dal Leicester. Persino il Bayern Monaco campione ne ha presi una volta 4 dall’Hoffenheim. E tre delle 4 spagnole arrivano alla Champions da sconfitte in campionato: Real Madrid (Cadice), Barcellona (Getafe) e Siviglia. Solo l’Atletico Madrid ha vinto, e proprio la sua partita in trasferta all’Allianz Arena col Bayern Monaco assieme a Chelsea-Siviglia e Psg-Manchester United è uno dei tre big match della due giorni europea.


        Tutta la prima giornata

        Questo è il programma completo della prima giornata di Champions.
        * Martedì 20 ottobre
        Girone E: Rennes-Krasnodar (21), Chelsea-Siviglia (21).
        Girone F:
        Zenit-Bruges (18.55), Lazio-Borussia Dortmund (21).
        Girone G:
        Dinamo-Kiev-Juventus (18.55), Barcellona-Ferencvaros (21). Girone H: Lipsia-Istanbul Basaksehir (21), Psg-Manchester United (21).
        * Mercoledì 21 ottobre
        Girone A: Salisburgo-Lokomotiv Mosca (18.55), Bayern Monaco-Atletico Madrid (21).
        Girone B:
        Real Madrid-Shakhtar (18.55), Inter-Borussia Moenchengladbach (21).
        Girone C:
        Manchester City-Porto (21); Olympiacos-Marsiglia (21).
        Girone D:
        Ajax-Liverpool (21), Midtjylland-Atalanta (21).


        CorSera
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        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Dinamo Kiev-Juventus, dove vederla e formazioni

          L’obbligo per Pirlo è conquistare i 3 punti per non complicarsi la vita nel girone«Dybala era arrabbiato, qui forse gioca»

          C’era una volta il mitico laboratorio-Dinamo Kiev del Colonnello Lobanovski, dal quale uscivano campionati e coppe ma anche certe patacche che la Juventus ricorda bene, come Sasha Zavarov, il numero 10 più malinconico della storia bianconera. Adesso c’è il laboratorio-Pirlo, che trasferisce armi e bagagli all’Olimpico di Kiev (martedì 20 ottobre, ore 18.55, Sky Sport1) , dove con la maglia della Nazionale, Andrea segnò il cucchiaio all’Inghilterra nei quarti dell’Europeo 2012, perdendo poi la finale con la Spagna.

          Gli esperimenti, che sono già costati 4 punti in campionato a Roma e a Crotone, erano necessari e non sono certo finiti — la mancanza di tempo finora è un fatto oggettivo — ma in questa Champions compressa nel calendario, Madama non può permettersi di fare passi falsi, soprattutto se vuole puntare a vincere il girone nel duello contro il Barcellona, che arriverà il 28 ottobre allo Stadium: «La prima partita è fondamentale — ammette Pirlo — è importante vincerla per aver più sicurezze in Coppa. Abbiamo buone sensazioni, abbiamo voglia di giocare e di riscattare il passo falso di Crotone. In più ci saranno anche gli spettatori (23mila la capienza fissata, ndr) quindi un po’ di motivazioni in più ci saranno sicuramente. Le difficoltà? Non c’è niente di facile, bisogna lavorare e aver tempo di farlo, ma nel poco tempo che abbiamo dobbiamo crescere. Solo con il lavoro e con la voglia di migliorare si possono ottenere i risultati: nessuno ha la bacchetta magica».

          Non ce l’ha nemmeno Paulo Dybala, che non mette piede in campo dal 7 agosto e una volta risolti i problemi muscolari, ha avuto una settimana di problemi intestinali: «Era un po’ arrabbiato per non essere entrato a Crotone — spiega Pirlo — ma siamo rimasti in 10 e non è stato possibile inserirlo. Vedremo oggi il da farsi. Lui può giocare ovunque, più vicino possibile alla porta o tra le linee».

          L’argentino dovrebbe partire dalla panchina, dato che Ramsey è recuperato e si candida a trequartista, con la coppia Morata—Kulusevski che proverà a far dimenticare l’assenza di Cristiano Ronaldo. I dubbi non mancano, né sugli esterni, con Chiesa pronto al debutto in Champions e al riscatto dopo l’espulsione di sabato sera, né sui due mediani: «Non abbiamo registi e sono convinto che questa sia la soluzione migliore» chiosa Pirlo, che ha chiara in mente la costruzione del suo 3-4-1-2 in fase offensiva, ma ha bisogno di mattoni e di braccia per erigerlo più in fretta possibile.

          Il pericolo principale della Dinamo Kiev, qualificata dopo aver battuto i belgi del Gent ai playoff, è rappresentato da Mircea Lucescu, 75 anni di cui 40 trascorsi in panchina senza anni sabbatici: l’anno scorso il divario con lo Shakthar campione (e avversario dell’Inter la prossima settimana) era stato di 23 punti, adesso con il romeno giramondo in panchina la squadra, molto giovane, è prima dopo sei giornate di campionato.

          Ne è passato di tempo dal viaggio in macchina di rientro dal torneo di Viareggio a Brescia con il sedicenne Pirlo («Capii quanto fosse al di sopra della media a livello di testa e quanto era organizzato come ragazzo»), ma Lucescu resterà per sempre quello che ha lanciato il baby fenomeno nel grande calcio: «E se Andrea mi ha definito un suo maestro, questo mi rende orgoglioso». Dell’orgoglio dei vecchi maestri, quando sono avversari, però è sempre meglio non fidarsi.


          Probabili formazioni
          Dinamo Kiev (4-5-1): Bushchan; Kedziora, Popov, Zabarnyi, Mykolenko; Tsygankov, Sydorchuk, Buyalskyi, Shaparenko, De Pena; Supryaha.

          Juventus (3-4-1-2):
          Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Chiesa, Arthur, Rabiot, Cuadrado; Ramsey; Morata, Kulusevski.
          Arbitro: Hategan (Romania)
          Tv: ore 18.55 SkySport1

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            Lazio-Borussia Dortmund, dove vederla e formazioni

            I biancocelesti tornano in Champions dopo 13 anni, Inzaghi ritrova Immobile ma dall’altra parte c’è il pericolo Haaland

            L’ultima volta che la Lazio ha giocato in Champions — e l’unica nell’era Lotito — in panchina come allenatore c’era Delio Rossi. In campo, tra gli altri, c’erano l’attuale c.t. dell’Argentina Scaloni, il collaboratore tecnico di Pirlo alla Juve Baronio e Pandev, che di mestiere fa ancora il calciatore. L’11 dicembre 2007, 13 anni fa, a Madrid finì 3-1 per il Real: addio Europa.


            A guidare martedì (ore 21, Sky 201 e 252) la Lazio che torna nella coppa più importante è Simone Inzaghi, colui che, da giocatore, detiene il record di gol in Champions con la maglia biancoceleste (ne ha segnati 15). Il momento non è però indicato per vivere la sfida contro il Borussia Dortmund come una festa, perché le difficoltà della squadra sono enormi: in campionato ha conquistato appena 4 punti, nelle ultime tre gare ha incassato 8 gol, c’è una tensione strisciante tra l’allenatore e Lotito. «Ma adesso conta solo questa partita. Contro la Samp abbiamo sbagliato, stavolta la Lazio dovrà essere per forza diversa rispetto a Genova», dice il tecnico.

            La Lazio recupera Immobile, che sabato era squalificato e si trova davanti la squadra nella quale ha giocato (e fallito) nel 2014-15. Ma in difesa e sulle fasce l’emergenza è totale: Inzaghi spera di recuperare Luiz Felipe, però gli indisponibili sono tanti, da Lazzari a Radu fino a Pereira. «Il Borussia è tra le otto migliori squadre d’Europa, ma noi siamo pronti». Come parziale consolazione per la Lazio c’è il fatto che anche i tedeschi hanno problemi: mancano l’ex juventino Emre Can, squalificato, Akanji, Zagadou, Schulz e Schmelzer, in più Piszczek è in dubbio (anche il più giovane degli Hazard è fuori). Il tecnico Favre esagera: «Haaland è stanco, ha giocato tanto in Nazionale, non so se lo potrà mettere in campo». Ma il fenomeno norvegese ci sarà.


            Probabili Formazioni
            LAZIO (3-5-2): 1 Strakosha 4 Patric 3 Luiz Felipe 33 Acerbi 77 Marusic 21 Milinkovic-Savic 6 Leiva 10 Luis Alberto 96 Fares 11 Correa 17 Immobile§

            BORUSSIA DORTMUND (3-4-3): 1 Burki 26 Piszczek 15 Hummels 6 Delaney 24 Meunier 28 Witsel 22 Bellingham 13 Guerreiro 7 Sancho 9 Haaland 11Reus

            Arbitro: Turpin (Francia)
            Tv: Sky 201 e 252

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              Calcio e Covid: nei cinque campionati d’Europa nessuna favorita è prima

              In Spagna comandano Real Sociedad e Villarreal, in Francia il Lilla, in Inghilterra l’Everton di Ancelotti e in Germania il Lipsia. Può essere l’anno delle sorprese

              Nei campionati al tempo del virus niente è come dovrebbe essere. Una stagione senza certezze: in Italia come in Spagna, in Inghilterra come in Francia e in Germania.

              Nelle cinque leghe top europee chi ha vinto l’ultimo scudetto è all’inseguimento ed è un’anomalia. Il Bayern, che ha appena gonfiato il petto con il triplete, in Bundesliga è a un punto dal Lipsia e a pari merito con il Borussia Dortmund. Il Liverpool, dopo averne presi 7 dall’Aston Villa e aver pareggiato rocambolescamente il derby con l’Everton di Ancelotti, è terzo nella Premier comandata proprio da Carletto.


              Fanno scalpore le contemporanee sconfitte di Real Madrid e Barcellona, contro avversari tutt’altro che trascendentali, in una Liga comandata a sorpresa dalla Real Sociedad e dal Villarreal. Anche il Psg, finalista di Champions, è a caccia del Lilla in Ligue1 dopo una partenza choc a causa dei contagi. Tutto ribaltato, insomma. L’Italia non sfugge a questa tendenza. Nell’ultima giornata neppure una delle quattro squadre impegnate in Champions tra oggi e domani è riuscita a vincere: l’Inter ha perso il derby, l’Atalanta e la Lazio sono state strapazzate rispettivamente dal Napoli e dalla Samp e il sofferto pareggio della Juve a Crotone è un passo falso.

              Il virus sta rimescolando le gerarchie. Siamo solo all’inizio, ma le difficoltà delle grandi sono evidenti. E le ragioni molteplici: dai contagi crescenti, all’ansia e ai disagi causati dal Covid. Programmare una settimana di allenamenti è complicato tra tamponi e bolle. Senza contare la preparazione sballata, in alcuni casi inesistente, in mezzo al mercato e alla prima pausa per le Nazionali. Gli stadi vuoti hanno azzerato il fattore campo. Così i risultati spesso sono sorprendenti. A lungo andare le cose si normalizzeranno.

              Ma può essere l’anno buono per una sorpresa. Mai la Juve è sembrata così fragile (QUI il commento di Sconcerti), tanto per restare in casa nostra. E chi insegue può approfittarne. A patto che riesca a lavorare e vivere nella precarietà. Per adesso c’è riuscito il Milan, che dopo il lockdown non ha mai perso in 20 partite. Cambiano gli equilibri dei campionati, forse cambieranno anche quelli della Champions. È una stagione strana. E a vincere potrebbe non essere la più forte, ma quella che saprà adattarsi meglio alla nuova realtà.

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                Torino, storia di una crisi annunciata: dal mercato alla scelta dell''integralista' Giampaolo

                L'ultimo posto a quota zero in classifica non appare casuale, ma la conseguenza di una serie di scelte organizzative del presidente Cairo

                Cambiano i protagonisti, ma la trama del film granata è già stata vista tante volte. La crisi del Torino, che si specchia in quel desolante ultimo posto in classifica, è il risultato coerente di un'estate organizzata poco e male, proprio come la società straordinariamente verticistica che Urbano Cairo non ha mai voluto cambiare nel corso dei quindici anni della sua gestione. Il risultato è il consueto disco rotto, quello che mostra tutte le crepe alla prima stecca; e d'altra parte non è una novità per nessuno che la panchina granata scotti, come dimostrano i nove allenatori esonerati in questi anni dal presidente, cui si aggiungono i due non confermati, Camolese e Longo. Con queste premesse, la stagione attuale è iniziata con la scelta di un allenatore affezionato alle proprie idee e per nulla disposto a modificare le proprie convinzioni - un "integralista", direbbe qualcuno - e proseguita con un mercato che non sarebbe stato difficile prefigurare sterile in entrata e bloccato in uscita. Il risultato è una rosa ampia, con 28 giocatori - quattro portieri ma nemmeno l'ombra di un regista "vero" o di un trequartista - composta anche da parecchi concertisti che, per peculiarità ed abitudini, non si trovano a proprio agio nello spartito scelto dal direttore d'orchestra. "Ma io il modo di giocare non lo cambio" dice Marco Giampaolo; e non lo si scopre oggi che il tecnico non sia incline alle eccezioni, a partire da quella difesa a quattro su cui non si transige, nemmeno al cospetto di giocatori come Izzo, che un anno fa erano uomini-mercato in ottica azzurra, mentre adesso si ritrovano lontani dai radar e con il valore in picchiata.

                Ecco che quindi il momento granata si riassume in poche battute pronunciate dai principali protagonisti il primo giorno di scuola, subito dopo ferragosto: "So di non avere tanto tempo a disposizione, anche perché il Torino viene da una tradizione diversa rispetto al mio modo di pensare calcio - disse Giampaolo -. So che ci saranno delle difficoltà e il concetto del tempo può diventare il mio primo alleato ma anche il mio primo nemico". "L'allenatore avrà tutto il tempo che gli serve, è un maestro di calcio e non avrà pressioni da parte nostra - rispose Cairo -. Sappiamo che servirà pazienza ma con lui vogliamo aprire un ciclo".

                E adesso cosa accadrà? Che la squadra si giocherà il primo jolly venerdì sera, a Reggio Emilia contro il lanciatissimo Sassuolo, mentre in città crescono inquietudini e tensioni, e con il fattore tempo che diventa già l'elemento chiave del momento granata. In tutto ciò, il presidente avrà la voglia e/o la forza di alzare la voce per scacciare le chiacchiere - incontrollate e, al momento, prive del minimo riscontro - di un toto-allenatore già iniziato, con chi addirittura prefigura il ritorno di Giampiero Ventura? In caso contrario, il silenzio societario potrebbe diventare assordante finendo per indebolire la posizione di un allenatore che potrebbe sentirsi abbandonato a se stesso dopo appena tre partite di campionato. E che rischia di diventare il nuovo capro espiatorio, proprio com'è capitato tante volte prima di lui, in quel film già visto.

                Intanto, dopo i quattro casi di Covid accertati nel gruppo squadra, due calciatori e due membri dello staff, al Torino scatta la cosiddetta 'bolla'. Belotti e compagni, infatti, possono continuare gli allenamenti e le partite, ma non potranno avere contatti con l'esterno. Per tutta la settimana e fino a domenica, salvo nuove indicazioni, i giocatori lavoreranno al Filadelfia e alloggeranno in un albergo cittadino, senza tornare a casa. E, inevitabilmente, si sottoporranno a nuovi giri di tamponi, per scongiurare il rischio di altri contagi in vista della sfida di venerdì contro il Sassuolo.

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                    Che formazione si mormora per stasera?
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                      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                      Dinamo Kiev-Juventus, dove vederla e formazioni

                      L’obbligo per Pirlo è conquistare i 3 punti per non complicarsi la vita nel girone«Dybala era arrabbiato, qui forse gioca»

                      C’era una volta il mitico laboratorio-Dinamo Kiev del Colonnello Lobanovski, dal quale uscivano campionati e coppe ma anche certe patacche che la Juventus ricorda bene, come Sasha Zavarov, il numero 10 più malinconico della storia bianconera. Adesso c’è il laboratorio-Pirlo, che trasferisce armi e bagagli all’Olimpico di Kiev (martedì 20 ottobre, ore 18.55, Sky Sport1) , dove con la maglia della Nazionale, Andrea segnò il cucchiaio all’Inghilterra nei quarti dell’Europeo 2012, perdendo poi la finale con la Spagna.

                      Gli esperimenti, che sono già costati 4 punti in campionato a Roma e a Crotone, erano necessari e non sono certo finiti — la mancanza di tempo finora è un fatto oggettivo — ma in questa Champions compressa nel calendario, Madama non può permettersi di fare passi falsi, soprattutto se vuole puntare a vincere il girone nel duello contro il Barcellona, che arriverà il 28 ottobre allo Stadium: «La prima partita è fondamentale — ammette Pirlo — è importante vincerla per aver più sicurezze in Coppa. Abbiamo buone sensazioni, abbiamo voglia di giocare e di riscattare il passo falso di Crotone. In più ci saranno anche gli spettatori (23mila la capienza fissata, ndr) quindi un po’ di motivazioni in più ci saranno sicuramente. Le difficoltà? Non c’è niente di facile, bisogna lavorare e aver tempo di farlo, ma nel poco tempo che abbiamo dobbiamo crescere. Solo con il lavoro e con la voglia di migliorare si possono ottenere i risultati: nessuno ha la bacchetta magica».

                      Non ce l’ha nemmeno Paulo Dybala, che non mette piede in campo dal 7 agosto e una volta risolti i problemi muscolari, ha avuto una settimana di problemi intestinali: «Era un po’ arrabbiato per non essere entrato a Crotone — spiega Pirlo — ma siamo rimasti in 10 e non è stato possibile inserirlo. Vedremo oggi il da farsi. Lui può giocare ovunque, più vicino possibile alla porta o tra le linee».

                      L’argentino dovrebbe partire dalla panchina, dato che Ramsey è recuperato e si candida a trequartista, con la coppia Morata—Kulusevski che proverà a far dimenticare l’assenza di Cristiano Ronaldo. I dubbi non mancano, né sugli esterni, con Chiesa pronto al debutto in Champions e al riscatto dopo l’espulsione di sabato sera, né sui due mediani: «Non abbiamo registi e sono convinto che questa sia la soluzione migliore» chiosa Pirlo, che ha chiara in mente la costruzione del suo 3-4-1-2 in fase offensiva, ma ha bisogno di mattoni e di braccia per erigerlo più in fretta possibile.

                      Il pericolo principale della Dinamo Kiev, qualificata dopo aver battuto i belgi del Gent ai playoff, è rappresentato da Mircea Lucescu, 75 anni di cui 40 trascorsi in panchina senza anni sabbatici: l’anno scorso il divario con lo Shakthar campione (e avversario dell’Inter la prossima settimana) era stato di 23 punti, adesso con il romeno giramondo in panchina la squadra, molto giovane, è prima dopo sei giornate di campionato.

                      Ne è passato di tempo dal viaggio in macchina di rientro dal torneo di Viareggio a Brescia con il sedicenne Pirlo («Capii quanto fosse al di sopra della media a livello di testa e quanto era organizzato come ragazzo»), ma Lucescu resterà per sempre quello che ha lanciato il baby fenomeno nel grande calcio: «E se Andrea mi ha definito un suo maestro, questo mi rende orgoglioso». Dell’orgoglio dei vecchi maestri, quando sono avversari, però è sempre meglio non fidarsi.


                      Probabili formazioni
                      Dinamo Kiev (4-5-1): Bushchan; Kedziora, Popov, Zabarnyi, Mykolenko; Tsygankov, Sydorchuk, Buyalskyi, Shaparenko, De Pena; Supryaha.

                      Juventus (3-4-1-2):
                      Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Chiesa, Arthur, Rabiot, Cuadrado; Ramsey; Morata, Kulusevski.
                      Arbitro: Hategan (Romania)
                      Tv: ore 18.55 SkySport1

                      CorSera


                      pirlo capisce di calcio 8957454540509 volte più di me
                      eppure questa mi pare una formazione senza capo né coda
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                        Credo che sostanzialmente siano gli 11 giocatori in grado di scendere in campo
                        Originariamente Scritto da GoodBoy!
                        modroc - yy

                        piquet - gabbiani

                        acquilani - manchini

                        maybe - Vendola

                        mandjukic - Sjneider

                        lialicic - Kongobia

                        il Mangio - Cointreau

                        izco - Mihajlovich

                        Bonacci - Falcata

                        Cancrena - Val di fiori

                        mouse - Sczesjky

                        Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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                          Il punto è Dybala. Vediamo se lo mette in corsa.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Diciamo anche che le formazioni dimostrano che Pirlo sta decidendo con la sua testa. Certo resta netta la sensazione di precariato, dovuta alla completa assenza di esperienza.
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Praticamente la formazione di Roma con Kulusevski al posto di Cr7 e chiesa al posto dello svedese
                              La vedo male

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                                Un Belotti oggi che valore può avere sul mercato?
                                40?









                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

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